quo vadis PD ????

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Da La Stampa 14.11.12
Addio Berlinguer e Gramsci Ora il pantheon è pop
I padri della sinistra “dimenticati” dai candidati che preferiscono cattolici
La svolta ideologica: Dai pensatori comunisti si è passati a quelli liberali sdoganati da Tony Blair

di Massimiliano Panarari


Dimmi a che pantheon ti rifai, e ti dirò chi sei; quanto meno «a spanne».

L’albero genealogico dei pensatori di riferimento, a sinistra, vale come la carta d’identità.

E ad ascoltare i «magnifici cinque» protagonisti del dibattito di lunedì sera a proposito delle figure ideali cui si ispirano – De Gasperi, Giovanni Marcora, Tina Anselmi, il Cardinal Martini, Papa Giovanni – l’impressione parrebbe quella di una «grande Chiesa – copyright Jovanotti – che parte da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa».


Solo che il Che non c’è più, e pure Malcolm X non si sente molto bene, mentre rimane Mandela.

E ritornano i «fondamentali del compromesso storico» (Aldo Moro ed Enrico Berlinguer), come ha voluto precisare ieri D’Alema, segnalandone la vistosa assenza dalle dichiarazioni dei candidati alle primarie.


A pagare di più, dunque, nei termini della mancata inclusione nelle gallerie culturali uscite dalla trasmissione di Sky Tg24, sono i protagonisti della «via italiana» al comunismo e al socialismo (anch’esso, da Turati a Pertini, da annoverare decisamente tra i dispersi).



Do you remember, per esempio, Antonio Gramsci? Mentre furoreggia all’estero, sembrano essersene perse le tracce nel Pd, a eccezione delle sue sparute «guardie rosse» Beppe Vacca e il gruppo dei «giovani turchi».





I duellanti della stagione postcomunista, Massimo D’Alema e Walter Veltroni, in disaccordo su tutto (o quasi), si ritrovarono, infatti, sulla rimozione del passato divenuto ingombrante.





E, così, il filosofo dei Quaderni del carcere finì per uscire dai radar dell’elaborazione partitica, a parte qualche omaggio formale.



Fuori il pensiero comunista, dentro il liberalismo, declinato in ogni forma e salsa possibile (ma chissà quanto davvero metabolizzato…), con filosofi come John Rawls e Jürgen Habermas, e un dibattito alimentato, tra gli altri, da Michele Salvati (oggi direttore de il Mulino) e dagli intellettuali riuniti intorno alla rivista Reset.



All’epoca del cosiddetto «Ulivo mondiale», a fine Anni Novanta, quando imperversava la Terza via di Clinton e Blair e si susseguivano i meeting sulla «Progressive Governance», brillavano le stelle del nuovo guru Tony Giddens (il cui livre de chevet venne prefato, nell’edizione italiana, da Romano Prodi) e, in misura minore, di Ulrich Beck.


Prendeva avvio l’esternalizzazione della cultura politica, sull’onda di quanto avvenuto nel mondo anglosassone; e, così, anche nel vocabolario politico italiano faceva il suo ingresso la parola think tank: visto che i partiti della Seconda Repubblica, in tutt’altre faccende affaccendati, snobbavano la produzione di idee, ci pensavano pensatoi e fondazioni come la dalemian-amatiana Italianieuropei.


Cambiano i tempi e va sempre forte nel pantheon progressista, depurato degli accenti più «antagonistici», don Lorenzo Milani, mentre rimangono stabili, ma in un pacchetto inesorabilmente di minoranza, le azioni del socialismo liberale.



A parole si omaggiano gli illustri esponenti di una tradizione che vanta Piero Gobetti e i fratelli Rosselli, via via fino a Norberto Bobbio.


Ma qualcuno continua a ritenere che siano troppo «torinesi» ed elitari, roba da salotti buoni e da borghesia illuminata, che mal si sposa con un partitone «dalle solide radici popolari».


Ci aveva allora pensato Walter Veltroni, nel suo mix postmoderno, a ospitarli, insieme ai suoi must importati dagli States, i Kennedy (JFK, ma soprattutto Bob) e Martin Luther King.


E, oggi, se due esponenti di spicco della componente liberal, Enrico Morando e Giorgio Tonini, chiedono di farla finita con Gramsci e Dossetti, il blocco neo-socialdemocratico che sostiene Bersani (autore di una tesi di laurea, ormai divenuta proverbiale, su Gregorio Magno) appare percorso da tendenze differenti.


Così, dalle parti dei supporter del segretario può capitare di sentire un’incredibile apologia del «Migliore» (a volte ritornano…) nel nome del «primato del Partito», e, al tempo stesso, di assistere ai convegni di filosofi del Centro studi Pd presieduto dal deputato Gianni Cuperlo (già organizzatore, l’anno passato, di un ciclo di iniziative sul Centocinquantesimo dell’Unità d’Italia).
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Oh!.. ragatzi,...siam mica qui a spargere l'incenso sulle margherite!!!..........................
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Pretonzoli o chierichetti????????


Bersani, parte la corsa alle primarie. Grandi sponsor: Cl, Prodi e le Coop (video)

A Bettola, patria del segretario, la terra ha tremato. È un brutto presagio, anche il sindaco è preoccupato e incerto: “Ancora non abbiamo deciso chi votare alle primarie”. Ma il leader del Pd può contare sull’antica amicizia con Giorgio Vittadini, fondatore della Compagnia delle Opere e su altri sorprendenti fan

di Redazione Il Fatto Quotidiano
| Bettola (Pc) | 11 ottobre 2012Commenti (250)
aggiornato alle 7:17 di Giovedì 15 Novembre 2012


Il cugino Sergio, meccanico, assiste affettuoso alla guerra: “Non so mica se gli è convenuta questa cosa qui. Si è messo in uno di quei casini”. La esse emiliana, così bella, rotonda e grassa, si riduce invece a un sibilo nelle parole di Sandro Busca, il sindaco: “Ancora non abbiamo deciso come votare alle primarie. Faremo una riunione, ci confronteremo, sa noi siamo una lista civica…”. Persino qui a Bettola, tremila abitanti divisi dal torrente Nure in una conca dei colli piacentini che poi si allarga verso la Liguria, galleggia la sfida e mette paura. La natura ammonisce, e giusto qualche giorno fa c’è stato il presagio che si ballerà alla grande. Una scossa di 4.5 della scala Richter ha fatto tremare tutta Bettola: nessuna crepa per fortuna, ma qualche preoccupazione sì. Anche Pier Luigi si è incupito. Ha chiamato in municipio: “Tutto a posto?”. Lui non ha più tempo per una passeggiata in paese, le serrande verdi della casa di famiglia sono abbassate.

La pompa di benzina del babbo è stata affittata, la farmacia di sua moglie Daniela è a Piacenza. La famiglia anche. Adesso è intento a “smacchiare il giaguaro” che si è ritrovato in casa: Matteo Renzi. Il rivale è furbo, veloce, disinvolto anche troppo.

Grande comunicatore, un acchiappavoti perfetto. Alcune settimane fa il fiorentino fu notato a Bologna, in piazza Santo Stefano, salire le scale che portano all’ufficio di Romano Prodi. Un tragitto compiuto più volte. Non è che ci fosse bisogno di profeti per mettere in allarme Bersani. Il capo vero dell’esercito bersaniano, Vasco Errani, comunista romagnolo, presidente da tredici anni della Regione, ottimo collettore di coscienze e voti ha pianificato un incontro con il Professore. Da allora Renzi non si è più visto a Bologna.


“Il consenso è come una mela sul ramo”. Bersani avrà più anni del rottamatore, ma li ha messi bene a frutto. Sa che i voti, per contarli, bisogna prima andarseli a cercare. “Il consenso – ama dire – è come una mela sul ramo. Balla, balla ma cade solo se c’è il cestino”. Sono belle e grandi ceste quelle che il suo largo e un po’ sorprendente cerchio magico sta provvedendo a piazzare ai quattro angoli del Pd. Avere Prodi da questa parte vorrebbe dire aprirsi le porte a un bacino elettorale importante.



C’è per fortuna un fantastico jolly nelle amicizie di Bersani: si chiama Giorgio Vittadini, numero uno della Compagnia delle Opere, l’uomo più influente all’interno di Comunione e liberazione. Un amico di vecchia data, una presenza antica nelle frequentazioni di Bersani. Un suo ex autista, accompagnatore in anni oramai lontani, ricorda persino di averlo condotto a uno degli incontri, forse conviviali, che precedettero la nascita delle Compagnia. La presenza di Bersani tra i soci politici fondatori non è accertata, ma di sicuro c’è la trascrizione del suo discorso, come riferisce Enrico Deaglio sul Venerdì di Repubblica, dell’agosto del 2003 all’inaugurazione del Meeting di Rimini. “La vera sinistra non nasce dal bolscevismo, ma dalle cooperative bianche dell’800. Solo l’ideale lanciato da Cl negli anni ’70 è rimasto vivo, perché è quello più vicino alla base popolare.

Quando nell’89 Achille Occhetto volle cambiare il nome del Pci, per un po’ pensò di chiamare il nuovo partito Comunità e libertà. Perchè tra noi e voi le radici sono le stesse”. Le stesse, è vero. Volete una conferma? Vincenzo Tassinari, gran capo di Coop Italia e di Centrale italiana (centrale di marketing nata tra Coop, Despar, Sigma e il Gigante) dichiara, sempre al meeting, questa volta del 2009: “Le nostre cooperative e le imprese della Compagnia delle Opere si muovono alla base degli stessi valori. Faremo grandi cose insieme”.

(Non c'è alcun dubbio che hanno fatto GRANDI COSE INSIEME.

In Lombardia da 16 anni comandano il Celeste Forchettoni e Cl, soprattutto nella Sanità. Nessuno dei pretonzoli romani ex Ds del Pd ha mai sollevato obiezioni contro l'operato del Celeste perché nel sistema "Forchettoni" del "MANGIA TU CHE MANGIO ANCH'IO" avevano associato le Coop di don Bersande.

E come per la Lega, si gira la testa dall'altra parte quando la greppia di Forchettoni e Cl esagerano. Non si sputa nel piatto dove si mangia, altrimenti la festa finisce ---ndt)




Se il meeting si tiene a Rimini, per esempio, è anche merito della Regione Emilia Romagna che continua a dare un presente anche in tempi bui come questi. Pensate che per via della crisi economica quasi tutte le Regioni se la sono date a gambe (l’anno scorso erano nove gli stemmi presenti e paganti) rifiutando la sponsorizzazione. Vasco Errani non se l’è sentita. Si gioca in casa, è giusto –malgrado il terremoto e la fatica di racimolare un euro nel bilancio – dare un contributo di 100mila euro per piazzare lo stand. Dio è grande e onnipotente. Ma anche chi crede solo alle sue mani, al sudore della fronte, può costruire nel tempo libero un po’ di ceste dentro cui far cadere le mele, cioè i voti che servono a Bersani per averla vinta su Renzi. E certo un’amicizia fruttifera, un circuito che dà solidità all’organizzazione e certezza sul futuro è quella storica col mondo Coop. Sono numeri ancora vertiginosi e il filo, anche questa volta, lo tende Errani.

La sintonia tra i costruttori e il partito è divenuta linfa vitale. Ogni grande progetto è una grande opportunità popolare. Lo sa Bologna, lo sa il sindaco Merola che al primo punto del suo piano quinquennale ha messo la posa in opera della prima pietra di una costruzione magnifica: la monorotaia che collegherà la stazione ferroviaria di Bologna all’aeroporto. Novanta milioni di euro con il sistema del project financing. Partner strategico la Ccc, la più possente tra i colossi rossi, la più vicina al cuore del Pd.

Bersani è uomo del fare. Pragmatico, vede quel che manca e tende a procurarselo. All’Italia manca per esempio una strada che la tagli in diagonale e colleghi Mestre con Civitavecchia. Non una strada, un’autostrada. Non un opera, ma il colosso mundial della ingegneristica: 396 chilometri di percorso (di cui 139 su ponti e viadotti), 147 sovrappassi, 268 sottovie, 17 nuovi svincoli e l’adeguamento di altri 55. Il costo è al livello dell’ingegno: 9,8 miliardi di euro. Nel libro “Milano da morire” (Edizioni Bur Rizzoli) è descritta l’affannosa perorazione di Bersani, in una enfatica interrogazione parlamentare, all’idea che il governo mettesse subito mani alla tasca e procedesse al taglio del nastro. Il progetto è firmato da Vito Bonsignore, alla guida di una cordata ben equipaggiata.

Bonsignore è eurodeputato del Pdl con qualche acciacco giudiziario. Ma a chi vuoi che freghi questo? Il re delle cliniche dall’Emilia all’estero. Servono ceste, tante ceste. E il circuito amicale, lo sviluppo strategico che Bersani ha con tanti imprenditori fa presagire che grandi cestoni saranno pronti alla bisogna. I nomi dei supporters escono anche fuori dalla tradizione. Per esempio quello del ragionier Ettore Sansavini, padre e padrone del Gruppo Villa Maria, circuito di cliniche private (tutte convenzionate con le Asl dell’Emilia), un impero sanitario che sconfina in Francia, tocca la Romania, la Polonia, arriva in Albania. Cinquecento milioni di fatturato annuo. Buona salute a tutti.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10 ... eo/379960/
shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »




E ad ascoltare i «magnifici cinque» protagonisti del dibattito di lunedì sera a proposito delle figure ideali cui si ispirano
– De Gasperi, Giovanni Marcora, Tina Anselmi, il Cardinal Martini, Papa Giovanni –
l’impressione parrebbe quella di una «grande Chiesa – copyright Jovanotti – che parte da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa».






************************************
è un remake di questo:

http://it.wikipedia.org/wiki/I_quattro_dell'Ave_Maria


dai quattro ai cinque dell'Ave Maria il passo è breve...
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

No non è la BBC, questa è la Rai,....la Rai Tribù......



COSENZA
'Ndrangheta, arrestati 2 consiglieri provinciali
L'accusa: «Ingerenze clientelari con un boss»


Umberto Bernaudo e Pietro Paolo Ruffolo, entrambi del Pd, sono ai domiciliari. Operazione condotta da Dia e carabinieri

Due consiglieri della Provincia di Cosenza sono stati arrestati: Umberto Bernaudo e Pietro Paolo Ruffolo, entrambi del Pd, sono accusati di ingerenza clientelare nella gestione di una società di servizi del Comune di Rende con un boss della 'ndrangheta. L'operazione è stata condotta da Dia e carabinieri e adesso i due sono ai domiciliari. I fatti si riferiscono alle elezioni provinciali del 2009. Un terzo provvedimento restrittivo è stato notificato in carcere al presunto boss della 'ndrangheta di Cosenza, Michele Di Puppo.

L'INCHIESTA - Bernaudo e Ruffolo erano già indagati, in qualità di ex sindaco ed ex assessore del Comune di Rende, per concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e voto di scambio. I provvedimenti restrittivi, emessi dal Gip distrettuale di Catanzaro, nascono da una ulteriore filone d'indagine sviluppato dalla Dia di Catanzaro e dai carabinieri di Cosenza.

Redazione Online
15 novembre 2012 | 8:58
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/cronache/12_nove ... 417c.shtml
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

La tragicommedia all'italiana - 1

All'Asilo Mariuccia:

- Tu non puoi fare il partito di lotta e di governo!!

- Epperché io no e tu sì?

- Perchè io sono più bello.



Sciopero europeo, l’inspiegabile presenza del Pd in corteo
di Davide Turrini
| 15 novembre 2012
Commenti (0)

Se non me l’avesse chiesto mio nipote di 14 anni, forse non me ne sarei nemmeno accorto. “Zio”, mi dice Nicola, “ieri mattina in via Marconi a Bologna nel corteo degli operai ho intravisto il sindaco, com’è che si chiama… Merola, no? Sì, sì era lui e c’era anche quell’altro signore giovane che ho visto alla festa dell’Unità, uno che rappresenta il Pd, è sempre in tv”.


Tralascio la sua descrizione, ma deduco che sta parlando del segretario provinciale del Pd, Raffaele Donini. Gli mostro una foto di quelle della manifestazione. Nicola lo riconosce.

“Ecco zio, tu che fai il giornalista, o qualcosa del genere, ma che ci facevano in piazza a protestare loro due?”.

Di primo acchito non comprendo bene la richiesta. Guardo stranito Nicola, gli chiedo se l’affermazione ha un fine o è solo per pura necessità d’informazione.

“No, è soltanto una domanda logica: non capisco che c’entra il Pd tra i manifestanti”.


Nicola ha buoni voti, soprattutto in italiano e storia, legge giornali cartacei e online, s’informa, non è proprio uno sprovveduto.


“Voglio dire zio, io ero lì con i miei compagni, cioè quelli che vengono a scuola con me, protestavamo contro il governo, contro Monti, tutti lo sanno che l’hanno messo lì per tener buone le banche”.

Intuisco dove vuole arrivare Nicola, allora mentre mi parla, provo ad aprire un articolo del web dove ci sono le dichiarazioni di Merola e Donini.

“Vedi, mi sembra talmente logico: il governo Monti viene votato dal Pd a Roma, lo votano sempre, come dite voi giornalisti riferito a una roba della Dc, “si tureranno il naso”, ma lo votano, sempre, però vengono in piazza a protestare contro di lui. Allora, voglio dire, perché non smettono di votarlo in Parlamento?”

Sono in imbarazzo, prendo al volo i virgolettati di Donini che ci sono in un articolo, li leggo a Nicola:
“Monti ha il merito di aver restituito all’Italia la credibilità a livello internazionale. Ora dovrà concludere il suo mandato per evitare che il paese cada in un baratro finanziario ma poi bisognerà andare oltre, servono politiche di slancio economico, di crescita, di equità sociale e può portarle avanti solo la politica progressista”.

Nicola mi guarda perplesso:
“Ma che dici? Ti ricordi quello del Caimano che mi hai fatto vedere a forza. Su youtube l’ho ritrovato con i baffi un po’ più lunghi e un po’ più sfatto mentre dice “le parole sono importanti”; ecco allora signore del Pd, le parole sono importanti”.

Nicola quasi s’incazza: “Ma ti sembra? Concludere il mandato? Andare oltre? La politica progressista? Boh io non ci capisco un tubo. So solo che se in squadra (si riferisce alla squadra di calcio in cui gioca come ala destra, n.d.r.) decidiamo di dare la fascia di capitano a Fabio, non è che possiamo metterci a contestare ogni cosa che dice Fabio all’arbitro. Presa una decisione, cacchio, siamo responsabili”.

“Voglio dire, e poi me ne vado perché ti ho già rotto le balle, che invece di venire in piazza ieri mattina che facevano ridere lì in mezzo agli operai, dicano ai loro parlamentari di non votare Monti in Parlamento, così ci evitiamo anche noi di andare in piazza una volta al mese che poi ci tocca recuperare ore e ore di lezione a marzo quando voglio andare fuori con Debora!”.

Nicola borbotta, gira i tacchi, apre la porta, se ne sta andando, poi si gira: “Zio, non voglio morire democristiano”.

Ma se neanche voti, e neanche sai cos’era la Dc: “Lascia stare, hai capito vero?”

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11 ... eo/415550/

***

Anche noi mezzo secolo fa dicevamo come Nicola: "Non voglio morire democristiano......!

Mi sa che con questi pretonzoli e chierichetti sadd'à morì democristi.

Se poi pensiamo a questo:
Immagine

se vince don Bersande, i piddini dovranno andare prossimamente in processione una volta la settimana a cantare:

Noi vogliam Dio, Vergine Maria,
benigna ascolta il nostro dir,
noi t’invochiamo, o Madre pia,
dei figli tuoi compi il desir.
Rit: Deh benedici, o Madre, al grido della fe’,
noi vogliam Dio, ch’è nostro Padre,
noi vogliam Dio, ch’è nostro Re.
noi vogliam Dio, ch’è nostro Padre,
noi vogliam Dio, ch’è nostro Re.
Noi vogliam Dio nelle famiglie
dei nostri cari in mezzo al cor;
sian puri i figli, caste le figlie,
tutti c’infiammi di Dio l’amor.
Noi vogliam Dio in ogni scuola
perché la cara gioventù
la legge apprenda e la parola
della sapienza di Gesù.
Rit: Deh benedici, o Madre...’,
Noi vogliam Dio nell’officina
perché sia santo anche il lavor;
a Lui dal campo la fronte china
alzi fidente l’agricoltor.
Rit: Deh benedici, o Madre...’,
Noi vogliam Dio nella coscienza
di chi l’Italia governerà!
Così la patria riavrà potenza
e a nuova vita risorgerà.
Rit: Deh benedici, o Madre...’,
Noi vogliam Dio, dell’alma è il grido,
che a piè leviamo del santo altar.
Grido d’amore ardente e fido,
per tua man possa al ciel volar.
Rit: Deh benedici, o Madre...’,
Noi vogliam Dio, l’inique genti
contro di lui si sollevar.
E negli eccessi loro furenti
osaron stolti Iddio sfidar.
Rit: Deh benedici, o Madre...’,
Noi vogliam Dio, Dio nella scuola,
vogliam che in essa la gioventù
studi la santa di lui la Parola,
miri l’ immagine del buon Gesù.
Rit: Deh benedici, o Madre...’,
Noi vogliam Dio, nel giudicare
a Dio s’ispiri il tribunal.
Dio nelle nozze innanzi all’altare,
Dio del morente al capezzal.
Rit: Deh benedici, o Madre...’,
Noi vogliam Dio, perché al soldato
coraggio infonda nel guerreggiar,
sì che a difesa del suol amato
d’ Italia sappia da eroe pugnar.
Rit: Deh benedici, o Madre...’,
Noi vogliam Dio, quest’ almo grido
echeggi ovunque in terra e in mar,
suoni solenne in ogni lido,
dove s’ innalza di Dio l’ altar.
Rit: Deh benedici, o Madre...’,
Noi vogliam Dio, le inique genti
rigettan stolte il suo regnar,
ma noi un patto stringiam fidenti,
ne fia chi osi più Iddio sfidar.
Rit: Deh benedici, o Madre...’,
Noi vogliam Dio, nei tribunali
egli presieda al giudicar.
Noi lo vogliamo negli sponsali,
nostro conforto allo spirar.
Rit: Deh benedici, o Madre...’,
mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

Della serie "non ci facciamo mancare niente". Non gli basta Casini, ora vogliono pure il Montezemolo.

Febbre da Cavallino
pubblicato il 16 novembre 2012

Dopo un lungo e sofferto tormento Luca Cordero di Montezemolo sembra aver rotto gli indugi: domani a Roma si aprirà la convention “Verso la Terza Repubblica”, appuntamento che dovrebbe segnare a tutti gli effetti il passaggio dai box alla pista dell’impegno politico. Strade trafficate hanno sinora ritardato il progetto ma a questo punto tutto dovrebbe essere pronto anche per il passaggio da movimento a partito per il quale si ipotizza il nome di “Italia civica”.

Su questo appuntamento è intervenuto il capogruppo dei deputati Pd, Dario Franceschini, sul Foglio: "Non ho ancora capito se sará una lista, un movimento oppure un vero partito ma quello che ho capito è che adesso dobbiamo fare di tutto per iniziare da subito un percorso comune con la realtà politica che sabato prossimo nascerà a Roma con Luca Cordero di Montezemolo, Andrea Riccardi, Raffaele Bonanni e Andrea Olivero". Quanto a una “Lista Monti” Franceschini aggiunge che "per il tipo di mandato che ha accettato di fare credo che Monti non lascerà mai nascere una lista che porta il suo nome e al massimo accetterà che nasca un'area politica che si ispira alla sua esperienza - cosa che oggettivamente non può certo impedire. Detto questo l'ipotesi di un Monti bis non mi sembra che possa esistere".

Franceschini aggiunge poi che "il patto tra progressisti e moderati non può essere inteso solo come patto esclusivo tra il centrosinistra e Casini, è ovvio. Da oggi, per noi, ci sono anche altri interlocutori importanti, e dato che questi interlocutori per i progressisti possono essere alleati preziosi per presentarci alle elezioni con uno schieramento ancora piú competitivo rispetto a quello di cui disponiamo giá, noi adesso vorremo dialogare con loro.

Le nostre proiezioni ci dicono che con la coalizione di cui disponiamo, e senza dunque l'appoggio dei moderati, oggi avremmo difficoltà a raggiungere la soglia necessaria per la governabilità, ed è per questo che dico con affetto a Casini che il tema delle alleanze non lo si può porre dopo le elezioni, ma lo si deve porre prima: perché senza raggiungere il quaranta per cento non è che si creano le condizioni per un altro governo Monti, ma si creano semplicemente le condizioni per arrivare al collasso e finire come la Grecia".

http://www.partitodemocratico.it/doc/24 ... -cavallino
shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

Mi permetto di sintetizzare e raccogliere in questo 3d un paio di post di un sempre lucidissimo @Tion.

(spero che lo Zione non se la prenda se ho tagliato qualche parte...l'ho fatto solo per non rendere il post eccessivamente lungo)

Lo faccio perché ritengo che queste considerazioni,
assommate al risultato che scaturirà dalle primarie di coalizione,
rappresentino per il PD un crocevia,
anzi “IL CROCEVIA” della futura direzione che prenderà il partito.

camillobenso ha scritto: La scelta sbagliata

Renzi potrebbe destare un profondo sospetto nell’aver scelto il tipo di competizione sbagliata per realizzare la sua proposta contenuta nella propaganda iniziale dei “Rottamatori” nel 2010.

Visto all’opera un anno dopo per quanto mi riguarda i sospetti erano già caduti.

L’occasione delle primarie è stata la conferma finale.

Renzi della Rottamazione gli importa un fico secco.
Lui mira solo e soltanto al bersaglio grosso senza fare la trafila.
Visto che anche lui come tutti gli altri considera gli italiani dei merli scemi, perché non tentare la “Ruota della fortuna” ?
Diciamo che aveva calcolato tutto per benino, come qualsiasi arrampicatore sociale o in questo caso qualsiasi avventuriero.

Conosciamo i risultati nefasti dei superuomini precedenti.
Stiamo pagando dolorosamente e rovinosamente gli errori di un “ghe pensi mi”degli ultimi 11 anni,
al punto tale di non sapere più come venirne fuori e intendiamo ricominciare da capo con un nuovo “ghe pensi mi” non di derivazione milanese ???


Ipotizziamo che Renzi vinca le primarie,.. cosa succede ???

Essendo primarie di coalizione,…..ripeto perché sia più chiaro per tutti, primarie di coalizione, automaticamente diventa il candidato ufficiale della coalizione che si deve confrontare con le due destre.

Niente più che questo.

Ergo ,cosa può fare Renzi in merito alla Rottamazione interna al PD ?

Il massimo che può fare è non candidare personaggi che lui considera da rottamare e ci mette Ichino al Welfare, (personaggio “stimatissimo” da tutta la sinistra del partito...)

Ma segretario del Piddì rimane Bersani.

Non è che Renzi candidato premier automaticamente scalza Bersani.
Non esiste.

Quindi Bersani può decidere come da regolamento di tenersi tutto il vecchio apparato fino al prossimo Congresso, quando verrà eletto un nuovo segretario e una nuova segreteria.

Renzi non ci può mettere il becco.

Immaginate che per assurdo (non per lui…) vinca Vendola.

Qualcuno osa pensare che Vendola avrebbe il diritto di mettere il becco negli affari interni del PD ???

E’ folle solo pensarlo, perché Vendola con tutti i suoi difetti non è così stupido di arrogarsi questo diritto che sostanzialmente non esiste di fatto.

Ma come non esiste per Vendola, Tabacci e Puppato, non esiste neppure per Renzi.

Allora qualcuno vuole spiegarmi in che caxxo consiste la rottamazione ???

Quindi, per il sottoscritto questo è solo un inganno di fondo nei confronti degli elettori.

Se sto commettendo un errore di valutazione siete pregati di renderlo noto, perché neppure io ci tengo molto a commettere errori di valutazione.

Non dimentichiamoci poi che Renzi dal palco della zia Leopolda ha avvisato i suoi di stare attenti ai quei mascalzoni di bersaniani.

Se questi sono mascalzoni ora immaginiamoci cosa potrebbe succedere se Renzi vince e Bersani guida il PD.

Qualcuno pensa che ci possa essere collaborazione ? Qualcuno crede alla Befana ?

Già dimenticata l’esperienza di Veltroni, lo stimatissimo vice del periodo 1996-1998, alla guida del Piddì nel 2007 e Prodi a Palazzo Chigi ?

Uolter non ha mosso una dito per salvare Prodi...
anzi con quell'intelligentissssssssssssssssimo annuncio “urbi et orbi”:

“noi andremo da soli”

ha definitivamente convinto Mastella a forare la ruota della bici di Romanone.

La furbata di Renzi è comprensibile ???

Sì, è comprensibile,……..ma dal mio punto di vista non accettabile perché per il suo tornaconto e non solo, sta fottendo alla base chi gli da il consenso.

E’ ovvio e più che normale che chiunque in politica intende salire si scelga dei temi di fondo, e in questo caso, forti, come quello di rottamare una classe dirigente.

Solo che Renzi ha sbagliato competizione.

Per “Rottamare una classe” dirigente la competizione giusta è quella del congresso.

Un esempio semplice semplice.

Achille Occhetto era un vecchio dirigente del Pci.
Diventa segretario nel 1988 sostituendo Alessandro Natta.
Nel 1989 annuncia la svolta della Bolognina e nel 1991 chiude il Pci e fa nascere il Pds. Nel 1994 sfida Berlusconi ed è battuto.
Nel congresso di luglio il vecchio apparato viene sostituito e D’Alema diventa segretario.
La linea D’Alema ha prevalso nel congresso e lì hanno fatto la loro rottamazione, che come sostiene la Jena è una parolaccia se rivolta ad esseri umani.

E queste cose Renzi non le sapeva ???
Non sapeva che per rottamare come intendono i militanti ,e non del piddì ,occorreva passare, per il congresso ???

Certo che lo sapeva!!!!

Solo che per fare il salto triplo alla Berlusconi aveva bisogno di un argomento forte, se no chi se lo sarebbe filato???

Solo che l’argomento “forte” ha un piccolo difetto:
Fa fessi gli elettori che hanno creduto dal 2010 alla “Rottamazione”.

A Renzi importa di far fessi gli elettori ???
Certamente no, perché lui come tutti gli arrampicatori sociali devono trovare un argomento forte per salire.

E dove sta il problema ???
Così fan tutti.
Basta andarsi a rivedere la sceneggiata del caimano mummia con gli occhi a mandorla nello studio notarile di Vespasiano con il famoso contratto con gli italiani.


E se Renzi dovesse perdere ???


Si affrancherebbero ancora di più i dinosauri e l’insoddisfazione verso i defunti aumenterebbe.

Chissà se Renzi ci ha pensato ???

Altro esempio…

Civati abbandona i Rottamatori della zia Leopolda.

Voi che valutazione date in merito al fatto che quando nasce il gruppo dei “Rottamatori” nel 2010 alla Stazione della zia Leopolda, nella Convention denominata:
Prossima fermata Italia, sia presente anche il consigliere regionale della Lombardia, Pippozzo Civati, e che in seguito si mette da parte e non segue più Renzi nella sua avventura ???

Io dico la mia…altri pareri sono i benvenuti.

Per quello che ho capito di Pippozzo, mi sembra un politico di vecchio stampo che va con i piedi di piombo, e quindi non si è prestato all’avventura personale creata ad arte da Renzi basata sulla “Rottamazione” per arrivare a Palazzo Chigi senza seguire il percorso normale.

E’ come se ad una maratona Renzi avesse tagliato per i campi, senza seguire il tracciato regolamentare della corsa……”Costì fo’ prima…”

Civati 6 giorni fa ha annunciato sul suo blog di candidarsi alla segreteria nazionale del PD:

Sarò anche “datato”,
anzi,lo sono certamente,
ma se uno vuole cambiare qualcosa il percorso “normale” è questo…o no????
Amadeus

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da Amadeus »

Renzi fa da apripista per quando poi arriverà Civati come segretario.

semmai dovesse vincere le primarie la squadra di governo la sceglie lui e già sarebbe una "rottamazione", o no?

uno che mette in piedi tutto 'sto gran casino quattro conti ( come questi di cui sopra) se li sarà fatti, o no?

il ricambio interno tanto auspicato trova vie tortuose e perfino imbarazzanti ma questa è!

E' peggio lui che ci prova male o loro che non vogliono mollare la poltrona e la forchetta?
shiloh
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Iscritto il: 21/02/2012, 17:56

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

Amadeus ha scritto:Renzi fa da apripista per quando poi arriverà Civati come segretario.

?

a questo non avevo pensato...che mi stia arrugginendo ???

:shock:
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