Top News
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Re: Top News
La guerra come incremento del Pil - 1
Striscia di Gaza, i raid non si fermano
"Missile colpisce a sud di Tel Aviv"
E' durato pochi minuti invece delle tre ore previste il cessate il fuoco organizzato per consentire
la visita del premier egiziano nei territori. Israele bombarda, nuove rappresaglie di Hamas
CRONACA ORA PER ORA - Tre ore senza missili sulla Striscia di Gaza durante la visita del primo ministro egiziano. A una condizione: che Hamas facesse lo stesso. Risultato: il cessate il fuoco è durato appena 50 minuti. La mattinata si era aperta nel segno della distensione. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu aveva accolto la richiesta egiziana di sospendere i raid durante la visita del premier del Cairo, Hisham Qandil, in Palestina per esprimere la vicinanza dell’Egitto. Ma la tregua non ha retto, tra reciproche accuse di violazione. E mentre da Gaza sono ripartiti gli attacchi verso Israele, lo stato ebraico ha ripreso i bombardamenti sulla Striscia
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11 ... no/416066/
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Israele, razzi verso Tel Aviv. Morti 21 palestinesi nei raid su Gaza
Tre vittime israeliane nella cittadina di Kreat Mlakhi, nella Striscia muore bimbo di 10 mesi, circa 200 i feriti. E' la prima volta dal 1991 che a Tel Aviv risuona l'allarme antimissile. L'escalation dopo l'uccisione di un leader di Hamas. Morsi: "Aggressione inaccettabile". Obama ribadisce appoggio a Netanyahu
di Redazione Il Fatto Quotidiano
| 15 novembre 2012
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11 ... ti/414698/
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CRISI MEDIO ORIENTE
Gaza, esplosi 85 missili in 45 minuti
Riaperti dopo 21 anni i rifugi a Tel Aviv
Raid senza sosta. Israele prepara le truppe di terra.
Il premier egiziano: «È aggressione» video
http://www.corriere.it/esteri/12_novemb ... 25bf.shtml
Striscia di Gaza, i raid non si fermano
"Missile colpisce a sud di Tel Aviv"
E' durato pochi minuti invece delle tre ore previste il cessate il fuoco organizzato per consentire
la visita del premier egiziano nei territori. Israele bombarda, nuove rappresaglie di Hamas
CRONACA ORA PER ORA - Tre ore senza missili sulla Striscia di Gaza durante la visita del primo ministro egiziano. A una condizione: che Hamas facesse lo stesso. Risultato: il cessate il fuoco è durato appena 50 minuti. La mattinata si era aperta nel segno della distensione. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu aveva accolto la richiesta egiziana di sospendere i raid durante la visita del premier del Cairo, Hisham Qandil, in Palestina per esprimere la vicinanza dell’Egitto. Ma la tregua non ha retto, tra reciproche accuse di violazione. E mentre da Gaza sono ripartiti gli attacchi verso Israele, lo stato ebraico ha ripreso i bombardamenti sulla Striscia
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Israele, razzi verso Tel Aviv. Morti 21 palestinesi nei raid su Gaza
Tre vittime israeliane nella cittadina di Kreat Mlakhi, nella Striscia muore bimbo di 10 mesi, circa 200 i feriti. E' la prima volta dal 1991 che a Tel Aviv risuona l'allarme antimissile. L'escalation dopo l'uccisione di un leader di Hamas. Morsi: "Aggressione inaccettabile". Obama ribadisce appoggio a Netanyahu
di Redazione Il Fatto Quotidiano
| 15 novembre 2012
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11 ... ti/414698/
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CRISI MEDIO ORIENTE
Gaza, esplosi 85 missili in 45 minuti
Riaperti dopo 21 anni i rifugi a Tel Aviv
Raid senza sosta. Israele prepara le truppe di terra.
Il premier egiziano: «È aggressione» video
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Re: Top News
Ieri sera ho visto un fim con Nicolas Cage.Faceva la parte di trafficante di armi.Comprava armi da tutti.Specialmente dalle ex repubbliche sovietiche.E lui forniva armi a tutti.Armi di qualsiasi genere.Alla fine sui titoli di coda era scritto sono fatti veri.Questo è un pezzo.
http://www.youtube.com/watch?v=pLprdCk2N_0
Ciao
Paolo11
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Ciao
Paolo11
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Re: Top News
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Striscia di Gaza, i raid non si fermano. “Possibile intervento di terra”
Nessuna tregua, Israele bombarda ancora, sei morti, il bilancio del conflitto sale a 28 vittime. Il capo di Stato maggiore Gantz annuncia che le truppe potrebbero varcare i confini. Il presidente Peres: "Non vogliamo la guerra". Abu Mazen (Anp): "Ora riconciliazione con Hamas"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 16 novembre 2012Commenti (975)
Più informazioni su: Al Jazeera, Benjamin Netanyahu, Erdogan, Gaza, Israele, Striscia di Gaza.
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Due giorni di bombardamenti, 28 morti – 25 palestinesi e tre israeliani -, 270 feriti. Ma il bilancio dell’escalation di violenza tra Israele e la Striscia di Gaza, iniziata dopo l’uccisione di un capo militare di Hamas, non è ancora definitivo. Nonostante le dichiarazioni distensive del presidente israeliano Peres, che ha assicurato di non volere la guerra, diversi segnali indicano come imminente un attacco di terra, peraltro annunciato come possibile dal capo di Stato maggiore dell’Esercito israeliano Benny Gantz. Secondo i dati forniti in serata, il sistema antimissile Iron Dome ha intercettato 197 razzi lanciati da Gaza, mentre l’Iaf, l’Aviazione israeliana, ha colpito 613 obiettivi nella Striscia. Nella sola giornata di oggi, i razzi intercettati sono stati 99.
Due missili sono caduti anche nei pressi di Gerusalemme, cosa che non accadeva da decenni, senza fare vittime. Sul fronte diplomatico, il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha annunciato un’imminente visita in Israele. Il presidente egiziano Mohamed Morsi ha definito gli attacchi su Gaza “un’aggressione contro l’umanità”. Di fronte agli attacchi “contro tutti i palestinesi”, il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen è arrivato ad auspicare una “riconciliazione” con gli storici rivali interni di Hamas.
LA CRONACA ORA PER ORA
20,34 – Erdogan attacca Israele: “Attacco lanciato per ragioni fabbricate”. Il premier islamico nazionalista turco Recep Tayyip Erdogan ha denunciato gli “atroci” attacchi di Israele a Gaza ed ha accusato il governo dello stato ebraico di avere lanciato una offensiva nella Striscia per “ragioni fabbricate”, ossia per motivi elettoralistici. “Sappiamo tutti che ci saranno elezioni in Israele. E vediamo Israele lanciare attacchi contro innocenti abitanti di Gaza per ragioni fabbricate” ha affermato. La Turchia, ha affermato, “è con i fratelli in Gaza e con la loro giusta causa”.
20,00 – Sito filo-Hamas: “Quattro le vittime, compreso un leader delle Brigate al-Qassam”. Il sito filo-Hamas ‘Palinfo’ afferma che sono quattro le vittime palestinesi degli attacchi di questa sera nel campo profughi di al-Mughazi. Tra le vittime figurerebbe anche Ahmed Abu Jalal, esponente di spicco delle brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas.
19,51 – Fonti ospedaliere Gaza: “28 palestinesi morti da inizio offensiva”. E’ salito a 28 palestinesi uccisi il bilancio dell’offensiva militare lanciata da Israele contro la Striscia di Gaza, tre giorni fa. Lo riferiscono fonti ospedaliere a Gaza. Sarebbero quattro, e non tre, i civili sono stati uccisi in serata in nuovi raid sul campo di Maghazi.
19,29 – L’esercito chiude le strade per Gaza, possibile preparativo per attacco. L’esercito israeliano ha annunciato di aver chiuso al traffico civile le tre principali strade che circondano la Striscia di Gaza. La mossa potrebbe rappresentare un antefatto logistico all’offensiva di terra minacciata dal governo israeliano. Attacco che potrebbe comunque non essere imminente. “E’ stata instaurata un’area militare ristretta”, all’accesso dei civili”, sulle strade 232, 10 parte della 4, ha dichiarato un portavoce dell’esercito.
19,25 – Uccisi altri tre palestinesi. Tre palestinesi sono rimasti uccisi sotto i colpi di un nuovo raid aereo condotto dalle forze armate di Israele. Le vittime, a quanto riferito da fonti di Hamas, sono state colpite nel campo di Maghazi.
19,16 – Il bilancio del conflitto: 197 razzi lanciati da Gaza, 613 obiettivi colpiti nella Striscia. Il sistema antimissile israeliano Iron Dome ha intercettato 197 razzi lanciati da Gaza, mentre l’Iaf, l’Aviazione israeliana, ha colpito 613 obiettivi nella Striscia, in particolare depositi di razzi e dispositivi di lancio. Questo finora il bilancio totale, come riferisce il Jerusalem Post, dei tre giorni dell’operazione Pilastro di Difesa lanciata dallo Stato ebraico contro Gaza. Nella sola giornata di oggi, i razzi finora intercettati sono stati 99.
19,14 – Il numero uno dell’esercito israeliano: “Possibile operazione di terra”. Il capo di Stato Maggiore delle forze armate israeliane, generale Benny Gantz, è arrivato al confine sud con la Striscia di Gaza. “Siamo qui stasera, alla vigilia di una possibile operazione di terra”, ha detto il generale ai soldati: “Non è la nostra prima volta a Gaza”. Lo riferisce l’esercito israeliano. Le Brigate Givati e dei paracadutisti hanno intanto ultimato la “fase di preparazione”.
18,55 – Onu, Ban Ki-moon presto in Israele. Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon si recherà presto in Israele nel tentativo di fermare l’escalation di violenza innescata con la crisi di Gaza. Lo ha annunciato il portavoce dell’Onu Martin Nesirky. Sul tavolo del Consiglio di sicurezza dell’Onu c’è una bozza di dichiarazione proposta dal Marocco che “chiede alle parti di porre fine immediatamente a tutte le attività militari” ed esprime “serie preoccupazioni” per l’escalation della situazione.
18,52 – Israele valuta la mobilitazione di 75mila riservisti. Al terzo giorno di raid aerei su Gaza, in risposta al continuo lancio di razzi su Israele, il governo israeliano sta valutando l’opzione di mobilitare fino a 75.000 riservisti (45.000 in più di quanti annunciati inizialmente) nell’eventualita di un’offensiva di terra nella Striscia. Lo riferiscono i media israeliani. Finora erano stati allertati in 30.000 e di questi 16.000 sono già’ stati materialmente mobilitati.
18,39 – Colloqui tra Egitto e Pakistan crisi di Gaza. Il presidente egiziano Mursi ha avuto un colloquio telefonico con il premier pakistano Raja Pervez Ashraf per discutere della crisi nella Striscia di Gaza. Lo ha riferito l’ufficio del primo ministro di Islamabad, citato dall’agenzia d’informazione ‘Xinhua’. Mursi ha chiesto ad Ashraf il sostegno del Pakistan perché la questione palestinese diventi rilevante a livello internazionale. Dal canto suo il premier, che ha espresso preoccupazione per l’escalation bellica, ha condannato i raid israeliani su Gaza, sostenendo che si tratta di una “grave violazione della legge internazionale e delle regole umanitarie”.
18.31 – Monti invita a Morsi ad adoperarsi per tregua. Durante una conversazione telefonica, il presidente egiziano Morsi “ha raccolto l’invito” rivoltogli dal premier Monti “a svolgere un ruolo attivo nel perseguire un rapido accordo per una tregua”, dicendosi “certo che l’Italia potrà giocare un’importante funzione nel riavvio del Processo di pace”. Lo riferisce una nota diffusa da palazzo Chigi.
18.18 – Abu Mazen: “Momento giusto per riconciliarsi con Hamas”. ”E’ il momento giusto per la riconciliazione con Hamas”. Lo ha detto il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Abu Mazen in una conferenza stampa a Ramallah. L’operazione israeliana “è un’aggressione non solo a Hamas ma a tutto il popolo palestinese”, ha proseguito Abu Mazen aggiungendo che l’escalation di violenza non impedirà ai palestinesi di chiedere all’Onu il riconoscimento della Palestina come stato non membro il prossimo 29 novembre.
18.10 -Ripresi i raid su Gaza. Sono ripresi i raid dell’esercito israeliano sulla Striscia di Gaza. Lo ha riferito l’inviato dell’emittente ‘al-Jazeerà, senza aggiungere ulteriori dettagli.
18.07 – Media israeliani: “Due i missili su Gerusalemme”. Sono due i missili che sono caduti alla periferia di Gerusalemme, dopo che le sirene hanno suonato nella città santa per la prima volta dal 1970. Lo riferiscono i media israeliani, precisando che non vi sono stati né feriti, né danni. Hamas ha rivendicato il lancio, dicendo di aver sparato un missile Qassam “potenziato”, chiamato M-75, con l’obiettivo di colpire la Knesset, il parlamento israeliano. E’ la prima volta che Hamas prende di mira Gerusalemme con dei missili.
17.17 – Sindaco di Gerusalemme: “Pronti ad ogni scenario”
Il sindaco di Gerusalemme, Nir Barkat, ha inviato gli abitanti della città a continuare la loro vita normale e ad attenersi agli ordini del Comando del Fronte interno. “Il comune – ha detto, citato da Ynet – è preparato per tutti gli scenari, e i rifugi sono pronti in caso debbano essere aperti”.
17.02 – Presidente Turchia: “L’offensiva israeliana su Gaza è una campagna elettorale di sangue”
Secondo il presidente della Turchia, Abdullah Gul “il massacro avvenuto a Gaza nel 2009 in cui morirono 1.500 persone ebbe luogo appena prima delle elezioni israeliane. Israele avrà le elezioni in gennaio, non dovrebbe esserci una campagna elettorale nel sangue”. Le relazioni tra Turchia e Israele si sono inasprite da maggio 2010, quando otto cittadini turchi e un cittadino americano di origini turche furono uccisi da un commando israeliano, che aprì il fuoco verso la nave Mavi Marmara su cui viaggiavano verso la striscia di Gaza.
16.59 – Portavoce esercito israeliano smentisce abbattimento F16 a Gaza
L’Idf, le forze armate israeliane, smentisce che un suo velivolo sia stato abbattuto sui cieli di Gaza dalle brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas. Lo ha detto Avichay Adraee, portavoce dell’Idf per la stampa araba, intervistato in diretta dalla tv satellitare al-Jazeera. Le brigate palestinesi sostengono invece di aver abbattuto un F16 dello Stato ebraico e che starebbero cercando di recuperarne i resti.
16.54 – Israele pronto ad attacco di terra. Peres: “Non vogliamo la guerra”
Truppe e carri armati israeliani sono schierati al confine con la Striscia di Gaza facendo presupporre un possibile imminente attacco di terra dopo 48 ore di raid aerei. Ieri la tv israeliana aveva annunciato un’offensiva di terra già oggi, ma il presidente israeliano, Simon Peres, ha voluto raffreddare la tensione: “Non è nostra intenzione – ha detto – entrare in guerra. Speriamo che questa operazione non duri un minuto di più del richiesto”.
16.40 – Razzo in area Gerusalemme, è la prima volta
Per la prima volta Gerusalemme viene ‘puntata’ da un missile. Nemmeno Saddam Hussein, durante la prima guerra del Golfo nel 1991, aveva lanciato gli Scud contro la città.
16.30 – Hamas: “Velivolo israeliano abbattuto è un F16″
Il velivolo militare israeliano che le Brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas, sostengono di aver abbattuto sarebbe un caccia F16. Lo riferiscono i militanti delle stesse brigate, con un comunicato in cui affermano che è in corso un tentativo di recuperare i resti dell’aereo, reso difficile dai colpi sparati dai militari israeliani.
16.09 – Radio israeliana conferma: missile ha colpito Gerusalemme
La radio pubblica israeliana ha confermato che un razzo partito dalla Striscia di Gaza si è abbattuto al suolo nella zona di Gerusalemme. L’emittente ha quindi citato fonti dei locali servizi di emergenza, secondo cui non ci sono comunque stati feriti. In precedenza le Brigate Ezzedine al-Qassam, braccio armato di Hamas, avevano rivendicato il lancio di un razzo ‘Qassam II’ contro la Citta’ Santa. Stando al Canale 10 della televisione d’Israele, peraltro, sarebbero invece stati tre i razzi piombati su villaggi situati alle porte di Gerusalemme.
16.04 – Caduto razzo a Gerusalemme: nessuna vittima
Un razzo è caduto a Gerusalemme. Lo riferisce la televisione commerciale israeliana Canale 2 secondo la quale la deflagrazione è avvenuta in una zona aperta e non ha provocato vittime. Testimoni oculari hanno riferito ad Aki-Adnkronos International che il razzo lanciato verso Gerusalemme ha colpito l’insediamento ebraico di Gilo, a sud del centro cittadino. le autorità israeliane non confermano per il momento la notizia.
16.01 – Tre razzi su villaggi vicini a Gerusalemme
Tre razzi ‘Fajr-5′ di fabbricazione iraniana, lanciati dalla Striscia di Gaza, si sono abbattuti al suolo su villaggi situati alle porte di Gerusalemme, dove da pochi istanti erano risuonate le sirene dell’allarme anti-aereo per la prima volta dalla Guerra del Golfo del 1991: lo ha annunciato il canale 10 della televisione israeliana. Qualche ora prima un razzo identico era finito in mare davanti a Tel Aviv.
15.50 – Sirene anti bombardamento suonano a Gerusalemme
Dopo Tel Aviv, nel pomeriggio le sirene dell’allarme anti-aereo sono entrate in azione anche a Gerusalemme, preannunciando il possibile arrivo di razzi o missili dalla Striscia di Gaza: la radio dell’Esercito israeliano nel frattempo precisava che l’allerta era rivolto ai centri abitati nel circondario della Città Santa. Testimoni e il giornale Hareetz tuttavia dicono di sentire le sirene nel centro città. Dal canto loro le Brigare Ezzedine al-Qassam, ala militare di Hamas, ha annunciato di aver lanciato contro Gerusalemme un razzo ‘Qassam II’.
15.47 – Brigate Qassam: “Abbiamo abbattuto caccia israeliano”
Le brigate Izzeddin al Qassam di Gaza affermano di aver abbattuto un caccia israeliano con un missile terra-aria. I miliziani lo annunciano sul loro account Twitter e la notizia è stata riportata da al Jazeera.
15.33 – Onu: “Hamas e Israele evitino escalation”
Hamas e Israele dovrebbero fare il possibile per evitare un’ulteriore escalation delle violenze nella Striscia di Gaza. Lo ha sottolineato il portavoce dell’Alto commissario per i diritti umani dell’Onu, Navi Pillay, nel corso di una conferenza stampa a Ginevra. “Entrambe le parti (in conflitto, ndr) – ha dichiarato Rupert Colville – rinuncino alle violenze”. Il portavoce ha quindi sottolineato che i sia “i lanci di razzi” che “i raid aerei” uccidono in modo “indiscriminato”, precisando che le due parti hanno l’obbligo di proteggere i civili.
14.46 – In tre giorni uccisi 23 palestinesi.
Sono almeno 23 i palestinesi uccisi a Gaza da mercoledì, quando Israele ha cominciato a lanciare i suoi raid contro il territorio palestinese. Lo riferisce l’inviato dell’emittente britannica Bbc, che cita fonti ospedaliere. Tra le vittime si contano donne e bambini, il più giovane dei quali, secondo fonti di Hamas, aveva 10 mesi. Tra le vittime registrate oggi, un 60enne che era stato gravemente ferito nei giorni scorsi.
14.33 – Brigate Al Qassam: “Lanciati 5 missili Grad contro Kiryat Gat”
Le brigate al-Qassam, braccio armato del movimento Hamas che controlla la Striscia di Gaza, hanno annunciato di aver lanciato cinque missili Grad contro la città israeliana di Kiryat Gat, a nord-est della Striscia. Con un messaggio su Twitter, i militanti palestinesi hanno aggiunto di aver preso di mira con i loro razzi anche le località di Ofakim, Ashdod, Ashkelon e Beersheba.
13.48 – Il missile palestinese caduto a 200 metri da ambasciata Usa a Tel Aviv
Per il secondo giorno consecutivo Tel Aviv è stata raggiunta da un razzo lanciato dalla Striscia di Gaza, 60 chilometri più a sud. Anche stavolta il Fajr 5 di fabbricazione iraniana è finito in mare. “Riteniamo che sia caduto di fronte alla spiaggia”, ha riferito Micky Rosenfeld, portavoce della Polizia Nazionale. Testimoni oculari hanno dichiarato che il razzo si è inabissato “a circa 200 metri” dall’ambasciata degli Stati Uniti, che si trova sul lungomare, scatenando il panico tra i bagnanti, abbastanza numerosi malgrado l’autunno avanzato. Giovedì il primo razzo era finito nelle acque antistanti Giaffa, la città-gemella che si estende a sud-ovest del centro di Tel Aviv.
13.44 – Israele schiera un’altra batteria antimissile
Israele schiererà una quinta batteria del sistema antimissile Iron Dome entro domani sera. La batteria, il cui dispiegamento era previsto originariamente tra due mesi, viene resa operativa in anticipo a causa dell’escalation della crisi di Gaza. Il ministero della Difesa israeliano, citato dal Jerusalem Post, ha riferito che i tecnici dell’esercito stanno “lavorando senza sosta” per spostare la batteria dal poligono di tiro nel quale si trovava al campo di battaglia. Le altre quattro batterie antimissile Iron Dome attualmente impiegate in Israele hanno finora intercettato con successo oltre un centinaio di razzi sparati da Gaza, da quando ha avuto inizio l’operazione Pilastro di Difesa.
13.31 – Napolitano chiama Peres
Il Presidente Napolitano ha avuto stamane una conversazione telefonica con il Presidente dello Stato d’Israele Shimon Peres, per uno scambio di espressioni di solidarietà e voti di pace in un momento particolarmente critico per Israele e per le sue relazioni con i palestinesi.
13.26 – Morsi: “Non lasceremo Gaza da sola”
Il Cairo ”non lascerà Gaza da sola”. Lo ha detto il presidente egiziano Mohamed Morsi, citato dall’agenzia di stampa Mena, in un discorso seguito alle preghiere del venerdì in una moschea nel centro della capitale. “Il Cairo non lascerà Gaza da sola…l’Egitto oggi non è l’Egitto di ieri e gli arabi di oggi non sono gli arabi di ieri”, ha aggiunto Morsi.
13.16 – Dieci gli italiani nella Striscia
Su istruzioni del Ministro Terzi, fin dalle prime fasi dell’emergenza a Gaza il Consolato Generale a Gerusalemme, in stretto coordinamento con l’Unità di Crisi della Farnesina, è rimasto in costante contatto con gli italiani (una decina) presenti nella Striscia, nella maggior parte operatori umanitari, fornendo la necessaria assistenza. Lo si apprende alla Farnesina. I nostri concittadini si trovano al momento all’interno di una struttura che ospita tutti gli operatori internazionali.
13.13 – Rifugi aperti a Tel Aviv: non succedeva dal 1991
L’ultima volta che gli abitanti di Tel Aviv erano stati costretti a riparare nei rifugi fu nel 1991, quando la città fu colpita a più riprese da missili iracheni Scud. Il municipio di Tel Aviv consiglia agli abitanti di verificare dove sia il rifugio pubblico più vicino, in particolare a quanti non abbiano nei loro appartamenti stanze dalle pareti rafforzate.
13.08 – Razzi da Gaza sul Negev: tre feriti
Tre persone sono rimaste ferite a causa del lancio di un razzo dalla Striscia di Gaza verso il Consiglio regionale di Eshkol, nel Negev nord-occidentale, sud di Israele. Lo riferisce il sito del Jerusalam Post, precisando che non si conoscono le condizioni dei tre feriti.
13.07 – Presidente egiziano Morsi: “Da Israele aggressione contro l’umanità”
Il presidente egiziano Mohamed Morsi tuona contro Israele definendo gli attacchi su Gaza “una eclatante aggressione contro l’umanità”. Lo riferisce l’agenzia di stampa egiziana Mena.
13.05 – Miliziani uccidono presunto collaborazionista israeliano
Un uomo sospettato di collaborazionismo con Israele è stato ucciso oggi da miliziani palestinesi ed il suo corpo è stato abbandonato in una strada nel centro di Gaza. Le immagini del cadavere – coperto in parte da un cartello dove sono state descritte le sue “colpe” – sono state divulgate su internet. Attorno a lui si vedono nel breve filmato diverse persone intente a riprendere la scena con i propri telefonini. L’uomo si chiamava Ashraw Aweida.
12.59 – Tel Aviv: aperti rifugi pubblici anti missile
Il municipio di Tel Aviv annuncial’ apertura dei rifugi pubblici.
12.55 – Missile israeliano a Khan Younis: un morto palestinese
Terza vittima palestinese oggi nella Striscia di Gaza a causa dei bombardamenti aerei israeliani: secondo fonti ospedaliere locali, un nuovo raid ha colpito Khan Younis, nel settore meridionale dell’enclave, dove si e’ registrato almeno un morto. Si tratta di un miliziano di Hamas. Un altro è rimasto ferito. In precedenza due persone erano rimaste uccise durante un attacco contro Nazila, nella parte nord del territorio. Il totale dei palestinesi che hanno perso la vita da mercoledi’ e’ cosi’ salito a 22.
12.52 – Tv israeliana: “I razzi su Tel Aviv sono due”
Secondo l’emittente israeliana ‘Channel 2′ sono due i missili che sono caduti nei pressi di Tel Aviv, senza fare vittime.
12.45 – Tv Israele: “Missile caduto in mare”
Il missile sparato da Gaza verso Tel Aviv “non è caduto sulla terraferma”, ma in mare. Di conseguenza non ha provocato vittime nè danni. Lo ha riferito la televisione commerciale Canale 10, citando fonti della polizia.
12.42 – Missile colpisce sud di Tel Aviv
Un missile ha colpito il suolo a sud di Tel Aviv. Lo riferisce il corrispondente della tv satellitare al-Jazeera, mentre i media israeliani parlano di sirene che hanno cominciato a suonare in città e di un forte scoppio. Poco prima le brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas, avevano annunciato il lancio di un razzo da Gaza verso il parlamento israeliano, la Knesset.
12.40 – Raid a Gaza, solidarietà dalla gente di Aleppo
Manifestanti siriani anti-regime hanno scandito oggi slogan in favore della popolazione di Gaza e contro i raid israeliani. Decine di località della Siria in rivolta sono teatro oggi, venerdì di preghiera islamica e di proteste, di cortei e raduni, nonostante gli incessanti bombardamenti aerei e d’artiglieria delle forze lealiste.
12.34 – Nunziatura Gerusalemme: “Ogni morto è un oltraggio a Dio”
“Confidiamo nella mobilitazione della comunità internazionale, speriamo che possa cessare il fuoco da una parte e dall’altra. Ogni persona che muore è un oltraggio a Dio”. Lo sottolinea monsignor Waldemar Sommertag, Incaricato d’Affari della Nunziatura apostolica a Gerusalemme e in Palestina, commentando l’escalation di violenza in Medio Oriente. “Siamo preoccupati, la situazione è molto delicata e speriamo che non degeneri ulteriormente”, aggiunge. L’auspicio dell’Incaricato d’Affari della Nunziatura a Gerusalemme è “che le iniziative dell’Onu, della Ue e della comunità internazionale riescano a fermare la violenza. Preghiamo -ha aggiunto monsignor Sommertag- affinchè il recente, importante appello di Benedetto XVI per la pace in Medio Oriente possa far riflettere tutti”.
12.33 – Allarme per attacchi a Tel Aviv: suonano sirene, sentite esplosioni
Sirene di allarme risuonano a Tel Aviv. E’ stata udita una esplosione.
12.29 – Raid a Gaza, manifestazioni al Cairo
Manifestazioni contro i raid israeliani sulla Striscia di Gaza sono in corso in piazza Tahrir, nel centro del Cairo, dove continua poi la manifestazione in favore di una maggiore applicazione della Sharia, la legge islamica, nella nuova Costituzione egiziana. La polizia ha schierato un’ingente presenza di agenti nella zona, così come diverse ambulanze sono parcheggiate agli ingressi della piazza per soccorrere eventuali feriti o intervenire in caso di emergenza. Il Partito di Libertà e Giustizia, braccio politico dei Fratelli Musulmani, ha rivolto un appello a manifestare fuori dalle moschee del Cairo e negli altri governatorati al termine della preghiera del venerdì per esprimere solidarietà nei confronti del popolo palestinese contro l’assalto israeliano.
12.18 – Brigate Al Qassam: “Abbiamo lanciato razzo verso parlamento Israele”
Le brigate al-Qassam, braccio armato del movimento palestinese Hamas che controlla la Striscia di Gaza, hanno annunciato di aver lanciato un razzo a lunga gittata diretto verso la sede della Knesset, il parlamento israeliano. Nessuna conferma arriva per ora da fonti ufficiali israeliane.
12.02 – Migliaia in piazza in Iran contro raid a Gaza
Migliaia di manifestanti sono scesi in piazza a Teheran per protestare contro quelli che hanno definito “crimini sionisti a Gaza”. E’ quanto riporta l’agenzia di stampa ‘Fars’. “Morte a Israele” e “morte all’America” sono alcuni degli slogan intonati dai manifestanti. Proteste simili si stanno svolgendo anche in altre parti dell’Iran.
11.48 – Merkel preoccupata per violenza in Medio Oriente
La cancelliera tedesca Angela Merkel si è detta “molto preoccupata per l’escalation” di violenza in Medio Oriente, per poi aggiungere che “non c’è alcuna giustificazione per il lancio di razzi su Israele”. Lo ha detto oggi a Berlino un suo portavoce, il quale ha poi aggiunto che la Merkel ha chiesto all’Egitto di usare la sua influenza su Hamas per allentare le tensioni nella Striscia di Gaza. ”Israele ha il diritto e il dovere di proteggere il suo popolo” ha inoltre aggiunto Georg Streiter.
11.27 – Ospedale Gaza al completo. Si cerca di portare feriti in Egitto
E’ terminata la capacità ricettiva dell’ospedale al-Shifa a Gaza, dove tutti i letti di terapia intensiva sono al completo. L’allarme è stato lanciato dai medici dell’ospedale palestinese, che hanno spiegato come sia in corso il tentativo di evacuare i feriti in Egitto. Secondo quanto si legge sul Guardian, nell’ospedale si registra anche una penuria di carburante utile a far funzionare le apparecchiature e le medicine di emergenza stanno per finire.
11.07 – Da Senato Usa “pieno sostegno” a Israele.
Il Senato americano ha approvato all’unanimità una risoluzione che attesta la piena solidarietà e sostegno ad Israele ed al suo “diritto di agire per autodifesa per proteggere i suoi cittadini da atti di terrorismo”. La risoluzione è stata cofirmata da 62 senatori di entrambi gli schieramenti per “esprimere la nostra solidarietà con Israele in questo momento profondamente difficile e denunciare il riprorevole ed indiscriminato lancio di missili da parte di Hamas e della Jihad islamica contro cittadini israeliani innocenti”. “Nessun paese può tollerare il costante lancio di missili contro la popolazione civile”, si legge ancora.
11.06 – Ministri tunisini domani a Gaza
Il ministro degli esteri tunisino Rafiq Abdessalam si recherà domani nella Striscia di Gaza. Lo riferisce la tv panaraba al Jazira, citando fonti proprie. L’emittente del Qatar è vicina alla Fratellanza musulmana.
10.59 – Israele ferma 15 camion con forniture mediche per Gaza
Le autorità israeliane hanno fermato a un posto di blocco le forniture mediche dirette nella Striscia di Gaza. Lo ha denunciato l’Autorità nazionale palestinese (Anp), precisando che il fermo risale a ieri. Il ministro della Salute dell’Anp Hani Abdeen ha dichiarato all’agenzia di stampa Màan che il governo di Ramallah ha inviato 15 camion con 200 scatole di medicine e forniture mediche dirette nella Striscia di Gaza. “Abbiamo mandato un primo lotto di medicinali e stiamo ora aspettando a un posto di blocco israeliano il pernesso per entrare a Gaza”, ha detto Abdeen. Il ministro ha quindi affermato che le organizzazioni internazionali hanno promesso il loro aiuto all’Anp per ottenere il permesso israeliano per consegnare medicinali nella Striscia di Gaza.
10.46 – Kandil rientra al Cairo, centinaia in piazza Tahrir
Mentre il premier egiziano,Hisham Kandil, è rientrato al Cairo dopo la breve visita nella Striscia di Gaza, centinaia di egiziani hanno cominciato ad affluire a piazza Tahrir per una manifestazione a sostegno del popolo palestinese e contro i raid aerei israeliani su Gaza. La manifestazione è promossa da vari partiti politici e dai Fratelli Musulmani. Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa di stato Mena, Kandil è rientrato al Cairo insieme alla delegazione di ministri che lo ha accompagnato.
10.15 – Bombardata sede del ministero dell’Interno di Hamas
L’Aviazione israeliana ha bombardato la sede del ministero dell’Interno di Hamas, situata nel quartiere meridionale di Tel al-Hawa a Gaza città: lo ha riferito l’agenzia di stampa palestinese Maan, secondo cui nel complesso è scoppiato un incendio, che le squadre di emergenza sono riuscite a estinguere. Ci sono stati alcuni feriti, per lo più abitanti di una zona residenziale adiacente. L’ala del dicastero colpita più direttamente è quella che ospita gli archivi del registro civile, con dati relativi agli ultimi settant’anni: fonti ministeriali hanno peraltro assicurato che al 90 per cento la documentazione è digitalizzata e quindi recuperabile.
10.03 – Israele smentisce attacchi durante visita Kandil
Le forze armate israeliane non hanno condotto alcun attacco nella Striscia di Gaza da quando vi è entrato il premier egiziano Hisham Kandil. Lo ha detto all’Ansa un portavoce militare israeliano. Secondo il portavoce, Israele è estraneo alla deflagrazione che ha provocato nel campo profughi di Jabalia la morte di due palestinesi. Nelle ultime tre ore – ha precisato – da Gaza sono stati sparati verso Israele una sessantina di razzi.
9.59 – Da Israele 85 missili in 45 minuti verso Gaza
Un attacco massiccio: 85 missili in appena 45 minuti sparati da Israele verso Gaza. Lo hanno riferito fonti di Hamas, che hanno anche annunciato che le Forze di Difesa israeliana hanno anche attaccato la casa di un comandante di Hamas nel sud di Gaza. Secondo quanto si legge sul ‘Jerusalem Post’, sono decine i razzi lanciati dai militanti palestinesi e caduti nel territorio israeliano questa mattina mentre è in corso la visita di Kandil nei Territori.
9.48 – Premier Egitto: “Mondo deve fermare ‘aggressione’ israeliana”
In visita nella Striscia di Gaza su mandato del presidente Morsi, il primo ministro egiziano Hisham Qandil ha definito una vera e propria “aggressione” gli attacchi in corso da parte d’Israele contro l’enclave palestinese, aggiungendo che “il mondo deve assumersi la responsabilità di attivarsi per fermarla”, poiché “questa tragedia non può passare sotto silenzio”. L’Egitto, ha assicurato il premier, intende intensificare gli sforzi per garantire il cessate il fuoco. Durante la missione di Qandil a Gaza, le parti si sono impegnate a osservare una tregua, ma ci sono state accuse reciproche di violazione.
9.35 – Hamas: ’2 morti in raid israeliano a Nazila’.
Un raid israeliano effettuato nella Striscia di Gaza durante la visita del premier egiziano ha ucciso due palestinesi, Lo hanno riferito Hamas e diverse fonti mediche. “Il bombardamento e’ avvenuto su Nazila, nel nord di Gaza”, hanno detto. L’Egitto ”non risparmierà alcuno sforzo per raggiungere una tregua a Gaza” ha aggiunto Kandil.
9.34 – Razzo colpisce jeep giornalisti Israele. Nessuna vittima.
Un razzo anticarro sparato daGaza ha centrato una jeep utilizzata da giornalisti israeliani mentre si trovava a ridosso della Striscia di Gaza, fra i kibbutz israeliani di Kissufim e Beeri. Il veicolo è stato distrutto, ma non si segnalano vittime. In precedenza, da Gaza una milizia locale aveva annunciato di aver distrutto una jeep dell’esercito israeliano.
IL BILANCIO DI GUERRA DOPO LA NOTTE
In mattinata, intanto, Islam Shahwan – portavoce del ministro dell’Interno di Hamas – ha aggiornato il bollettino dei bombardamenti, con ben 130 raid effettuati la scorsa notte dall’aviazione israeliana. Distrutto un edificio amministrativo del ministero dell’Interno, utilizzato soprattutto per i rinnovi dei passaporti, nel quartiere di Tel al-Hawa. Da parte sua, l’esercito israeliano parla di 11 razzi sparati da Gaza dalla mezzanotte scorsa. Direttamente proporzionale il bilancio delle vittime palestinesi, salito alla cifra di 19 morti tra i quali diversi bambini. I feriti, invece, sono almeno 235. Le forze armate israeliane hanno affermato che dall’inizio della campagna militare i raid sono stati 466 e che nella notte sono stati sparati e da Gaza 11 razzi. In tutto i colpi dalla Striscia sono stati 280, compresi i due che sono finiti nei pressi di Tel Aviv. Di questi 131 sono stati intercettati dal sistema Iron Dome. Tre gli israeliani uccisi. Da Gaza, inoltre, si moltiplicano le testimonianze delle difficoltà palestinesi nel gestire l’emergenza. Gli ospedali di Gaza City, ad esempio, ”sono allo stremo”, secondo quanto riferito dal corrispondente di Al Jazeera, Nadim Baba.
Non meno tesa la situazione in Israele. Nella Città vecchia di Gerusalemme polizia in allerta nel timore che – mentre proseguono i combattimenti con Hamas a Gaza – disordini possano verificarsi nella Spianata delle Moschee al termine delle preghiere del venerdì. Numerosi posti di blocco sono stati istituiti nella zona. L’ingresso alla Spianata è consentito solo ad adulti in possesso di carte d’identità israeliane. Nel frattempo, Israele ha cominciato a richiamare 16mila riservisti dopo l’avvio dell’operazione militare, mentre continua lo spostamento di mezzi e forze militari verso il confine meridionale, secondo quanto riporta oggi radio Israele. Un portavoce dell’esercito israeliano non ha confermato la notizia, affermando di non commentare spostamenti di truppe, ma Israele non ha escluso la possibilità di inviare a Gaza forze di terra sostegno dell’offensiva aerea avviata mercoledì scorso. “Tutte le opzioni sono sul tavolo”, ha detto un portavoce militare israeliano.
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Striscia di Gaza, i raid non si fermano. “Possibile intervento di terra”
Nessuna tregua, Israele bombarda ancora, sei morti, il bilancio del conflitto sale a 28 vittime. Il capo di Stato maggiore Gantz annuncia che le truppe potrebbero varcare i confini. Il presidente Peres: "Non vogliamo la guerra". Abu Mazen (Anp): "Ora riconciliazione con Hamas"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 16 novembre 2012Commenti (975)
Più informazioni su: Al Jazeera, Benjamin Netanyahu, Erdogan, Gaza, Israele, Striscia di Gaza.
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Due giorni di bombardamenti, 28 morti – 25 palestinesi e tre israeliani -, 270 feriti. Ma il bilancio dell’escalation di violenza tra Israele e la Striscia di Gaza, iniziata dopo l’uccisione di un capo militare di Hamas, non è ancora definitivo. Nonostante le dichiarazioni distensive del presidente israeliano Peres, che ha assicurato di non volere la guerra, diversi segnali indicano come imminente un attacco di terra, peraltro annunciato come possibile dal capo di Stato maggiore dell’Esercito israeliano Benny Gantz. Secondo i dati forniti in serata, il sistema antimissile Iron Dome ha intercettato 197 razzi lanciati da Gaza, mentre l’Iaf, l’Aviazione israeliana, ha colpito 613 obiettivi nella Striscia. Nella sola giornata di oggi, i razzi intercettati sono stati 99.
Due missili sono caduti anche nei pressi di Gerusalemme, cosa che non accadeva da decenni, senza fare vittime. Sul fronte diplomatico, il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha annunciato un’imminente visita in Israele. Il presidente egiziano Mohamed Morsi ha definito gli attacchi su Gaza “un’aggressione contro l’umanità”. Di fronte agli attacchi “contro tutti i palestinesi”, il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen è arrivato ad auspicare una “riconciliazione” con gli storici rivali interni di Hamas.
LA CRONACA ORA PER ORA
20,34 – Erdogan attacca Israele: “Attacco lanciato per ragioni fabbricate”. Il premier islamico nazionalista turco Recep Tayyip Erdogan ha denunciato gli “atroci” attacchi di Israele a Gaza ed ha accusato il governo dello stato ebraico di avere lanciato una offensiva nella Striscia per “ragioni fabbricate”, ossia per motivi elettoralistici. “Sappiamo tutti che ci saranno elezioni in Israele. E vediamo Israele lanciare attacchi contro innocenti abitanti di Gaza per ragioni fabbricate” ha affermato. La Turchia, ha affermato, “è con i fratelli in Gaza e con la loro giusta causa”.
20,00 – Sito filo-Hamas: “Quattro le vittime, compreso un leader delle Brigate al-Qassam”. Il sito filo-Hamas ‘Palinfo’ afferma che sono quattro le vittime palestinesi degli attacchi di questa sera nel campo profughi di al-Mughazi. Tra le vittime figurerebbe anche Ahmed Abu Jalal, esponente di spicco delle brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas.
19,51 – Fonti ospedaliere Gaza: “28 palestinesi morti da inizio offensiva”. E’ salito a 28 palestinesi uccisi il bilancio dell’offensiva militare lanciata da Israele contro la Striscia di Gaza, tre giorni fa. Lo riferiscono fonti ospedaliere a Gaza. Sarebbero quattro, e non tre, i civili sono stati uccisi in serata in nuovi raid sul campo di Maghazi.
19,29 – L’esercito chiude le strade per Gaza, possibile preparativo per attacco. L’esercito israeliano ha annunciato di aver chiuso al traffico civile le tre principali strade che circondano la Striscia di Gaza. La mossa potrebbe rappresentare un antefatto logistico all’offensiva di terra minacciata dal governo israeliano. Attacco che potrebbe comunque non essere imminente. “E’ stata instaurata un’area militare ristretta”, all’accesso dei civili”, sulle strade 232, 10 parte della 4, ha dichiarato un portavoce dell’esercito.
19,25 – Uccisi altri tre palestinesi. Tre palestinesi sono rimasti uccisi sotto i colpi di un nuovo raid aereo condotto dalle forze armate di Israele. Le vittime, a quanto riferito da fonti di Hamas, sono state colpite nel campo di Maghazi.
19,16 – Il bilancio del conflitto: 197 razzi lanciati da Gaza, 613 obiettivi colpiti nella Striscia. Il sistema antimissile israeliano Iron Dome ha intercettato 197 razzi lanciati da Gaza, mentre l’Iaf, l’Aviazione israeliana, ha colpito 613 obiettivi nella Striscia, in particolare depositi di razzi e dispositivi di lancio. Questo finora il bilancio totale, come riferisce il Jerusalem Post, dei tre giorni dell’operazione Pilastro di Difesa lanciata dallo Stato ebraico contro Gaza. Nella sola giornata di oggi, i razzi finora intercettati sono stati 99.
19,14 – Il numero uno dell’esercito israeliano: “Possibile operazione di terra”. Il capo di Stato Maggiore delle forze armate israeliane, generale Benny Gantz, è arrivato al confine sud con la Striscia di Gaza. “Siamo qui stasera, alla vigilia di una possibile operazione di terra”, ha detto il generale ai soldati: “Non è la nostra prima volta a Gaza”. Lo riferisce l’esercito israeliano. Le Brigate Givati e dei paracadutisti hanno intanto ultimato la “fase di preparazione”.
18,55 – Onu, Ban Ki-moon presto in Israele. Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon si recherà presto in Israele nel tentativo di fermare l’escalation di violenza innescata con la crisi di Gaza. Lo ha annunciato il portavoce dell’Onu Martin Nesirky. Sul tavolo del Consiglio di sicurezza dell’Onu c’è una bozza di dichiarazione proposta dal Marocco che “chiede alle parti di porre fine immediatamente a tutte le attività militari” ed esprime “serie preoccupazioni” per l’escalation della situazione.
18,52 – Israele valuta la mobilitazione di 75mila riservisti. Al terzo giorno di raid aerei su Gaza, in risposta al continuo lancio di razzi su Israele, il governo israeliano sta valutando l’opzione di mobilitare fino a 75.000 riservisti (45.000 in più di quanti annunciati inizialmente) nell’eventualita di un’offensiva di terra nella Striscia. Lo riferiscono i media israeliani. Finora erano stati allertati in 30.000 e di questi 16.000 sono già’ stati materialmente mobilitati.
18,39 – Colloqui tra Egitto e Pakistan crisi di Gaza. Il presidente egiziano Mursi ha avuto un colloquio telefonico con il premier pakistano Raja Pervez Ashraf per discutere della crisi nella Striscia di Gaza. Lo ha riferito l’ufficio del primo ministro di Islamabad, citato dall’agenzia d’informazione ‘Xinhua’. Mursi ha chiesto ad Ashraf il sostegno del Pakistan perché la questione palestinese diventi rilevante a livello internazionale. Dal canto suo il premier, che ha espresso preoccupazione per l’escalation bellica, ha condannato i raid israeliani su Gaza, sostenendo che si tratta di una “grave violazione della legge internazionale e delle regole umanitarie”.
18.31 – Monti invita a Morsi ad adoperarsi per tregua. Durante una conversazione telefonica, il presidente egiziano Morsi “ha raccolto l’invito” rivoltogli dal premier Monti “a svolgere un ruolo attivo nel perseguire un rapido accordo per una tregua”, dicendosi “certo che l’Italia potrà giocare un’importante funzione nel riavvio del Processo di pace”. Lo riferisce una nota diffusa da palazzo Chigi.
18.18 – Abu Mazen: “Momento giusto per riconciliarsi con Hamas”. ”E’ il momento giusto per la riconciliazione con Hamas”. Lo ha detto il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Abu Mazen in una conferenza stampa a Ramallah. L’operazione israeliana “è un’aggressione non solo a Hamas ma a tutto il popolo palestinese”, ha proseguito Abu Mazen aggiungendo che l’escalation di violenza non impedirà ai palestinesi di chiedere all’Onu il riconoscimento della Palestina come stato non membro il prossimo 29 novembre.
18.10 -Ripresi i raid su Gaza. Sono ripresi i raid dell’esercito israeliano sulla Striscia di Gaza. Lo ha riferito l’inviato dell’emittente ‘al-Jazeerà, senza aggiungere ulteriori dettagli.
18.07 – Media israeliani: “Due i missili su Gerusalemme”. Sono due i missili che sono caduti alla periferia di Gerusalemme, dopo che le sirene hanno suonato nella città santa per la prima volta dal 1970. Lo riferiscono i media israeliani, precisando che non vi sono stati né feriti, né danni. Hamas ha rivendicato il lancio, dicendo di aver sparato un missile Qassam “potenziato”, chiamato M-75, con l’obiettivo di colpire la Knesset, il parlamento israeliano. E’ la prima volta che Hamas prende di mira Gerusalemme con dei missili.
17.17 – Sindaco di Gerusalemme: “Pronti ad ogni scenario”
Il sindaco di Gerusalemme, Nir Barkat, ha inviato gli abitanti della città a continuare la loro vita normale e ad attenersi agli ordini del Comando del Fronte interno. “Il comune – ha detto, citato da Ynet – è preparato per tutti gli scenari, e i rifugi sono pronti in caso debbano essere aperti”.
17.02 – Presidente Turchia: “L’offensiva israeliana su Gaza è una campagna elettorale di sangue”
Secondo il presidente della Turchia, Abdullah Gul “il massacro avvenuto a Gaza nel 2009 in cui morirono 1.500 persone ebbe luogo appena prima delle elezioni israeliane. Israele avrà le elezioni in gennaio, non dovrebbe esserci una campagna elettorale nel sangue”. Le relazioni tra Turchia e Israele si sono inasprite da maggio 2010, quando otto cittadini turchi e un cittadino americano di origini turche furono uccisi da un commando israeliano, che aprì il fuoco verso la nave Mavi Marmara su cui viaggiavano verso la striscia di Gaza.
16.59 – Portavoce esercito israeliano smentisce abbattimento F16 a Gaza
L’Idf, le forze armate israeliane, smentisce che un suo velivolo sia stato abbattuto sui cieli di Gaza dalle brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas. Lo ha detto Avichay Adraee, portavoce dell’Idf per la stampa araba, intervistato in diretta dalla tv satellitare al-Jazeera. Le brigate palestinesi sostengono invece di aver abbattuto un F16 dello Stato ebraico e che starebbero cercando di recuperarne i resti.
16.54 – Israele pronto ad attacco di terra. Peres: “Non vogliamo la guerra”
Truppe e carri armati israeliani sono schierati al confine con la Striscia di Gaza facendo presupporre un possibile imminente attacco di terra dopo 48 ore di raid aerei. Ieri la tv israeliana aveva annunciato un’offensiva di terra già oggi, ma il presidente israeliano, Simon Peres, ha voluto raffreddare la tensione: “Non è nostra intenzione – ha detto – entrare in guerra. Speriamo che questa operazione non duri un minuto di più del richiesto”.
16.40 – Razzo in area Gerusalemme, è la prima volta
Per la prima volta Gerusalemme viene ‘puntata’ da un missile. Nemmeno Saddam Hussein, durante la prima guerra del Golfo nel 1991, aveva lanciato gli Scud contro la città.
16.30 – Hamas: “Velivolo israeliano abbattuto è un F16″
Il velivolo militare israeliano che le Brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas, sostengono di aver abbattuto sarebbe un caccia F16. Lo riferiscono i militanti delle stesse brigate, con un comunicato in cui affermano che è in corso un tentativo di recuperare i resti dell’aereo, reso difficile dai colpi sparati dai militari israeliani.
16.09 – Radio israeliana conferma: missile ha colpito Gerusalemme
La radio pubblica israeliana ha confermato che un razzo partito dalla Striscia di Gaza si è abbattuto al suolo nella zona di Gerusalemme. L’emittente ha quindi citato fonti dei locali servizi di emergenza, secondo cui non ci sono comunque stati feriti. In precedenza le Brigate Ezzedine al-Qassam, braccio armato di Hamas, avevano rivendicato il lancio di un razzo ‘Qassam II’ contro la Citta’ Santa. Stando al Canale 10 della televisione d’Israele, peraltro, sarebbero invece stati tre i razzi piombati su villaggi situati alle porte di Gerusalemme.
16.04 – Caduto razzo a Gerusalemme: nessuna vittima
Un razzo è caduto a Gerusalemme. Lo riferisce la televisione commerciale israeliana Canale 2 secondo la quale la deflagrazione è avvenuta in una zona aperta e non ha provocato vittime. Testimoni oculari hanno riferito ad Aki-Adnkronos International che il razzo lanciato verso Gerusalemme ha colpito l’insediamento ebraico di Gilo, a sud del centro cittadino. le autorità israeliane non confermano per il momento la notizia.
16.01 – Tre razzi su villaggi vicini a Gerusalemme
Tre razzi ‘Fajr-5′ di fabbricazione iraniana, lanciati dalla Striscia di Gaza, si sono abbattuti al suolo su villaggi situati alle porte di Gerusalemme, dove da pochi istanti erano risuonate le sirene dell’allarme anti-aereo per la prima volta dalla Guerra del Golfo del 1991: lo ha annunciato il canale 10 della televisione israeliana. Qualche ora prima un razzo identico era finito in mare davanti a Tel Aviv.
15.50 – Sirene anti bombardamento suonano a Gerusalemme
Dopo Tel Aviv, nel pomeriggio le sirene dell’allarme anti-aereo sono entrate in azione anche a Gerusalemme, preannunciando il possibile arrivo di razzi o missili dalla Striscia di Gaza: la radio dell’Esercito israeliano nel frattempo precisava che l’allerta era rivolto ai centri abitati nel circondario della Città Santa. Testimoni e il giornale Hareetz tuttavia dicono di sentire le sirene nel centro città. Dal canto loro le Brigare Ezzedine al-Qassam, ala militare di Hamas, ha annunciato di aver lanciato contro Gerusalemme un razzo ‘Qassam II’.
15.47 – Brigate Qassam: “Abbiamo abbattuto caccia israeliano”
Le brigate Izzeddin al Qassam di Gaza affermano di aver abbattuto un caccia israeliano con un missile terra-aria. I miliziani lo annunciano sul loro account Twitter e la notizia è stata riportata da al Jazeera.
15.33 – Onu: “Hamas e Israele evitino escalation”
Hamas e Israele dovrebbero fare il possibile per evitare un’ulteriore escalation delle violenze nella Striscia di Gaza. Lo ha sottolineato il portavoce dell’Alto commissario per i diritti umani dell’Onu, Navi Pillay, nel corso di una conferenza stampa a Ginevra. “Entrambe le parti (in conflitto, ndr) – ha dichiarato Rupert Colville – rinuncino alle violenze”. Il portavoce ha quindi sottolineato che i sia “i lanci di razzi” che “i raid aerei” uccidono in modo “indiscriminato”, precisando che le due parti hanno l’obbligo di proteggere i civili.
14.46 – In tre giorni uccisi 23 palestinesi.
Sono almeno 23 i palestinesi uccisi a Gaza da mercoledì, quando Israele ha cominciato a lanciare i suoi raid contro il territorio palestinese. Lo riferisce l’inviato dell’emittente britannica Bbc, che cita fonti ospedaliere. Tra le vittime si contano donne e bambini, il più giovane dei quali, secondo fonti di Hamas, aveva 10 mesi. Tra le vittime registrate oggi, un 60enne che era stato gravemente ferito nei giorni scorsi.
14.33 – Brigate Al Qassam: “Lanciati 5 missili Grad contro Kiryat Gat”
Le brigate al-Qassam, braccio armato del movimento Hamas che controlla la Striscia di Gaza, hanno annunciato di aver lanciato cinque missili Grad contro la città israeliana di Kiryat Gat, a nord-est della Striscia. Con un messaggio su Twitter, i militanti palestinesi hanno aggiunto di aver preso di mira con i loro razzi anche le località di Ofakim, Ashdod, Ashkelon e Beersheba.
13.48 – Il missile palestinese caduto a 200 metri da ambasciata Usa a Tel Aviv
Per il secondo giorno consecutivo Tel Aviv è stata raggiunta da un razzo lanciato dalla Striscia di Gaza, 60 chilometri più a sud. Anche stavolta il Fajr 5 di fabbricazione iraniana è finito in mare. “Riteniamo che sia caduto di fronte alla spiaggia”, ha riferito Micky Rosenfeld, portavoce della Polizia Nazionale. Testimoni oculari hanno dichiarato che il razzo si è inabissato “a circa 200 metri” dall’ambasciata degli Stati Uniti, che si trova sul lungomare, scatenando il panico tra i bagnanti, abbastanza numerosi malgrado l’autunno avanzato. Giovedì il primo razzo era finito nelle acque antistanti Giaffa, la città-gemella che si estende a sud-ovest del centro di Tel Aviv.
13.44 – Israele schiera un’altra batteria antimissile
Israele schiererà una quinta batteria del sistema antimissile Iron Dome entro domani sera. La batteria, il cui dispiegamento era previsto originariamente tra due mesi, viene resa operativa in anticipo a causa dell’escalation della crisi di Gaza. Il ministero della Difesa israeliano, citato dal Jerusalem Post, ha riferito che i tecnici dell’esercito stanno “lavorando senza sosta” per spostare la batteria dal poligono di tiro nel quale si trovava al campo di battaglia. Le altre quattro batterie antimissile Iron Dome attualmente impiegate in Israele hanno finora intercettato con successo oltre un centinaio di razzi sparati da Gaza, da quando ha avuto inizio l’operazione Pilastro di Difesa.
13.31 – Napolitano chiama Peres
Il Presidente Napolitano ha avuto stamane una conversazione telefonica con il Presidente dello Stato d’Israele Shimon Peres, per uno scambio di espressioni di solidarietà e voti di pace in un momento particolarmente critico per Israele e per le sue relazioni con i palestinesi.
13.26 – Morsi: “Non lasceremo Gaza da sola”
Il Cairo ”non lascerà Gaza da sola”. Lo ha detto il presidente egiziano Mohamed Morsi, citato dall’agenzia di stampa Mena, in un discorso seguito alle preghiere del venerdì in una moschea nel centro della capitale. “Il Cairo non lascerà Gaza da sola…l’Egitto oggi non è l’Egitto di ieri e gli arabi di oggi non sono gli arabi di ieri”, ha aggiunto Morsi.
13.16 – Dieci gli italiani nella Striscia
Su istruzioni del Ministro Terzi, fin dalle prime fasi dell’emergenza a Gaza il Consolato Generale a Gerusalemme, in stretto coordinamento con l’Unità di Crisi della Farnesina, è rimasto in costante contatto con gli italiani (una decina) presenti nella Striscia, nella maggior parte operatori umanitari, fornendo la necessaria assistenza. Lo si apprende alla Farnesina. I nostri concittadini si trovano al momento all’interno di una struttura che ospita tutti gli operatori internazionali.
13.13 – Rifugi aperti a Tel Aviv: non succedeva dal 1991
L’ultima volta che gli abitanti di Tel Aviv erano stati costretti a riparare nei rifugi fu nel 1991, quando la città fu colpita a più riprese da missili iracheni Scud. Il municipio di Tel Aviv consiglia agli abitanti di verificare dove sia il rifugio pubblico più vicino, in particolare a quanti non abbiano nei loro appartamenti stanze dalle pareti rafforzate.
13.08 – Razzi da Gaza sul Negev: tre feriti
Tre persone sono rimaste ferite a causa del lancio di un razzo dalla Striscia di Gaza verso il Consiglio regionale di Eshkol, nel Negev nord-occidentale, sud di Israele. Lo riferisce il sito del Jerusalam Post, precisando che non si conoscono le condizioni dei tre feriti.
13.07 – Presidente egiziano Morsi: “Da Israele aggressione contro l’umanità”
Il presidente egiziano Mohamed Morsi tuona contro Israele definendo gli attacchi su Gaza “una eclatante aggressione contro l’umanità”. Lo riferisce l’agenzia di stampa egiziana Mena.
13.05 – Miliziani uccidono presunto collaborazionista israeliano
Un uomo sospettato di collaborazionismo con Israele è stato ucciso oggi da miliziani palestinesi ed il suo corpo è stato abbandonato in una strada nel centro di Gaza. Le immagini del cadavere – coperto in parte da un cartello dove sono state descritte le sue “colpe” – sono state divulgate su internet. Attorno a lui si vedono nel breve filmato diverse persone intente a riprendere la scena con i propri telefonini. L’uomo si chiamava Ashraw Aweida.
12.59 – Tel Aviv: aperti rifugi pubblici anti missile
Il municipio di Tel Aviv annuncial’ apertura dei rifugi pubblici.
12.55 – Missile israeliano a Khan Younis: un morto palestinese
Terza vittima palestinese oggi nella Striscia di Gaza a causa dei bombardamenti aerei israeliani: secondo fonti ospedaliere locali, un nuovo raid ha colpito Khan Younis, nel settore meridionale dell’enclave, dove si e’ registrato almeno un morto. Si tratta di un miliziano di Hamas. Un altro è rimasto ferito. In precedenza due persone erano rimaste uccise durante un attacco contro Nazila, nella parte nord del territorio. Il totale dei palestinesi che hanno perso la vita da mercoledi’ e’ cosi’ salito a 22.
12.52 – Tv israeliana: “I razzi su Tel Aviv sono due”
Secondo l’emittente israeliana ‘Channel 2′ sono due i missili che sono caduti nei pressi di Tel Aviv, senza fare vittime.
12.45 – Tv Israele: “Missile caduto in mare”
Il missile sparato da Gaza verso Tel Aviv “non è caduto sulla terraferma”, ma in mare. Di conseguenza non ha provocato vittime nè danni. Lo ha riferito la televisione commerciale Canale 10, citando fonti della polizia.
12.42 – Missile colpisce sud di Tel Aviv
Un missile ha colpito il suolo a sud di Tel Aviv. Lo riferisce il corrispondente della tv satellitare al-Jazeera, mentre i media israeliani parlano di sirene che hanno cominciato a suonare in città e di un forte scoppio. Poco prima le brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas, avevano annunciato il lancio di un razzo da Gaza verso il parlamento israeliano, la Knesset.
12.40 – Raid a Gaza, solidarietà dalla gente di Aleppo
Manifestanti siriani anti-regime hanno scandito oggi slogan in favore della popolazione di Gaza e contro i raid israeliani. Decine di località della Siria in rivolta sono teatro oggi, venerdì di preghiera islamica e di proteste, di cortei e raduni, nonostante gli incessanti bombardamenti aerei e d’artiglieria delle forze lealiste.
12.34 – Nunziatura Gerusalemme: “Ogni morto è un oltraggio a Dio”
“Confidiamo nella mobilitazione della comunità internazionale, speriamo che possa cessare il fuoco da una parte e dall’altra. Ogni persona che muore è un oltraggio a Dio”. Lo sottolinea monsignor Waldemar Sommertag, Incaricato d’Affari della Nunziatura apostolica a Gerusalemme e in Palestina, commentando l’escalation di violenza in Medio Oriente. “Siamo preoccupati, la situazione è molto delicata e speriamo che non degeneri ulteriormente”, aggiunge. L’auspicio dell’Incaricato d’Affari della Nunziatura a Gerusalemme è “che le iniziative dell’Onu, della Ue e della comunità internazionale riescano a fermare la violenza. Preghiamo -ha aggiunto monsignor Sommertag- affinchè il recente, importante appello di Benedetto XVI per la pace in Medio Oriente possa far riflettere tutti”.
12.33 – Allarme per attacchi a Tel Aviv: suonano sirene, sentite esplosioni
Sirene di allarme risuonano a Tel Aviv. E’ stata udita una esplosione.
12.29 – Raid a Gaza, manifestazioni al Cairo
Manifestazioni contro i raid israeliani sulla Striscia di Gaza sono in corso in piazza Tahrir, nel centro del Cairo, dove continua poi la manifestazione in favore di una maggiore applicazione della Sharia, la legge islamica, nella nuova Costituzione egiziana. La polizia ha schierato un’ingente presenza di agenti nella zona, così come diverse ambulanze sono parcheggiate agli ingressi della piazza per soccorrere eventuali feriti o intervenire in caso di emergenza. Il Partito di Libertà e Giustizia, braccio politico dei Fratelli Musulmani, ha rivolto un appello a manifestare fuori dalle moschee del Cairo e negli altri governatorati al termine della preghiera del venerdì per esprimere solidarietà nei confronti del popolo palestinese contro l’assalto israeliano.
12.18 – Brigate Al Qassam: “Abbiamo lanciato razzo verso parlamento Israele”
Le brigate al-Qassam, braccio armato del movimento palestinese Hamas che controlla la Striscia di Gaza, hanno annunciato di aver lanciato un razzo a lunga gittata diretto verso la sede della Knesset, il parlamento israeliano. Nessuna conferma arriva per ora da fonti ufficiali israeliane.
12.02 – Migliaia in piazza in Iran contro raid a Gaza
Migliaia di manifestanti sono scesi in piazza a Teheran per protestare contro quelli che hanno definito “crimini sionisti a Gaza”. E’ quanto riporta l’agenzia di stampa ‘Fars’. “Morte a Israele” e “morte all’America” sono alcuni degli slogan intonati dai manifestanti. Proteste simili si stanno svolgendo anche in altre parti dell’Iran.
11.48 – Merkel preoccupata per violenza in Medio Oriente
La cancelliera tedesca Angela Merkel si è detta “molto preoccupata per l’escalation” di violenza in Medio Oriente, per poi aggiungere che “non c’è alcuna giustificazione per il lancio di razzi su Israele”. Lo ha detto oggi a Berlino un suo portavoce, il quale ha poi aggiunto che la Merkel ha chiesto all’Egitto di usare la sua influenza su Hamas per allentare le tensioni nella Striscia di Gaza. ”Israele ha il diritto e il dovere di proteggere il suo popolo” ha inoltre aggiunto Georg Streiter.
11.27 – Ospedale Gaza al completo. Si cerca di portare feriti in Egitto
E’ terminata la capacità ricettiva dell’ospedale al-Shifa a Gaza, dove tutti i letti di terapia intensiva sono al completo. L’allarme è stato lanciato dai medici dell’ospedale palestinese, che hanno spiegato come sia in corso il tentativo di evacuare i feriti in Egitto. Secondo quanto si legge sul Guardian, nell’ospedale si registra anche una penuria di carburante utile a far funzionare le apparecchiature e le medicine di emergenza stanno per finire.
11.07 – Da Senato Usa “pieno sostegno” a Israele.
Il Senato americano ha approvato all’unanimità una risoluzione che attesta la piena solidarietà e sostegno ad Israele ed al suo “diritto di agire per autodifesa per proteggere i suoi cittadini da atti di terrorismo”. La risoluzione è stata cofirmata da 62 senatori di entrambi gli schieramenti per “esprimere la nostra solidarietà con Israele in questo momento profondamente difficile e denunciare il riprorevole ed indiscriminato lancio di missili da parte di Hamas e della Jihad islamica contro cittadini israeliani innocenti”. “Nessun paese può tollerare il costante lancio di missili contro la popolazione civile”, si legge ancora.
11.06 – Ministri tunisini domani a Gaza
Il ministro degli esteri tunisino Rafiq Abdessalam si recherà domani nella Striscia di Gaza. Lo riferisce la tv panaraba al Jazira, citando fonti proprie. L’emittente del Qatar è vicina alla Fratellanza musulmana.
10.59 – Israele ferma 15 camion con forniture mediche per Gaza
Le autorità israeliane hanno fermato a un posto di blocco le forniture mediche dirette nella Striscia di Gaza. Lo ha denunciato l’Autorità nazionale palestinese (Anp), precisando che il fermo risale a ieri. Il ministro della Salute dell’Anp Hani Abdeen ha dichiarato all’agenzia di stampa Màan che il governo di Ramallah ha inviato 15 camion con 200 scatole di medicine e forniture mediche dirette nella Striscia di Gaza. “Abbiamo mandato un primo lotto di medicinali e stiamo ora aspettando a un posto di blocco israeliano il pernesso per entrare a Gaza”, ha detto Abdeen. Il ministro ha quindi affermato che le organizzazioni internazionali hanno promesso il loro aiuto all’Anp per ottenere il permesso israeliano per consegnare medicinali nella Striscia di Gaza.
10.46 – Kandil rientra al Cairo, centinaia in piazza Tahrir
Mentre il premier egiziano,Hisham Kandil, è rientrato al Cairo dopo la breve visita nella Striscia di Gaza, centinaia di egiziani hanno cominciato ad affluire a piazza Tahrir per una manifestazione a sostegno del popolo palestinese e contro i raid aerei israeliani su Gaza. La manifestazione è promossa da vari partiti politici e dai Fratelli Musulmani. Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa di stato Mena, Kandil è rientrato al Cairo insieme alla delegazione di ministri che lo ha accompagnato.
10.15 – Bombardata sede del ministero dell’Interno di Hamas
L’Aviazione israeliana ha bombardato la sede del ministero dell’Interno di Hamas, situata nel quartiere meridionale di Tel al-Hawa a Gaza città: lo ha riferito l’agenzia di stampa palestinese Maan, secondo cui nel complesso è scoppiato un incendio, che le squadre di emergenza sono riuscite a estinguere. Ci sono stati alcuni feriti, per lo più abitanti di una zona residenziale adiacente. L’ala del dicastero colpita più direttamente è quella che ospita gli archivi del registro civile, con dati relativi agli ultimi settant’anni: fonti ministeriali hanno peraltro assicurato che al 90 per cento la documentazione è digitalizzata e quindi recuperabile.
10.03 – Israele smentisce attacchi durante visita Kandil
Le forze armate israeliane non hanno condotto alcun attacco nella Striscia di Gaza da quando vi è entrato il premier egiziano Hisham Kandil. Lo ha detto all’Ansa un portavoce militare israeliano. Secondo il portavoce, Israele è estraneo alla deflagrazione che ha provocato nel campo profughi di Jabalia la morte di due palestinesi. Nelle ultime tre ore – ha precisato – da Gaza sono stati sparati verso Israele una sessantina di razzi.
9.59 – Da Israele 85 missili in 45 minuti verso Gaza
Un attacco massiccio: 85 missili in appena 45 minuti sparati da Israele verso Gaza. Lo hanno riferito fonti di Hamas, che hanno anche annunciato che le Forze di Difesa israeliana hanno anche attaccato la casa di un comandante di Hamas nel sud di Gaza. Secondo quanto si legge sul ‘Jerusalem Post’, sono decine i razzi lanciati dai militanti palestinesi e caduti nel territorio israeliano questa mattina mentre è in corso la visita di Kandil nei Territori.
9.48 – Premier Egitto: “Mondo deve fermare ‘aggressione’ israeliana”
In visita nella Striscia di Gaza su mandato del presidente Morsi, il primo ministro egiziano Hisham Qandil ha definito una vera e propria “aggressione” gli attacchi in corso da parte d’Israele contro l’enclave palestinese, aggiungendo che “il mondo deve assumersi la responsabilità di attivarsi per fermarla”, poiché “questa tragedia non può passare sotto silenzio”. L’Egitto, ha assicurato il premier, intende intensificare gli sforzi per garantire il cessate il fuoco. Durante la missione di Qandil a Gaza, le parti si sono impegnate a osservare una tregua, ma ci sono state accuse reciproche di violazione.
9.35 – Hamas: ’2 morti in raid israeliano a Nazila’.
Un raid israeliano effettuato nella Striscia di Gaza durante la visita del premier egiziano ha ucciso due palestinesi, Lo hanno riferito Hamas e diverse fonti mediche. “Il bombardamento e’ avvenuto su Nazila, nel nord di Gaza”, hanno detto. L’Egitto ”non risparmierà alcuno sforzo per raggiungere una tregua a Gaza” ha aggiunto Kandil.
9.34 – Razzo colpisce jeep giornalisti Israele. Nessuna vittima.
Un razzo anticarro sparato daGaza ha centrato una jeep utilizzata da giornalisti israeliani mentre si trovava a ridosso della Striscia di Gaza, fra i kibbutz israeliani di Kissufim e Beeri. Il veicolo è stato distrutto, ma non si segnalano vittime. In precedenza, da Gaza una milizia locale aveva annunciato di aver distrutto una jeep dell’esercito israeliano.
IL BILANCIO DI GUERRA DOPO LA NOTTE
In mattinata, intanto, Islam Shahwan – portavoce del ministro dell’Interno di Hamas – ha aggiornato il bollettino dei bombardamenti, con ben 130 raid effettuati la scorsa notte dall’aviazione israeliana. Distrutto un edificio amministrativo del ministero dell’Interno, utilizzato soprattutto per i rinnovi dei passaporti, nel quartiere di Tel al-Hawa. Da parte sua, l’esercito israeliano parla di 11 razzi sparati da Gaza dalla mezzanotte scorsa. Direttamente proporzionale il bilancio delle vittime palestinesi, salito alla cifra di 19 morti tra i quali diversi bambini. I feriti, invece, sono almeno 235. Le forze armate israeliane hanno affermato che dall’inizio della campagna militare i raid sono stati 466 e che nella notte sono stati sparati e da Gaza 11 razzi. In tutto i colpi dalla Striscia sono stati 280, compresi i due che sono finiti nei pressi di Tel Aviv. Di questi 131 sono stati intercettati dal sistema Iron Dome. Tre gli israeliani uccisi. Da Gaza, inoltre, si moltiplicano le testimonianze delle difficoltà palestinesi nel gestire l’emergenza. Gli ospedali di Gaza City, ad esempio, ”sono allo stremo”, secondo quanto riferito dal corrispondente di Al Jazeera, Nadim Baba.
Non meno tesa la situazione in Israele. Nella Città vecchia di Gerusalemme polizia in allerta nel timore che – mentre proseguono i combattimenti con Hamas a Gaza – disordini possano verificarsi nella Spianata delle Moschee al termine delle preghiere del venerdì. Numerosi posti di blocco sono stati istituiti nella zona. L’ingresso alla Spianata è consentito solo ad adulti in possesso di carte d’identità israeliane. Nel frattempo, Israele ha cominciato a richiamare 16mila riservisti dopo l’avvio dell’operazione militare, mentre continua lo spostamento di mezzi e forze militari verso il confine meridionale, secondo quanto riporta oggi radio Israele. Un portavoce dell’esercito israeliano non ha confermato la notizia, affermando di non commentare spostamenti di truppe, ma Israele non ha escluso la possibilità di inviare a Gaza forze di terra sostegno dell’offensiva aerea avviata mercoledì scorso. “Tutte le opzioni sono sul tavolo”, ha detto un portavoce militare israeliano.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11 ... qus_thread
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Re: Top News
Onu, ma ‘ndo caXXo sei? Che, tomo tomo, cacchio caccio te sei scordata perché esisti????????????????
Nun te bastava er fallimento della Società delle nazzioni, cor baffetto e cor baffone??? Devi annà fallita n’antra vorta pure tu??????
Che forse te sei scordata perché esisti????
Da Wikipedia:
………. L'ONU nacque il 26 giugno 1945 a San Francisco, dopo la Seconda guerra mondiale, per porre fine alle guerre e ad ogni altra forma di violenza…………………….
E fatte sentì…….non te pare? O siete solo lì per li stipendi da nababbo??????
Ecche ce tocca de’ sentì, …n’antra vorta er sòno de le sirene?????
LA CRISI IN MEDIO ORIENTE
Sirene antimissile, paura a Tel Aviv
Israele prepara le truppe di terra|video
Scontri tra palestinesi ed esercito israeliano nei Territori
Scontri nei Territori
Razzi su Gerusalemme
Almeno 42 morti
nella striscia di Gaza
VideoFoto
Trentamila soldati al confine
I palestinesi hanno razzi
per settimane
di Guido Olimpio
Opzione di terra Antonio Ferrari
http://www.corriere.it/esteri/12_novemb ... e162.shtml
Nun te bastava er fallimento della Società delle nazzioni, cor baffetto e cor baffone??? Devi annà fallita n’antra vorta pure tu??????
Che forse te sei scordata perché esisti????
Da Wikipedia:
………. L'ONU nacque il 26 giugno 1945 a San Francisco, dopo la Seconda guerra mondiale, per porre fine alle guerre e ad ogni altra forma di violenza…………………….
E fatte sentì…….non te pare? O siete solo lì per li stipendi da nababbo??????
Ecche ce tocca de’ sentì, …n’antra vorta er sòno de le sirene?????
LA CRISI IN MEDIO ORIENTE
Sirene antimissile, paura a Tel Aviv
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Re: Top News
La storia infinita.Ora sono cambiati i governi Egitto,Tunisia ecc........Quindi Israele deve fare i conti pure con questa situazione.
Noi Europei siamo in fase di fallimento Gli Usa non stanno molto bene.
Quidi si devono arrangiare i due contendenti.
Della Libia non sento parlare nessun giornale ne TV da mesi.
Ciao
Paolo11
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Re: Top News
CRISI IN MEDIORIENTE - NELLA NOTTE RAID ISRAELIANO SU 2 MEDIA CENTER
Missili a Gaza, strage di bambini
Sirene a Tel Aviv, udite due esplosioni
Razzi palestinesi sull città israeliana di Ashkelon. Si tratta per una tregua . Obama: «No all'escalation di violenza»
Raid su Gaza e missili su Tel Aviv. La guerra continua. È alto il tributo di sangue: a Gaza durante i raid israeliani sono rimasti uccisi nove bambini ed altri sono stati gravemente feriti. Secondo al Jazeera il bilancio delle vittime palestinesi dall'inizio dell'offensiva «Pilastro di difesa», mercoledì scorso, è finora è di 64 persone; le vittime israeliane sono invece tre. Fonti mediche riferiscono di oltre 400 civili feriti. Il tutto mentre Israele prepara l'offensiva di terra. Il ministro della Difesa ha fatto sapere di aver richiamato 75 mila riservisti.
«Proseguono i bombardamenti, Israele ammassa le truppe»
dall'inviato Davide Frattini
http://video.corriere.it/gaza-israele-c ... 90948d86c8
SU ISRAELE - Intanto le sirene tornano a risuonare a Tel Aviv, per la quarta volta negli ultimi giorni. Due esplosioni si sono udite in città. È stato intercettato in volo da una batteria dell'antiaerea «Iron Dome» un razzo sparato da Gaza verso Tel Aviv. Quattro razzi palestinesi hanno colpito la città israeliana di Ashkelon, città costiera del sud di Israele vicino al confine con Gaza, e ci sono feriti. È stato centrato un condominio e trapassato dal quarto fino al secondo piano.
Quinta notte di bombe a Gaza
CONTRASTI - Ma una tregua fra i gruppi armati di Gaza e Israele è possibile «oggi o domani» secondo un alto responsabile palestinese a Gaza che ha parlato con France Presse. «Sono in corso colloqui seri per giungere ad una tregua e un accordo potrebbe essere raggiunto oggi o domani», ha detto il responsabile che ha voluto mantenere l'anonimato. Al contrario il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha affermato che Israele è pronto ad «allargare significativamente» l'offensiva contro i militanti palestinesi nella Striscia di Gaza. Un argine alla recrudescenza del conflitto ha tentato di porlo il presidente degli Stati Uniti Obama: «Sosteniamo il diritto all'autodifesa di Israele», ha detto nel corso di una conferenza stampa a Bangkok. «Ma lavoriamo attivamente con tutte le parti nella regione per fermare il lancio di missili di Hamas senza ulteriori escalation di violenza».
LA TREGUA - Sulle possibilità della tregua si continua comunque a sperare. Un emissario israeliano è arrivato domenica al Cairo a bordo di un aereo privato per incontrare le autorità egiziane che stanno conducendo la difficile mediazione per un cessate il fuoco a Gaza. Lo hanno riferito all'Ansa fonti dell'aeroporto: l'emissario si è recato nella sede dei servizi segreti egiziani. E per martedì, si è stabilito che la delegazione della Lega araba guidata dal segretario generale Nabil el Araby si recherà a Gaza. Mentre Il segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon già lunedì sarà al Cairo per incontrare il ministro degli esteri egiziano Kamel Amr. E martedì il presidente Mohamed Morsi e il premier Hisham Kandil.
NELLA NOTTE - Nella notte sono continuati i raid israeliani su Gaza. Uno di questi ha colpito il complesso Al-Shawa, dove hanno sede alcuni media locali e stranieri. Lo riferisce l'agenzia di stampa Màan, secondo cui ci sarebbero sei feriti, cinque giornalisti di al-Quds Tv e un cameraman, che ha perso una gamba. Distrutti anche gli uffici dell'emittente Russia Today.
Quarto giorno di guerra in Israele
Sembra che l'impatto sia avvenuto all'undicesimo piano del palazzo, proprio dove sono situati gli uffici di al-Quds. Un secondo attacco ha colpito poi un altro media center: due missili sono stati lanciati sul 15esimo piano dell'edificio dove hanno sede gli studi di Al-Aqsa tv. I soccorritori hanno fatto evacuare diverse persone rimaste ferite.
UN ALTRO CAPO DI HAMAS UCCISO - Tra gli obiettivi dei raid israelianic'è stata anche l'abitazione di Ihya Abia, il responsabile della unità di Hamas incaricata del lancio di missili. Abia, uno dei principali dirigenti di Hamas e responsabile della maggior parte dei lanci di missili degli ultimi giorni, è rimasto ucciso nell'attacco. Lo riferiscono i media israeliani
Due bambine palestinesi sui resti dei bombardamenti a Gaza (Reuters)
Raid su Gaza e missili su Tel Aviv. La guerra continua. È alto il tributo di sangue: a Gaza durante i raid israeliani sono rimasti uccisi nove bambini ed altri sono stati gravemente feriti. Secondo al Jazeera il bilancio delle vittime palestinesi dall'inizio dell'offensiva «Pilastro di difesa», mercoledì scorso, è finora è di 64 persone; le vittime israeliane sono invece tre. Fonti mediche riferiscono di oltre 400 civili feriti. Il tutto mentre Israele prepara l'offensiva di terra. Il ministro della Difesa ha fatto sapere di aver richiamato 75 mila riservisti.
«Proseguono i bombardamenti, Israele ammassa le truppe»
dall'inviato Davide Frattini
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SU ISRAELE - Intanto le sirene tornano a risuonare a Tel Aviv, per la quarta volta negli ultimi giorni. Due esplosioni si sono udite in città. È stato intercettato in volo da una batteria dell'antiaerea «Iron Dome» un razzo sparato da Gaza verso Tel Aviv. Quattro razzi palestinesi hanno colpito la città israeliana di Ashkelon, città costiera del sud di Israele vicino al confine con Gaza, e ci sono feriti. È stato centrato un condominio e trapassato dal quarto fino al secondo piano.
Quinta notte di bombe a Gaza
CONTRASTI - Ma una tregua fra i gruppi armati di Gaza e Israele è possibile «oggi o domani» secondo un alto responsabile palestinese a Gaza che ha parlato con France Presse. «Sono in corso colloqui seri per giungere ad una tregua e un accordo potrebbe essere raggiunto oggi o domani», ha detto il responsabile che ha voluto mantenere l'anonimato. Al contrario il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha affermato che Israele è pronto ad «allargare significativamente» l'offensiva contro i militanti palestinesi nella Striscia di Gaza. Un argine alla recrudescenza del conflitto ha tentato di porlo il presidente degli Stati Uniti Obama: «Sosteniamo il diritto all'autodifesa di Israele», ha detto nel corso di una conferenza stampa a Bangkok. «Ma lavoriamo attivamente con tutte le parti nella regione per fermare il lancio di missili di Hamas senza ulteriori escalation di violenza».
LA TREGUA - Sulle possibilità della tregua si continua comunque a sperare. Un emissario israeliano è arrivato domenica al Cairo a bordo di un aereo privato per incontrare le autorità egiziane che stanno conducendo la difficile mediazione per un cessate il fuoco a Gaza. Lo hanno riferito all'Ansa fonti dell'aeroporto: l'emissario si è recato nella sede dei servizi segreti egiziani. E per martedì, si è stabilito che la delegazione della Lega araba guidata dal segretario generale Nabil el Araby si recherà a Gaza. Mentre Il segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon già lunedì sarà al Cairo per incontrare il ministro degli esteri egiziano Kamel Amr. E martedì il presidente Mohamed Morsi e il premier Hisham Kandil.
NELLA NOTTE - Nella notte sono continuati i raid israeliani su Gaza. Uno di questi ha colpito il complesso Al-Shawa, dove hanno sede alcuni media locali e stranieri. Lo riferisce l'agenzia di stampa Màan, secondo cui ci sarebbero sei feriti, cinque giornalisti di al-Quds Tv e un cameraman, che ha perso una gamba. Distrutti anche gli uffici dell'emittente Russia Today.
Quarto giorno di guerra in Israele
Sembra che l'impatto sia avvenuto all'undicesimo piano del palazzo, proprio dove sono situati gli uffici di al-Quds. Un secondo attacco ha colpito poi un altro media center: due missili sono stati lanciati sul 15esimo piano dell'edificio dove hanno sede gli studi di Al-Aqsa tv. I soccorritori hanno fatto evacuare diverse persone rimaste ferite.
Sirene a Tel Aviv
Rcd
http://video.corriere.it/sirene-tel-avi ... 1743e162LA COOPERANTE ITALIANA - Meri Calvelli, cooperante italiana a Gaza ha commentato questo attacco ai media di Gaza: «Hanno bombardato da cielo e mare, attaccando e colpendo i palazzi dei media center che ospitano radio e tv, li hanno bombardati per mettere fuori uso tutta la comunicazione interna». E aggiunge accorata: «Ha un significato orribile. Sanno che radio e televisioni fungono da comunicatori per tutta la popolazione», se messi fuori uso non avranno più «la possibilità di dire cosa succede nel caso in cui arrivasse un attacco da terra». Calvelli, che da anni lavora a Gaza e fa parte dell'Associazione di cooperazione e solidarietà, continua poi a descrivere la difficile situazione: «Sappiamo che le navi sono a 300 metri dalla costa e hanno bombardato il ponte che collega una parte all'altra di Gaza. Hanno fatto credere che ci potesse essere una tregua e poi invece hanno cominciato a bombardare incessantemente. Sembra un terremoto senza sosta».
Redazione Online
18 novembre 2012 | 16:12
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Missili a Gaza, strage di bambini
Sirene a Tel Aviv, udite due esplosioni
Razzi palestinesi sull città israeliana di Ashkelon. Si tratta per una tregua . Obama: «No all'escalation di violenza»
Raid su Gaza e missili su Tel Aviv. La guerra continua. È alto il tributo di sangue: a Gaza durante i raid israeliani sono rimasti uccisi nove bambini ed altri sono stati gravemente feriti. Secondo al Jazeera il bilancio delle vittime palestinesi dall'inizio dell'offensiva «Pilastro di difesa», mercoledì scorso, è finora è di 64 persone; le vittime israeliane sono invece tre. Fonti mediche riferiscono di oltre 400 civili feriti. Il tutto mentre Israele prepara l'offensiva di terra. Il ministro della Difesa ha fatto sapere di aver richiamato 75 mila riservisti.
«Proseguono i bombardamenti, Israele ammassa le truppe»
dall'inviato Davide Frattini
http://video.corriere.it/gaza-israele-c ... 90948d86c8
SU ISRAELE - Intanto le sirene tornano a risuonare a Tel Aviv, per la quarta volta negli ultimi giorni. Due esplosioni si sono udite in città. È stato intercettato in volo da una batteria dell'antiaerea «Iron Dome» un razzo sparato da Gaza verso Tel Aviv. Quattro razzi palestinesi hanno colpito la città israeliana di Ashkelon, città costiera del sud di Israele vicino al confine con Gaza, e ci sono feriti. È stato centrato un condominio e trapassato dal quarto fino al secondo piano.
Quinta notte di bombe a Gaza
CONTRASTI - Ma una tregua fra i gruppi armati di Gaza e Israele è possibile «oggi o domani» secondo un alto responsabile palestinese a Gaza che ha parlato con France Presse. «Sono in corso colloqui seri per giungere ad una tregua e un accordo potrebbe essere raggiunto oggi o domani», ha detto il responsabile che ha voluto mantenere l'anonimato. Al contrario il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha affermato che Israele è pronto ad «allargare significativamente» l'offensiva contro i militanti palestinesi nella Striscia di Gaza. Un argine alla recrudescenza del conflitto ha tentato di porlo il presidente degli Stati Uniti Obama: «Sosteniamo il diritto all'autodifesa di Israele», ha detto nel corso di una conferenza stampa a Bangkok. «Ma lavoriamo attivamente con tutte le parti nella regione per fermare il lancio di missili di Hamas senza ulteriori escalation di violenza».
LA TREGUA - Sulle possibilità della tregua si continua comunque a sperare. Un emissario israeliano è arrivato domenica al Cairo a bordo di un aereo privato per incontrare le autorità egiziane che stanno conducendo la difficile mediazione per un cessate il fuoco a Gaza. Lo hanno riferito all'Ansa fonti dell'aeroporto: l'emissario si è recato nella sede dei servizi segreti egiziani. E per martedì, si è stabilito che la delegazione della Lega araba guidata dal segretario generale Nabil el Araby si recherà a Gaza. Mentre Il segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon già lunedì sarà al Cairo per incontrare il ministro degli esteri egiziano Kamel Amr. E martedì il presidente Mohamed Morsi e il premier Hisham Kandil.
NELLA NOTTE - Nella notte sono continuati i raid israeliani su Gaza. Uno di questi ha colpito il complesso Al-Shawa, dove hanno sede alcuni media locali e stranieri. Lo riferisce l'agenzia di stampa Màan, secondo cui ci sarebbero sei feriti, cinque giornalisti di al-Quds Tv e un cameraman, che ha perso una gamba. Distrutti anche gli uffici dell'emittente Russia Today.
Quarto giorno di guerra in Israele
Sembra che l'impatto sia avvenuto all'undicesimo piano del palazzo, proprio dove sono situati gli uffici di al-Quds. Un secondo attacco ha colpito poi un altro media center: due missili sono stati lanciati sul 15esimo piano dell'edificio dove hanno sede gli studi di Al-Aqsa tv. I soccorritori hanno fatto evacuare diverse persone rimaste ferite.
UN ALTRO CAPO DI HAMAS UCCISO - Tra gli obiettivi dei raid israelianic'è stata anche l'abitazione di Ihya Abia, il responsabile della unità di Hamas incaricata del lancio di missili. Abia, uno dei principali dirigenti di Hamas e responsabile della maggior parte dei lanci di missili degli ultimi giorni, è rimasto ucciso nell'attacco. Lo riferiscono i media israeliani
Due bambine palestinesi sui resti dei bombardamenti a Gaza (Reuters)
Raid su Gaza e missili su Tel Aviv. La guerra continua. È alto il tributo di sangue: a Gaza durante i raid israeliani sono rimasti uccisi nove bambini ed altri sono stati gravemente feriti. Secondo al Jazeera il bilancio delle vittime palestinesi dall'inizio dell'offensiva «Pilastro di difesa», mercoledì scorso, è finora è di 64 persone; le vittime israeliane sono invece tre. Fonti mediche riferiscono di oltre 400 civili feriti. Il tutto mentre Israele prepara l'offensiva di terra. Il ministro della Difesa ha fatto sapere di aver richiamato 75 mila riservisti.
«Proseguono i bombardamenti, Israele ammassa le truppe»
dall'inviato Davide Frattini
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SU ISRAELE - Intanto le sirene tornano a risuonare a Tel Aviv, per la quarta volta negli ultimi giorni. Due esplosioni si sono udite in città. È stato intercettato in volo da una batteria dell'antiaerea «Iron Dome» un razzo sparato da Gaza verso Tel Aviv. Quattro razzi palestinesi hanno colpito la città israeliana di Ashkelon, città costiera del sud di Israele vicino al confine con Gaza, e ci sono feriti. È stato centrato un condominio e trapassato dal quarto fino al secondo piano.
Quinta notte di bombe a Gaza
CONTRASTI - Ma una tregua fra i gruppi armati di Gaza e Israele è possibile «oggi o domani» secondo un alto responsabile palestinese a Gaza che ha parlato con France Presse. «Sono in corso colloqui seri per giungere ad una tregua e un accordo potrebbe essere raggiunto oggi o domani», ha detto il responsabile che ha voluto mantenere l'anonimato. Al contrario il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha affermato che Israele è pronto ad «allargare significativamente» l'offensiva contro i militanti palestinesi nella Striscia di Gaza. Un argine alla recrudescenza del conflitto ha tentato di porlo il presidente degli Stati Uniti Obama: «Sosteniamo il diritto all'autodifesa di Israele», ha detto nel corso di una conferenza stampa a Bangkok. «Ma lavoriamo attivamente con tutte le parti nella regione per fermare il lancio di missili di Hamas senza ulteriori escalation di violenza».
LA TREGUA - Sulle possibilità della tregua si continua comunque a sperare. Un emissario israeliano è arrivato domenica al Cairo a bordo di un aereo privato per incontrare le autorità egiziane che stanno conducendo la difficile mediazione per un cessate il fuoco a Gaza. Lo hanno riferito all'Ansa fonti dell'aeroporto: l'emissario si è recato nella sede dei servizi segreti egiziani. E per martedì, si è stabilito che la delegazione della Lega araba guidata dal segretario generale Nabil el Araby si recherà a Gaza. Mentre Il segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon già lunedì sarà al Cairo per incontrare il ministro degli esteri egiziano Kamel Amr. E martedì il presidente Mohamed Morsi e il premier Hisham Kandil.
NELLA NOTTE - Nella notte sono continuati i raid israeliani su Gaza. Uno di questi ha colpito il complesso Al-Shawa, dove hanno sede alcuni media locali e stranieri. Lo riferisce l'agenzia di stampa Màan, secondo cui ci sarebbero sei feriti, cinque giornalisti di al-Quds Tv e un cameraman, che ha perso una gamba. Distrutti anche gli uffici dell'emittente Russia Today.
Quarto giorno di guerra in Israele
Sembra che l'impatto sia avvenuto all'undicesimo piano del palazzo, proprio dove sono situati gli uffici di al-Quds. Un secondo attacco ha colpito poi un altro media center: due missili sono stati lanciati sul 15esimo piano dell'edificio dove hanno sede gli studi di Al-Aqsa tv. I soccorritori hanno fatto evacuare diverse persone rimaste ferite.
Sirene a Tel Aviv
Rcd
http://video.corriere.it/sirene-tel-avi ... 1743e162LA COOPERANTE ITALIANA - Meri Calvelli, cooperante italiana a Gaza ha commentato questo attacco ai media di Gaza: «Hanno bombardato da cielo e mare, attaccando e colpendo i palazzi dei media center che ospitano radio e tv, li hanno bombardati per mettere fuori uso tutta la comunicazione interna». E aggiunge accorata: «Ha un significato orribile. Sanno che radio e televisioni fungono da comunicatori per tutta la popolazione», se messi fuori uso non avranno più «la possibilità di dire cosa succede nel caso in cui arrivasse un attacco da terra». Calvelli, che da anni lavora a Gaza e fa parte dell'Associazione di cooperazione e solidarietà, continua poi a descrivere la difficile situazione: «Sappiamo che le navi sono a 300 metri dalla costa e hanno bombardato il ponte che collega una parte all'altra di Gaza. Hanno fatto credere che ci potesse essere una tregua e poi invece hanno cominciato a bombardare incessantemente. Sembra un terremoto senza sosta».
Redazione Online
18 novembre 2012 | 16:12
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/esteri/12_novemb ... 86c8.shtml
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Re: Top News
La proposta della Cancellieri
"Daspo per i manifestanti violenti"
http://www.repubblica.it/cronaca/2012/1 ... ef=HREC1-7
vabbè...nulla per i fascisti di casapound ???
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Re: Top News
Da il Fatto 20.11.12
Israele, cento morti per vincere le elezioni
di Maurizio Chierici
IL MESSAGGIO di un’amica che vive a Tel Aviv fa sapere quali sono le condizioni che una parte e l’altra propongono per la tregua.
Israele chiede il controllo sui rifornimenti che dall’Egitto arrivano a Gaza, 15 anni di tranquillità e libertà di eliminare leader pericolosi con assassini mirati.
Hamas pretende la riapertura e gestione del porto che Gerusalemme controlla.
Arbitro di pace: il presidente egiziano Muri, avvolto nel sospetto che una certa Washington stia tramando per collaudare la moderazione dei Fratelli musulmani.
Proposte contestate, il fuoco continua. Due anni fa avevo pregato amici ebrei milanesi (con i quali condivido la speranza di una pace “normale”) di confortare le voci di chi trema in Israele per la violenza che coinvolge nella responsabilità dei governi il buonsenso di cittadini incolpevoli e ricattati dalla paura agitata appena una crisi politica divide il paese.
Tacere non aiuta la ragione di fronte alle violenze quotidiane dell’espropriare le terre di chi da secoli abita lì, violazione al diritto internazionale e a decisioni Onu mai rispettate. L’indignazione che avvilisce la coscienza della diaspora perseguitata da una tragedia che ci copre di vergogna, dovrebbe scoppiare ogni volta che migliaia di famiglie vengono strappate dalle loro case requisite nel nome di una “sicurezza” da trasformare in palazzoni per “coloni” arrivati chissà da dove.
L’obiettivo è rendere impossibile lo Stato palestinese e suscitare rabbie esplosive da contenere come stiamo vedendo. Alla vigilia dell’attacco a Gaza e della reazione di chi ha i razzi contati e irosamente sfida superarsenali nutriti dalle solite potenze; ancor prima che il primo ministro Netanyahu cogliesse al volo la reazione calcolata per scatenare il finimondo, Gideon Levy recensisce su Ha’aretz (ripreso da ’Internazionale) il documentario girato in un villaggio palestinese: giardini d’ulivi requisiti per costruire nuove colonie. “Film che farà vergognare ogni israeliano dotato di un minimo di onestà”. Racconta di una casa sgomberata nella notte, sempre per sicurezza. Bambini trascinati in strada e la voce di un tenente che dà ordini come chi non oso dire. Ha’aretz è il giornale che fa capire lo spirito di un Israele diverso dalle catastrofi dei protagonisti di oggi. Salviamolo.
QUALCHE GIORNO fa Avidgor Liberman, ministro degli Esteri alla Borghezio, annunciava alla signora Ashton, ministro della Commissione europea:
“Se i palestinesi insistono nel voler lo Stato (disegnato dall’Onu) distruggeremo la loro Autorità e bombarderemo Gaza”.
Arriva prima Netanyahu, capo del governo dimissionario: si vota e ha bisogno delle sirene della guerra per dimostrare ai falchi di Lieberman che i palestinesi lui li tratta così.
Sperava nella vittoria del Romney bombe e cannoni, ma l’Obama in difficoltà per il “precipizio fiscale”, Cia decapitata, Segreteria di Stato senza segretario, è debole al punto giusto per scatenare l’inferno: palestinesi bersagli comodi e necessari.
Cari amici ebrei, pacifisti sgomenti, è ancora possibile far finta di niente?
Israele, cento morti per vincere le elezioni
di Maurizio Chierici
IL MESSAGGIO di un’amica che vive a Tel Aviv fa sapere quali sono le condizioni che una parte e l’altra propongono per la tregua.
Israele chiede il controllo sui rifornimenti che dall’Egitto arrivano a Gaza, 15 anni di tranquillità e libertà di eliminare leader pericolosi con assassini mirati.
Hamas pretende la riapertura e gestione del porto che Gerusalemme controlla.
Arbitro di pace: il presidente egiziano Muri, avvolto nel sospetto che una certa Washington stia tramando per collaudare la moderazione dei Fratelli musulmani.
Proposte contestate, il fuoco continua. Due anni fa avevo pregato amici ebrei milanesi (con i quali condivido la speranza di una pace “normale”) di confortare le voci di chi trema in Israele per la violenza che coinvolge nella responsabilità dei governi il buonsenso di cittadini incolpevoli e ricattati dalla paura agitata appena una crisi politica divide il paese.
Tacere non aiuta la ragione di fronte alle violenze quotidiane dell’espropriare le terre di chi da secoli abita lì, violazione al diritto internazionale e a decisioni Onu mai rispettate. L’indignazione che avvilisce la coscienza della diaspora perseguitata da una tragedia che ci copre di vergogna, dovrebbe scoppiare ogni volta che migliaia di famiglie vengono strappate dalle loro case requisite nel nome di una “sicurezza” da trasformare in palazzoni per “coloni” arrivati chissà da dove.
L’obiettivo è rendere impossibile lo Stato palestinese e suscitare rabbie esplosive da contenere come stiamo vedendo. Alla vigilia dell’attacco a Gaza e della reazione di chi ha i razzi contati e irosamente sfida superarsenali nutriti dalle solite potenze; ancor prima che il primo ministro Netanyahu cogliesse al volo la reazione calcolata per scatenare il finimondo, Gideon Levy recensisce su Ha’aretz (ripreso da ’Internazionale) il documentario girato in un villaggio palestinese: giardini d’ulivi requisiti per costruire nuove colonie. “Film che farà vergognare ogni israeliano dotato di un minimo di onestà”. Racconta di una casa sgomberata nella notte, sempre per sicurezza. Bambini trascinati in strada e la voce di un tenente che dà ordini come chi non oso dire. Ha’aretz è il giornale che fa capire lo spirito di un Israele diverso dalle catastrofi dei protagonisti di oggi. Salviamolo.
QUALCHE GIORNO fa Avidgor Liberman, ministro degli Esteri alla Borghezio, annunciava alla signora Ashton, ministro della Commissione europea:
“Se i palestinesi insistono nel voler lo Stato (disegnato dall’Onu) distruggeremo la loro Autorità e bombarderemo Gaza”.
Arriva prima Netanyahu, capo del governo dimissionario: si vota e ha bisogno delle sirene della guerra per dimostrare ai falchi di Lieberman che i palestinesi lui li tratta così.
Sperava nella vittoria del Romney bombe e cannoni, ma l’Obama in difficoltà per il “precipizio fiscale”, Cia decapitata, Segreteria di Stato senza segretario, è debole al punto giusto per scatenare l’inferno: palestinesi bersagli comodi e necessari.
Cari amici ebrei, pacifisti sgomenti, è ancora possibile far finta di niente?
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Re: Top News
Morire per Danzica,…..morire per Netanyahu - 1
Repubblica 21.11.12
I frutti della guerra
di Barbara Spinelli
E lo stereotipo non è diverso da quello usato ai tempi di Bush figlio: l’America è Marte e virile, il nostro continente è Venere e fugge la spada.
L’ashkenazi tornò come altri ebrei in Terra Promessa, ma ha i riflessi della vecchia Europa. Lo storico Tom Segev racconta come erano trattati gli ebrei tedeschi, agli esordi.
Li chiamavano yekke: erano ritenuti troppo remissivi, cervellotici, e poco pratici. L’Europa è icona negativa, e lo si può capire: ha idee sulla pace, ma in Medio Oriente è di regola una non-presenza, una non-potenza. Lo scettro decisivo sempre fu affidato all’America.
Tale è, per Yaalon, il vizio di chi biasima Netanyahu e gli rimprovera, in questi giorni, la guerra a Gaza e la tenace mancanza di iniziativa politica sulla questione palestinese.
Lo stereotipo dell’ashkenazita mente, perché ci sono ashkenaziti di destra e sinistra. Era ashkenazita Golda Meir. Sono ashkenaziti David Grossman, Uri Avnery, Amira Hass, pacifisti, e espansionisti come Natan Sharansky.
Ma lo stereotipo dice qualcosa su noi europei, che vale la pena meditare. Nel continente dove gli ebrei furono liquidati siamo prodighi di commemorazioni contrite, avari di senso di responsabilità per quello che accade in Israele. Predicando soltanto, siamo invisi e inascoltati.
Eppure l’Europa avrebbe cose anche pratiche da dire, sulle guerre infinite che i governi d’Israele conducono da decenni, sicuri nell’immediato di difendersi ma alla lunga distruggendosi.
Ne ha l’esperienza, e per questo le ha a un certo punto terminate, unendo prima i beni strategici tedeschi e francesi (carbone, acciaio) poi creando un’unione di Stati a sovranità condivisa.
Le risorse mediorientali sono quelle acquifere in Cisgiordania, gestite dall’occupante e assegnate per l’83% a Israele e colonie. Tanto più l’Europa può contare, oggi che l’America di Obama è stanca di mediazioni fallite.
È stato quasi un colpo di fucile, l’articolo che Thomas Friedman, sostenitore d’Israele, ha scritto il 10 novembre sul New York Times: provate la pace da soli, ha detto, poiché «non siamo più l’America dei vostri nonni».
Non potremo più attivarci per voi: «Il mio Presidente è occupato-My President is busy». Anche gli ebrei Usa stanno allontanandosi da Israele.
È forse il motivo per cui pochi credono che l’offensiva si protrarrà, ripetendo il disastro che fu l’Operazione Piombo Fuso nel 2008-2009.
Ma guerra resta, cioè surrogato della politica, e solo all’inizio la vulnerabilità di Israele scema.
Troppo densamente popolata è Gaza, perché un attacco risparmi i civili e non semini odio. Troppo opachi sono gli obiettivi.
Per alcuni il bersaglio è l’Iran, che ha dato a Hamas missili per raggiungere Tel Aviv e che ha spinto per la moltiplicazione di lanci di razzi su Israele.
Per altri la guerra è invece propaganda: favorirà Netanyahu alle elezioni del 22 gennaio 2013.
Altro è il male di cui soffre Israele, e che lo sfibra, e che gli impedisce di immaginare uno Stato palestinese nascente. Un male evidente, anche se ci s’incaponisce a negarlo.
Sono ormai 45 anni — dalla guerra dei sei giorni — che la potenza nucleare israeliana occupa illegalmente territori non suoi, e anche quest’incaponimento ricorda i vecchi nazionismi europei.
Nel 2006 i coloni sono stati evacuati da Gaza, ma i palestinesi vi esercitano una sovranità finta (una sovranità morbida, disse Bush padre, come nella Germania postbellica).
Il controllo dei cieli, del mare, delle porte d’ingresso e d’uscita, resta israeliano (a esclusione del Rafah Crossing, custodito con l’Egitto e, fino alla vittoria di Hamas, con l’Unione europea).
Manca ogni continuità territoriale fra Cisgiordania (la parte più grande della Palestina, 5.860 km²; 2,16 milioni di abitanti) e Gaza (360 km²; 1,6 milioni). I palestinesi possono almeno sperare nella West Bank?
Nulla di più incerto, se solo si contempla la mappa degli insediamenti in aumento incessante (350.000 israeliani, circa 200 colonie). Nessun cervello che ragioni può figurarsi uno Stato palestinese operativo, stracolmo di enclave israeliane.
Se poi l’occhio dalle mappe si sposta sul terreno, vedrà sciagure ancora maggiori: il muro che protegge le terre annesse attorno a Gerusalemme, le postazioni bellicose in Cisgiordania, le strade di scorrimento rapido riservate agli israeliani, non ai palestinesi che si muovono ben più lenti su vie più lunghe e tortuose.
Un’architettura dell’occupazione che trasforma le colonie in dispositivi di controllo (in panoptikon), spiega l’architetto Eyal Weizman. È urgente guardare in faccia queste verità, scrive Friedman, prima che la democrazia israeliana ne muoia. Forse è anche giunto il tempo di pensare l’impensabile, e chiedersi: può un arabo israeliano (1.5 milioni, più del 20% della popolazione) riconoscersi alla lunga in un inno nazionale (Hatikvah) che canta la Terra Promessa ridata agli ebrei, o nella stella di Davide sulla bandiera? Potrà dire senza tema: sono cittadino dello Stato d’Israele, non di quello ebraico?
Questo significa che anche per Israele è tempo di risveglio. Di una sconfitta del nazionalismo, prima che essa sia letale. Separando patria e religione nazionale, la pace è supremo atto laico.
Risvegliarsi vuol dire riconoscere i guasti democratici nati dall’occupazione. Le menti più acute di Israele li indicano da anni. Ari Shavit evoca i patti convenienti con Bush figlio, gli evangelicali Usa, il Tea Party: «Patrocinato dalla destra radicale Usa, Israele può condurre una politica radicale e di destra senza pagare alcun prezzo».
Può sprezzare le proprie minoranze, tollerare i vandalismi dei coloni contro palestinesi e attivisti pacifisti. David Grossman ha scritto una lettera aperta a Netanyahu: l’accusa è di perdere ogni occasione per far politica anziché guerre (Repubblica, 6 novembre 2012).
L’ultima occasione persa è l’intervista di Mahmoud Abbas alla tv israeliana, l’1 novembre: il capo dell’Autorità palestinese si dice disposto a tornare come turista a Safad (la città dov’è nato a nord di Israele).
«Nelle sue parole — così Grossman — era discernibile la più esplicita rinuncia al diritto del ritorno che un leader arabo possa esprimere in un momento come questo, prima dei negoziati».
Abbas s’è corretto, il 4 novembre: la volontà di chiedere all’Onu il riconoscimento dell’indipendenza aveva irritato Netanyahu, e Obama di conseguenza ha sconsigliato Abbas.
Quattro giorni dopo, iniziava a Gaza l’operazione «Pilastro della Difesa».
L’abitudine alla guerra indurisce chi la contrae, sciupa la democrazia.
In Israele, allarga il fossato tra arabi e ebrei, religiosi e laici.
Vincono gli integralisti, secondo lo scrittore Sefi Rachlevsky che delinea così il volto della prossima legislatura: una coalizione fra Netanyahu, i nazionalisti di Yisrael Beiteinu, e ben quattro partiti che vogliono — come l’Islam politico — il primato della legge ebraica (halakha) sulle leggi dello Stato.
In tal caso non si tornerebbe solo alle guerre nazionaliste europee, ma alle più antiche guerre di religione. Stupefacente imitazione, per un paese dove l’Europa è sì cattivo esempio.
Repubblica 21.11.12
I frutti della guerra
di Barbara Spinelli
E lo stereotipo non è diverso da quello usato ai tempi di Bush figlio: l’America è Marte e virile, il nostro continente è Venere e fugge la spada.
L’ashkenazi tornò come altri ebrei in Terra Promessa, ma ha i riflessi della vecchia Europa. Lo storico Tom Segev racconta come erano trattati gli ebrei tedeschi, agli esordi.
Li chiamavano yekke: erano ritenuti troppo remissivi, cervellotici, e poco pratici. L’Europa è icona negativa, e lo si può capire: ha idee sulla pace, ma in Medio Oriente è di regola una non-presenza, una non-potenza. Lo scettro decisivo sempre fu affidato all’America.
Tale è, per Yaalon, il vizio di chi biasima Netanyahu e gli rimprovera, in questi giorni, la guerra a Gaza e la tenace mancanza di iniziativa politica sulla questione palestinese.
Lo stereotipo dell’ashkenazita mente, perché ci sono ashkenaziti di destra e sinistra. Era ashkenazita Golda Meir. Sono ashkenaziti David Grossman, Uri Avnery, Amira Hass, pacifisti, e espansionisti come Natan Sharansky.
Ma lo stereotipo dice qualcosa su noi europei, che vale la pena meditare. Nel continente dove gli ebrei furono liquidati siamo prodighi di commemorazioni contrite, avari di senso di responsabilità per quello che accade in Israele. Predicando soltanto, siamo invisi e inascoltati.
Eppure l’Europa avrebbe cose anche pratiche da dire, sulle guerre infinite che i governi d’Israele conducono da decenni, sicuri nell’immediato di difendersi ma alla lunga distruggendosi.
Ne ha l’esperienza, e per questo le ha a un certo punto terminate, unendo prima i beni strategici tedeschi e francesi (carbone, acciaio) poi creando un’unione di Stati a sovranità condivisa.
Le risorse mediorientali sono quelle acquifere in Cisgiordania, gestite dall’occupante e assegnate per l’83% a Israele e colonie. Tanto più l’Europa può contare, oggi che l’America di Obama è stanca di mediazioni fallite.
È stato quasi un colpo di fucile, l’articolo che Thomas Friedman, sostenitore d’Israele, ha scritto il 10 novembre sul New York Times: provate la pace da soli, ha detto, poiché «non siamo più l’America dei vostri nonni».
Non potremo più attivarci per voi: «Il mio Presidente è occupato-My President is busy». Anche gli ebrei Usa stanno allontanandosi da Israele.
È forse il motivo per cui pochi credono che l’offensiva si protrarrà, ripetendo il disastro che fu l’Operazione Piombo Fuso nel 2008-2009.
Ma guerra resta, cioè surrogato della politica, e solo all’inizio la vulnerabilità di Israele scema.
Troppo densamente popolata è Gaza, perché un attacco risparmi i civili e non semini odio. Troppo opachi sono gli obiettivi.
Per alcuni il bersaglio è l’Iran, che ha dato a Hamas missili per raggiungere Tel Aviv e che ha spinto per la moltiplicazione di lanci di razzi su Israele.
Per altri la guerra è invece propaganda: favorirà Netanyahu alle elezioni del 22 gennaio 2013.
Altro è il male di cui soffre Israele, e che lo sfibra, e che gli impedisce di immaginare uno Stato palestinese nascente. Un male evidente, anche se ci s’incaponisce a negarlo.
Sono ormai 45 anni — dalla guerra dei sei giorni — che la potenza nucleare israeliana occupa illegalmente territori non suoi, e anche quest’incaponimento ricorda i vecchi nazionismi europei.
Nel 2006 i coloni sono stati evacuati da Gaza, ma i palestinesi vi esercitano una sovranità finta (una sovranità morbida, disse Bush padre, come nella Germania postbellica).
Il controllo dei cieli, del mare, delle porte d’ingresso e d’uscita, resta israeliano (a esclusione del Rafah Crossing, custodito con l’Egitto e, fino alla vittoria di Hamas, con l’Unione europea).
Manca ogni continuità territoriale fra Cisgiordania (la parte più grande della Palestina, 5.860 km²; 2,16 milioni di abitanti) e Gaza (360 km²; 1,6 milioni). I palestinesi possono almeno sperare nella West Bank?
Nulla di più incerto, se solo si contempla la mappa degli insediamenti in aumento incessante (350.000 israeliani, circa 200 colonie). Nessun cervello che ragioni può figurarsi uno Stato palestinese operativo, stracolmo di enclave israeliane.
Se poi l’occhio dalle mappe si sposta sul terreno, vedrà sciagure ancora maggiori: il muro che protegge le terre annesse attorno a Gerusalemme, le postazioni bellicose in Cisgiordania, le strade di scorrimento rapido riservate agli israeliani, non ai palestinesi che si muovono ben più lenti su vie più lunghe e tortuose.
Un’architettura dell’occupazione che trasforma le colonie in dispositivi di controllo (in panoptikon), spiega l’architetto Eyal Weizman. È urgente guardare in faccia queste verità, scrive Friedman, prima che la democrazia israeliana ne muoia. Forse è anche giunto il tempo di pensare l’impensabile, e chiedersi: può un arabo israeliano (1.5 milioni, più del 20% della popolazione) riconoscersi alla lunga in un inno nazionale (Hatikvah) che canta la Terra Promessa ridata agli ebrei, o nella stella di Davide sulla bandiera? Potrà dire senza tema: sono cittadino dello Stato d’Israele, non di quello ebraico?
Questo significa che anche per Israele è tempo di risveglio. Di una sconfitta del nazionalismo, prima che essa sia letale. Separando patria e religione nazionale, la pace è supremo atto laico.
Risvegliarsi vuol dire riconoscere i guasti democratici nati dall’occupazione. Le menti più acute di Israele li indicano da anni. Ari Shavit evoca i patti convenienti con Bush figlio, gli evangelicali Usa, il Tea Party: «Patrocinato dalla destra radicale Usa, Israele può condurre una politica radicale e di destra senza pagare alcun prezzo».
Può sprezzare le proprie minoranze, tollerare i vandalismi dei coloni contro palestinesi e attivisti pacifisti. David Grossman ha scritto una lettera aperta a Netanyahu: l’accusa è di perdere ogni occasione per far politica anziché guerre (Repubblica, 6 novembre 2012).
L’ultima occasione persa è l’intervista di Mahmoud Abbas alla tv israeliana, l’1 novembre: il capo dell’Autorità palestinese si dice disposto a tornare come turista a Safad (la città dov’è nato a nord di Israele).
«Nelle sue parole — così Grossman — era discernibile la più esplicita rinuncia al diritto del ritorno che un leader arabo possa esprimere in un momento come questo, prima dei negoziati».
Abbas s’è corretto, il 4 novembre: la volontà di chiedere all’Onu il riconoscimento dell’indipendenza aveva irritato Netanyahu, e Obama di conseguenza ha sconsigliato Abbas.
Quattro giorni dopo, iniziava a Gaza l’operazione «Pilastro della Difesa».
L’abitudine alla guerra indurisce chi la contrae, sciupa la democrazia.
In Israele, allarga il fossato tra arabi e ebrei, religiosi e laici.
Vincono gli integralisti, secondo lo scrittore Sefi Rachlevsky che delinea così il volto della prossima legislatura: una coalizione fra Netanyahu, i nazionalisti di Yisrael Beiteinu, e ben quattro partiti che vogliono — come l’Islam politico — il primato della legge ebraica (halakha) sulle leggi dello Stato.
In tal caso non si tornerebbe solo alle guerre nazionaliste europee, ma alle più antiche guerre di religione. Stupefacente imitazione, per un paese dove l’Europa è sì cattivo esempio.
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Re: Top News
Gaza, dentro l’ospedale di Shifa: “Usate armi non convenzionali”
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/11/ ... li/211660/
La tregua tra Israele e Palestina è stata annunciata (leggi), ma Gaza deve fare i conti con la sofferenza provocata dai bombardamenti.
L’ospedale di Shifa, il più grande della striscia accoglie i feriti, la metà donne e bambini.
La denuncia dei sanitari: “Sono state usate armi non convenzionali, anche le testate al fosforo bianco”.
Nella Striscia vivono più di 1,7 milioni di persone di cui il 60% hanno meno di 18 anni e con una densità abitativa maggiore di quella di Singapore e Hong Kong la possibilità che minori e civili vengano uccisi è molto alta.
Come nel caso della famiglia Abu Saer, nel bombardamento della loro casa 3 giovani sono morti, uno di 4 anni e e 2 ventenni, e altri 4, tutti sotto i 13 anni, sono rimasti feriti gravemente di Cosimo Caridi
21 novembre 2012
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/11/ ... li/211660/
La tregua tra Israele e Palestina è stata annunciata (leggi), ma Gaza deve fare i conti con la sofferenza provocata dai bombardamenti.
L’ospedale di Shifa, il più grande della striscia accoglie i feriti, la metà donne e bambini.
La denuncia dei sanitari: “Sono state usate armi non convenzionali, anche le testate al fosforo bianco”.
Nella Striscia vivono più di 1,7 milioni di persone di cui il 60% hanno meno di 18 anni e con una densità abitativa maggiore di quella di Singapore e Hong Kong la possibilità che minori e civili vengano uccisi è molto alta.
Come nel caso della famiglia Abu Saer, nel bombardamento della loro casa 3 giovani sono morti, uno di 4 anni e e 2 ventenni, e altri 4, tutti sotto i 13 anni, sono rimasti feriti gravemente di Cosimo Caridi
21 novembre 2012
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