From Sicily with love
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Re: From Sicily with love
Comunque,
bananas al 13%...
in Sicilia...
una regione dove alle ultime politiche avevano ottenuto il 46% -47%:
http://www.repubblica.it/speciale/20.../sicilia1.html
http://www.repubblica.it/speciale/20.../sicilia2.html
.
tu chiamala se vuoi Stalingrado...
bananas al 13%...
in Sicilia...
una regione dove alle ultime politiche avevano ottenuto il 46% -47%:
http://www.repubblica.it/speciale/20.../sicilia1.html
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Re: From Sicily with love
Le zitelle acide
Cancelleri: «Siamo zitelle acide, non andiamo con nessuno»
Pubblicato da: Redazione il 30 ottobre 2012 alle 11:59
«Noi siamo zitelle acide. Non andiamo con nessuno. Ora dobbiamo cominciare a lavorare». Così il candidato alla Presidenza della Regione siciliana del Movimento 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri, commenta i primi dati delle elezioni siciliane, che danno un exploit per il movimento guidato da Beppe Grillo.
«L’onda di Grillo ha invaso la Sicilia. Entriamo all’Assemblea regionale dalla porta principale, da protagonisti», ci ha tenuto anche a sottolineare il grillino. I 5 Stelle, è stata la sua promessa, renderanno «tutto trasparente», ben sapendo che «ora comincia la parte più difficile».
http://pubblicogiornale.it/politica/can ... n-nessuno/
Cancelleri: «Siamo zitelle acide, non andiamo con nessuno»
Pubblicato da: Redazione il 30 ottobre 2012 alle 11:59
«Noi siamo zitelle acide. Non andiamo con nessuno. Ora dobbiamo cominciare a lavorare». Così il candidato alla Presidenza della Regione siciliana del Movimento 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri, commenta i primi dati delle elezioni siciliane, che danno un exploit per il movimento guidato da Beppe Grillo.
«L’onda di Grillo ha invaso la Sicilia. Entriamo all’Assemblea regionale dalla porta principale, da protagonisti», ci ha tenuto anche a sottolineare il grillino. I 5 Stelle, è stata la sua promessa, renderanno «tutto trasparente», ben sapendo che «ora comincia la parte più difficile».
http://pubblicogiornale.it/politica/can ... n-nessuno/
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Re: From Sicily with love
Crocetta vince senza numeri. Rivoluzione? In mano a Lombardo-Miccichè
La sua coalizione ha ottenuto 39 deputati su 90: troppo pochi per raggiungere la maggioranza a quota 46 “onorevoli”. Entrano in gioco i deputati eletti nelle liste autonomiste, dal Mpa di Raffaele Lombardo a Grande Sud del grande sconfitto Gianfranco Miccichè. Il Movimento 5 Stelle sbarca con 15 deputati: "Ma niente alleanze". Intanto rientrano in consiglio alcuni fedelissimi di Cuffaro
di Giuseppe Pipitone | 30 ottobre 2012Commenti (866)
Doveva essere il botto, la scossa definitiva che avrebbe azzerato tutto e rivoluzionato un’intera classe politica. La Sicilia però, è noto, non è terra di rivoluzioni epocali, ma al massimo culla di laboratori. Se rivoluzione doveva essere, quindi, l’isola degli alambicchi ha preferito quella stampata sui manifesti di Rosario Crocetta, eletto governatore nella competizione più rocambolesca degli ultimi anni. Il boom del Movimento Cinque Stelle c’è stato e si è probabilmente sentito fino a Roma, muta osservatrice del nuovo equilibrio siculo, mentre il candidato del Pd e dell’Udc è il nuovo viceré di una Regione che entro fine 2012 sfonderà quota 6 miliardi di euro di deficit. All’ex sindaco di Gela sono bastati 600 mila voti su un totale di 2 milioni e 200 mila votanti per conquistare lo scranno più alto di Palazzo d’Orleans: il 30 per cento dei consensi, raggiunti grazie al fatto che oltre 2 milioni e mezzo di siciliani hanno preferito non andare a votare. Il primo partito che ha vinto è stato quello di chi è rimasto a casa: per la prima volta nella storia più di un siciliano su due.
All’europarlamentare del Pd è bastato quindi aggiudicarsi il 30 per cento, 14 punti percentuali degli aventi diritto di voto, per festeggiare l’elezione che consacra l’inedita ammucchiata tra i democratici e l’Udc: una prova tecnica di alleanza in vista delle Politiche 2013. Compreso benissimo dai moderati, che volano sopra il 10 per cento, il patto Pd – Udc è stato rifiutato dai seguaci di Pierluigi Bersani, scesi dal 22 per cento di 4 anni fa (quando Anna Finocchiaro ottenne la stessa percentuale di Crocetta ma fu surclassata dal 65 per cento di Raffaele Lombardo) ai miseri 13 punti di oggi. Adesso per l’ex sindaco dandy di Gela arriva il momento più difficile: trascinare la rivoluzione dal neretto dei cartelloni elettorali, agli atti dell’Assemblea regionale. Compito tutt’altro che semplice per Crocetta, primo governatore siciliano dichiaratamente omosessuale che ha ricordato alla stampa di essere “condannato a morte da Cosa Nostra”. Il nuovo presidente dovrà infatti fare i conti con una maggioranza che semplicemente non esiste. La sua coalizione ha ottenuto 39 deputati su 90: troppo pochi per raggiungere la maggioranza a quota 46 “onorevoli”. Il neo governatore ha minacciato di chiudere baracca e burattini in caso di ostruzionismo e rispedire i siciliani al voto, dove “Crocetta prenderà il 60 per cento”. Ipse dixit. Il parlamento siciliano è però un posto in cui cambiare casacca non è mai stato difficile: i deputati eletti nelle liste autonomiste, dal Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo (che ha lasciato in dote un posto da onorevole al figlio Toti) a Grande Sud del grande sconfitto Gianfranco Miccichè appaiono pronti a qualsiasi tentativo di dialogo, come hanno ampiamente dimostrato nell’ultima legislatura.
Sono proprio i 4 anni di governo di Lombardo ad impensierire maggiormente la rivoluzione coi moderati di Crocetta. Durante la campagna elettorale si era parlato a più riprese di accordi sottobanco tra l’ex governatore e l’ex sindaco di Gela, complice anche il benestare di Gianfranco Miccichè. E in effetti, l’ex luogotenente di Silvio Berlusconi, undici anni fa uomo simbolo del 61 a 0, si è infranto sotto il 15 per cento, 5 punti in meno rispetto alle liste che lo sostenevano. Crocetta, però, ha conquistato più o meno gli stessi punti della sua coalizione, e da un’analisi a caldo sembra che il voto disgiunto abbia premiato più il secondo classificato, Nello Musumeci, fermo al 25 per cento con il Pdl sotto il 13. Oltre, ovviamente, al candidato dei Cinque Stelle Giancarlo Cancelleri, terzo con 18 punti percentuali, 3 in più della lista. I problemi per Crocetta potrebbero semmai arrivare dalle stesse liste che lo hanno sostenuto. Il neo governatore ha rifiutato a più riprese qualsiasi segno di continuità con Raffaele Lombardo, annunciando di voler azzerare i vertici amministrativi della Regione, vere poltrone di amministrazione del potere. Solo che molti di quei vertici sono stati nominati grazie all’apporto decisivo di alcuni degli uomini che oggi lo festeggiavano davanti al comitato di via Libertà. Come Beppe Lumia per esempio, finalmente gongolante dopo la mazzata subita da Leoluca Orlando alle amministrative palermitane. Negli ultimi 3 anni l’ex presidente della Commissione Antimafia è stato lo sponsor principale dell’alleanza con Lombardo, insieme al capogruppo del Pd Antonello Cracolici, che ha fatto ritorno all’Ars.
Rientra a Palazzo dei Normanni anche un uomo simbolo dell’Udc targata Totò Cuffaro: Nino Dina, in passato indagato per concorso esterno a Cosa Nostra e poi archiviato, fedelissimo dell’ex governatore ora recluso a Rebibbia dove sta scontando 7 anni di carcere per favoreggiamento alla mafia. Era invece stato addirittura vice di Cuffaro Lino Leanza, ora rieletto con l’Udc e inserito anche nel listino di Crocetta, dopo essere stato capogruppo del Mpa. Con la lista del nuovo presidente si era candidato anche Beppe Spampinato, fino a settembre assessore al lavoro di Lombardo. I fili che legano la coalizione di Crocetta con i volti del recente potere isolano sono quindi parecchi: varare la rivoluzione moderata mentre sono ancora saldamente annodati sarà problematico. E se al momento, dalla parte dei vincenti sembrano essere cambiate soprattutto le alleanze, sul fronte opposto si è capovolto essenzialmente un dato: il voto. Il Pdl, che in terra sicula aveva sempre regalato tante feste a B, con la gestione di Angelino Alfano si schianta al 12 per cento, meno della metà degli oltre 30 punti di 4 anni fa. Superano lo sbarramento ed entrano all’Ars Grande Sud e Cantiere Popolare di Saverio Romano, nato un anno fa da una costola dell’Udc: oggi i neoscudocrociati modello Cuffaro avrebbero raggiunto il 17 per cento, qualificandosi per l’ennesima volta come primo partito dell’isola. Come dire che a nord di Tunisi cambia tutto, per non mai cambiare nulla. A causa della debacle del certificato elettorale di Claudio Fava, rimangono nuovamente fuori dall’Ars Sel e Idv, sotto lo sbarramento del 5 per cento, nonostante l’aspirante presidente Giovanna Marano abbia raggiunto i 6 punti percentuali.
Un po’ di facce nuove nei corridoi di palazzo d’Orleans si vedranno comunque grazie al botto del Movimento Cinque Stelle, che porta all’Ars ben 15 deputati qualificandosi saldamente come la prima forza dell’isola. La campagna low cost dei giovani attivisti di Beppe Grillo è riuscita a conquistare l’elettorato deluso di qualsiasi colore politico, conquistando deputati in tutte le provincie e piazzando i suoi portavoce tra i recordman delle preferenze. Alla vigilia del voto i Cinque stelle avevano sognato la vittoria, complici anche alcuni exit poll ingannati dalle dichiarazioni di voto. Percependo il clima favorevole a Grillo e nonostante avessero scelto altri aspiranti governatori, molti elettori avevano affermato infatti di aver votato per Cancelleri: probabilmente da oggi dichiareranno di aver sostenuto fortissimamente Crocetta.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10 ... he/397927/
La sua coalizione ha ottenuto 39 deputati su 90: troppo pochi per raggiungere la maggioranza a quota 46 “onorevoli”. Entrano in gioco i deputati eletti nelle liste autonomiste, dal Mpa di Raffaele Lombardo a Grande Sud del grande sconfitto Gianfranco Miccichè. Il Movimento 5 Stelle sbarca con 15 deputati: "Ma niente alleanze". Intanto rientrano in consiglio alcuni fedelissimi di Cuffaro
di Giuseppe Pipitone | 30 ottobre 2012Commenti (866)
Doveva essere il botto, la scossa definitiva che avrebbe azzerato tutto e rivoluzionato un’intera classe politica. La Sicilia però, è noto, non è terra di rivoluzioni epocali, ma al massimo culla di laboratori. Se rivoluzione doveva essere, quindi, l’isola degli alambicchi ha preferito quella stampata sui manifesti di Rosario Crocetta, eletto governatore nella competizione più rocambolesca degli ultimi anni. Il boom del Movimento Cinque Stelle c’è stato e si è probabilmente sentito fino a Roma, muta osservatrice del nuovo equilibrio siculo, mentre il candidato del Pd e dell’Udc è il nuovo viceré di una Regione che entro fine 2012 sfonderà quota 6 miliardi di euro di deficit. All’ex sindaco di Gela sono bastati 600 mila voti su un totale di 2 milioni e 200 mila votanti per conquistare lo scranno più alto di Palazzo d’Orleans: il 30 per cento dei consensi, raggiunti grazie al fatto che oltre 2 milioni e mezzo di siciliani hanno preferito non andare a votare. Il primo partito che ha vinto è stato quello di chi è rimasto a casa: per la prima volta nella storia più di un siciliano su due.
All’europarlamentare del Pd è bastato quindi aggiudicarsi il 30 per cento, 14 punti percentuali degli aventi diritto di voto, per festeggiare l’elezione che consacra l’inedita ammucchiata tra i democratici e l’Udc: una prova tecnica di alleanza in vista delle Politiche 2013. Compreso benissimo dai moderati, che volano sopra il 10 per cento, il patto Pd – Udc è stato rifiutato dai seguaci di Pierluigi Bersani, scesi dal 22 per cento di 4 anni fa (quando Anna Finocchiaro ottenne la stessa percentuale di Crocetta ma fu surclassata dal 65 per cento di Raffaele Lombardo) ai miseri 13 punti di oggi. Adesso per l’ex sindaco dandy di Gela arriva il momento più difficile: trascinare la rivoluzione dal neretto dei cartelloni elettorali, agli atti dell’Assemblea regionale. Compito tutt’altro che semplice per Crocetta, primo governatore siciliano dichiaratamente omosessuale che ha ricordato alla stampa di essere “condannato a morte da Cosa Nostra”. Il nuovo presidente dovrà infatti fare i conti con una maggioranza che semplicemente non esiste. La sua coalizione ha ottenuto 39 deputati su 90: troppo pochi per raggiungere la maggioranza a quota 46 “onorevoli”. Il neo governatore ha minacciato di chiudere baracca e burattini in caso di ostruzionismo e rispedire i siciliani al voto, dove “Crocetta prenderà il 60 per cento”. Ipse dixit. Il parlamento siciliano è però un posto in cui cambiare casacca non è mai stato difficile: i deputati eletti nelle liste autonomiste, dal Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo (che ha lasciato in dote un posto da onorevole al figlio Toti) a Grande Sud del grande sconfitto Gianfranco Miccichè appaiono pronti a qualsiasi tentativo di dialogo, come hanno ampiamente dimostrato nell’ultima legislatura.
Sono proprio i 4 anni di governo di Lombardo ad impensierire maggiormente la rivoluzione coi moderati di Crocetta. Durante la campagna elettorale si era parlato a più riprese di accordi sottobanco tra l’ex governatore e l’ex sindaco di Gela, complice anche il benestare di Gianfranco Miccichè. E in effetti, l’ex luogotenente di Silvio Berlusconi, undici anni fa uomo simbolo del 61 a 0, si è infranto sotto il 15 per cento, 5 punti in meno rispetto alle liste che lo sostenevano. Crocetta, però, ha conquistato più o meno gli stessi punti della sua coalizione, e da un’analisi a caldo sembra che il voto disgiunto abbia premiato più il secondo classificato, Nello Musumeci, fermo al 25 per cento con il Pdl sotto il 13. Oltre, ovviamente, al candidato dei Cinque Stelle Giancarlo Cancelleri, terzo con 18 punti percentuali, 3 in più della lista. I problemi per Crocetta potrebbero semmai arrivare dalle stesse liste che lo hanno sostenuto. Il neo governatore ha rifiutato a più riprese qualsiasi segno di continuità con Raffaele Lombardo, annunciando di voler azzerare i vertici amministrativi della Regione, vere poltrone di amministrazione del potere. Solo che molti di quei vertici sono stati nominati grazie all’apporto decisivo di alcuni degli uomini che oggi lo festeggiavano davanti al comitato di via Libertà. Come Beppe Lumia per esempio, finalmente gongolante dopo la mazzata subita da Leoluca Orlando alle amministrative palermitane. Negli ultimi 3 anni l’ex presidente della Commissione Antimafia è stato lo sponsor principale dell’alleanza con Lombardo, insieme al capogruppo del Pd Antonello Cracolici, che ha fatto ritorno all’Ars.
Rientra a Palazzo dei Normanni anche un uomo simbolo dell’Udc targata Totò Cuffaro: Nino Dina, in passato indagato per concorso esterno a Cosa Nostra e poi archiviato, fedelissimo dell’ex governatore ora recluso a Rebibbia dove sta scontando 7 anni di carcere per favoreggiamento alla mafia. Era invece stato addirittura vice di Cuffaro Lino Leanza, ora rieletto con l’Udc e inserito anche nel listino di Crocetta, dopo essere stato capogruppo del Mpa. Con la lista del nuovo presidente si era candidato anche Beppe Spampinato, fino a settembre assessore al lavoro di Lombardo. I fili che legano la coalizione di Crocetta con i volti del recente potere isolano sono quindi parecchi: varare la rivoluzione moderata mentre sono ancora saldamente annodati sarà problematico. E se al momento, dalla parte dei vincenti sembrano essere cambiate soprattutto le alleanze, sul fronte opposto si è capovolto essenzialmente un dato: il voto. Il Pdl, che in terra sicula aveva sempre regalato tante feste a B, con la gestione di Angelino Alfano si schianta al 12 per cento, meno della metà degli oltre 30 punti di 4 anni fa. Superano lo sbarramento ed entrano all’Ars Grande Sud e Cantiere Popolare di Saverio Romano, nato un anno fa da una costola dell’Udc: oggi i neoscudocrociati modello Cuffaro avrebbero raggiunto il 17 per cento, qualificandosi per l’ennesima volta come primo partito dell’isola. Come dire che a nord di Tunisi cambia tutto, per non mai cambiare nulla. A causa della debacle del certificato elettorale di Claudio Fava, rimangono nuovamente fuori dall’Ars Sel e Idv, sotto lo sbarramento del 5 per cento, nonostante l’aspirante presidente Giovanna Marano abbia raggiunto i 6 punti percentuali.
Un po’ di facce nuove nei corridoi di palazzo d’Orleans si vedranno comunque grazie al botto del Movimento Cinque Stelle, che porta all’Ars ben 15 deputati qualificandosi saldamente come la prima forza dell’isola. La campagna low cost dei giovani attivisti di Beppe Grillo è riuscita a conquistare l’elettorato deluso di qualsiasi colore politico, conquistando deputati in tutte le provincie e piazzando i suoi portavoce tra i recordman delle preferenze. Alla vigilia del voto i Cinque stelle avevano sognato la vittoria, complici anche alcuni exit poll ingannati dalle dichiarazioni di voto. Percependo il clima favorevole a Grillo e nonostante avessero scelto altri aspiranti governatori, molti elettori avevano affermato infatti di aver votato per Cancelleri: probabilmente da oggi dichiareranno di aver sostenuto fortissimamente Crocetta.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10 ... he/397927/
Re: From Sicily with love
Considerato il titolo del 3D ... questa chicca di poesia non poteva mancare.
http://www.ilpost.it/2012/10/31/una-let ... -nel-1973/
http://www.ilpost.it/2012/10/31/una-let ... -nel-1973/
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Re: From Sicily with love
Palermo - Rosario Crocetta centra un centro di gravità permanente e propone a Franco Battiato di fare l'assessore alla cultura della regione Siciliana.
Battiato si è preso qualche giorno di tempo per decidere, d’altra parte, lo stesso cantautore aveva già espresso pubblicamente la propria preferenza per Saro, il gelese.
La riserva sarà sciolta nelle prossime ore e allora sapremo se Crocetta sarà riuscito nel suo intento.
L'altro nome che circola in queste ore è quello di Alfredo Galasso, avvocato, ex deputato nazionale della Rete di Orlando.
Una giunta pirotecnica
"Farò una giunta pirotecnica, non lottizzata dai partiti. Non state quindi ad ascoltare i nomi che circolano nei partiti, io vi sorprenderò con un esecutivo di altissimo profilo e mercoledì annuncerò tagli alla spesa clamorosi, a partire dalla chiusura di diverse aziende partecipate e dalla revoca delle consulenze". Rosario Crocetta, prima di prendere l'aereo per Lampedusa, dove "farà una vacanza di solidarietà", lancia un messaggio chiaro agli alleati: la giunta la farà lui. Da subito d'altronde si è messo al lavoro in proprio e già punta dritto su quattro nomi: il cantautore Franco Battiato, al quale affiderebbe i Beni culturali, il professore Alfredo Galasso e la moglie del procuratore Antimafia Piero Grasso, Mariella Fedele, oltre alla già annunciata Lucia Borsellino per la Sanità. Per i nomi di politici si attendono altri incontri da lunedì, anche se l'intenzione di Crocetta è quella di fare un colpo di teatro: presentarsi mercoledì a Palazzo d'Orleans per il suo insediamento con la squadra già formata. Ma questo, al momento, sembra un obiettivo difficile.
Ieri per lui è stata comunque una giornata di lavoro. Ha pranzato con Galasso e il senatore Beppe Lumia, e avrebbe ottenuto un primo via libera da parte del professore dell'Università di Palermo, avvocato di parte civile al maxiprocesso a Cosa nostra e tra i leader della Rete negli anni Novanta. Da tempo il neo governatore corteggia Battiato: il cantante avrebbe dato il
suo assenso ad un ruolo come assessore ai Beni culturali con una missione speciale, quella di
curare i grandi eventi. Per la parte ammini-strativa, sarebbe affiancato però da un uomo quanto meno più avvezzo alle pastoie burocratiche di dipartimento, sovrintendenze e musei. Per questo ruolo, un nome che circola con insistenza è quello di Manlio Mele. All'Istruzione, Crocetta vedrebbe bene la moglie del procuratore nazionale Antimafia, Grasso: Mariella Fedele, insegnante con un incarico al ministero dell'Istruzione. La docente è stata già contattata, e non avrebbe detto no all'offerta. Una poltrona calda è quella dell'Economia: in molti, nel Pd, consigliano a Crocetta di scegliere una figura esterna di alto profilo, che possa dialogare con il governo Monti. Un nome sul suo taccuino però ancora non c'è.
Gli altri assessori da indicare nella sua squadra di governo dovranno essere invece contrattati un minimo con i partiti. E qui viene il difficile. In area Pd, in pole per un incarico c'è la segretaria della Cgil siciliana, Mariella Maggio, che farebbe così da contrappeso a Luigi Cocilovo, che entrerebbe invece in giunta per l'area cislina. Alla finestra sta poi Antonello Cracolici: l'ex capogruppo, dopo l'ottimo risultato elettorale ed essendo stato tra i primi a
lanciare la corsa di Crocetta, chiede visibilità. E se non sarà indicato assessore, potrebbe andare alla presidenza dell'Ars.
Ma per quest'ultima poltrona si devono fare i conti anche con l'altro alleato, l'Udc. Gli ex democristiani guidati da Gianpiero D'Alia, vorrebbero indicare in giunta solo politici, almeno due, e ambiscono anche alla presidenza di Palazzo dei Normanni: per il partito, i nomi sul piatto sono quindi quelli di Lino Leanza e Giovanni Ardizzone. Crocetta, però, vorrebbe limitare al massimo gli assessori già deputati. Non caso Nello Dipasquale, l'ex sindaco di Ragusa passato alla corte del governatore, potrebbe non entrare nella squadra. In caso contrario, avrebbe però certamente la delega all'Agricoltura. I giochi comunque non sono ancora fatti.
Crocetta, che ieri ha avuto conferma del suo insediamento previsto per mercoledì prossimo, si è preso un fine settimana di riposo ed è volato a Lampedusa: "Farò una vacanza di solidarietà di due giorni dopo la lunga campagna elettorale - dice il presidente della Regione - e vorrei prendere qualche giorno di riposo. Ho pensato di trascorrerli su un'isola che, nel corso di questi anni, è stata abbandonata dalla politica nazionale. Il mio soggiorno è un modo concreto di testimoniare la solidarietà del presidente della Regione nei confronti di una comunità che spesso si è trovata a fronteggiare, da sola, emergenze in prima linea. Incontrerò il sindaco, la giunta comunale e tutta la cittadinanza".
Battiato si è preso qualche giorno di tempo per decidere, d’altra parte, lo stesso cantautore aveva già espresso pubblicamente la propria preferenza per Saro, il gelese.
La riserva sarà sciolta nelle prossime ore e allora sapremo se Crocetta sarà riuscito nel suo intento.
L'altro nome che circola in queste ore è quello di Alfredo Galasso, avvocato, ex deputato nazionale della Rete di Orlando.
Una giunta pirotecnica
"Farò una giunta pirotecnica, non lottizzata dai partiti. Non state quindi ad ascoltare i nomi che circolano nei partiti, io vi sorprenderò con un esecutivo di altissimo profilo e mercoledì annuncerò tagli alla spesa clamorosi, a partire dalla chiusura di diverse aziende partecipate e dalla revoca delle consulenze". Rosario Crocetta, prima di prendere l'aereo per Lampedusa, dove "farà una vacanza di solidarietà", lancia un messaggio chiaro agli alleati: la giunta la farà lui. Da subito d'altronde si è messo al lavoro in proprio e già punta dritto su quattro nomi: il cantautore Franco Battiato, al quale affiderebbe i Beni culturali, il professore Alfredo Galasso e la moglie del procuratore Antimafia Piero Grasso, Mariella Fedele, oltre alla già annunciata Lucia Borsellino per la Sanità. Per i nomi di politici si attendono altri incontri da lunedì, anche se l'intenzione di Crocetta è quella di fare un colpo di teatro: presentarsi mercoledì a Palazzo d'Orleans per il suo insediamento con la squadra già formata. Ma questo, al momento, sembra un obiettivo difficile.
Ieri per lui è stata comunque una giornata di lavoro. Ha pranzato con Galasso e il senatore Beppe Lumia, e avrebbe ottenuto un primo via libera da parte del professore dell'Università di Palermo, avvocato di parte civile al maxiprocesso a Cosa nostra e tra i leader della Rete negli anni Novanta. Da tempo il neo governatore corteggia Battiato: il cantante avrebbe dato il
suo assenso ad un ruolo come assessore ai Beni culturali con una missione speciale, quella di
curare i grandi eventi. Per la parte ammini-strativa, sarebbe affiancato però da un uomo quanto meno più avvezzo alle pastoie burocratiche di dipartimento, sovrintendenze e musei. Per questo ruolo, un nome che circola con insistenza è quello di Manlio Mele. All'Istruzione, Crocetta vedrebbe bene la moglie del procuratore nazionale Antimafia, Grasso: Mariella Fedele, insegnante con un incarico al ministero dell'Istruzione. La docente è stata già contattata, e non avrebbe detto no all'offerta. Una poltrona calda è quella dell'Economia: in molti, nel Pd, consigliano a Crocetta di scegliere una figura esterna di alto profilo, che possa dialogare con il governo Monti. Un nome sul suo taccuino però ancora non c'è.
Gli altri assessori da indicare nella sua squadra di governo dovranno essere invece contrattati un minimo con i partiti. E qui viene il difficile. In area Pd, in pole per un incarico c'è la segretaria della Cgil siciliana, Mariella Maggio, che farebbe così da contrappeso a Luigi Cocilovo, che entrerebbe invece in giunta per l'area cislina. Alla finestra sta poi Antonello Cracolici: l'ex capogruppo, dopo l'ottimo risultato elettorale ed essendo stato tra i primi a
lanciare la corsa di Crocetta, chiede visibilità. E se non sarà indicato assessore, potrebbe andare alla presidenza dell'Ars.
Ma per quest'ultima poltrona si devono fare i conti anche con l'altro alleato, l'Udc. Gli ex democristiani guidati da Gianpiero D'Alia, vorrebbero indicare in giunta solo politici, almeno due, e ambiscono anche alla presidenza di Palazzo dei Normanni: per il partito, i nomi sul piatto sono quindi quelli di Lino Leanza e Giovanni Ardizzone. Crocetta, però, vorrebbe limitare al massimo gli assessori già deputati. Non caso Nello Dipasquale, l'ex sindaco di Ragusa passato alla corte del governatore, potrebbe non entrare nella squadra. In caso contrario, avrebbe però certamente la delega all'Agricoltura. I giochi comunque non sono ancora fatti.
Crocetta, che ieri ha avuto conferma del suo insediamento previsto per mercoledì prossimo, si è preso un fine settimana di riposo ed è volato a Lampedusa: "Farò una vacanza di solidarietà di due giorni dopo la lunga campagna elettorale - dice il presidente della Regione - e vorrei prendere qualche giorno di riposo. Ho pensato di trascorrerli su un'isola che, nel corso di questi anni, è stata abbandonata dalla politica nazionale. Il mio soggiorno è un modo concreto di testimoniare la solidarietà del presidente della Regione nei confronti di una comunità che spesso si è trovata a fronteggiare, da sola, emergenze in prima linea. Incontrerò il sindaco, la giunta comunale e tutta la cittadinanza".
Re: From Sicily with love
Battiato, assessore ma non lascio musica
'Scendo in campo volentieri, non voglio stipendio'
06 novembre, 16:05
(ANSA) - ROMA, 6 NOV - ''Scendo in campo volentieri, ma aggiungo parzialmente, perche' non posso e non voglio cambiare mestiere''. Cosi' Franco Battiato spiega la decisione di fare l'assessore regionale alla Cultura in Sicilia, maturata anche dopo aver visto in tv il neo governatore Rosario Crocetta, che ha trovato ''travolgente''. ''Non voglio stipendio - sottolinea il cantautore - per essere libero di lasciare l'incarico da un momento all'altro''. E poi: ''Assessore mi offende, chiamatemi Franco, e saro' Franco''.
'Scendo in campo volentieri, non voglio stipendio'
06 novembre, 16:05
(ANSA) - ROMA, 6 NOV - ''Scendo in campo volentieri, ma aggiungo parzialmente, perche' non posso e non voglio cambiare mestiere''. Cosi' Franco Battiato spiega la decisione di fare l'assessore regionale alla Cultura in Sicilia, maturata anche dopo aver visto in tv il neo governatore Rosario Crocetta, che ha trovato ''travolgente''. ''Non voglio stipendio - sottolinea il cantautore - per essere libero di lasciare l'incarico da un momento all'altro''. E poi: ''Assessore mi offende, chiamatemi Franco, e saro' Franco''.
Re: From Sicily with love
repubblica. palermo.it
di ADRIANO SOFRI
AVREI voluto tornare a Mozia a rivedere il bellissimo efebo con la mano che gli ghermisce un fianco (è la sua mano, ma la mutilazione l'ha resa misteriosamente altrui). Però l'efebo, che era stato mandato a Londra per le Olimpiadi, è andato negli Stati Uniti, al Getty di Malibu, e successivamente a Cleveland, dove resterà fino al 2014. Avete letto bene: fino al 2014. Un viaggetto di un paio d'anni per quel presunto auriga. Allora ho dirottato di poco il mio viaggio fino a Castelvetrano, per vedere l'efebo di Selinunte. Sono arrivato poco dopo l'una, il museo era chiuso e annunciava la riapertura alle 15, ho gironzolato e alle 15, puntualmente, hanno aperto, sono entrato e ho letto un minuscolo cartello sul tavolo della bigliettaia: "L'efebo di Selinunte si trova a Shanghai". Ho pensato che faremo una gran figura all'Esposizione universale, e che potrebbero scriverlo anche sul portone del museo chiuso.
Era ancora presto, e sono andato a Mazara del Vallo, a rivedere il Satiro danzante. Che però è anche lui a Londra, alla Royal Academy, e anche lì sarà un figurone. Per fortuna, fino al tramonto, era aperto il parco archeologico di Selinunte, e ho potuto passeggiarci da solo come un viaggiatore del '700, e poi andare a guardare il tramonto dalla spiaggia di Jojò: magnifico, sole mare cielo e templi. Eccitato da tanta bellezza, la mattina dopo sono andato al Museo archeologico di Palermo, dove sono custodite le meravigliose metope di Selinunte, però è chiuso per restauri, che avrebbero dovuto essere completati a dicembre, ma non ce l'hanno fatta e dureranno, mi hanno detto, "ancora qualche mesetto". Che è già meglio di qualche mese, il mesetto. Allora, non vi spazientite, sono partito alla volta di Cefalù, a rivedere il sorriso dell'ignoto marinaio. Non occorre che vi dica che il museo Mandralisca era chiuso, per dei lavori "elettrici". C'era un signore gentile, gli ho chiesto come mai non avessero diffuso la notizia, mi ha detto che in effetti, non l'hanno diffusa. (Ehi, non l'hanno scritto nemmeno nel sito ufficiale del Museo: acqua in bocca).
Non c'è niente di più emozionante di un viaggio in Sicilia: non c'è praticamente un solo punto in cui non ci sia qualcosa da vedere.
di ADRIANO SOFRI
AVREI voluto tornare a Mozia a rivedere il bellissimo efebo con la mano che gli ghermisce un fianco (è la sua mano, ma la mutilazione l'ha resa misteriosamente altrui). Però l'efebo, che era stato mandato a Londra per le Olimpiadi, è andato negli Stati Uniti, al Getty di Malibu, e successivamente a Cleveland, dove resterà fino al 2014. Avete letto bene: fino al 2014. Un viaggetto di un paio d'anni per quel presunto auriga. Allora ho dirottato di poco il mio viaggio fino a Castelvetrano, per vedere l'efebo di Selinunte. Sono arrivato poco dopo l'una, il museo era chiuso e annunciava la riapertura alle 15, ho gironzolato e alle 15, puntualmente, hanno aperto, sono entrato e ho letto un minuscolo cartello sul tavolo della bigliettaia: "L'efebo di Selinunte si trova a Shanghai". Ho pensato che faremo una gran figura all'Esposizione universale, e che potrebbero scriverlo anche sul portone del museo chiuso.
Era ancora presto, e sono andato a Mazara del Vallo, a rivedere il Satiro danzante. Che però è anche lui a Londra, alla Royal Academy, e anche lì sarà un figurone. Per fortuna, fino al tramonto, era aperto il parco archeologico di Selinunte, e ho potuto passeggiarci da solo come un viaggiatore del '700, e poi andare a guardare il tramonto dalla spiaggia di Jojò: magnifico, sole mare cielo e templi. Eccitato da tanta bellezza, la mattina dopo sono andato al Museo archeologico di Palermo, dove sono custodite le meravigliose metope di Selinunte, però è chiuso per restauri, che avrebbero dovuto essere completati a dicembre, ma non ce l'hanno fatta e dureranno, mi hanno detto, "ancora qualche mesetto". Che è già meglio di qualche mese, il mesetto. Allora, non vi spazientite, sono partito alla volta di Cefalù, a rivedere il sorriso dell'ignoto marinaio. Non occorre che vi dica che il museo Mandralisca era chiuso, per dei lavori "elettrici". C'era un signore gentile, gli ho chiesto come mai non avessero diffuso la notizia, mi ha detto che in effetti, non l'hanno diffusa. (Ehi, non l'hanno scritto nemmeno nel sito ufficiale del Museo: acqua in bocca).
Non c'è niente di più emozionante di un viaggio in Sicilia: non c'è praticamente un solo punto in cui non ci sia qualcosa da vedere.
Re: From Sicily with love
ANSA) - PALERMO, 23 NOV - Il prof. Antonino Zichichi, (ai Beni culturali), e la studentessa universitaria Nelli Scilabra, (alla Formazione), sono i due nuovi assessori regionali in Sicilia. Lo ha annunciato in conferenza stampa il presidente della Regione Rosario Crocetta. Scilabra ha 29 anni, e' studentessa di Giurisprudenza, fa parte del senato accademico dell'ateneo del capoluogo e ha partecipato alla campagna elettorale per Crocetta presidente. Il neo assessore fa parte della direzione regionale dei giovani Pd.
a mio avviso il prof. è scelta pessima
a mio avviso il prof. è scelta pessima
Re: From Sicily with love
A me sembra un'inutile farsa. Tanto Crocetta i numeri per governare non ce li ha.
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