Come se ne viene fuori ?

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paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da paolo11 »

Quante correnti ci sono... nel Pd?
C’è una domanda, che riecheggia invano nelle menti del popolo della sinistra. Vaga, inascoltata, da molto tempo. Cos’è il Pd? L’opinione pubblica se lo chiede senza aver trovato una chiave d’interpretazione, qualcosa che possa far intuire da che verso si legge. Qual è il davanti e quale il retro… non è dato di comprendere pienamente la collocazione esistenziale del Partito Democratico (e all'ultima pagina: riflessioni perturbanti...o perturbate).
D'Alema e Veltroni, appartenenti all'area socialdemocratica
____o°O°o____
Lo vedrete tra poco, quando descriveremo in dettaglio le quattro macroaree e le sedici correnti che confluiscono nel Rio Grande del Partito Democratico. In coda all'articolo alcune riflessioni elaborate dopo questa esperienza che potremmo definire drammatica e insieme avvincente, che ci ha gettato nel caos più totale per alcune ore. Un viaggio estremo, senza l'ausilio di sostanze psicotrope (droghe). Un momento doloroso ma d'intensa crescita umana.

Il PD s’ispira alle grandi culture politiche che costituiscono oggi il centrosinistra, vale a dire la socialdemocrazia ed il cristianesimo sociale con una certa influenza del pensiero socio-liberale (quest'ultimo in pratica è un ossimoro... come 'ghiaccio bollente' o roba del genere... semplicemente sublime) e ecologista. I valori del partito sono formati dalla cultura del repubblicanesimo, il rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana, del Risorgimento e della Resistenza. I partiti della cosiddetta "Prima Repubblica" e le loro relative culture e posizionamenti politici di riferimento per il PD sono quelli che componevano l'intero arco costituzionale.

Forte è la connotazione europeista del partito e l'influenza del Partito Democratico degli Stati Uniti e del liberalismo americano. Scopo del partito è di creare un nuovo centrosinistra anche a livello europeo comprendendo anche esperienze politiche che non necessariamente provengano dalla tradizione socialista e socialdemocratica

L'articolo 30 dello Statuto del partito recita che il PD «ai sensi dell’articolo 18 della Costituzione, favorisce la libertà e il pluralismo associativo e stabilisce rapporti di collaborazione con fondazioni, associazioni ed altri istituti, nazionali ed internazionali, a carattere politico-culturale e senza fini di lucro, garantendone e rispettandone l’autonomia». «Tali fondazioni, associazioni ed istituti» vengono considerati «strumenti per la divulgazione del sapere, il libero dibattito scientifico, la elaborazione politico-programmatica» e le loro iniziative «non sono soggette a pareri degli organi del Partito Democratico».

Per tale motivo diversi esponenti hanno subito promosso fondazioni o rilanciato quelle già pre-esistenti. L'attività febbrile ha fatto sì che da più parti si parlasse di vera e propria attività correntizia più o meno occulta. Non è ancora dato di parlare di correnti in senso classico e del resto uno stesso esponente democratico può essere iscritto a più associazioni, così come quest'ultime spesso iscrivono anche soggetti esterni al PD quando non iscritte ad altri partiti.

NOTA: insomma, un partito pieno di sfumature cromatiche… solo che neanche gli appartenenti hanno idea di cosa sia questo coso curioso su cui viaggiano. Ma l'importante è viaggiare. Per ora sanno solo che si rispettano tra di loro. Forse però hanno scambiato la reciproca tolleranza per rispetto. Ora aspettano che arrivi un papa straniero in grado di spiegar loro quale sia la sottile (e alchemica) differenza tra i due concetti...

Le correnti sono suddivise per matrice ideologica. Non va tuttavia dimenticato il ruolo di Area Democratica come luogo di coordinamento delle correnti che hanno sostenuto la candidatura di Dario Franceschini alle primarie del 2009.

Area socialdemocratica - Si rifà alla precedente esperienza dei Democratici di Sinistra, del Partito Democratico della Sinistra e prima ancora del Partito Comunista Italiano. Vi sono anche modesti spezzoni del Partito Socialista Italiano. L'area rappresenta la maggioranza del partito e rivendica l'inserimento dello stesso all'interno dell'Internazionale Socialista e del Partito Socialista Europeo per esprimere la natura di sinistra del partito. È rappresentata dalle seguenti correnti:

• Riformisti e Democratici/Dalemiani. È la componente di origine dalemiana e d'ispirazione socialdemocratica, comprendente anche esponenti de I Popolari e d'estrazione liberale come Paolo De Castro. La corrente comprende circa 100 parlamentari ed è favorevole all'ingresso del partito nel Partito del Socialismo Europeo (PSE).

• Veltroniani. Rappresenta il gruppo costituito intorno all'ex segretario Walter Veltroni di ispirazione prevalentemente socialdemocratica. Prima della direzione del 23 settembre 2010 facevano parte di questo gruppo anche i sostenitori di Piero Fassino, da cui si sono distinti per essere meno critici verso l'attuale segretario Pierluigi Bersani.
• A Sinistra. La corrente s’inserisce nel solco della tradizione del PCI e del PSI promuovendo l'entrata del partito nel PSE nell'Internazionale Socialista. Il gruppo è guidato da Livia Turco.

• Democrazia e Socialismo. Corrente guidata da Gavino Angius nata con l'obiettivo di rendere il PD al socialismo e aderente al PSE e all'Internazionale Socialista.

• Semplicemente Democratici. Di natura socialdemocratica/cristiano sociale, nasce come lista a sostegno di Dario Franceschini alle primarie del 2009, promossa da importanti esponenti del Pd quali Debora Serracchiani, Rita Borsellino, Sergio Cofferati, David Sassoli e Francesca Barracciu. Questo gruppo pone particolare attenzione al rinnovamento del gruppo dirigente e alla questione morale interna.

• Vivi il Pd - Cambia l'Italia. Sono il gruppo eterogeneo e non organizzato che ha sostenuto la candidatura di Ignazio Marino alle primarie del 2009 ottenendo il 13% dei voti. Avverso al correntismo, il gruppo non forma una vera e propria corrente organizzata, però tutti coloro che sostenevano la candidatura Marino condividono un forte interesse comune per i temi legati alla laicità dello Stato e ai diritti civili, al rinnovamento generazionale, alla questione morale e al merito. A sostegno di Marino si sono schierati ex veltroniani doc come Goffredo Bettini, Marta Vincenzi e Felice Casson, ulivisti come Sandro Gozi, importanti esponenti nel campo dei diritti civili come Ivan Scalfarotto e l'on. Paola Concia.

• Insieme per il PD. Nata nel 2009 sul web2 da iscritti, militanti e coordinatori locali, non è una vera e propria corrente (ma intanto… c’è). I sostenitori condividono i temi quali la meritocrazia, il riformismo, rinnovamento generazionale e criticismo verso i leader storici. Il 20 novembre 2010 per la prima volta i partecipanti si sono riuniti a Roma per la prima edizione di "INSIEME DAY" un convegno che ha sancito la nascita dell'area a livello pubblico. L'area è guidata da Giuseppe Rotondo e dall'On. Sandro Gozi (ehm... ma quest'ultimo non si era schierato con la corrente precedente? Mah, dev'essere un cuspide...)

Area cristiano-sociale - comunemente definita come "cattolica-democratica" trae la sua origine dal partito centrista de La Margherita e prima ancora dalla esperienze della sinistra della DC e da altre esperienze centriste passate. L'area rivendica una maggiore rappresentanza del cattolicesimo sociale all'interno del partito ed aspira a un ruolo fondamentale nel centrosinistra a cui ha contribuito alla sua nascita ai tempi de L'Ulivo. Si oppone all'adesione al PSE e alla Internazionale Socialista. Le correnti di riferimento sono:

• I Popolari/Quarta Fase. È la principale corrente cristiano-sociale che si rifà alla tradizione della sinistra interna della DC e del Partito Popolare Italiano (PPI) Rappresenta il 23% del Comitato Nazionale. Nell'area prevalgono due orientamenti diversi: Dario Franceschini e Franco Marini guidano l’ala più vicina alla maggioranza, mentre Beppe Fioroni è il principale esponente dei maggiormente critici verso il segretario.

• Democratici Davvero/Bindiani. È il gruppo di riferimento di Rosy Bindi, attuale presidente del partito. Si presenta come corrente di stampo cristiano-sociale e socialdemocratica, erede della DC di sinistra e del PPI. I membri provengono dagli Ulivisti, I Popolari (la stessa Bindi).

• Teodem. Sono una corrente di stampo democristiano e cristiano-sociale che rappresenta la "destra" del PD sul fronte dei temi etico-sociali. Del gruppo fanno parte un deputato (Luigi Bobba), e quattro senatori (Benedetto Adragna, Emanuela Baio Dossi, Luigi Lusi e Antonino Papania). Del gruppo facevano originariamente parte anche Marco Calgaro e Donato Mosella, che hanno aderito ad Alleanza per l'Italia (ApI) e Dorina Bianchi, Enzo Carra, Renzo Lusetti e Paola Binetti, che hanno migrato verso l'UdC.

• Ulivisti. È l'area più vicina a Romano Prodi. Gli Ulivisti enfatizzano molto l'apertura del PD alla società civile e la democrazia interna al partito e al congresso non hanno appoggiato alcuna mozione. L'area si ispira al cristianesimo sociale e alla socialdemocrazia.

• Cristiano Sociali. È una piccola corrente proveniente dai Democratici di Sinistra
Area liberale
• Associazione TrecentoSessanta/Lettiani. Afferisce all'attuale vice-segretario Enrico Letta (parente di Gianni Letta, uomo ombra del Premier). È un'associazione di matrice cattolicoliberale e centrista disponibile al dialogo con l'UdC. I membri provengono in ordine sparso da varie correnti come gli Ulivisti, I Popolari, i Veltroniani, i Dalemiani.

• Democratici Rinnovatori e Coraggiosi. Definita un tempo come corrente dei Rutelliani rappresenta la parte cattolico-liberale e centrista del partito. Si è sfaldata a seguito dell'uscita del proprio leader Francesco Rutelli e altri che hanno aderito per lo più all'ApI. I rimasti nel PD sono guidati da Paolo Gentiloni.

• Liberal Pd. Corrente di orientamento socioliberale, costituita il 26 gennaio 2008 su iniziativa di Enzo Bianco, Valerio Zanone, Enrico Morando (ex-leader dei Liberal DS) e Franco Bassanini.

Area ecologista
• Ecologisti Democratici. Gruppo ecologista formato da esponenti sia provenienti dai Democratici di Sinistra che da La Margherita. Leader di riferimento è Ermete Realacci. Agli Eco-dem vanno aggiunti anche svariati membri in passato appartenenti al gruppo dirigente dei Verdi, e in seguito approdati qui.

La collocazione europea ha rappresentato una bella gatta da pelare per il partito (più che un partito, ci sembra un circolo culturale per scambiare riflessioni in amicizia, ma tant'è...) che è lacerato tra un'anima di matrice socialdemocratica e un'altra cattolico-riformista: gli ex-DS, infatti, facevano parte del PSE, mentre la Margherita nel 2004 aveva fondato un Partito Democratico Europeo che sedeva nell'area liberaldemocratica.

Diessini da un lato e popolari della Margherita dall’altro, entrambi vivono l’angoscia di rinunciare alle proprie identità storiche, in un progetto che potrebbe condurre ad avere un partito senza identità ideologiche oppure l'appiattimento delle varie aree sulle posizioni di una sola. Quello della collocazione europea è il motivo che ha indotto la minoranza DS guidata da Gavino Angius (in seguito rientrato) a non aderire al partito, sostenendo appunto che mancasse un richiamo forte del partito all'appartenenza al PSE.

A tal proposito, il PSE, nel settimo congresso tenuto a Oporto, ha modificato il proprio statuto definendosi come forza politica aperta a tutti i partiti europei "di ispirazione socialista, progressista e democratica", prospettando la possibilità di un allargamento a partiti e movimenti progressisti che non provengono necessariamente dallo storico campo del socialismo europeo. Tale modifica è stata considerata un'apertura nei confronti delle istanze avanzate dalla Margherita in Italia, anche se il partito ha rimarcato di non volere che il PD aderisca tout-court al PSE, semmai che intraprenda con esso un rapporto di collaborazione nell'alveo di un nuovo centrosinistra europeo.

Insomma, cari elettori e – sdraiatamente – care elettrici: non è l’Italia che deve adattare il suo centro sinistra all’Europa, ma esattamente il contrario. Sia Veltroni che Letta (sempre Enrico, non Gianni) si sono assettati in varie occasioni (su Wikipedia trovate tutto: nomi e cognomi) insieme ai potenti del Club Bilderberg. Il popolo si chiede: saranno riusciti a convincerli oppure gli Illuminati li avranno mandati garbatamente ‘nto culu ? Anche questo punto rimarrà un mistero, poiché le riunioni degli oscuri Illuminati (altro ossimoro…) si svolgono sempre a porte chiuse. Ma dato che il suddetto Club è di matrice più conservatrice che progressista, verosimilmente, prima o poi, vedremo il Pd – o una parte di esso - (genu)flettersi verso il centro. Magari con scappellamento a destra come se fosse antani (Monicelli… R.I.P.)

Da segnalare, in direzione di un nuovo centrosinistra più moderato va anche Romano Prodi che, in sede di Assemblea Costituente, ha sostenuto che sarà l'Italia ad anticipare l'Europa nella creazione di un contenitore delle forze progressiste e democratiche (per l'appunto: quod erat demonstrandum). In sede europea, infatti, i parlamentari europei del PD hanno mantenuto inizialmente la loro collocazione originaria (divisi tra PSE e Alleanza dei liberal democratici europei ) fino alle elezioni europee del 2009: solo in seguito si è scelto di dar vita a un gruppo unico con il PSE, chiamato prima Alleanza dei Socialisti e dei Democratici per l'Europa (ASDE) e poi Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (APSD).
E fan come quei santoni indiani, che si dedicano alla contemplazione mistica dell’infinito, l'anima fluida nel continuum spazio temporale... Altri si affidano alla millenaria sapienza dei filosofi, e han rinunciato da tempo alla possibilità di trovar risposte: hanno solo domande.

Ecco allora cos’è il PD: non un partito ma, come si diceva all'inizio, una sorta di ritrovo culturale. L’iscritto frequenta le riunioni, si confronta, disserta su questo o quell'argomento. Con la consapevolezza che non una sola decisione verrà mai imbroccata. Gli incontri procedono amabili, fuori dal tempo, in una atmosfera arcadica. La dialettica va per la maggiore: ora con spirito quieto - pacatamente e serenamente - secondo l'etica marzulliana. Altre volte invece con quella veemenza, stile Pierferdy quando si accalora su questioni della miglior lana caprina. Discutono, valutano e... prendono atto dei dissensi. Stop.

Quando hai terminato di confrontarti con un democratico te ne vai con la gradevole sensazione di esserti spiritualmente arricchito, di aver maturato la certezza che al prossimo giro, quando altri entreranno a far parte del Meraviglioso mondo del Pidì, l'epilogo sarà molto più incerto di quando tutto era cominciato. Essi t'insegnano che con la santa pazienza tutto (e il contrario di tutto) può essere dimostrato, applicando il giusto controcanto retorico. Puoi dunque essere qualcosa, MA ANCHE il suo contrario, come testimonia l’autobiografia I dolori del giovane Walter. C’è in definitiva un intero orizzonte che si apre, all’iniziato che ignaro varca la soglia della caleidoscopica galassia dei Piddini. Tutti al grido di “Yes, we cant” (il verbo to cant, nella modalità intransitiva, ha due significati: il primo è quello di capovolgersi mentre il secondo è quello di parlare in modo ipocrita).

Quando occorre, per realizzare l’inganno perfetto, il Pd mente anche a se stesso, così da non poter spifferare alcunché di compromettente laddove venisse preso di sorpresa. Che diavoli, 'sti democratici...

Qui c'è il link per la mappa dell'albero genealogico del Pd: arrivati sulla pagina cliccate in basso a destra per ingrandire l'immagine. Perché in fin dei conti, nel caso di famiglie numerose (e senza una bussola), puoi anche perderti...

N.B. Sia chiaro: noi non siamo ostili al Pd. Tutt'altro. Anzi, pensiamo che se un giorno o l'altro - hai visto mai - dovesse diventare adulto potrebbe essere proprio un buon partito. Non che potremmo sposarcelo, beninteso. Per eventuali pretendenti, poi, occorrerebbe vedere se nel frattempo non si sia già accasato altrove.

di Alex Sfera - con il generoso contributo dell'intera Redazione - 28 dicembre 2010

Aggiornamento: sarà stato lo spirito natalizio, forse la stella cometa... non si sa. Fatto sta che abbiamo trovato il Campione dell'universo democratico. È il senatore Nicola Rossi: a lui va il mirto dell'eccellenza. Questo è il suo profilo. Si noti l'ultima riga, che lo consacra definitivamente nell'olimpo dei politici di mestiere.
http://www.newsphera.it/store/Web26Dic2 ... oNelPd.asp
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Prendetela pure con le pinze.
Ciao
Paolo11
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

L'Ultimo tango a Parigi - 19
Cause ed effetti - 17


Gli effetti del secondo tipo 16
In risposta a mario.




2 b) Perché Civati abbandona i Rottamatori di Leopolda I ???

Voi che valutazione date in merito al fatto che quando nasce il gruppo dei “Rottamatori” nel 2010 alla Stazione della zia Leopolda, nella Convention denominata: Prossima fermata Italia, sia presente anche il consigliere regionale della Lombardia, Pippozzo Civati, e che in seguito si mette da parte e non segue più Renzi nella sua avventura?

Io dico la mia,….voi dite la vostra.

Per quello che ho capito di Pippozzo, mi sembra un politico di vecchio stampo che va con i piedi di piombo, e quindi non si è prestato all’avventura personale creata ad arte da Renzi basata sulla “Rottamazione” per arrivare a Palazzo Chigi senza seguire il percorso normale.

E’ come se ad una maratona Renzi avesse tagliato per i campi, senza seguire il tracciato regolamentare della corsa……”Così fo’ prima……”

Civati 6 giorni fa ha annunciato:

Civati si candida alla segreteria del Pd
L'annuncio sul suo blog, sara' in corsa nel 2013

13 novembre, 11:27

(ANSA) - MILANO, 13 NOV - Il consigliere regionale della Lombardia Giuseppe Civati ha annunciato sul suo blog di candidarsi alla segreteria nazionale del Pd. Una decisione dettata anche dalla situazione politica in Lombardia, con la corsa di Umberto Ambrosoli e la convocazione di 'primarie civiche' modificando le regole iniziali della consultazione. Mi candido, ha spiegato, ''anche se qualcuno dice che chi vince le primarie 2012 nominera' il segretario nel 2013 che se qualcuno dira' che e' troppo presto''.


Sarò dei tempi di Carlo Cudega, ma se uno vuole cambiare qualcosa il percorso è questo,….o no????
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Il Paese allo sbando – 120
Diario di un disastro annunciato – 20 novembre 2012 – 1
Perché il patatrak è inevitabile - Verso la Repubblica di Weimar – 55

La balcanizzazione del Bel Paese è cominciata - 54
I giorni della follia – 20



I giorni della follia cominciano a fare sentire tutto il loro peso.

19 novembre 2012, Rai3 ore 08.06, il conduttore Andrea Vianello ligio alla sua scaletta presenta gli ospiti in studio e poi si rivolge all’ospite collegato da Genova, Ferruccio sansa de Il Fatto.

Vianello – “Sansa mi fa subito lei un quadro di come vede in questo momento i lavori in corso nella politica, sa voi del Fatto le cantate un po’ a tutti e quindi avete anche le mani libere per poterle dire senza coinvolgimenti particolari”.
Sansa – “Insommaa……”

S’inserisce subito Rondolino:

Rondolino.- “Quelli del Fatto sono l’organo di stampa di Beppe Grillo, cioè di un piccolo dittatorucolo partitocrate“, attacca l’ex collaboratore di D’Alema.

Non si lascia attendere la replica di Sansa: “Non credo che Rondolino abbia autorevolezza per fare questi appunti. Uno che è passato dal centrosinistra alla Santanchè dovrebbe risparmiarsi queste battute di spirito”.

Si infiamma la polemica con la gragnuola di irrisioni del cronista de “Il Giornale”.- “E tu invece da dove sei passato?” – controbatte – “La tua biografia è così insignificante che neppure la conosco”.

Il conduttore Andrea Vianello tenta di sedare il match, ma Rondolino si lagna ripetutamente della frase di Sansa. “Mi ha detto che non ho autorevolezza”, si giustifica e prosegue come un disco rotto la solita provocazione: “Sentiamo il portavoce di Beppe Grillo cosa ha da dirci”.

Non si ferma neppure quando il direttore de “Il Fatto del lunedì” gli annuncia una querela.

Anzi, rincara la dose, interrompendo l’interlocutore a piè sospinto: “Quelli de “Il Fatto” sono dei piccoli poliziotti. Prova a parlare se riesci a mettere due parole in croce”.

Sansa non ci sta e Rondolino dà il meglio di sè: “Ma vattene, levati fuori dai coglioni“.

Ed esige anche le scuse del giornalista de “Il Fatto Quotidiano”, definito “ridicolo personaggio”, per aver osato dubitare della sua professionalità.

Di fronte alla violenza verbale del nuovo collaboratore della Santanchè, a Sansa non resta che alzarsi e abbandonare la sua postazione.

E gli insulti di Rondolino non si fermano: “E’ un gran cafone, l’unica cosa che sa fare è scappare. Tipico di quelli de “Il Fatto”: manganellano e poi scappano, è il loro sistema“

19 novembre 2012
IFQ

Il filmato.
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/11/ ... ni/211452/

Più volte Vianello nel corso della puntata ritornerà sul caso.

Questo ed altro, come ad esempio la posizione della Mussolini su Monti, caratterizzeranno un puntata particolare che da le giuste proporzioni di come si sta progressivamente logorando il Paese.


La puntata intera:

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... 8.html#p=0

**

A complicare il quadro della politica italiana irrompe il giallo del sequestro del “ragiunat” di Berlusconi, Spinelli.

Le motivazioni addotte non convincono nessuno, neppure il direttore del Tempo Mario Sechi come dichiarerà a Linea notte.

L’ennesima riprova che la casta considera gli italiani una massa di merli scemi, ci arriva dal solito Ghedini che giustifica il ritardo di 30 ore della denuncia dell’accaduto per il semplice motivo che: NON AVEVANO NIENTE IN MANO. Deve essere senz’alto una premiére al livello mondiale perché un’diozia di questo genere non si era mai sentita prima.

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Bersani è in Sardegna e a Cagliari lo apostrofano con “Traditore”.

Cagliari, Pierluigi Bersani contestato
dagli operai Alcoa: "Traditore"

Il segretario del Pd ha poi ricevuto un'ovazione a Cagliari: "Sono sempre per parlare con i lavoratori, tranne per chi dice 'Bersani traditore', perché io traditore non mi sento". Nel capoluogo toscano 200 lavoratori a Palazzo Vecchio contro il sindaco Renzi (leggi)

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11 ... re/419573/

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Nel Pdl i candidati alle primarie sono 11. Come diceva qualcuno, hanno più candidati che votanti.

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Nella terra del gattopardo non cambierà mai nulla. La battuta l’ha fatta anche Cetto Laqualunque, è un’amara realtà che viene verificata ogni giorno.

E’ appena spuntato dal nulla Samorì, ed eccolo subito alle prese con il naso di Pinocchio

Samorì, anziani reclutati a loro insaputa a fare da claque
Il gruppo di un centro per la terza età è stato dirottato nel mezzo della convention del candidato alle primarie del centrodestra a Chianciano Terme. Il numero 2 dell'avvocato Diego Volpe Pasini: "Denunceremo l'autore della truffa e la prossima volta staremo più attenti"

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11 ... ue/418597/


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Il G8 di Genova non finisce mai


Archivio » 2012 » novembre
Scontri Roma, Severino: “Nessun estraneo al ministero”
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 19 novembre 2012
Commenti (162)


Non è entrato nessuno nel palazzo di via Arenula, sede del ministero della Giustizia, mercoledì 14 novembre durante gli scontri a Roma. E’ quanto emerso dall’indagine interna disposta dal guardasigilli Paola Severino. Ora che l’inchiesta è conclusa il ministro ha escluso l’ingresso di persone esterne nel ministero: ”Dalla visione completa delle registrazioni delle telecamere –
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Struzzi


Corriere 20.11.12
Quando le società possono esplodere
di Giovanni Sartori

Se manca il lavoro, chi deve rimediare?

Sembra ovvio: lo Stato.

Ma lo Stato è già, di per sé, un colossale datore di lavoro. È anche, purtroppo, un cattivo datore di lavoro che spende male, che spende troppo e che, almeno da noi, è intriso di corruzione mafiosa e privata.


Anche così è bene che l'opinione pubblica si renda conto della mole di spese che lo Stato deve oggi affrontare.

In primo luogo deve pagare la burocrazia che lavora per lo Stato: una vera e propria armata, più le venti armatine regionali.

In secondo luogo deve garantire la sicurezza, e quindi pagare le forze armate, la polizia, i carabinieri.

In terzo luogo è lo Stato che deve provvedere alla viabilità, e quantomeno alle strade: costruirle e mantenerle.

Poi deve provvedere alla istruzione pubblica, scuole e Università. Infine la sanità.

Negli Stati Uniti uno dei maggiori problemi pendenti è proprio se la salute debba essere a carico di assicurazioni private.

Ma in Europa la salute è quasi sempre una protezione che deve essere fornita dallo Stato.

Come si vede, lo Stato di costi e di incombenze ne ha. E quando ha pagato gli interessi sui suoi sprovveduti debiti si ritrova senza un copeco in cassa. E finora non ho ricordato un ultimo dovere: la manutenzione del territorio e di tutte le cose che richiedono manutenzione. Fino all'avvento della società industriale la manutenzione richiesta era soprattutto agricola (che includeva, però, i terrazzamenti che consolidano un territorio friabile con tante colline); ma questa manutenzione è da gran tempo dimenticata. Quando arrivano le alluvioni si scopre che gli alvei dei torrenti non vengono mai ripuliti e che sono strozzati da cementificazioni tanto incoscienti quanto sospette.

Come si vede, lo Stato ha già di per sé moltissimo da fare e da spendere. Ed è bene che si fermi nell'ambito che ho appena ricordato e che lasci libera la massa di persone che sono o che dovrebbero essere addette alla produzione di beni, nonché dei servizi non serviti dallo Stato. Perché questa è l'economia che sorregge tutto il resto (ivi incluse le spese dello Stato). E se questa economia «di base» entra in crisi, in depressione, allora sono guai.
La dottrina distingue tra «privazione assoluta» e «privazione relativa» (il termine inglese è deprivation). Nella prima, diffusa specialmente in Africa, i morti di fame si lasciano morire di fame: non reagiscono, restano seduti e muoiono. Nel caso della privazione relativa, invece, chi è minacciato dalla fame non è rassegnato, non resta passivo: si rende conto di quel che sta succedendo e reagisce.

Pertanto tutte le insurrezioni, tutte le rivolte, presuppongono uno stato di privazione relativa nel quale chi teme una ricaduta nella miseria si ribella.

Che poi le ribellioni risolvano i problemi non è detto.

Ma intanto avvengono, e non possono essere ignorate.

Il caso peggiore, in Eurolandia, è quello della Grecia.


Ma anche la situazione italiana è grave, se è vero (le statistiche sulla disoccupazione non sono mai troppo sicure) che circa il 35 per cento dei nostri giovani in cerca di lavoro non lo trova.



Perché questi giovani sono proprio quelli che dovrebbero alimentare l'economia produttiva, l'economia che sorregge tutto il resto, insomma, lo zoccolo duro della produzione di ricchezza.

In questa situazione una società libera rischia di esplodere e di sfasciarsi. Vedi la Grecia.
shiloh
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da shiloh »

questa che segue sarebbe epocale...

Fisco, inserito il contrasto di interessi.

chi chiede la ricevuta la potrà detrarre.

La novità, a lungo invocata come misura di lotta all'evasione, è stata inserita nel testo del ddl licenziato dalla commissione Finanze del Senato e che passa domani all'esame dell'aula.
Un provvedimento delega che può aprire una nuova strada .

ROMA - Il disegno di legge sulla delega fiscale potrebbe finalmente introdurre in Italia uno dei provvedimenti più attesi e invocati in tema di lotta all'evasione.
Il testo del provvedimento licenziato oggi dalla commissione Finanze del Senato e che domani sarà all'esame dell'aula contiene infatti il principio del contrasto di interesse per far emergere il "nero".

"Come confermano i dati che leggiamo oggi sui quotidiani
- afferma il relatore, il democratico Giuliano Barbolini -
il contrasto all'evasione richiede una strategia articolata e costante.
L'utilizzo delle banche dati e il redditometro possono essere strumenti utili ma da soli non bastano.
Anche di questo si occupa la delega fiscale che è stata molto migliorata dal lavoro della commissione Finanze".

"La Commissione - aggiunge il senatore del Pd - ha infatti predisposto un testo di buon livello che offre appropriate risposte su punti critici del nostro sistema tributario, tali da durare e rimanere stabili nel tempo.
Tra le novità, l'inserimento del contrasto di interessi come criterio per fare emergere la base imponibile 'attraverso l'emanazione di disposizioni per l'attuazione di misure selettive e indirizzate alle aree maggiormente esposte al mancato rispetto dell'obbligazione tributaria'.

Detto in termini più semplici si tratta della possibilità di dedurre dalla dichiarazione dei redditi scontrini e ricevute, incentivando così i consumatori a farne richiesta.
Sarà il governo,
attuando la delega, a disciplinare la misura prevedendo le "opportune fasi applicative" e le "eventuali misure di copertura". Il contrasto d'interessi dovrà essere "selettivo" e "con particolare riguardo alle aree maggiormente esposte al mancato rispetto dell'obbligazione tributaria".

Barbolini spiega:
"E' un tema su cui, in questi anni, il Partito democratico in Senato si è molto impegnato con proposte, emendamenti e disegni di legge, spesso in sintonia con il lavoro svolto dalla commissione Finanze sulle stesse questioni. Una condivisione dimostrata dal voto all'unanimità espresso ieri sera sull'emendamento presentato dal Pd".

La commissione di Palazzo Madama ha anche reintrodotto nel testo della delega fiscale l'introduzione della cosiddetta 'carbon tax', ovvero una tassa sulla produzione di anidiride carbonica attraverso il consumo di fonti fossili.

http://www.repubblica.it/economia/2012/ ... ef=HREC1-7
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Gli elettori sono ignoranti? La soluzione è il fact checking
di Barbara Collevecchio
| 21 novembre 2012
Commenti (144)


Oggi voglio riprendere il discorso di come si arriva a fare una scelta elettorale. Come ho già scritto citando un illustre economista, psicologo e informatico Herbert Alexander Simon, nel momento decisionale sono molto importanti gli aspetti psicologici.

Ci sono dei vincoli interni all’individuo che possono condizionare le sue scelte.

Gli esseri umani possiedono una razionalità limitata a causa della loro
- stupidity (limitate capacità di calcolo)
- ignorance (impossibilità di conoscere tutte le alternative possibili)
- passion (emozioni).

La mente umana inoltre, difficilmente riesce a considerare più di 6 o 7 variabili alla volta è dunque evidente che non siamo esseri completamente razionali e che sia comodo per la nostra psiche che qualcuno scelga per noi, anche se non ce ne rendiamo conto.

Gli elettori per ovviare ad una lunga e difficile elaborazione delle informazioni durante una campagna elettorale, ricorrono a scorciatoie – chiamate “euristiche” o “schemi” – che consentono loro di assumere decisioni approssimativamente razionali utilizzando le informazioni disponibili, le quali sono per definizione scarse a causa dei limiti cognitivi individuali.

Secondo Fulvio Venturino dell’Università di Genova: “In primo luogo, i processi cognitivi possono essere distinti sulla base della quantità di informazione che assicurano all’elettore.

I dati dei sondaggi hanno ripetutamente mostrato che, nonostante un livello di competenza politica generalmente basso, esiste una minoranza di elettori dotata di conoscenze elevate sul funzionamento della politica.

Le differenze nei livelli di competenza possono essere spiegate guardando a tre caratteristiche personali dell’elettore: la capacità di utilizzo dell’informazione politica dipende dal livello culturale; la motivazione per l’apprendimento dei fatti politici è generata dalla virtù civica e dal coinvolgimento personale;”

Le nostre scelte sono indirizzate dalla nostra emotività, persino i ricordi non sono neutri ma ricostruiti in base alle nostre emozioni, per questo scegliamo anche inconsciamente di ricordare degli eventi e rimuoverne altri.

Per questo motivo, continua Venturino: “Le teorie più recenti tengono conto dell’eventualità che le strategie di ricerca dell’informazione praticate dall’elettore siano di natura (prevalentemente) emotiva.

La scelta di una strategia strumentale oppure affettiva dipende dal grado di identificazione partitica dell’elettore: se è basso, l’atteggiamento dell’elettore di fronte ai problemi dell’informazione sarà di tipo strumentale; se invece l’identificazione partitica fa parte dello “schema del sé”, l’elettore svilupperà un atteggiamento emotivo in base al quale assumerà informazione in modo selettivo allo scopo di proteggere le sue preesistenti credenze politiche da notizie dissonanti rispetto ad esse.”

Il fanatismo politico, l’aderire al bisogno di Messia, il credere che ci sia un uomo forte che possa salvarci, gli slogan furbi, non ci aiutano a fare delle scelte consapevoli e ragionate.


Sarebbe molto interessante fare una ricerca sperimentale, se avete curiosità, potete farla anche da soli con l’aiuto di un parente o amico.

Fate selezionare ad un vostro amico delle frasi o slogan di politici e ascoltatele senza saperne la provenienza.

Molti rimarranno stupiti dal capire che spesso osteggiano o aderiscono a delle idee per “partito preso” o simpatia.

Io ho fatto il test ai miei follower su Twitter: ho twittato delle frasi tratte dal Mein Kampf, quelle in cui Hitler osteggiava i vitalizi e la partitocrazia dell’epoca.

Erano talmente attuali e veritiere che in molti quando hanno saputo da chi provenivano, hanno avuto i brividi.

Il fanatismo è adesione cieca e narcisista ad una teoria, ideologia, spesso è la panacea di chi ha enormi ferite interiori che tenta di tappare identificandosi in qualcosa di più grande.

Noi dobbiamo cercare di analizzare i fatti, di smentirli attraverso il Fact Checking che è la verifica della notizia, altrimenti ognuno può alzarsi un mattino, promettere di nuovo milioni posti di lavoro e fregarci amabilmente.

In alcuni siti è possibile contribuire alla ricerca della verità di fatto smentendo notizie false, è utile farci un giro.

Fact checking è un’espressione inglese che significa verifica dei fatti. Leggendo un articolo o seguendo un servizio televisivo ognuno di noi può notare un’informazione che gli risulta sicuramente falsa o sospetta.

Il fact checking consente di avere una risposta ai nostri dubbi attivando un processo di collaborazione civica in Rete.Il fact checking può essere concepito come un’attività critica cooperativa.

Attraverso il social networking è possibile collaborare con altri lettori o telespettatori per verificare la veridicità dei dati e delle notizie che vengono messe in circolazione.

Lettura consigliata: Donatella Campus, L’elettore pigro. Informazione politica e scelte di voto, Bologna, Il Mulino, 2000, 195 pp.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11 ... ng/421222/
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Sotto le macerie - 1


E comprensibile che un ristretto numero di italiani fortemente “interessati” al proprio patrimonio da “Mille e una notte” invocassero la presenza del governo Monty. Molto meno comprensibile invece che lo facesse il restante numero degli italiani che ancora oggi gli tributa un consenso compreso tra il 34 % e il 48 % a secondo degli istituti di rilevamento più o meno domestici. C’è addirittura un commercialista veneto che partecipa ad Agorà come commentatore esterno che si augura un Monty, bis, tris e quater. Un governo con un primo ministro novantenne dunque. C’è da chiedersi spesso dove la natura ha collocato la materia grigia per molti italiani. Forse nei glutei? La cosa più banale che può venire in mente è:
“Ma se oggi a Monty venisse un’infarto e dovesse passare a miglior vita, cosa farebbe questa percentuale di tricolori che va dal 34 % al 48 %. Assisteremmo al più grande suicidio di massa della storia???”

Tra tutti i difetti congeniti che vengono attribuiti ai cittadini del Bel Paese oggi si scopre che spicca una forte tendenza al masochismo. Il cinema italiano, dal comico alla commedia brillante dei primi quarant’anni dal dopo guerra, ha trovato la sua fortuna nel raccontare tutti i difetti degli italiani. Un’anticipazione del masochismo indigeno attuale ce l’ha fornita Totò nello sketch “Pasquale” http://www.youtube.com/watch?v=DT9B5fongwM

Quella che è in corso in questa fase è una forte accelerazione della lotta di classe tra i poteri forti razza padrona, con i loro sostenitori politici e popolari, contro tutti gli altri, i soliti noti, i “Pasquali”, o meglio “i merli Pasquali”.

Non si riesce a capire molto bene il modo di pensare dell’80 % dei tricolori.

Nel 1992 il primo governo Amato in carica dal 28 giugno 1992 al 28 aprile 1993, per un totale di 304 giorni varò una legge finanziaria da 138.335 miliardi di lire.
Finanziaria 1993 - Legge 23 dicembre 1992, n. 500 (G.U. n.304 del 29/12/1992)

Il governo Ciampi in carica dall'aprile 1993 al maggio 1994, varò una legge finanziaria da 141.970 miliardi di lire.
Finanziaria 1994 - Legge 24 dicembre 1993, n. 538 (G.U. n.303 del 28/12/1993)

Due finanziare da lacrime e sangue.

Amato la giustificò come necessaria perché il Paese era al collasso. Ciampi la giustificò come necessaria per i figli e i nipoti dei tricolori.

Una disamina elementare e rapida ci consente di stabilire che la causa del dissesto finanziario italiano è stato prodotto in modo particolare dalle classi politiche che si sono succedute nei precedenti 12 anni.

Con loro erano collusi imprenditori di primo livello, qualche personaggio del mondo della finanza, e quel mondo occulto della finanza legato alla massoneria prevalentemente deviata.

Non si capisce bene il motivo perché gli italiani, anche dal punto di vista giuridico, che con questo mondo non aveva nulla da spartire è stata chiamata a ripianare il debito. Non si capisce perché non è stato chiesto a chi lo aveva procurato di restituire il maltolto.

Ad esempio, le cronache hanno stimato che il tesoro di San Bettino Craxi, fosse di 35 miliardi. Qualcuno della generazione che mi precede, lo ricorda ancora quando negli ultimi anni ’40 scendeva alla fermata “Rondò” del tram Milano-Monza per recarsi alla sezione del Psi al di là della ferrovia. Ricordano che portasse pantaloni con le pezze, non tanto per sottolineare un uso comune di indicare la povertà, ma proprio perché nei primissimi anni del dopoguerra da queste parti non ci faceva caso nessuno perché la situazione era grama per la maggior parte dei lombardi.

San Bettino si è riscattato sostenendo che a Milano vigeva il detto: “In politica ci si va per arricchirsi”. Io non l’ho mai sentito e nessuno da queste parti ne è al corrente. Oggi si che potrebbero affermarlo dopo quanto visto negli ultimi vent’anni.

In sostanza, una parte ben precisa di italiani crea un disastro, si tiene il malloppo e gli altri pagano. Non farò ricorso all’abusato pensiero di Totò.

A 19 di distanza dal primo crac, di nuovo gli italiani si trovano nelle stesse condizioni. La crisi economica mondiale l’hanno generata gli americani che volevano fare gli americani con i subprime. L’ha pagata l’Europa che si era riempita di carta straccia, e per quanto riguarda l’Italia si deve aggiungere la divaricazione tra ricchi e poveri oltre ai meno poveri e il mancato sviluppo dell’economia italiana da 12 anni.

La storia si ripete e il mondo dei poteri forti scarica sull’80 % degli italiani i loro disastri.

Con l’encomio e la riconoscenza perenne da parte di ABC, viene chiamato Mario Monty, facendo credere che come quello precedente era un salvatore della Patria, mentre in realtà si tratta solo un salvatore dei poteri forti.

Sta raschiando il fondo del barile mettendo in croce il Paese, arrivando fino al punto miserevole di obbligare i malati di Sla in piazza, dopo che li aveva presi per i fondelli prima concedendogli la metà di quanto gli serve per sopravvivere.

Se questi non scendevano in piazza il governo avrebbe fatto finta di niente. Ma le scene di alettati in piazza è piuttosto disdicevole per chi sostiene di aver dato credibilità dell’Italia all’estero.

I soldi sono venuti fuori per incanto.

In settimana, per non far mancare la nostalgia del Caimano, con tromboni e gran cassa è stato pomposamente annunciato che per la fine dell’anno va in porto il trattato con la Svizzera per recuperare 35 miliardi di euro. Solo che la parziale smentita del ministro Grilli è arrivata in sordina, “Ci sono ancora delle difficoltà”.

Funziona tutto così. Nell’ultima settimana di agosto Enrico Letta dei defunti, aveva assicurato con lettera al Corriere (non richiesta da nessuno) che entro la fine della settimana l’accordo sulla legge elettorale era cosa fatta. Oggi è il 22 novembre e non c’è ancora.

Monty ha tentato di fare il furbo salvando le banche sulla Tobin Tax, l’ABI ieri esultava, ma oggi è stato battuto alla Camera.

Tobin tax, il governo battuto in aula
No a norma che fa sconti alle banche


Dopo le pressioni degli istituti di credito l'esecutivo aveva tolto i derivati dalla base imponibile facendo crollare l'incasso atteso della tassa sulle transazioni finanziarie da 1 miliardo a 100 milioni. Ordine del giorno presentato dal Pd passa quasi all'unanimità a Montecitorio: 'Nessuno sia esentato'
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11 ... pd/422552/

Siamo in campagna elettorale e il Pd non poteva rimetterci la faccia, però Monty a fare il suo dovere di uomo dei poteri forti ci ha provato.
paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da paolo11 »

Insomma andremo a votare non si sà con quale legge elettorale.
Andremo ancora con i quasi 1000personaggi fra le due camere.
Non hanno mai fatto un controllo alle persone che scendono in politica nei vari settori.
1)prima din entrare, il loro patrimonio.
2)dopo con che patrimonio escono.
Insomma cosa hanno fatto i partiti in questo ultimo hanno?
L'importante è controllare quanti peli nel sedere ha un cittadino normale nel sedere.
Non mi si venga a dire in questo momento che i partiti sono diversi.
Ho guardato un attimo la discussione alla camera.Uno diceva la solita frase stiamo uscento dal tunnel grazie a lei (Monti)
Ciao
Paolo11
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Sotto le macerie - 2

Questa valutazione di Maugeri con riferimento alla corruzione e alla burocrazia, mi trovano decisamente d’accordo e in modo particolare quella sulla corruzione, avendola ripetuta fino alla nausea sul forum nei confronti del governo Monty, in quanto si trattava dell’architrave delle riforme che i super tromboni ABC invocavano per fare fessi i merli Pasquali.

La legge sulla corruzione doveva essere approvata subito all’inizio dell’avventura di questa strana ammucchiata che sostiene il governo dei tecnici non tecnici o dei Professori per niente Professori, entro la fine del mese di novembre del 2011 o al massimo, in alternativa, entro e non oltre il 15 dicembre 2011.

Molto probabilmente Mario Alice nel paese delle meraviglie Monty è afferrato in materia bancaria e finanziaria, ma non lo è affatto in politica ed economia industriale, il motore primo che fa da propulsore al Titanic Italia, nè come si guida un Paese industriale, forse ancora settima potenza del mondo.

Si può immaginare chi può averlo suggerito e imposto a Napolitano il nome di Monty, ma qui il presidente della Repubblica ha commesso un grosso errore e il :
ERRARE UMANUM EST, PERSEVERARE AUTEM DIABOLICUM, ET TERTIA NON DATUR
gli fa veramente un baffo visto che persevera pervicacemente nell’errore anche nelle ultime ore.

Ma non è solo questa valutazione di Maugeri che può risolvere i problemi del Bel Paese. La situazione attuale è molto più nodosa e complessa, visto che il manager sostiene inoltre : “L'Italia ha un bisogno drammatico di investimenti e di aziende - anche straniere - per far ripartire la propria economia”.

La partita che viene giocata in questi ultimi dodici mesi, quella precedente e quella futura, è fatta esclusivamente di interessi relativi alla “Razza padrona” nelle sue varie articolazioni di poteri forti, e dai politici collusi o legati a doppio filo esercitanti la funzione di esecutori di ordini e curatori d’interessi.

L’ultima in ordine di tempo è proprio di due giorni fa quando il governo Monty ha tentato di esentare dalla Tobin Tax il sistema bancario.

Tobin tax, ecco come il governo cambia la legge per salvare le banche
Dopo le pressioni dei grandi istituti di credito italiani, l'esecutivo mette mano alla norma con l'aiuto di Consob. Niente imposta sui derivati, pagheranno soltanto i risparmiatori. Risultato? Lo Stato incasserà 100 milioni di euro invece del miliardo previsto prima del restyling
di Marco Palombi | 22 novembre 2012
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11 ... he/422108/

Fanno tranquillamente e bellamente sconti agli squali delle banche e vanno a tirare un bidone ai malati di Sla, ma contemporaneamente anche agli italiani indignados per questa infamità, facendo credere che tutto era stato risolto riservandogli solo 200 milioni nella legge di “stupidità”, pur sapendo che come minimo ce ne volevano il doppio. Solo i malati di allettati di Sla in piazza hanno evitato il super bidone dei Super Bucaneros. Neppure nei peggiori Stati africani si è mai visto uno spettacolo indecente del genere.

E per fortuna che i “cattolici” in ABC sono la maggioranza e una parte di loro come monsignor Bungabunga, il presidente dell’Italia dei Carini, e il ministro Riccardi, sbavano per un Monty, bis, tris e quater fino a quando non ritorna la Dc.

Da poi letteralmente il voltastomaco sentire le parole d’ordine di tutti i politici tricolori, big in testa, nel continuare a pronunciare definizioni che contengono le solite promesse vuote solo perché siamo entrati in una campagna elettorale lunga e loro devonoa tutti i costi rifarsi una verginità mai esistita e sono impegnatissimi nell’operazione di restyling.

Siamo da troppo tempo in un’economia di guerra e agli italiani occorre dire la verità, quella che ci attendono giorni di lacrime e sangue, ma anche che il carico non può essere portato oltre da chi è già in ginocchio, come le imprese, i lavoratori, le famiglie e i giovani che si affacciano al mondo del lavoro.

Con la Merkel mi ritrovo su poche cose e una di queste è la valutazione ottimistica che da questa situazione non se ne esce prima che tra 5 anni come minimo. Mentre da noi il vice Berlusconi, Monty, continua a dichiarare di vedere la luce in fondo al tunnel.

“Chi dimentica la storia è costretto a riviverla” è la scritta sul cancello d’ingresso del campo di concentramento di Auschwitz.

Da quanto stiamo assistendo, sembra che i nanetti-mostri, che determinato gli eventi del mondo Occidentale e nazionale se lo siano completamente scordato e ci stiano preparando una nuova amara sorpresinen.



Da Pubblico quotidiano:


Analisi
Investimenti esteri, l'amara verità
di Leonardo Maugeri

I rapporti sui Paesi in cui mettere i propri capitali sono concordi.

Altro che costo del lavoro o sindacati, il vero buco nero dell'Italia ha due nomi: corruzione e burocrazia.

Parola di manager


(15 novembre 2012)
Leonardo Maugeri


Negli ultimi tempi mi è capitato più volte di vedere rapporti confidenziali sull'Italia redatti da esperti americani di "business location", cioè esperti della selezione dei paesi in cui realizzare investimenti.

In tutti i casi, il giudizio di sintesi era unanime: tenetevi lontano dall'Italia.

A motivare un simile verdetto non sono - se non in parte ridotta - la rigidità del mercato del lavoro o la forza del sindacato, come per mesi si è detto in Italia.

No. Ai primi posti dei mali che impediscono investimenti e sviluppo nel nostro paese vi sono burocrazia, corruzione, giustizia civile e penale.
I rapporti sottolineano, per esempio, che in Italia le autorizzazioni necessarie a realizzare un investimento industriale a normale sensibilità ambientale possono richiedere oltre tre anni e il concorso di oltre 15 uffici pubblici (comunali, provinciali, regionali, nazionali) che possono salire drasticamente se aumenta la sensibilità ambientale dell'investimento.

Le procedure per mettere d'accordo tutti sono considerate bizantine e "endless" (senza fine).

Una volta avviata la costruzione di un sito industriale, poi, essa può essere interrotta in ogni momento per un accertamento da parte di un numero imprecisato di autorità.

Cose che conoscevo bene per averle sperimentate sulla mia pelle.

Per esempio, quando ero presidente della società petrolchimica dell'Eni mi venne presentata una lista di ben 51 (!) autorizzazioni necessarie per sostituire una centrale elettrica (dalle dimensioni di due roulotte) in un sito di interesse nazionale: se tutto fosse andato bene, sarebbero occorsi tre anni e mezzo per avere la nuova centrale in funzione.

Se il peso abnorme della burocrazia sconcerta e allontana gli investitori, il sibilo cupo della corruzione diffusa a ogni livello sgomenta.

Non che negli altri paesi occidentali non esista una corruzione "fisiologica": ma nella maggior parte dei casi (e negli Stati Uniti in particolare) è ben lontana dal carattere pandemico che ha in Italia e la si può combattere grazie a una giustizia rapida che sa essere implacabile.

Il corrotto, inoltre, finisce dietro le sbarre e perde ogni considerazione sociale, nel senso che - anche una volta scontata la sua pena - si troverà escluso dalla vita economica, dai circoli mondani e, soprattutto, non potrà tornare mai a rivestire cariche pubbliche.

La corruzione italiana, invece, è percepita come un mostro diffuso a ogni livello, figlia di una cultura che l'accetta e ci convive, convinta che "così fan tutti".

E se ti metti contro, prima o poi finirai per pagarne le conseguenze, vittima di un sistema che elude la legge e ti lascia da solo - per quanto grande tu possa essere - di fronte all'arbitrio del mostro indistinto e dei suoi mille artigli.

D'altra parte, gli stessi rapporti sottolineano che ricorrere alla giustizia civile o penale contro i soprusi della burocrazia o dei corrotti è vano, pena la perdita di altri anni e il rischio di un ulteriore accanimento della burocrazia e degli stessi corrotti - tutti parte di un sistema che si autosostiene e si difende con una straordinaria compattezza.

Non stupisce, quindi, che mercato del lavoro e fiscalità siano considerati problemi secondari, nel senso che pesano nel momento in cui un'attività è in corso di avvio, mentre l'indice degli esperti di "business location" punta contro problemi che impediscono l'avvio stesso di un'attività nei tempi utili a un qualsiasi investitore.

L'Italia ha un bisogno drammatico di investimenti e di aziende - anche straniere - per far ripartire la propria economia, ma l'intreccio letale di burocrazia e corruzione contro cui non sembrano esistere vaccini continuerà a tenerli lontani.

Né serve indignarsi per eventuali esagerazioni interpretative della realtà del nostro Paese da parte di chi dà giudizi così severi: sarebbe come nuotare in un mare di fango e lamentarsi perché ci troviamo dentro un sacchetto di plastica.

Leonardo_maugeri@hks.Harvard.Edu
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