La vicenda FIAT
Re: La vicenda FIAT
Mentre l'Alfa Romeo langue...
La crisi spinge le vendite Porsche
A novembre superato l'intero 2011
Il produttore di auto sportive controllato da Volkswagen, nei primi 11 mesi del 2012, ha superato il proprio record annuale di immatricolazioni: consegnate quasi 129mila vetture, l'8,5% in più
MILANO - La crisi dell'auto si ferma a sud delle Alpi. Il crollo delle vendite (1,4 milioni di vetture per l'intero 2012) e della produzione (poco più di 400mila pezzi per l'anno in corso) denunciato da Anfia,l'associazione dei produttori italiani, non spaventa i tedeschi. Soprattutto quando si tratta di auto di lusso: a novembre Porsche ha già superato il suo record annuale di vendite. Il costruttore tedesco di vetture sportive, controllato del gruppo Volkswagen, ha consegnato 128.978 veicoli nuovi in tutto il mondo a fine novembre, l'8,5 per cento in più rispetto al suo miglior dato annuale, fermo allo scorso anno, con 118.868 vetture.
Nonostante la crisi del settore automobilistico in Europa, Porsche ha annunciato oggi che le vendite sono cresciute in tutte le regioni rispetto al 2011. "E' un incentivo ancor più forte per mantenere il massimo delle prestazioni il prossimo anno, nonostante la debolezza del mercato", ha sottolineato il direttore delle vendite, Bernhard Maier, mettendo in guardia contro ogni forma di compiacimento.
Gran parte del successo è dovuto alla Cina, dove le vendite sono cresciute del 30,2 per cento su base annua. Anche negli Stati Uniti e nell'area Asia-Pacifico le vendite hanno raggiunto una crescita a due cifre. Porsche mira ad aumentare le proprie vendite a 200mila veicoli entro il 2018. L'amministratore delegato Matthias Muller, ha avvertito, tuttavia, che sarà difficile confermare gli stessi dati nel 2013.
(12 dicembre 2012)
http://www.repubblica.it/economia/finan ... -48591605/
La crisi spinge le vendite Porsche
A novembre superato l'intero 2011
Il produttore di auto sportive controllato da Volkswagen, nei primi 11 mesi del 2012, ha superato il proprio record annuale di immatricolazioni: consegnate quasi 129mila vetture, l'8,5% in più
MILANO - La crisi dell'auto si ferma a sud delle Alpi. Il crollo delle vendite (1,4 milioni di vetture per l'intero 2012) e della produzione (poco più di 400mila pezzi per l'anno in corso) denunciato da Anfia,l'associazione dei produttori italiani, non spaventa i tedeschi. Soprattutto quando si tratta di auto di lusso: a novembre Porsche ha già superato il suo record annuale di vendite. Il costruttore tedesco di vetture sportive, controllato del gruppo Volkswagen, ha consegnato 128.978 veicoli nuovi in tutto il mondo a fine novembre, l'8,5 per cento in più rispetto al suo miglior dato annuale, fermo allo scorso anno, con 118.868 vetture.
Nonostante la crisi del settore automobilistico in Europa, Porsche ha annunciato oggi che le vendite sono cresciute in tutte le regioni rispetto al 2011. "E' un incentivo ancor più forte per mantenere il massimo delle prestazioni il prossimo anno, nonostante la debolezza del mercato", ha sottolineato il direttore delle vendite, Bernhard Maier, mettendo in guardia contro ogni forma di compiacimento.
Gran parte del successo è dovuto alla Cina, dove le vendite sono cresciute del 30,2 per cento su base annua. Anche negli Stati Uniti e nell'area Asia-Pacifico le vendite hanno raggiunto una crescita a due cifre. Porsche mira ad aumentare le proprie vendite a 200mila veicoli entro il 2018. L'amministratore delegato Matthias Muller, ha avvertito, tuttavia, che sarà difficile confermare gli stessi dati nel 2013.
(12 dicembre 2012)
http://www.repubblica.it/economia/finan ... -48591605/
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Re: La vicenda FIAT
Auto, nella Ue immatricolazioni giù del 10,1%.
Fiat sorpassata da Audi, Bmw e Mercedes.
Da inizio anno il Lingotto ha perso il 15,6% a fronte di una flessione del mercato del 7,2% e subendo il sorpasso di marchi premium.
In crisi l'Italia.
vendite più basse solo a Cipro, in Greica e Portagallo.
Il settore è tornato ai livelli del 1993.
http://www.repubblica.it/economia/2012/ ... ef=HREC1-1
la flessione più grossa FIAT la registra sul mercato italiano.
del resto,quando quel cialtrone facente funzioni di AD non fa altro che prendere a pesci in faccia il paese,
qualcosa di ritorno dagli italians se lo doveva aspettare.
col caxxo che io compro una FIAT finchè c'è lui...
Re: La vicenda FIAT
Mentre Monti va a Melfi per iniziare la sua campagna elettorale, oggi in USA la GM ricompra le azioni dal governo.
Obama ha salvato l'industria automobilistica del suo paese, mentre qui da noi ci accontentiamo degli avanzi americani.
Obama ha salvato l'industria automobilistica del suo paese, mentre qui da noi ci accontentiamo degli avanzi americani.
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Re: La vicenda FIAT
perchè non è andato a Termini Imerese o alla Irisbus ,New Holland ex OM carrelli elevatori o a Pomigliano ???
Monti a Melfi tra gli applausi degli operai.
MELFI -
E' già quasi un appuntamento elettorale.
Mario Monti a Melfi, nello stabilimento Fiat.
Accolto dagli applausi dei dipendenti.
Nell'area di montaggio dell'impianto, per la presentazione dei due primi minisuv dello stabilimento lucano.
Ed è stato ricevuto dai vertici della Fiat, il presidente John Elkann e l'ad Sergio Marchionne.
Praticamente un endorsement, da casa Fiat, per il professore nella sua discesa in campo.
Presenti anche i leader di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti.
Mentre manca - non a caso - il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.
http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... ref=HREA-1
di solito chi pensa di assumersi responsabilità nei confronti di TUTTO il paese va dove le cose vanno male,non dove vanno bene.
se invece pensa di assumersi responsabilità SOLO verso una parte...allora che lo dica.
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Re: La vicenda FIAT
vale la pena leggerle quelle domande.http://www.cgil.it/dettagliodocumento.aspx?ID=20360
FIAT: le 10 domande della CGIL a Marchionne, è ora di certezze
In occasione della presentazione in programma domani del nuovo piano per lo stabilimento Sata di Melfi la CGIL distribuirà ai lavoratori il volantino con le 10 domande.
“Non ci interessano promesse vaghe o interventi tampone” ma “certezze e condizioni reali” non solo su Melfi ma sul destino di tutti gli stabilimenti del Lingotto in Italia .
http://www.cgil.it/Archivio/PRIMOPIANO/ ... 9dic12.pdf
perchè c'è poco di ideologico e molto di concreto.
si parla di piani industriali.
sono le domande che anche il banchiere mannaro avrebbe dovuto rivolgere a Cialtronne.
e pubblicamente.
certo,mi rendo conto che se le avesse fatte ,mica gli facevano fare la passerella...
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Re: La vicenda FIAT
la FIAT chiede Melfi per due anni :
http://www.repubblica.it/economia/2013/ ... ref=HREA-1
ohibò,e chi se lo aspettava...
ma guarda te che sorpresa eh...
sarà contento Monti che nella sua ultima uscita da PdC ,
proprio a Melfi è andato per fare il suo spottone elettorale di fianco a Marchionne...
ora a Melfi faranno 2 anni di cassa integrazione,come dire:
ristrutturazione privata...con soldi pubblici.
http://www.repubblica.it/economia/2013/ ... ref=HREA-1
ohibò,e chi se lo aspettava...
ma guarda te che sorpresa eh...
sarà contento Monti che nella sua ultima uscita da PdC ,
proprio a Melfi è andato per fare il suo spottone elettorale di fianco a Marchionne...
ora a Melfi faranno 2 anni di cassa integrazione,come dire:
ristrutturazione privata...con soldi pubblici.
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Re: La vicenda FIAT
shiloh ha scritto:la FIAT chiede Melfi per due anni :
http://www.repubblica.it/economia/2013/ ... ref=HREA-1
ohibò,e chi se lo aspettava...
ma guarda te che sorpresa eh...
sarà contento Monti che nella sua ultima uscita da PdC ,
proprio a Melfi è andato per fare il suo spottone elettorale di fianco a Marchionne...
ora a Melfi faranno 2 anni di cassa integrazione,come dire:
ristrutturazione privata...con soldi pubblici.
faccio presente ai lettori che questo stesso messaggio,
postato sul "vecchio" (e obsoleto... ) forum,
è finito nel cestino...alla faccia della democrazia.
poareto...
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Re: La vicenda FIAT
ma in un paese “normale”,Fiat: convochi subito le organizzazioni sindacali
Pubblicato il mercoledì, 16 gennaio 2013 da Cesare Damiano
La Fiat, dopo l’abbandono del progetto Fabbrica Italia, affronta le situazioni produttive una per volta. A noi, invece, interessa comprendere quale sia il disegno complessivo dell’azienda, al fine di rassicurare il paese ed i lavoratori sul futuro produttivo ed occupazionale. Siamo passati dai 20 miliardi di euro inizialmente previsti, ad un investimento di 1 miliardo per ciascuno dei tre stabilimenti di Pomigliano, Mirafiori e Melfi. La decisione di mettere in cassa integrazione per due anni lo stabilimento potentino, se non è accompagnata da un piano industriale che chiarisca tempi, prodotti e livelli occupazioni finali, desta non poche preoccupazioni circa le scelte strategiche dell’impresa. La Fiat convochi immediatamente un tavolo di confronto con tutte le organizzazioni sindacali al fine di chiarire con precisione i contorni del piano industriale e di ristrutturazione.
http://cesaredamiano.wordpress.com/2013 ... sindacali/
Cialtronne non avrebbe dovuto convocare i sindacati PRIMA di fare l’annuncio ???
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Re: La vicenda FIAT
Chi non crede nel Paese.
Guglielmo Epifani
Data: 2013-01-16
Desta molta preoccupazione l’annuncio della decisione della Fiat di mettere in cassa integrazione per ristrutturazione i lavoratori dello stabilimento di Melfi.
Lunghissimo il periodo – 23 mesi – ancora indeterminati i piani di investimento al di là dei primi annunci fatti che non sono in condizione di saturare l’impianto, fortissime le preoccupazioni per il futuro.
Per quanto atteso, visto il rinvio della progettazione e messa in produzione della nuova Punto, l’annuncio di Marchionne colpisce per tre motivi.
Si conferma il tempo troppo lungo tra un piano industriale di nuovi modelli e nuovi prodotti ancora da definire e la condizione economica e sociale del Paese.
In questo modo l’azienda non dà nessun apporto alla domanda di investimenti e sviluppo proprio nei mesi in cui sarebbe necessaria, a partire dal Sud, un’inversione di tendenza.
Il Paese paga così un prezzo alto alla strategia dell’attesa e del rinvio formulata da Marchionne, che è in controtendenza con le scelte del settore nella competizione europea.
In secondo luogo la decisione conferma l’insostenibilità non solo sociale della mancanza di un quadro completo di piani strategici del gruppo in Italia.
Sappiamo molto, e molto l’azienda dice, di quello che avverrà in altri Paesi e in altri mercati.
Le scelte che riguardano l’Italia sembrano sempre essere dettate da una logica residuale, quasi secondaria, e sempre dipendente da variabili superiori e mai determinate dalle scelte dell’azienda.
Si consuma in questo modo un rapporto storico, anche di credibilità, che rende incerto il futuro.
Anche perché l’evoluzione tecnologica dei modelli non può fare salti, come dimostra la costante innovazione che gli altri produttori continuano a fare.
Infine la decisione rende visibilmente surreale l’avvio di discussione della campagna elettorale, tutta incentrata, per responsabilità precisa di chi ha portato il Paese sul baratro e oggi fa finta invece di non averne responsabilità, su temi e questioni che non sfiorano mai il tema che viceversa deve essere centrale nel confronto pubblico in vista del voto:
il lavoro, l’occupazione, la politica industriale, gli investimenti.
La stessa discussione su come aumentare la produttività trae da questa vicenda un’ennesima conferma del fatto che quello che conta qui da noi non è il problema di lavorare di più, ma di come si lavora e cosa si produce.
E che la flessibilità dell’offerta non può essere separata da un ciclo alla tedesca degli investimenti, sia per la dimensione temporale sia per la qualità dell’innovazione che si produce.
Su questo terreno si costruisce, per di più, quella cultura condivisa che è alla base anche da noi di una moderna e corretta trama di dialogo sociale e di buone relazioni industriali.
La vicenda, e le sue prospettive, richiamano anche la responsabilità delle forze politiche.
Il governo che uscirà dalle elezioni si troverà di fronte il rischio di una profonda caduta industriale, che non riguarda fortunatamente tutti i settori ma sicuramente molti e fondamentali presidi di base e manifatturieri.
Il programma del Pd è l’unico tra quelli delle forze politiche più rappresentative ad avere una proposta, e sarebbe bene che uno sforzo analogo venisse dagli altri, sia da chi ha governato a lungo curando solo gli effetti e mai le vere cause, e affidandosi a una politica di riduzione di costi e diritti, sia da chi nell’ultimo anno non ha colto la pesantezza di quello che stava avvenendo.
Proprio prima di Natale il professor Monti, visitando lo stabilimento di Melfi con Marchionne, disse che da lì sarebbe ripartito il rapporto tra la Fiat e l’Italia.
Oggi questa affermazione suona strana, piegata ad un ottimismo un po’ di facciata.
Eppure il Paese ha bisogno di tornare a credere nella propria industria, a partire da quella dell’auto, di difendere le filiere manifatturiere del Sud, di non uscire da quei settori in cui tutti i Paesi tornano a investire.
Ma c’è bisogno di altro:
un governo che ci creda e si impegni su nuove politiche di sostegno e imprenditori che sentano come propria la missione di rispondere, oltre che agli interessi dei propri azionisti, al destino di una comunità di cittadini e di lavoratori.
http://il-lavoro-nella-crisi.com.unita. ... nel-paese/
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- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: La vicenda FIAT
La fauna del pianeta dall’altro ieri si è arricchita di una nuova specie. Gli strumerli.
Sono merli che hanno lo stomaco dello struzzo. Digeriscono di tutto,…..oltre naturalmente a bersi di tutto.
La Fiat a Melfi chiude definitivamente.
Solo che molto ipocritamente fanno tutti finta di non capire.
Un mese fa alla sceneggiata partecipa anche Monti recandosi direttamente nello stabilimento siciliano.
Adesso, Cialtronne, come il “compagno Agnelli” ( De Benedetti, due giorni fa, in occasione del decennale della morte dell’avvocato nazionale, faceva presente che per Gianni era ritenuto molto chic farsi passare per “progressista”) scarica sullo Stato la scelta di pagare il suo personale per 2 anni.
Secondo l’aurea consuetudine di capitalizzare gli utili e socializzare le perdite.
E’ un giochino che va avanti da decenni.
L’avvocato nazionale il “progressissta” lo faceva per snobismo, ma il vero compagnosky sovietico era lui, per aveva dello Stato la concezione russa. Altro che liberismo e libero mercato.
Sono merli che hanno lo stomaco dello struzzo. Digeriscono di tutto,…..oltre naturalmente a bersi di tutto.
La Fiat a Melfi chiude definitivamente.
Solo che molto ipocritamente fanno tutti finta di non capire.
Un mese fa alla sceneggiata partecipa anche Monti recandosi direttamente nello stabilimento siciliano.
Adesso, Cialtronne, come il “compagno Agnelli” ( De Benedetti, due giorni fa, in occasione del decennale della morte dell’avvocato nazionale, faceva presente che per Gianni era ritenuto molto chic farsi passare per “progressista”) scarica sullo Stato la scelta di pagare il suo personale per 2 anni.
Secondo l’aurea consuetudine di capitalizzare gli utili e socializzare le perdite.
E’ un giochino che va avanti da decenni.
L’avvocato nazionale il “progressissta” lo faceva per snobismo, ma il vero compagnosky sovietico era lui, per aveva dello Stato la concezione russa. Altro che liberismo e libero mercato.
Chi c’è in linea
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