Napolitano: no a licenziamenti facili. Bersani: si cambierà in aula
Il documento in Cdm. Fornero: no dietrofront. Il leader del Pd: si cambi o Parlamento può chiudere. Sindacati: no modifiche su licenziamento
Roma, 23 mar. (TMNews) - Mentre Napolitano rassicura che non ci sarà libertà di licenziamento, Bersani va in pressing sulle modifiche da apportare all'art. 18 nel suo iter in Parlamento. "La riforma del lavoro non spalancherà le porte a licenziamenti facili", ha detto il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, secondo il quale comunque è una "riforma da fare" e ne "discuterà il Parlamento" per arrivare a un "risultato valido".
Il documento di policy presentato dal ministro Fornero è in Consiglio dei ministri. "Il governo non torna indietro sull'articolo 18, questo deve essere chiaro", ha detto il ministro del Welfare mentre il leader Pd, Pierluigi Bersani, è tornato sulle modifiche necessarie alla riforma: "Sono sereno sul fatto che si potrà ragionare - ha affermato - se no chiudiamo il Parlamento, ma non so se i mercati si tranquillizzerebbero".
Il fronte sindacale, tuttavia, sta ritrovando compattezza nel giudizio negativo sulle modifiche prospettate dal governo sulle norme di licenziamento. La leader Cgil, Susanna Camusso, ha annunciato "una grande battaglia per radicali proposte di modifica ai provvedimenti del governo da presentare all`insieme del Parlamento". Con la riforma del mercato del lavoro delineata dal governo, ha proseguito la leader del sindacato, che ha proclamato 16 ore di sciopero, "si è demolito l`effetto di deterrenza dell`art. 18 aprendo all`unilateralità del potere aziendale nella vita concreta nei luoghi di lavoro".
Sulla decisione della Cgil di una mobilitazione contro la riforma, il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, ha suggerito di "stare attenti a quello che si dice, il clima è infuocato". "L'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori sui licenziamenti discriminatori e sugli abusi resta in piedi - ha spiegato Bonanni - Invece sui licenziamenti economici la riforma potrà essere migliorata in Parlamento, non siamo soddisfatti fino in fondo".
Dal canto suo, la Ugl di Giovanni Centrella ha chiesto al governo che, "per i licenziamenti per motivi economici, sia previsto anche il reintegro e non solo l'indennizzo, e che sia previsto inoltre un tentativo di conciliazione obbligatorio prima di arrivare al licenziamento. Altrimenti saremmo costretti a cambiare posizione".
Roma, 23 mar. (TMNews) - Mentre Napolitano rassicura che non ci sarà libertà di licenziamento, Bersani va in pressing sulle modifiche da apportare all'art. 18 nel suo iter in Parlamento. "La riforma del lavoro non spalancherà le porte a licenziamenti facili", ha detto il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, secondo il quale comunque è una "riforma da fare" e ne "discuterà il Parlamento" per arrivare a un "risultato valido".
Il documento di policy presentato dal ministro Fornero è in Consiglio dei ministri. "Il governo non torna indietro sull'articolo 18, questo deve essere chiaro", ha detto il ministro del Welfare mentre il leader Pd, Pierluigi Bersani, è tornato sulle modifiche necessarie alla riforma: "Sono sereno sul fatto che si potrà ragionare - ha affermato - se no chiudiamo il Parlamento, ma non so se i mercati si tranquillizzerebbero".
Il fronte sindacale, tuttavia, sta ritrovando compattezza nel giudizio negativo sulle modifiche prospettate dal governo sulle norme di licenziamento. La leader Cgil, Susanna Camusso, ha annunciato "una grande battaglia per radicali proposte di modifica ai provvedimenti del governo da presentare all`insieme del Parlamento". Con la riforma del mercato del lavoro delineata dal governo, ha proseguito la leader del sindacato, che ha proclamato 16 ore di sciopero, "si è demolito l`effetto di deterrenza dell`art. 18 aprendo all`unilateralità del potere aziendale nella vita concreta nei luoghi di lavoro".
Sulla decisione della Cgil di una mobilitazione contro la riforma, il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, ha suggerito di "stare attenti a quello che si dice, il clima è infuocato". "L'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori sui licenziamenti discriminatori e sugli abusi resta in piedi - ha spiegato Bonanni - Invece sui licenziamenti economici la riforma potrà essere migliorata in Parlamento, non siamo soddisfatti fino in fondo".
Dal canto suo, la Ugl di Giovanni Centrella ha chiesto al governo che, "per i licenziamenti per motivi economici, sia previsto anche il reintegro e non solo l'indennizzo, e che sia previsto inoltre un tentativo di conciliazione obbligatorio prima di arrivare al licenziamento. Altrimenti saremmo costretti a cambiare posizione".
http://notizie.virgilio.it/politica/for ... n-cdm.html
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Si è visto come si è compostata la FIAT con i 3 operaida reintegrare.A casa con stependio ma non entrare il fabbrica.
Lo ripeto i carabinieri dovrebbero acconpagnarli all'interno della fabbrica.
Napolitano Sveglia.Qui in Italia non abbiamo imprenditori che dialogano come in Germania con il sindacato.Qui è un mondo a parte indietro di decenni.
Ciao
Paolo11