Come se ne viene fuori ?

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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Sotto le macerie – 30

Il Paese dove il Carnevale non tramonta mai, dove è sempre Carnevale 365 giorni l’anno – 4


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L'Immagine della Natività 2012

http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... -48582.htm

1. ANCHE BOCELLI E STEVIE WONDER VEDREBBERO CHE LO SCONTRO NON È AFFATTO, COME INGANNANO I GIORNALONI, TRA MOSÉ MONTI E BERLUSCONI, MA TRA MOSÉ MONTI E BERSANI -

2. SUDARIO MONTI, IN REALTÀ, PUNTA TUTTO NON SULLE ELEZIONI, MA SUL DOPO ELEZIONI -

3. MOSÉ MONTI SPIEGHERÀ AL LEADER DEL PD CHE, CON ALLEATI "SOVVERSIVI" DEL CALIBRO DI VENDOLA-CAMUSSO, È MEGLIO PER L'ITALIA SE LUI FARÀ IL “SUO” VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO, CHE COSÌ SI VUOLE LÀ DOVE SI PUOTE (BERLINO & WASHINGTON) -


4. RENZI RESTA E BERSANI ONORERÀ L'ACCORDO METTENDO IN LISTA GLI UOMINI DEL SINDACO -


5. LE PRECONDIZIONI DI MONTI AGLI “AGENDISTI”: TRASPARENZA TOTALE DEI REDDITI DEI CANDIDATI E DICHIARARE I CONFLITTI D'INTERESSE DI CIASCUNO, COMPRESI QUELLI DELLA PROPRIA FAMIGLIA. UN CHIARO MESSAGGIO AI TRENI DI MONTEZEMOLO E AL SUOCERO DI CASINI -


6. OK, PIERFURBY MOLLERÀ L’”IMPRESENTABILE” CESA. MA SE POI I VOTI NON ARRIVERANNO? -

7. NULLA IMPEDIRÀ A MARONI DI ACCORDARSI PROPRIO CON IL PD NO-MONTI DOPO LE ELEZIONI


DAGOREPORT
A prescindere dai consumi mai così bassi e dal mood mai così preoccupato degli italiani (che anche nella post comunista Emilia hanno affollato come e più di sempre le chiese di città e le chiesette di paese per la Messa di mezzanotte), il Natale regala qualche ora di tregua anche ai politici che stanno provando a traghettare se stessi dalla Seconda alla Terza Repubblica.


BERSANI MONTI

BERSANI E MONTI A CERNOBBIO

CASINI MONTI
Una calma molto breve e solo apparente, amplificata dall'assenza dei giornali e dal ricercato e mieloso buonismo televisivo. In realtà, tutti i nodi restano da sciogliere e le prime risposte vere si avranno, soprattutto per i destini della zattera di Monti Mario, entro i primi dieci giorni di gennaio, data entro la quale bisognerà presentare al ministero degli Interni le firme, le liste e, in base alla legge elettorale vigente, soprattutto l'indicazione del candidato premier. E' allora che vedremo, ad esempio, se i centristi avranno avuto il diritto di usare il nome del premier dimissionario. Nel frattempo, alcune cose di qualche rilievo stanno succedendo anche in queste ore. Ecco le principali.


MONTI FINI MONTEZEMOLO CASINI BONANNI BOCCHINI
1.Il giorno dopo la conferenza stampa di Monti, Casini, Montezemolo e Riccardi si sono affrettati ad incontrarlo per consegnarsi praticamente senza condizioni, affermando di condividere agenda, loden e omaggio formale alla signora Merkel prima di ogni altra cosa. Il professore, che tutto questo dava per scontato, passava invece subito ad elencare le sue precondizioni, cioè il minimo per poter poi decidere se spendere qualche parola del suo futuro decalogo in loro favore: innanzitutto trasparenza totale dei redditi dei candidati, non soltanto statica ma dinamica rispetto alla formazione stessa di tali redditi. Ha chiesto, in pratica, di spiegare on line come si sono formati nel tempo eventuali proprietà, titoli o depositi bancari.


MERKEL, SILVIO BERLUSCONI, MARIO MONTI
E, poi, secondo le ricostruzioni più credibili che circolano tra una telefonata di auguri e l'altra, ha alzato il tiro, ricordandosi di essere stato commissario europeo alla concorrenza. Ha chiesto di dichiarare i conflitti d'interesse di ciascuno, in relazione alle attività economiche proprie e/o di membri della propria famiglia. Un chiaro messaggio ai treni di Montezemolo e al suocero di Casini.


RICCARDI MONTI ALFANO

ROBERTO DALIMONTE
2. Se quanto sopra e' un punto a favore di Mosé Monti, questo significa tuttavia che il Prof sta ancora sfogliando la margherita e lo farà sino all'ultimo minuto disponibile perché, in realtà, egli punta tutto non sulle elezioni, come dovrebbe essere in ogni paese davvero democratico, ma sul dopo elezioni. Il suo obiettivo non e' quello di candidarsi premier ma quello di diventarlo comunque per la fragilità delle soluzioni che potranno uscire dalle urne, per i deputati e senatori che potranno confluire dopo e per l'esplicito appoggio internazionale di cui, a torto o a ragione, gode.

Mosé Monti sa bene oltretutto, come gli ha più volte spiegato negli incontri a Palazzo Chigi l'esperto di flussi elettorali del Sole 24 Ore, D'Alimonte, che il suo nome sulla lista o sulle liste dei centristi aggiunge ben poco. Questo spiega bene anche la sua schizzinosità verso i centristi: non vuole contaminarsi, pur sapendo che i voti da quelle parti li hanno personaggi che hanno una consolidata presenza sul territorio nelle forme che si possono definire clientelari se non stanno con te, molto radicati nella società civile se i voti li fanno confluire su di te.


CASINI BERLUSCONI MONTI

PIERLUIGI BERSANI SILVIO BERLUSCONI ROMANO PRODI PIERFERDINANDO CASINI MARIO MONTI ANGELA MERKEL
Ne è pensabile davvero che Matteo Renzi possa far convergere i suoi voti sull'ex premier: Bersani onorerà l'accordo mettendo in lista gli uomini del sindaco, il quale resta nel partito pronto a giocarsi il radicamento che ha dimostrato proprio nelle regioni rosse, uomini e voti che sarebbe improprio tentare di trasferire verso lidi centristi.

3. Qui si arriva al cuore del problema. Siccome (nonostante Mosé Monti ne farebbe volentieri a meno) le elezioni ci saranno, e' sui probabili risultati di queste che bisogna ragionare. Si vede a occhio nudo allora che lo scontro non e' affatto, come e' sembrato dalle corrette e tuttavia ingannatrici cronache della conferenza stampa fiume di domenica scorsa, tra l'ex premier e Berlusconi Silvio, ma tra Mosé Monti e Bersani Pierluigi.


PIER LUIGI BERSANI E MARIO MONTI

NICKI VENDOLA SUSANNA CAMUSSO
Mosé Monti spiegherà al leader del PD che e' meglio per l'Italia se lui farà il vicepresidente del Consiglio, che così si vuole là dove si puote e metterà il probabile vincitore delle elezioni di fronte a due alternative: essere a sua volta espressione di ambienti che nulla hanno a che fare con la sovranità popolare, oppure rimanere un socialdemocratico europeo, quindi rappresentante a pieno titolo di una delle grandi tradizioni politiche europee, ma alleato della Camusso e di Vendola con tutte le contraddizioni del caso.

In ogni caso, Bersani Pierluigi sarebbe il primo postcomunista italiano ad arrivare a Palazzo Chigi attraverso le elezioni e dopo l'investitura delle primarie (come e' noto D'Alema Massimo sostituì Prodi Romano con una congiura di Palazzo orchestrata da Francesco Cossiga) e lo scontro con Mosé Monti porrebbe Re Giorgio Napolitano di fronte ad un nuovo dilemma: egli ha già detto che incaricherà il vincitore delle elezioni, ma se tale vincitore non lo fosse del tutto, se non avesse la maggioranza in Senato? E' su questo che punta l'attuale inquilino pro tempore di Palazzo Chigi.


NICKI VENDOLA SUSANNA CAMUSSO

RENZI, VENDOLA, BERSANI
Sono queste le ragioni principali per le quali, nonostante il fair play che i due hanno cercato di dimostrare finora, la campagna elettorale non potrà che mettere di fronte due soluzioni molto alternative e radicali. Da una parte il possibile governo della Merkel, della Fiat di Marchionne, delle operazioni di sistema di Passera che impongono ancora la presenza del medesimo per non scoperchiarne gli altarini, del cemento in crisi di Caltariccone e dei treni di Montezemolo; dall'altra l'esercizio della volontà popolare sia pure effettivamente appesantita dal blocco conservatore della CGIL.


NICHI VENDOLA E PIERLUIGI BERSANI

VENDOLA-BERSANI-VIGNETTA.GIF
4. I rischi di questa alternativa sono ben presenti anche a Mosé Monti, il quale sa bene che non può promettere altro che lacrime e sangue come gli chiede apertamente la stampa tedesca, ma sa anche che in campagna elettorale non basta parlare genericamente di crescita e si e' accorto benissimo di avere un'agenda inesistente, nonostante la stampa amica continui a magnificarla.


Come si fa infatti, da sociologo dilettante, a rinviare tutto alla mancanza di nascite e allo scarso ruolo delle donne nel lavoro se la crisi colpisce innanzitutto i giovani e le donne? Come si fa a far lavorare i giovani se la riforma Fornero lascia nelle aziende torme di anziani, senza contare che la vergogna tutta tecnica degli esodati riemergerà pesantemente in campagna elettorale?


PASSERA ALITALIA

SERGIO MARCHIONNE E MARIO MONTI
Come si fa a nascondere il fatto che la spremitura degli italiani serve innanzitutto a pagare la nostra quota nei fondi europei per i salvataggi, salvataggi che fortunatamente non riguardano il nostro Paese ma che se dovessero davvero riguardarlo non e' detto che la Germania acconsenta?

Come si fa a fare una riforma del lavoro come quella della Fornero, che ha pesantemente irrigidito la flessibilità in entrata costringendo le aziende a non confermare migliaia di contratti che sarebbero stati mantenuti con soddisfazione reciproca dei giovani e delle aziende stesse, e a proclamarsi poi di fatto più marchionniani di Marchionne, come la sceneggiata di Melfi ha dimostrato? Cosa farà Mose' Monti dell'Alitalia, che e' in una situazione disperata ma nessuno ne parla? Come farà ad accusare Berlusconi senza tirare in ballo Passera Corrado, suo autonominatosi vice leader massimo?


MALGERI CASINI CESA
5. Se quanto sopra sconsiglia vivamente Mosé Monti a partecipare direttamente ad una qualsiasi campagna elettorale, tutte le sue tavole della legge rimbalzano in faccia ai centristi che le hanno acriticamente sottoscritte. Casini Piercasinando le userà per liberarsi dell'Udc, come già qualche volta avrebbe voluto fare, ma consegnando contemporaneamente all'ex premier una grandissima polpetta avvelenata.


MATTEO COLANINNO E D ALEMA
Quando si discuterà della candidatura del ragionier Cesa Lorenzo, l'uomo che per chi si ricorda qualcosa della Prima Repubblica ricopre nell'Udc il ruolo di Giovanni Prandini nella Dc, cosa farà Pierfurby? Dirà di sì, questo e' certo, per salvare se stesso e farà di fatto smantellare il suo partitino da Mosé Monti. Ma se poi i voti non arriveranno? Voti che l'uomo-agenda di certo non può aspettarsi dai profughi berlusconiani: non a caso, Formigoni Roberto con le truppe cielline che gli sono rimaste ha deciso di restare dov'è perché avrebbe seriamente rischiato di portare voti e di essere scaricato.


MATTEO COLANINNO
E chi saranno gli imprenditori e i cosiddetti esponenti della società civile che si candideranno in una situazione simile? Gli imprenditori, se hanno un'azienda, devono occuparsene e poi tutti hanno potuto vedere le parabole di tal Calearo, candidato da Veltroni e finito con Berlusconi tra i Responsabili, e di Colaninno Matteo, carriera parlamentare certo più dignitosa ma del tutto ininfluente.


SCILIPOTI CALEARO CESARIO
Quanto alla "società civile", basta ricordarsi che (a parte il nucleo duro di Publitalia) con il primo Berlusconi si candidarono soltanto quelli che non avevano un lavoro. Vinsero e vennero eletti ma si e' visto in questi anni di che qualità, politica e non, fossero. Ma con Mosé Monti non si annunciano cavalcate trionfali ed e' facile prevedere che la società civile (o, per questo, incivile) se ne starà a casa senza rischiare nulla, visto che nulla vuol rischiare il suo presunto condottiero.


MARONI E FORMIGONI

FLAVIO TOSI MATTEO SALVINI ROBERTO MARONI JPEG
6. E' vero che a Bersani Pierluigi, Vendola e la CGIL potranno risultare indigesti, come già avvenne a Prodi con la stessa CGIL e con Bertinotti Fausto al posto del governatore della Puglia. Ma se molte cose si giocano dopo le elezioni, va osservato da vicino il percorso di Maroni Roberto: ha fatto l'accordo con il Pdl per la Lombardia ma andrà probabilmente da solo sul piano nazionale. Maroni proviene culturalmente dalle fila della sinistra, e' stato un buon ministro degli Interni (o almeno la sinistra non gli ha mai addebitato porcherie) e se mette insieme un discreto gruzzolo di voti niente gli impedisce di accordarsi proprio con il PD dopo le elezioni portando in dote il voto di parte del Nord, proprio dove Bersani e' più debole. Certo non lo farebbe per riportare Mosé Monti a Palazzo Chigi.


MARIO MONTI E GIORGIO NAPOLITANO

ISABELLA VOTINO E ROBERTO MARONI JPEG
7. Un pensiero grato a Re Giorgio Napolitano per quanto ha promesso di fare per rispettare la sovranità popolare e la legalità costituzionale. Per questo gli facciamo sconto del fatto che qualcuno, indovinate chi?, continua a violarla. Anche Lamberto Dini, il predecessore tecnico di Mosé Monti, per le elezioni del 1996 fece il suo partitino ma affitto' subito un appartamento a Roma, in corso Vittorio Emanuele, per la sua attività politica, evitando di usare Palazzo Chigi per la bisogna. Peccati veniali, certo, visto che l'uomo-agenda ancora non ha deciso e comunque non ci metterà la faccia. Come quello di restare in carica per gli affari correnti e, di fatto, proporsi come alternativa elettorale alle due maggiori forze che lo avevano sostenuto.


GIORGIO NAPOLITANO

EZIO MAURO CARLO DE BENEDETTI GIORGIO NAPOLITANO
Quanto al Suo ultimo discorso, gentile Presidente della Repubblica, se possiamo permetterci, Le suggeriamo di: guardare alla reale situazione del Paese, che non e' allegra; ricordare che questa non deve far dimenticare le regole democratiche e la sovranità popolare che viene prima di tutto, anche nell'interdipendenza della globalizzazione; ringrazi la Bce e Mario Draghi e non solo Mosé Monti (cosa che pure sarà costretto a fare); soprattutto, si ricordi che con il Suo discorso di fine anno può esercitare ancora una fortissima moral suasion sull'anomalia istituzionale italiana che sempre più gli osservatori internazionali ritengono tale.
camillobenso
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Sotto le macerie -32

Gioco al massacro - 4


Dal Salone Margherita in Roma, va in onda il “Bagaglino elettorale – 1”

26 dicembre 2012


SCIAGURA
Il battutiere



26/11/2012 ==== Berlusconi :«Congiura ci ha fatto lasciare il governo»---------Corriere della Sera

26/11/2012 ==== «Ho letto i giornali stranieri e titolavano: torna Berlusconi e trema l'Europa. Non sapevo di essere così forte. Berlusconi non era irriso in Europa, ma temuto». ---------Corriere della Sera

26/11/2012 ==== Berlusconi:«L'agenda Monti non è che la continuazione della politica del Governo tecnico, su ispirazione della Germania. Una cura sbagliata, che ha portato ai numeri che conosciamo, con risultati negativi»---------Corriere della Sera

26/11/2012 ==== Berlusconi:«Tutto dipende da cosa faranno gli italiani, nessuno può portare l'Italia fuori dalla crisi, se non avrà la maggioranza in Parlamento. Se si continuerà a dare il voto frazionato ai piccoli partiti, resteremo pressappoco nella situazione di adesso. Se il Pdl dovesse avere la maggioranza»---------Corriere della Sera

26/11/2012 ==== Berlusconi: «Sarò circondato da una squadra di protagonisti del mondo del lavoro. Il 50% dei candidati arriverà proprio dall'imprenditoria, tutti con una propria rendita, così da non doversi preoccupare di fare i soldi con la politica. Il 10% dei candidati, infine, saranno i nostri giovani parlamentari che hanno lavorato bene e che si sono dimostrati capaci e appassionati». ---------Corriere della Sera

26/11/2012 ==== Berlusconi: «LA LEGGENDA DEL BURRONE» -Così come lo stato economico del Paese. «Adesso c'è qualcuno che dice che eravamo ad un passo dal baratro: è una retorica fondata sulle menzogne e sulla falsità. L'Italia ai tempi del mio Governo stava bene, era la seconda economia più solida d'Europa. Purtroppo con questa cura dell'austerità, tutto da allora è andato peggio». Poi «la leggenda del burrone ha fatto sì che gli italiani cominciassero ad avere paura del futuro e ha portato a sviluppare una mentalità negativa, che li ha portati a consumare di meno e a non investire più. Questo è stato il primo fattore - ha ribadito Berlusconi - per avviare la crisi»---------Corriere della Sera

26/11/2012 ==== «Ci hanno costretti a lasciare il governo un anno fa circa con una congiura che la storia metterà in luce». L'ex premier parla di una cospirazione «politica, mediatica e anche internazionale. Hanno tirato fuori questo fantasma improvviso dello spread che rappresenta in tutto e per tutto una spesa possibile per il costo degli interessi del due per cento in più all'anno, quindi meno di cinque miliardi in un anno. Una difficoltà quindi facilmente superabile. Si sono inventati di tutto e di più». ---------Corriere della Sera


27/11/2012 ==== Berlusconi: sale(Monti)? Era di rango inferiore---------Corriere della Sera

27/11/2012 ==== Il Cavaliere: «Cura Monti? come salassi del Medioevo»--------- Corriere della Sera





GRILLO

27/11/2012 ==== Grillo lancia l'hashtag #tornaacasamonti
«Monti è un energumeno anticostituzionale»
---------Corriere della Sera

27/11/2012 ==== «Un non eletto che partecipa alle elezioni»
---------Corriere della Sera
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Le bottane


Come era facile prevedere, la salita o discesa di Monti in Campo comporta la perdita del 2 % dei defunti.

Mentre la lista Monti viene data al 10 %.

Secondo Noto di Ipr Marketing, l’apporto a Monti per il 65 % arriva da centro “sinistro”.

Cursore a 00:14:20
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... g3.html#p=

Con Herr Professor nella lista è ipotizzabile un 24%.

Un’ipotesi avanzata anche da Albertini ex sindaco di Milano, ex Pdl che ha prospettato un 25%, e, se vanno in porto alcune ipotesi, la lista di Herr Professor potrebbe diventare il primo partito d’Italia.

Non è che sia un gran mistero l’ipotesi di Albertini che dovrebbe far diventare l’agenda Monti il primo partito. Spaccare a “sinistra” il Piddì e fare altrettanto a destra con il Pdl.

Niente di nuovo sotto il sole. Infatti in questi giorni chi ha potuto osservare Casini ai Tg sprizza gioia da tutti i pori, non era così euforico neppure nei giorni in cui doveva sposare Azzurra. Non intendo entrare nei particolari di cosa anche gli ride, per non scadere in volgarità gratuite.

Lui da perfetto demo falso cristiano, il servizietto a Bersande è sempre pronto a farlo pur che rinasca la Dc. Mentre Bersande si prodiga sempre come una fidanzata in ginocchio che pretende il fidanzamento. Quando i due s’incontrano, Bersani canta sempre a Pierazzurro : In ginocchio da te.

Chi sostiene ufficialmente tra i poteri forti Herr Professor? Il Vaticano SpA……………………………….Ma và, che combinazione.
paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da paolo11 »

Monti lavora per una lista unica, il Vaticano sostiene il Premier
Mario Monti, al lavoro per le sue liste, incassa il sostegno del Vaticano. Dopo Bagnasco e Bertone, anche Papa Ratzinger mostra segnali rassicuranti per lo schieramento filo montiano.
27 dicembre, 2012 by Alberto Mori in Politica con 0 Commenti
Se è escluso un impegno elettorale diretto di Mario Monti, continua a tenere banco l’ipotesi di una o più liste che dovrebbero fare riferimento all’agenda lanciata dal Professore per cercare di riportare sui binari giusti l’Italia. In attesa di sciogliere i nodi relativi alla formula con cui il campo montiano andrà alle elezioni, chi sembra aver rotto gli indugi è la Chiesa cattolica, con il sostegno sbandierato da Bertone e Bagnasco verso il professore che sembra aver decisamente fatto saltare i nervi a Silvio Berlusconi, tanto da indurlo ad una chiara mossa falsa: la dichiarazione che la Chiesa dovrebbe ricordarsi di quanto fatto dal governo Berlusconi. Una dichiarazione che è stata interpretata come intimidatoria e bollata dallo stesso Avvenire come sgarbata ed inelegante.
A rafforzare la strategia decisamente filo montiana del Vaticano, ha poi contribuito lo stesso Benedetto XVI, che ha telefonato a Mario Monti alla vigilia del Natale, per poi dare luogo ad un messaggio natalizio, quello rilasciato da Piazza San Pietro, che è stato letto come un appoggio abbastanza evidente al professore, preferito non solo ad un PD alleato con Nichi Vendola, ma anche ad un Berlusconi ormai ritenuto inaffidabile dalle alte gerarchie ecclesiastiche.
Incassato un appoggio che potrebbe essere estremamente prezioso e che potrebbe sostanziarsi in un appoggio diretto delle organizzazioni cattoliche in campagna elettorale, Monti può ora dedicarsi al lavoro sulle liste, concentrandosi in particolare su una operazione che dovrebbe consentire al suo schieramento di rimarcare la sua distanza dalla vecchia politica, con la proposizione di personalità indipendenti e di alto profilo e con la denuncia dei costi della politica, che sembrano destinati a diventare uno dei leit motiv della campagna elettorale. Il sogno del Professore, sembra essere quello di una scomposizione dei vecchi poli, con acquisti sia dal Pdl che dal Pd. Se su questo fronte è da registrare l’arrivo di Pietro Ichino, il vero obiettivo è quello di un’alleanza con Matteo Renzi, ma almeno per il momento il sindaco di Firenze sembra intenzionato a giocarsi le sue carte all’interno del centrosinistra. Resta solo da vedere cosa succederà in futuro, in particolare quando saranno diventati noti i risultati elettorali.
http://www.befan.it/monti-lavora-per-un ... l-premier/
................................................................................................
La nostra disgrazia è:avere il Vaticano in casa.
Ciao
Paolo11
camillobenso
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Sotto le macerie - 33

Il Paese dove il Carnevale non tramonta mai, dove è sempre Carnevale 365 giorni l’anno – 6



Da Schifani a Quagliariello, la prova d’amore per tornare all’ovile di B.

di Marco Travaglio
| 27 dicembre 2012Commenti (302)


A due mesi esatti dalle elezioni, grande è la confusione sotto il cielo delle liste. Chi sarà candidato e chi no? E perché?

Il Pd si affida alle primarie di Capodanno e non butta via niente: liberisti e statalisti, montiani e antimontiani, pro-tax e anti-tax, inquisiti e incensurati, dinosauri e giovincelli, venghino signori venghino.

L’unico prerequisito indispensabile per concorrere è un giuramento al Dio Tav, consistente nel bacio della putrella, gli ex comunisti avendo sostituito il simbolo Falce e Martello con Calce e Martello.

Infatti l’unico escluso è Sandro Plano, noto eretico dal dogma dell’Immacolata Cementificazione.

Nel Pdl decide tutto la Mummia, all’insegna del rinnovamento e della fedeltà.

Si parla, fra le new entry, di Gattuso, Baresi, Paolo Maldini e Albertini (il calciatore) per un nuovo miracolo milanista (Gullit e Van Basten no perché immigrati).

In grave pericolo i traditori che negli ultimi mesi si erano bevuti la favola del passo indietro e delle primarie e, pur di non andare a lavorare, avevano cercato casa chez Monti.

Tipo Schifani, che quest’estate aveva avuto una sbandata per il Prof: niente più che una sveltina, anzi una montina, che però potrebbe costargli cara.

Eccolo dunque impegnatissimo nella prova d’amore: consiste, nel suo caso, nel denunciare la conferenza stampa natalizia del premier, “politica e non istituzionale”, dunque “strana” e “fuori luogo” perché non s’è mai visto “un premier che attacca l’ex premier” (tipo B. che attacca Prodi, per dire, roba mai vista).

Chissà se basterà: in caso contrario resta la tradizionale camminata a quattro zampe.

Anche l’ex berlusconiano poi montiano ora riberlusconiano Quagliariello vibra di sdegno per gli attacchi “ingenerosi” di Monti a B. Parole “ingenerose” anche per l’ex radicale poi berluschina poi montiana ora riberluschina Eugenia Roccella, folgorata sulla via di Arcore perché “in un momento di crisi come l’attuale è necessario dare ai cittadini risposte limpide”.

Persino Aledanno, già capo degli scissionisti montiani, rientra precipitosamente all’ovile “per rilanciare il Pdl” chiunque ne sia il leader, anche quello che fino a un mese fa era “irrazionale e improponibile”.


La prova d’amore più commovente è quella di Capezzone, che per la verità nessuno sospettava di filomontismo (anche perché nessuno se l’è mai filato), ma teme che il capo ricordi ancora il suo passato di radicale nel centrosinistra.


Dunque, vedendolo da Giletti, s’illumina d’incenso: “Da Berlusconi su Rai1 è venuta una positiva scossa politica e di comunicazione paragonabile a quella che realizzò a Vicenza nel 2006, aprendo la strada a una rimonta enorme”.

Purtroppo la scossa di Vicenza 2006 fu così commentata da un simpatico buontempone: “Berlusconi appare patetico. Il melodrammone italiano si arricchisce di nuove pagine lamentose: dopo la ‘cieca di Sorrento’, la ‘muta di Portici’ e lo ‘smemorato di Collegno’, arriva anche lo ‘sciancato di Arcore’.

Occorre che non si affidi il governo a Berlusconi per altri cinque anni”. Era Capezzone.


Nel Centro di Monti-zemolo, invece, decide tutto il Prof.

Che fa sapere di non volere candidati impresentabili o riciclati.

Piercasinando s’è detto disposto a rinunciare a Cesa, come se gli altri, lui compreso, fossero presentabili e freschi come roselline di maggio.


Visto l’affollamento al centro, i candidati dovranno superare la tradizionale prova del portafogli: ne verrà posizionato uno gonfio di banconote (ovviamente fac-simile, visto l’ambiente) sul pavimento dell’atrio della sede Udc e chi resisterà alla tentazione di metterselo in tasca passerà la selezione.


Nel caso in cui, date le usanze della casa, non la passi nessuno, verranno ricandidati quelli che, prima di chinarsi, contano almeno fino a tre.

Il Fatto Quotidiano, 27 dicembre 2012

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12 ... le/456087/
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Sotto le macerie - 34

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I misteri per chi transitata su questo pianeta sono infiniti. Quello in assoluto a cui nessuno saprà mai dare una risposta e che ha lasciato a bocca asciutta per millenni qualche miliardo di essere umani è : da dove arriviamo, cosa facciamo su questo pianeta, dove andiamo dopo la cessazione della vita che viene convenzionalmente chiamata morte.

Poi ci sono altri misteri che ci ossessionano. Il terzo mistero di Fatima. Il mistero sul perché durante la seconda guerra mondiale il governo degli Stati Uniti considerasse nemico da abbattere il terzo Reich del nazista Hitler, mandando a morte migliaia di suoi cittadini di ogni età sul suolo nord africano e poi europeo, mentre contemporaneamente alcuni paperoni statunitensi continuavano a tenere aperte fabbriche all’interno della Germania che servivano a tenere in vita il regime nazista.

Forse come non sapremo nulla mai circa i misteri di Piazza Fontana, dell’Italicus, di Ustica, della stazione di Bologna.

Ma il mistero dei misteri è quale Dio andasse a pregare ogni mattina in chiesa Giulio Andreotti prima di recarsi al lavoro. Di certo non poteva essere lo stesso Dio dei cristiani. Da anni la religione cattolica fa parte delle grandi religioni monoteiste. Il vecchio Giulio rischia di far saltare questa credenza, e forse per questo che si porterà certamente questo mistero nella tomba.

Per mantenere la tradizione demo falsa cristiana, adesso ci prova Monti. Non ci hanno mai fatto vedere Monti che si reca in chiesa prima di andare a Palazzo Chigi. Ma ci hanno fatto vedere Monti andare a messa la domenica con la consorte.

E qui ritorna la solita domanda: Monti pregerà lo stesso lo stesso Dio dei cristiani?


I dubbi quando si passa dalle chiacchiere ai fatti s’ingigantiscono invece di dissiparsi.

Il cattolico Monti, alla chiusura della legge di stabilità, molla una randellata ai malati di Sla, dopo averli presi in giro negli ultimi mesi trovando i soldi di sostegno, poi di farli sparire, poi di ritrovarli nuovamente ed infine sul filo di lana facendoli sparire nuovamente.

Lascia ulteriormente dubitosi che Monti preghi il Dio dei cristiani, perché con la sua legge sull’Imu, è stato molto attento agli interessi vaticani, con un inchino a Satana, mentre è stato disattento su un ospedale per la cura delle leucemie sui bambini facendogli pagare 98mila euro di Imu, importo con cui poteva finanziare una ricerca.

Cristo si è fermato ad Eboli, ma Lucifero gira in Mercedes.

Ieri i soliti rompipalle del Fatto in prima pagina pubblicano:

L'ultimo atto del governo è un regalo
A Benetton, banchieri e costruttori
L'ultimo atto dell'esecutivo di Monti è un aumento delle tariffe per l'aeroporto romano di Fiumicino
Un tacito avallo all'ampliamento da 12 miliardi, che comporterà cementificazione selvaggia (leggi)
VITO GAMBERALE METTE LE MANI SUGLI SCALI ITALIANI: DA MILANO A FIRENZE E TORINO

Prima delle dimissioni, il governo Monti ha garantito ai poteri forti che gestiscono lo scalo di Fiumicino più tasse aeroportuali a carico dei passeggeri. Nel piano: il raddoppio delle piste, ma soprattutto una colata di cemento sul litorale romano. Affare da 12 miliardi che conviene a molti: il gruppo Benetton, per esempio, potrà "monetizzare" i terreni agricoli acquistati nel 1998. Grazie a un esproprio che dovrà avere l'ok di Gemina, che vede tra i suoi azionisti proprio Benetton

di Alessandro Ferrucci

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12 ... on/456079/


Chiaro che la destra forchettona ed affarista sia in fortissima fibrillazione e che in questi giorni non celebri il Natale, ma la Pasqua di resurrezione, rafforzata dalla benedizione Urbi et Orbi che arriva dal Vaticano SpA.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Sotto le macerie - 35

Il Paese dove il Carnevale non tramonta mai, dove è sempre Carnevale 365 giorni l’anno – 8


Gli Ufo esistono? Si, certo che esistono. Non c’è alcun dubbio che esistano e sono tra noi. Quelli sparsi su questo pianeta una parte sono quelli fuggiti dall’Area 51, l’insediamento della Air Force, situato vicino al villaggio di Rachel a circa 150 km a nord-ovest di Las Vegas, nel sud dello stato statunitense del Nevada.

Giulietto Chiesa, lo scietticone, è andato a chiedere spiegazioni addirittura al vecchio Michail Gorbaciov, dopo la sparata di Medvedev, e ci ha ricavato un’articolo pubblicato dal Fatto.

Medvedev, gli Ufo e la valigetta nera: “Una totale scemenza”

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12 ... za/455726/


Eppure………….

Eppure, quello che Giulietto non sa, è che molti sono arrivati anche nello stivalone dove il clima è relativamente mite e stimola la riproduzione.

Un ufetto, il risultato di un incontro ravvicinato del 5° tipo, fa parte a pieno titolo della politica italiana. Si fa chiamare Angelino Alfano.

E’ la sua natura extraterrestre che gli crea difficoltà a comprendere le circostanze e come funziona l’ambaradan.
Nominato “”segretario”” del fu partito di maggioranza relativa, Pdl, dal sultano di Hardcore, credeva che quella carica fosse reale e non fittizia. Per ragioni evidenti di cultura, gli è stato proibito in gioventù di leggere “Le avventure di Pinocchio”, e di conseguenza non sa chi sia “Mangiafuoco”, il burattinaio del "Gran Teatro dei Burattini"

Ma ce ne sono molti altri, perché il clima ha giocato un ruolo centrale nel sistema riproduttivo. Un tempo, per paragonare una specie ad alto tasso riproduttivo si faceva ricorso ai conigli. Ma qui si va ben oltre.

Altri due ufetti fanno parte del corpo docente dove Terminator 123 è stato nominato presidente dell’Università.

Ieri, hanno redatto un articolo per conto del Corriere della Sera. La loro natura aliena, di gente che arriva dallo spazio,s i sente enormemente:


L'INTERVENTO PUBBLICO DA RIDURRE
Troppo stato in quell'agenda


Per diminuire in modo significativo la spesa pubblica, e quindi consentire una flessione altrettanto rilevante della pressione fiscale, è necessario ridurre lo spazio che lo Stato occupa nella società, cioè spostare il confine fra attività svolte dallo Stato e dai privati.

Limitarsi a razionalizzare la spesa all'interno dei confini oggi tracciati (la cosiddetta spending review) non basta.

Nel 2012 il governo ha tagliato 12 miliardi di euro; altri 12 miliardi di risparmi sono previsti dalla legge di Stabilità per il 2013.

Troppo poco per ridurre la pressione fiscale.

Abbassare la spesa al livello della Germania (di quattro punti inferiore alla nostra) richiederebbe tagli per 65 miliardi.

Per riportarla al livello degli anni Settanta (quando la nostra pressione fiscale era al 33 per cento), si dovrebbero eliminare spese per 244 miliardi.

Di ridurre lo spazio che occupa lo Stato non si parla abbastanza nel programma che Mario Monti ha proposto agli italiani.

Anzi, finora il governo Monti si è mosso nella direzione opposta.

Ad esempio ha trasferito Snam rete gas, l'azienda che gestisce la distribuzione del gas, dall'Eni, di cui lo Stato possiede il 30%, alla Cassa depositi e prestiti, di cui possiede il 70%, cioè l'ha in sostanza nazionalizzata.

Non c'è bisogno di ripercorrere la storia dell'Iri (l'Istituto per la ricostruzione industriale) per ricordarci quanto sia costato ai contribuenti l'intervento pubblico nell'economia.

Basta fare i conti di Alitalia. Cinque anni fa il governo Berlusconi si rifiutò di vendere l'azienda ad Air France.

Invece ne scaricò i 3,2 miliardi di debiti lordi sui contribuenti e indusse alcuni imprenditori ad acquistarla, con l'impegno «implicito» a intervenire se le cose fossero andate male.

Come era facile prevedere, Alitalia oggi è sostanzialmente fallita.

Il governo deve ora fare fronte al suo impegno verso i nuovi azionisti.

Peraltro in un'operazione della quale a suo tempo fu regista l'attuale ministro Passera.

Circolano persino ipotesi di un ingresso delle Ferrovie dello Stato, cioè una ri-nazionalizzazione.

Invece bisognerebbe andare nella direzione opposta: privatizzare la Cassa depositi e prestiti, come i governi degli anni Novanta seppero fare con l'Iri.
Spostare il confine fra Stato e privati, restringendo lo spazio occupato dallo Stato, richiede alcune decisioni importanti.

Cominciamo dalla sanità.

Con l'invecchiamento della popolazione la spesa sanitaria è diventata un bomba a orologeria per le finanze pubbliche, un problema non solo nostro ma di tanti Paesi avanzati.

L'offerta di servizi sanitari in Italia è per lo più gestita dallo Stato: l'area occupata dai privati è limitata, spesso di qualità inferiore ai servizi offerti dagli ospedali pubblici, con rapporti poco trasparenti (spesso vera e propria corruzione) con l'amministrazione.

Esistono tuttavia centri privati eccellenti, sia per efficienza che per qualità e trasparenza.

La prima cosa che il prossimo governo potrebbe fare è convocare gli imprenditori che gestiscono queste strutture e capire come riprodurle in altre regioni.

C'è poi un problema di finanziamento della spesa sanitaria.

Come abbiamo ripetuto più volte, non possiamo più permetterci di fornire servizi sanitari gratuiti a tutti senza distinzione di reddito.

Che senso ha tassare metà del reddito delle fasce più alte per poi restituire loro servizi gratuiti?

Meglio che li paghino, e contemporaneamente che le loro aliquote vengano ridotte. Con ciò che risparmiano, i «ricchi» potrebbero acquistare polizze assicurative, decidendo liberamente quanto assicurarsi.

È un sistema che incoraggerebbe anche il lavoro: se anziché essere tassato con un'aliquota del 50% dovessi pagare un premio assicurativo a una compagnia privata, lavorerei di più per non rischiare di mancare le rate.

Lo stesso può accadere per l'università. Oggi l'università è pubblica e funziona male.

È finanziata da tutti i contribuenti, ma frequentata soprattutto dai più ricchi.

È un sistema che trasferisce (con grandi sprechi) reddito dai poveri ai ricchi.

Perché non far pagare le rette universitarie in modo meno regressivo?

Ci spiace parlare della nostra università, ma la Bocconi non riceve sussidi pubblici, si finanzia con rette scolastiche che sono modulate in funzione del reddito, ed è uno dei pochi atenei italiani che non fa brutta figura nelle classifiche internazionali. Riprodurre questo modello altrove non è impossibile.

Il programma di Monti si occupa esplicitamente di famiglia e di occupazione femminile, ma anche qui proponendo di allargare lo spazio occupato dallo Stato: «Va incoraggiata la più ampia creazione di asili nido».

La soluzione non è questa, bensì, come lo stesso programma indica in un altro punto, detassare il lavoro femminile e lasciare che le famiglie decidano come meglio credono la cura dei figli.

Insomma, a noi pare che il programma di Monti sia troppo Stato-centrico e non punti abbastanza al ridimensionamento dell'intervento pubblico.

Con un debito al 126 per cento del reddito nazionale e una pressione fiscale tra le più alte al mondo non si può sfuggire al problema di ridisegnare i confini fra Stato e privati.

Illudersi che sia sufficiente «riqualificare la spesa» con la spending review rischia di nascondere agli italiani la gravità del problema.

Alberto Alesina e Francesco Giavazzi 27 dicembre 2012 | 7:51© RIPRODUZIONE RISERVATA

http://www.corriere.it/editoriali/12_di ... 6e8a.shtml
camillobenso
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E' tornata la Dc. A furia di dai e dai, l'hanno rifatta.


Da Angelo Bagnasco a Comunione e Liberazione. La galassia cattolica si stringe intorno a Mario Monti
Pietro Salvatori, L'Huffington Post | Pubblicato: 28/12/2012 15:29 CET | Aggiornato: 28/12/2012 15:35 CET


“Adda venì Marione”. Il goliardico motto comunista che invocava l’avvento in Italia di Stalin, per uno strano contrappasso della storia oggi si attaglia perfettamente alla figura del premier.

Mario Monti sta raccogliendo attorno a sé la stragrande maggioranza degli attori cattolici che hanno animato in questi ultimi anni la scena politica.

Nel suo pantheon trova posto solamente Alcide De Gasperi, ma l’eloquio polisemico e stratificato fino all’incomprensibilità ricorda le storiche maratone oratorie di Aldo Moro, altro grande leader della storia del cattolicesimo politico.

Al netto di una manciata di teocon pidiellini e di quei cattolici democratici che si sono acconciati a fare da minoranza interna a Pier Luigi Bersani, tutti gli altri sono con il professore.

A partire dalle alte gerarchie. Se non fosse bastato l’editoriale firmato da Marco Bellizi sull’Osservatore Romano (“L'espressione "salire in politica", usata da Monti […] è in sintesi l'espressione di un appello a recuperare il senso più alto e più nobile della politica che è pur sempre, anche etimologicamente, cura del bene comune”, scrive il quotidiano del Papa), ci ha pensato oggi Angelo Bagnasco a ribadire per l’ennesima volta la simpatia che Monti riscuote nei Sacri Palazzi. "Sull’onestà e la capacità di Monti penso ci sia un riconoscimento comune, poi ognuno può avere opinioni diverse ma credo che su questo piano sia in Italia, sia all’estero ci siano stati riconoscimenti”, ha detto oggi il presidente della Cei.

A sfogliare i giornali in edicola stamattina, l’altra notizia del giorno è il definitivo salto della barricata di Mario Mauro.

Il capogruppo del Pdl a Strasburgo ha rotto gli indugi, invitando i propri colleghi a “scegliere Monti”, perché è “il nuovo modo di fare politica”.

Mauro, che è tra i leader nazionali di Comunione e Liberazione, prevede un “moto discreto ma anche inarrestabile” degli azzurri in direzione delle liste del professore.

Pur essendo Maurizio Lupi ancora molto legato ad Angelino Alfano (con lui dovrebbero rimanere anche Gabriele Toccafondi, Raffaello Vignali e Renato Farina), la scelta di campo di molti degli uomini di don Giussani sembra ormai chiara.

Oltre a Mauro, anche Roberto Formigoni si sta cautamente avvicinando agli uomini del premier.

Il suo convinto sostegno alla candidatura di Gabriele Albertini al Pirellone è stato il pretesto.

Ma le trattative per un suo inserimento organico nella galassia montiana sono ben avviate.

Da capire è il ruolo che potrà assumere, dato che c’è più di qualche resistenza a far figurare il suo nome nelle prossime liste elettorali.

Della partita anche Giorgio Vittadini.

Il presidente della ciellina Fondazione per la sussidiarietà intesse da qualche mese uno scambio di vedute con i montezemoliani di Italia Futura.

La sua distanza da Silvio Berlusconi non è notizia delle ultime settimane, anzi, e molti parlano del fondatore della Compagnia delle opere come king-maker delle scelte di Mauro e dei suoi.

E, a proposito della Compagnia delle opere, è Corrado Passera il luogotenente del presidente del Consiglio incaricato di tessere il dialogo con le associazioni che hanno animato il forum di Todi e che ancora non si sono coinvolte nel progetto.

A partire dall’organizzazione di Cielle presieduta da Bernhard Scholz, passando per la Confartigianato di Giorgio Guerrini e la Confcooperative guidata da Luigi Marino.

Quest’ultimo dovrebbe essere candidato in Emilia Romagna, mentre il primo sembra più freddo. Sembrano invece rientrate le divergenze con Carlo Costalli, presidente del Movimento cristiano dei lavoratori, che sarà con tutta probabilità della partita.

Assodato il sostegno delle Acli di Andrea Olivero (che si è dimesso dalla presidenza per potersi candidare) e della Comunità di Sant’Egidio del ministro Andrea Riccardi, continuano le trattative con il leader della Cisl Raffaele Bonanni, che ha già manifestato il proprio apprezzamento per il tentativo di Monti pur non sembrando disponibile a candidarsi.

Sostegno senza candidatura anche per Franco Miano, presidente dell’Azione cattolica, Mentre ad un posto in Parlamento starebbe pensando Salvatore Martinez, leader del movimento Rinnovamento dello Spirito.


Tornando al mondo della politica, in arrivo anche un drappello di cattolici di sponda Pd.


I senatori (vicini a Beppe Fioroni) Lucio D’Ubaldo, Benedetto Adragna, Flavio Pertoldi e il deputato Giampaolo Fogliardi hanno annunciato il proprio arrivo nella squadra di Monti.

I primi uomini di Bersani (insieme a Pietro Ichino) a fare il grande salto.

Probabilmente non gli ultimi.

http://www.huffingtonpost.it/2012/12/28 ... y#comments
iospero
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Re: Come se ne viene fuori ?

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I senatori (vicini a Beppe Fioroni) Lucio D’Ubaldo, Benedetto Adragna, Flavio Pertoldi e il deputato Giampaolo Fogliardi hanno annunciato il proprio arrivo nella squadra di Mont
Le porte sono aperte , è meglio che se ne vadano
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Torna il partito del Vaticano SpA. Non possiamo che ringraziare Scalfari, Bersani e D’Alema http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-conte ... jpg?47e3a5



il Fatto 28.12.12

Il premier dei due Stati: la Chiesa benedice Monti
Osservatore Romano: “Dal Professore un impegno nobile”
Il Monti benedetto e l’Agenda Vaticano
Il sostegno del Vaticano pone veti su valori non negoziabili
Pietra tombale sull’Imu. Non una parola sui diritti civili

di Fabrizio d’Esposito



Appoggio del giornale della Santa Sede per avere garanzie su Imu e diritti civili.

Per il premier resta il nodo liste: con quella unica rischia di rimanere imbrigliato nella par condicio.

Il premier dei due Stati, italiano e Vaticano.


Nel giorno in cui, Mario Monti viene attaccato, un po’ a sorpresa, da due quotidiani dei poteri forti (Corriere della Sera e Sole 24 Ore) per la vaghezza della sua Agenda, l’Osservatore Romano risponde con endorsement clamoroso.


Un unicum nella storia della Seconda Repubblica e anche della Prima.

Il quotidiano della Santa Sede, diretto da Gian Maria Vian, elogia “la salita in politica del senatore Monti”. Il concetto di salita è molto importante per i cattolici.

Non a caso l’aggettivo “alto” ricorre due volte nel passaggio cruciale dell’Osservatore: “(La salita, ndr) È in sintesi l’espressione di un appello a recuperare il senso più alto e più nobile della politica che è pur sempre, anche etimologicamente, cura del bene comune.


Ed è questa domanda di politica alta che probabilmente la figura di Mario Monti sta intercettando”.

IL MONTI “alto e nobile”, per la Chiesa, è l’esatto opposto del berlusconismo, tanto per intenderci.

Raccontano fonti autorevoli che lo stesso Vian abbia informato il premier dell’articolo prima dell’uscita, tramite il riservato vicesegretario generale Federico Toniato, pilastro della “salita” montiana in politica.

E così attorno al Professore si verifica un vero miracolo: la pace tra Tarcisio Bertone, segretario di Stato e “protettore” dell’Osservatoree, e Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani e di fatto “editore” di Avvenire.


Fino a qualche settimana fa, infatti, la Cei inseguiva ancora il Pdl e Angelino Alfano, con la speranza di un rinnovamento senza più Berlusconi in campo.


Il ritorno del Cavaliere ha azzerato il progetto e per Bagnasco la strada è stata obbligata.


Virare verso Monti, come aveva già fatto in più di un’occasione Bertone e ancora prima il ministro Andrea Riccardi, lo stratega del montismo cattolico.


L’abbraccio del Vaticano implica un’ipoteca forte sulla “salita” del Professore.


Il primo paletto riguarda i fatidici valori non negoziabili, che trasversalmente hanno devastato sia il Pdl sia il Pd, in ossequio alla dottrina Ruini dopo la fine dell’unità politica dei cattolici.


Ieri mattina, a Omnibus su La7, il montezemoliano Marco Simoni ha ricordato che in Italia per vent’anni si è combattuta una guerra su tre fronti: giustizia, articolo 18, diritti civili.


Eppure, nonostante la notazione, nella benedetta Agenda Monti non c’è nemmeno una riga sui diritti civili.


Una dimenticanza che adesso assume un chiaro significato e spiega il ricorso del governo dei tecnici contro la bocciatua della Corte europea della legge 40 sulla fecondazione assistita.



IN TEORIA, la filiera Bertone-Monti-Riccardi, con l’appoggio di Casini e Montezemolo rende irrivelante il ruolo di Gianfranco Fini, considerato Oltretevere un laicista.



Ma non va dimenticato che una settimana fa, Andrea Olivero delle Acli pose un veto sul nome del presidente della Camera, proprio per conto delle gerarchie vaticane.



Dal punto di vista politico, la mossa dell’Osservatore ha anche altri due risvolti.


Frantumare questo bipolarismo tentando, da un lato, di risucchiare i cattolici del Pdl (in primis Mario Mauro di Comunione Liberazione) e dall’altro avvertendo il Pd di Bersani: in caso di grande coalizione dopo il voto, causa pareggio al Senato, un’alleanza è possibile solo senza Vendola.


Il montismo cattolico vuole diventare una mini-Balena Bianca, con un fronte largo che va dalle Acli a Cl, dall’Azione cattolica (che vanta il ministro Balduzzi) alla Cisl, con l’obiettivo di mettersi sotto l’ombrello del Partito popolare europeo.


Tanto per fare un esempio: alle politiche del 2008, Bobba delle Acli fu eletto nel Pd mentre vari ciellini (in primis Lupi e Vignali) arrivarono in Parlamento con il Pdl.


QUELLA distinzione non esisterà più. Alcuni cattolici montiani, infine, spingono per avere una lista propria, distante da Casini e Montezemolo.


È quel che resta dell’universo di Todi 2, che si riunirà il 10 gennaio prossimo.


Qualche centrista più pragmatico fa notare però che dopo quattro giorni c’è la presentazione delle liste. Un po’ poco per riuscire nell’operazione.


Nel nuovo patto tra Monti e la Chiesa non c’è solo la questione dei diritti civili.



Nemmeno dieci giorni fa, il cardinale Bagnasco ha esultato per il condono tombale dell’Imu, concesso dalla Commissione europea (dove Monti è di casa).



Cinque anni di tasse non pagate, dal 2006 al 2011, che vanno ad aggiungersi ai 223 milioni di euro dati da Monti alle scuole paritarie e ad altri finanziamenti pubblici indirizzati verso strutture cattoliche.


Del resto, Monti incontrò il Papa due mesi dopo l’insediamento del suo governo.

Era il gennaio 2012 e Benedetto XVI lo accolse con favore: “Avete iniziato bene.
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