Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
Sotto le macerie - 38
Il Paese dove il Carnevale non tramonta mai, dove è sempre Carnevale 365 giorni l’anno – 11
Italian cucù -1
Fino a qualche anno fa si poteva tranquillamente affermare che in natura esisteva solo una specie di animali che riuscivano a digerire tutto,..gli struzzi.
Oggi non è più così. Sono gli italiani.
Negli ultimi 18 anni hanno digerito tutte le balle berlusconiane. Si vedeva ad una distanza di cento miglia che erano bufale e andava bene così. Digerivano tutto.
Poi è arrivato Monti e non è cambiato nulla sotto il profilo delle bufale. E gli italiani hanno digerito tutto.
Adesso continuano a digerire tutto.
**
Monti: "Pronto a guidare coalizione"
Lista unica al Senato, non alla Camera
La decisione dopo il vertice con i centristi che lo appoggiano: 'Mai pensato di fare un partito'
Il presidente del consiglio parla di 'vocazione maggioritaria', senza 'alleanze con gli uni o gli altri'
28 dicembre 2012
POLITICA & PALAZZO
Monti: "Pronto a guidare coalizione"
Lista unica al Senato, non alla Camera
La decisione dopo il vertice con i centristi che lo appoggiano: 'Mai pensato di fare un partito'
Il presidente del consiglio parla di 'vocazione maggioritaria', senza 'alleanze con gli uni o gli altri'
Il presidente del consiglio uscente parla dopo il vertice centrista. Per Palazzo Madama sarà presentato un "marchio" unico con il nome provvisorio di "Agenda Monti per l'Italia". A Montecitorio la lista Udc alleata con altri soggetti. "Accetto di essere il capo della coalizione". Il professore conferma che non si candiderà personalmente
*******
Monti incontra i centristi: “No partito. Lista unica al Senato, coalizione alla Camera”
Dopo 4 ore di vertice il premier dimissionario annuncia in conferenza stampa: "Accetto di essere designato capo della coalizione". Intanto il cardinale Bagnasco scrive su Avvenire: "Nessun dubbio su onestà del Professore"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 28 dicembre 2012
Commenti (276)
Agenda Monti per l’Italia al Senato. E una federazione di liste alla Camera con Mario Monti a capo.
Questa la decisione più importante emersa dall’incontro durato quattro ore tra il premier dimissionario e i rappresentanti di centro: il segretario dell’Udc Pier Ferdinando Casini, il ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione Andrea Riccardi, il titolare dello Sviluppo economico Corrado Passera, i rappresentanti di Italia Futura, l’associazione fondata da Luca Cordero di Montezemolo, il capogruppo di Fli alla Camera Benedetto Della Vedova e l’ex deputata Pd, poi Api e ora nel gruppo misto Linda Lanzillotta.
“Ho riscontrato nella riunione odierna un consenso ampio, convinto e credibile che mi induce a dare il mio incoraggiamento a queste forze in occasione delle imminenti elezioni politiche – ha esordito Monti in conferenza stampa – L’iniziativa non è contro questo o contro quello, ma per prolungare nel tempo, intensificare nel passo ed estendere negli obiettivi quella modalità di governo che ha consentito nell’ultimo anno di affrontare l’emergenza finanziaria“.
Del resto, insiste Monti “l’emergenza non è affatto finita: dopo quella finanziaria abbiamo davanti emergenza dell’occupazione, soprattutto giovanile”.
Intanto, dopo l’endorsement per Monti da parte dell’Osservatore Romano, anche l’Avvenire mette nero su bianco il suo appoggio al Professore con un editoriale firmato dal segretario della Cei Angelo Bagnasco.
“Penso che sull’onestà e capacità di Monti ci sia un riconoscimento comune – scrive il cardinale – Ognuno può avere opinioni diverse, ma penso che su questo piano, sia in Italia sia all’estero, ci siano stati riconoscimenti”.
L’arcivescovo di Genova ha poi ribadito la “necessità di una politica nobile” su cui “penso che tutti siamo più che d’accordo e noi la auspichiamo.
Per quanto riguarda i casi particolari, ognuno fa le proprie considerazioni.
Auspichiamo veramente che chiunque faccia politica, soprattutto nelle prossime elezioni, creda in una politica alta per il bene del paese.
Di questo – ha concluso Bagnasco – c’è bisogno per la gente”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12 ... ra/456872/
Il Paese dove il Carnevale non tramonta mai, dove è sempre Carnevale 365 giorni l’anno – 11
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Fino a qualche anno fa si poteva tranquillamente affermare che in natura esisteva solo una specie di animali che riuscivano a digerire tutto,..gli struzzi.
Oggi non è più così. Sono gli italiani.
Negli ultimi 18 anni hanno digerito tutte le balle berlusconiane. Si vedeva ad una distanza di cento miglia che erano bufale e andava bene così. Digerivano tutto.
Poi è arrivato Monti e non è cambiato nulla sotto il profilo delle bufale. E gli italiani hanno digerito tutto.
Adesso continuano a digerire tutto.
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Monti: "Pronto a guidare coalizione"
Lista unica al Senato, non alla Camera
La decisione dopo il vertice con i centristi che lo appoggiano: 'Mai pensato di fare un partito'
Il presidente del consiglio parla di 'vocazione maggioritaria', senza 'alleanze con gli uni o gli altri'
28 dicembre 2012
POLITICA & PALAZZO
Monti: "Pronto a guidare coalizione"
Lista unica al Senato, non alla Camera
La decisione dopo il vertice con i centristi che lo appoggiano: 'Mai pensato di fare un partito'
Il presidente del consiglio parla di 'vocazione maggioritaria', senza 'alleanze con gli uni o gli altri'
Il presidente del consiglio uscente parla dopo il vertice centrista. Per Palazzo Madama sarà presentato un "marchio" unico con il nome provvisorio di "Agenda Monti per l'Italia". A Montecitorio la lista Udc alleata con altri soggetti. "Accetto di essere il capo della coalizione". Il professore conferma che non si candiderà personalmente
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Monti incontra i centristi: “No partito. Lista unica al Senato, coalizione alla Camera”
Dopo 4 ore di vertice il premier dimissionario annuncia in conferenza stampa: "Accetto di essere designato capo della coalizione". Intanto il cardinale Bagnasco scrive su Avvenire: "Nessun dubbio su onestà del Professore"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 28 dicembre 2012
Commenti (276)
Agenda Monti per l’Italia al Senato. E una federazione di liste alla Camera con Mario Monti a capo.
Questa la decisione più importante emersa dall’incontro durato quattro ore tra il premier dimissionario e i rappresentanti di centro: il segretario dell’Udc Pier Ferdinando Casini, il ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione Andrea Riccardi, il titolare dello Sviluppo economico Corrado Passera, i rappresentanti di Italia Futura, l’associazione fondata da Luca Cordero di Montezemolo, il capogruppo di Fli alla Camera Benedetto Della Vedova e l’ex deputata Pd, poi Api e ora nel gruppo misto Linda Lanzillotta.
“Ho riscontrato nella riunione odierna un consenso ampio, convinto e credibile che mi induce a dare il mio incoraggiamento a queste forze in occasione delle imminenti elezioni politiche – ha esordito Monti in conferenza stampa – L’iniziativa non è contro questo o contro quello, ma per prolungare nel tempo, intensificare nel passo ed estendere negli obiettivi quella modalità di governo che ha consentito nell’ultimo anno di affrontare l’emergenza finanziaria“.
Del resto, insiste Monti “l’emergenza non è affatto finita: dopo quella finanziaria abbiamo davanti emergenza dell’occupazione, soprattutto giovanile”.
Intanto, dopo l’endorsement per Monti da parte dell’Osservatore Romano, anche l’Avvenire mette nero su bianco il suo appoggio al Professore con un editoriale firmato dal segretario della Cei Angelo Bagnasco.
“Penso che sull’onestà e capacità di Monti ci sia un riconoscimento comune – scrive il cardinale – Ognuno può avere opinioni diverse, ma penso che su questo piano, sia in Italia sia all’estero, ci siano stati riconoscimenti”.
L’arcivescovo di Genova ha poi ribadito la “necessità di una politica nobile” su cui “penso che tutti siamo più che d’accordo e noi la auspichiamo.
Per quanto riguarda i casi particolari, ognuno fa le proprie considerazioni.
Auspichiamo veramente che chiunque faccia politica, soprattutto nelle prossime elezioni, creda in una politica alta per il bene del paese.
Di questo – ha concluso Bagnasco – c’è bisogno per la gente”.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Sotto le macerie – 39
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E’ probabile che a Bersande la lingua italiana sia un poco ostica.
Qualche giorno fa dopo l’intervento di Monti ha chiesto cosa intende il Prof con il “salire in politica”, se intende stare super partes o schierarsi da una parte.
Ma dove ha mai visto uno che scende o sale in politica che rimane superpartes??????
Ieri Monti precisa che:
Il presidente del consiglio parla di 'vocazione maggioritaria', senza 'alleanze con gli uni o gli altri.
Cosa c’è da capire, le intenzioni di Monti sembrano chiare.
Bersande, dando l’impressione del pugile stordito che ha ricevuto un diretto alla bocca dello stomaco, replica:
Dagli altri schieramenti replica Pier Luigi Bersani, candidato a Palazzo Chigi per il centrosinistra, che ha invitato Monti a chiarire come si porrà rispetto al Pd.
“Bisogna vedere come Monti stesso e queste formazioni centrali si riterranno rispetto al Pd che è il primo e più grande partito di questo Paese”, ha detto al Tg5.
“Si riterranno alternativi, competitivi, disponibili a un’alleanza?”, ha chiesto. “Ho sempre detto che i progressisti sono aperti a discutere una convergenza – ha ricordato - con una forza europeista, moderata, centrale che si ritenga alternativa alla destra”.
“Non tocca a noi chiarire – ha insistito – Questo si chiarirà conoscendo le intenzioni degli altri”
****
Elezioni 2013, Bersani: “Monti ora chiarisca come si pone rispetto al Pd”
Casini: "Oggi non nasce un partito, ma una speranza per gli italiani". Alfano: "Candidature moderate che nascondono un disegno di alleanza con la sinistra". Di Pietro: "Il Professore si è tolto la maschera e si è mostrato per quel che è: un veterodemocristiano"
di Redazione Il Fatto Quotidiano
| 28 dicembre 2012
Commenti (42)
“Oggi non nasce un partito personale ma una speranza per gli italiani: adesso tutti al lavoro”.Pierferdinando Casini battezza attraverso Twitter l’inizio della corsa elettorale della coalizione che vedrà come capo il presidente del Consiglio Mario Monti.
Futuro e Libertà farà la sua parte, assicura il presidente della Camera Gianfranco Fini: ”La coalizione annunciata da Monti apre all’Italia una prospettiva di rinnovamento” dice.
E continua, apparentemente, a raccogliere adesioni, nel Pdl come nel Pd.
L’ultimo in ordine cronologico è Mario Adinolfi, entrato in Parlamento da pochi mesi proprio nelle file dei democratici.
Carlo Calenda e Andrea Romano, rispettivamente direttore politico e direttore di Italiafutura, affermano: “E’ stata una giornata di grande soddisfazione che vede coronare il lavoro di tre anni di Italiafutura e del presidente Montezemolo, per riportare al centro della politica la società civile. Ringraziamo il presidente Monti per il suo impegno e il suo coraggio in questa decisiva sfida per le sorti dell’Italia”.
Dagli altri schieramenti replica Pier Luigi Bersani, candidato a Palazzo Chigi per il centrosinistra, che ha invitato Monti a chiarire come si porrà rispetto al Pd. “Bisogna vedere come Monti stesso e queste formazioni centrali si riterranno rispetto al Pd che è il primo e più grande partito di questo Paese”, ha detto al Tg5. “Si riterranno alternativi, competitivi, disponibili a un’alleanza?”, ha chiesto. “Ho sempre detto che i progressisti sono aperti a discutere una convergenza – ha ricordato - con una forza europeista, moderata, centrale che si ritenga alternativa alla destra”. “Non tocca a noi chiarire – ha insistito – Questo si chiarirà conoscendo le intenzioni degli altri”.
Quanto all’endorsement dell’Osservatore Romano “non penso sia ingerenza, è una libera espressione di giudizio, va benissimo, ognuno può dire quello che pensa. Io però la nobiltà della politica preferisco guardarla dal basso, i 100mila volontari al lavoro, durante le ferie, per le nostre primarie o le sindache della Locride”.
Diversa interpretazione quella del segretario del Pdl Angelino Alfano: “La conferenza stampa del senatore Monti – spiega – rivela in modo inequivocabile il tentativo di nascondere dietro qualche candidatura moderata un disegno di alleanza con la sinistra”.
“In un colpo solo – aggiunge Sandro Bondi – Monti ha usurpato la fiducia dei partiti che lealmente lo hanno sostenuto alla guida del governo, del presidente della Repubblica che lo ha chiamato ad assumere un incarico tecnico, degli italiani che hanno creduto alla sua promessa da marinaio di non schierarsi politicamente”.
Attacca anche il capogruppo del partito alla Camera Fabrizio Cicchitto: “Nei giorni pari Monti fa il Presidente del Consiglio,nei giorni dispari il capo di una mini coalizione centrista. La confusione dei ruoli è totale,con conseguenze assai negative anche dal punto di vista istituzionale”.
Il fuoco di fila prosegue con il fondatore di “Fratelli d’Italia” Ignazio La Russa: ”
Smascherato il progetto oligarchico, il premier accetta di guidare una lista di poteri forti.
La sua vera e unica emergenza è quella di mantenere la poltrona.
E meno male che aveva giurato di non volersi mai candidare”.
Critico anche il presidente dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro: “Monti finalmente si è tolto la maschera e si è mostrato per quel che è veramente: un vetero-democristiano della Prima Repubblica che, pur di sopravvivere politicamente, vuole stare con la sinistra ma anche con la destra”. ”La carica di senatore a vita per Monti è solo un alibi – per non verificare di persona quanto egli sia impopolare nel Paese. Monti non si candida alle elezioni solo perchè probabilmente non verrebbe eletto e perchè teme il giudizio del popolo sovrano: non ci sono altre ragioni plausibili”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12 ... pd/457256/
PS. A Omnibus notte, Alice nel paese delle meraviglie Fassina, se la prende con Adinolfi perché ha aderito alla Lista Agenda Monti, e ha tradito gli accordi delle primarie, quando hanno accettato che chi perdeva aiutava il candidato premier (Mario Adinolfi si era schierato con Renzi)
Ma che cosa pretendeva Fassina da un demo falso cristiano? La coerenza????
Ma se non ce l’hanno mai avuta i sinistri, perché pretenderla da un falsone democristiano???????????
• Lo smottamento verso Monti da destra e da “”””””””sinistra””””””””potrebbe continuare copioso.
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E’ probabile che a Bersande la lingua italiana sia un poco ostica.
Qualche giorno fa dopo l’intervento di Monti ha chiesto cosa intende il Prof con il “salire in politica”, se intende stare super partes o schierarsi da una parte.
Ma dove ha mai visto uno che scende o sale in politica che rimane superpartes??????
Ieri Monti precisa che:
Il presidente del consiglio parla di 'vocazione maggioritaria', senza 'alleanze con gli uni o gli altri.
Cosa c’è da capire, le intenzioni di Monti sembrano chiare.
Bersande, dando l’impressione del pugile stordito che ha ricevuto un diretto alla bocca dello stomaco, replica:
Dagli altri schieramenti replica Pier Luigi Bersani, candidato a Palazzo Chigi per il centrosinistra, che ha invitato Monti a chiarire come si porrà rispetto al Pd.
“Bisogna vedere come Monti stesso e queste formazioni centrali si riterranno rispetto al Pd che è il primo e più grande partito di questo Paese”, ha detto al Tg5.
“Si riterranno alternativi, competitivi, disponibili a un’alleanza?”, ha chiesto. “Ho sempre detto che i progressisti sono aperti a discutere una convergenza – ha ricordato - con una forza europeista, moderata, centrale che si ritenga alternativa alla destra”.
“Non tocca a noi chiarire – ha insistito – Questo si chiarirà conoscendo le intenzioni degli altri”
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Elezioni 2013, Bersani: “Monti ora chiarisca come si pone rispetto al Pd”
Casini: "Oggi non nasce un partito, ma una speranza per gli italiani". Alfano: "Candidature moderate che nascondono un disegno di alleanza con la sinistra". Di Pietro: "Il Professore si è tolto la maschera e si è mostrato per quel che è: un veterodemocristiano"
di Redazione Il Fatto Quotidiano
| 28 dicembre 2012
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“Oggi non nasce un partito personale ma una speranza per gli italiani: adesso tutti al lavoro”.Pierferdinando Casini battezza attraverso Twitter l’inizio della corsa elettorale della coalizione che vedrà come capo il presidente del Consiglio Mario Monti.
Futuro e Libertà farà la sua parte, assicura il presidente della Camera Gianfranco Fini: ”La coalizione annunciata da Monti apre all’Italia una prospettiva di rinnovamento” dice.
E continua, apparentemente, a raccogliere adesioni, nel Pdl come nel Pd.
L’ultimo in ordine cronologico è Mario Adinolfi, entrato in Parlamento da pochi mesi proprio nelle file dei democratici.
Carlo Calenda e Andrea Romano, rispettivamente direttore politico e direttore di Italiafutura, affermano: “E’ stata una giornata di grande soddisfazione che vede coronare il lavoro di tre anni di Italiafutura e del presidente Montezemolo, per riportare al centro della politica la società civile. Ringraziamo il presidente Monti per il suo impegno e il suo coraggio in questa decisiva sfida per le sorti dell’Italia”.
Dagli altri schieramenti replica Pier Luigi Bersani, candidato a Palazzo Chigi per il centrosinistra, che ha invitato Monti a chiarire come si porrà rispetto al Pd. “Bisogna vedere come Monti stesso e queste formazioni centrali si riterranno rispetto al Pd che è il primo e più grande partito di questo Paese”, ha detto al Tg5. “Si riterranno alternativi, competitivi, disponibili a un’alleanza?”, ha chiesto. “Ho sempre detto che i progressisti sono aperti a discutere una convergenza – ha ricordato - con una forza europeista, moderata, centrale che si ritenga alternativa alla destra”. “Non tocca a noi chiarire – ha insistito – Questo si chiarirà conoscendo le intenzioni degli altri”.
Quanto all’endorsement dell’Osservatore Romano “non penso sia ingerenza, è una libera espressione di giudizio, va benissimo, ognuno può dire quello che pensa. Io però la nobiltà della politica preferisco guardarla dal basso, i 100mila volontari al lavoro, durante le ferie, per le nostre primarie o le sindache della Locride”.
Diversa interpretazione quella del segretario del Pdl Angelino Alfano: “La conferenza stampa del senatore Monti – spiega – rivela in modo inequivocabile il tentativo di nascondere dietro qualche candidatura moderata un disegno di alleanza con la sinistra”.
“In un colpo solo – aggiunge Sandro Bondi – Monti ha usurpato la fiducia dei partiti che lealmente lo hanno sostenuto alla guida del governo, del presidente della Repubblica che lo ha chiamato ad assumere un incarico tecnico, degli italiani che hanno creduto alla sua promessa da marinaio di non schierarsi politicamente”.
Attacca anche il capogruppo del partito alla Camera Fabrizio Cicchitto: “Nei giorni pari Monti fa il Presidente del Consiglio,nei giorni dispari il capo di una mini coalizione centrista. La confusione dei ruoli è totale,con conseguenze assai negative anche dal punto di vista istituzionale”.
Il fuoco di fila prosegue con il fondatore di “Fratelli d’Italia” Ignazio La Russa: ”
Smascherato il progetto oligarchico, il premier accetta di guidare una lista di poteri forti.
La sua vera e unica emergenza è quella di mantenere la poltrona.
E meno male che aveva giurato di non volersi mai candidare”.
Critico anche il presidente dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro: “Monti finalmente si è tolto la maschera e si è mostrato per quel che è veramente: un vetero-democristiano della Prima Repubblica che, pur di sopravvivere politicamente, vuole stare con la sinistra ma anche con la destra”. ”La carica di senatore a vita per Monti è solo un alibi – per non verificare di persona quanto egli sia impopolare nel Paese. Monti non si candida alle elezioni solo perchè probabilmente non verrebbe eletto e perchè teme il giudizio del popolo sovrano: non ci sono altre ragioni plausibili”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12 ... pd/457256/
PS. A Omnibus notte, Alice nel paese delle meraviglie Fassina, se la prende con Adinolfi perché ha aderito alla Lista Agenda Monti, e ha tradito gli accordi delle primarie, quando hanno accettato che chi perdeva aiutava il candidato premier (Mario Adinolfi si era schierato con Renzi)
Ma che cosa pretendeva Fassina da un demo falso cristiano? La coerenza????
Ma se non ce l’hanno mai avuta i sinistri, perché pretenderla da un falsone democristiano???????????
• Lo smottamento verso Monti da destra e da “”””””””sinistra””””””””potrebbe continuare copioso.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Con la discesa in campo di Antonio Ingroia con gli Arancioni si è formato di fatto il "quarto polo" dopo che con Monti si era già formato il terzo polo.
Come potete ben capire, di fatto il concetto del "bipolarismo", tanto caro al defunto (politicamente) Veltroni, non esiste più.
Purtroppo il procellum è stato disegnato sul modello bipolare per cui applicandolo ad una situazione di 4 poli il risultato è un mostro antidemocratico.
Facendo un discorso teorico di 4 poli di uguale forza elettorale ciò significherebbe che basta un 26% dei voti per avere il 55% dei seggi alla camera.
QUESTO E' ABERRANTE !
Il PD ha anche una grande responsabilità su questo abominio, perché bastava una leggina per mettere l'asticella almeno al 40% ....così nessuno l'avrebbe superata.
Essere dalla parte di Ingroia, con tutti i limiti che vedremo più chiaramente nel prosieguo, è per noi una possibilità che va colta nella libertà di giudizio che contraddistingue il nostro forum.
Un caro saluto a tutti,
Come potete ben capire, di fatto il concetto del "bipolarismo", tanto caro al defunto (politicamente) Veltroni, non esiste più.
Purtroppo il procellum è stato disegnato sul modello bipolare per cui applicandolo ad una situazione di 4 poli il risultato è un mostro antidemocratico.
Facendo un discorso teorico di 4 poli di uguale forza elettorale ciò significherebbe che basta un 26% dei voti per avere il 55% dei seggi alla camera.
QUESTO E' ABERRANTE !
Il PD ha anche una grande responsabilità su questo abominio, perché bastava una leggina per mettere l'asticella almeno al 40% ....così nessuno l'avrebbe superata.
Essere dalla parte di Ingroia, con tutti i limiti che vedremo più chiaramente nel prosieguo, è per noi una possibilità che va colta nella libertà di giudizio che contraddistingue il nostro forum.
Un caro saluto a tutti,
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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- Iscritto il: 22/02/2012, 14:30
Re: Come se ne viene fuori ?
Una cosa è certa nessuno avrà la maggioranza al senato.
Allora o il PD lascia Vendola e si allea con Monti?
Oppure IL PD con gli arancioni.Ma ci sono cose che Ingroia stesso ha detto:Ci sono cose in comune con il movimento 5 stelle.
Insomma mia idea personale.
IL PD dovrà fare i conti con questi se vuole governare.
Da parte del centrodestra non credo abbia speranza di vincere le elezioni.
Quindi rinacono come al solito i partitini.
Da ricordare Casini vorrebbe una nuova DC.(o forse un compromesso storico).
Ma ricordiamoci il muro di Berlino è caduto,non ci sono piu quelle paure da parte dei cittadini.
Monti non credo abbia grosse possibilità.Con quelle mazzate date ai cittadini.E quelle che avremo nel 2013 sempre per ingrassare i soliti noti Beneton Autostrate assicurazioni ecc......
C'è solamente una cosa da controllare da parte dei partiti.Tutte quelle case di riposo dove la chiesa la fa da padrone.E possono far votare come vogliono i vecchietti.
Ciao
Paolo11
Allora o il PD lascia Vendola e si allea con Monti?
Oppure IL PD con gli arancioni.Ma ci sono cose che Ingroia stesso ha detto:Ci sono cose in comune con il movimento 5 stelle.
Insomma mia idea personale.
IL PD dovrà fare i conti con questi se vuole governare.
Da parte del centrodestra non credo abbia speranza di vincere le elezioni.
Quindi rinacono come al solito i partitini.
Da ricordare Casini vorrebbe una nuova DC.(o forse un compromesso storico).
Ma ricordiamoci il muro di Berlino è caduto,non ci sono piu quelle paure da parte dei cittadini.
Monti non credo abbia grosse possibilità.Con quelle mazzate date ai cittadini.E quelle che avremo nel 2013 sempre per ingrassare i soliti noti Beneton Autostrate assicurazioni ecc......
C'è solamente una cosa da controllare da parte dei partiti.Tutte quelle case di riposo dove la chiesa la fa da padrone.E possono far votare come vogliono i vecchietti.
Ciao
Paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?
Paolo,paolo11 ha scritto:Una cosa è certa nessuno avrà la maggioranza al senato.
Allora o il PD lascia Vendola e si allea con Monti?
Oppure IL PD con gli arancioni.Ma ci sono cose che Ingroia stesso ha detto:Ci sono cose in comune con il movimento 5 stelle.
Insomma mia idea personale.
IL PD dovrà fare i conti con questi se vuole governare.
Da parte del centrodestra non credo abbia speranza di vincere le elezioni.
Quindi rinacono come al solito i partitini.
Da ricordare Casini vorrebbe una nuova DC.(o forse un compromesso storico).
Ma ricordiamoci il muro di Berlino è caduto,non ci sono piu quelle paure da parte dei cittadini.
Monti non credo abbia grosse possibilità.Con quelle mazzate date ai cittadini.E quelle che avremo nel 2013 sempre per ingrassare i soliti noti Beneton Autostrate assicurazioni ecc......
C'è solamente una cosa da controllare da parte dei partiti.Tutte quelle case di riposo dove la chiesa la fa da padrone.E possono far votare come vogliono i vecchietti.
Ciao
Paolo11
ti seguo su tutto tranne che il PD si allei con gli Arancioni e M5S.
E' + probabile che esca SEL ed il PD faccia inciucio con Monti.
Bersani ha fatto capire a Monti che se questi si sbilancia verso il CS sarebbe disposto a fare alleanza con lui al senato, perdendo SEL evidentemente.
Il tutto dipenderà dai sondaggi ...
Paolo, il montismo è un tutt'uno con la chiesa ed il cattolicismo militante, è lì che cercano voti e li troveranno ... pensa ai 10 milioni che vanno a messa tutte le domeniche e comprano Famiglia Cristiana e Avvenire.
Bye
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
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Re: Come se ne viene fuori ?
[/quote]Joblack ha scritto:
Paolo, il montismo è un tutt'uno con la chiesa ed il cattolicismo militante, è lì che cercano voti e li troveranno ... pensa ai 10 milioni che vanno a messa tutte le domeniche e comprano Famiglia Cristiana e Avvenire.
Bye
Joblack, vado a messa anch'io la domenica ma penso che, l'ultima cosa che farò è votare Monti e la sua cerchia.
... non credo di essere l'unico credente a non votarli.
Ed aggiungo il credente, proprio in quanto tale, non dovrebbe votarli.
un saluto
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Re: Come se ne viene fuori ?
paolo11 ha scritto:Una cosa è certa nessuno avrà la maggioranza al senato.
Allora o il PD lascia Vendola e si allea con Monti?
Oppure IL PD con gli arancioni.Ma ci sono cose che Ingroia stesso ha detto:Ci sono cose in comune con il movimento 5 stelle.
Insomma mia idea personale.
IL PD dovrà fare i conti con questi se vuole governare.
Ciao
Paolo11
Paolì,….
Il Pd e gli Arancioni (il partito delle manette come sostiene qualcuno) sono troppo distanti in questo momento.
Al massimo gli Arancioni potrebbero tornare utili al segretario dei defunti qualora si rendesse conto che la partita con Monti e Casini è chiusa a loro favore, che il consenso cala, che i montiani del suo partito hanno già fatto le valigie. Questo è il momento dei ricatti: O accetti le mie condizioni o io vado con Monti.
Per salvare il salvabile allora Bersande potrebbe chiedere agli Arancio di entrare in coalizione. Però potrebbe essere terribilmente tardi.
Le coalizioni, affinché siano solide e inossidabili si costruisco 4 anni prima delle elezioni. Ai signori di POLTRONE & FORCHETTE, questo non gli passa manco per la capa.
Dal 1998, cioè da 14, nei defunti vige il teorema D’Alema, che poi non è altro che quello della vecchia Balena Bianca: FARE POLITICA NON SERVE, BASTA SOMMARE I PARTITI CHE INTENDANO ENTRARE NELLA STANZA DEI BOTTONI E DEI BOTTINI. Tutto il resto non c’entra. Gli elettori servono solo per la sveltina di 30 secondi ogni 5 anni, poi possono ritornare tranquillamente nelle loro tombe.
Quanto afferma Ingroia in questo articolo da un’idea piuttosto chiara della realtà tra i due partiti. E poi c’è dell’altro, ovviamente.
Sembra che stia per arrivare il momento della verità per i defunti. Cinque anni di problemi non risolti potrebbero esplodergli in mano tutti in una sola volta nel mezzo della campagna elettorale, ed ovviamente i due partiti di destra lavoreranno perché questo avvenga.
****
L'INIZIATIVA "RIVOLUZIONE CIVILE"
INGROIA SI CANDIDA E VA ALL’ATTACCO
“BERSANI? SI SENTE IL PADRETERNO”
29 dicembre 2012 - 12:31 - Politica
Questa volta è fatta: Antonio Ingroia ha sciolto la riserva per la candidatura a premier.
In conferenza stampa ha presentato il simbolo, dominato dal colore arancione, e con il suo nome in forte evidenza al centro.
Nella parte sovrastante il simbolo c’é la scritta “Rivoluzione civile” mentre in basso ci sono le sagome in rosso di cittadini e lavoratori.
Nessun simbolo dei partiti che supportano Ingroia compare nel logo.
Alla conferenza stampa non erano presenti i leader di Prc, Idv, Pdci che sostengono l’iniziativa politica.
Tra i presenti c’erano invece Leoluca Orlando e Luigi De Magistris.
“Conquisteremo Palazzo Chigi – ha detto Ingroia – e avremo milioni di consensi perché vogliamo fare una rivoluzione pacifica dei cittadini, una rivoluzione civile”.
“Siamo a fianco dei magistrati che hanno sollevato il conflitto di attribuzione sui provvedimenti del governo Monti riguardo l’Ilva.
Rivendichiamo la politica della passione e della coerenza che il Pd sembra aver smarrito.
Siamo noi a rappresentare questa storia che Bersani non ha dimostrato di voler portare avanti”.
Secondo il magistrato “Bersani si è impantanano in una linea politica ambigua e contraddittoria nei confronti del governo Monti dimenticando storie come quelle di Pio La Torre e del suo impegno contro la mafia.
Ha ignorato il mio appello a lui rivolto.
Lo abbiamo cercato, non certo perché abbiamo bisogno di lui e abbiamo ricevuto risposte stravaganti.
Evidentemente si sente il Padreterno, mentre Falcone e Borsellino mi rispondevano al primo squillo.
Bersani in ogni caso una risposta politica l’ha data, non vuole una politica antimafia nuova e rivoluzionaria che sarebbe in grado di eliminare la criminalità.
Il silenzio di Bersani è inequivoco, perché non vuole questa nostra scelta di eliminare mafia e corruzione”.
Nel suo lungo attacco al leader del Pd Ingroia è incorso in un lapsus quando invece di citare Bersani ha citato il nome del leader del Pdl, Silvio Berlusconi.
http://www.siciliainformazioni.com/sici ... padreterno
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Re: Come se ne viene fuori ?
Caro Joblack.TG3 delle 19 Ingroia si può discutere con il movimento 5 stelle.Forse gli avevo letto il pensiero avendolo riportato prima del TG3Joblack ha scritto:Paolo,paolo11 ha scritto:Una cosa è certa nessuno avrà la maggioranza al senato.
Allora o il PD lascia Vendola e si allea con Monti?
Oppure IL PD con gli arancioni.Ma ci sono cose che Ingroia stesso ha detto:Ci sono cose in comune con il movimento 5 stelle.
Insomma mia idea personale.
IL PD dovrà fare i conti con questi se vuole governare.
Da parte del centrodestra non credo abbia speranza di vincere le elezioni.
Quindi rinacono come al solito i partitini.
Da ricordare Casini vorrebbe una nuova DC.(o forse un compromesso storico).
Ma ricordiamoci il muro di Berlino è caduto,non ci sono piu quelle paure da parte dei cittadini.
Monti non credo abbia grosse possibilità.Con quelle mazzate date ai cittadini.E quelle che avremo nel 2013 sempre per ingrassare i soliti noti Beneton Autostrate assicurazioni ecc......
C'è solamente una cosa da controllare da parte dei partiti.Tutte quelle case di riposo dove la chiesa la fa da padrone.E possono far votare come vogliono i vecchietti.
Ciao
Paolo11
ti seguo su tutto tranne che il PD si allei con gli Arancioni e M5S.
E' + probabile che esca SEL ed il PD faccia inciucio con Monti.
Bersani ha fatto capire a Monti che se questi si sbilancia verso il CS sarebbe disposto a fare alleanza con lui al senato, perdendo SEL evidentemente.
Il tutto dipenderà dai sondaggi ...
Paolo, il montismo è un tutt'uno con la chiesa ed il cattolicismo militante, è lì che cercano voti e li troveranno ... pensa ai 10 milioni che vanno a messa tutte le domeniche e comprano Famiglia Cristiana e Avvenire.
Bye
Allora sono daccordo è piu probabile che sia come dici tu che ci sia un accordo con Monti.Infatti avevo scritto forse avremo il compromesso storico moderno.
A questo punto mi auguro che movimento 5 stelle e arancioni facciano il pieno.
Se vogliamo davvero dare una sterzata vera alla Nazione.
Tu dici le chiese sono piene,questo non sò dirtelo,essendo uno che ci và solo ai matrimoni e funerali.Non mi serve una chiesa per parlare con quello lassù.
Sono andato in chiesa nel 1998 alla morte di mio padre.E mia madre ha insistito che mi confessassi.Il parroco mi ha ricevuto nel suo ufficio, mentre mi confessavo gli è squillato il cellulare. A cominciato a parlare con degli impresari.A quel punto ho preso la porta e me ne sono andato.
Tra andare in chiesa e votare per un certo partito ce ne corre.Sono due cose distinte ai tempi d'oggi.
Ciao
Paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?
TG3 delle 19 Ingroia si può discutere con il movimento 5 stelle
Grillo ha detto : Ingroia chiuda la porta
pensa ai 10 milioni che vanno a messa
Non è più così da anni. Anche mia nonna andava a messa tutte le sere e non votava la DC.
Fra tutti i cattolici ( praticanti ) che conosco non ce n'è uno che si fa indicare dal prete per chi votare.
Secondo me il voto cattolico è estremamente variegato.
Grillo ha detto : Ingroia chiuda la porta
pensa ai 10 milioni che vanno a messa
Non è più così da anni. Anche mia nonna andava a messa tutte le sere e non votava la DC.
Fra tutti i cattolici ( praticanti ) che conosco non ce n'è uno che si fa indicare dal prete per chi votare.
Secondo me il voto cattolico è estremamente variegato.
Re: Come se ne viene fuori ?
Don Chisciotte e Sancho Panza
di Francesco Merlo
La politica li ha fatti fuori tutti, ma proprio tutti, tranne uno: Pierferdinando Casini “l’inrottamabile”, più celodurista di Bossi, più gatto di D’Alema, più volpe di Veltroni, più conchiglia di Mastella, eterno come fu Andreotti. I capelli imbiancati su un viso da ragazzo come un Gianni Morandi senza tinture, finto vecchio e finto giovane come i lesti gregari delle favole che sono i complici-registi di tutti i draghi e di tutti i nostri animalitotem: la Balena, il Caimano e Monti, che è ancora in cerca di zoologia ma è forse l’Ippogrifo, il cavallo alato che riportò il senno all’Orlando, furioso come l’Italia. Di sicuro, Casini ritrova con Monti quel Forlani che fu il suo “miglior fabbro”, il solo maestro che non ha mai tradito, il galantuomo gommoso, il coniglio mannaro della Dc. Monti somiglia a Forlani persino fisicamente, la stessa figura sobria, un elegante corpo senza fatica da Signor Veneranda, garbato e puntuto anche nel linguaggio doroteo che fu inventato appunto da Forlani: «Potrei andare avanti per ore» ironizzava di sé. Certo Monti è un “Forlani international” con le competenze di economia che nella vecchia Dc erano limitate al parastato. Casini comunque è abituato a riverire e a imbrigliare questa antropologia sin dai tempi in cui a me, cronista ancora giovane, diceva «guarda cosa farò dire questa sera in tv a Forlani» che era allora il segretario della Dc, vale a dire l’uomo più potente d’Italia, e però con Casini che lo serviva da segretario non si capiva chi tra loro due era il Segretario e chi il segretario del Segretario.
E difatti con la Balena, Pierferdinando esordì non come comparsa nascosta tra le quinte, ma come attor giovane subito alla ribalta. Poi venne appunto il Caimano, con cui Casini si traghettò dal disastro di Tangentopoli al “Polo del buon governo”, diventando accanto a Berlusconi e a Fini una delle punte del famoso, sciagurato Tridente. E ora tocca a Monti che i giornali della destra raccontano come l’ambizioso ma ingenuo leader nelle mani appunto del puparo, del Casini stratega, del servo-padrone: «Monti si candida a vice di Casini» è il titolone di prima pagina di “Libero” di ieri. Ed è però una semplificazione perché la dialettica tra il Sancho Panza Casini e il Monti Don Chisciotte è molto più complessa ed è appena all’inizio, anche se tutto si concluderà in pochissimi mesi. Caricato di crisma e carisma, Monti-Chisciotte ascende al rango della Cavalleria, cioè della Politica, per riparare i torti che essa ha subito e restituirle l’onore, cacciare la casta dal tempio, sconfiggere il debito e lo spread, erigere fortezze alla virtù. Sancho-Casini non lo contraddice mai: «Siamo da sempre i più leali con lui», «Rispetteremo le sue decisioni quali che siano», «Sceglieremo noi i nostri candidati ma ci sottoporremo volentieri all’esame di Bondi», il fedele tagliatore di teste di Monti che anche per Casini farà il lavoro sporco, e solo in un romanzo italiano poteva chiamarsi Bondi come il Sandro fedele a Berlusconi.
Come il Sancho di Cervantes, Casini è dunque il servitore interessato non perché servendolo lo domina, ma perché solo così può sognarsi re di un’isola e intanto lucrare voti come nel romanzo ruba banchetti e donzelle. L’Udc era infatti ridotto a una miseria proprio come il raccolto andato a male del contadino Sancho prima dell’incontro con “il cavaliere dalla trista figura”. E anche Casini è emerso dal sottoscala dell’irrilevanza: tutti gli altri uomini che, alla sua destra o alla sua sinistra, condivisero il suo passato sono ormai senza futuro, pensionati e dimenticati. E invece Casini ieri mattina, con una conferenza stampa al galoppo, ha di nuovo esibito il piglio del leader, e finalmente da socio di maggioranza di una coalizione dove la fa padrone: «Viaggiava Sancho Panza sopra il suo asino come un patriarca, colle bisacce in groppa e la borraccia all’arcione, e con un gran desiderio di diventare governatore dell’isola che il padrone gli aveva promesso». E aspetta che Monti-Chisciotte sbatta la testa sulla dura realtà, non gli dice che i giganti sono le pale di un mulino e che la sua Dulcinea, il Centro «a vocazione maggioritaria» cui dedica la tenzone cortese, è in realtà una meretrice, fatta con il Fli di Fini, l’Italia Futura di Montezemolo, l’Udc di Cesa e Buttiglione.
Corrado Passera, che ha visto Casini all’opera, non in un agguato ma in un vero confronto politico, ha percepito il ritorno di uno stile. E ieri mattina infatti un dettaglio ha rivelato la scuola di Casini, il getto vegetale d’antica pianta: «Una lite con Passera? Mi viene da ridere». Solo Casini poteva pubblicamente chiamare «amico» e «grande amico» l’uomo che aveva appena costretto alla resa, come nelle sceneggiature sciasciane, in Todo Modo, dove la carezza è sentenza. Non è ancora il ritorno alla dissimulazione onesta del potere spietato e rispettoso delle forme, ma sono molti i rimandi all’antico galateo del diavolo che in Casini ha pure quella famosa benedizione vaticana che tradotta in vulgata plebea suona così: «Amare Dio e fregare il prossimo». Casini, che ha avuto una vita sentimentale moderna e disordinata e dunque peccatrice, è anche portatore di un conflitto di interessi meno pacchiano e meno cospicuo di quello di Berlusconi, ma ancora importante. Ha infatti sposato con la signora Azzurra anche i giornali e il mattone di Francesco Gaetano Caltagirone.
Rassegnatosi da tempo alla fine della Dc, Casini vuole diventare l’ago della bilancia grazie a Monti e ai voti ottenuti con la moltiplicazione delle liste che si chiamano appunto “liste a strascico”, e non illustrano una strategia gollista ma solo il trucco dei trafficanti di Porcellum. Monti invece si sentirebbe sconfitto se i risultati elettorali dimostrassero che, nell’universo che ha aperto il suo perimetro, nella politica che si affida alla testa e alle gambe, non si tornerà mai più all’ombelico, alla cicatrice natale, al punto mediano dove tutto l’ingorgo politico va a defluire. Povero Monti se un giorno scoprisse di avere fatto tutto questo per permettere a Casini di diventare l’ago della bilancia, per consentire a Pierferdinando la colpevole ma simpatica inadeguatezza di rimirarsi e rimuginarsi l’ombelico.
Fonte: Jack's BLOG page
di Francesco Merlo
La politica li ha fatti fuori tutti, ma proprio tutti, tranne uno: Pierferdinando Casini “l’inrottamabile”, più celodurista di Bossi, più gatto di D’Alema, più volpe di Veltroni, più conchiglia di Mastella, eterno come fu Andreotti. I capelli imbiancati su un viso da ragazzo come un Gianni Morandi senza tinture, finto vecchio e finto giovane come i lesti gregari delle favole che sono i complici-registi di tutti i draghi e di tutti i nostri animalitotem: la Balena, il Caimano e Monti, che è ancora in cerca di zoologia ma è forse l’Ippogrifo, il cavallo alato che riportò il senno all’Orlando, furioso come l’Italia. Di sicuro, Casini ritrova con Monti quel Forlani che fu il suo “miglior fabbro”, il solo maestro che non ha mai tradito, il galantuomo gommoso, il coniglio mannaro della Dc. Monti somiglia a Forlani persino fisicamente, la stessa figura sobria, un elegante corpo senza fatica da Signor Veneranda, garbato e puntuto anche nel linguaggio doroteo che fu inventato appunto da Forlani: «Potrei andare avanti per ore» ironizzava di sé. Certo Monti è un “Forlani international” con le competenze di economia che nella vecchia Dc erano limitate al parastato. Casini comunque è abituato a riverire e a imbrigliare questa antropologia sin dai tempi in cui a me, cronista ancora giovane, diceva «guarda cosa farò dire questa sera in tv a Forlani» che era allora il segretario della Dc, vale a dire l’uomo più potente d’Italia, e però con Casini che lo serviva da segretario non si capiva chi tra loro due era il Segretario e chi il segretario del Segretario.
E difatti con la Balena, Pierferdinando esordì non come comparsa nascosta tra le quinte, ma come attor giovane subito alla ribalta. Poi venne appunto il Caimano, con cui Casini si traghettò dal disastro di Tangentopoli al “Polo del buon governo”, diventando accanto a Berlusconi e a Fini una delle punte del famoso, sciagurato Tridente. E ora tocca a Monti che i giornali della destra raccontano come l’ambizioso ma ingenuo leader nelle mani appunto del puparo, del Casini stratega, del servo-padrone: «Monti si candida a vice di Casini» è il titolone di prima pagina di “Libero” di ieri. Ed è però una semplificazione perché la dialettica tra il Sancho Panza Casini e il Monti Don Chisciotte è molto più complessa ed è appena all’inizio, anche se tutto si concluderà in pochissimi mesi. Caricato di crisma e carisma, Monti-Chisciotte ascende al rango della Cavalleria, cioè della Politica, per riparare i torti che essa ha subito e restituirle l’onore, cacciare la casta dal tempio, sconfiggere il debito e lo spread, erigere fortezze alla virtù. Sancho-Casini non lo contraddice mai: «Siamo da sempre i più leali con lui», «Rispetteremo le sue decisioni quali che siano», «Sceglieremo noi i nostri candidati ma ci sottoporremo volentieri all’esame di Bondi», il fedele tagliatore di teste di Monti che anche per Casini farà il lavoro sporco, e solo in un romanzo italiano poteva chiamarsi Bondi come il Sandro fedele a Berlusconi.
Come il Sancho di Cervantes, Casini è dunque il servitore interessato non perché servendolo lo domina, ma perché solo così può sognarsi re di un’isola e intanto lucrare voti come nel romanzo ruba banchetti e donzelle. L’Udc era infatti ridotto a una miseria proprio come il raccolto andato a male del contadino Sancho prima dell’incontro con “il cavaliere dalla trista figura”. E anche Casini è emerso dal sottoscala dell’irrilevanza: tutti gli altri uomini che, alla sua destra o alla sua sinistra, condivisero il suo passato sono ormai senza futuro, pensionati e dimenticati. E invece Casini ieri mattina, con una conferenza stampa al galoppo, ha di nuovo esibito il piglio del leader, e finalmente da socio di maggioranza di una coalizione dove la fa padrone: «Viaggiava Sancho Panza sopra il suo asino come un patriarca, colle bisacce in groppa e la borraccia all’arcione, e con un gran desiderio di diventare governatore dell’isola che il padrone gli aveva promesso». E aspetta che Monti-Chisciotte sbatta la testa sulla dura realtà, non gli dice che i giganti sono le pale di un mulino e che la sua Dulcinea, il Centro «a vocazione maggioritaria» cui dedica la tenzone cortese, è in realtà una meretrice, fatta con il Fli di Fini, l’Italia Futura di Montezemolo, l’Udc di Cesa e Buttiglione.
Corrado Passera, che ha visto Casini all’opera, non in un agguato ma in un vero confronto politico, ha percepito il ritorno di uno stile. E ieri mattina infatti un dettaglio ha rivelato la scuola di Casini, il getto vegetale d’antica pianta: «Una lite con Passera? Mi viene da ridere». Solo Casini poteva pubblicamente chiamare «amico» e «grande amico» l’uomo che aveva appena costretto alla resa, come nelle sceneggiature sciasciane, in Todo Modo, dove la carezza è sentenza. Non è ancora il ritorno alla dissimulazione onesta del potere spietato e rispettoso delle forme, ma sono molti i rimandi all’antico galateo del diavolo che in Casini ha pure quella famosa benedizione vaticana che tradotta in vulgata plebea suona così: «Amare Dio e fregare il prossimo». Casini, che ha avuto una vita sentimentale moderna e disordinata e dunque peccatrice, è anche portatore di un conflitto di interessi meno pacchiano e meno cospicuo di quello di Berlusconi, ma ancora importante. Ha infatti sposato con la signora Azzurra anche i giornali e il mattone di Francesco Gaetano Caltagirone.
Rassegnatosi da tempo alla fine della Dc, Casini vuole diventare l’ago della bilancia grazie a Monti e ai voti ottenuti con la moltiplicazione delle liste che si chiamano appunto “liste a strascico”, e non illustrano una strategia gollista ma solo il trucco dei trafficanti di Porcellum. Monti invece si sentirebbe sconfitto se i risultati elettorali dimostrassero che, nell’universo che ha aperto il suo perimetro, nella politica che si affida alla testa e alle gambe, non si tornerà mai più all’ombelico, alla cicatrice natale, al punto mediano dove tutto l’ingorgo politico va a defluire. Povero Monti se un giorno scoprisse di avere fatto tutto questo per permettere a Casini di diventare l’ago della bilancia, per consentire a Pierferdinando la colpevole ma simpatica inadeguatezza di rimirarsi e rimuginarsi l’ombelico.
Fonte: Jack's BLOG page
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