Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Il Vaticano e l'uomo della Provvidenza
quando il cavalier Benito Mussolini firmò i Patti Lateranensi con il Vaticano nel 1929, papa Pio XI lo ribattezzò in un discorso pubblico "Uomo della Provvidenza": "E forse ci voleva anche un uomo come quello che la Provvidenza Ci ha fatto incontrare; un uomo che non avesse le preoccupazioni della scuola liberale, per gli uomini della quale tutte quelle leggi, tutti quegli ordinamenti, o piuttosto disordinamenti, tutte quelle leggi, diciamo, e tutti quei regolamenti erano altrettanti feticci e, proprio come i feticci, tanto più intangibili e venerandi quanto più brutti e deformi". Sono passati 83 anni e Rigor Montis, un altro uomo della Provvidenza, gesuita di educazione, cattolico praticante, che ha seguito durante il suo governo la massima di togliere ai poveri per dare ai ricchi, si è manifestato. E' salito tra noi. Porta in dono l'IMU e le scuole private al Vaticano al posto di oro, mirra e argento. L'Osservatore Romano ha così spiegato l'entusiasmo del Vaticano "Salire in politica è in sintesi l'espressione di un appello a recuperare il senso più alto e nobile della politica che è pur sempre, anche etimologicamente, cura del bene comune". L'Osservatore continua "Napolitano... al quale tutti riconoscono il merito di aver individuato proprio nel senatore a vita l'uomo adatto a traghettare l'Italia fuori dai marosi della tempesta finanziaria" A cui il Vaticano è rimasto immune.. Un IMU val bene una messa. Bagnasco ha elogiato Rigor Montis "Non si possono mandare in malora i sacrifici di un anno". Parla ovviamente dei sacrifici degli italiani, non risultano infatti sacrifici del Vaticano. Se Agnelli spiegò che la Fiat è sempre governativa, il Vaticano è qualcosa di più, si fa esso stesso governo di uno Stato estero. Vanno distinti Chiesa e Vaticano, la prima è la casa di tutti i cattolici, il secondo è uno Stato che fa i suoi interessi terreni. Il Vaticano non può ingerirsi negli affari della Repubblica Italiana, così come lo Stato Italiano non deve influenzare, ad esempio, la nomina del prossimo Papa o del Segretario di Stato. Cavour usò la frase "Libera Chiesa in libero Stato" per affermare il principio della divisione tra il potere spirituale della Chiesa da quello temporale, rappresentato dai Savoia. Non aveva previsto Mussolini, il Vaticano, Bagnasco, Bertone e Rigor Montis. Forse è il caso di rivedere i Patti Lateranensi.
Sicari a cinque euro di Alessandro Di Battista (eBook)
http://www.beppegrillo.it/
Ciao
Paolo11
quando il cavalier Benito Mussolini firmò i Patti Lateranensi con il Vaticano nel 1929, papa Pio XI lo ribattezzò in un discorso pubblico "Uomo della Provvidenza": "E forse ci voleva anche un uomo come quello che la Provvidenza Ci ha fatto incontrare; un uomo che non avesse le preoccupazioni della scuola liberale, per gli uomini della quale tutte quelle leggi, tutti quegli ordinamenti, o piuttosto disordinamenti, tutte quelle leggi, diciamo, e tutti quei regolamenti erano altrettanti feticci e, proprio come i feticci, tanto più intangibili e venerandi quanto più brutti e deformi". Sono passati 83 anni e Rigor Montis, un altro uomo della Provvidenza, gesuita di educazione, cattolico praticante, che ha seguito durante il suo governo la massima di togliere ai poveri per dare ai ricchi, si è manifestato. E' salito tra noi. Porta in dono l'IMU e le scuole private al Vaticano al posto di oro, mirra e argento. L'Osservatore Romano ha così spiegato l'entusiasmo del Vaticano "Salire in politica è in sintesi l'espressione di un appello a recuperare il senso più alto e nobile della politica che è pur sempre, anche etimologicamente, cura del bene comune". L'Osservatore continua "Napolitano... al quale tutti riconoscono il merito di aver individuato proprio nel senatore a vita l'uomo adatto a traghettare l'Italia fuori dai marosi della tempesta finanziaria" A cui il Vaticano è rimasto immune.. Un IMU val bene una messa. Bagnasco ha elogiato Rigor Montis "Non si possono mandare in malora i sacrifici di un anno". Parla ovviamente dei sacrifici degli italiani, non risultano infatti sacrifici del Vaticano. Se Agnelli spiegò che la Fiat è sempre governativa, il Vaticano è qualcosa di più, si fa esso stesso governo di uno Stato estero. Vanno distinti Chiesa e Vaticano, la prima è la casa di tutti i cattolici, il secondo è uno Stato che fa i suoi interessi terreni. Il Vaticano non può ingerirsi negli affari della Repubblica Italiana, così come lo Stato Italiano non deve influenzare, ad esempio, la nomina del prossimo Papa o del Segretario di Stato. Cavour usò la frase "Libera Chiesa in libero Stato" per affermare il principio della divisione tra il potere spirituale della Chiesa da quello temporale, rappresentato dai Savoia. Non aveva previsto Mussolini, il Vaticano, Bagnasco, Bertone e Rigor Montis. Forse è il caso di rivedere i Patti Lateranensi.
Sicari a cinque euro di Alessandro Di Battista (eBook)
http://www.beppegrillo.it/
Ciao
Paolo11
Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Roma, 02-01-2013
"Riotta querelato dal candidato M5S Giarrusso". Lo ha annunciato su Twitter il leader dei Movimento, Beppe Grillo, pubblicando il link a un post sul suo sito beppegrillo.it.
Il riferimento è a un tweet dell'ex direttore del Sole 24 Ore e del Tg1 Gianni Riotta, a sua volta linkato dal sito di Grillo: "Prima lottizzazione 5 Stelle @beppe--grillo in Sicilia il capolista avvocato Giarrusso lottizzato presidente Ato Idrico Catania".
Mario Michele Giarrusso, che si autodefinisce candidato al Senato nel collegio della Sicilia ha spiegato l'origine della notizia: "Come tutti i cittadini candidati del M5S vivo del mio lavoro. Il mio lavoro è fare l'avvocato. Lo faccio difendendo i cittadini che non vogliono rigassificatori, che vogliono la raccolta indifferenziata e non gli inceneritori, difendendo anche le pubbliche amministrazioni che non vogliono che gli appalti siano affidati ad imprese sospettate di collegamenti con la mafia oppure vogliono recuperare i beni a note famiglie mafiose. Invece per il signor Gianni Riotta io sarei un lottizzato perchè qualche giorno fa sono stato contattato da una pubblica amministrazione che deve liquidare l'Ato acque".
"Qualche tempo fa - ha detto ancora Giarrusso - abbiamo vinto in maniera splendida un referendum che ha sancito che l'acqua deve essere pubblica, deve essere dei cittadini. Per fare questo bisogna liquidare tutte le strutture che sono state create per trasferire l'acqua, che è nostra, alle società private. Per fare ciò si da un incarico a un avvocato, in questo caso il sottoscritto. Il signor Gianni Riotta, così come il giornalista di Repubblica Carmelo Caruso, non distingue un incarico di sottogoverno o uno 'lottizzato' da un incarico professionale". Da qui la querela.
ndA
( secondo me è un errore di trascrizione ...dovrebbe essere "differenziata")
"Riotta querelato dal candidato M5S Giarrusso". Lo ha annunciato su Twitter il leader dei Movimento, Beppe Grillo, pubblicando il link a un post sul suo sito beppegrillo.it.
Il riferimento è a un tweet dell'ex direttore del Sole 24 Ore e del Tg1 Gianni Riotta, a sua volta linkato dal sito di Grillo: "Prima lottizzazione 5 Stelle @beppe--grillo in Sicilia il capolista avvocato Giarrusso lottizzato presidente Ato Idrico Catania".
Mario Michele Giarrusso, che si autodefinisce candidato al Senato nel collegio della Sicilia ha spiegato l'origine della notizia: "Come tutti i cittadini candidati del M5S vivo del mio lavoro. Il mio lavoro è fare l'avvocato. Lo faccio difendendo i cittadini che non vogliono rigassificatori, che vogliono la raccolta indifferenziata e non gli inceneritori, difendendo anche le pubbliche amministrazioni che non vogliono che gli appalti siano affidati ad imprese sospettate di collegamenti con la mafia oppure vogliono recuperare i beni a note famiglie mafiose. Invece per il signor Gianni Riotta io sarei un lottizzato perchè qualche giorno fa sono stato contattato da una pubblica amministrazione che deve liquidare l'Ato acque".
"Qualche tempo fa - ha detto ancora Giarrusso - abbiamo vinto in maniera splendida un referendum che ha sancito che l'acqua deve essere pubblica, deve essere dei cittadini. Per fare questo bisogna liquidare tutte le strutture che sono state create per trasferire l'acqua, che è nostra, alle società private. Per fare ciò si da un incarico a un avvocato, in questo caso il sottoscritto. Il signor Gianni Riotta, così come il giornalista di Repubblica Carmelo Caruso, non distingue un incarico di sottogoverno o uno 'lottizzato' da un incarico professionale". Da qui la querela.
ndA
( secondo me è un errore di trascrizione ...dovrebbe essere "differenziata")
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
https://www.youtube.com/watch?v=D4Wa1uua3Bk
https://www.youtube.com/watch?v=OP3_NC2 ... ature=fvwp
Ti riferisci a questo?
Proprio ora gli ho fatto un bonifico.
Ciao
Paolo11
https://www.youtube.com/watch?v=OP3_NC2 ... ature=fvwp
Ti riferisci a questo?
Proprio ora gli ho fatto un bonifico.
Ciao
Paolo11
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
da Il Fatto...
Perché Grillo cala (se cala)
Il Movimento 5 Stelle cala nei sondaggi. Cerchiamo di capirne i motivi
di Andrea Scanzi | 3 gennaio 2013
Il Movimento 5 Stelle è in calo. Lo dicono i sondaggi. Piepoli, da sempre il più timido nell’ammettere i boom degli attivisti 5 stelle, parla di una ripartizione simile: Pd 33%, Pdl 17% (altri centrodestra 7), Coalizione Monti 12%, M5S 11%, Lega 6, Sel 6 (altri centrosinistra 3), Ingroia 5.
La sensazione è che Ingroia sia sovrastimato e che Monti e Pdl cresceranno ancora (siamo in Italia, baby). Bersani un mese fa aveva già vinto e da allora non ne becca una (la sua sottovalutazione di Monti ha del leggendario). Perdere sembra impossibile, ma il centrosinistra può farcela. C’mon.
Gli altri istituti danno il movimento di Beppe Grillo tra il 13 e il 16-17. Il più attendibile, sinora, si è rivelato Swg, costantemente rilanciato dalla trasmissione Agorà su RaiTre. E’ stato il primo a rivelarne la crescita e continua ad accreditargli un 17 percento circa. Il calo, rispetto alla cifre che venivano sparate tra la vittoria a Parma e quella (come lista) in Sicilia, è comunque innegabile. E ha spiegazioni chiare.
Anzitutto occorre intendersi su quale sia il potenziale reale del Movimento 5 Stelle. Fino a un anno fa, quasi tutti ritenevano sufficiente lo sbarramento del 4 percento per disinnescare il M5S. Neanche sarebbe entrato alla Camera e al Senato. Nel giro di sei mesi, una forza data genericamente al 3% (sotto la voce “altri”) era divenuta “sicuramente” la seconda realtà politica italiana, poco distante dal Pd. Dal tutto al niente. Un po’ di misura, no?
Il Movimento 5 Stelle è realtà anomala in un paese per nulla aduso alle novità. Politicamente l’Italia è il paese più reazionario d’Europa, nato e morto democristiano (se va bene): gli elogi orgiastici della stampa “riformista” alla Rifondazione Cristiana di Mario Monti ne sono prova. In un paese simile, suonerebbe quasi rivoluzionario se Grillo raggiungesse a febbraio un risultato a due cifre. In qualità di virus benefico da inoculare nella casta infettatissima della politica italiana, non cambia poi molto se il risultato sarà 9, 11 o 14%. Il Movimento 5 Stelle deve entrare in Parlamento non per governare, ma per fare (con Ingroia) seria opposizione. Esattamente ciò che mai è accaduto con i Violante e i Crisafulli (che continueranno a vivere e lottare in mezzo a loro: wow).
Sì, ma perché il M5S sta calando?
1) Nelle ultime settimane non ci sono stati scandali come quelli di Lusi e Fiorito. L’effetto Primarie (belle le prime, con più ombre che luci le seconde) ha ridato un po’ di verginità al centrosinistra. Se la casta non lo “aiuta”, la capacità grillista di sfondamento scema.
2) Grillo è rimasto sullo sfondo. Di lui si è parlato poco. E qualcuno si è allontanato.
3) Dopo le elezioni siciliane, Grillo ha sbagliato molto. L’allontanamento di Favia e Salsi, in sé, è irrilevante: martiri di professione erano, sono e saranno. Gne gne. Entrambi in scadenza di secondo mandato, quindi con bisogno legittimamente ambizioso di ricollocazione (azzardiamo: il primo con gli Arancioni, la seconda nel centrosinistra come Serracchiani 2.0). Espellendoli, senza peraltro chiarirne troppo i motivi, Grillo ha dato loro – e a chi li ha sfruttati, dai giornali potenti a quelli nati solo per tratteggiarlo come novello Stalin (questi ultimi son durati poco) – un assist mirabile. Il “fuori dalle palle” resta un autogol monumentale. Con queste mosse, e con delle Parlamentarie rabberciate, qualcuno se n’è andato. Non molti (il tema della “democrazia interna” attrae poco l’attivista 5 stelle). Ma qualcuno sì. Che è tornato da mamma Pd. Oppure a Sel. O si è avvicinato agli Arancioni.
4) Appunto, gli Arancioni. Grillo non ha nulla da temere da Bersani, Vendola o Monti: gli drenano pochissimi voti. Ingroia (e chi lo segue, forse sfruttandolo come foglia di fico e forse no) pesca invece nello stesso bacino elettorale. E’ buffo che gli attivisti 5 stelle, forse per esorcizzarne il rischio, lo neghino, sostenendo che la Rivoluzione Civile tolga voti unicamente a Vendola. Macché. Ne toglie eccome a Grillo. Non parlo tanto dei venti-trentenni cibernauti, quanto dei quaranta-sessantenni di sinistra (e delusi dalla sinistra) che in mancanza d’altro si erano lentamente avvicinati a Grillo. Penso, per esempio, al normotipo santoriano (nel senso di Michele Santoro) o floresiano (nel senso di Paolo Flores D’Arcais). Per loro Ingroia (e De Magistris, e Di Pietro, volendo pure Ferrero e Diliberto) rappresentano ora una prospettiva maggiormente gradita. Su Ingroia politico ho qualche perplessità (sull’uomo e sul magistrato no), ma è del tutto auspicabile che una forza che raccoglie anche le Agende Rosse di Borsellino e il Popolo Viola entri, o torni, in Parlamento. La prospettiva massima, a febbraio, sembra coincidere per molti con un 20 percento complessivo di attivisti 5 stelle e arancioni, che condurranno quasi sempre le stesse battaglie. Il timore è un effetto Sinistra Arcobaleno 2: se si fermeranno poco sotto il 4 percento, gli Arancioni saranno serviti unicamente a togliere eletti alla cosiddetta “antipolitica”.
5) Berlusconi. Sembra impossibile (ad alcuni: a me no) che ci siano ancora tanti disposti a rivotare un figuro sempre più impresentabile, nonché sinapticamente devastatissimo, ma questa è l’Italia. Berlusconi non è morto politicamente: ogni volta che stava per accadere, qualcuno lo ha salvato (D’Alema, Veltroni, Napolitano). A febbraio ne ripagheremo le conseguenze. Il Pdl, senza Lega, si attesterà – temo – poco sotto il 25: cifra inaudita, tenendo conto dei disastri compiuti. Se poi Berlusconi si alleerà con Maroni, al Senato avrà luogo un pareggio e l’inciucione Bersani-Monti (con Vendola a girarsi i pollici) sarà cosa certissima (certa lo è già). Questo conato di berlusconismo riguarda anche il M5S: non pochi delusi da destra, dopo aver flirtato con Grillo, si faranno nuovamente rincitrullire dal Bollito. Vamos.
6) Se Renzi avesse vinto le Primarie, il centrosinistra avrebbe stravinto, Berlusconi non avrebbe più appeal e il Movimento 5 Stelle sarebbe sceso molto di più. Il vero anti-Grillo non è Bersani (ahahah) e neanche Ingroia (che casomai è un Grillo 2), ma il sindaco di Firenze. Da non renziano, trovo inattaccabile la coerenza del Renzi post-primarie. Complimenti.
Nelle prossime settimane, facendo comizi ovunque (le piazze dei Firma Day e Massacro Tour erano piene: questa crisi M5S c’è davvero?), Beppe Grillo si giocherà tutto. Se resta in panchina si ammoscia, se sgomita nella mischia si esalta. Dopo le epurazioni è diventato più “conciliante”. Ha ammesso qualche sbaglio (che per lui, disabituato alla critica, è tantissimo). Ha recitato (per strategia e non solo) la parte del martire sulla vicenda-firme. E’ sembrato perfino più istituzionale (il discorso crepuscolare di Capodanno).
Prima di Parma, Pizzarotti era dato al 3 percento; prima delle regionali siciliane, Cancelleri al 7. I sondaggi sono anch’essi strumenti di propaganda elettorale e il M5S è realtà liquida. Se sarà calo o slavina, dipenderà da Grillo, dagli attivisti e dalla casta (per meglio dire: dal suo livello di masochismo inconsapevole).
Saranno settimane di guerriglia. Copritevi bene, che per la democrazia italiana sarà un inverno rigidissimo.
Perché Grillo cala (se cala)
Il Movimento 5 Stelle cala nei sondaggi. Cerchiamo di capirne i motivi
di Andrea Scanzi | 3 gennaio 2013
Il Movimento 5 Stelle è in calo. Lo dicono i sondaggi. Piepoli, da sempre il più timido nell’ammettere i boom degli attivisti 5 stelle, parla di una ripartizione simile: Pd 33%, Pdl 17% (altri centrodestra 7), Coalizione Monti 12%, M5S 11%, Lega 6, Sel 6 (altri centrosinistra 3), Ingroia 5.
La sensazione è che Ingroia sia sovrastimato e che Monti e Pdl cresceranno ancora (siamo in Italia, baby). Bersani un mese fa aveva già vinto e da allora non ne becca una (la sua sottovalutazione di Monti ha del leggendario). Perdere sembra impossibile, ma il centrosinistra può farcela. C’mon.
Gli altri istituti danno il movimento di Beppe Grillo tra il 13 e il 16-17. Il più attendibile, sinora, si è rivelato Swg, costantemente rilanciato dalla trasmissione Agorà su RaiTre. E’ stato il primo a rivelarne la crescita e continua ad accreditargli un 17 percento circa. Il calo, rispetto alla cifre che venivano sparate tra la vittoria a Parma e quella (come lista) in Sicilia, è comunque innegabile. E ha spiegazioni chiare.
Anzitutto occorre intendersi su quale sia il potenziale reale del Movimento 5 Stelle. Fino a un anno fa, quasi tutti ritenevano sufficiente lo sbarramento del 4 percento per disinnescare il M5S. Neanche sarebbe entrato alla Camera e al Senato. Nel giro di sei mesi, una forza data genericamente al 3% (sotto la voce “altri”) era divenuta “sicuramente” la seconda realtà politica italiana, poco distante dal Pd. Dal tutto al niente. Un po’ di misura, no?
Il Movimento 5 Stelle è realtà anomala in un paese per nulla aduso alle novità. Politicamente l’Italia è il paese più reazionario d’Europa, nato e morto democristiano (se va bene): gli elogi orgiastici della stampa “riformista” alla Rifondazione Cristiana di Mario Monti ne sono prova. In un paese simile, suonerebbe quasi rivoluzionario se Grillo raggiungesse a febbraio un risultato a due cifre. In qualità di virus benefico da inoculare nella casta infettatissima della politica italiana, non cambia poi molto se il risultato sarà 9, 11 o 14%. Il Movimento 5 Stelle deve entrare in Parlamento non per governare, ma per fare (con Ingroia) seria opposizione. Esattamente ciò che mai è accaduto con i Violante e i Crisafulli (che continueranno a vivere e lottare in mezzo a loro: wow).
Sì, ma perché il M5S sta calando?
1) Nelle ultime settimane non ci sono stati scandali come quelli di Lusi e Fiorito. L’effetto Primarie (belle le prime, con più ombre che luci le seconde) ha ridato un po’ di verginità al centrosinistra. Se la casta non lo “aiuta”, la capacità grillista di sfondamento scema.
2) Grillo è rimasto sullo sfondo. Di lui si è parlato poco. E qualcuno si è allontanato.
3) Dopo le elezioni siciliane, Grillo ha sbagliato molto. L’allontanamento di Favia e Salsi, in sé, è irrilevante: martiri di professione erano, sono e saranno. Gne gne. Entrambi in scadenza di secondo mandato, quindi con bisogno legittimamente ambizioso di ricollocazione (azzardiamo: il primo con gli Arancioni, la seconda nel centrosinistra come Serracchiani 2.0). Espellendoli, senza peraltro chiarirne troppo i motivi, Grillo ha dato loro – e a chi li ha sfruttati, dai giornali potenti a quelli nati solo per tratteggiarlo come novello Stalin (questi ultimi son durati poco) – un assist mirabile. Il “fuori dalle palle” resta un autogol monumentale. Con queste mosse, e con delle Parlamentarie rabberciate, qualcuno se n’è andato. Non molti (il tema della “democrazia interna” attrae poco l’attivista 5 stelle). Ma qualcuno sì. Che è tornato da mamma Pd. Oppure a Sel. O si è avvicinato agli Arancioni.
4) Appunto, gli Arancioni. Grillo non ha nulla da temere da Bersani, Vendola o Monti: gli drenano pochissimi voti. Ingroia (e chi lo segue, forse sfruttandolo come foglia di fico e forse no) pesca invece nello stesso bacino elettorale. E’ buffo che gli attivisti 5 stelle, forse per esorcizzarne il rischio, lo neghino, sostenendo che la Rivoluzione Civile tolga voti unicamente a Vendola. Macché. Ne toglie eccome a Grillo. Non parlo tanto dei venti-trentenni cibernauti, quanto dei quaranta-sessantenni di sinistra (e delusi dalla sinistra) che in mancanza d’altro si erano lentamente avvicinati a Grillo. Penso, per esempio, al normotipo santoriano (nel senso di Michele Santoro) o floresiano (nel senso di Paolo Flores D’Arcais). Per loro Ingroia (e De Magistris, e Di Pietro, volendo pure Ferrero e Diliberto) rappresentano ora una prospettiva maggiormente gradita. Su Ingroia politico ho qualche perplessità (sull’uomo e sul magistrato no), ma è del tutto auspicabile che una forza che raccoglie anche le Agende Rosse di Borsellino e il Popolo Viola entri, o torni, in Parlamento. La prospettiva massima, a febbraio, sembra coincidere per molti con un 20 percento complessivo di attivisti 5 stelle e arancioni, che condurranno quasi sempre le stesse battaglie. Il timore è un effetto Sinistra Arcobaleno 2: se si fermeranno poco sotto il 4 percento, gli Arancioni saranno serviti unicamente a togliere eletti alla cosiddetta “antipolitica”.
5) Berlusconi. Sembra impossibile (ad alcuni: a me no) che ci siano ancora tanti disposti a rivotare un figuro sempre più impresentabile, nonché sinapticamente devastatissimo, ma questa è l’Italia. Berlusconi non è morto politicamente: ogni volta che stava per accadere, qualcuno lo ha salvato (D’Alema, Veltroni, Napolitano). A febbraio ne ripagheremo le conseguenze. Il Pdl, senza Lega, si attesterà – temo – poco sotto il 25: cifra inaudita, tenendo conto dei disastri compiuti. Se poi Berlusconi si alleerà con Maroni, al Senato avrà luogo un pareggio e l’inciucione Bersani-Monti (con Vendola a girarsi i pollici) sarà cosa certissima (certa lo è già). Questo conato di berlusconismo riguarda anche il M5S: non pochi delusi da destra, dopo aver flirtato con Grillo, si faranno nuovamente rincitrullire dal Bollito. Vamos.
6) Se Renzi avesse vinto le Primarie, il centrosinistra avrebbe stravinto, Berlusconi non avrebbe più appeal e il Movimento 5 Stelle sarebbe sceso molto di più. Il vero anti-Grillo non è Bersani (ahahah) e neanche Ingroia (che casomai è un Grillo 2), ma il sindaco di Firenze. Da non renziano, trovo inattaccabile la coerenza del Renzi post-primarie. Complimenti.
Nelle prossime settimane, facendo comizi ovunque (le piazze dei Firma Day e Massacro Tour erano piene: questa crisi M5S c’è davvero?), Beppe Grillo si giocherà tutto. Se resta in panchina si ammoscia, se sgomita nella mischia si esalta. Dopo le epurazioni è diventato più “conciliante”. Ha ammesso qualche sbaglio (che per lui, disabituato alla critica, è tantissimo). Ha recitato (per strategia e non solo) la parte del martire sulla vicenda-firme. E’ sembrato perfino più istituzionale (il discorso crepuscolare di Capodanno).
Prima di Parma, Pizzarotti era dato al 3 percento; prima delle regionali siciliane, Cancelleri al 7. I sondaggi sono anch’essi strumenti di propaganda elettorale e il M5S è realtà liquida. Se sarà calo o slavina, dipenderà da Grillo, dagli attivisti e dalla casta (per meglio dire: dal suo livello di masochismo inconsapevole).
Saranno settimane di guerriglia. Copritevi bene, che per la democrazia italiana sarà un inverno rigidissimo.
Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Personalmente Grillo mi ha stufato. Forse è successo anche a qualche suo fan. Non che lo abbia mai apprezzato come politico. Ma come osservatore critico e severo della nostra politica, sì.
Si sente al centro del mondo, vuol far credere che stiano tutti tramando contro di lui. Secondo me è in crisi di onnipotenza.
Si sente al centro del mondo, vuol far credere che stiano tutti tramando contro di lui. Secondo me è in crisi di onnipotenza.
Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
10:49 - Beppe Grillo come Gesù. Il paragone è di Roberto Casaleggio, braccio destro di Grillo e regista della comunicazione sul web del Movimento cinque Stelle. Casaleggio ha accettato di parlare del leader del movimento con il giornale britannico ''The Guardian'', al quale accosta la capacità di Grillo di diffondere il suo verbo a quella del Messia: ''E' come per Gesù Cristo e gli Apostoli - dice al giornale l'imprenditore informatico cofondatore del M5S - perché anche il suo messaggio diventò un virus''.
Se in Italia il Movimento cinque Stelle fa breccia, sostiene Casaleggio, è perché Grillo ha aperto gli occhi a chi prima viveva come nel film Matrix, costretto a credere in una realtà che non esiste. "E quando la gente si è resa conto che quello che diceva era vero, ha cominciato a dubitare delle altre informazioni che riceveva". Da questo nasce la forza di Grillo e del Movimento 5 Stelle. Il movimento, spiega Casaleggio, punta a realizzare "una nuova democrazia diretta che vedrà l'eliminazione di tutte le barriere tra cittadino e Stato".
Il giornale britannico non manca di sollecitare l'intervistato sulle accese polemiche esplose attorno ai criteri fissati da M5S per le candidature alle prossime legislative. Alle accuse Casaleggio risponde seccamente: "Lo statuto fissa delle regole. Se vogliono cambiare le regole possono creare un altro movimento".
Beppe Grillo, nel frattempo, continua la sua campagna contro Monti, Bersani e Berlusconi. Oggi se la prende in particolare contro il premier: il calo dello spread, sostiene, è solo un inganno. Sul suo blog posta un dialogo fra un ipotetico "Mr Spread" è "un italiano qualunque": "Rigor Montis ha riportato a casa centinaia di miliardi del vostro debito dalle banche francesi e tedesche. Quando il vostro debito pubblico ve lo sarete ricomprati all'80/90% a nessuno interesserà più lo spread. Questa è la missione di Rigor Montis, far ritornare il debito in patria, impoverendo il Paese. Chi vive di debito muore di debito", avverte.
Gesù ? Virus? ma che paragoni usano? questi hanno sbroccato!
Se in Italia il Movimento cinque Stelle fa breccia, sostiene Casaleggio, è perché Grillo ha aperto gli occhi a chi prima viveva come nel film Matrix, costretto a credere in una realtà che non esiste. "E quando la gente si è resa conto che quello che diceva era vero, ha cominciato a dubitare delle altre informazioni che riceveva". Da questo nasce la forza di Grillo e del Movimento 5 Stelle. Il movimento, spiega Casaleggio, punta a realizzare "una nuova democrazia diretta che vedrà l'eliminazione di tutte le barriere tra cittadino e Stato".
Il giornale britannico non manca di sollecitare l'intervistato sulle accese polemiche esplose attorno ai criteri fissati da M5S per le candidature alle prossime legislative. Alle accuse Casaleggio risponde seccamente: "Lo statuto fissa delle regole. Se vogliono cambiare le regole possono creare un altro movimento".
Beppe Grillo, nel frattempo, continua la sua campagna contro Monti, Bersani e Berlusconi. Oggi se la prende in particolare contro il premier: il calo dello spread, sostiene, è solo un inganno. Sul suo blog posta un dialogo fra un ipotetico "Mr Spread" è "un italiano qualunque": "Rigor Montis ha riportato a casa centinaia di miliardi del vostro debito dalle banche francesi e tedesche. Quando il vostro debito pubblico ve lo sarete ricomprati all'80/90% a nessuno interesserà più lo spread. Questa è la missione di Rigor Montis, far ritornare il debito in patria, impoverendo il Paese. Chi vive di debito muore di debito", avverte.
Gesù ? Virus? ma che paragoni usano? questi hanno sbroccato!
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Al di là di quello che dicono e fanno quei due ( Grillo e Casaleggio)
dimmi chi altro ti dà la possibilità di portare la democrazia diretta,
Rivoluzione civile di Ingroia dovrebbe essere più esplicito su questo punto, che invece era chiaro in Alba.
dimmi chi altro ti dà la possibilità di portare la democrazia diretta,
Rivoluzione civile di Ingroia dovrebbe essere più esplicito su questo punto, che invece era chiaro in Alba.
Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
la democrazia diretta nelle mani di uno che espelle la sua gente così e che usa questo linguaggio?
ma meglio la peggio DC !
per gli altri movimenti...ancora troppo in embrione per capire che direzione prendono e quanto sono destinati a durare.
non voglio entrare nella polemica voto utile - inutile, ma personalmente 'sto giro è troppo importante per non canalizzare il voto verso qualcosa di più strutturato.
( a proposito di voto utile ... guardatevi il link che ho messo su Guzzanti che fa Bertinotti , c'è una battuta sul "voto dilettevole" che fa morire )
ma meglio la peggio DC !
per gli altri movimenti...ancora troppo in embrione per capire che direzione prendono e quanto sono destinati a durare.
non voglio entrare nella polemica voto utile - inutile, ma personalmente 'sto giro è troppo importante per non canalizzare il voto verso qualcosa di più strutturato.
( a proposito di voto utile ... guardatevi il link che ho messo su Guzzanti che fa Bertinotti , c'è una battuta sul "voto dilettevole" che fa morire )
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Se cinque anni vi sembrano pochi
http://www.youtube.com/watch?v=YiBtBlKtanU
Cinque anni fa, l'otto settembre 2007, a Bologna il primo Vday. In tutta Italia 350.000 firme validate, certificate, raccolte per la legge di iniziativa popolare "Parlamento Pulito". Stipate in scatoloni e portate da me a Marini, allora presidente del Senato. Per esaminare la legge, questi cialtroni che si fanno chiamare onorevoli, hanno avuto due legislature, tre presidenti del Consiglio, Prodi, Berlusconi, Monti. Nessuno ha ritenuto opportuno metterla in discussione. La proposta non è neppure arrivata in Senato dove Schifani ha messo in calendario di tutto, anche l'immondo Lodo Alfano e lo Scudo Fiscale per gli evasori totali, ma non la volontà di 350.000 elettori. Schifani è quel miracolato dallo psiconano (mai avrebbe pensato di diventare presidente del Senato) che si rifiutò di discutere pubblicamente Parlamento Pulito e mi invitò nel suo ufficio a parlarne con la dovuta riservatezza (?!). In più di cinque anni non si è sentito un monito, un fiato, un sibilo, un gorgoglio, un accenno, un bisbiglio, un rantolo del presidente della Repubblica su Parlamento Pulito. Napolitano dove sei stato in questi lunghi anni? Ora Parlamento Pulito è decaduto, dopo due legislature infatti una legge di iniziativa popolare deve essere ripresentata, le firme raccolte di nuovo e consegnate nelle mani di chi le riceve come una supplica medioevale, una grazia da concedere e non come un diritto dei cittadini. Parlamento Pulito chiedeva tre cose, normali. Scontate per una democrazia: un Parlamento senza condannati in via definitiva, un massimo di due legislature, l'elezione diretta del candidato. Nel 2013 avremo Dell'Utri in Parlamento, le contesse di lungo corso Bindi e Finocchiaro, nessuna elezione diretta. Le liste ancora nelle mani dei partiti. Rigor Montis si è aggiunto ai vecchi baroni e sceglierà lui medesimo i candidati, con le sue mani lorde di spread. Nulla è cambiato da allora, se non la maschera, adesso si professano più democratici, più vicini al popolo, vogliosi di riformare la legge elettorale di cui hanno goduto i frutti, tuttifrutti. I partiti hanno imposto in passato i loro compari, servi, mignotte e lo faranno ancora a febbraio. Al cittadino sarà impedito di scegliere, di non aver dei farabutti come rappresentanti, di vedere le stesse facce pluridecennali che hanno distrutto la nazione. Tanto tuonò che piovve. Il Porcellum lo volevano cambiare tutti, Napolitano aveva un'urgenza, un'urgenza, non poteva più aspettare e poi ha sciolto le Camere due mesi prima. Il Porcellum non è cambiato e Parlamento Pulito è decaduto. La democrazia in questo Paese è nata morta. Ci vediamo in parlamento. Sarà un piacere.
Ciao
Paolo11
http://www.youtube.com/watch?v=YiBtBlKtanU
Cinque anni fa, l'otto settembre 2007, a Bologna il primo Vday. In tutta Italia 350.000 firme validate, certificate, raccolte per la legge di iniziativa popolare "Parlamento Pulito". Stipate in scatoloni e portate da me a Marini, allora presidente del Senato. Per esaminare la legge, questi cialtroni che si fanno chiamare onorevoli, hanno avuto due legislature, tre presidenti del Consiglio, Prodi, Berlusconi, Monti. Nessuno ha ritenuto opportuno metterla in discussione. La proposta non è neppure arrivata in Senato dove Schifani ha messo in calendario di tutto, anche l'immondo Lodo Alfano e lo Scudo Fiscale per gli evasori totali, ma non la volontà di 350.000 elettori. Schifani è quel miracolato dallo psiconano (mai avrebbe pensato di diventare presidente del Senato) che si rifiutò di discutere pubblicamente Parlamento Pulito e mi invitò nel suo ufficio a parlarne con la dovuta riservatezza (?!). In più di cinque anni non si è sentito un monito, un fiato, un sibilo, un gorgoglio, un accenno, un bisbiglio, un rantolo del presidente della Repubblica su Parlamento Pulito. Napolitano dove sei stato in questi lunghi anni? Ora Parlamento Pulito è decaduto, dopo due legislature infatti una legge di iniziativa popolare deve essere ripresentata, le firme raccolte di nuovo e consegnate nelle mani di chi le riceve come una supplica medioevale, una grazia da concedere e non come un diritto dei cittadini. Parlamento Pulito chiedeva tre cose, normali. Scontate per una democrazia: un Parlamento senza condannati in via definitiva, un massimo di due legislature, l'elezione diretta del candidato. Nel 2013 avremo Dell'Utri in Parlamento, le contesse di lungo corso Bindi e Finocchiaro, nessuna elezione diretta. Le liste ancora nelle mani dei partiti. Rigor Montis si è aggiunto ai vecchi baroni e sceglierà lui medesimo i candidati, con le sue mani lorde di spread. Nulla è cambiato da allora, se non la maschera, adesso si professano più democratici, più vicini al popolo, vogliosi di riformare la legge elettorale di cui hanno goduto i frutti, tuttifrutti. I partiti hanno imposto in passato i loro compari, servi, mignotte e lo faranno ancora a febbraio. Al cittadino sarà impedito di scegliere, di non aver dei farabutti come rappresentanti, di vedere le stesse facce pluridecennali che hanno distrutto la nazione. Tanto tuonò che piovve. Il Porcellum lo volevano cambiare tutti, Napolitano aveva un'urgenza, un'urgenza, non poteva più aspettare e poi ha sciolto le Camere due mesi prima. Il Porcellum non è cambiato e Parlamento Pulito è decaduto. La democrazia in questo Paese è nata morta. Ci vediamo in parlamento. Sarà un piacere.
Ciao
Paolo11
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
MOVIMENTO CINQUE STELLE
Grillo e la tentazione del ritiro
Ma i suoi smentiscono: «Beppe non molla»
In un fuori onda: «Dopo le politiche torno a fare teatro». Per i fedelissimi «Si riposerà ma tornerà più carico di prima»
Grillo si ritira? La notizia circola da qualche giorno. In un video pubblicato da ByoBlu di Claudio Messora e ripreso dall'Huffington Post, il leader del M5s in un incontro con gli attivisti a Udine annuncia: «Subito dopo le elezioni riprendo a fare teatro, la mia natura è quella lì».
STANCHEZZA E DELUSIONE? - Secondo gli osservatori a pesare sono i sondaggi che danno i Cinque Stelle in calo. Per Renato Mannheimer il M5s sarebbe a quota 13-14%., 6/7 punti in meno rispetto alle elezioni regionali siciliane). E non solo. I risultati delle Parlamentarie, con pochi votanti rispetto alle aspettative avrebbero deluso Grillo. Poi i litigi con i dissidenti, Giovanni Favia e Federica Salsi in testa, con il primo che viene dato vicino alla candidatura con Ingroia e con una quota dei grillini delusi che probabilmente convoglieranno i loro voti sul movimento arancione. Poi i comizi in giro per l'Italia, le nuotate e le scalate in Sicilia che avrebbero provato Grillo. E la fatica di intercettare i voti degli elettori delusi, a cavallo tra destra e sinistra, in un momento politico particolarmente fluido e difficile da interpretare. Non mancano poi gli attacchi degli attivisti più puristi che lo rimproverano di essersi fatto soffiare il primato della «democrazia liquida» e dell'uso di internet per discutere il programma da Monti, piuttosto che da Umberto Ambrosoli, candidato in Lombardia.
Beppe Grillo (Ansa)
Grillo si ritira? La notizia circola da qualche giorno. In un video pubblicato da ByoBlu di Claudio Messora e ripreso dall'Huffington Post, il leader del M5s in un incontro con gli attivisti a Udine annuncia: «Subito dopo le elezioni riprendo a fare teatro, la mia natura è quella lì».
STANCHEZZA E DELUSIONE? - Secondo gli osservatori a pesare sono i sondaggi che danno i Cinque Stelle in calo. Per Renato Mannheimer il M5s sarebbe a quota 13-14%., 6/7 punti in meno rispetto alle elezioni regionali siciliane). E non solo. I risultati delle Parlamentarie, con pochi votanti rispetto alle aspettative avrebbero deluso Grillo. Poi i litigi con i dissidenti, Giovanni Favia e Federica Salsi in testa, con il primo che viene dato vicino alla candidatura con Ingroia e con una quota dei grillini delusi che probabilmente convoglieranno i loro voti sul movimento arancione. Poi i comizi in giro per l'Italia, le nuotate e le scalate in Sicilia che avrebbero provato Grillo. E la fatica di intercettare i voti degli elettori delusi, a cavallo tra destra e sinistra, in un momento politico particolarmente fluido e difficile da interpretare. Non mancano poi gli attacchi degli attivisti più puristi che lo rimproverano di essersi fatto soffiare il primato della «democrazia liquida» e dell'uso di internet per discutere il programma da Monti, piuttosto che da Umberto Ambrosoli, candidato in Lombardia.
Grillo: «Dopo le elezioni torno a teatro»
ByoBlu
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«BEPPE NON MOLLA» -Nel suo discorso di fine anno in effetti Grillo si era lamentato: «per le difficoltà burocratiche incontrate nella raccolta delle firme che ci hanno messo in difficoltà». Per gli osservatori più critici si tratterebbe di una decisione presa fin dall'inizio: «Porto il M5s in Parlamento e poi mi ritiro», sarebbe stata la strategia decisa con Casaleggio fin dagli albori del movimento. In realtà i ben informati parlano di «un periodo di riposo immediatamente dopo le elezioni ma Beppe non lascia». Per gli esponenti più fedeli, infatti, Grillo si è speso molto, tra comizi, nuotate e ha deciso di «passare un periodo in famiglia, una volta saputo risultato elettorale di febbraio». Ma assolutamente no, «Grillo non molla, anzi tornerà più carico che mai». Del resto il comico genovese, l'aveva già detto alla fine dell'anno: «Il 2013 ne ve sarà un anno indimenticabile. L’importante è esserci per cambiare l’Italia».
Marta Serafini
@martaserafini
7 gennaio 2013 | 18:31
© RIPRODUZIONE RISERVATA
VIDEO
http://video.corriere.it/grillo-dopo-el ... 2bcc05a702
http://www.corriere.it/politica/13_genn ... a702.shtml
Grillo e la tentazione del ritiro
Ma i suoi smentiscono: «Beppe non molla»
In un fuori onda: «Dopo le politiche torno a fare teatro». Per i fedelissimi «Si riposerà ma tornerà più carico di prima»
Grillo si ritira? La notizia circola da qualche giorno. In un video pubblicato da ByoBlu di Claudio Messora e ripreso dall'Huffington Post, il leader del M5s in un incontro con gli attivisti a Udine annuncia: «Subito dopo le elezioni riprendo a fare teatro, la mia natura è quella lì».
STANCHEZZA E DELUSIONE? - Secondo gli osservatori a pesare sono i sondaggi che danno i Cinque Stelle in calo. Per Renato Mannheimer il M5s sarebbe a quota 13-14%., 6/7 punti in meno rispetto alle elezioni regionali siciliane). E non solo. I risultati delle Parlamentarie, con pochi votanti rispetto alle aspettative avrebbero deluso Grillo. Poi i litigi con i dissidenti, Giovanni Favia e Federica Salsi in testa, con il primo che viene dato vicino alla candidatura con Ingroia e con una quota dei grillini delusi che probabilmente convoglieranno i loro voti sul movimento arancione. Poi i comizi in giro per l'Italia, le nuotate e le scalate in Sicilia che avrebbero provato Grillo. E la fatica di intercettare i voti degli elettori delusi, a cavallo tra destra e sinistra, in un momento politico particolarmente fluido e difficile da interpretare. Non mancano poi gli attacchi degli attivisti più puristi che lo rimproverano di essersi fatto soffiare il primato della «democrazia liquida» e dell'uso di internet per discutere il programma da Monti, piuttosto che da Umberto Ambrosoli, candidato in Lombardia.
Beppe Grillo (Ansa)
Grillo si ritira? La notizia circola da qualche giorno. In un video pubblicato da ByoBlu di Claudio Messora e ripreso dall'Huffington Post, il leader del M5s in un incontro con gli attivisti a Udine annuncia: «Subito dopo le elezioni riprendo a fare teatro, la mia natura è quella lì».
STANCHEZZA E DELUSIONE? - Secondo gli osservatori a pesare sono i sondaggi che danno i Cinque Stelle in calo. Per Renato Mannheimer il M5s sarebbe a quota 13-14%., 6/7 punti in meno rispetto alle elezioni regionali siciliane). E non solo. I risultati delle Parlamentarie, con pochi votanti rispetto alle aspettative avrebbero deluso Grillo. Poi i litigi con i dissidenti, Giovanni Favia e Federica Salsi in testa, con il primo che viene dato vicino alla candidatura con Ingroia e con una quota dei grillini delusi che probabilmente convoglieranno i loro voti sul movimento arancione. Poi i comizi in giro per l'Italia, le nuotate e le scalate in Sicilia che avrebbero provato Grillo. E la fatica di intercettare i voti degli elettori delusi, a cavallo tra destra e sinistra, in un momento politico particolarmente fluido e difficile da interpretare. Non mancano poi gli attacchi degli attivisti più puristi che lo rimproverano di essersi fatto soffiare il primato della «democrazia liquida» e dell'uso di internet per discutere il programma da Monti, piuttosto che da Umberto Ambrosoli, candidato in Lombardia.
Grillo: «Dopo le elezioni torno a teatro»
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«BEPPE NON MOLLA» -Nel suo discorso di fine anno in effetti Grillo si era lamentato: «per le difficoltà burocratiche incontrate nella raccolta delle firme che ci hanno messo in difficoltà». Per gli osservatori più critici si tratterebbe di una decisione presa fin dall'inizio: «Porto il M5s in Parlamento e poi mi ritiro», sarebbe stata la strategia decisa con Casaleggio fin dagli albori del movimento. In realtà i ben informati parlano di «un periodo di riposo immediatamente dopo le elezioni ma Beppe non lascia». Per gli esponenti più fedeli, infatti, Grillo si è speso molto, tra comizi, nuotate e ha deciso di «passare un periodo in famiglia, una volta saputo risultato elettorale di febbraio». Ma assolutamente no, «Grillo non molla, anzi tornerà più carico che mai». Del resto il comico genovese, l'aveva già detto alla fine dell'anno: «Il 2013 ne ve sarà un anno indimenticabile. L’importante è esserci per cambiare l’Italia».
Marta Serafini
@martaserafini
7 gennaio 2013 | 18:31
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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http://www.corriere.it/politica/13_genn ... a702.shtml
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