TRASPARENZA... unica strada...
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TRASPARENZA... unica strada...
Non so se la "trasparenza" sia l'unica strada, non sarà certo di per se risolutiva di tutti i guai che ci attanagliano.
Però, indubbiamente può aiutare molto, se praticata e pretesa a tutti i livelli politici-amministrativi.
Sarebbe utile, penso, dibattere e confrontarsi sulle possibilità che la pratica della trasparenza può offrire.
Cani da guardia
Sembra Foia ma non è. “Mancano importanti misure”
Il governo introduce l’obbligo per le Pubbliche amministrazioni di pubblicare tutti i dati in loro possesso e di garantire ad ogni cittadino l’accesso agli stessi. Trasparenza, partecipazione e pubblicità pena l’annullamento dei provvedimenti, ma occhio alle sanzioni. Agorà Digitale: “Tenuti fuori importanti centri di spesa e siamo lontani dal Freedom Of Information Act. Monti e Patroni Griffi aderiscano al nostro Patto”. Nuova linfa per chi si batte in battaglie come la “Settimana della Trasparenza”. Mentre Wikipedia taglia il traguardo del milione di voci online, Twitter diventa serbatoio per bibliotecari
Care amministrazioni d’Italia, dovete pubblicare tutto. È un po’ il sunto dei due decreti legislativi che il consiglio dei ministri di martedì sera ha approvato per dare attuazione ad una parte della legge “anticorruzione” (la 190 del 2012). L’iniziativa, già rinominata “Foia italiano” e promessa dal ministro della Funzione pubblica Patroni Griffi all’Open Government Summit del novembre scorso, punta a riordinare tutte le norme in materia di trasparenza delle Pa introducendo diversi radicali obblighi. Su tutti, la pubblicazione sui siti istituzionali in formato aperto e riutilizzabile di ogni tipo di dato e spesa: dai curricula, stipendi e incarichi e tutti gli altri dati relativi al personale dirigenziale alla pubblicazione dei bandi di concorso adottati per il reclutamento, degli atti dei procedimenti di approvazione dei piani regolatori e delle varianti urbanistiche alla sanità.
[era-trasparenza-logo] La trasparenza diventa quindi total disclosure. Si stabilisce poi il principio della totale accessibilità delle informazioni, quel “right to know” di tradizione anglosassone che rende non più necessario per i cittadini avere una giusta causa per accedere agli atti pubblici, salvo i casi in cui la legge lo esclude espressamente per motivi di sicurezza. Viene poi istituito l’obbligo di pubblicità delle situazioni patrimoniali dei politici e dei loro parenti fino al secondo grado.
Da valutare attentamente, nel testo che si prepara a passare l’esame di garante della privacy e conferenza unificata prima di diventare legge, il meccanismo delle sanzioni; nell’Italia delle mille norme e delle altrettante scappatoie, sarà decisivo stabilire pesanti deterrenti per chi contravviene alle normative. In questo senso, in un comunicato ufficiale il governo assicura che sono previsti, ad esempio, gli annullamenti di incarichi e commesse assegnati senza che ne sia data pubblicità.
Il provvedimento si preannuncia dunque come una nuova pietra miliare che dà ulteriore linfa ad iniziative come quella intrapresa in questi giorni da Agorà Digitale, impegnata, con la “Settimana della Trasparenza“, nella prima mappatura dal basso di tutte le Pa che hanno rispettato o no le disposizioni dell’articolo 18 del Decreto sviluppo, quello che impone loro di pubblicare tutti i dati relativi alle spese superiori a mille euro sostenute dal luglio scorso.
Di una cosa si può essere dunque sicuri: la strada della trasparenza per le Pubbliche amministrazioni ha ormai raggiunto il punto di non ritorno.
UPDATE 14:00 - Agorà Digitale diffonde una nota nella quale afferma:
Le nuove norme sulla trasparenza della PA vanno della giusta direzione e il governo merita un plauso per questo ulteriore passo in avanti sulla politica degli open data. Ma per rendere davvero accessibili e trasparenti le istituzioni è necessario estendere i nuovi obblighi anche alle società a partecipazione statale – veri centri di spesa occulti – e a tutti i soggetti che utilizzano denaro pubblico indipendentemente dalla loro natura giuridica. Inoltre, se il governo guarda al modello del Freedom of Information Act statunitense, bisogna riconoscere che l’America è ancora lontana: la norma italiana infatti impone la messa online di dati e documenti che dovrebbero già essere pubblici alla luce delle norme precedenti, mentre la disciplina anglosassone impone l’accesso a ogni tipo di documento, compatibilmente con le leggi sulla privacy o la sicurezza.
Se davvero intendono portare il FOIA al di qua dell’oceano, il presidente Monti e il ministro Patroni Griffi aderiscano al nostro Patto per la trasparenza, come stanno facendo in queste ore numerosi amministratori e candidati di diversi schieramenti, mentre migliaia di cittadini stanno partecipando alla Settimana della Trasparenza per monitorare insieme a noi, amministrazione per amministrazione, l’adeguamento delle PA all’articolo 18 del decreto sviluppo. Una mobilitazione straordinaria che andrà avanti fino a domenica sul portale http://www.eradellatrasparenza.it, dove sta prendendo forma una vera e propria mappa delle amministrazioni virtuose e inadempienti”.
Wiki e cinguettii
E mentre Wikipedia taglia il traguardo del milione di voci italiane (auguri!), Twitter continua a colonizzare spazi anche nel mondo offline: la Library of Congress statunitense inserirà nei suoi archivi 400 milioni di cinguettii per dare lo “spirito del tempo” nell’era della socialità digitale.
Fonti: Corriere della Sera, Repubblica, LaStapa, IlMessaggero
http://www.agoradigitale.org/sembra-foi ... -e-ancora/
Però, indubbiamente può aiutare molto, se praticata e pretesa a tutti i livelli politici-amministrativi.
Sarebbe utile, penso, dibattere e confrontarsi sulle possibilità che la pratica della trasparenza può offrire.
Cani da guardia
Sembra Foia ma non è. “Mancano importanti misure”
Il governo introduce l’obbligo per le Pubbliche amministrazioni di pubblicare tutti i dati in loro possesso e di garantire ad ogni cittadino l’accesso agli stessi. Trasparenza, partecipazione e pubblicità pena l’annullamento dei provvedimenti, ma occhio alle sanzioni. Agorà Digitale: “Tenuti fuori importanti centri di spesa e siamo lontani dal Freedom Of Information Act. Monti e Patroni Griffi aderiscano al nostro Patto”. Nuova linfa per chi si batte in battaglie come la “Settimana della Trasparenza”. Mentre Wikipedia taglia il traguardo del milione di voci online, Twitter diventa serbatoio per bibliotecari
Care amministrazioni d’Italia, dovete pubblicare tutto. È un po’ il sunto dei due decreti legislativi che il consiglio dei ministri di martedì sera ha approvato per dare attuazione ad una parte della legge “anticorruzione” (la 190 del 2012). L’iniziativa, già rinominata “Foia italiano” e promessa dal ministro della Funzione pubblica Patroni Griffi all’Open Government Summit del novembre scorso, punta a riordinare tutte le norme in materia di trasparenza delle Pa introducendo diversi radicali obblighi. Su tutti, la pubblicazione sui siti istituzionali in formato aperto e riutilizzabile di ogni tipo di dato e spesa: dai curricula, stipendi e incarichi e tutti gli altri dati relativi al personale dirigenziale alla pubblicazione dei bandi di concorso adottati per il reclutamento, degli atti dei procedimenti di approvazione dei piani regolatori e delle varianti urbanistiche alla sanità.
[era-trasparenza-logo] La trasparenza diventa quindi total disclosure. Si stabilisce poi il principio della totale accessibilità delle informazioni, quel “right to know” di tradizione anglosassone che rende non più necessario per i cittadini avere una giusta causa per accedere agli atti pubblici, salvo i casi in cui la legge lo esclude espressamente per motivi di sicurezza. Viene poi istituito l’obbligo di pubblicità delle situazioni patrimoniali dei politici e dei loro parenti fino al secondo grado.
Da valutare attentamente, nel testo che si prepara a passare l’esame di garante della privacy e conferenza unificata prima di diventare legge, il meccanismo delle sanzioni; nell’Italia delle mille norme e delle altrettante scappatoie, sarà decisivo stabilire pesanti deterrenti per chi contravviene alle normative. In questo senso, in un comunicato ufficiale il governo assicura che sono previsti, ad esempio, gli annullamenti di incarichi e commesse assegnati senza che ne sia data pubblicità.
Il provvedimento si preannuncia dunque come una nuova pietra miliare che dà ulteriore linfa ad iniziative come quella intrapresa in questi giorni da Agorà Digitale, impegnata, con la “Settimana della Trasparenza“, nella prima mappatura dal basso di tutte le Pa che hanno rispettato o no le disposizioni dell’articolo 18 del Decreto sviluppo, quello che impone loro di pubblicare tutti i dati relativi alle spese superiori a mille euro sostenute dal luglio scorso.
Di una cosa si può essere dunque sicuri: la strada della trasparenza per le Pubbliche amministrazioni ha ormai raggiunto il punto di non ritorno.
UPDATE 14:00 - Agorà Digitale diffonde una nota nella quale afferma:
Le nuove norme sulla trasparenza della PA vanno della giusta direzione e il governo merita un plauso per questo ulteriore passo in avanti sulla politica degli open data. Ma per rendere davvero accessibili e trasparenti le istituzioni è necessario estendere i nuovi obblighi anche alle società a partecipazione statale – veri centri di spesa occulti – e a tutti i soggetti che utilizzano denaro pubblico indipendentemente dalla loro natura giuridica. Inoltre, se il governo guarda al modello del Freedom of Information Act statunitense, bisogna riconoscere che l’America è ancora lontana: la norma italiana infatti impone la messa online di dati e documenti che dovrebbero già essere pubblici alla luce delle norme precedenti, mentre la disciplina anglosassone impone l’accesso a ogni tipo di documento, compatibilmente con le leggi sulla privacy o la sicurezza.
Se davvero intendono portare il FOIA al di qua dell’oceano, il presidente Monti e il ministro Patroni Griffi aderiscano al nostro Patto per la trasparenza, come stanno facendo in queste ore numerosi amministratori e candidati di diversi schieramenti, mentre migliaia di cittadini stanno partecipando alla Settimana della Trasparenza per monitorare insieme a noi, amministrazione per amministrazione, l’adeguamento delle PA all’articolo 18 del decreto sviluppo. Una mobilitazione straordinaria che andrà avanti fino a domenica sul portale http://www.eradellatrasparenza.it, dove sta prendendo forma una vera e propria mappa delle amministrazioni virtuose e inadempienti”.
Wiki e cinguettii
E mentre Wikipedia taglia il traguardo del milione di voci italiane (auguri!), Twitter continua a colonizzare spazi anche nel mondo offline: la Library of Congress statunitense inserirà nei suoi archivi 400 milioni di cinguettii per dare lo “spirito del tempo” nell’era della socialità digitale.
Fonti: Corriere della Sera, Repubblica, LaStapa, IlMessaggero
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Re: TRASPARENZA... unica strada...
I cittadini mettono fine alla corruzione e al clientelismo delle pubbliche amministrazioni
di Domenico Cristiano
Informazione e trasparenza nella pubblica amministrazione sono due tematiche che si pongono al centro del dibattito pubblico, grazie sopratutto all’ avvento e allo sviluppo di Internet. Questi meccanismi conoscitivi, infatti, capaci di dar conto delle attività svolte dai responsabili politici di una comunità o dai funzionari dell’amministrazione dello Stato si pongono la duplice funzione di generare, da un lato, un meccanismo di controllo dei rappresentati sui rappresentanti, e dall’altro di generare un circuito virtuoso per il buon funzionamento della cosa pubblica. Andando, tutto ciò, a vantaggio dello sviluppo di una democrazia più partecipata e meno corrotta.
L’Italia è ancora molto indietro, rispetto agli altri Paesi di democrazia avanzata, nello sviluppo di queste strumenti di trasparenza. Tuttavia alcuni passi in avanti sono stati fatti con il governo Monti, che ha riformato la legislazione degli strumenti “open data” per renderli sempre più accessibili e fruibili al cittadino. In questa direzione, infatti, va il cosidetto “Decreto sviluppo”, che l’esecutivo presieduto dal professore, ha varato nel giugno 2012. L’articolo 18 prevede che dal 1° gennaio 2013, tutte le pubbliche amministrazioni attivino sul proprio portale internet la sezione “Amministrazione aperta”, in cui siano ben elencati e dettagliati le concessioni “di sovvenzioni, contributi, sussidi ed ausili finanziari alle imprese e l’attribuzione dei corrispettivi e dei compensi a persone, professionisti, imprese ed enti privati e comunque di vantaggi economici di qualunque genere […] ad enti pubblici e privati”. In questo modo ogni cittadino può controllare in qualsiasi momento quanti e come vengono spesi i soldi pubblici. Pesanti le sanzione per chi non provvede a pubblicare questi dati sulla rete. La mancata, omessa o ritardata pubblicazione comporta l’illegittimità dei pagamenti con conseguenti effetti negativi sia da parte di chi ha disposto il pagamento sia da parte del creditore.
Nonostante la legge sia presente e sia entrata in vigore all’inizio dell’anno, la maggior parte delle amministrazioni pubbliche non hanno ancora provveduto a pubblicare i dati in rete. Ed è proprio per questo che l’associazione “Agorà digitale”, impegnata dal 2009 nella difesa del diritto del web e nel fornire alla cittadinanza strumenti di attivazione e partecipazione, ha promosso la “Settimana della trasparenza” partita lunedì 21 gennaio. In questo periodo i cittadini potranno collegarsi al sito http://www.eradellatrasparenza.it e controllare la propria amministrazione denunciando sia i casi virtuosi sia le inadempienze. Sviluppando il portale si potrà poi partecipare, conoscere, comprendere e interrogare gli amministratori su ogni singola iniziativa di spesa intrapresa . Lo sviluppo della democrazia e la lotta alla corruzione e al clientelismo, parte proprio da qui: dall’ essere, in prima persona, i protagonisti di questa rivoluzione digitale. Non lasciamoci sfuggire quest’occasione.
http://www.cuorenormanno.it/portale/201 ... strazioni/
Amministrazione aperta (art. 18 D.L. 83/2012): la norma è pienamente in vigore... non ci provate
Come noto, l'articolo 18, D.L. 83/2012, convertito in legge 134/2012, ha imposto alle Pubbliche Amministrazioni, alle aziende speciali e alle società pubbliche in house, a decorrere dal 1° gennaio 2013, la pubblicazione in formato tabellare aperto sul proprio sito istituzionale di tutti i dati relativi alla concessioni di vantaggi economici di importi superiori a mille euro.
Tale pubblicazione costituisce condizione legale di efficacia del titolo: in altri termini, se manca la pubblicazione il pagamento è illegittimo.
Su questo tema, Agorà Digitale, associazione di cui sono stato responsabile legale fino alla scorsa estate, ha avviato una meritoria iniziativa chiamata "Era della Trasparenza". Tutti i cittadini possono segnalare lo stato di attuazione o meno della normativa succitata da parte delle Pubbliche Amministrazioni.
Poiché l'Italia è il paese dei cavilli, alcune amministrazioni, per sottrarsi all'obbligo di trasparenza, avevano avanzato il dubbio che tale disposizione non fosse immediatamente precettiva ma occorresse attendere un apposito regolamento del Governo in fornza di quanto indicato al comma 6 dell'articolo 18, D.L. 83/2012 ("Il Governo, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, e' autorizzato ad adottare entro il 31 dicembre 2012, previo parere della Conferenza unificata, un regolamento ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, volto a coordinare le predette disposizioni con il presente articolo ed a disciplinare le modalita' di pubblicazione dei dati di cui ai commi precedenti anche sul portale nazionale della trasparenza di cui al citato decreto legislativo n. 150 del 2009. Lo stesso regolamento potra' altresi' disciplinare le modalita' di attuazione del presente articolo in ordine ai pagamenti periodici e per quelli diretti ad una pluralita' di soggetti sulla base del medesimo titolo")
Con delibera n. 35/2012 il CIVIT, (Commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle pubbliche amministrazioni), ha precisato che "quanto previsto dal successivo comma 6 non incide sull’immediata applicabilità delle disposizioni sin qui richiamate, ma si limita ad escludere dall’ambito di applicazione i “pagamenti obbligatori relativi al rapporto di lavoro dipendente e ai connessi trattamenti previdenziali e contributivi” (che, peraltro, hanno sul punto un’autonoma disciplina) e, per il resto, ad autorizzare il Governo ad adottare, entro il 31 dicembre 2012, previo parere della Conferenza unificata, un regolamento al fine di coordinare le disposizioni prima esaminate con quelle elencate nella prima parte del comma (art. 12 della l. n. 241/1990; Codice dell’amministrazione digitale: d.lgs. n. 82/2005; Codice dei contratti pubblici: d.lgs. n. 163/2006; Codice delle leggi antimafia e di prevenzione: d.lgs. n. 159/2011; previsioni in tema di acquisizioni di beni e servizi: d.l. n. 52/2012) e precisando che comunque restano ferme tali ulteriori forme di pubblicità".
Nella delibera si precisa, poi, che "nella ricostruzione sistematica delle disposizioni dell’articolo, il previsto obbligo di tutte le amministrazioni, delle aziende speciali e delle società in house di conformarsi entro il 31 dicembre 2012 ai principi costituzionali non può, in ogni caso, essere interpretato nel senso che la mancata adozione delle iniziative per adempiere al relativo obbligo possa implicare un differimento sine die della piena operatività dell’articolo".
Conseguentemente il CIVIT ha espresso l'avviso che "tutte le amministrazioni centrali, regionali e locali, le aziende speciali e le società in house sono tenute a decorrere dal 1° gennaio 2013 a dare piena attuazione alle previsioni di cui ai primi sei commi dell’art. 18 del d.l. n. 83/2012, convertito con modificazioni con l. n. 134/2012".
Niente scuse. Trasparenza, ora.
http://scialdone.blogspot.it/2013/01/am ... 32012.html
di Domenico Cristiano
Informazione e trasparenza nella pubblica amministrazione sono due tematiche che si pongono al centro del dibattito pubblico, grazie sopratutto all’ avvento e allo sviluppo di Internet. Questi meccanismi conoscitivi, infatti, capaci di dar conto delle attività svolte dai responsabili politici di una comunità o dai funzionari dell’amministrazione dello Stato si pongono la duplice funzione di generare, da un lato, un meccanismo di controllo dei rappresentati sui rappresentanti, e dall’altro di generare un circuito virtuoso per il buon funzionamento della cosa pubblica. Andando, tutto ciò, a vantaggio dello sviluppo di una democrazia più partecipata e meno corrotta.
L’Italia è ancora molto indietro, rispetto agli altri Paesi di democrazia avanzata, nello sviluppo di queste strumenti di trasparenza. Tuttavia alcuni passi in avanti sono stati fatti con il governo Monti, che ha riformato la legislazione degli strumenti “open data” per renderli sempre più accessibili e fruibili al cittadino. In questa direzione, infatti, va il cosidetto “Decreto sviluppo”, che l’esecutivo presieduto dal professore, ha varato nel giugno 2012. L’articolo 18 prevede che dal 1° gennaio 2013, tutte le pubbliche amministrazioni attivino sul proprio portale internet la sezione “Amministrazione aperta”, in cui siano ben elencati e dettagliati le concessioni “di sovvenzioni, contributi, sussidi ed ausili finanziari alle imprese e l’attribuzione dei corrispettivi e dei compensi a persone, professionisti, imprese ed enti privati e comunque di vantaggi economici di qualunque genere […] ad enti pubblici e privati”. In questo modo ogni cittadino può controllare in qualsiasi momento quanti e come vengono spesi i soldi pubblici. Pesanti le sanzione per chi non provvede a pubblicare questi dati sulla rete. La mancata, omessa o ritardata pubblicazione comporta l’illegittimità dei pagamenti con conseguenti effetti negativi sia da parte di chi ha disposto il pagamento sia da parte del creditore.
Nonostante la legge sia presente e sia entrata in vigore all’inizio dell’anno, la maggior parte delle amministrazioni pubbliche non hanno ancora provveduto a pubblicare i dati in rete. Ed è proprio per questo che l’associazione “Agorà digitale”, impegnata dal 2009 nella difesa del diritto del web e nel fornire alla cittadinanza strumenti di attivazione e partecipazione, ha promosso la “Settimana della trasparenza” partita lunedì 21 gennaio. In questo periodo i cittadini potranno collegarsi al sito http://www.eradellatrasparenza.it e controllare la propria amministrazione denunciando sia i casi virtuosi sia le inadempienze. Sviluppando il portale si potrà poi partecipare, conoscere, comprendere e interrogare gli amministratori su ogni singola iniziativa di spesa intrapresa . Lo sviluppo della democrazia e la lotta alla corruzione e al clientelismo, parte proprio da qui: dall’ essere, in prima persona, i protagonisti di questa rivoluzione digitale. Non lasciamoci sfuggire quest’occasione.
http://www.cuorenormanno.it/portale/201 ... strazioni/
Amministrazione aperta (art. 18 D.L. 83/2012): la norma è pienamente in vigore... non ci provate
Come noto, l'articolo 18, D.L. 83/2012, convertito in legge 134/2012, ha imposto alle Pubbliche Amministrazioni, alle aziende speciali e alle società pubbliche in house, a decorrere dal 1° gennaio 2013, la pubblicazione in formato tabellare aperto sul proprio sito istituzionale di tutti i dati relativi alla concessioni di vantaggi economici di importi superiori a mille euro.
Tale pubblicazione costituisce condizione legale di efficacia del titolo: in altri termini, se manca la pubblicazione il pagamento è illegittimo.
Su questo tema, Agorà Digitale, associazione di cui sono stato responsabile legale fino alla scorsa estate, ha avviato una meritoria iniziativa chiamata "Era della Trasparenza". Tutti i cittadini possono segnalare lo stato di attuazione o meno della normativa succitata da parte delle Pubbliche Amministrazioni.
Poiché l'Italia è il paese dei cavilli, alcune amministrazioni, per sottrarsi all'obbligo di trasparenza, avevano avanzato il dubbio che tale disposizione non fosse immediatamente precettiva ma occorresse attendere un apposito regolamento del Governo in fornza di quanto indicato al comma 6 dell'articolo 18, D.L. 83/2012 ("Il Governo, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, e' autorizzato ad adottare entro il 31 dicembre 2012, previo parere della Conferenza unificata, un regolamento ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, volto a coordinare le predette disposizioni con il presente articolo ed a disciplinare le modalita' di pubblicazione dei dati di cui ai commi precedenti anche sul portale nazionale della trasparenza di cui al citato decreto legislativo n. 150 del 2009. Lo stesso regolamento potra' altresi' disciplinare le modalita' di attuazione del presente articolo in ordine ai pagamenti periodici e per quelli diretti ad una pluralita' di soggetti sulla base del medesimo titolo")
Con delibera n. 35/2012 il CIVIT, (Commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle pubbliche amministrazioni), ha precisato che "quanto previsto dal successivo comma 6 non incide sull’immediata applicabilità delle disposizioni sin qui richiamate, ma si limita ad escludere dall’ambito di applicazione i “pagamenti obbligatori relativi al rapporto di lavoro dipendente e ai connessi trattamenti previdenziali e contributivi” (che, peraltro, hanno sul punto un’autonoma disciplina) e, per il resto, ad autorizzare il Governo ad adottare, entro il 31 dicembre 2012, previo parere della Conferenza unificata, un regolamento al fine di coordinare le disposizioni prima esaminate con quelle elencate nella prima parte del comma (art. 12 della l. n. 241/1990; Codice dell’amministrazione digitale: d.lgs. n. 82/2005; Codice dei contratti pubblici: d.lgs. n. 163/2006; Codice delle leggi antimafia e di prevenzione: d.lgs. n. 159/2011; previsioni in tema di acquisizioni di beni e servizi: d.l. n. 52/2012) e precisando che comunque restano ferme tali ulteriori forme di pubblicità".
Nella delibera si precisa, poi, che "nella ricostruzione sistematica delle disposizioni dell’articolo, il previsto obbligo di tutte le amministrazioni, delle aziende speciali e delle società in house di conformarsi entro il 31 dicembre 2012 ai principi costituzionali non può, in ogni caso, essere interpretato nel senso che la mancata adozione delle iniziative per adempiere al relativo obbligo possa implicare un differimento sine die della piena operatività dell’articolo".
Conseguentemente il CIVIT ha espresso l'avviso che "tutte le amministrazioni centrali, regionali e locali, le aziende speciali e le società in house sono tenute a decorrere dal 1° gennaio 2013 a dare piena attuazione alle previsioni di cui ai primi sei commi dell’art. 18 del d.l. n. 83/2012, convertito con modificazioni con l. n. 134/2012".
Niente scuse. Trasparenza, ora.
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Re: TRASPARENZA... unica strada...
Certo la norma sulla trasparenza degli atti pubblici è importante ed è copiata dagli Stati Uniti, ma è anche vero che nello stesso paese stanno nascondendo la verità sull'assassinio di JFK fino al 2030 cioè ben 70 anni dopo l'evento.
Vedrete che i nostri legislatori sapranno trovare commi e cavilli per evitare che la verità sugli atti amministrativi vengano fuori.
Bye
Vedrete che i nostri legislatori sapranno trovare commi e cavilli per evitare che la verità sugli atti amministrativi vengano fuori.
Bye
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: TRASPARENZA... unica strada...
E' l'eterna lotta...Joblack ha scritto:Certo la norma sulla trasparenza degli atti pubblici è importante ed è copiata dagli Stati Uniti, ma è anche vero che nello stesso paese stanno nascondendo la verità sull'assassinio di JFK fino al 2030 cioè ben 70 anni dopo l'evento.
Vedrete che i nostri legislatori sapranno trovare commi e cavilli per evitare che la verità sugli atti amministrativi vengano fuori.
Bye
Non dico che la trasparenza sia risolutiva di tutto, ma può aiutare moltissimo.
Se i cittadini pretendessero trasparenza dalla pubblica amministrazione, ed esercitassero un controllo stringente sulle stesse e sugli amministratori,
penso che le cose potrebbero andare decisamente meglio.
Il controllo, una volta esercitato dalle opposizioni e dalla stampa, non funziona più a causa di connivenze e complicità, siamo arrivati ad un grado di corruzione insopportabile, prevale in modo trasversale l'interesse privato su quello pubblico, occorre quindi, che i cittadini possano poter controllare ogni atto, ogni determina, appalti, consulenze ecc.
Altro strumento importante , a mio avviso, è l'anagrafe dell'eletto.
Obbligare per legge tutti i politici e i funzionari della pubblica amministrazione a pubblicare online i patrimoni, le retribuzioni, le attività pubbliche e private di ciascuno.
E' complicato? Non credo, basta volerlo. E' sufficiente? Non lo so. C'è altra strada? Non la vedo.
un saluto
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Re: TRASPARENZA... unica strada...
E' composta dal da Fulvio Moirano, direttore dell'Agenas, da Marco Frey, dell'Istituto Universitario Sant'Anna di Pisa e da Ernesto Morici, magistrato in quiescenza, quest'ultimo in rappresentanza dell'amministrazione regionale
PALERMO. Si è insediata all'assessorato regionale per la Salute la Commissione per la selezione dei nuovi manager delle aziende sanitarie, prevista dalla recente legge Balduzzi e costituita dall'assessore Lucia Borsellino. La Commissione è composta dal da Fulvio Moirano, direttore dell'Agenas, da Marco Frey, dell'Istituto Universitario Sant'Anna di Pisa e da Ernesto Morici, magistrato in quiescenza, quest'ultimo in rappresentanza dell'amministrazione regionale.
La Commissione costituisce l'elenco degli aspiranti idonei, ad aggiornamento biennale, ed ai fini della nomina, procederà alla valutazione dei curricula nonchè a colloqui con i candidati di cui definisce, formalmente e preliminarmente all'analisi dei curricula, modalità, contenuti e articolazioni. Rispetto al passato - dice Lucia Borsellino - la nuova procedura prevede che per la costituzione dell'elenco e per le nomine le domande presentate dagli aspiranti idonei a direttore delle aziende sanitarie siano esaminate da una Commissione qualificata e indipendente e non più direttamente dall'amministrazione regionale. Il governo regionale in questo modo ha affermato la scelta di garantire la trasparenza della procedura, l'imparzialità delle scelte e l'individuazione delle migliori
competenze da destinare agli organi gestionali di vertice del sistema sanitario regionale«.
PALERMO. Si è insediata all'assessorato regionale per la Salute la Commissione per la selezione dei nuovi manager delle aziende sanitarie, prevista dalla recente legge Balduzzi e costituita dall'assessore Lucia Borsellino. La Commissione è composta dal da Fulvio Moirano, direttore dell'Agenas, da Marco Frey, dell'Istituto Universitario Sant'Anna di Pisa e da Ernesto Morici, magistrato in quiescenza, quest'ultimo in rappresentanza dell'amministrazione regionale.
La Commissione costituisce l'elenco degli aspiranti idonei, ad aggiornamento biennale, ed ai fini della nomina, procederà alla valutazione dei curricula nonchè a colloqui con i candidati di cui definisce, formalmente e preliminarmente all'analisi dei curricula, modalità, contenuti e articolazioni. Rispetto al passato - dice Lucia Borsellino - la nuova procedura prevede che per la costituzione dell'elenco e per le nomine le domande presentate dagli aspiranti idonei a direttore delle aziende sanitarie siano esaminate da una Commissione qualificata e indipendente e non più direttamente dall'amministrazione regionale. Il governo regionale in questo modo ha affermato la scelta di garantire la trasparenza della procedura, l'imparzialità delle scelte e l'individuazione delle migliori
competenze da destinare agli organi gestionali di vertice del sistema sanitario regionale«.
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