From Sicily with love
Re: From Sicily with love
vabbè intanto hanno detto NO
mi pare già una differenza con il popolo della libbbertà dove sono tutti perseguitati dai pm.
mi pare già una differenza con il popolo della libbbertà dove sono tutti perseguitati dai pm.
Re: From Sicily with love
D'accordo. Però potevano evitare di candidarli alle primarie.
Non mi pare molto corretto, farli prima eleggere alle primarie e poi cacciarli. Oltretutto così si evitava che il Fatto Q. se ne intestasse il merito.
Ho sentito l'intervista di Papania a La Zanzara. Dal punto di vista formale il suo ragionamento è ineccepibile.
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/01/ ... co/217215/
Se poi c'erano, come credo ci fossero, motivi non statutari, ma di opportunità per escluderlo, andava fatto prima.
Ho l'impressione di un partito nel panico, terrorizzato dall'eventualità di una sconfitta.
Non mi pare molto corretto, farli prima eleggere alle primarie e poi cacciarli. Oltretutto così si evitava che il Fatto Q. se ne intestasse il merito.
Ho sentito l'intervista di Papania a La Zanzara. Dal punto di vista formale il suo ragionamento è ineccepibile.
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/01/ ... co/217215/
Se poi c'erano, come credo ci fossero, motivi non statutari, ma di opportunità per escluderlo, andava fatto prima.
Ho l'impressione di un partito nel panico, terrorizzato dall'eventualità di una sconfitta.
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Re: From Sicily with love
"Ufficiale, Lombardo torna in campo:
"Sarò capolista al Senato con l'Mpa"
http://livesicilia.it/2013/01/19/uffici ... to_247606/
*************************************************************
Questo il PD se lo era scelto come alleato con-sa-pe-vol-men-te, eh...
"Sarò capolista al Senato con l'Mpa"
http://livesicilia.it/2013/01/19/uffici ... to_247606/
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Re: From Sicily with love
Amadeus ha scritto:Il Pd faceva l'amante , non la moglie.
"amor che a nullo amato amar perdona"
belle parole...ma sempre dette nell'inferno Dantesco.
Re: From Sicily with love
Assessorato Territorio, trasferiti 90 impiegati
Il provvedimento del governatore Rosario Crocetta colpisce dirigenti e funzionari di Ambiente e Territorio. La giunta regionale ha scoperto migliaia di pratiche e autorizzazioni bloccate da tempo con "ritardi inspiegabili"
PALERMO. Nuovo maxi trasferimento alla Regione siciliana. Questa volta, il provvedimento del governatore Rosario Crocetta, colpisce una novantina tra dirigenti e funzionari dell'assessorato all'Ambiente e Territorio, dove la giunta ha scoperto migliaia di pratiche e autorizzazioni bloccate da tempo con "ritardi inspiegabili". "I provvedimenti sono in corso - dice Crocetta - Il personale sarà a disposizione della Funzione pubblica per altri incarichi".
I dirigenti trasferiti sono sette (4 quelli che rimangono nelle loro funzioni e prenderanno ad
interim i posti vacanti) ùa ottantina i funzionari. Il trasferimento riguarda il 30% del personale di ogni ufficio dell'assessorato Ambiente. "C'e gente che sta in quei posti da decenni, hanno fatto le radici eppure abbiamo scoperto che ci sono 3 mila autorizzazioni Via-Vas", afferma Crocetta.
Il governatore ha motivato la decisione "per il mal funzionamento dell'amministrazione, nessuno li criminalizza, andranno a svolgere altri compiti: avevamo chiesto agli uffici l'elenco delle pratiche ferme, il metodo d'esame dei pareri ma nessuno ha risposto". "Se poi dovessimo scoprire comportamenti illegali, di questo se ne occuperà la magistratura", aggiunge.
Il maxi trasferimento all'Ambiente segue quello messo in atto due giorni fa all'assessorato alla formazione e che ha coinvolto 60 persone, 7 dirigenti e 53 funzionari.
Un ufficio unico centrale alle dipendenze della Presidenza della Regione si occuperà di tutte
le autorizzazioni e i pareri richiesti da imprese e cittadini in Sicilia. L'obiettivo è quello di accelerare e snellire le procedure.
STOP ALLE NOMINE ALLA REGIONE. Stop alle nomine alla Regione siciliana, negli enti e nelle società controllate, durante l'interno periodo della campagna elettorale. Lo ha stabilito la giunta presieduta da Rosario Crocetta. Il divieto scatterà da lunedì prossimo.
Il provvedimento del governatore Rosario Crocetta colpisce dirigenti e funzionari di Ambiente e Territorio. La giunta regionale ha scoperto migliaia di pratiche e autorizzazioni bloccate da tempo con "ritardi inspiegabili"
PALERMO. Nuovo maxi trasferimento alla Regione siciliana. Questa volta, il provvedimento del governatore Rosario Crocetta, colpisce una novantina tra dirigenti e funzionari dell'assessorato all'Ambiente e Territorio, dove la giunta ha scoperto migliaia di pratiche e autorizzazioni bloccate da tempo con "ritardi inspiegabili". "I provvedimenti sono in corso - dice Crocetta - Il personale sarà a disposizione della Funzione pubblica per altri incarichi".
I dirigenti trasferiti sono sette (4 quelli che rimangono nelle loro funzioni e prenderanno ad
interim i posti vacanti) ùa ottantina i funzionari. Il trasferimento riguarda il 30% del personale di ogni ufficio dell'assessorato Ambiente. "C'e gente che sta in quei posti da decenni, hanno fatto le radici eppure abbiamo scoperto che ci sono 3 mila autorizzazioni Via-Vas", afferma Crocetta.
Il governatore ha motivato la decisione "per il mal funzionamento dell'amministrazione, nessuno li criminalizza, andranno a svolgere altri compiti: avevamo chiesto agli uffici l'elenco delle pratiche ferme, il metodo d'esame dei pareri ma nessuno ha risposto". "Se poi dovessimo scoprire comportamenti illegali, di questo se ne occuperà la magistratura", aggiunge.
Il maxi trasferimento all'Ambiente segue quello messo in atto due giorni fa all'assessorato alla formazione e che ha coinvolto 60 persone, 7 dirigenti e 53 funzionari.
Un ufficio unico centrale alle dipendenze della Presidenza della Regione si occuperà di tutte
le autorizzazioni e i pareri richiesti da imprese e cittadini in Sicilia. L'obiettivo è quello di accelerare e snellire le procedure.
STOP ALLE NOMINE ALLA REGIONE. Stop alle nomine alla Regione siciliana, negli enti e nelle società controllate, durante l'interno periodo della campagna elettorale. Lo ha stabilito la giunta presieduta da Rosario Crocetta. Il divieto scatterà da lunedì prossimo.
Re: From Sicily with love
"I provvedimenti che abbiamo assunto in poco più di due mesi non sono stati adottati dai miei predecessori neanche in intere legislature". E annuncia altre misure imminenti ed eclatanti
GELA. "Per sbloccare le pratiche all'assessorato regionale al Territorio e ambiente bisognava pagare". Lo ha rivelato il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, incontrando i giornalisti, a Gela, in occasione della presentazione delle liste che sosterrà: la sua, il "Megafono", al Senato, e quella del Pd alla Camera. "Ce ne volevano di soldi", ha detto in dialetto Crocetta, in un posto dove "la corruzione l'ha fatta da padrona in questi anni".
E sulle polemiche sorte dopo i provvedimenti adottati sulla rotazione di dirigenti e personale da un ufficio all'altro, ha avuto parole dure verso chi lo ha criticato, organizzazioni sindacali comprese: "Lo sanno tutti - ha detto, Crocetta - che la macchina regionale non funziona. I sindacati da che parte stanno? Dalla parte dei cittadini o vogliono rappresentare la difesa del privilegio? La rotazione rientra nelle norme sulla trasparenza e non nell'ambito della trattativa sindacale".
"I provvedimenti che abbiamo assunto in poco più di due mesi non sono stati adottati dai miei predecessori neanche in intere legislature". E annuncia altre misure imminenti ed eclatanti.
Quando i cronisti gli hanno chiesto se non temesse per la sua vita dopo le minacce di morte ricevute da anonimi, il presidente della Regione ha risposto dicendo che "sono loro che devono aver paura. All'interno della Regione - ha proseguito - ho trovato un sistema mafioso ben radicato. Noi andiamo avanti, non temiamo lo scontro duro con la mafia anche se ogni tanto
c'é qualche 'rascapignati' (raschia pentole, ndr) che tira fuori qualche falso dossier". Infine, Crocetta ha annunciato di aver sbloccato i progetti per i porti di Gela, Marsala, Augusta e Termini Imerese.
Un dipendente «invisibile» costerebbe alla Regione duemila euro all'ora. Un importo spropositato che si tradurrebbe in oltre 17 milioni di euro all’anno, che la Regione è costretta a pagare pur senza beneficiare di alcun servizio
di RICCARDO VESCOVO
PALERMO. C’è un dipendente «invisibile» che costerebbe alla Regione duemila euro all'ora, più di ogni altra pensione d'oro, più di ogni altro consulente esterno o superburocrate. Un importo spropositato che si tradurrebbe in oltre 17 milioni di euro all’anno, che la Regione è costretta a pagare pur senza beneficiare di alcun servizio. E sì, perché queste somme equivalgono al costo sostenuto dall'amministrazione per far fronte all'enorme numero di giorni di assenza per malattia dei circa 17 mila dipendenti in organico. Lo scorso anno Palazzo d'Orleans ha registrato 174.775 giornate non lavorate per problemi di salute contro le 161.913 del 2011, con un incremento pari a circa l'otto per cento.
QUANTO COSTA. Difficile calcolare esattamente il «peso» sulle casse della Regione. Per stimare il fenomeno si può prendere in considerazione il costo di ogni giornata di assenza che, secondo il dirigente generale del Personale, Giovanni Bologna, mediamente è di circa un centinaio di euro. Motivo per cui, in totale, il costo avrebbe superato i 17 milioni di euro nel 2012, somma alla quale bisognerebbe aggiungere anche il numero di assenze legate ad altri motivi come la maternità e i permessi della ex legge 104, che consente di assistere familiari infermi. E proprio riguardo a questo beneficio, rispetto al 2011 emerge un altro aumento significativo che sfiora il 20 per cento di assenze, passate dalle 39.789 del 2011 alle 47.540 del 2012. Ci sono però anche assenze per malattia non retribuite, ma questa circostanza si verifica solo dopo 45 giorni di assenza e senza adeguata motivazione, spiegano i sindacati. I dati, raccolti monitorando giorno per giorno tutti i dipartimenti, riguardano solo una parte, anche se sostanziosa, dell'intera platea dei regionali, in media tra i 12-15 mila dipendenti, talvolta anche a causa di ritardi nella comunicazione degli uffici. Tanto che per Dario Matranga dei obas-Codir «il rilevamento non è scientifico e non sempre esaustivo». Per comprendere meglio la dimensione del fenomeno, i funzionari calcolano pure un altro valore, ovvero il numero di assenze che in media compie ogni dipendente ogni mese. Emerge allora che alla Regione ogni dipendente si sente male, tanto da restare a casa, 1,6 volte al mese. Valore superiore al 2011, quando si è attestato sul giorno di media ogni mese. Ed è su questo valore che possono essere fatti dei raffronti con altre regioni e amministrazioni. In Emilia Romagna, da ottobre a dicembre 2012 i dipendenti della Regione si sono ammalati meno della metà di quelli siciliani, risultando assenti in media 0,6 volte al mese. Discorso simile nel Lazio, dove la media è risultata pari a a 0,76 al mese. E ancora, lo scorso settembre uno studio del ministero della Funzione pubblica ha rilevato che il tasso di assenza mensile di vari ministeri in pochi casi ha raggiunto la giornata di lavoro.
IL TURNOVER. Nessuno riesce a fornire una spiegazione al fenomeno. Il dirigente Bologna ipotizza persino che sia legato «al blocco del turnover del personale, con l'età media che si è innalzata sempre di più». Di certo, c’è che il boom di assenze può essere arginato. È successo tra il 2011 e il 2012 dopo i provvedimenti dell’ex ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta e dell’ex assessore regionale Caterina Chinnici, tra minacce di visite fiscali e prolungamento dell'obbligo di attendere a casa la visita. In estate però le assenze sono tornate a salire. Adesso il nuovo assessore regionale alla Funzione pubblica, Patrizia Valenti, crede che sia possibile intervenire: «Intensificheremo i controlli - dice - ma l’invio della visita fiscale ha dei costi. Argineremo il fenomeno evitando di far lievitare la spesa. Bisogna ricordare che non è ancora pienamente attuato il decreto Brunetta, che consente una valutazione del personale anche sulla base delle assenze. Poi manca un sistema centralizzato di monitoraggio, che doveva essere realizzato dalla società partecipata Sicilia e-Servizi ma non è stato fatto, così ci sono numerosi uffici periferici che sfuggono ai controlli immediati perchè ad esempio non hanno l’uso del badge».
GELA. "Per sbloccare le pratiche all'assessorato regionale al Territorio e ambiente bisognava pagare". Lo ha rivelato il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, incontrando i giornalisti, a Gela, in occasione della presentazione delle liste che sosterrà: la sua, il "Megafono", al Senato, e quella del Pd alla Camera. "Ce ne volevano di soldi", ha detto in dialetto Crocetta, in un posto dove "la corruzione l'ha fatta da padrona in questi anni".
E sulle polemiche sorte dopo i provvedimenti adottati sulla rotazione di dirigenti e personale da un ufficio all'altro, ha avuto parole dure verso chi lo ha criticato, organizzazioni sindacali comprese: "Lo sanno tutti - ha detto, Crocetta - che la macchina regionale non funziona. I sindacati da che parte stanno? Dalla parte dei cittadini o vogliono rappresentare la difesa del privilegio? La rotazione rientra nelle norme sulla trasparenza e non nell'ambito della trattativa sindacale".
"I provvedimenti che abbiamo assunto in poco più di due mesi non sono stati adottati dai miei predecessori neanche in intere legislature". E annuncia altre misure imminenti ed eclatanti.
Quando i cronisti gli hanno chiesto se non temesse per la sua vita dopo le minacce di morte ricevute da anonimi, il presidente della Regione ha risposto dicendo che "sono loro che devono aver paura. All'interno della Regione - ha proseguito - ho trovato un sistema mafioso ben radicato. Noi andiamo avanti, non temiamo lo scontro duro con la mafia anche se ogni tanto
c'é qualche 'rascapignati' (raschia pentole, ndr) che tira fuori qualche falso dossier". Infine, Crocetta ha annunciato di aver sbloccato i progetti per i porti di Gela, Marsala, Augusta e Termini Imerese.
Un dipendente «invisibile» costerebbe alla Regione duemila euro all'ora. Un importo spropositato che si tradurrebbe in oltre 17 milioni di euro all’anno, che la Regione è costretta a pagare pur senza beneficiare di alcun servizio
di RICCARDO VESCOVO
PALERMO. C’è un dipendente «invisibile» che costerebbe alla Regione duemila euro all'ora, più di ogni altra pensione d'oro, più di ogni altro consulente esterno o superburocrate. Un importo spropositato che si tradurrebbe in oltre 17 milioni di euro all’anno, che la Regione è costretta a pagare pur senza beneficiare di alcun servizio. E sì, perché queste somme equivalgono al costo sostenuto dall'amministrazione per far fronte all'enorme numero di giorni di assenza per malattia dei circa 17 mila dipendenti in organico. Lo scorso anno Palazzo d'Orleans ha registrato 174.775 giornate non lavorate per problemi di salute contro le 161.913 del 2011, con un incremento pari a circa l'otto per cento.
QUANTO COSTA. Difficile calcolare esattamente il «peso» sulle casse della Regione. Per stimare il fenomeno si può prendere in considerazione il costo di ogni giornata di assenza che, secondo il dirigente generale del Personale, Giovanni Bologna, mediamente è di circa un centinaio di euro. Motivo per cui, in totale, il costo avrebbe superato i 17 milioni di euro nel 2012, somma alla quale bisognerebbe aggiungere anche il numero di assenze legate ad altri motivi come la maternità e i permessi della ex legge 104, che consente di assistere familiari infermi. E proprio riguardo a questo beneficio, rispetto al 2011 emerge un altro aumento significativo che sfiora il 20 per cento di assenze, passate dalle 39.789 del 2011 alle 47.540 del 2012. Ci sono però anche assenze per malattia non retribuite, ma questa circostanza si verifica solo dopo 45 giorni di assenza e senza adeguata motivazione, spiegano i sindacati. I dati, raccolti monitorando giorno per giorno tutti i dipartimenti, riguardano solo una parte, anche se sostanziosa, dell'intera platea dei regionali, in media tra i 12-15 mila dipendenti, talvolta anche a causa di ritardi nella comunicazione degli uffici. Tanto che per Dario Matranga dei obas-Codir «il rilevamento non è scientifico e non sempre esaustivo». Per comprendere meglio la dimensione del fenomeno, i funzionari calcolano pure un altro valore, ovvero il numero di assenze che in media compie ogni dipendente ogni mese. Emerge allora che alla Regione ogni dipendente si sente male, tanto da restare a casa, 1,6 volte al mese. Valore superiore al 2011, quando si è attestato sul giorno di media ogni mese. Ed è su questo valore che possono essere fatti dei raffronti con altre regioni e amministrazioni. In Emilia Romagna, da ottobre a dicembre 2012 i dipendenti della Regione si sono ammalati meno della metà di quelli siciliani, risultando assenti in media 0,6 volte al mese. Discorso simile nel Lazio, dove la media è risultata pari a a 0,76 al mese. E ancora, lo scorso settembre uno studio del ministero della Funzione pubblica ha rilevato che il tasso di assenza mensile di vari ministeri in pochi casi ha raggiunto la giornata di lavoro.
IL TURNOVER. Nessuno riesce a fornire una spiegazione al fenomeno. Il dirigente Bologna ipotizza persino che sia legato «al blocco del turnover del personale, con l'età media che si è innalzata sempre di più». Di certo, c’è che il boom di assenze può essere arginato. È successo tra il 2011 e il 2012 dopo i provvedimenti dell’ex ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta e dell’ex assessore regionale Caterina Chinnici, tra minacce di visite fiscali e prolungamento dell'obbligo di attendere a casa la visita. In estate però le assenze sono tornate a salire. Adesso il nuovo assessore regionale alla Funzione pubblica, Patrizia Valenti, crede che sia possibile intervenire: «Intensificheremo i controlli - dice - ma l’invio della visita fiscale ha dei costi. Argineremo il fenomeno evitando di far lievitare la spesa. Bisogna ricordare che non è ancora pienamente attuato il decreto Brunetta, che consente una valutazione del personale anche sulla base delle assenze. Poi manca un sistema centralizzato di monitoraggio, che doveva essere realizzato dalla società partecipata Sicilia e-Servizi ma non è stato fatto, così ci sono numerosi uffici periferici che sfuggono ai controlli immediati perchè ad esempio non hanno l’uso del badge».
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Re: From Sicily with love
sperem...se IBC vince in Sicilia la maggioranza ,anche se risicata,è assicurata.Miccichè ha subito le candidature altrui.
Le persone che avevano creduto in lui non ci sono nelle liste.
Hanno deciso tutto Alfano, Berlusconi e Schifani e ha pesato e lo strapotere della Lega Nord nella coalizione.
Faremo di tutto per ostacolare il Pdl e fargli mancare quel punto percentuale fondamentale per ottenere il premio di maggioranza”.
Non usa mezzi termini, in occasione dell’incontro di stamane con la stampa, Franco Mineo, ex deputato regionale di Grande Sud, tra i protagonisti della ‘diaspora’ abbattutasi sul movimento autonomista di Gianfranco Miccichè.
Mineo ironizza anche sul garantismo di Miccichè:
“All’ultimo momento ha deciso di non candidare me ed altri esponenti del partito in Sicilia, mentre in Calabria, Puglia e Campania, come ho letto sul Fatto quotidiano, ha candidato diversi indagati e anche condannati”.
“Miccichè aveva deciso per tutto il partito che Alfano era il nostro nemico – racconta Mineo – . In Grande Sud non c’è mai stata collegialità, decideva tutto lui, l’esecutivo infatti non si riuniva mai.
Miccichè preferiva ricevere singolarmente ogni esponente a casa sua, per controllare meglio tutti.
Riferendosi poi alle ipotesi circolate nelle ultime ore di un suo passaggio al Megafono di Crocetta, Mineo puntualizza:
“Io non posso andare a sinistra, ma c’è chi guarda anche a Crocetta, valuteremo.
Mi piace Monti.
Qualsiasi decisione però sarà vagliata nei prossimi giorni.
Oggi, ad esempio, ho una riunione a Catania con Salvo Fleres ed altri ex esponenti di Grande Sud.
Decideremo insieme cosa fare, ma siamo sicuri che Grande Sud e Micciché faranno flop alle prossime elezioni.
In altri termini:
faranno una grande ‘malafiura’”.
Secondo Mineo infatti
“Grande Sud ha perso gran parte del suo bacino elettorale nel momento stesso in cui sono uscito io, Tamajo Bufardeci, Incardona ed altri importanti esponenti del partito.
Non ha più rappresentanti negli enti locali e anche all’Ars ha un solo deputato.
Un messinese sconfessato dal suo stesso elettorato.
Si tenga stretti Fallica e Ferrara che le loro poche decine di voti”.
p.s.
spero anche nella vendetta degli "amici" di dell'Utri...
( a cosa tocca attaccarsi...maremmamara)
Re: From Sicily with love
PALERMO - Il Dpef in cambio della nullità del Muos (sistema di comunicazioni satellitari). Queste sono le condizioni che il Movimento 5 stelle pone al governo regionale. Giampiero Trizzino, che è anche presidente della Commissione territorio e ambiente all’Ars, dichiara che “la questione della pericolosità del Muos può ascriversi in uno di quei casi di assoluta urgenza per i quali il presidente della Regione può esercitare il potere di annullamento su un atto di un dirigente per vizi di illegittimità, il presidente può dunque revocarlo”. Ma Crocetta ieri in tarda serata ha ribadito che si stanno aspettando i termini per revocare definitivamente le autorizzazioni, per il momento gli americani hanno 30 giorni di tempo”.
In caso contrario i deputati Grillini negheranno il voto sul Dpef. Già nella prima seduta d’Aula durante la quale si era aperta la discussione sul documento di Programmazione economico finanziaria il capogruppo del M5S Giancarlo Cancelleri aveva dichiarato che tutti i componenti del gruppo non avrebbero votato il Documento finanziario anzi sarebbero usciti dall’Aula. E così per tre volte è mancato il numero legale al momento della votazione, grazie anche all’assenza di altri deputati sia di maggioranza che di opposizione. “Fino a oggi non era mai accaduto che il governo non avesse la maggioranza in Aula sul Dpef - ha detto il capogruppo di Lista Musumeci Santi Formica - non oso pensare ciò che accadrà sul bilancio e sulla finanziaria.
L’assessore alla Sanità Lucia Borsellino ha detto di essere sempre stata presente e che il problema riguarda la politica e non il documento. Dello stesso parere l’assessore all’economia Bianchi : “Su un passaggio così importante non mi aspettavo simili strumentalizzazioni, soprattutto da chi, come i Grillini, aveva dato il suo appoggio al provvedimento in commissione”.
Il capogruppo del Pdl Francesco Scoma ha detto che “Nonostante la campagna acquisti di riparazione, che il presidente Crocetta tiene a gennaio così come per il calcio, per la terza volta, questo governo non riesce ad avere un numero legale in Aula. Il gruppo Partito dei siciliani invita il presidente Crocetta, a prendere atto del fallimento della sua strategia della transumanza, e a venire in Aula a “presentare un vero Dpef” e il vice capogruppo del Partito dei siciliani-Mpa all’Ars, Vincenzo Figuccia ha chiesto di chiudere l’Ars fino a dopo le elezioni politiche. “Piuttosto che vivacchiare sino al voto”.
Toto Cordaro, capogruppo Cantiere popolare all’Ars, invita Crocetta a “fare meno campagna elettorale e ad occuparsi di più della Regione e dei suoi problemi, magari iniziando dalla sua maggioranza, oggi ancora inesistente”. All’alleanza con il Pid Cordaro dice che Crocetta ha preferito i Grillini, che adesso fanno il bello ed il cattivo tempo tenendo in stallo la situazione politica e istituzionale. E, come annunciato nei giorni scorsi, un nuovo movimento guidato dall’ex ministro Toto Cardinale appoggerà il governo Crocetta e sarà composto prevalentemente dai parlamentari del movimento Territorio e dei fuoriusciti di Grande Sud che non hanno seguito il leader di Gianfranco Miccichè’ nella coalizione di centrodestra con la Lega Nord.
Del movimento che si chiamerà “Democratici popolari riformisti” e a breve costituirà un gruppo parlamentare all’Ars, faranno parte i parlamentari ex Territorio Alice Anselmo, Marcello Greco, Gianfranco Vullo e Salvatore Lo Giudice, ma anche Giuseppe Picciolo (Pds-Mpa) e Edi Tamajo ex di Grande Sud. A loro potrebbero unirsi anche Michele Cimino, Riccardo Savona e Marco Forzese, che ha da poco lasciato l’Udc per confluire nel gruppo della Lista Crocetta.
Intanto la Giunta regionale ha revocato le delibere con cui il precedente governo di Raffaele Lombardo aveva conferito mandato agli avvocati per la difesa in cause per diffamazione intentate dall’ex governatore contro alcuni giornali, come Repubblica e il Foglio. “Con atto di revoca -ha detto il capo della segreteria tecnica del presidente Crocetta Stefano Polizzotto, incontrando i giornalisti a Palazzo D’Orleans- disconosciamo quelle delibere, per cui non vogliamo più rispondere a questi atti”.
Articolo pubblicato il 01 febbraio 2013 - © RIPRODUZIONE RISERVATA
In caso contrario i deputati Grillini negheranno il voto sul Dpef. Già nella prima seduta d’Aula durante la quale si era aperta la discussione sul documento di Programmazione economico finanziaria il capogruppo del M5S Giancarlo Cancelleri aveva dichiarato che tutti i componenti del gruppo non avrebbero votato il Documento finanziario anzi sarebbero usciti dall’Aula. E così per tre volte è mancato il numero legale al momento della votazione, grazie anche all’assenza di altri deputati sia di maggioranza che di opposizione. “Fino a oggi non era mai accaduto che il governo non avesse la maggioranza in Aula sul Dpef - ha detto il capogruppo di Lista Musumeci Santi Formica - non oso pensare ciò che accadrà sul bilancio e sulla finanziaria.
L’assessore alla Sanità Lucia Borsellino ha detto di essere sempre stata presente e che il problema riguarda la politica e non il documento. Dello stesso parere l’assessore all’economia Bianchi : “Su un passaggio così importante non mi aspettavo simili strumentalizzazioni, soprattutto da chi, come i Grillini, aveva dato il suo appoggio al provvedimento in commissione”.
Il capogruppo del Pdl Francesco Scoma ha detto che “Nonostante la campagna acquisti di riparazione, che il presidente Crocetta tiene a gennaio così come per il calcio, per la terza volta, questo governo non riesce ad avere un numero legale in Aula. Il gruppo Partito dei siciliani invita il presidente Crocetta, a prendere atto del fallimento della sua strategia della transumanza, e a venire in Aula a “presentare un vero Dpef” e il vice capogruppo del Partito dei siciliani-Mpa all’Ars, Vincenzo Figuccia ha chiesto di chiudere l’Ars fino a dopo le elezioni politiche. “Piuttosto che vivacchiare sino al voto”.
Toto Cordaro, capogruppo Cantiere popolare all’Ars, invita Crocetta a “fare meno campagna elettorale e ad occuparsi di più della Regione e dei suoi problemi, magari iniziando dalla sua maggioranza, oggi ancora inesistente”. All’alleanza con il Pid Cordaro dice che Crocetta ha preferito i Grillini, che adesso fanno il bello ed il cattivo tempo tenendo in stallo la situazione politica e istituzionale. E, come annunciato nei giorni scorsi, un nuovo movimento guidato dall’ex ministro Toto Cardinale appoggerà il governo Crocetta e sarà composto prevalentemente dai parlamentari del movimento Territorio e dei fuoriusciti di Grande Sud che non hanno seguito il leader di Gianfranco Miccichè’ nella coalizione di centrodestra con la Lega Nord.
Del movimento che si chiamerà “Democratici popolari riformisti” e a breve costituirà un gruppo parlamentare all’Ars, faranno parte i parlamentari ex Territorio Alice Anselmo, Marcello Greco, Gianfranco Vullo e Salvatore Lo Giudice, ma anche Giuseppe Picciolo (Pds-Mpa) e Edi Tamajo ex di Grande Sud. A loro potrebbero unirsi anche Michele Cimino, Riccardo Savona e Marco Forzese, che ha da poco lasciato l’Udc per confluire nel gruppo della Lista Crocetta.
Intanto la Giunta regionale ha revocato le delibere con cui il precedente governo di Raffaele Lombardo aveva conferito mandato agli avvocati per la difesa in cause per diffamazione intentate dall’ex governatore contro alcuni giornali, come Repubblica e il Foglio. “Con atto di revoca -ha detto il capo della segreteria tecnica del presidente Crocetta Stefano Polizzotto, incontrando i giornalisti a Palazzo D’Orleans- disconosciamo quelle delibere, per cui non vogliamo più rispondere a questi atti”.
Articolo pubblicato il 01 febbraio 2013 - © RIPRODUZIONE RISERVATA
Re: From Sicily with love
sopra ho postato come i grillini possono paralizzare l'economia disastrata dell'isola , qui sotto come il PD -assente ingiustificato - gli consente di farlo
CALTANISSETTA – A piazza Garibaldi, nel centro storico di Caltanissetta, non si assisteva a un vero comizio elettorale dal 2009. Un’altra epoca, un’altra competizione. L’ultima a sfidare la piazza della cittadina siciliana fu niente poco di meno che Anna Finocchiaro, recatasi a Caltanissetta per sostenere il candidato sindaco dei democratici. Poi niente più. Il silenzio.
A distanza di tre anni da quell’ultimo comizio, la piazza si colora dei fan di Beppe Grillo e di bandiere del Movimento Cinque Stelle. Ore 21 di un giovedì pre-elettorale. Meno 24 giorni all’appuntamento dell’anno: le elezioni politiche del prossimo 24 e 25 febbraio. Ci troviamo nel centro storico di Caltanissetta, cittadina dell’entroterra siciliano. Una città storicamente democristiana, che nell’ultimo ventennio ha regalato soddisfazioni al Cavaliere e al Pdl. Ma oggi qualcosa sembra essere cambiato.
«Ci siamo rotti i coglioni di Silvio, Pier Luigi e Pierferdinando, oggi siamo con tutti Peppe». Qui Beppe Grillo, lo chiamano tutti o “Peppe”, o “Peppuzzu”, o “Pinuzzu”. Il mantra è sempre lo stesso: «Io ho votato Berlusconi fino al 2009. Poi mi sono stancato, sono tutti uguali: destra, sinistra, centro. Io sono un imprenditore. Peppe non è il meglio, ma il meno peggio. E sono qui per questo», spiega un signore di mezza età. Anche un 30enne con laurea e master al seguito ha votato «Berlusconi dal 2001 al 2009». Ma «adesso basta», sbotta. «Non posso votare Bersani perché andrebbe contro i miei principi. Allora ho scelto di votare, e di votare Grillo».
Ecco, passeggiando in mezzo alla folla che attende l’arrivo del beniamino “Peppe”, trovi lo studente universitario tornato oggi a Caltanissetta «per vedere Grillo», il cinquantenne deluso dalla capriole centriste di Pierferdinando Casini, e l’ex diessino che non voterà «mai più per il Pd» e non darà una chances a Pier Luigi Bersani. Ci sono anche parecchi curiosi. Su tutti tre giovani “figli di” che smaniano di vedere l’ex comico «perché in occasione delle regionali quando comiziò in viale Regina Margherita avevamo una festa e non siamo potuti venire». I tre erano berlusconiani doc, e oggi antimontiani «perché l’ultimo governo c’ha tartassato di tasse». Chi voteranno? Prima sorridono e poi spiegano: «Non abbiamo ancora deciso». Fra la folla si scorgono i professori del liceo delusi dalla sinistra cittadina, anche loro oggi potenziali elettori del Movimento Cinque Stelle.
Poi ti accorgi di Orazio La Marca, natio di Delia, oggi residente in Germania, candidato fra gli italiani all’estero con il Movimento Cinque Stelle. «Sono un ex carrozziere, oggi pensionato. Vivo in Germania dal 1964. Anch’io ho creduto in Silvio Berlusconi. L’ho votato quattro volte, ma ha peggiorato la mia vita. Per questo motivo oggi mi candido con il Movimento Cinque Stelle».
Tratto da: “Mettete il Pd sotto processo”: Grillo infiamma la Sicilia | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2013/ ... z2JpLCY23g
CALTANISSETTA – A piazza Garibaldi, nel centro storico di Caltanissetta, non si assisteva a un vero comizio elettorale dal 2009. Un’altra epoca, un’altra competizione. L’ultima a sfidare la piazza della cittadina siciliana fu niente poco di meno che Anna Finocchiaro, recatasi a Caltanissetta per sostenere il candidato sindaco dei democratici. Poi niente più. Il silenzio.
A distanza di tre anni da quell’ultimo comizio, la piazza si colora dei fan di Beppe Grillo e di bandiere del Movimento Cinque Stelle. Ore 21 di un giovedì pre-elettorale. Meno 24 giorni all’appuntamento dell’anno: le elezioni politiche del prossimo 24 e 25 febbraio. Ci troviamo nel centro storico di Caltanissetta, cittadina dell’entroterra siciliano. Una città storicamente democristiana, che nell’ultimo ventennio ha regalato soddisfazioni al Cavaliere e al Pdl. Ma oggi qualcosa sembra essere cambiato.
«Ci siamo rotti i coglioni di Silvio, Pier Luigi e Pierferdinando, oggi siamo con tutti Peppe». Qui Beppe Grillo, lo chiamano tutti o “Peppe”, o “Peppuzzu”, o “Pinuzzu”. Il mantra è sempre lo stesso: «Io ho votato Berlusconi fino al 2009. Poi mi sono stancato, sono tutti uguali: destra, sinistra, centro. Io sono un imprenditore. Peppe non è il meglio, ma il meno peggio. E sono qui per questo», spiega un signore di mezza età. Anche un 30enne con laurea e master al seguito ha votato «Berlusconi dal 2001 al 2009». Ma «adesso basta», sbotta. «Non posso votare Bersani perché andrebbe contro i miei principi. Allora ho scelto di votare, e di votare Grillo».
Ecco, passeggiando in mezzo alla folla che attende l’arrivo del beniamino “Peppe”, trovi lo studente universitario tornato oggi a Caltanissetta «per vedere Grillo», il cinquantenne deluso dalla capriole centriste di Pierferdinando Casini, e l’ex diessino che non voterà «mai più per il Pd» e non darà una chances a Pier Luigi Bersani. Ci sono anche parecchi curiosi. Su tutti tre giovani “figli di” che smaniano di vedere l’ex comico «perché in occasione delle regionali quando comiziò in viale Regina Margherita avevamo una festa e non siamo potuti venire». I tre erano berlusconiani doc, e oggi antimontiani «perché l’ultimo governo c’ha tartassato di tasse». Chi voteranno? Prima sorridono e poi spiegano: «Non abbiamo ancora deciso». Fra la folla si scorgono i professori del liceo delusi dalla sinistra cittadina, anche loro oggi potenziali elettori del Movimento Cinque Stelle.
Poi ti accorgi di Orazio La Marca, natio di Delia, oggi residente in Germania, candidato fra gli italiani all’estero con il Movimento Cinque Stelle. «Sono un ex carrozziere, oggi pensionato. Vivo in Germania dal 1964. Anch’io ho creduto in Silvio Berlusconi. L’ho votato quattro volte, ma ha peggiorato la mia vita. Per questo motivo oggi mi candido con il Movimento Cinque Stelle».
Tratto da: “Mettete il Pd sotto processo”: Grillo infiamma la Sicilia | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2013/ ... z2JpLCY23g
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