M P S
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Re: M P S
Vox populi
Abbassiamo i Riflettori ?
07.02|13:22 brac55
E perché ? Invece lasciamoli ben accesi sull'operato presente,passato e futuro della Banca.MPS è debitrice nei confronti della collettività tra i vari prestiti miliardari ottenuti dallo Stato,inoltre e questo riguarda l'intero sistema bancario,con il "salva banche" introdotto da Monti,vogliamo che le ispezioni di Bankitalia ,siano rese immediatamente pubbliche,per renderci conto dell'operato di super manager strapagati.Utili privati e perdite scaricate sulla collettività!Siamo prigionieri di un sistema malato !
Abbassiamo i Riflettori ?
07.02|13:22 brac55
E perché ? Invece lasciamoli ben accesi sull'operato presente,passato e futuro della Banca.MPS è debitrice nei confronti della collettività tra i vari prestiti miliardari ottenuti dallo Stato,inoltre e questo riguarda l'intero sistema bancario,con il "salva banche" introdotto da Monti,vogliamo che le ispezioni di Bankitalia ,siano rese immediatamente pubbliche,per renderci conto dell'operato di super manager strapagati.Utili privati e perdite scaricate sulla collettività!Siamo prigionieri di un sistema malato !
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Re: M P S
Wall Street Journal: “Prestito di Bankitalia a Mps mai reso pubblico”
Il quotidiano americano spiega che la Banca d'Italia elargì 2 miliardi di euro nel 2011 al Monte dei Paschi, a corto di liquidità. Ma i due non comunicarono pubblicamente l'accordo “per timore che si potesse creare panico sui mercati”. Così, hanno anche nascosto "la gravità dello stato finanziario della banca"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 7 febbraio 2013
Un prestito da 2 miliardi di euro che Bankitalia ha concesso al Monte dei Paschi di Siena a ottobre 2011 perché era “a secco di liquidità”. Ma “pubblicamente i suoi dirigenti rassicuravano che la posizione finanziaria della banca più antica del mondo era adeguata”. Il Wall Street Journal scrive che Via Nazionale accordò il prestito a Mps “perchè la banca non aveva più gli strumenti per continuare a chiedere fondi alla Banca Centrale Europea“. Tuttavia “per timore che si potesse creare panico sui mercati”, raccontano le fonti al Wsj, “nè Mps nè la Banca d’Italia resero pubblico quel prestito”. Da ricordare inoltre che “nell’autunno 2011 il debito pubblico italiano era sotto pressione da parte degli investitori – un panico dei mercati che alla fine portoò la caduta del governo [Berlusconi, ndr] a novembre dello stesso anno“.
E proprio oggi alcuni ispettori dell’unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia hanno incontrato questa mattina a Siena i pm impegnati nell’inchiesta su Mps. Secondo quanto ha riferito una fonte giudiziaria, gli ispettori hanno consegnato del nuovo materiale alla Procura, come già avvenuto in passato. La consegna dei nuovi documenti, sembra relativi sempre all’operazione di acquisizione di Antonveneta, si svolge nell’ambito del rapporto di collaborazione, che dura ormai da mesi, tra la Procura senese e l’istituto di via Nazionale.
Il quotidiano finanziario prosegue spiegando che secondo la normativa vigente non vi è l’obbligo di comunicare le operazioni come quella del prestito accordato da Via Nazionale a Mps, previste per tutte le banche dell’Eurosistema, al mercato. E “in una conference call con analisti ed investitori, subito dopo aver ricevuto il prestito, i dirigenti di Mps affermavano che la posizione finanziaria della banca era solida e che le necessità di raccolta per il 2012 erano state coperte”. Mps restituì il prestito secondo i tempi prestabiliti, aggiungono le fonti al quotidiano americano. Ma, secondo gli analisti, “non aver divulgato il fatto che la banca non avesse più abbastanza strumenti da offrire come garanzia per ottenere fondi Bce e il ricorso al prestito, hanno contribuito a nascondere la gravità dello stato finanziario della banca”.
“Se si fosse venuti a conoscenza di questa transazione, avremmo potuto avere un quadro più chiaro sulla liquidità a disposizione del gruppo”, dice l’analista di Fidentiis Fabrizio Bernardi al Wsj. “Questo prestito insolito” di Bankitalia ad Mps, sottolinea il giornale a stelle e strisce, evidenzia anche “la pressione” a cui era sottoposta Via Nazionale, mentre cercava di “contenere i danni che avrebbe potuto provocare una banca sull’intero sistema finanziario” del Paese, soprattutto in un periodo in cui lo spread dell’Italia segnava record storici.
Il quotidiano americano spiega che la Banca d'Italia elargì 2 miliardi di euro nel 2011 al Monte dei Paschi, a corto di liquidità. Ma i due non comunicarono pubblicamente l'accordo “per timore che si potesse creare panico sui mercati”. Così, hanno anche nascosto "la gravità dello stato finanziario della banca"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 7 febbraio 2013
Un prestito da 2 miliardi di euro che Bankitalia ha concesso al Monte dei Paschi di Siena a ottobre 2011 perché era “a secco di liquidità”. Ma “pubblicamente i suoi dirigenti rassicuravano che la posizione finanziaria della banca più antica del mondo era adeguata”. Il Wall Street Journal scrive che Via Nazionale accordò il prestito a Mps “perchè la banca non aveva più gli strumenti per continuare a chiedere fondi alla Banca Centrale Europea“. Tuttavia “per timore che si potesse creare panico sui mercati”, raccontano le fonti al Wsj, “nè Mps nè la Banca d’Italia resero pubblico quel prestito”. Da ricordare inoltre che “nell’autunno 2011 il debito pubblico italiano era sotto pressione da parte degli investitori – un panico dei mercati che alla fine portoò la caduta del governo [Berlusconi, ndr] a novembre dello stesso anno“.
E proprio oggi alcuni ispettori dell’unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia hanno incontrato questa mattina a Siena i pm impegnati nell’inchiesta su Mps. Secondo quanto ha riferito una fonte giudiziaria, gli ispettori hanno consegnato del nuovo materiale alla Procura, come già avvenuto in passato. La consegna dei nuovi documenti, sembra relativi sempre all’operazione di acquisizione di Antonveneta, si svolge nell’ambito del rapporto di collaborazione, che dura ormai da mesi, tra la Procura senese e l’istituto di via Nazionale.
Il quotidiano finanziario prosegue spiegando che secondo la normativa vigente non vi è l’obbligo di comunicare le operazioni come quella del prestito accordato da Via Nazionale a Mps, previste per tutte le banche dell’Eurosistema, al mercato. E “in una conference call con analisti ed investitori, subito dopo aver ricevuto il prestito, i dirigenti di Mps affermavano che la posizione finanziaria della banca era solida e che le necessità di raccolta per il 2012 erano state coperte”. Mps restituì il prestito secondo i tempi prestabiliti, aggiungono le fonti al quotidiano americano. Ma, secondo gli analisti, “non aver divulgato il fatto che la banca non avesse più abbastanza strumenti da offrire come garanzia per ottenere fondi Bce e il ricorso al prestito, hanno contribuito a nascondere la gravità dello stato finanziario della banca”.
“Se si fosse venuti a conoscenza di questa transazione, avremmo potuto avere un quadro più chiaro sulla liquidità a disposizione del gruppo”, dice l’analista di Fidentiis Fabrizio Bernardi al Wsj. “Questo prestito insolito” di Bankitalia ad Mps, sottolinea il giornale a stelle e strisce, evidenzia anche “la pressione” a cui era sottoposta Via Nazionale, mentre cercava di “contenere i danni che avrebbe potuto provocare una banca sull’intero sistema finanziario” del Paese, soprattutto in un periodo in cui lo spread dell’Italia segnava record storici.
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Re: M P S
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Alberto Lo Svelto 7 minuto fa
ho ridato la credibilità all'italia, adesso siamo un paese considerato affidabile.
firmato.
Mario Monti
ma vai a quel paese va.........
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**
Joe Camallo 10 minuto fa
Ma scusate, noi siamo venuti a conoscenza di queste cose solo attraverso un giornale USA?
E i nostri giornalisti?
I tanti giornali finanziati con i soldi pubblici?
Dove erano?
E come la mettono adesso tutti quei fanfaroni che avevano difeso a spada tratta Bankitalia dicendo che non era certo colpa sua, che avevano fatto tutto il possibile?
Qui si viene a scoprire (sempre grazie ad un giornale USA) che aveva addirittura nascosto all'opinione pubblica un prestito a MPS!!!
Roba da non credere!
Ma vogliamo dire una volta per tutte che il problema Italiano è ramificato in tutti gli ambiti?
Che ci sono settori intersecati fra loro in modo allucinante?
Che ci sono sempre le stesse persone che si spostano in diversi ruoli?
Bisogna ripulire non solo il parlamento, ma ogni ente Italiano.
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Alberto Lo Svelto 7 minuto fa
ho ridato la credibilità all'italia, adesso siamo un paese considerato affidabile.
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Joe Camallo 10 minuto fa
Ma scusate, noi siamo venuti a conoscenza di queste cose solo attraverso un giornale USA?
E i nostri giornalisti?
I tanti giornali finanziati con i soldi pubblici?
Dove erano?
E come la mettono adesso tutti quei fanfaroni che avevano difeso a spada tratta Bankitalia dicendo che non era certo colpa sua, che avevano fatto tutto il possibile?
Qui si viene a scoprire (sempre grazie ad un giornale USA) che aveva addirittura nascosto all'opinione pubblica un prestito a MPS!!!
Roba da non credere!
Ma vogliamo dire una volta per tutte che il problema Italiano è ramificato in tutti gli ambiti?
Che ci sono settori intersecati fra loro in modo allucinante?
Che ci sono sempre le stesse persone che si spostano in diversi ruoli?
Bisogna ripulire non solo il parlamento, ma ogni ente Italiano.
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Re: M P S
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rudy49 Poco fa
in italia il più pulito ha la rogna,ai giovani consiglio di abbandonare la nave schettino italia,i più vecchi come me di aspettare sulla riva del fiume quando ci sarà la battaglia finale tra politici banchieri lobby e massoneria e dulcis in fundo il vaticano ,per spartirsi poveri resti della defunta italia
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rudy49 Poco fa
in italia il più pulito ha la rogna,ai giovani consiglio di abbandonare la nave schettino italia,i più vecchi come me di aspettare sulla riva del fiume quando ci sarà la battaglia finale tra politici banchieri lobby e massoneria e dulcis in fundo il vaticano ,per spartirsi poveri resti della defunta italia
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Re: M P S
Mps, Verdini del Pdl sotto la lente dei pm
http://www.unita.it/italia/mps-verdini- ... m-1.482678
**********************************
domani scopriranno che Verdini è iscritto al PD.
boomerang per IBC che perderà 4 punti in favore della mummia cinese.
http://www.unita.it/italia/mps-verdini- ... m-1.482678
**********************************
domani scopriranno che Verdini è iscritto al PD.
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Re: M P S
-“WHERE IS TRANI?”
- PRIMA CHE OBAMA, INCASSATA LA RIELEZIONE SI SCAGLIASSE CONTRO LE AGENZIE DI RATING, CI AVEVA PENSATO LA PROCURA TRANI AD ACCENDERE LA MICCIA CONTRO LA FINANZA MARCIA
- OGGI L’FBI VUOLE ACCEDERE AGLI ATTI DEI PM PER SEGUIRNE LA SCIA: MA NONOSTANTE IL PLAUSO AMERICANO, TRANI È NEL MIRINO DEL CSM E DELLA PROCURA DI MILANO
- FORSE PERCHÉ È STATO APERTO UNO SCOMODO FASCICOLO SU MPS E SUI CONTROLLI DI CONSOB E BANKITALIA (INDAGATA LA TARANTOLA)?...
Filippo Barone e Antonio Massari per il "Fatto quotidiano"
Barack Obama cita in giudizio Standard & Poor's per 5 miliardi di dollari. Il procuratore generale di New York, Eric Scheiderman, avvia un'indagine su Moody's. E l'Fbi - già da mesi - ha chiesto all'Italia di accedere agli atti che accusano le maggiori agenzie di rating: "Where's Trani?", si saranno chiesti gli investigatori, prima di contattare il comando generale della Guardia di Finanza, a Roma, per chiedere gli atti del Pm Mi-chele Ruggiero che, dopo aver indagato su Standard & Poor's - ma anche su Fitch e Moody's - ha chiesto il rinvio a giudizio del suo ex presidente, Deven Sharma.
Insomma, in una sorta di "Trani, yes we can", gli Usa seguono lo stesso percorso intrapreso da questa minuscola Procura, con gli uffici che affacciano sul mare, costruiti all'ombra di un'antica cattedrale e zeppi di fascicoli sui giganti della finanza italiana e internazionale . "Where's Trani" si sono chiesti anche i vertici di S&P, prima di sentirsi rispondere, in un'intercettazione ormai agli atti che "Trani è una specie di piccolo paese dell'Oklahoma".
"Dov'è Trani?" se lo sono chiesti in tanti, durante questi anni, anche in Italia. E si sono chiesti anche perché la Procura pugliese ambisca a indagare per reati commessi un po' ovunque nel mondo. Una domanda che - codice alla mano - può essere capovolta: perché non hanno indagato le altre procure che, raggiunte dal medesimo esposto firmato dall'Adusbef, un'associazione di risparmiatori, avrebbero potuto aprire fascicoli sulle agenzie di rating, sulla manipolazione dei tassi Libor ed Euribor, sui derivati. Il motivo è semplice: negli uffici di Trani, i pm, sono fulminei.
Appena arriva l'esposto, appresa la notizia di reato, all'istante aprono il fascicolo: per alcuni reati - quelli commessi all'estero, per esempio - chi prima apre il fascicolo, s'aggiudica la competenza. Inchieste farlocche? Indagini pretenziose? Buona parte dei media, e anche della magistratura, spesso ha storto il naso. Poi però arriva Obama che, per motivi simili (le valutazioni troppo ottimistiche sui prodotti legati ai mutui sub prime) chiede a S&P un risarcimento da 5 miliardi di dollari.
Lo segue a ruota il procuratore di New York, che decide d'indagare su Moody's. Nel frattempo la procura pugliese viene attaccata da Milano e dal Csm. Perché l'ennesimo esposto Adusbef ha portato i pm Michele Ruggiero e Antonio Savasta ad aprire un fascicolo sul Monte Paschi, sui controlli di Bankitalia e Consob. Il vicepresidente del Csm Michele Vietti ha parlato di "iniziativa estemporanea" dettata "dall'esigenza di inseguire la notorietà".
IL PROCURATORE capo di Milano Edmondo Bruti Liberati chiede "un rigoroso rispetto delle regole, anche quelle che riguardano la competenza territoriale". Ma nei corridoi della procura di Trani - che è sotto organico di due sostituti - la pensano diversamente.
Persino al bar a Trani possono spiegarti che, se il principio di territorialità deve guardare a dove s'ottiene l'illecito profitto, considerato che nelle filiali di banca, intorno a Trani, di derivati, alle imprese ne hanno piazzati a bizzeffe, la Procura è competente eccome. Perfino se una parte di quei profitti dovesse essere finita a Milano o a Siena.
Chi prima apre il fascicolo, prima incardina la competenza, e finora nessuno è riuscito a smentire né i pm - Ruggiero e Savasta - né il loro procuratore capo, Carlo Maria Capristo, che oltre a coordinare le inchieste "è anche un filtro contro le ingerenze", come spiega una fonte qualificata: "Capristo risponde alle ingerenze che arrivano dall'alto e fa da scudo ai sostituti". E così tutto procede.
C'È UN VIA VAI di finanzieri e consulenti che ogni giorno masticano rating, studiano le ingegnerie dei derivati e delle manipolazioni sui tassi d'interesse. Qui s'indaga sui derivati venduti da cinque banche (Mps, Bnl, Unicredit, Intesa San Paolo e Credem) a risparmiatori e imprese pugliesi. E poi c'è l'inchiesta sulla manipolazione del tasso Euribor. Pochi giorni fa è stato sentito il tesoriere di Mps. Una bomba a orologeria, dicono in tanti, che può far cadere l'intero castello finanziario italiano.
- PRIMA CHE OBAMA, INCASSATA LA RIELEZIONE SI SCAGLIASSE CONTRO LE AGENZIE DI RATING, CI AVEVA PENSATO LA PROCURA TRANI AD ACCENDERE LA MICCIA CONTRO LA FINANZA MARCIA
- OGGI L’FBI VUOLE ACCEDERE AGLI ATTI DEI PM PER SEGUIRNE LA SCIA: MA NONOSTANTE IL PLAUSO AMERICANO, TRANI È NEL MIRINO DEL CSM E DELLA PROCURA DI MILANO
- FORSE PERCHÉ È STATO APERTO UNO SCOMODO FASCICOLO SU MPS E SUI CONTROLLI DI CONSOB E BANKITALIA (INDAGATA LA TARANTOLA)?...
Filippo Barone e Antonio Massari per il "Fatto quotidiano"
Barack Obama cita in giudizio Standard & Poor's per 5 miliardi di dollari. Il procuratore generale di New York, Eric Scheiderman, avvia un'indagine su Moody's. E l'Fbi - già da mesi - ha chiesto all'Italia di accedere agli atti che accusano le maggiori agenzie di rating: "Where's Trani?", si saranno chiesti gli investigatori, prima di contattare il comando generale della Guardia di Finanza, a Roma, per chiedere gli atti del Pm Mi-chele Ruggiero che, dopo aver indagato su Standard & Poor's - ma anche su Fitch e Moody's - ha chiesto il rinvio a giudizio del suo ex presidente, Deven Sharma.
Insomma, in una sorta di "Trani, yes we can", gli Usa seguono lo stesso percorso intrapreso da questa minuscola Procura, con gli uffici che affacciano sul mare, costruiti all'ombra di un'antica cattedrale e zeppi di fascicoli sui giganti della finanza italiana e internazionale . "Where's Trani" si sono chiesti anche i vertici di S&P, prima di sentirsi rispondere, in un'intercettazione ormai agli atti che "Trani è una specie di piccolo paese dell'Oklahoma".
"Dov'è Trani?" se lo sono chiesti in tanti, durante questi anni, anche in Italia. E si sono chiesti anche perché la Procura pugliese ambisca a indagare per reati commessi un po' ovunque nel mondo. Una domanda che - codice alla mano - può essere capovolta: perché non hanno indagato le altre procure che, raggiunte dal medesimo esposto firmato dall'Adusbef, un'associazione di risparmiatori, avrebbero potuto aprire fascicoli sulle agenzie di rating, sulla manipolazione dei tassi Libor ed Euribor, sui derivati. Il motivo è semplice: negli uffici di Trani, i pm, sono fulminei.
Appena arriva l'esposto, appresa la notizia di reato, all'istante aprono il fascicolo: per alcuni reati - quelli commessi all'estero, per esempio - chi prima apre il fascicolo, s'aggiudica la competenza. Inchieste farlocche? Indagini pretenziose? Buona parte dei media, e anche della magistratura, spesso ha storto il naso. Poi però arriva Obama che, per motivi simili (le valutazioni troppo ottimistiche sui prodotti legati ai mutui sub prime) chiede a S&P un risarcimento da 5 miliardi di dollari.
Lo segue a ruota il procuratore di New York, che decide d'indagare su Moody's. Nel frattempo la procura pugliese viene attaccata da Milano e dal Csm. Perché l'ennesimo esposto Adusbef ha portato i pm Michele Ruggiero e Antonio Savasta ad aprire un fascicolo sul Monte Paschi, sui controlli di Bankitalia e Consob. Il vicepresidente del Csm Michele Vietti ha parlato di "iniziativa estemporanea" dettata "dall'esigenza di inseguire la notorietà".
IL PROCURATORE capo di Milano Edmondo Bruti Liberati chiede "un rigoroso rispetto delle regole, anche quelle che riguardano la competenza territoriale". Ma nei corridoi della procura di Trani - che è sotto organico di due sostituti - la pensano diversamente.
Persino al bar a Trani possono spiegarti che, se il principio di territorialità deve guardare a dove s'ottiene l'illecito profitto, considerato che nelle filiali di banca, intorno a Trani, di derivati, alle imprese ne hanno piazzati a bizzeffe, la Procura è competente eccome. Perfino se una parte di quei profitti dovesse essere finita a Milano o a Siena.
Chi prima apre il fascicolo, prima incardina la competenza, e finora nessuno è riuscito a smentire né i pm - Ruggiero e Savasta - né il loro procuratore capo, Carlo Maria Capristo, che oltre a coordinare le inchieste "è anche un filtro contro le ingerenze", come spiega una fonte qualificata: "Capristo risponde alle ingerenze che arrivano dall'alto e fa da scudo ai sostituti". E così tutto procede.
C'È UN VIA VAI di finanzieri e consulenti che ogni giorno masticano rating, studiano le ingegnerie dei derivati e delle manipolazioni sui tassi d'interesse. Qui s'indaga sui derivati venduti da cinque banche (Mps, Bnl, Unicredit, Intesa San Paolo e Credem) a risparmiatori e imprese pugliesi. E poi c'è l'inchiesta sulla manipolazione del tasso Euribor. Pochi giorni fa è stato sentito il tesoriere di Mps. Una bomba a orologeria, dicono in tanti, che può far cadere l'intero castello finanziario italiano.
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Re: M P S
“Se dunque volessimo tenere la lista delle nostre responsabilità, tragicamente ci troveremmo a figurare davanti ai nostri figli come mandanti esclusivi di questo disastro.”
Antonello Caporale
Sotto le macerie – 148
Cronaca di un affondamento - 98
I giorni della follia che precedono il disastro…….ovvero, l’ultima fase della dittatura delle tdc – 76
Perché Bill Emmott ha ragione da vendere - 52
MAY DAY,…….. MAY DAY,…….. MAY DAY – 17
Il sistema non regge più, è saltato.
Più volte ho chiesto perché le crocerossine dalemiane avessero salvato la vecchia mummia cinese strabollita nel novembre del 2011.
La parola d’ordine dei defunti fu:
“Avremmo potuto vincere a mani basse ma per spirito di sacrificio abbiamo preferito aderire alla lista Monti”
Lo spirito di sacrificio non hanno mai spiegato in cosa consistesse.
Anche alle sore Pina, Cesira, Ggina e Camilla, oltre a quelli che “menen nel ges” e a tutti sassi di Milano, che non hanno fatto l’Accademia di Modena e la Scuola di Guerra di Civitavecchia, sapevano che quello era il momento migliore per eliminare una volta per tutte il vecchio impiastro.
Invece no, ci hanno fatto il governo insieme anche se sapevano di essere soccombenti in partenza.
Ci sono poi tutti gli altri misteri mai risolti come questo :
http://www.youtube.com/watch?v=hCOBoORSZK0
http://www.youtube.com/watch?v=RSPs85eKP6o (versione integrale)
Ci sta poi il “”””mistero”””” della mancata legge sul conflitto d’interesse. Anche qui, lo sapevano tutti quanti che la realizzazione della legge avrebbe messo fuori gioco la vecchia mummia.
E ancora una volta sarebbero spassose le giustificazioni addotte dal solito D’Alema sul perché non hanno realizzato l’approvazione di quella legge, se in realtà non fossero altamente tragiche e non fosse stato il popolo italiano a pagare duramente la presenza del cavalier banana che si sta avviando ad emulare il periodo del suo predecessore, il Cavalier Benito Mussolini, durato 23 anni. Ventitre anni denominati il ventennio fascista, e oggi siamo di fronte al ventennio berlusconiano.
Da queste parti i vecchi comunisti non ci dormono la notte. Le recentissime preoccupazioni sono quelle che il gran visir Gianni Letta possa ancora una volta “stortare” qualcuno nella fattispecie i grillini, compresi Casalegno e il Profeta di Sena.
Se la vecchia mummia strabollita si può permettere di dare 100mila euro al giorno alla seconda moglie, oltre mantenere l’harem fino a quando finiranno i processi di secondo grado, si può permettere di “stortare” con il solito metodo al fine di ritardare l’approvazione della legge sul conflitto d’interessi ed anche altre di suo interesse.
I vecchi comunisti sono ormai prossimi agli 80 e sanno molto bene come funziona il mondo. E sui ritardi e le manchevolezze degli ex Pci sono convinti che sia stato usato il solito metodo degli “unguenti” che funziona molto bene da millenni.
E guarda caso, il parere di chi è stato dentro le segrete cose e morirà rosso come un cocomero, coincide con il parere di Marco Travaglio, che il solo nominarlo fa venire l’orticaria, la diarrea acuta e il mal di stomaco per una settimana a chi s’infastidisce sentirsi raccontare le cose come stanno.
Tanto che mesi fa, l’editorialista del Fatto, invitava quelli della sinistra che stavano a rodersi il fegato per le dichiarazioni del cavalier banana, a non prendersela troppo perché, negli ultimi 20 anni destra e sinistra hanno governato insieme cercando di non farsene accorgere dal proprio elettorato altrimenti la cuccagna finiva subito.
A confermare con accenni del capo e con sorrisi eloquenti, in merito all’operato della “sinistra furba”, questa volta è l’insospettabile alleato “Nichi Vendola” durante l’ultima puntata di Servizio Pubblico.
http://www.serviziopubblico.it/puntate/ ... ?cat_id=10
Questa settimana appena iniziata ci si mette anche la magistratura a scoprire gli altarini.
Le mani del Pdl sul Monte dei Paschi?
In un documento segreto, sulla cui veridicità indaga la Procura di Firenze, l'accordo tra Verdini e l'ex sindaco di Siena per la spartizione del potere - Sigfrido Ranucci
La Procura di Firenze sta indagando sulla veridicità di un documento, datato 12 novembre 2008, che proverebbe l’esistenza di un patto di ferro sulla gestione del potere nella provincia di Siena.
Gli autori sarebbero Dennis Verdini, all'epoca coordinatore nazionale di Fi, incaricato da Berlusconi di gestire la nascita del Pdl, e l'onorevole del Pd Franco Ceccuzzi, futuro sindaco di Siena (che nella serata di lunedì 18 febbraio ha diffusoquesta smentita). Successivamente anche Verdini ha smentito con una nota alle agenzie di stampa.
Al centro dell’accordo c’è ancora una volta Mps. Il coordinatore del Pdl si offre di risolvere «le problematiche relative alla Banca e alla Fondazione» in cambio dei suoi uomini nei cda.
LEGGI IL DOCUMENTO INTEGRALE IN PDF
Le elezioni amministrative del 2009 sono vicine e i due avvertono la necessità di istituire «un rapporto improntato nel reciproco rispetto, pur nella distinzione dei ruoli tra maggioranza e opposizione». Così è scritto elegantemente nel documento. In poche parole, più volgari, una vera e propria lottizzazione. Nulla di nuovo sotto il sole, se non che si tratta di un patto scritto nero su bianco.
Verdini, forte dei rapporti personali con il Premier, assicura a Ceccuzzi il supporto alla maggioranza locale di centrosinistra, evitando possibili intoppi con il governo guidato da Berlusconi. Il coordinatore del Pdl si offre anche di risolvere «le problematiche relative alla Banca e alla Fondazione del Monte dei Paschi. L'obiettivo primario è quello di garantire autonomia ed evitare ingerenze da parte delle autorità centrali».
Verdini si impegna anche a intercedere presso i ministeri dello Sviluppo Economico, dei Trasporti delle Infrastrutture, del Turismo e dell'Ambiente per risolvere i problemi che riguardano le aziende della provincia senese: la crisi che ha colpito le industrie del cristallo, quella delle terme di Chianciano, del comparto pelletteria. Verdini, in vista delle amministrative del giugno del 2009, si dà da fare persino per scovare e presentare un candidato che non sia troppo scomodo e che, soprattutto, non rovini gli equilibri esistenti, e a presentare liste rinunciando agli accordi destabilizzanti con quelle civiche.
«Particolare attenzione - c'è scritto nell'accordo segreto - sarà riservato ai comuni di Radicofani, Gaiole, Chianciano Terme, Montepulciano e Poggibonsi».
Da parte sua, invece Ceccuzzi si impegna a riconoscere in Verdini l'unico interlocutore del Pdl e garantisce di confermare alla Presidenza di Antonveneta Andrea Pisaneschi. Ma il futuro sindaco senese promette anche di piazzare vice presidenti, consiglieri e revisori nei rispettivi cda delle Fondazioni, delle Banche e delle altre società controllate dal Monte dei Paschi.
Il patto prevede anche un accordo sulla spartizione delle nomine per la gestione delle società municipalizzate, dei consorzi e delle terme. Una sorta di manuale Cencelli, dove però sono solo in due a decidere e a spartirsi tutto da buoni amici, con la garanzia che nessuno controlli. I nomi dei due onorevoli sono in calce al documento, pronto per la firma che però non c'è. Probabilmente perchè è solo una copia che doveva essere mostrata a qualcuno più in alto di Verdini e Ceccuzzi per l'approvazione definitiva di uno scellerato patto che, secondo quello che stanno verificando i magistrati, sarebbe poi andato in porto. La procura di Firenze ha ascoltato la versione dell'ex consigliere regionale Pdl, Angelo Pollina, come persona informata sui fatti.
Già l'8 febbraio scorso erano stati sentiti in Procura il senatore Paolo Amato, ex Pdl, e il presidente del consiglio regionale della Toscana Alberto Monaci. Pollina fino al 2010 consigliere regionale del Pdl e anche consigliere comunale di Forza Italia a Siena. Poi è entrato in rotta di collisione ed è passato a Futuro e libertà, di cui è coordinatore regionale e candidato alla Camera in Toscana e Liguria alle imminenti elezioni politiche. Pur non avendo mai visto precedentemente quel documento, tutti avrebbero confermato ai pm l’effettiva realizzazione dei punti esposti. Pollina avrebbe dichiarato anche che, proprio in concomitanza della firma di quel patto, il Pdl senese avrebbe di fatto smesso di fare opposizione.
Al di là della veridicità del documento, alcuni dei patti dell'accordo sarebbero andati a buon fine. Non a caso, ricordando i suoi 'trascorsi' nel Pdl, all'uscita dalla procura Pollina, come riporta l'Ansa, ha raccontato: «Facevamo politica perché credevamo di poter cambiare le cose e siamo stati fatti fuori. Chi è che ha combattuto per anni contro la sinistra? Mi pongo la domanda: forse siamo stati fatti fuori per quello? Prima c'era una battaglia, c'era opposizione. Oggi vedo quasi silenzio e un appiattirsi totale». Infine, parlando del Pdl: «Con Roberto Tortoli segretario regionale avevamo i Comuni di tutta la Versilia, poi con Verdini, che ha scelto come consigliere Massimo Parisi, li abbiamo persi e il partito è stato distrutto». E la scelta di Alessandro Nannini come candidato sindaco a Siena?: «A Siena hanno riso tutti», ha risposto Pollina.
LEGGI IL DOCUMENTO INTEGRALE IN PDF
Sigfrido Ranucci18 febbraio 2013 | 23:39© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/inchieste/report ... d669.shtml
Antonello Caporale
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I giorni della follia che precedono il disastro…….ovvero, l’ultima fase della dittatura delle tdc – 76
Perché Bill Emmott ha ragione da vendere - 52
MAY DAY,…….. MAY DAY,…….. MAY DAY – 17
Il sistema non regge più, è saltato.
Più volte ho chiesto perché le crocerossine dalemiane avessero salvato la vecchia mummia cinese strabollita nel novembre del 2011.
La parola d’ordine dei defunti fu:
“Avremmo potuto vincere a mani basse ma per spirito di sacrificio abbiamo preferito aderire alla lista Monti”
Lo spirito di sacrificio non hanno mai spiegato in cosa consistesse.
Anche alle sore Pina, Cesira, Ggina e Camilla, oltre a quelli che “menen nel ges” e a tutti sassi di Milano, che non hanno fatto l’Accademia di Modena e la Scuola di Guerra di Civitavecchia, sapevano che quello era il momento migliore per eliminare una volta per tutte il vecchio impiastro.
Invece no, ci hanno fatto il governo insieme anche se sapevano di essere soccombenti in partenza.
Ci sono poi tutti gli altri misteri mai risolti come questo :
http://www.youtube.com/watch?v=hCOBoORSZK0
http://www.youtube.com/watch?v=RSPs85eKP6o (versione integrale)
Ci sta poi il “”””mistero”””” della mancata legge sul conflitto d’interesse. Anche qui, lo sapevano tutti quanti che la realizzazione della legge avrebbe messo fuori gioco la vecchia mummia.
E ancora una volta sarebbero spassose le giustificazioni addotte dal solito D’Alema sul perché non hanno realizzato l’approvazione di quella legge, se in realtà non fossero altamente tragiche e non fosse stato il popolo italiano a pagare duramente la presenza del cavalier banana che si sta avviando ad emulare il periodo del suo predecessore, il Cavalier Benito Mussolini, durato 23 anni. Ventitre anni denominati il ventennio fascista, e oggi siamo di fronte al ventennio berlusconiano.
Da queste parti i vecchi comunisti non ci dormono la notte. Le recentissime preoccupazioni sono quelle che il gran visir Gianni Letta possa ancora una volta “stortare” qualcuno nella fattispecie i grillini, compresi Casalegno e il Profeta di Sena.
Se la vecchia mummia strabollita si può permettere di dare 100mila euro al giorno alla seconda moglie, oltre mantenere l’harem fino a quando finiranno i processi di secondo grado, si può permettere di “stortare” con il solito metodo al fine di ritardare l’approvazione della legge sul conflitto d’interessi ed anche altre di suo interesse.
I vecchi comunisti sono ormai prossimi agli 80 e sanno molto bene come funziona il mondo. E sui ritardi e le manchevolezze degli ex Pci sono convinti che sia stato usato il solito metodo degli “unguenti” che funziona molto bene da millenni.
E guarda caso, il parere di chi è stato dentro le segrete cose e morirà rosso come un cocomero, coincide con il parere di Marco Travaglio, che il solo nominarlo fa venire l’orticaria, la diarrea acuta e il mal di stomaco per una settimana a chi s’infastidisce sentirsi raccontare le cose come stanno.
Tanto che mesi fa, l’editorialista del Fatto, invitava quelli della sinistra che stavano a rodersi il fegato per le dichiarazioni del cavalier banana, a non prendersela troppo perché, negli ultimi 20 anni destra e sinistra hanno governato insieme cercando di non farsene accorgere dal proprio elettorato altrimenti la cuccagna finiva subito.
A confermare con accenni del capo e con sorrisi eloquenti, in merito all’operato della “sinistra furba”, questa volta è l’insospettabile alleato “Nichi Vendola” durante l’ultima puntata di Servizio Pubblico.
http://www.serviziopubblico.it/puntate/ ... ?cat_id=10
Questa settimana appena iniziata ci si mette anche la magistratura a scoprire gli altarini.
Le mani del Pdl sul Monte dei Paschi?
In un documento segreto, sulla cui veridicità indaga la Procura di Firenze, l'accordo tra Verdini e l'ex sindaco di Siena per la spartizione del potere - Sigfrido Ranucci
La Procura di Firenze sta indagando sulla veridicità di un documento, datato 12 novembre 2008, che proverebbe l’esistenza di un patto di ferro sulla gestione del potere nella provincia di Siena.
Gli autori sarebbero Dennis Verdini, all'epoca coordinatore nazionale di Fi, incaricato da Berlusconi di gestire la nascita del Pdl, e l'onorevole del Pd Franco Ceccuzzi, futuro sindaco di Siena (che nella serata di lunedì 18 febbraio ha diffusoquesta smentita). Successivamente anche Verdini ha smentito con una nota alle agenzie di stampa.
Al centro dell’accordo c’è ancora una volta Mps. Il coordinatore del Pdl si offre di risolvere «le problematiche relative alla Banca e alla Fondazione» in cambio dei suoi uomini nei cda.
LEGGI IL DOCUMENTO INTEGRALE IN PDF
Le elezioni amministrative del 2009 sono vicine e i due avvertono la necessità di istituire «un rapporto improntato nel reciproco rispetto, pur nella distinzione dei ruoli tra maggioranza e opposizione». Così è scritto elegantemente nel documento. In poche parole, più volgari, una vera e propria lottizzazione. Nulla di nuovo sotto il sole, se non che si tratta di un patto scritto nero su bianco.
Verdini, forte dei rapporti personali con il Premier, assicura a Ceccuzzi il supporto alla maggioranza locale di centrosinistra, evitando possibili intoppi con il governo guidato da Berlusconi. Il coordinatore del Pdl si offre anche di risolvere «le problematiche relative alla Banca e alla Fondazione del Monte dei Paschi. L'obiettivo primario è quello di garantire autonomia ed evitare ingerenze da parte delle autorità centrali».
Verdini si impegna anche a intercedere presso i ministeri dello Sviluppo Economico, dei Trasporti delle Infrastrutture, del Turismo e dell'Ambiente per risolvere i problemi che riguardano le aziende della provincia senese: la crisi che ha colpito le industrie del cristallo, quella delle terme di Chianciano, del comparto pelletteria. Verdini, in vista delle amministrative del giugno del 2009, si dà da fare persino per scovare e presentare un candidato che non sia troppo scomodo e che, soprattutto, non rovini gli equilibri esistenti, e a presentare liste rinunciando agli accordi destabilizzanti con quelle civiche.
«Particolare attenzione - c'è scritto nell'accordo segreto - sarà riservato ai comuni di Radicofani, Gaiole, Chianciano Terme, Montepulciano e Poggibonsi».
Da parte sua, invece Ceccuzzi si impegna a riconoscere in Verdini l'unico interlocutore del Pdl e garantisce di confermare alla Presidenza di Antonveneta Andrea Pisaneschi. Ma il futuro sindaco senese promette anche di piazzare vice presidenti, consiglieri e revisori nei rispettivi cda delle Fondazioni, delle Banche e delle altre società controllate dal Monte dei Paschi.
Il patto prevede anche un accordo sulla spartizione delle nomine per la gestione delle società municipalizzate, dei consorzi e delle terme. Una sorta di manuale Cencelli, dove però sono solo in due a decidere e a spartirsi tutto da buoni amici, con la garanzia che nessuno controlli. I nomi dei due onorevoli sono in calce al documento, pronto per la firma che però non c'è. Probabilmente perchè è solo una copia che doveva essere mostrata a qualcuno più in alto di Verdini e Ceccuzzi per l'approvazione definitiva di uno scellerato patto che, secondo quello che stanno verificando i magistrati, sarebbe poi andato in porto. La procura di Firenze ha ascoltato la versione dell'ex consigliere regionale Pdl, Angelo Pollina, come persona informata sui fatti.
Già l'8 febbraio scorso erano stati sentiti in Procura il senatore Paolo Amato, ex Pdl, e il presidente del consiglio regionale della Toscana Alberto Monaci. Pollina fino al 2010 consigliere regionale del Pdl e anche consigliere comunale di Forza Italia a Siena. Poi è entrato in rotta di collisione ed è passato a Futuro e libertà, di cui è coordinatore regionale e candidato alla Camera in Toscana e Liguria alle imminenti elezioni politiche. Pur non avendo mai visto precedentemente quel documento, tutti avrebbero confermato ai pm l’effettiva realizzazione dei punti esposti. Pollina avrebbe dichiarato anche che, proprio in concomitanza della firma di quel patto, il Pdl senese avrebbe di fatto smesso di fare opposizione.
Al di là della veridicità del documento, alcuni dei patti dell'accordo sarebbero andati a buon fine. Non a caso, ricordando i suoi 'trascorsi' nel Pdl, all'uscita dalla procura Pollina, come riporta l'Ansa, ha raccontato: «Facevamo politica perché credevamo di poter cambiare le cose e siamo stati fatti fuori. Chi è che ha combattuto per anni contro la sinistra? Mi pongo la domanda: forse siamo stati fatti fuori per quello? Prima c'era una battaglia, c'era opposizione. Oggi vedo quasi silenzio e un appiattirsi totale». Infine, parlando del Pdl: «Con Roberto Tortoli segretario regionale avevamo i Comuni di tutta la Versilia, poi con Verdini, che ha scelto come consigliere Massimo Parisi, li abbiamo persi e il partito è stato distrutto». E la scelta di Alessandro Nannini come candidato sindaco a Siena?: «A Siena hanno riso tutti», ha risposto Pollina.
LEGGI IL DOCUMENTO INTEGRALE IN PDF
Sigfrido Ranucci18 febbraio 2013 | 23:39© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/inchieste/report ... d669.shtml
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Re: M P S
Vox populi
Le mani del Pdl sul Monte dei Paschi?
Fuori la politica da banche, ospedali, enti, aziende municipalizzate ecc.
19.02|00:10 memorespecuniae
E' l'unica soluzione. I partiti evono stare dentro i consigli comunali, provinciali, regionali e in parlamento. Tutto il resto fuori!
L'Italia è nota in tutto il mondo
18.02|23:51 Lettore_2604793
per la capacità di organizzare la criminalità
Per gente abituata a tutto,non mi stupirei...
18.02|23:42 wjnworld
"In occasione delle elezioni regionali del 1995 Aniello Bidognetti (detenuto, figlio del boss Francesco Bidognetti alias Cicciotto 'e Mezzanotte) mi disse che bisognava votare per Nicola Cosentino perché così aveva deciso la cupola del clan; era lui, mi disse Aniello, il nostro referente politico, anche in considerazione della parentela tra Cosentino e la famiglia Schiavone".
Anche ...
18.02|23:28 silverado
Ma cercate prima le mani targate PD, che sono di sicuro molte di più, 13 su 15 consiglieri nella fondazione (mi pare), o incapaci, o complici.
Le mani del Pdl sul Monte dei Paschi?
Fuori la politica da banche, ospedali, enti, aziende municipalizzate ecc.
19.02|00:10 memorespecuniae
E' l'unica soluzione. I partiti evono stare dentro i consigli comunali, provinciali, regionali e in parlamento. Tutto il resto fuori!
L'Italia è nota in tutto il mondo
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per la capacità di organizzare la criminalità
Per gente abituata a tutto,non mi stupirei...
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"In occasione delle elezioni regionali del 1995 Aniello Bidognetti (detenuto, figlio del boss Francesco Bidognetti alias Cicciotto 'e Mezzanotte) mi disse che bisognava votare per Nicola Cosentino perché così aveva deciso la cupola del clan; era lui, mi disse Aniello, il nostro referente politico, anche in considerazione della parentela tra Cosentino e la famiglia Schiavone".
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18.02|23:28 silverado
Ma cercate prima le mani targate PD, che sono di sicuro molte di più, 13 su 15 consiglieri nella fondazione (mi pare), o incapaci, o complici.
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Re: M P S
Vox populi
Le mani del Pdl sul Monte dei Paschi?
Lo sanno anche i sassi che Pd e PDL erano e sono d'accordo in quanto "Casta Politica"
18.02|23:25 cittadini liberi
Ragionate un minuto: Per quale motivo il PD con le varie volte che è stato al governo negli ultimi 20 anni, non ha mai realizzato una legge sul conflitto di interessi dello strapotere economico e politico di Berlusconi ? Per quale motivo il PD non ha mai fatto appello alla costituzione che è stata violentata, calpestata e ignorata ? Sapete per quale motivo ? Perchè sono d' accordo, si sono messi d' accordo e continuano a mettersi d' accordo, in quanto sono solo una casta , un gruppo di persone che fa i propri interessi, e gli interessi di un gruppo ristretto di amici.
Le mani del Pdl sul Monte dei Paschi?
Lo sanno anche i sassi che Pd e PDL erano e sono d'accordo in quanto "Casta Politica"
18.02|23:25 cittadini liberi
Ragionate un minuto: Per quale motivo il PD con le varie volte che è stato al governo negli ultimi 20 anni, non ha mai realizzato una legge sul conflitto di interessi dello strapotere economico e politico di Berlusconi ? Per quale motivo il PD non ha mai fatto appello alla costituzione che è stata violentata, calpestata e ignorata ? Sapete per quale motivo ? Perchè sono d' accordo, si sono messi d' accordo e continuano a mettersi d' accordo, in quanto sono solo una casta , un gruppo di persone che fa i propri interessi, e gli interessi di un gruppo ristretto di amici.
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Re: M P S
La Stampa 19.2.13
Montepaschi nella bufera
Spunta un documento del 2008 per la spartizione delle poltrone
Mps, i rapporti tra Pd e Pdl nel mirino dei pm senesi
di Gianluca Paolucci
Verdini: clamoroso falso, non c’è nessun patto segreto È una fandonia
L’ex sindaco di Siena Ceccuzzi: smentisco categoricamente ogni accordo
Un accordo scritto tra Pd e Pdl per spartirsi le nomine di Monte dei Paschi e le rispettive «sfere d’influenza» nella politica senese. Il documento pubblicato il Corriere della Sera nel suo sito internet riporta i nomi, ma non le firme, di Denis Verdini e Franco Ceccuzzi, ex segretario provinciale di Siena del Pd ed ex sindaco della città toscana. I pm di Firenze e Siena, che insieme stanno ascoltando come persone informate sui fatti esponenti politici toscani ex Pdl e Pd, starebbero ponendo loro domande anche sull’autenticità di questo documento, che riporta la data del ma finora i pm non avrebbero trovato conferme alla sua autenticità.
In realtà, l’accordo politico tra maggioranza e opposizione per «aprire» a quest’ultima la rappresentanza in Mps risale al 1999/2000. A concordarlo furono l’allora sindaco di Siena, Piccini, e l’allora segretario provinciale di Forza Italia, Fabrizio Felici. Secondo quanto ricostruito, fu proprio grazie a quell’accordo che lo stesso Felici divenne membro della deputazione amministratrice della Fondazione Mps, nel 2001. Mentre nel 2003, al successivo rinnovo del consiglio di Mps, entrò in cda l’avvocato senese Andrea Pisaneschi in «quota» Forza Italia. Pisaneschi che poi nel 2008 diventerà presidente di Antonveneta, appena acquisita da Mps. L’accordo di spartizione, sempre secondo quanto ricostruito, riguardava anche le nomine delle partecipate. Secondo il racconto di un testimone all’epoca impegnato in Forza Italia, «quando arrivava la stagione delle nomine scoppiava il putiferio». Grazie a questo accordo entreranno nei cda delle partecipate, ad esempio, Pier Ettore Olivetti Rason, anche lui indagato nelle inchieste fiorentine sul caso Verdini, che diventa consigliere di Paschi Gestione Immobiliare. O ancora Pietro Pecorini, avvocato anche lui, che nel 2008 entra nel consiglio della piemontese Biverbanca da poco entrata nel perimetro di Mps. Ancora, Girolamo Strozzi, consigliere di Banca Toscana e di Consum.it. Alberto Tirelli, viceccordinare del Pdl di Firenze e consigliere di Mps Belgio. Secondo Verdini, il documento «è un falso clamoroso, non esiste nessun patto segreto, è una fandonia. Ci siamo sempre attaccatti pubblicamente». Smentisce «categoricamente» anche l’altro presunto firmatorio, Ceccuzzi.
Proprio sul filone dei legami tra politica e banca e sugli intrecci tra la vicenda Mps e quella del Credito Fiorentino, ieri in procura a Firenze sono stati ascoltati il segretario regionale del Pd, Andrea Manciulli, e Angelo Pollina, coordinatore regionale di Fli uscito qualche anno fa dal Pdl. Entrambi sono candidati alle politiche. Già l’8 febbraio erano stati ascoltati, sempre a Firenze, il presidente del consiglio regionale Alberto Monaci (Pd) e il senatore ex Pdl Paolo Amato.
Montepaschi nella bufera
Spunta un documento del 2008 per la spartizione delle poltrone
Mps, i rapporti tra Pd e Pdl nel mirino dei pm senesi
di Gianluca Paolucci
Verdini: clamoroso falso, non c’è nessun patto segreto È una fandonia
L’ex sindaco di Siena Ceccuzzi: smentisco categoricamente ogni accordo
Un accordo scritto tra Pd e Pdl per spartirsi le nomine di Monte dei Paschi e le rispettive «sfere d’influenza» nella politica senese. Il documento pubblicato il Corriere della Sera nel suo sito internet riporta i nomi, ma non le firme, di Denis Verdini e Franco Ceccuzzi, ex segretario provinciale di Siena del Pd ed ex sindaco della città toscana. I pm di Firenze e Siena, che insieme stanno ascoltando come persone informate sui fatti esponenti politici toscani ex Pdl e Pd, starebbero ponendo loro domande anche sull’autenticità di questo documento, che riporta la data del ma finora i pm non avrebbero trovato conferme alla sua autenticità.
In realtà, l’accordo politico tra maggioranza e opposizione per «aprire» a quest’ultima la rappresentanza in Mps risale al 1999/2000. A concordarlo furono l’allora sindaco di Siena, Piccini, e l’allora segretario provinciale di Forza Italia, Fabrizio Felici. Secondo quanto ricostruito, fu proprio grazie a quell’accordo che lo stesso Felici divenne membro della deputazione amministratrice della Fondazione Mps, nel 2001. Mentre nel 2003, al successivo rinnovo del consiglio di Mps, entrò in cda l’avvocato senese Andrea Pisaneschi in «quota» Forza Italia. Pisaneschi che poi nel 2008 diventerà presidente di Antonveneta, appena acquisita da Mps. L’accordo di spartizione, sempre secondo quanto ricostruito, riguardava anche le nomine delle partecipate. Secondo il racconto di un testimone all’epoca impegnato in Forza Italia, «quando arrivava la stagione delle nomine scoppiava il putiferio». Grazie a questo accordo entreranno nei cda delle partecipate, ad esempio, Pier Ettore Olivetti Rason, anche lui indagato nelle inchieste fiorentine sul caso Verdini, che diventa consigliere di Paschi Gestione Immobiliare. O ancora Pietro Pecorini, avvocato anche lui, che nel 2008 entra nel consiglio della piemontese Biverbanca da poco entrata nel perimetro di Mps. Ancora, Girolamo Strozzi, consigliere di Banca Toscana e di Consum.it. Alberto Tirelli, viceccordinare del Pdl di Firenze e consigliere di Mps Belgio. Secondo Verdini, il documento «è un falso clamoroso, non esiste nessun patto segreto, è una fandonia. Ci siamo sempre attaccatti pubblicamente». Smentisce «categoricamente» anche l’altro presunto firmatorio, Ceccuzzi.
Proprio sul filone dei legami tra politica e banca e sugli intrecci tra la vicenda Mps e quella del Credito Fiorentino, ieri in procura a Firenze sono stati ascoltati il segretario regionale del Pd, Andrea Manciulli, e Angelo Pollina, coordinatore regionale di Fli uscito qualche anno fa dal Pdl. Entrambi sono candidati alle politiche. Già l’8 febbraio erano stati ascoltati, sempre a Firenze, il presidente del consiglio regionale Alberto Monaci (Pd) e il senatore ex Pdl Paolo Amato.
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