Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Crolla Rigor e il Pd diventa improvvisamente sgrillettato.
Sarà contento soloo42000, ma i grillini?
Corriere 21.2.13
Nico Stumpo, Pd, sui grillini
«Convergenze su temi sociali, corruzione e costi della politica»
intervista di Daria Gorodisky
ROMA — «Scouting? La parola usata da Bersani in riferimento ai futuri eletti del Movimento 5 Stelle è un modo per dire che molti loro argomenti sono cose che noi vorremmo fare». Dice così Nico Stumpo, uomo macchina del Pd e personaggio chiave della campagna di Pier Luigi Bersani durante le primarie per la guida del centrosinistra.
Significa che avete punti di convergenza con Beppe Grillo?
«Non è questo. Però non conosco i candidati del M5S, e penso che con loro su diversi temi ci potrà essere convergenza».
Vi accusano di voler fare campagna acquisti. Quando Bersani dice «vediamo se intenderanno partecipare a una discussione parlamentare senza vincolo di mandato» sembra ipotizzare possibili cambi di casacca.
«Noi non abbiamo mai fatto campagna acquisti. Ben altri hanno avuto questi comportamenti».
Però alla fine i numeri sono numeri, e, anche se il centrosinistra vincerà le elezioni, potrebbe aver bisogno di sostegni. Oltre che a Monti, mano tesa al M5S?
«Diciamo agli italiani che al Paese serve un governo stabile e, per averlo, devono votare per noi. Siamo fiduciosi. Però, come ripete Bersani, la nostra maggioranza non sarà un recinto chiuso: servirà un consenso forte e quindi siamo pronti a confrontarci con tutte le forze europeiste...»
Non è che Grillo possa essere definito proprio un europeista.
«Infatti non prevediamo una discussione con il Movimento 5 Stelle, ma con i singoli futuri eletti in Parlamento. Il M5S rappresenta il termometro del malcontento italiano. Segna febbre, indignazione diffusa. Serve una cura, che in politica significa proposta. Chi decide di votare M5S è attratto da argomenti di pancia: manca una proposta, c'è solo una protesta».
Su quali temi ritenete di convergere con i parlamentari del M5S?
«Proposte di giustizia sociale, di attenzione ai deboli. E la reintroduzione del falso in bilancio, le norme anticorruzione, la diminuzione del numero dei parlamentari e dei costi della politica, il conflitto di interessi...»
Non lo avete fatto finora. E la «febbre» che citava prima non si è manifestata oggi: non vi siete accorti che covavano malessere e indignazione verso la politica? Anche verso la vostra politica?
«Non abbiamo governato noi nell'ultima legislatura, ma abbiamo comunque cercato di ridurre i costi della politica: la maggioranza di centrodestra ha bloccato tutto. Rispetto al conflitto di interessi, nei due anni di governo Prodi dal 2006 al 2008 non ci siamo arrivati, siamo caduti troppo presto».
Secondo lei, chi vota Grillo a chi toglie consensi?
«Grillo, anche proprio per quel suo metodo diciamo non pacato, sta andando a pescare a destra. Quelle modalità non piacciono al nostro elettorato».
Sarà contento soloo42000, ma i grillini?
Corriere 21.2.13
Nico Stumpo, Pd, sui grillini
«Convergenze su temi sociali, corruzione e costi della politica»
intervista di Daria Gorodisky
ROMA — «Scouting? La parola usata da Bersani in riferimento ai futuri eletti del Movimento 5 Stelle è un modo per dire che molti loro argomenti sono cose che noi vorremmo fare». Dice così Nico Stumpo, uomo macchina del Pd e personaggio chiave della campagna di Pier Luigi Bersani durante le primarie per la guida del centrosinistra.
Significa che avete punti di convergenza con Beppe Grillo?
«Non è questo. Però non conosco i candidati del M5S, e penso che con loro su diversi temi ci potrà essere convergenza».
Vi accusano di voler fare campagna acquisti. Quando Bersani dice «vediamo se intenderanno partecipare a una discussione parlamentare senza vincolo di mandato» sembra ipotizzare possibili cambi di casacca.
«Noi non abbiamo mai fatto campagna acquisti. Ben altri hanno avuto questi comportamenti».
Però alla fine i numeri sono numeri, e, anche se il centrosinistra vincerà le elezioni, potrebbe aver bisogno di sostegni. Oltre che a Monti, mano tesa al M5S?
«Diciamo agli italiani che al Paese serve un governo stabile e, per averlo, devono votare per noi. Siamo fiduciosi. Però, come ripete Bersani, la nostra maggioranza non sarà un recinto chiuso: servirà un consenso forte e quindi siamo pronti a confrontarci con tutte le forze europeiste...»
Non è che Grillo possa essere definito proprio un europeista.
«Infatti non prevediamo una discussione con il Movimento 5 Stelle, ma con i singoli futuri eletti in Parlamento. Il M5S rappresenta il termometro del malcontento italiano. Segna febbre, indignazione diffusa. Serve una cura, che in politica significa proposta. Chi decide di votare M5S è attratto da argomenti di pancia: manca una proposta, c'è solo una protesta».
Su quali temi ritenete di convergere con i parlamentari del M5S?
«Proposte di giustizia sociale, di attenzione ai deboli. E la reintroduzione del falso in bilancio, le norme anticorruzione, la diminuzione del numero dei parlamentari e dei costi della politica, il conflitto di interessi...»
Non lo avete fatto finora. E la «febbre» che citava prima non si è manifestata oggi: non vi siete accorti che covavano malessere e indignazione verso la politica? Anche verso la vostra politica?
«Non abbiamo governato noi nell'ultima legislatura, ma abbiamo comunque cercato di ridurre i costi della politica: la maggioranza di centrodestra ha bloccato tutto. Rispetto al conflitto di interessi, nei due anni di governo Prodi dal 2006 al 2008 non ci siamo arrivati, siamo caduti troppo presto».
Secondo lei, chi vota Grillo a chi toglie consensi?
«Grillo, anche proprio per quel suo metodo diciamo non pacato, sta andando a pescare a destra. Quelle modalità non piacciono al nostro elettorato».
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
iospero ha scritto:Scusa , ma quando si parla di democrazia diretta ci si riferisce al referendum zenza quorum, alle proposte di legge di iniziativa ppopolare che dovrebbero essere messe all'ordine del giorno del ParLAMENTO entro termini certi,, alla possibilità di far decadere quei parlamentari che si vendono non rispettando il mandato degli elettori.soloo42000 ha scritto:
>>come la concili con la democrazia diretta ?
Ma quale "democrazia diretta"?
Le "parlamentarie" di M5S sarebbero "democrazia diretta"?
I meetup e il sito di Casaleggio sarebbero "democrazia diretta"?
Alla faccia.
Come dicevo peggio del peggior leghismo...
Queste sono tra le priorità dei 5 Stelle e appena arriveranno in Parlamento saranno messe
all'ordine del giorno, a questo punto vedremo la risposta degli altri.
però ...io vorrei che qualcuno che crede seriamente nella democrazia diretta e quindi,
in subordine,
della democrazia tout court,
mi spiegasse perchè se io vado a scrivere le mie opinioni sul blog di peppepound...
vengo bannato...
mi deve essere sfuggito qualcosa di questo ...
come dire...."movimiento de los trabacadores por la democracia"...
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Io non ho mai scritto sul blog di Grillo, ma ho scritto sul blog locale del movimento dove appuntoshiloh
però ...io vorrei che qualcuno che crede seriamente nella democrazia diretta e quindi,
in subordine,
della democrazia tout court,
mi spiegasse perchè se io vado a scrivere le mie opinioni sul blog di peppepound...
vengo bannato...
mi deve essere sfuggito qualcosa di questo ...
come dire...."movimiento de los trabacadores por la democracia"...
il problema della democrazia interna è molto discusso e dove nessuno viene bannato.
Se non erro dove il movimento ha delle responsabilità di governo Grillo non si vede e non si fa sentire e spero che si continui così anche in Parlamento, dove gli eletti dovranno nominare un capogruppo, coordinarsi tra di loro e soprattutto tenere i contatti con i cittadini e non con Grillo.
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
iospero ha scritto:
Io non ho mai scritto sul blog di Grillo,
ma ho scritto sul blog locale del movimento dove appunto
il problema della democrazia interna è molto discusso e dove nessuno viene bannato.
Se non erro dove il movimento ha delle responsabilità di governo Grillo non si vede e non si fa sentire e spero che si continui così anche in Parlamento, dove gli eletti dovranno nominare un capogruppo, coordinarsi tra di loro e soprattutto tenere i contatti con i cittadini e non con Grillo.
non ti sei perso niente...
e comunque io sono stato bannato...
forse significa che a livello locale si dà spazio alla democrazia e poi a livello centrale si fa come la mummia cinese...
deja vu...
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Adesso l'inversione a U dell'ultimo minuto di Bersani e D'Alema è più comprensibile - 1
La Stampa 21.2.13
Toscana, la trincea del Pd assediata dai grillini
Lo scandalo del Mps ha creato molti delusi in tutta la regione. E c’è chi guarda già alle comunali di Firenze
di Giovanni Cerruti
Il sindaco di Firenze non si dice preoccupato per il probabile successo di Grillo ed è convinto che in Parlamento si potrà dialogare con molti eletti del Movimento
E’ tardi, è troppo «È tardi... ». Non è colpa della sveglia, che ha suonato e non l’ha sentita. E nemmeno dell’affanno di questi ultimi giorni, di queste ultime ore, del primo cappuccino della giornata che si fa portare dal bar, con questa brioche appena scartocciata che a momenti gli va di traverso.
Nello studio legale di Alfonso Bonafede, 36 anni, avvocato civilista, capolista alla Camera del «Movimento 5 Stelle», si va di fretta: «Mi spiace per Matteo Renzi e la Toscana Rossa che fu, ma ormai è tardi per venirci a prendere».
Prepararsi al Granducato dei Grillini?
«Di sicuro -dice lui-, avremo pure i voti di parecchi renziani».
Arriva un sms, nel telefonino di Bonafede. E’ un cliente: «Grazie ragazzi per quello che state facendo. Le generazioni future vi ringrazieranno intanto lo faccio io».
Siciliano di Mazara del Vallo, salito a Firenze per l’Università, si è fermato dopo la tesi sul «Danno esistenziale». Ora, tra sondaggi noti e previsioni facili, sta calcolando i danni che procurerà.
«Nel 2009 mi sono presentato alle elezioni amministrative senza soldi, quasi senza campagna elettorale, e ho sfiorato il 2%: 4 mila voti. Lunedì la percentuale potrebbe fermarsi attorno al 18%, con più di 35 mila voti solo tra i fiorentini». In Toscana, obiettivo 15%.
A Palazzo Vecchio anche il sindaco Matteo Renzi va di fretta. Passa in ufficio all’alba, poi va Genova, poi Palermo, forse è rientrato nella notte, questa mattina Lombardia e la sera di nuovo qui, con i candidati fiorentini del Pd.
Forse è tardi anche per lui.
«In ogni caso meglio cento parlamentari grillini che cento leghisti», ha detto martedì sera all’Auditorium della Camera di Commercio di Prato, gran pienone, mezz’ora di comizio, camicia bianca e cravatta nera, mano sinistra in tasca, Grillo e i suoi che entrano al minuto 12 ed escono al minuto 21.
«Toccano temi su cui spesso non ci facciamo sentire, facciamolo adesso».
Nei comizi Pd il Monte dei Paschi di Siena latita, e si può capire.
In quelli dei «grillini» non manca mai.
«Certo che inciderà sulla scelta del voto -dice l’avvocato candidato-
E’ la sintesi perfetta del fallimento dell’abbraccio tra politica e finanza.
Ci dicono " che botta di fortuna con lo scandalo Mps, chissà quanti voti prenderete! ", ma non è così, non ce n’era bisogno, il sistema stava già collassando».
Proprio adesso arriva un altro sms, sul telefonino di Bonafede.
Un indignato per il Monte dei Paschi di Siena: «Dopo quel che è successo non ci tradite almeno voi. Questa è l’ultima occasione! ».
Mps aiuterà non più di tanto il «Movimento 5 Stelle», come dice Bonafede. Ma danneggerà il Pd, specie in Toscana.
Alle quattro del pomeriggio di martedì, mentre sta per cominciare la riunione di giunta, Matteo Renzi spiega che «anche qui Grillo farà un grande risultato, magari inferiore alle nostre attese e superiore alle nostre paure».
Nessun angoscia, però. Piuttosto «bisogna pensare al dopo». Alle «tante persone perbene che lo seguono e andranno in Parlamento». Quel «meglio 100 grillini che 100 leghisti» vuol dire «che con buone proposte li si può convincere, non credo che Grillo o Gianroberto Casaleggio riusciranno a controllarli tutti».
Eppure, proprio a Firenze e proprio Renzi, il segnale del 2009 e quel quasi 2% allo sconosciuto avvocato Bonafede non l’avevano trascurato.
Giunta dimezzata, da 16 a 8 assessori. Vendute tutte le auto blu.
«Non c’è città che abbia l’Irpef più bassa di Firenze», dice a Prato. Dove ammette «un grande rispetto per chi lo vota, io non parlo male di Grillo, anche se mi sembra un coniglio che scappa dalle domande».
Rosicchierà voti al Pd, «ma ne porterà via di più al centro-destra». E poi, suvvia, Grillo sa cambiare idea: «Me lo ricordo qui a Firenze, spaccava il computer sul palco e dopo due anni era già un blogger di successo... ».
Nello studio legale Bonafede il telefonino continua a ricevere sms. E il candidato capolista è lì che insiste a far di conto.
«Ci fermiamo al 15%? Benissimo: avremo tre senatori e sei deputati! ». E spiega che non c’è da stupirsi, non c’era bisogno del Monte dei Paschi di Siena.
«Due anni fa, tra Lucca, Carrara e Pistoia, eravamo al 5%. Un anno fa siamo entrati a Grosseto e Arezzo. Si va a ondate, e questa sarà la più grossa».
Ne ha anche per Matteo Renzi: «Avesse vinto le primarie del Pd allora sì che ci avrebbero messo in difficoltà. Invece la sua sconfitta dimostra la staticità di un partito che non sa rinnovarsi».
Anche Alfonso Bonafede domani va a Roma, sarà sul palco di piazza San Giovanni con Beppe Grillo e gli altri candidati. «L’ho conosciuto un mese dopo quei 4 mila voti delle amministrative del 2009, ogni tanto lo sento. Casaleggio no, mai visto».
Non ha un passato da ultrà di sinistra, mai frequentato centri sociali o black-block, come vorrebbe Silvio Berlusconi: al massimo una vaga somiglianza con Gad Lerner.
E a Roma si porta un sogno: «Firenze avrebbe bisogno di un sindaco che vuole fare il sindaco e basta, non di uno che usa la città come trampolino... ».
Attenzione. A Firenze, tra un anno, si vota per il sindaco...
La Stampa 21.2.13
Toscana, la trincea del Pd assediata dai grillini
Lo scandalo del Mps ha creato molti delusi in tutta la regione. E c’è chi guarda già alle comunali di Firenze
di Giovanni Cerruti
Il sindaco di Firenze non si dice preoccupato per il probabile successo di Grillo ed è convinto che in Parlamento si potrà dialogare con molti eletti del Movimento
E’ tardi, è troppo «È tardi... ». Non è colpa della sveglia, che ha suonato e non l’ha sentita. E nemmeno dell’affanno di questi ultimi giorni, di queste ultime ore, del primo cappuccino della giornata che si fa portare dal bar, con questa brioche appena scartocciata che a momenti gli va di traverso.
Nello studio legale di Alfonso Bonafede, 36 anni, avvocato civilista, capolista alla Camera del «Movimento 5 Stelle», si va di fretta: «Mi spiace per Matteo Renzi e la Toscana Rossa che fu, ma ormai è tardi per venirci a prendere».
Prepararsi al Granducato dei Grillini?
«Di sicuro -dice lui-, avremo pure i voti di parecchi renziani».
Arriva un sms, nel telefonino di Bonafede. E’ un cliente: «Grazie ragazzi per quello che state facendo. Le generazioni future vi ringrazieranno intanto lo faccio io».
Siciliano di Mazara del Vallo, salito a Firenze per l’Università, si è fermato dopo la tesi sul «Danno esistenziale». Ora, tra sondaggi noti e previsioni facili, sta calcolando i danni che procurerà.
«Nel 2009 mi sono presentato alle elezioni amministrative senza soldi, quasi senza campagna elettorale, e ho sfiorato il 2%: 4 mila voti. Lunedì la percentuale potrebbe fermarsi attorno al 18%, con più di 35 mila voti solo tra i fiorentini». In Toscana, obiettivo 15%.
A Palazzo Vecchio anche il sindaco Matteo Renzi va di fretta. Passa in ufficio all’alba, poi va Genova, poi Palermo, forse è rientrato nella notte, questa mattina Lombardia e la sera di nuovo qui, con i candidati fiorentini del Pd.
Forse è tardi anche per lui.
«In ogni caso meglio cento parlamentari grillini che cento leghisti», ha detto martedì sera all’Auditorium della Camera di Commercio di Prato, gran pienone, mezz’ora di comizio, camicia bianca e cravatta nera, mano sinistra in tasca, Grillo e i suoi che entrano al minuto 12 ed escono al minuto 21.
«Toccano temi su cui spesso non ci facciamo sentire, facciamolo adesso».
Nei comizi Pd il Monte dei Paschi di Siena latita, e si può capire.
In quelli dei «grillini» non manca mai.
«Certo che inciderà sulla scelta del voto -dice l’avvocato candidato-
E’ la sintesi perfetta del fallimento dell’abbraccio tra politica e finanza.
Ci dicono " che botta di fortuna con lo scandalo Mps, chissà quanti voti prenderete! ", ma non è così, non ce n’era bisogno, il sistema stava già collassando».
Proprio adesso arriva un altro sms, sul telefonino di Bonafede.
Un indignato per il Monte dei Paschi di Siena: «Dopo quel che è successo non ci tradite almeno voi. Questa è l’ultima occasione! ».
Mps aiuterà non più di tanto il «Movimento 5 Stelle», come dice Bonafede. Ma danneggerà il Pd, specie in Toscana.
Alle quattro del pomeriggio di martedì, mentre sta per cominciare la riunione di giunta, Matteo Renzi spiega che «anche qui Grillo farà un grande risultato, magari inferiore alle nostre attese e superiore alle nostre paure».
Nessun angoscia, però. Piuttosto «bisogna pensare al dopo». Alle «tante persone perbene che lo seguono e andranno in Parlamento». Quel «meglio 100 grillini che 100 leghisti» vuol dire «che con buone proposte li si può convincere, non credo che Grillo o Gianroberto Casaleggio riusciranno a controllarli tutti».
Eppure, proprio a Firenze e proprio Renzi, il segnale del 2009 e quel quasi 2% allo sconosciuto avvocato Bonafede non l’avevano trascurato.
Giunta dimezzata, da 16 a 8 assessori. Vendute tutte le auto blu.
«Non c’è città che abbia l’Irpef più bassa di Firenze», dice a Prato. Dove ammette «un grande rispetto per chi lo vota, io non parlo male di Grillo, anche se mi sembra un coniglio che scappa dalle domande».
Rosicchierà voti al Pd, «ma ne porterà via di più al centro-destra». E poi, suvvia, Grillo sa cambiare idea: «Me lo ricordo qui a Firenze, spaccava il computer sul palco e dopo due anni era già un blogger di successo... ».
Nello studio legale Bonafede il telefonino continua a ricevere sms. E il candidato capolista è lì che insiste a far di conto.
«Ci fermiamo al 15%? Benissimo: avremo tre senatori e sei deputati! ». E spiega che non c’è da stupirsi, non c’era bisogno del Monte dei Paschi di Siena.
«Due anni fa, tra Lucca, Carrara e Pistoia, eravamo al 5%. Un anno fa siamo entrati a Grosseto e Arezzo. Si va a ondate, e questa sarà la più grossa».
Ne ha anche per Matteo Renzi: «Avesse vinto le primarie del Pd allora sì che ci avrebbero messo in difficoltà. Invece la sua sconfitta dimostra la staticità di un partito che non sa rinnovarsi».
Anche Alfonso Bonafede domani va a Roma, sarà sul palco di piazza San Giovanni con Beppe Grillo e gli altri candidati. «L’ho conosciuto un mese dopo quei 4 mila voti delle amministrative del 2009, ogni tanto lo sento. Casaleggio no, mai visto».
Non ha un passato da ultrà di sinistra, mai frequentato centri sociali o black-block, come vorrebbe Silvio Berlusconi: al massimo una vaga somiglianza con Gad Lerner.
E a Roma si porta un sogno: «Firenze avrebbe bisogno di un sindaco che vuole fare il sindaco e basta, non di uno che usa la città come trampolino... ».
Attenzione. A Firenze, tra un anno, si vota per il sindaco...
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Adesso l'inversione a U dell'ultimo minuto di Bersani e D'Alema è più comprensibile - 2
La Stampa 21.2.13
Benni: Grillo? altro che fascista lui odia il militarismo
Il vecchio amico: e pensare che gli dissi “sei disimpegnato...”
di Andrea Malaguti
«Lui ha voluto entrare nel mondo del consenso politico Solo lì non l’ho seguito»
Stefano Benni, chi è Beppe Grillo per lei?
«Un amico un po’ ingombrante».
Quando vi siete conosciuti?
«Tanti anni fa, tramite Cencio Marangoni il suo impresario, ci trovammo a un ristorante e mi chiese se volevo collaborare con lui».
Come è cambiato da allora?
«Ha trent’anni e trenta chili di più».
Con che criterio scriveva i testi per lui?
«Non ho mai scritto testi per lui nel senso tecnico del termine. Parlavamo, ci scambiavamo qualche idea, oppure lui leggeva un mio pezzo su qualche giornale e prendeva la battute. Non sembrava quasi lavoro, ci divertivamo. Infatti per lo più non mi pagava... ».
Che cosa ha pensato quando è entrato in politica?
«Quando ho visto che da comico un po’ qualunquista stava diventando un comico di contenuti, che aveva voglia di parlare del mondo, sono stato contento, abbiamo fatto un pezzo di strada insieme. Ad esempio Beppe è stato uno dei primi a parlare in scena della catastrofe climatica, dello strapotere delle banche e della finanza, del problema delle carceri. Allora era controinformazione, non ricerca di voti. Poi un po’ alla volta ha scoperto il web e ha voluto entrare nel mondo del consenso politico. Ho rispettato la sua scelta, ma lì le nostre strade si sono allontanate».
Qual è stato il ruolo della televisione nella sua carriera?
«Penso gli abbia dato molto in fretta un’immensa notorietà. Ma la sua vocazione è teatrale, a contatto col pubblico, lì diventa un animale, gode».
Perché adesso rifiuta la tv?
«E’ l’unica cosa in cui mi ha dato retta in tanti anni ».
Con Sky prima ha accettato l’intervista, poi ha detto no.
«Non ho capito bene cos’è successo, certose aveva detto di sì doveva andarci. Penso che abbia deciso che, a questo punto, era meglio la piazza. Mi sembra che tutti i politici improvvisamente abbiano capito che la televisione non è più il centro di tutto».
Grillo è un dittatore, un rivoluzionario o un uomo qualunque molto arrabbiato?
«Non sta in nessuna di queste definizioni. E’ molto sicuro e aggressivo col pubblico, in privato è pieno di dubbi e ha bisogno di amici, come tutti. Non vive solo di politica, anche se sembra».
Non è un fascista?
«No. In tanti anni lo ho sentito parlare con orrore della militarismo, della propaganda, della violenza contro i deboli. Non può essere cambiato in pochi mesi. Si ripresenta Berlusconi e abbiamo il coraggio di dire che il pericolo per la democrazia è Grillo? ».
Fascista no, sfascista?
«Beppe ha capito che se spara cannonate prende voti. Non ha inventato lui questo metodo, lui lo sfrutta a volte con abilità, a volte meccanicamente e con superficialità. E’ un difetto che accomuna satira e politica: pensiamo che più gridiamo, più diciamo la verità. Non è così: la vera indignazione è calma e dolorosa, non esibita. Dopo le elezioni, Beppe dovrà avere il coraggio di cambiare, di lasciare da parte gli effetti speciali. Il difficile per lui e per il suo Movimento comincia adesso. Ma credo che se ne rendano benissimo conto.
Grillo è di destra o di sinistra? E la distinzione ha ancora senso?
«Per me sì, per lui molto meno, e su questo abbiamo litigato spesso».
A chi porterà via voti?
«Non capisco la parola “portare via”, in un paese dove la gente cambia idea e dimentica ogni dieci minuti. L’ elettorato di Beppe è molto vario. Chiedete lumi ai diecimila sondaggisti italiani».
Come se lo immagina tra cinque anni?
«Sarà L’imperatore di Tutte le Galassie. naturalmente. E io avrò il granducato di Sardegna e la presidenza della Finmeccanica, me lo ha promesso».
C’è qualcosa che unisce Grillo e Berlusconi?
«Non vedo affinità. Come modello di oratoria Silvio si ispira a Mussolini, Beppe a Jack Nicholson in Shining. E Beppe ha una moglie dolcissima che non gli fa pagare dei miliardi di alimenti».
Il MoVimento 5 Stelle esisterebbe senza di lui?
«Credo di sì. Anzi, dovrà esistere anche senza di lui».
La rete è democratica?
«Schizodemocratica. Ha dentro la democrazia e il potere, l’accesso alle informazioni e lo sfruttamento commerciale, la critica e l’esibizionismo. Ci vorrà tempo per capire dove andrà. Sarà una battaglia tra libertà e controllo. Ho molta paura delle multinazionali dei dati. Mi piace come lavorano certi hacker, è un nuovo tipo di intelligenza critica che io non ho».
Che battuta scriverebbe oggi per Grillo?
«Accidenti al giorno che ti ho detto: sei un comico troppo disimpegnato».
Ultima cosa. Lei lo vota ?
«Non dico mai per chi voto. L’unica volta che l’ho fatto, con Cofferati, ho preso una gran fregatura».
La Stampa 21.2.13
Benni: Grillo? altro che fascista lui odia il militarismo
Il vecchio amico: e pensare che gli dissi “sei disimpegnato...”
di Andrea Malaguti
«Lui ha voluto entrare nel mondo del consenso politico Solo lì non l’ho seguito»
Stefano Benni, chi è Beppe Grillo per lei?
«Un amico un po’ ingombrante».
Quando vi siete conosciuti?
«Tanti anni fa, tramite Cencio Marangoni il suo impresario, ci trovammo a un ristorante e mi chiese se volevo collaborare con lui».
Come è cambiato da allora?
«Ha trent’anni e trenta chili di più».
Con che criterio scriveva i testi per lui?
«Non ho mai scritto testi per lui nel senso tecnico del termine. Parlavamo, ci scambiavamo qualche idea, oppure lui leggeva un mio pezzo su qualche giornale e prendeva la battute. Non sembrava quasi lavoro, ci divertivamo. Infatti per lo più non mi pagava... ».
Che cosa ha pensato quando è entrato in politica?
«Quando ho visto che da comico un po’ qualunquista stava diventando un comico di contenuti, che aveva voglia di parlare del mondo, sono stato contento, abbiamo fatto un pezzo di strada insieme. Ad esempio Beppe è stato uno dei primi a parlare in scena della catastrofe climatica, dello strapotere delle banche e della finanza, del problema delle carceri. Allora era controinformazione, non ricerca di voti. Poi un po’ alla volta ha scoperto il web e ha voluto entrare nel mondo del consenso politico. Ho rispettato la sua scelta, ma lì le nostre strade si sono allontanate».
Qual è stato il ruolo della televisione nella sua carriera?
«Penso gli abbia dato molto in fretta un’immensa notorietà. Ma la sua vocazione è teatrale, a contatto col pubblico, lì diventa un animale, gode».
Perché adesso rifiuta la tv?
«E’ l’unica cosa in cui mi ha dato retta in tanti anni ».
Con Sky prima ha accettato l’intervista, poi ha detto no.
«Non ho capito bene cos’è successo, certose aveva detto di sì doveva andarci. Penso che abbia deciso che, a questo punto, era meglio la piazza. Mi sembra che tutti i politici improvvisamente abbiano capito che la televisione non è più il centro di tutto».
Grillo è un dittatore, un rivoluzionario o un uomo qualunque molto arrabbiato?
«Non sta in nessuna di queste definizioni. E’ molto sicuro e aggressivo col pubblico, in privato è pieno di dubbi e ha bisogno di amici, come tutti. Non vive solo di politica, anche se sembra».
Non è un fascista?
«No. In tanti anni lo ho sentito parlare con orrore della militarismo, della propaganda, della violenza contro i deboli. Non può essere cambiato in pochi mesi. Si ripresenta Berlusconi e abbiamo il coraggio di dire che il pericolo per la democrazia è Grillo? ».
Fascista no, sfascista?
«Beppe ha capito che se spara cannonate prende voti. Non ha inventato lui questo metodo, lui lo sfrutta a volte con abilità, a volte meccanicamente e con superficialità. E’ un difetto che accomuna satira e politica: pensiamo che più gridiamo, più diciamo la verità. Non è così: la vera indignazione è calma e dolorosa, non esibita. Dopo le elezioni, Beppe dovrà avere il coraggio di cambiare, di lasciare da parte gli effetti speciali. Il difficile per lui e per il suo Movimento comincia adesso. Ma credo che se ne rendano benissimo conto.
Grillo è di destra o di sinistra? E la distinzione ha ancora senso?
«Per me sì, per lui molto meno, e su questo abbiamo litigato spesso».
A chi porterà via voti?
«Non capisco la parola “portare via”, in un paese dove la gente cambia idea e dimentica ogni dieci minuti. L’ elettorato di Beppe è molto vario. Chiedete lumi ai diecimila sondaggisti italiani».
Come se lo immagina tra cinque anni?
«Sarà L’imperatore di Tutte le Galassie. naturalmente. E io avrò il granducato di Sardegna e la presidenza della Finmeccanica, me lo ha promesso».
C’è qualcosa che unisce Grillo e Berlusconi?
«Non vedo affinità. Come modello di oratoria Silvio si ispira a Mussolini, Beppe a Jack Nicholson in Shining. E Beppe ha una moglie dolcissima che non gli fa pagare dei miliardi di alimenti».
Il MoVimento 5 Stelle esisterebbe senza di lui?
«Credo di sì. Anzi, dovrà esistere anche senza di lui».
La rete è democratica?
«Schizodemocratica. Ha dentro la democrazia e il potere, l’accesso alle informazioni e lo sfruttamento commerciale, la critica e l’esibizionismo. Ci vorrà tempo per capire dove andrà. Sarà una battaglia tra libertà e controllo. Ho molta paura delle multinazionali dei dati. Mi piace come lavorano certi hacker, è un nuovo tipo di intelligenza critica che io non ho».
Che battuta scriverebbe oggi per Grillo?
«Accidenti al giorno che ti ho detto: sei un comico troppo disimpegnato».
Ultima cosa. Lei lo vota ?
«Non dico mai per chi voto. L’unica volta che l’ho fatto, con Cofferati, ho preso una gran fregatura».
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Adesso l'inversione a U dell'ultimo minuto di Bersani e D'Alema è più comprensibile - 3
La Stampa 21.2.13
Da Mina a Silvestri. La musica che vota Beppe
Ligabue s’è allontanato, Caparezza e Gazzè no. E Celentano fa proseliti
di Mattia Feltri
Silvestri Mandò una clip entusiasta
Celentano Potrebbe essere a Roma sul palco
Mina Esposta pubblicamente pro Grillo
Villaggio «Beppe sarebbe medicina buona»
Non sono solo canzonette, come senz’altro sa Edoardo Bennato che duettò con Beppe Grillo cinque anni fa al Monnezza Day. Nell’occasione, per dire, Grillo incitò i napoletani alla secessione. La più attesa e più popolare e quindi più remunerativa delle adesioni è venuta martedì, quando Adriano Celentano ha diffuso il suo ultimo brano, forse di frettolosa cura, ma esplicito: «Fra i partiti c’è un’onda nuova / che è partita dal niente / e come una valanga sta avanzando / come un ciclone / per abbattere il marcio della nazione». Ora ci si aspetta che il predicatore di un tempo salga sul palco del predicatore attuale, domani a San Giovanni. Sarà difficile ma pure ci si aspetta, già più facile, che altri prendano coraggio e si dichiarino come si dichiarò (tessera numero uno del Movimento) la leggendaria Mina. Il suo sostegno non è mai mancato e divenne esplicito lo scorso ottobre con una lettera al Corriere della Sera: «Tu va’, dritto come un fuso. Corri Forrest, corri…». Chi ha la memoria più salda ricorda la prefazione a un libro di Grillo ( La Settimana, Casaleggio associati editore, maggio 2008): «Ce ne sono tanti [come lui]. E aumentano a vista d’occhio. Basta non girare la faccia. Basta guardare. E basta ascoltare». O, persino, una lettera al neonato blog nel maggio del 2005: «Unico valoroso paladino della nostra stracciatissima dignità di uomini confusi da troppe letali, chimeriche menzogne».
Ora è una bella truppa. Più o meno solida, ma bella numerosa, e canterina come Loredana Bertè che offrì al pubblico delle Invasioni Barbariche un inedito incentrato su «voglio Beppe Grillo come presidente / del villaggio globale». O come Caparezza, cantautore di Molfetta, che con Grillo ha un certo rapporto - furono insieme sul palco del V2 Day a Torino - sebbene mai evoluto in endorsement, semmai in una estrosa creazione lessicale: «E i grilli, lucidi cantanti d’idilli, ammutoliti da insetticidi epuranti di bruchi benestanti». Poi Caparezza fece l’autoesegesi e grilli stava per Grillo, vabbè, e bruchi benestanti per Berlusconi. Ecco, una bella truppa, con Daniele Silvestri che mandò una clip entusiasta per le comunali di Napoli, come aveva fatto in precedenza Ligabue, poi non più tanto convinto. A proposito di poco convinti: proprio pochi giorni fa è uscito un brano di Bennato all’apparenza inequivocabile - una specie di inno anti-Celentano - che dice così: «Al diavolo il predicatore / che predica senza morale / al diavolo il grillo parlante / che parla a tutta la gente... ». Ma intanto la natalità supera la mortalità. Ecco Max Gazzè: «Lo trattano come un comico che non ne capisce, in realtà di politica ne mastica da anni e per questo bisogna dargli fiducia». Ecco Fabri Fibra (un rapper, per chi non è aggiornato): «Controcultura è ciò che ha contenuto ma non ha immagine: Beppe Grillo è un esempio forte». Ecco i Two Fingerz (altri rapper) che cantano: «Una volta faceva il comico / e lo faceva per ridere / ora invece fa il politico / perché i politici fanno ridere». Ivano Fossati, oggi chissà, una volta ammise che gli sarebbe piaciuto scrivere l’inno grillesco, se non altro in omaggio alla senile intraprendenza.
L’intera famiglia De André gli vuol bene, Cristiano lo adora, e però pochi mesi fa Dori Ghezzi disse che se Fabrizio non fosse morto, Grillo non sarebbe capopopolo. Comunque Grillo poi si intasca un monumento come Paolo Villaggio («ho la sensazione che sarebbe una medicina buona per il nostro paese»), un altro monumento evergreen come Dario Fo, affine da anni («il giullare di cui c’è bisogno», 2007, il giorno del primo VDay), e pure di Aldo e Giovanni (senza Giacomo, inorridito alla sola idea) che hanno speso concetti affettuosi in una conversazione su Sorrisi e Canzoni. Come si vede, il popolo si ingrossa. Comprende gli eroi per caso del primo Grande Fratello (Cristina Plevani e Rocco Casalino), artisti non più di primissima fila come Francesca Rettondini e Francesco Baccini, un virtuoso multitasking come Flavio Oreglio e infine, giusto per riempire la casella mancante, c’è anche la starlette messa virtualmente alla porta: è Flavia Vento, che dichiarò la sua epifania grillina twitter, e Beppe Grillo la bannò. Per i non naviganti: fuori dai piedi, bella. Un piccolo mistero.
La Stampa 21.2.13
Da Mina a Silvestri. La musica che vota Beppe
Ligabue s’è allontanato, Caparezza e Gazzè no. E Celentano fa proseliti
di Mattia Feltri
Silvestri Mandò una clip entusiasta
Celentano Potrebbe essere a Roma sul palco
Mina Esposta pubblicamente pro Grillo
Villaggio «Beppe sarebbe medicina buona»
Non sono solo canzonette, come senz’altro sa Edoardo Bennato che duettò con Beppe Grillo cinque anni fa al Monnezza Day. Nell’occasione, per dire, Grillo incitò i napoletani alla secessione. La più attesa e più popolare e quindi più remunerativa delle adesioni è venuta martedì, quando Adriano Celentano ha diffuso il suo ultimo brano, forse di frettolosa cura, ma esplicito: «Fra i partiti c’è un’onda nuova / che è partita dal niente / e come una valanga sta avanzando / come un ciclone / per abbattere il marcio della nazione». Ora ci si aspetta che il predicatore di un tempo salga sul palco del predicatore attuale, domani a San Giovanni. Sarà difficile ma pure ci si aspetta, già più facile, che altri prendano coraggio e si dichiarino come si dichiarò (tessera numero uno del Movimento) la leggendaria Mina. Il suo sostegno non è mai mancato e divenne esplicito lo scorso ottobre con una lettera al Corriere della Sera: «Tu va’, dritto come un fuso. Corri Forrest, corri…». Chi ha la memoria più salda ricorda la prefazione a un libro di Grillo ( La Settimana, Casaleggio associati editore, maggio 2008): «Ce ne sono tanti [come lui]. E aumentano a vista d’occhio. Basta non girare la faccia. Basta guardare. E basta ascoltare». O, persino, una lettera al neonato blog nel maggio del 2005: «Unico valoroso paladino della nostra stracciatissima dignità di uomini confusi da troppe letali, chimeriche menzogne».
Ora è una bella truppa. Più o meno solida, ma bella numerosa, e canterina come Loredana Bertè che offrì al pubblico delle Invasioni Barbariche un inedito incentrato su «voglio Beppe Grillo come presidente / del villaggio globale». O come Caparezza, cantautore di Molfetta, che con Grillo ha un certo rapporto - furono insieme sul palco del V2 Day a Torino - sebbene mai evoluto in endorsement, semmai in una estrosa creazione lessicale: «E i grilli, lucidi cantanti d’idilli, ammutoliti da insetticidi epuranti di bruchi benestanti». Poi Caparezza fece l’autoesegesi e grilli stava per Grillo, vabbè, e bruchi benestanti per Berlusconi. Ecco, una bella truppa, con Daniele Silvestri che mandò una clip entusiasta per le comunali di Napoli, come aveva fatto in precedenza Ligabue, poi non più tanto convinto. A proposito di poco convinti: proprio pochi giorni fa è uscito un brano di Bennato all’apparenza inequivocabile - una specie di inno anti-Celentano - che dice così: «Al diavolo il predicatore / che predica senza morale / al diavolo il grillo parlante / che parla a tutta la gente... ». Ma intanto la natalità supera la mortalità. Ecco Max Gazzè: «Lo trattano come un comico che non ne capisce, in realtà di politica ne mastica da anni e per questo bisogna dargli fiducia». Ecco Fabri Fibra (un rapper, per chi non è aggiornato): «Controcultura è ciò che ha contenuto ma non ha immagine: Beppe Grillo è un esempio forte». Ecco i Two Fingerz (altri rapper) che cantano: «Una volta faceva il comico / e lo faceva per ridere / ora invece fa il politico / perché i politici fanno ridere». Ivano Fossati, oggi chissà, una volta ammise che gli sarebbe piaciuto scrivere l’inno grillesco, se non altro in omaggio alla senile intraprendenza.
L’intera famiglia De André gli vuol bene, Cristiano lo adora, e però pochi mesi fa Dori Ghezzi disse che se Fabrizio non fosse morto, Grillo non sarebbe capopopolo. Comunque Grillo poi si intasca un monumento come Paolo Villaggio («ho la sensazione che sarebbe una medicina buona per il nostro paese»), un altro monumento evergreen come Dario Fo, affine da anni («il giullare di cui c’è bisogno», 2007, il giorno del primo VDay), e pure di Aldo e Giovanni (senza Giacomo, inorridito alla sola idea) che hanno speso concetti affettuosi in una conversazione su Sorrisi e Canzoni. Come si vede, il popolo si ingrossa. Comprende gli eroi per caso del primo Grande Fratello (Cristina Plevani e Rocco Casalino), artisti non più di primissima fila come Francesca Rettondini e Francesco Baccini, un virtuoso multitasking come Flavio Oreglio e infine, giusto per riempire la casella mancante, c’è anche la starlette messa virtualmente alla porta: è Flavia Vento, che dichiarò la sua epifania grillina twitter, e Beppe Grillo la bannò. Per i non naviganti: fuori dai piedi, bella. Un piccolo mistero.
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
L'apripista "banana" aveva fatto anche lui scouting con Scilipoti e Razzi???
-I BOY SCOUT A CINQUE STELLE
- IN PARLAMENTO ARRIVA UN TSUNAMI DI 80 DEPUTATI E 40 SENATORI M5S
- MA L'ASSENZA DI GRILLO E CASALEGGIO DAL PARLAMENTO E LA MANCANZA DI QUELLO CHE IN ALTRI PARTITI È IL "QUADRO" INTERMEDIO SARÀ UN PROBLEMA. INTANTO UNA PARTE DI QUESTI NEOELETTI SONO A RISCHIO "SCILIPOTIZZAZIONE", E NON È UN CASO SE BERSANI HA PARLATO TRA IL SERIO E IL FACETO DI “SCOUTING” DA FARE TRA I GRILLINI…
Emilia Patta per "Il Sole 24 Ore"
BERSANI GRILLO
C'è l'avvocato del settore civilistico Alfonso Bonafede, 36 anni, capolista in Toscana. C'è la ventiseienne laureata in giurisprudenza Giulia Sarti, capolista in Emilia Romagna, che alla voce lavoro scrive «stagioni estive a Rimini come animatrice per bambini e adulti in spiaggia, alberghi e compleanni dall'età di 15 anni». C'è la ventisettenne laureata e disoccupata Arianna Spessotto, capolista nella circoscrizione Veneto 2.
C'è la casalinga di Rovereto, Milena Bertagnin di 57 anni, capolista in Trentino Alto Adige, che nel suo curriculum vitae scrive «ho vissuto sia la difficoltà di arrivare a fine mese, sia la difficoltà di gestione di un'azienda, nonché l'essere Mamma (con la M maiuscola, ndr) e lavorare a casa». Stiamo scorrendo le biografie e il profilo dei capilista alla Camera del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.
GIANNELLI SU GRILLO E BERSANI
Sicuri deputati della prossima legislatura. Andiamo avanti. C'è il medico Alberto Zolezzi, 38 anni, capolista nella circoscrizione Lombardia 3, «ecologista» ed esperto di alimentazione salutare. C'è pure il quarantenne Vito Claudio Crimi, impiegato del ministero della Giustizia e capolista in Lombardia 2, uno dei pochissimi che ha già avuto un'esperienza elettorale essendo stato candidato M5s alla presidenza della regione Lombardia...
CASALEGGIO-GRILLO
L'elenco potrebbe continuare così per molto, senza tuttavia aiutarci a rispondere alla domanda chi sono i probabili eletti grillini, e da dove vengono. La creazione dei comitati referendari per l'acqua pubblica nel 2010 sembra essere stato il momento dell'iniziazione politica per moltissimi di questi venti-trentenni. In alcuni curricula c'è anche il riferimento alle battaglie No Tav e anti-nucleari. Nei più "anziani", ossia nella fascia di età tra i 40 e i 50 anni, la provenienza ecologista risulta più marcata.
Per il resto il nulla, o meglio la normalità assoluta. Giovani diplomati o laureati della porta accanto, spesso senza lavoro o con lavori precari. Insegnanti, qualche medico, impiegati comunali e privati, giovani avvocati appassionati di battaglie civili e anche no, giovani avvocati e basta.
GRILLO CASALEGGIO
In uno screening dei 1.486 candidati alle parlamentarie on line fatto dal Sole 24 Ore l'8 dicembre scorso emerge questa classifica: 25,4% impiegati, 17,6% liberi professionisti, 7,9% "altro", 6,5% operai, 6,2% dipendenti pubblici, 5,9% imprenditori, 5,6% insegnati, 4,1% disoccupati, 3,7% commercianti, 3,2% artigiani, 2,7% studenti. Insomma l'eletto grillino sembra proprio essere il perfetto sconosciuto accanto a noi.
E non si tratterà di una pattuglia esigua. Federico De Lucia, del Cise, ricorda una stima fatta più di un mese fa su una percentuale del 13/14 per cento: 65-70 deputati e 35 senatori. «Con le percentuali di questi ultimi giorni, tra il 18 e il 20%, la rappresentanza grillina sale a 85 deputati e 40 senatori».
L'unica cosa certa è che i nuovi deputati grillini faranno salire la percentuale delle donne elette (secondo le stime del Cise oltre il 40% dei grillini eletti sarà di genere femminile) e scendere l'età media dei parlamentari (molti gli under 30, moltissimi i 30enni e i 40enni, pochissimi gli over 50).
GRILLO E CASALEGGIO ESIZER
Molti giovani, molte donne, ma soprattutto tutti inesperti della politica. Non è un caso dovuto alla giovane età del movimento, ma il frutto di una precisa scelta del leader. Dopo il boom siciliano dell'ottobre scorso, Grillo si è affrettato a diffondere le regole per le candidature nazionali: solo i cittadini che si sono già candidati alle elezioni comunali o regionali, ma che non sono stati eletti, possono essere selezionati. Dunque i candidati alla "parlamentarie" sono stati recuperati tra gli attivisti esclusi o non eletti alle elezioni locali.
E le conseguenze di questa regola di reclutamento della classe dirigente non sono di poco conto, sottolinea Elisabetta Gualmini, direttrice dell'Istituto Catteneo e autrice con Piergiorgio Corbetta del libro già cult "Il partito di Grillo" (il Mulino).
A parte la spiegazione data da Grillo stesso di evitare che saltino sul carro del vincitore opportunisti che non si sono mai impegnati per il M5s, il punto rilevante è che «l'esclusione dei consiglieri comunali e regionali con maggiore visibilità ed esperienza, che vedono così sgretolarsi le proprie ambizioni di carriera, consente inevitabilmente un maggiore controllo da parte del vertice (di Grillo stesso e del suo braccio destro e sinistro Gianroberto Casaleggio) e probabilmente una maggiore dipendenza, anche solo per impreparazione, dalle linee guida centrali», dice Gualmini.
BEPPE GRILLO E GIANROBERTO CASALEGGIO ALLARRIVO IN SICILIA
Ma l'assenza di Grillo e Casaleggio dal Parlamento e la mancanza di quello che in altri partiti è il "quadro" intermedio sarà un problema. Intanto una parte di questi neoeletti sono a rischio "scilipotizzazione", e non è un caso se Pier Luigi Bersani ha parlato tra il serio e il faceto di «scouting» da fare tra i grillini.
Poi - continua Gualmini nel suo ragionamento - la vita parlamentare costringerà il folto gruppo grillino a darsi una gerarchia al suo interno provocando inevitabili frizioni. Il pronostico è che, senza una "normalizzazione" nel medio periodo, il Movimento 5 Stelle corre il rischio di scoppiare. Ma nel frattempo dovremo comunque prendere confidenza con la nuova tipologia dell'eletto della porta accanto.
-I BOY SCOUT A CINQUE STELLE
- IN PARLAMENTO ARRIVA UN TSUNAMI DI 80 DEPUTATI E 40 SENATORI M5S
- MA L'ASSENZA DI GRILLO E CASALEGGIO DAL PARLAMENTO E LA MANCANZA DI QUELLO CHE IN ALTRI PARTITI È IL "QUADRO" INTERMEDIO SARÀ UN PROBLEMA. INTANTO UNA PARTE DI QUESTI NEOELETTI SONO A RISCHIO "SCILIPOTIZZAZIONE", E NON È UN CASO SE BERSANI HA PARLATO TRA IL SERIO E IL FACETO DI “SCOUTING” DA FARE TRA I GRILLINI…
Emilia Patta per "Il Sole 24 Ore"
BERSANI GRILLO
C'è l'avvocato del settore civilistico Alfonso Bonafede, 36 anni, capolista in Toscana. C'è la ventiseienne laureata in giurisprudenza Giulia Sarti, capolista in Emilia Romagna, che alla voce lavoro scrive «stagioni estive a Rimini come animatrice per bambini e adulti in spiaggia, alberghi e compleanni dall'età di 15 anni». C'è la ventisettenne laureata e disoccupata Arianna Spessotto, capolista nella circoscrizione Veneto 2.
C'è la casalinga di Rovereto, Milena Bertagnin di 57 anni, capolista in Trentino Alto Adige, che nel suo curriculum vitae scrive «ho vissuto sia la difficoltà di arrivare a fine mese, sia la difficoltà di gestione di un'azienda, nonché l'essere Mamma (con la M maiuscola, ndr) e lavorare a casa». Stiamo scorrendo le biografie e il profilo dei capilista alla Camera del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.
GIANNELLI SU GRILLO E BERSANI
Sicuri deputati della prossima legislatura. Andiamo avanti. C'è il medico Alberto Zolezzi, 38 anni, capolista nella circoscrizione Lombardia 3, «ecologista» ed esperto di alimentazione salutare. C'è pure il quarantenne Vito Claudio Crimi, impiegato del ministero della Giustizia e capolista in Lombardia 2, uno dei pochissimi che ha già avuto un'esperienza elettorale essendo stato candidato M5s alla presidenza della regione Lombardia...
CASALEGGIO-GRILLO
L'elenco potrebbe continuare così per molto, senza tuttavia aiutarci a rispondere alla domanda chi sono i probabili eletti grillini, e da dove vengono. La creazione dei comitati referendari per l'acqua pubblica nel 2010 sembra essere stato il momento dell'iniziazione politica per moltissimi di questi venti-trentenni. In alcuni curricula c'è anche il riferimento alle battaglie No Tav e anti-nucleari. Nei più "anziani", ossia nella fascia di età tra i 40 e i 50 anni, la provenienza ecologista risulta più marcata.
Per il resto il nulla, o meglio la normalità assoluta. Giovani diplomati o laureati della porta accanto, spesso senza lavoro o con lavori precari. Insegnanti, qualche medico, impiegati comunali e privati, giovani avvocati appassionati di battaglie civili e anche no, giovani avvocati e basta.
GRILLO CASALEGGIO
In uno screening dei 1.486 candidati alle parlamentarie on line fatto dal Sole 24 Ore l'8 dicembre scorso emerge questa classifica: 25,4% impiegati, 17,6% liberi professionisti, 7,9% "altro", 6,5% operai, 6,2% dipendenti pubblici, 5,9% imprenditori, 5,6% insegnati, 4,1% disoccupati, 3,7% commercianti, 3,2% artigiani, 2,7% studenti. Insomma l'eletto grillino sembra proprio essere il perfetto sconosciuto accanto a noi.
E non si tratterà di una pattuglia esigua. Federico De Lucia, del Cise, ricorda una stima fatta più di un mese fa su una percentuale del 13/14 per cento: 65-70 deputati e 35 senatori. «Con le percentuali di questi ultimi giorni, tra il 18 e il 20%, la rappresentanza grillina sale a 85 deputati e 40 senatori».
L'unica cosa certa è che i nuovi deputati grillini faranno salire la percentuale delle donne elette (secondo le stime del Cise oltre il 40% dei grillini eletti sarà di genere femminile) e scendere l'età media dei parlamentari (molti gli under 30, moltissimi i 30enni e i 40enni, pochissimi gli over 50).
GRILLO E CASALEGGIO ESIZER
Molti giovani, molte donne, ma soprattutto tutti inesperti della politica. Non è un caso dovuto alla giovane età del movimento, ma il frutto di una precisa scelta del leader. Dopo il boom siciliano dell'ottobre scorso, Grillo si è affrettato a diffondere le regole per le candidature nazionali: solo i cittadini che si sono già candidati alle elezioni comunali o regionali, ma che non sono stati eletti, possono essere selezionati. Dunque i candidati alla "parlamentarie" sono stati recuperati tra gli attivisti esclusi o non eletti alle elezioni locali.
E le conseguenze di questa regola di reclutamento della classe dirigente non sono di poco conto, sottolinea Elisabetta Gualmini, direttrice dell'Istituto Catteneo e autrice con Piergiorgio Corbetta del libro già cult "Il partito di Grillo" (il Mulino).
A parte la spiegazione data da Grillo stesso di evitare che saltino sul carro del vincitore opportunisti che non si sono mai impegnati per il M5s, il punto rilevante è che «l'esclusione dei consiglieri comunali e regionali con maggiore visibilità ed esperienza, che vedono così sgretolarsi le proprie ambizioni di carriera, consente inevitabilmente un maggiore controllo da parte del vertice (di Grillo stesso e del suo braccio destro e sinistro Gianroberto Casaleggio) e probabilmente una maggiore dipendenza, anche solo per impreparazione, dalle linee guida centrali», dice Gualmini.
BEPPE GRILLO E GIANROBERTO CASALEGGIO ALLARRIVO IN SICILIA
Ma l'assenza di Grillo e Casaleggio dal Parlamento e la mancanza di quello che in altri partiti è il "quadro" intermedio sarà un problema. Intanto una parte di questi neoeletti sono a rischio "scilipotizzazione", e non è un caso se Pier Luigi Bersani ha parlato tra il serio e il faceto di «scouting» da fare tra i grillini.
Poi - continua Gualmini nel suo ragionamento - la vita parlamentare costringerà il folto gruppo grillino a darsi una gerarchia al suo interno provocando inevitabili frizioni. Il pronostico è che, senza una "normalizzazione" nel medio periodo, il Movimento 5 Stelle corre il rischio di scoppiare. Ma nel frattempo dovremo comunque prendere confidenza con la nuova tipologia dell'eletto della porta accanto.
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- Iscritto il: 22/02/2012, 14:30
Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
Adesso mi sembra che cambino i toni nei partiti verso Grillo.
Lo avevo scritto prima di loro che in parlamento ci saranno di sicuro delle convergenze.
Condivido anche L'intervista di una TV Inglese, riguardo a l'europa.
Certamente dovranno cambiare diverse cose.
Basta con la merkel ,anche oggi ha detto la sua.Di nuove riforme , per la Grecia Portogallo Italia vuole comandare lei?
SE questa era l'europa che volevano.Al sottoscritto non gli stà bene.
Io volevo una europa uguale agli stati Uniti.Non una europa delle banche.
Una Europa con gli stessi stipendi, con lo stesso welfare.Anzi noi Italiani dovevamo essere di esempio avere un welfare migliorecon il Vaticano in casa.Invece è diventato un peso per gli Italiani.
Errori sono stati fatti facendo entrare stati come la Romania ora la Croazia ecc....Stati molto diversi come costi di manodopera.
Si sono avantaggiati solo gli imprenditori trasferendo le industrie in quei paesi.Ora Zaia ha siglato un accordo Veneto ,Friuli e la Carinzia.Le ditte del nord vanno in Carinzia e Slovenia meno tasse da pagare allo stato.
Ciao
Paolo11
Lo avevo scritto prima di loro che in parlamento ci saranno di sicuro delle convergenze.
Condivido anche L'intervista di una TV Inglese, riguardo a l'europa.
Certamente dovranno cambiare diverse cose.
Basta con la merkel ,anche oggi ha detto la sua.Di nuove riforme , per la Grecia Portogallo Italia vuole comandare lei?
SE questa era l'europa che volevano.Al sottoscritto non gli stà bene.
Io volevo una europa uguale agli stati Uniti.Non una europa delle banche.
Una Europa con gli stessi stipendi, con lo stesso welfare.Anzi noi Italiani dovevamo essere di esempio avere un welfare migliorecon il Vaticano in casa.Invece è diventato un peso per gli Italiani.
Errori sono stati fatti facendo entrare stati come la Romania ora la Croazia ecc....Stati molto diversi come costi di manodopera.
Si sono avantaggiati solo gli imprenditori trasferendo le industrie in quei paesi.Ora Zaia ha siglato un accordo Veneto ,Friuli e la Carinzia.Le ditte del nord vanno in Carinzia e Slovenia meno tasse da pagare allo stato.
Ciao
Paolo11
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Re: Grillo è un COMICO ...certo! Ma... gli ALTRI?
paolo11 ha scritto:Adesso mi sembra che cambino i toni nei partiti verso Grillo.
Lo avevo scritto prima di loro che in parlamento ci saranno di sicuro delle convergenze.
Condivido anche L'intervista di una TV Inglese, riguardo a l'europa.
Certamente dovranno cambiare diverse cose.
Basta con la merkel ,anche oggi ha detto la sua.Di nuove riforme , per la Grecia Portogallo Italia vuole comandare lei?
SE questa era l'europa che volevano.Al sottoscritto non gli stà bene.
Io volevo una europa uguale agli stati Uniti.Non una europa delle banche.
Una Europa con gli stessi stipendi, con lo stesso welfare.Anzi noi Italiani dovevamo essere di esempio avere un welfare migliorecon il Vaticano in casa.Invece è diventato un peso per gli Italiani.
Errori sono stati fatti facendo entrare stati come la Romania ora la Croazia ecc....Stati molto diversi come costi di manodopera.
Si sono avantaggiati solo gli imprenditori trasferendo le industrie in quei paesi.Ora Zaia ha siglato un accordo Veneto ,Friuli e la Carinzia.Le ditte del nord vanno in Carinzia e Slovenia meno tasse da pagare allo stato.
Ciao
Paolo11
Tra le aziende che se ne vanno e quelle che chiudono, si assottigliano le entrate dell'erario.
Tutto si sta avvitando su se stesso. Molte responsabilità le porta il governo Berlusconi, ma molte di più il governo che gli è succeduto e chi lo ha sostenuto, perché ha impresso una forte spinta all'avitamento su se stessi del sistema Italia.
Chi c’è in linea
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