Presa diretta F35
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Presa diretta F35
http://www.presadiretta.rai.it/dl/porta ... 002ea.html
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Chi non ha visto la puntata.
E questi politici sono bravi e conpetenti a fare gli affari.Poi parlano dei poligoni di tiro in Sardegna.
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Chi non ha visto la puntata.
E questi politici sono bravi e conpetenti a fare gli affari.Poi parlano dei poligoni di tiro in Sardegna.
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Re: Presa diretta F35
E poi dicono che i grillini non saprebbero governare.
Questi invece hanno sempre governato.Ma affari convenienti per gli Italiani MAI.
Ciao
Paolo11
Questi invece hanno sempre governato.Ma affari convenienti per gli Italiani MAI.
Ciao
Paolo11
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Re: Presa diretta F35
Bisogna finirla con una politica della difesa che ogni stato europeo faccia per conto suo.
Ci vuole una politica comune che riveda l'acquisto di armi e spendere, io direi, solo per sistemi d'arma per la difesa e non per l'offesa.
Nessun mi può convincere che l’Italia abbia bisogno di caccia bombardieri (bombardare chi?) né di F35 o similari.
Gli Eurofighter che già abbiamo acquistato, bastano ed avanzano. Oltretutto questi caccia sono di recente fabbricazione europea e le spese di logistica per gestirli le abbiamo (noi italiani) giá pagate.
Non ci possono convincere i falsi discorsi delle aziende di avionica, cioè, che se non facciamo i nuovi caccia le nostre aziende vanno a ramengo. Cavolate!
Se le nostre aziende non faranno caccia militari potranno benissimo fare altre cose magari aerei civili.
Un saluto
Ci vuole una politica comune che riveda l'acquisto di armi e spendere, io direi, solo per sistemi d'arma per la difesa e non per l'offesa.
Nessun mi può convincere che l’Italia abbia bisogno di caccia bombardieri (bombardare chi?) né di F35 o similari.
Gli Eurofighter che già abbiamo acquistato, bastano ed avanzano. Oltretutto questi caccia sono di recente fabbricazione europea e le spese di logistica per gestirli le abbiamo (noi italiani) giá pagate.
Non ci possono convincere i falsi discorsi delle aziende di avionica, cioè, che se non facciamo i nuovi caccia le nostre aziende vanno a ramengo. Cavolate!
Se le nostre aziende non faranno caccia militari potranno benissimo fare altre cose magari aerei civili.
Un saluto
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: Presa diretta F35
Chi la colpa di questo?Ditutti destra sinistra.Con questi partiti la politica estera non la cambiamo.
Nel filmato c'è uno stato che da 60 anni non ha un esercito.
Da chi dobbiamo essere invasi,Se non rompiamo le scatole a nesssuno?
Non ci è bastato lo scandalo Lockheed del 1976 allora avevo 29 anni.Alla fine ci saranno tangenti anche per questo se non li fermiamo.
Ricominciamo con la Lockheed di nuovo.
Ciao
Paolo11
Nel filmato c'è uno stato che da 60 anni non ha un esercito.
Da chi dobbiamo essere invasi,Se non rompiamo le scatole a nesssuno?
Non ci è bastato lo scandalo Lockheed del 1976 allora avevo 29 anni.Alla fine ci saranno tangenti anche per questo se non li fermiamo.
Ricominciamo con la Lockheed di nuovo.
Ciao
Paolo11
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Re: Presa diretta F35
F-35, UNA FABBRICA DA 680 MILIONI PER COSTRUIRE 18 ALI
(Daniele Martini).
01/02/2013 di triskel182
ENTRO IL 2015 SORGERÀ ANCHE IL PADIGLIONE DOVE I CACCIA VERRANNO RESI INVISIBILI. E LO STATO PAGA 680 MILIONI.
Viaggio a Cameri (Novara) nel mega impianto dove attualmente lavorano solo 150 persone La linea di montaggio dei caccia è in un’area grande quanto il quartiere di una città Poi l’Italia per comprare 90 di questi jet dovrà pagare alla Lockheed altri 13 miliardi di euro.
La fabbrica dei cacciabombardieri F-35 che il Fatto Quotidiano ha visitato è come un gigantesco sepolcro imbiancato, di una bellezza esteriore che copre le brutture. Nei campi del vecchio aeroporto militare di Cameri in provincia di Novara, su un’area di 550 mila metri quadrati, grande come un quartiere di città, dentro un hangar tirato a lucido hanno piazzato il meglio del meglio della tecnologia aeronautica organizzando una linea di montaggio dove operai dalle divise impeccabili lavorano intorno a scheletri di ali contrassegnate da bandierine a stelle e strisce essendo destinate agli Stati Uniti.
Nei piazzali c’è fango e le betoniere vanno avanti e indietro sulla stradina che divide lo scalo da un bosco perché il grosso dello stabilimento deve ancora essere costruito. Entro il 2015, assicurano, qui ci saranno altri hangar, altre linee di montaggio e il padiglione dove i cacciabombardieri saranno resi stealth, invisibili.
Altri 13 miliardi di euro se poi l’Italia comprerà i jet dalla Lockheed.
Il tutto con una spesa di 680 milioni di euro che in base a un contratto firmato nel luglio di tre anni fa, lo Stato paga ad Alenia-Aermacchi (Finmeccanica), la società capofila in Italia dell’affare internazionale degli F-35 guidato dagli Stati Uniti.
Secondo programmi in gran parte scritti sulla sabbia, dicono che qui saranno costruite le ali e forse assemblati i jet destinati ad alcuni Paesi europei.
O forse solo i 90 che l’Italia sembra voglia comprare dall’americana Lockheed Martin sborsando la bellezza di 13 miliardi di euro, senza contare la manutenzione che nell’arco di un ventennio costerebbe il doppio o addirittura il triplo.
Non a caso questo gigantesco impianto di Cameri l’hanno chiamato Faco, acronimo americano che sta per assemblaggio finale. Al momento, però, Faco sembra più un auspicio dell’Aeronautica militare e di Alenia, che una certezza.
Per gli F-35 di sicuro c’è davvero poco. Finora di certo c’è una semplice intesa preliminare, un Memorandum of understanding firmato nel 2007, quando le condizioni economiche erano molto diverse da oggi.
E fa male pensare che dietro alle meraviglie tecnologiche esibite in questo capannone si stia scrivendo una pagina confusa della storia militare degli ultimi decenni e si stia allestendo un affare forse addirittura più discutibile dei molti assai discutibili collezionati dall’Italia dal dopoguerra a oggi.
Affari fatti di acquisti costosi, spesso inutili, sempre imposti sull’onda dell’urgenza e soprattutto di un’idea che sembra magica: indispensabilità.
Un tempo contro la minaccia armata del blocco comunista, adesso non si capisce bene sull’altare di che cosa.
Per il ministro uscente Giampaolo Di Paola, ex ammiraglio, ex capo di Stato maggiore della Difesa, anche gli F-35 sono indispensabili perché si tratta di “velivoli da superiorità aerea” e gli stati maggiori formati alla scuola della Nato e della Guerra fredda condividono, mentre i giovani ufficiali scalpitano all’idea di piazzarsi alla cloche di quei mostri volanti.
Ma superiorità dove e per che cosa? A queste domande semplici non ci sono risposte convincenti, anzi, spesso si ha l’impressione che con l’F-35 ritengano indispensabile semplicemente ciò che desiderano comprare.
Quarant’anni fa furono considerati indispensabili gli Hercules C130, salvo poi scoprire che l’acquisto dalla Lockheed era avvenuto a colpi di tangenti. E anche gli F-104 furono acquistati sempre dalla Lockheed perché indispensabili nonostante fossero un mezzo bidone, tanto da essere soprannominati bare volanti o fabbriche di vedove.
Per gli F-35 Lockheed la lobby militare ora aggiunge che sono indispensabili anche perché rappresentano un’occasione per irrobustire le imprese italiane del settore: Alenia-Aermacchi e poi aziende e aziendine che gli fan corona e quindi per portare lavoro in Italia. Ma parlare di occasione industriale è un’affermazione azzardata.
Costruendo il costoso stabilimento di Cameri per gli F-35 è come se l’Italia avesse comprato la frusta prima del cavallo e ora si accingesse a recitare un atto di speranza. I numeri forniti al Fatto dall’amministratore di Alenia, Giuseppe Giordo, manager di formazione americana, lo confermano: al momento nell’hangar novarese lavorano appena 150 persone e l’intero programma è in fase di prova.
I contratti firmati riguardano la costruzione di 18 ali che vuol dire poco o nulla su un totale mondiale che prefigura la realizzazione di 6 mila ali per 3 mila jet.
Informano che si sta discutendo con la Lockheed per acquisire un contratto per altre 111 ali tra qualche anno e dopo eventualmente per assemblare a Cameri i jet italiani e forse addirittura quelli europei. Ma sono solo discussioni, trattative aperte, appunto.
Alenia prevede di assumere 2300 persone. Ma per la Difesa servono 700 dipendenti.
Alenia prevede di assumere 2300 persone e di spostarne altre 200 dallo stabilimento di Torino Caselle a Cameri, 2500 persone in tutto per gli F-35, ma a “pieno regime”, che vuol dire nel caso in cui diventino realtà tutte le speranze più rosee dell’Aeronautica e del costruttore Alenia.
Il documento ufficiale consegnato in Parlamento dal ministro della Difesa e dal segretario per gli armamenti, il generale dell’Aeronautica Claudio Debertolis, più prudentemente fornisce cifre inferiori: solo 700 dipendenti nel caso si raggiunga il picco di produzione.
Tra le mille incognite ci sono anche quelle riguardanti i non pochi difetti emersi in fase di costruzione dei primi esemplari F35. In un dossier recente il Pentagono ha elencato i clamorosi vizi individuati, come il rischio di esplosione in volo in caso di fulmini. Lockheed e lobby italiana si sono subito lanciati in una campagna rassicurante sostenendo che l’inconveniente sarà rimediato, senza poter dire, però, quanto costeranno le modifiche e di quanto salirà ancora il prezzo.
Di fronte alle verità via via emergenti sull’F-35, i vertici dell’Aeronautica dopo mesi di silenzi e con una virata repentina hanno inaugurato una stagione di attivismo mediatico puntando sulla tesi industrial-sviluppista ed esponendosi così alla critica di confondere i ruoli passando per piazzisti del prodotto.
In questa densa nuvolaglia, l’unica cosa sicura è che l’F35 relega in un angolo i programmi aeronautici italoeuropei. La prima vittima del jet Lockheed è l’Eurofighter Typhoon descritto sul sito della stessa Alenia come “il più avanzato aereo da combattimento mai sviluppato in Europa”.
La sua fine fu decretata a giugno 2010 dal ministro della Difesa Ignazio La Russa con una dichiarazione ai giornalisti alla fiera aerea di Farnborough, giusto un mese prima che fosse firmato il contratto con Alenia per la costruzione dello stabilimento di Cameri.
Già pensionato l’Eurofighter ma senza passare dal Parlamento.
Nonostante quell’opinione ministeriale non sia mai stata ratificata da alcun voto alle Camere, la tranche 3B di 25 nuovi Eurofighter è stata cancellataenel2016lelineediproduzioneperl’Italia saranno chiuse.
Nello stabilimento Alenia di Torino Caselle lavorano all’Eurofighter tecnici di alta qualificazione, compreso un migliaio di ingegneri che con l’F-35 ora rischiano una progressiva marginalità. L’azienda italiana partecipa con quasi il 20 per cento al consorzio europeo con tedeschi, francesi e in una certa misura inglesi; e con altre imprese dell’indotto progetta e costruisce l’ala sinistra, la fusoliera posteriore, i piloni delle ali, il sistema di navigazione, la propulsione.
Eurofighter di ultima generazione inglesi e francesi (questi ultimi nella versione Rafale) sono stati usati sul campo, per esempio durante la crisi in Libia nell’autunno di 2 anni fa dimostrando una sicura integrazione nel dispositivo aereo della Nato.
E la stessa Alenia continua a lavorare per consegnare Eurofighter ad Arabia Saudita, Oman e molti altri Paesi del Medio Oriente. Il caccia europeo è un aereo di quinta generazione come l’F-35, con una differenza sostanziale rispetto a quest’ultimo, però: non è stealth, invisibile.
Ma in un momento come questo si possono lasciare per strada gli esodati, sacrificare le scuole, trascurare gli ospedali e spendere 13 miliardi di euro per un cacciabombardiere spacciato come “indispensabile” perché invisibile?
Da Il Fatto Quotidiano del 01/02/2013.
(Daniele Martini).
01/02/2013 di triskel182
ENTRO IL 2015 SORGERÀ ANCHE IL PADIGLIONE DOVE I CACCIA VERRANNO RESI INVISIBILI. E LO STATO PAGA 680 MILIONI.
Viaggio a Cameri (Novara) nel mega impianto dove attualmente lavorano solo 150 persone La linea di montaggio dei caccia è in un’area grande quanto il quartiere di una città Poi l’Italia per comprare 90 di questi jet dovrà pagare alla Lockheed altri 13 miliardi di euro.
La fabbrica dei cacciabombardieri F-35 che il Fatto Quotidiano ha visitato è come un gigantesco sepolcro imbiancato, di una bellezza esteriore che copre le brutture. Nei campi del vecchio aeroporto militare di Cameri in provincia di Novara, su un’area di 550 mila metri quadrati, grande come un quartiere di città, dentro un hangar tirato a lucido hanno piazzato il meglio del meglio della tecnologia aeronautica organizzando una linea di montaggio dove operai dalle divise impeccabili lavorano intorno a scheletri di ali contrassegnate da bandierine a stelle e strisce essendo destinate agli Stati Uniti.
Nei piazzali c’è fango e le betoniere vanno avanti e indietro sulla stradina che divide lo scalo da un bosco perché il grosso dello stabilimento deve ancora essere costruito. Entro il 2015, assicurano, qui ci saranno altri hangar, altre linee di montaggio e il padiglione dove i cacciabombardieri saranno resi stealth, invisibili.
Altri 13 miliardi di euro se poi l’Italia comprerà i jet dalla Lockheed.
Il tutto con una spesa di 680 milioni di euro che in base a un contratto firmato nel luglio di tre anni fa, lo Stato paga ad Alenia-Aermacchi (Finmeccanica), la società capofila in Italia dell’affare internazionale degli F-35 guidato dagli Stati Uniti.
Secondo programmi in gran parte scritti sulla sabbia, dicono che qui saranno costruite le ali e forse assemblati i jet destinati ad alcuni Paesi europei.
O forse solo i 90 che l’Italia sembra voglia comprare dall’americana Lockheed Martin sborsando la bellezza di 13 miliardi di euro, senza contare la manutenzione che nell’arco di un ventennio costerebbe il doppio o addirittura il triplo.
Non a caso questo gigantesco impianto di Cameri l’hanno chiamato Faco, acronimo americano che sta per assemblaggio finale. Al momento, però, Faco sembra più un auspicio dell’Aeronautica militare e di Alenia, che una certezza.
Per gli F-35 di sicuro c’è davvero poco. Finora di certo c’è una semplice intesa preliminare, un Memorandum of understanding firmato nel 2007, quando le condizioni economiche erano molto diverse da oggi.
E fa male pensare che dietro alle meraviglie tecnologiche esibite in questo capannone si stia scrivendo una pagina confusa della storia militare degli ultimi decenni e si stia allestendo un affare forse addirittura più discutibile dei molti assai discutibili collezionati dall’Italia dal dopoguerra a oggi.
Affari fatti di acquisti costosi, spesso inutili, sempre imposti sull’onda dell’urgenza e soprattutto di un’idea che sembra magica: indispensabilità.
Un tempo contro la minaccia armata del blocco comunista, adesso non si capisce bene sull’altare di che cosa.
Per il ministro uscente Giampaolo Di Paola, ex ammiraglio, ex capo di Stato maggiore della Difesa, anche gli F-35 sono indispensabili perché si tratta di “velivoli da superiorità aerea” e gli stati maggiori formati alla scuola della Nato e della Guerra fredda condividono, mentre i giovani ufficiali scalpitano all’idea di piazzarsi alla cloche di quei mostri volanti.
Ma superiorità dove e per che cosa? A queste domande semplici non ci sono risposte convincenti, anzi, spesso si ha l’impressione che con l’F-35 ritengano indispensabile semplicemente ciò che desiderano comprare.
Quarant’anni fa furono considerati indispensabili gli Hercules C130, salvo poi scoprire che l’acquisto dalla Lockheed era avvenuto a colpi di tangenti. E anche gli F-104 furono acquistati sempre dalla Lockheed perché indispensabili nonostante fossero un mezzo bidone, tanto da essere soprannominati bare volanti o fabbriche di vedove.
Per gli F-35 Lockheed la lobby militare ora aggiunge che sono indispensabili anche perché rappresentano un’occasione per irrobustire le imprese italiane del settore: Alenia-Aermacchi e poi aziende e aziendine che gli fan corona e quindi per portare lavoro in Italia. Ma parlare di occasione industriale è un’affermazione azzardata.
Costruendo il costoso stabilimento di Cameri per gli F-35 è come se l’Italia avesse comprato la frusta prima del cavallo e ora si accingesse a recitare un atto di speranza. I numeri forniti al Fatto dall’amministratore di Alenia, Giuseppe Giordo, manager di formazione americana, lo confermano: al momento nell’hangar novarese lavorano appena 150 persone e l’intero programma è in fase di prova.
I contratti firmati riguardano la costruzione di 18 ali che vuol dire poco o nulla su un totale mondiale che prefigura la realizzazione di 6 mila ali per 3 mila jet.
Informano che si sta discutendo con la Lockheed per acquisire un contratto per altre 111 ali tra qualche anno e dopo eventualmente per assemblare a Cameri i jet italiani e forse addirittura quelli europei. Ma sono solo discussioni, trattative aperte, appunto.
Alenia prevede di assumere 2300 persone. Ma per la Difesa servono 700 dipendenti.
Alenia prevede di assumere 2300 persone e di spostarne altre 200 dallo stabilimento di Torino Caselle a Cameri, 2500 persone in tutto per gli F-35, ma a “pieno regime”, che vuol dire nel caso in cui diventino realtà tutte le speranze più rosee dell’Aeronautica e del costruttore Alenia.
Il documento ufficiale consegnato in Parlamento dal ministro della Difesa e dal segretario per gli armamenti, il generale dell’Aeronautica Claudio Debertolis, più prudentemente fornisce cifre inferiori: solo 700 dipendenti nel caso si raggiunga il picco di produzione.
Tra le mille incognite ci sono anche quelle riguardanti i non pochi difetti emersi in fase di costruzione dei primi esemplari F35. In un dossier recente il Pentagono ha elencato i clamorosi vizi individuati, come il rischio di esplosione in volo in caso di fulmini. Lockheed e lobby italiana si sono subito lanciati in una campagna rassicurante sostenendo che l’inconveniente sarà rimediato, senza poter dire, però, quanto costeranno le modifiche e di quanto salirà ancora il prezzo.
Di fronte alle verità via via emergenti sull’F-35, i vertici dell’Aeronautica dopo mesi di silenzi e con una virata repentina hanno inaugurato una stagione di attivismo mediatico puntando sulla tesi industrial-sviluppista ed esponendosi così alla critica di confondere i ruoli passando per piazzisti del prodotto.
In questa densa nuvolaglia, l’unica cosa sicura è che l’F35 relega in un angolo i programmi aeronautici italoeuropei. La prima vittima del jet Lockheed è l’Eurofighter Typhoon descritto sul sito della stessa Alenia come “il più avanzato aereo da combattimento mai sviluppato in Europa”.
La sua fine fu decretata a giugno 2010 dal ministro della Difesa Ignazio La Russa con una dichiarazione ai giornalisti alla fiera aerea di Farnborough, giusto un mese prima che fosse firmato il contratto con Alenia per la costruzione dello stabilimento di Cameri.
Già pensionato l’Eurofighter ma senza passare dal Parlamento.
Nonostante quell’opinione ministeriale non sia mai stata ratificata da alcun voto alle Camere, la tranche 3B di 25 nuovi Eurofighter è stata cancellataenel2016lelineediproduzioneperl’Italia saranno chiuse.
Nello stabilimento Alenia di Torino Caselle lavorano all’Eurofighter tecnici di alta qualificazione, compreso un migliaio di ingegneri che con l’F-35 ora rischiano una progressiva marginalità. L’azienda italiana partecipa con quasi il 20 per cento al consorzio europeo con tedeschi, francesi e in una certa misura inglesi; e con altre imprese dell’indotto progetta e costruisce l’ala sinistra, la fusoliera posteriore, i piloni delle ali, il sistema di navigazione, la propulsione.
Eurofighter di ultima generazione inglesi e francesi (questi ultimi nella versione Rafale) sono stati usati sul campo, per esempio durante la crisi in Libia nell’autunno di 2 anni fa dimostrando una sicura integrazione nel dispositivo aereo della Nato.
E la stessa Alenia continua a lavorare per consegnare Eurofighter ad Arabia Saudita, Oman e molti altri Paesi del Medio Oriente. Il caccia europeo è un aereo di quinta generazione come l’F-35, con una differenza sostanziale rispetto a quest’ultimo, però: non è stealth, invisibile.
Ma in un momento come questo si possono lasciare per strada gli esodati, sacrificare le scuole, trascurare gli ospedali e spendere 13 miliardi di euro per un cacciabombardiere spacciato come “indispensabile” perché invisibile?
Da Il Fatto Quotidiano del 01/02/2013.
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Re: Presa diretta F35
Qui ci troviamo con un caso rovesciato rispetto al recente Finmeccanica - India.
Solo al menzionar mazzette, l'India ha disdetto il contratto.
Da noi fanno tutti gli indiani. Gli stanno rifilando una bufala ma la tangente è già stata incassata.
Che si fa in questi casi? La si restituisce?
Monti che ci ha tenuto a dire che il suo governo ha ridotto il numero delle bufale, ha voluto aggiungere che l'acquisto è stato perfezionato da chi era al governo nel 2007.
F35, nuovo stop dei voli: “Trovata incrinatura su pala del motore”
La crepa rinvenuta durante una ispezione di routine il 19 febbraio. Per i caccia, di cui - tra le polemiche - il nostro governo ha intenzione di acquistare 90 esemplari, si tratta del secondo stop. A gennaio un esemplare aveva perso la sonda per il rifornimento, causando un fermo di un mese ai test
di Redazione Il Fatto Quotidiano
| 22 febbraio 2013Commenti (226)
Come ”misura di precauzione”, il dipartimento della Difesa Usa ha sospeso tutti i test di volo della flotta di F35, dopo che in una pala della turbina del motore di uno dei supercaccia è stata rilevata una frattura.
“Il 19 febbraio, una ispezione di routine ha rivelato una frattura alla lama di una turbina a bassa pressione del motore montato su un velivolo F35 da test’’, ha scritto in un comunicato una portavoce del Joint program office che gestisce il programma F35.
Il nuovo caccia supertecnologico è al centro del programma più costoso del Pentagono, iniziato nel 2001, e secondo il segretario alla difesa Usa Leon Panetta rappresenta “l’aereo del futuro”. Ma già il 16 gennaio gli esemplari della variante B, elaborata per il corpo dei Marine, erano stati messi a terra, a causa di problemi alla valvola per il rifornimento in volo. Nove giorni fa le restrizioni alla variante B sono state revocate, ma ora c’è stata la nuova battuta d’arresto, che riguarda tutte e tre le varianti, l’intera flotta.
“Gli ingegneri stanno inviando la turbina agli impianti della Pratt e Whitney di Meddletwon, Connecticut, per condurre una valutazione e un’analisi più approfondita sulle cause”, si legge nel comunicato, in cui si precisa anche che “è troppo presto per conoscere l’impatto della scoperta sull’intera flotta, tuttavia, come misura di precauzione tutte le operazioni di volo degli F35 sono state sospese fino a quando l’indagine non sarà stata completata e la causa della frattura sulla lama non sarà stata totalmente compresa”. “Il Joint program office dell’F35 lavora da vicino con Pratt e Whitney e Lockeed Martin in tutti i siti degli F35 per garantire l’integrità del motore e far tornare la flotta a volare in sicurezza al più presto possibile”, conclude la nota.
Questo nuovo contrattempo fa inoltre seguito ad un rapporto del Pentagono di cui si è appreso il mese scorso e in cui si afferma che il velivolo, in produzione alla Lockeed Martin – con la partecipazione di otto Paesi tra cui l’Italia – è vulnerabile ai fulmini, e non può essere al momento abilitato a volare a meno di 25 miglia da un temporale.
La Lockheed Martin ha replicato facendo notare che “il programma di test per il velivolo F-35 Lightning II prevede che i test sulla protezione antifulmine siano realizzati nella fase conclusiva del programma di prove in volo”, ma la cosa ha comunque suscitato numerose polemiche, soprattutto in Italia, dove i primi tre dei 90 caccia ordinati dovrebbero essere consegnati nel 2015.
Il programma dell’F35, scrive Bloomberg, è stato afflitto da una serie di problemi strutturali a di software che hanno contribuito ad accumulare un ritardo di sette anni sul suo sviluppo. Attualmente, il costo per il Pentagono, per 2.443 velivoli, è stimato ad oltre 395 miliardi di dollari, con un incremento del 70 per cento rispetto al 2001.
Solo al menzionar mazzette, l'India ha disdetto il contratto.
Da noi fanno tutti gli indiani. Gli stanno rifilando una bufala ma la tangente è già stata incassata.
Che si fa in questi casi? La si restituisce?
Monti che ci ha tenuto a dire che il suo governo ha ridotto il numero delle bufale, ha voluto aggiungere che l'acquisto è stato perfezionato da chi era al governo nel 2007.
F35, nuovo stop dei voli: “Trovata incrinatura su pala del motore”
La crepa rinvenuta durante una ispezione di routine il 19 febbraio. Per i caccia, di cui - tra le polemiche - il nostro governo ha intenzione di acquistare 90 esemplari, si tratta del secondo stop. A gennaio un esemplare aveva perso la sonda per il rifornimento, causando un fermo di un mese ai test
di Redazione Il Fatto Quotidiano
| 22 febbraio 2013Commenti (226)
Come ”misura di precauzione”, il dipartimento della Difesa Usa ha sospeso tutti i test di volo della flotta di F35, dopo che in una pala della turbina del motore di uno dei supercaccia è stata rilevata una frattura.
“Il 19 febbraio, una ispezione di routine ha rivelato una frattura alla lama di una turbina a bassa pressione del motore montato su un velivolo F35 da test’’, ha scritto in un comunicato una portavoce del Joint program office che gestisce il programma F35.
Il nuovo caccia supertecnologico è al centro del programma più costoso del Pentagono, iniziato nel 2001, e secondo il segretario alla difesa Usa Leon Panetta rappresenta “l’aereo del futuro”. Ma già il 16 gennaio gli esemplari della variante B, elaborata per il corpo dei Marine, erano stati messi a terra, a causa di problemi alla valvola per il rifornimento in volo. Nove giorni fa le restrizioni alla variante B sono state revocate, ma ora c’è stata la nuova battuta d’arresto, che riguarda tutte e tre le varianti, l’intera flotta.
“Gli ingegneri stanno inviando la turbina agli impianti della Pratt e Whitney di Meddletwon, Connecticut, per condurre una valutazione e un’analisi più approfondita sulle cause”, si legge nel comunicato, in cui si precisa anche che “è troppo presto per conoscere l’impatto della scoperta sull’intera flotta, tuttavia, come misura di precauzione tutte le operazioni di volo degli F35 sono state sospese fino a quando l’indagine non sarà stata completata e la causa della frattura sulla lama non sarà stata totalmente compresa”. “Il Joint program office dell’F35 lavora da vicino con Pratt e Whitney e Lockeed Martin in tutti i siti degli F35 per garantire l’integrità del motore e far tornare la flotta a volare in sicurezza al più presto possibile”, conclude la nota.
Questo nuovo contrattempo fa inoltre seguito ad un rapporto del Pentagono di cui si è appreso il mese scorso e in cui si afferma che il velivolo, in produzione alla Lockeed Martin – con la partecipazione di otto Paesi tra cui l’Italia – è vulnerabile ai fulmini, e non può essere al momento abilitato a volare a meno di 25 miglia da un temporale.
La Lockheed Martin ha replicato facendo notare che “il programma di test per il velivolo F-35 Lightning II prevede che i test sulla protezione antifulmine siano realizzati nella fase conclusiva del programma di prove in volo”, ma la cosa ha comunque suscitato numerose polemiche, soprattutto in Italia, dove i primi tre dei 90 caccia ordinati dovrebbero essere consegnati nel 2015.
Il programma dell’F35, scrive Bloomberg, è stato afflitto da una serie di problemi strutturali a di software che hanno contribuito ad accumulare un ritardo di sette anni sul suo sviluppo. Attualmente, il costo per il Pentagono, per 2.443 velivoli, è stimato ad oltre 395 miliardi di dollari, con un incremento del 70 per cento rispetto al 2001.
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Re: Presa diretta F35
camillobenso ha scritto:
Monti che ci ha tenuto a dire che il suo governo ha ridotto il numero delle bufale, ha voluto aggiungere che l'acquisto è stato perfezionato da chi era al governo nel 2007.
il solito stronzo mannaro.
chi era al governo nel 2007,avrà sicuramente perfezionato l'acquisto di velivoli volanti,
non di bare volanti come si dimostrano gli F-35.
Re: Presa diretta F35
ci sarà uno straccio di contratto , con tanto di penali e di diritto di recesso , o vale solo per le pentole e i materassi?
c'avremo ( come ministero della difesa ) un paio d'avvocati per poter rivedere l'acquisto di siffatti manufatti .... o sono tutti candidati?
c'avremo ( come ministero della difesa ) un paio d'avvocati per poter rivedere l'acquisto di siffatti manufatti .... o sono tutti candidati?
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Re: Presa diretta F35
Ieri alle 16,00, alla Villa de Ponti di SSG, è intervenuto Di Pietro. Era presente un gruppetto di disabili anziani sordomuti e con difetti alla deambulazione. Il loro capo ha rivolto ad ADP la preghiera di occuparsi, qualora vincesse Ambrosoli, delle associazioni di disabili perché il cattolicissimo e poverissimo Celeste Forchettoni, negli ultimi 15 anni ha segato i fondi alle associazioni dei disabili nella perfettissima Lombardia.
Il cattolicissimo Herr Professor si è limitato a qualche taglio di bufale volanti, portando a sostegno la necessità di mantenere gli impegni presi anche con le istituzioni straniere.
Grande sensibilità quindi verso il mondo degli armamenti, ma scarsissima sensibilità verso il mondo dei malati di Sla, dove all’ultimo momento sul filo di lana il suo governo ha fatto in tempo a dimezzare il finanziamento promesso.
Se questi sono i cattolici, NON SARANNO PER CASO MEGLIO I SATANISTI?????????????
Il cattolicissimo Herr Professor si è limitato a qualche taglio di bufale volanti, portando a sostegno la necessità di mantenere gli impegni presi anche con le istituzioni straniere.
Grande sensibilità quindi verso il mondo degli armamenti, ma scarsissima sensibilità verso il mondo dei malati di Sla, dove all’ultimo momento sul filo di lana il suo governo ha fatto in tempo a dimezzare il finanziamento promesso.
Se questi sono i cattolici, NON SARANNO PER CASO MEGLIO I SATANISTI?????????????
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