Propendo per la seconda ipotesi.Che sia possibile tutto questo o e' solo fantapolitica?
riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancellati.
Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
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Estenazioni di Napolitano
da Tiscali online parla Napolitano
"Credo ci sia una straordinaria consapevolezza tra gli italiani, non vedo esasperazioni cieche". Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlando a Capua a margine dell'inaugurazione del museo campano, rispondendo ai giornalisti che gli facevano notare che nel paese ci sono episodi di tensione ed espasperazione a causa della crisi economica, come quello avvenuto a Bologna di un 58enne che si è dato fuoco. "Ho molta fiducia nella capacità di comprensione degli italiani, di un periodo difficile che l'Italia sta vivendo e - ha aggiunto il capo dello Stato - sulla necessità di affrontare cambiamenti e le strade nuove che questi prevedono".
Napolitano: "Si attenda presentazione ddl lavoro, poi si valuta" - Il mio auspicio è che si attenda la presentazione del ddl. Quando sarà pronto per il Parlamento tutti potranno esaminarlo e ricercarne le considerazioni che crederanno", ha detto Napolitano, in riferimento alla riforma del lavoro e alle parole del primo ministro Mario Monti che da Tokyo ha sostenuto che il governo tecnico ha "consensi alti" a differenza dei partiti. Rispondendo ad una domanda dei giornalisti, il capo dello Stato ha commentato le parole del premier affermando: "L'ha detto il presidente del Consiglio, quindi è un parere importante".
Riforme, Napolitano: "Mi auguro cantiere vada avanti rapidamente" - Il presidente della Repubblica si augura che il cantiere delle riforme avviato in Italia in questi giorni vada avanti. Il capo dello Stato ha spiegato: "Oggi si sta approvando il decreto legge sulle semplificazioni e tutta una serie di provvedimenti di riforma importanti che avranno ancora uno sviluppo nelle prossime settimane. Si stanno aprendo nuovi cantieri anche non di precisa iniziativa del governo - ha continuato - come il cantiere delle riforme in campo costituzionale, elettorale e regolamentare. Mi auguro - ha concluso Napolitano - che soprattutto questo cantiere vada avanti rapidamente".
Napolitano: "Sulle pensioni la questione è aperta, governo studia soluzione" - La vicenda delle pensioni, per la quale i sindacati hanno annunciato una manifestazione unitaria il prossimo 13 aprile, è "una questione aperta" per la quale il governo sta "studiando la soluzione. C'è una questione aperta che i sindacati - ha detto il capo dello Stato - rivendicano e di cui credo il governo stia studiando la soluzione".
Alcoa, Napolitano: "Buona notizia è chiusura scongiurata" - E' una "buona notizia" la notizia di una pausa fino a dicembre che scongiura la chiusura immediata dello stabilimento Alcoa in Sardegna", ha ribadito il presidente della Repubblica: "Oggi la notizia buona è che si è scongiurata, nell'immediato, la chiusura dello stabilimento Alcoa. Si è riuscita ad ottenere una nuova pausa fino a dicembre. L'impegno del governo - ha concluso Napolitano - è stato molto forte. Questa è una buona notizia".
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Ottime parole di un borghese conservatore.
buona giornata
Pino
"La libertà è il bene individuale per eccellenza, la giustizia è il bene sociale per eccellenza" Norberto Bobbio
, non certo di
"Credo ci sia una straordinaria consapevolezza tra gli italiani, non vedo esasperazioni cieche". Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlando a Capua a margine dell'inaugurazione del museo campano, rispondendo ai giornalisti che gli facevano notare che nel paese ci sono episodi di tensione ed espasperazione a causa della crisi economica, come quello avvenuto a Bologna di un 58enne che si è dato fuoco. "Ho molta fiducia nella capacità di comprensione degli italiani, di un periodo difficile che l'Italia sta vivendo e - ha aggiunto il capo dello Stato - sulla necessità di affrontare cambiamenti e le strade nuove che questi prevedono".
Napolitano: "Si attenda presentazione ddl lavoro, poi si valuta" - Il mio auspicio è che si attenda la presentazione del ddl. Quando sarà pronto per il Parlamento tutti potranno esaminarlo e ricercarne le considerazioni che crederanno", ha detto Napolitano, in riferimento alla riforma del lavoro e alle parole del primo ministro Mario Monti che da Tokyo ha sostenuto che il governo tecnico ha "consensi alti" a differenza dei partiti. Rispondendo ad una domanda dei giornalisti, il capo dello Stato ha commentato le parole del premier affermando: "L'ha detto il presidente del Consiglio, quindi è un parere importante".
Riforme, Napolitano: "Mi auguro cantiere vada avanti rapidamente" - Il presidente della Repubblica si augura che il cantiere delle riforme avviato in Italia in questi giorni vada avanti. Il capo dello Stato ha spiegato: "Oggi si sta approvando il decreto legge sulle semplificazioni e tutta una serie di provvedimenti di riforma importanti che avranno ancora uno sviluppo nelle prossime settimane. Si stanno aprendo nuovi cantieri anche non di precisa iniziativa del governo - ha continuato - come il cantiere delle riforme in campo costituzionale, elettorale e regolamentare. Mi auguro - ha concluso Napolitano - che soprattutto questo cantiere vada avanti rapidamente".
Napolitano: "Sulle pensioni la questione è aperta, governo studia soluzione" - La vicenda delle pensioni, per la quale i sindacati hanno annunciato una manifestazione unitaria il prossimo 13 aprile, è "una questione aperta" per la quale il governo sta "studiando la soluzione. C'è una questione aperta che i sindacati - ha detto il capo dello Stato - rivendicano e di cui credo il governo stia studiando la soluzione".
Alcoa, Napolitano: "Buona notizia è chiusura scongiurata" - E' una "buona notizia" la notizia di una pausa fino a dicembre che scongiura la chiusura immediata dello stabilimento Alcoa in Sardegna", ha ribadito il presidente della Repubblica: "Oggi la notizia buona è che si è scongiurata, nell'immediato, la chiusura dello stabilimento Alcoa. Si è riuscita ad ottenere una nuova pausa fino a dicembre. L'impegno del governo - ha concluso Napolitano - è stato molto forte. Questa è una buona notizia".
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Ottime parole di un borghese conservatore.
buona giornata
Pino
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Re: Estenazioni di Napolitano
pinorosso ha scritto:
Ottime parole di un borghese conservatore.
“In Ungheria l'Urss porta la pace.”
Giorgio Napolitano -novembre 1956- all'indomani dell'invasione sovietica.
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un bel cambiamento eh....
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
Il 13 aprile scenderò in piazza con i sindacati per gridare con forza una riforma della riforma delle pensioni Fornero perchè questo prof, nei suoi compitini si è scordato 350mila lavoratori che già avevano concordato dimissioni con le aziende per andare in pensione a 60 ..62 anni e che adesso si vedono 4..6 anni di buco prima di poter andare in pensione e ricevere l'assegno.
Inoltre la Fornero "non ha voluto" modificare il precedente decreto Sacconi (la cui approvazione veloce fu favorita dall'opposizione morbida del PD spinta dal PdR) in cui venivano penalizzati i contributi di quei lavoratori che nella loro carriera erano passati dal pubblico al privato.
Tutto questo deve essere modificato ... il PD che è in maggioranza se ne faccia carico, altrimenti tolga la fiducia.
un saluto
Inoltre la Fornero "non ha voluto" modificare il precedente decreto Sacconi (la cui approvazione veloce fu favorita dall'opposizione morbida del PD spinta dal PdR) in cui venivano penalizzati i contributi di quei lavoratori che nella loro carriera erano passati dal pubblico al privato.
Tutto questo deve essere modificato ... il PD che è in maggioranza se ne faccia carico, altrimenti tolga la fiducia.
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Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
tra le correzioni proposte ,
anche dal PD,
alla macelleria sociale Fornero,
non viene mai presa in considerazione il caso degli ex Alitalia che con un accordo governo sindacati siglato abbondantemente prima del 31/12/2011 (13/10/2008)
attualmente in CIGS e automaticamente in mobilità dal prossimo ottobre,
si troveranno al termine della mobilità senza sussidio e senza pensione.
stiamo parlando di circa 6000 persone...ma vi pare possibile ???
anche dal PD,
alla macelleria sociale Fornero,
non viene mai presa in considerazione il caso degli ex Alitalia che con un accordo governo sindacati siglato abbondantemente prima del 31/12/2011 (13/10/2008)
attualmente in CIGS e automaticamente in mobilità dal prossimo ottobre,
si troveranno al termine della mobilità senza sussidio e senza pensione.
stiamo parlando di circa 6000 persone...ma vi pare possibile ???
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
giusto una breve riflessione:
nelle previsoni di questa macelleria sociale Fornero,
era prevista una copertura per circa 65.000 esodati.
in realtà gli esodati sono 350.000,cioè 5 volte tanti e da qui il dramma e lo sciopero unitario del 13 aprile perchè il governo non vuol mettere a disposizone la copertura.
ergo,
questi qui non sapevano neanche quante erano le persone a cui stavano cambiando il destino della parte finale e più dura della vita.
e questi hanno la faccia tosta di qualificarsi come "tecnici" ???
ma chi gli ha dato la laurea ,ma soprattutto l'incarico ,dico io...
nelle previsoni di questa macelleria sociale Fornero,
era prevista una copertura per circa 65.000 esodati.
in realtà gli esodati sono 350.000,cioè 5 volte tanti e da qui il dramma e lo sciopero unitario del 13 aprile perchè il governo non vuol mettere a disposizone la copertura.
ergo,
questi qui non sapevano neanche quante erano le persone a cui stavano cambiando il destino della parte finale e più dura della vita.
e questi hanno la faccia tosta di qualificarsi come "tecnici" ???
ma chi gli ha dato la laurea ,ma soprattutto l'incarico ,dico io...
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
UN COLPO AI DIRITTI DEI GIOVANI, DELLE DONNE, DEI LAVORATORI E DEI PENSIONATI
Il governo aveva promesso agli italiani che avrebbe agito con equità, che avrebbe eliminato i privilegi, che non
avrebbe fatto cassa con le pensioni, che avrebbe cercato soluzioni in favore delle donne e dei giovani.
Le promesse non sono state mantenute.
La riforma previdenziale Monti Fornero è profondamente iniqua, manca di
qualsiasi gradualità, è stata fatta solo per fare cassa e colpisce pesantemente i diritti delle donne, dei giovani, dei lavoratori e dei pensionati.
Ecco come il governo ha messo le mani sulle pensioni:
ha aumentato di colpo l'età pensionabile delle lavoratrici di 5, 6, ed anche 7 anni;
ha peggiorato notevolmente i requisiti per il diritto a pensione per coloro che stanno nel sistema
contributivo (da 5 a 20 anni di contribuzione e per poter ottenere la pensione è necessario raggiungere un
importo mensile pari a 643,50 euro), penalizzando così proprio i giovani, i lavoratori precari e le donne,
che saranno costretti a lavorare fino a 70 anni (e poi di più per l'incremento dovuto alla speranza di vita)
dal momento che la pensione verrà corrisposta solo a tale età con 5 anni di contribuzione effettiva e
senza alcun riferimento all'importo del trattamento;
ha legato tutte le età pensionabili all'incremento relativo alla speranza di vita senza più alcuna certezza sul
diritto a pensione;
ha abolito il sistema delle quote per la pensione di anzianità;
ha aumentato il requisito dei 40 anni di contribuzione per il diritto a pensione, indipendentemente
dall'età anagrafica, legando peraltro il requisito stesso all'aumento relativo alla speranza di vita;
ha previsto pesanti penalizzazioni per coloro che maturano i nuovi requisiti per il diritto a pensione
anticipata prima del compimento del 62esimo anno di età;
ha stabilito dei vincoli finanziari e numerici per coloro che sono stati derogati dall'applicazione della nuova
normativa (lavoratori in mobilità ordinaria, in mobilità lunga, esodati, prosecutori volontari, titolari di
prestazioni di sostegno al reddito, esonerati dal servizio).
Si tratta di una vera a propria lotteria
considerato che tale questione coinvolge moltissimi lavoratori. Molte lavoratrici e molti lavoratori
rischiano di rimanere per un lungo periodo di tempo senza alcun sostegno economico e senza pensione;
non ha previsto alcuna tutela per coloro che sono stati stati licenziati e che sono attualmente disoccupati;
ha di fatto vanificato la normativa sui lavori usuranti;
ha bloccato per due anni la rivalutazione automatica delle pensioni per coloro che sono titolari di una
pensione pari 3 volte il trattamento minimo INPS (1.405,00 euro lordi).
IN SOSTANZA A PAGARE IL CONTO DELLA MANOVRA ECONOMICA NON SONO STATI I REDDITI ALTI,
GLI EVASORI FISCALI O I GRANDI PATRIMONI MA LE DONNE, I GIOVANI, I LAVORATORI, I PENSIONATI.
La partita delle pensioni non è chiusa.
È necessario:
risolvere subito il problema di chi ha perso il lavoro e di chi lo perderà per effetto di accordi di
mobilità o di esodo
ripristinare una vera flessibilità e comunque, fin da oggi, prevedere una maggiore gradualità
per l'età di pensionamento delle donne
garantire delle pensioni dignitose ai giovani e alle donne che sono più esposti a lavori
discontinui e a basse retribuzioni
rivedere i requisiti per il diritto alla pensione anticipata e comunque togliere le penalizzazioni.
http://www.cgil.it/Archivio/Welfare/pol ... nsioni.pdf
Il governo aveva promesso agli italiani che avrebbe agito con equità, che avrebbe eliminato i privilegi, che non
avrebbe fatto cassa con le pensioni, che avrebbe cercato soluzioni in favore delle donne e dei giovani.
Le promesse non sono state mantenute.
La riforma previdenziale Monti Fornero è profondamente iniqua, manca di
qualsiasi gradualità, è stata fatta solo per fare cassa e colpisce pesantemente i diritti delle donne, dei giovani, dei lavoratori e dei pensionati.
Ecco come il governo ha messo le mani sulle pensioni:
ha aumentato di colpo l'età pensionabile delle lavoratrici di 5, 6, ed anche 7 anni;
ha peggiorato notevolmente i requisiti per il diritto a pensione per coloro che stanno nel sistema
contributivo (da 5 a 20 anni di contribuzione e per poter ottenere la pensione è necessario raggiungere un
importo mensile pari a 643,50 euro), penalizzando così proprio i giovani, i lavoratori precari e le donne,
che saranno costretti a lavorare fino a 70 anni (e poi di più per l'incremento dovuto alla speranza di vita)
dal momento che la pensione verrà corrisposta solo a tale età con 5 anni di contribuzione effettiva e
senza alcun riferimento all'importo del trattamento;
ha legato tutte le età pensionabili all'incremento relativo alla speranza di vita senza più alcuna certezza sul
diritto a pensione;
ha abolito il sistema delle quote per la pensione di anzianità;
ha aumentato il requisito dei 40 anni di contribuzione per il diritto a pensione, indipendentemente
dall'età anagrafica, legando peraltro il requisito stesso all'aumento relativo alla speranza di vita;
ha previsto pesanti penalizzazioni per coloro che maturano i nuovi requisiti per il diritto a pensione
anticipata prima del compimento del 62esimo anno di età;
ha stabilito dei vincoli finanziari e numerici per coloro che sono stati derogati dall'applicazione della nuova
normativa (lavoratori in mobilità ordinaria, in mobilità lunga, esodati, prosecutori volontari, titolari di
prestazioni di sostegno al reddito, esonerati dal servizio).
Si tratta di una vera a propria lotteria
considerato che tale questione coinvolge moltissimi lavoratori. Molte lavoratrici e molti lavoratori
rischiano di rimanere per un lungo periodo di tempo senza alcun sostegno economico e senza pensione;
non ha previsto alcuna tutela per coloro che sono stati stati licenziati e che sono attualmente disoccupati;
ha di fatto vanificato la normativa sui lavori usuranti;
ha bloccato per due anni la rivalutazione automatica delle pensioni per coloro che sono titolari di una
pensione pari 3 volte il trattamento minimo INPS (1.405,00 euro lordi).
IN SOSTANZA A PAGARE IL CONTO DELLA MANOVRA ECONOMICA NON SONO STATI I REDDITI ALTI,
GLI EVASORI FISCALI O I GRANDI PATRIMONI MA LE DONNE, I GIOVANI, I LAVORATORI, I PENSIONATI.
La partita delle pensioni non è chiusa.
È necessario:
risolvere subito il problema di chi ha perso il lavoro e di chi lo perderà per effetto di accordi di
mobilità o di esodo
ripristinare una vera flessibilità e comunque, fin da oggi, prevedere una maggiore gradualità
per l'età di pensionamento delle donne
garantire delle pensioni dignitose ai giovani e alle donne che sono più esposti a lavori
discontinui e a basse retribuzioni
rivedere i requisiti per il diritto alla pensione anticipata e comunque togliere le penalizzazioni.
http://www.cgil.it/Archivio/Welfare/pol ... nsioni.pdf
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
Venerdì 30 Marzo 2012 15:33
Esodati e mazziati. Quando i “tecnici” al Governo non sanno fare di conto
di Fulvio Lo Cicero
ROMA - Hanno cattedre universitarie e stipendi di tutto rispetto. Hanno scritto libri e prodotto ricerche, sono i cervelli del sapere italiano. Alcuni di loro hanno perfino cattedre in America eppure riescono a scrivere sul principale quotidiano italiano che nel nostro Paese è impossibile licenziare oppure che le imprese straniere non investono da noi perché c’è l’articolo 18.
Alcuni di loro continueranno purtroppo ad insegnare, altri riusciranno a scalare le vette dell’amministrazione pubblica ed essere nominati ministri. A quel punto la frittata sarà fatta. Il caso della signora Elsa Fornero probabilmente passerà alla storia politica. Autrice di una riforma pensionistica che attribuisce le esclusive colpe del deficit pubblico al popolo dei pensionati da mille euro al mese (per ideare una riforma così non c’è certo bisogno di una cattedra universitaria), a dicembre ha innalzato le soglie della pensione di vecchiaia e di anzianità senza nemmeno aver prima azzeccato il conto di quanti “esodati” avrebbe ghigliottinato. Al momento della riforma, i conti fatti dalla signora calcolavano in 65 mila i lavoratori che, per effetto di accordi pregressi, sarebbero stati accompagnati alla pensione da assegni di mobilità per un certo periodo di tempo e che l'allungamento dell'età pensionistica avrebbe fatto saltare in aria. Ma i conti sono risultati clamorosamente sbagliati, perché soltanto gli accordi chiusi entro il 4 dicembre (come quello del comparto bancario) coprivano interamente quella cifra e vi rimanevano fuori un numero di lavoratori fra i cento e i trecentomila. Un caso eclatante di incapacità previsionale e gestionale.
Intervistata da “Report”, la signora, invece di scusarsi con il popolo degli esodati per il cumulo di errori commessi, non ha saputo dire altro che “Non ci hanno mica chiamato per distribuire caramelle”, facendo perfino spazientire una compassata e riflessiva Milena Gabanelli. Nello stesso tempo, la medesima trasmissione raccontava di un altro popolo di sfortunati connazionali che si sono imbattuti nella pervicace signora: quello dei “mancati ricongiunti”, persone che, colpiti da un cambio di istituto previdenziale intervenuto nel corso della loro vita lavorativa, sono impossibilitati a ricongiungere i contributi versati perché costerebbe troppo (i calcoli arrivano fino a 300 mila euro chiesti a diversi pensionandi). Qui per la verità, la massima parte delle colpe le ha un ministro, quel Maurizio Sacconi che architettò l’avvelenamento dei pozzi prima di abbandonare il suo incarico ministeriale ma la signora ci ha messo del suo, quando ha difeso a spada tratta il provvedimento (“Ma se uno passa ad un regime contributivo più favorevole dovrà pur pagare qualcosa, no?”, dimenticandosi che il passaggio per molti non era stato scelto ma imposto), ritenendo equa una disposizione che, in moltissimi casi, dimezzerà gli assegni pensionistici di molti suoi connazionali.
Ultima modifica Venerdì 30 Marzo 2012 18:01
http://www.dazebaonews.it/dazebao-news/ ... e-di-conto
Esodati e mazziati. Quando i “tecnici” al Governo non sanno fare di conto
di Fulvio Lo Cicero
ROMA - Hanno cattedre universitarie e stipendi di tutto rispetto. Hanno scritto libri e prodotto ricerche, sono i cervelli del sapere italiano. Alcuni di loro hanno perfino cattedre in America eppure riescono a scrivere sul principale quotidiano italiano che nel nostro Paese è impossibile licenziare oppure che le imprese straniere non investono da noi perché c’è l’articolo 18.
Alcuni di loro continueranno purtroppo ad insegnare, altri riusciranno a scalare le vette dell’amministrazione pubblica ed essere nominati ministri. A quel punto la frittata sarà fatta. Il caso della signora Elsa Fornero probabilmente passerà alla storia politica. Autrice di una riforma pensionistica che attribuisce le esclusive colpe del deficit pubblico al popolo dei pensionati da mille euro al mese (per ideare una riforma così non c’è certo bisogno di una cattedra universitaria), a dicembre ha innalzato le soglie della pensione di vecchiaia e di anzianità senza nemmeno aver prima azzeccato il conto di quanti “esodati” avrebbe ghigliottinato. Al momento della riforma, i conti fatti dalla signora calcolavano in 65 mila i lavoratori che, per effetto di accordi pregressi, sarebbero stati accompagnati alla pensione da assegni di mobilità per un certo periodo di tempo e che l'allungamento dell'età pensionistica avrebbe fatto saltare in aria. Ma i conti sono risultati clamorosamente sbagliati, perché soltanto gli accordi chiusi entro il 4 dicembre (come quello del comparto bancario) coprivano interamente quella cifra e vi rimanevano fuori un numero di lavoratori fra i cento e i trecentomila. Un caso eclatante di incapacità previsionale e gestionale.
Intervistata da “Report”, la signora, invece di scusarsi con il popolo degli esodati per il cumulo di errori commessi, non ha saputo dire altro che “Non ci hanno mica chiamato per distribuire caramelle”, facendo perfino spazientire una compassata e riflessiva Milena Gabanelli. Nello stesso tempo, la medesima trasmissione raccontava di un altro popolo di sfortunati connazionali che si sono imbattuti nella pervicace signora: quello dei “mancati ricongiunti”, persone che, colpiti da un cambio di istituto previdenziale intervenuto nel corso della loro vita lavorativa, sono impossibilitati a ricongiungere i contributi versati perché costerebbe troppo (i calcoli arrivano fino a 300 mila euro chiesti a diversi pensionandi). Qui per la verità, la massima parte delle colpe le ha un ministro, quel Maurizio Sacconi che architettò l’avvelenamento dei pozzi prima di abbandonare il suo incarico ministeriale ma la signora ci ha messo del suo, quando ha difeso a spada tratta il provvedimento (“Ma se uno passa ad un regime contributivo più favorevole dovrà pur pagare qualcosa, no?”, dimenticandosi che il passaggio per molti non era stato scelto ma imposto), ritenendo equa una disposizione che, in moltissimi casi, dimezzerà gli assegni pensionistici di molti suoi connazionali.
Ultima modifica Venerdì 30 Marzo 2012 18:01
http://www.dazebaonews.it/dazebao-news/ ... e-di-conto
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
Esodati. Camusso: "Basta dire faremo..."
ROMA - Basta dire "faremo, faremo..." dice il segretario della Cgil, Camusso, riferendosi alla situazione degli esodati, coloro che hanno perso il lavoro ma non hanno ancora l'età per la pensione.
"Il governo acceleri -esorta la numero uno di Corso Italia - e trovi una soluzione". "Comunque è sempre più scandaloso continuare a non sapere quante sono queste persone", "ci sono enti che non fanno bene il loro lavoro". Le modifiche alla riforma del lavoro? Siamo "fiduciosi. La partita la giochiamo in Parlamento, accompagnando la discussione con le mobilitazioni".
http://www.dazebaonews.it/brevissime/it ... ire-faremo
ROMA - Basta dire "faremo, faremo..." dice il segretario della Cgil, Camusso, riferendosi alla situazione degli esodati, coloro che hanno perso il lavoro ma non hanno ancora l'età per la pensione.
"Il governo acceleri -esorta la numero uno di Corso Italia - e trovi una soluzione". "Comunque è sempre più scandaloso continuare a non sapere quante sono queste persone", "ci sono enti che non fanno bene il loro lavoro". Le modifiche alla riforma del lavoro? Siamo "fiduciosi. La partita la giochiamo in Parlamento, accompagnando la discussione con le mobilitazioni".
http://www.dazebaonews.it/brevissime/it ... ire-faremo
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
Re: riforma Pensioni Fornero-Si lotta per i diritti cancella
31/03/2012 - RETROSCENA
Il rito dei vertici a tre
Ma il vero rebus resta
la riforma del lavoro
Alfano-Bersani-Casini, ancora fumata nera sull’articolo 18
MAGRI
ROMA
Sette giorni fa erano tutti e tre a Cernobbio, dai commercianti; stamane eccoli di nuovo insieme, Alfano Bersani e Casini, dagli agricoltori a Taormina. Altro pubblico dibattito condotto con la solita civiltà dei toni, ciascuno conoscendo già a memoria gli argomenti e le battute degli altri due, come in ogni compagnia di giro che si rispetti. Poi, prima di ripartire, si infileranno in una stanza per quello che un tempo sarebbe stato definito pomposamente dai media «vertice di maggioranza», ma ormai è quasi affettuosa routine (di Pierluigi e di Angelino ieri Pier Ferdinando confidava cose stupende, «ho il grande privilegio di collaborare con queste due personalità importanti che dimostrano quotidianamente di tenere la barra dritta, nonostante sia nel Pdl sia nel Pd c'è chi vorrebbe tornare all’antico...»).
Nemmeno è sicuro che il loro colloquio si protrarrà a lungo, tra l'altro avendo tutti i cronisti dietro la porta. Eppure, politicamente, sarà un passaggio da non perdere. C'è da riannodare il filo spezzato prima dallo scontro sull'articolo 18, poi per il grande scandalo suscitato dal giudizio di Monti sui partiti. Nessuna agenda precisa, ma i temi sono quelli lì: legge elettorale, giustizia, lavoro. Tutto si tiene per un gioco di equilibri dove nessuno può rimetterci la faccia (tra un mese si vota in 27 Comuni capoluogo). E allora, come procedere? Da dove ricominciare?
Sulla riforma del «Porcellum» non sembra difficile. L'impianto è deciso, restano in sospeso un paio di questioni molto da addetti ai lavori (recupero dei resti e assegnazione dei premi) su cui non è detto che i segretari sappiano o vogliano cimentarsi. In compenso potranno decidere se rivedersi a stretto giro per chiudere l'accordo, magari a cavallo di Pasqua. Escluso che i tre litighino sulla giustizia. O perlomeno, non oggi. La miccia che prima o poi darà fuoco alle polveri è stata allungata e di tanto dal ministro Severino, la quale procederà d'ora in avanti col metodo dei colloqui separati, come usa con arabi e israeliani; dunque «confesserà» i partiti a uno a uno prima di tirare le sue conclusioni. Così è stato deciso ieri nell'incontro coi capogruppo, da cui sono uscite voci le più allarmistiche, segnali di grande tensione, come se là dentro fosse successo chissà che. Niente di tutto questo, se si dà retta al capogruppo Fli Della Vedova, persona attendibile. «E' stata una discussione molto seria e senza fronzoli, mi sembra che nessuno avesse intenzione di far saltare il banco».
Il vero nodo che i leader non possono eludere si chiama lavoro. Qui la situazione è parecchio seria. Non sul piano «tecnico» dove un papocchio sempre si troverebbe, e chi se ne intende conferma che basterebbe poca scienza per venirne a capo. La difficoltà è tutta politica, per l'esattezza di immagine. Perché da una parte Bersani non può apparire come colui che cede sui diritti dei lavoratori laddove, ha denunciato ieri il segretario Pd, nemmeno si riesce a scalfire una legge come quella Gasparri sull'emittenza tivù. Dall'altra parte Monti non può uscirne, nella considerazione dei mercati e degli investitori stranieri, come un presidente del Consiglio a sovranità limitata, dal prestigio calante. Con grande sollievo è stata accolta nei Palazzi la lettera di Monti al «Corsera», garbata retromarcia nelle critiche ai partiti. Molto ci tenevano sul Colle più alto, perché al rientro del Professore lunedì dall'Asia quantomeno si potrà discutere al netto degli equivoci e, forse, senza strascichi nei rapporti personali. Ma la sostanza resta un macigno, e Monti l'ha ribadita: urge fare in fretta, senza passi del gambero. L'ipotesi di una fiducia, fin qui smentita, resta nell'aria. Cosicché le esigenze confliggono. Se vince il Prof perde Bersani, e viceversa. La stampa anglosassone (vedi il «Financial Times») già sente l'odore del sangue. La speculazione è in agguato. Come salvare capra e cavoli? La soluzione, ammette un segretario della maggioranza, ancora non è stata trovata, «per cui a Taormina bisogna che ne parliamo».
http://www3.lastampa.it/politica/sezion ... tp/448496/
Il rito dei vertici a tre
Ma il vero rebus resta
la riforma del lavoro
Alfano-Bersani-Casini, ancora fumata nera sull’articolo 18
MAGRI
ROMA
Sette giorni fa erano tutti e tre a Cernobbio, dai commercianti; stamane eccoli di nuovo insieme, Alfano Bersani e Casini, dagli agricoltori a Taormina. Altro pubblico dibattito condotto con la solita civiltà dei toni, ciascuno conoscendo già a memoria gli argomenti e le battute degli altri due, come in ogni compagnia di giro che si rispetti. Poi, prima di ripartire, si infileranno in una stanza per quello che un tempo sarebbe stato definito pomposamente dai media «vertice di maggioranza», ma ormai è quasi affettuosa routine (di Pierluigi e di Angelino ieri Pier Ferdinando confidava cose stupende, «ho il grande privilegio di collaborare con queste due personalità importanti che dimostrano quotidianamente di tenere la barra dritta, nonostante sia nel Pdl sia nel Pd c'è chi vorrebbe tornare all’antico...»).
Nemmeno è sicuro che il loro colloquio si protrarrà a lungo, tra l'altro avendo tutti i cronisti dietro la porta. Eppure, politicamente, sarà un passaggio da non perdere. C'è da riannodare il filo spezzato prima dallo scontro sull'articolo 18, poi per il grande scandalo suscitato dal giudizio di Monti sui partiti. Nessuna agenda precisa, ma i temi sono quelli lì: legge elettorale, giustizia, lavoro. Tutto si tiene per un gioco di equilibri dove nessuno può rimetterci la faccia (tra un mese si vota in 27 Comuni capoluogo). E allora, come procedere? Da dove ricominciare?
Sulla riforma del «Porcellum» non sembra difficile. L'impianto è deciso, restano in sospeso un paio di questioni molto da addetti ai lavori (recupero dei resti e assegnazione dei premi) su cui non è detto che i segretari sappiano o vogliano cimentarsi. In compenso potranno decidere se rivedersi a stretto giro per chiudere l'accordo, magari a cavallo di Pasqua. Escluso che i tre litighino sulla giustizia. O perlomeno, non oggi. La miccia che prima o poi darà fuoco alle polveri è stata allungata e di tanto dal ministro Severino, la quale procederà d'ora in avanti col metodo dei colloqui separati, come usa con arabi e israeliani; dunque «confesserà» i partiti a uno a uno prima di tirare le sue conclusioni. Così è stato deciso ieri nell'incontro coi capogruppo, da cui sono uscite voci le più allarmistiche, segnali di grande tensione, come se là dentro fosse successo chissà che. Niente di tutto questo, se si dà retta al capogruppo Fli Della Vedova, persona attendibile. «E' stata una discussione molto seria e senza fronzoli, mi sembra che nessuno avesse intenzione di far saltare il banco».
Il vero nodo che i leader non possono eludere si chiama lavoro. Qui la situazione è parecchio seria. Non sul piano «tecnico» dove un papocchio sempre si troverebbe, e chi se ne intende conferma che basterebbe poca scienza per venirne a capo. La difficoltà è tutta politica, per l'esattezza di immagine. Perché da una parte Bersani non può apparire come colui che cede sui diritti dei lavoratori laddove, ha denunciato ieri il segretario Pd, nemmeno si riesce a scalfire una legge come quella Gasparri sull'emittenza tivù. Dall'altra parte Monti non può uscirne, nella considerazione dei mercati e degli investitori stranieri, come un presidente del Consiglio a sovranità limitata, dal prestigio calante. Con grande sollievo è stata accolta nei Palazzi la lettera di Monti al «Corsera», garbata retromarcia nelle critiche ai partiti. Molto ci tenevano sul Colle più alto, perché al rientro del Professore lunedì dall'Asia quantomeno si potrà discutere al netto degli equivoci e, forse, senza strascichi nei rapporti personali. Ma la sostanza resta un macigno, e Monti l'ha ribadita: urge fare in fretta, senza passi del gambero. L'ipotesi di una fiducia, fin qui smentita, resta nell'aria. Cosicché le esigenze confliggono. Se vince il Prof perde Bersani, e viceversa. La stampa anglosassone (vedi il «Financial Times») già sente l'odore del sangue. La speculazione è in agguato. Come salvare capra e cavoli? La soluzione, ammette un segretario della maggioranza, ancora non è stata trovata, «per cui a Taormina bisogna che ne parliamo».
http://www3.lastampa.it/politica/sezion ... tp/448496/
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