the day after. quali accordi per governare?
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Re: the day after. quali accordi per governare?
>>Per regolamento i M5S non si possono alleare con nessuno........
Vediamo se per M5S conta di piu` un regolamento del cavolo
definito quando neanche lontanamente pensavano sarebbero
diventati determinanti per la formazione di una maggioranza.
O se invece e` piu` importante consegnare il Paese allo zoo.
soloo42000
Vediamo se per M5S conta di piu` un regolamento del cavolo
definito quando neanche lontanamente pensavano sarebbero
diventati determinanti per la formazione di una maggioranza.
O se invece e` piu` importante consegnare il Paese allo zoo.
soloo42000
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Come ho già detto c'è l'esempio della Sicilia e di altri giunte comunali.
Un cosidetto "appoggio esterno", con l'astenzione/assenza al senato sulla fiducia del Governo e poi poche ma comuni progetti da andare avanti come legge elettorale, legge sul conflitto d'interessi, riduzione dei privilegi della casta, porterebbe fiducia e voti anche al PD.
Basta volerlo!
Un cosidetto "appoggio esterno", con l'astenzione/assenza al senato sulla fiducia del Governo e poi poche ma comuni progetti da andare avanti come legge elettorale, legge sul conflitto d'interessi, riduzione dei privilegi della casta, porterebbe fiducia e voti anche al PD.
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Ricordiamoci che molti voti di 5 Stelle arrivano dal centrosinistra inconcludente,
quindi non so se sia possibile assentarsi al Senato e permettere al governo Bersani di avere la fiducia
risicata ,ma sufficiente con qualche senatore
quindi non so se sia possibile assentarsi al Senato e permettere al governo Bersani di avere la fiducia
risicata ,ma sufficiente con qualche senatore
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Non avevo visto questo topic, pardon.
Se eventualmente volete unirlo col mio fate pure.
Oh, scilipoti è di nuovo in parlamento.
Se dico "che paese di imbecilli" non si offende nessuno, sì?
Se eventualmente volete unirlo col mio fate pure.
Oh, scilipoti è di nuovo in parlamento.
Se dico "che paese di imbecilli" non si offende nessuno, sì?
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: the day after. quali accordi per governare?
>>Se dico "che paese di imbecilli" non si offende nessuno, sì?
No.
Direi che dopo ieri e` l'unica affermazione veritiera valida a 360 gradi.
Ciao.
soloo42000
No.
Direi che dopo ieri e` l'unica affermazione veritiera valida a 360 gradi.
Ciao.
soloo42000
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Pensate a questo programma:
- scuola, sanita`, acqua pubblica
- raddrizzamento di zampe alla PA
- fine di privilegi per le caste
- legge rappresentanza sindacale, riforma diritto lavoro e contratto unico
- conflitto d'interessi
- legge elettorale
- umanizzazione agenzia entrate (garanzie per i cittadini sotto accertamento)
- lotta all'elusione e all'evasione
A parte la lotta all'evasione, questa sarebbe tutta roba che "scalda" tanto il CSX
quanto il M5S...
Ma ci vuole una fiducia...
soloo42000
Sono tutte cose di sinistra che il PD avrebbe da molto tempo dovuto fare e non ha fatto.
Voglio sognare anch'io!
Il PD dovrebbe armarsi di coraggio e dire immediatamente che per quanto riguarda il capitolo costi della politica
(privilegi, rinuncia a parte dei compensi, finanziamento del partito ecc.) si comporteranno come i grillini.
C'è l'avranno questa risolutezza e questo coraggio?
Re: the day after. quali accordi per governare?
Elezioni, il caos Italia spaventa il mondo:
Berlino: "Insostenibile scenario tipo Grecia"
Il responsabile Esteri Cdu: "Appello al senso di responsabilità di tutte le forze politiche". Oggi la Merkel vede il segretario di Stato Usa Kerry e il russo Lavrov, probabile si discuta di Italia. Sui media titoli allarmati. Il Guardian: "Possibile miccia di una crisi finanziaria globale". New York Times: "nel migliore dei casi, coalizione instabile e nuovi rischi per l'eurozona". Schulz: "c'è bisogno di un governo stabile. Dal voto messaggio chiaro, Bruxelles ascolti"
di ANDREA TARQUINI E ALESSIA MANFREDI
BERLINO - Allarme rosso al vertice di Berlino e sui media tedeschi, paura in tutta la Ue, preoccupazione sulla stampa d'oltreoceano. Così le reazioni internazionali ai risultati delle elezioni italiane. La prospettiva di una ingovernabilità a Roma spaventa e fa temere una crisi pericolosissima per l'euro, e poi per il futuro stesso dell'integrazione europea. "E' decisivo che in Italia, nell'interesse dell'Italia e dell'Europa, vi sia al più presto un governo stabile e in grado di agire per il Paese", dice il ministro degli Esteri Guido Westerwelle a Berlino, in una conferenza stampa bilaterale col collega ucraino Leonid Koschara. "Lanciamo un appello al senso di responsabilità di tutte le forze politiche", dice a Repubblica.it Philipp Missfelder, responsabile di politica estera della Cdu (il partito di Angela Merkel), e aggiunge preoccupato: "Voi italiani non siete la Grecia, siete un membro del G8 e un membro-chiave dell'unione monetaria, l'euro non può permettersi uno scenario di tipo greco da voi con nuove elezioni a breve, sarebbe una finestra di instabilità eccessiva". Parla in toni di rara preoccupazione, e certo non si esprime così con un giornale italiano senza aver prima consultato la Cancelliera. La quale sta rientrando da una visita ufficiale in Turchia, e oggi insieme al ministro degli Esteri Guido Westerwelle vedrà qui a Berlino il nuovo Segretario di Stato Usa, Kerry, e il ministro degli Esteri russo Lavrov. Inevitabilmente e fuori programma il caso Italia sarà tema centrale dei colloqui.
Sull'esito delle urne si esprime anche Martin Schulz: per il presidente del Parlamento europeo "l'Italia è uno dei pilastri dell'eurozona e la quarta economia europea e c'è bisogno di un governo stabile". Ogni elezione, osserva, manda un messaggio e "tutte le istituzioni di Bruxelles devono ascoltare l'appello emerso da questo voto: prendiamo più sul serio il fatto che la gente è disposta a fare sacrifici, ma non a tutti i costi".
Anche la stampa americana guarda allarmata al risultato elettorale italiano: per il New York Times "il voto diviso manda un messaggio chiaro in Italia: no all'austerity". Il quotidiano newyorchese sottolinea come "in un voto caratterizzato dalla rabbia degli elettori e da una bassa affluenza alle urne gli esperti sostengono che nel migliore dei casi ci sarebbe una coalizione instabile che esporrebbe di nuovo l'Italia, e l'eurozona, alle turbolenze del mercato". La stessa preoccupazione è espressa nel titolo dell'edizione online europea del Wall Street Journal: "il voto caotico italiano agita il mondo dei mercati", mentre il Washington Post rileva il ritorno di Silvio Berlusconi, che "rianima la sua carriera politica". Su Cnn il risultato del voto italiano è definito di "caotica incertezza", e Bill Emmott, ex direttore dell'Economist in un pezzo speciale per il network americano ricostruisce le tappe che hanno portato la Serenissima al "coma", riprendendo il titolo del suo documentario dedicato all'Italia.
In Germania come altrove in Occidente i media riecheggiano l'inquietudine del governi. Povera italia!, titola l'editoriale di Die Welt, liberalconservatore e filogovernativo, sottolineando la pericolosità dei risultati per la stabilità politica. "Segnale allarmante, quasi metà degli italiani hanno scelto partiti dalla linea aggressivamente antieuropea", commenta la Frankfurter Allgemeine. A Londra The Guardian parla di "deadlock (paralisi, situazione bloccata) a Roma, che può diventare la miccia che accende la crisi finanziaria globale, dopo il recentissimo indebolimento dell'euro". Per il Financial Times "l'Italia si prepara allo stallo politico". Titolo analogo sul francese Le Figaro: "Elezioni italiane: minaccia di un blocco politico".
L'ingovernabilità viene sottolineata anche dai media in lingua spagnola: "Bersani vince alla Camera ma il blocco al Senato rende l'Italia ingovernabile", titola El Mundo, mentre per il quotidiano di Madrid El Pais "la risurrezione di Silvio Berlusconi e l'irruzione dell'antipolitica di Beppe Grillo hanno segnato i risultati delle elezioni politiche italiane e lasciano un paese in profonda crisi politica senza la possibilità di formare un governo stabile".
E a Bruxelles Le Soir, ben informato sugli umori della Commissione europea, sottolinea che il vero vincitore è il populista Grillo, e si esprime con allarme sul peso della paralisi e del rischio ingovernabilità italiano per l'intera Unione europea. "Non facciamo paragoni", insiste l'esperto di politica estera della Merkel, "ripeto il mio appello al senso di responsabilità di tutte le forze politiche italiane, il futuro dell'euro e dell'Europa non può permettersi un'Italia ingovernabile". Suona quasi come un invito che è a un passo dal suggerimento di rassegnarsi a qualsiasi soluzione, persino a una grande coalizione a Roma come male minore e rospo da digerire per evitare il peggio, per fermare la tempesta perfetta sull'euro uscita dalle urne italiane. Con buona pace dei toni sdegnati con cui il centrodestra denunciava ingerenze e pressing tedesco o della Ue sugli elettori italiani, siamo noi col nostro risultato a far sentire tutta l'Europa con le spalle al muro davanti al peggio.
(26 febbraio 2013)
http://www.repubblica.it/speciali/polit ... ef=HRER2-1
Berlino: "Insostenibile scenario tipo Grecia"
Il responsabile Esteri Cdu: "Appello al senso di responsabilità di tutte le forze politiche". Oggi la Merkel vede il segretario di Stato Usa Kerry e il russo Lavrov, probabile si discuta di Italia. Sui media titoli allarmati. Il Guardian: "Possibile miccia di una crisi finanziaria globale". New York Times: "nel migliore dei casi, coalizione instabile e nuovi rischi per l'eurozona". Schulz: "c'è bisogno di un governo stabile. Dal voto messaggio chiaro, Bruxelles ascolti"
di ANDREA TARQUINI E ALESSIA MANFREDI
BERLINO - Allarme rosso al vertice di Berlino e sui media tedeschi, paura in tutta la Ue, preoccupazione sulla stampa d'oltreoceano. Così le reazioni internazionali ai risultati delle elezioni italiane. La prospettiva di una ingovernabilità a Roma spaventa e fa temere una crisi pericolosissima per l'euro, e poi per il futuro stesso dell'integrazione europea. "E' decisivo che in Italia, nell'interesse dell'Italia e dell'Europa, vi sia al più presto un governo stabile e in grado di agire per il Paese", dice il ministro degli Esteri Guido Westerwelle a Berlino, in una conferenza stampa bilaterale col collega ucraino Leonid Koschara. "Lanciamo un appello al senso di responsabilità di tutte le forze politiche", dice a Repubblica.it Philipp Missfelder, responsabile di politica estera della Cdu (il partito di Angela Merkel), e aggiunge preoccupato: "Voi italiani non siete la Grecia, siete un membro del G8 e un membro-chiave dell'unione monetaria, l'euro non può permettersi uno scenario di tipo greco da voi con nuove elezioni a breve, sarebbe una finestra di instabilità eccessiva". Parla in toni di rara preoccupazione, e certo non si esprime così con un giornale italiano senza aver prima consultato la Cancelliera. La quale sta rientrando da una visita ufficiale in Turchia, e oggi insieme al ministro degli Esteri Guido Westerwelle vedrà qui a Berlino il nuovo Segretario di Stato Usa, Kerry, e il ministro degli Esteri russo Lavrov. Inevitabilmente e fuori programma il caso Italia sarà tema centrale dei colloqui.
Sull'esito delle urne si esprime anche Martin Schulz: per il presidente del Parlamento europeo "l'Italia è uno dei pilastri dell'eurozona e la quarta economia europea e c'è bisogno di un governo stabile". Ogni elezione, osserva, manda un messaggio e "tutte le istituzioni di Bruxelles devono ascoltare l'appello emerso da questo voto: prendiamo più sul serio il fatto che la gente è disposta a fare sacrifici, ma non a tutti i costi".
Anche la stampa americana guarda allarmata al risultato elettorale italiano: per il New York Times "il voto diviso manda un messaggio chiaro in Italia: no all'austerity". Il quotidiano newyorchese sottolinea come "in un voto caratterizzato dalla rabbia degli elettori e da una bassa affluenza alle urne gli esperti sostengono che nel migliore dei casi ci sarebbe una coalizione instabile che esporrebbe di nuovo l'Italia, e l'eurozona, alle turbolenze del mercato". La stessa preoccupazione è espressa nel titolo dell'edizione online europea del Wall Street Journal: "il voto caotico italiano agita il mondo dei mercati", mentre il Washington Post rileva il ritorno di Silvio Berlusconi, che "rianima la sua carriera politica". Su Cnn il risultato del voto italiano è definito di "caotica incertezza", e Bill Emmott, ex direttore dell'Economist in un pezzo speciale per il network americano ricostruisce le tappe che hanno portato la Serenissima al "coma", riprendendo il titolo del suo documentario dedicato all'Italia.
In Germania come altrove in Occidente i media riecheggiano l'inquietudine del governi. Povera italia!, titola l'editoriale di Die Welt, liberalconservatore e filogovernativo, sottolineando la pericolosità dei risultati per la stabilità politica. "Segnale allarmante, quasi metà degli italiani hanno scelto partiti dalla linea aggressivamente antieuropea", commenta la Frankfurter Allgemeine. A Londra The Guardian parla di "deadlock (paralisi, situazione bloccata) a Roma, che può diventare la miccia che accende la crisi finanziaria globale, dopo il recentissimo indebolimento dell'euro". Per il Financial Times "l'Italia si prepara allo stallo politico". Titolo analogo sul francese Le Figaro: "Elezioni italiane: minaccia di un blocco politico".
L'ingovernabilità viene sottolineata anche dai media in lingua spagnola: "Bersani vince alla Camera ma il blocco al Senato rende l'Italia ingovernabile", titola El Mundo, mentre per il quotidiano di Madrid El Pais "la risurrezione di Silvio Berlusconi e l'irruzione dell'antipolitica di Beppe Grillo hanno segnato i risultati delle elezioni politiche italiane e lasciano un paese in profonda crisi politica senza la possibilità di formare un governo stabile".
E a Bruxelles Le Soir, ben informato sugli umori della Commissione europea, sottolinea che il vero vincitore è il populista Grillo, e si esprime con allarme sul peso della paralisi e del rischio ingovernabilità italiano per l'intera Unione europea. "Non facciamo paragoni", insiste l'esperto di politica estera della Merkel, "ripeto il mio appello al senso di responsabilità di tutte le forze politiche italiane, il futuro dell'euro e dell'Europa non può permettersi un'Italia ingovernabile". Suona quasi come un invito che è a un passo dal suggerimento di rassegnarsi a qualsiasi soluzione, persino a una grande coalizione a Roma come male minore e rospo da digerire per evitare il peggio, per fermare la tempesta perfetta sull'euro uscita dalle urne italiane. Con buona pace dei toni sdegnati con cui il centrodestra denunciava ingerenze e pressing tedesco o della Ue sugli elettori italiani, siamo noi col nostro risultato a far sentire tutta l'Europa con le spalle al muro davanti al peggio.
(26 febbraio 2013)
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Quelli che pensavano di andare a ritirare IMUcon la vittoria di Silvio.Ora si possono mettere il cuore il pace.
Ciao
Paolo11
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Paolo11
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Elezioni 2013, cronaca ora per ora. Grillo: “Ostacoleremo governissimo”
E a poche ore dall’ufficializzazione dei risultati elettorali che hanno sancito l’ingovernabilità del Parlamento, iniziano a prendere forma le ipotesi di larghe intese tra Pd e Pdl. Stallo al Senato: tre seggi in più al centrosinistra, che però resta lontano dalla soglia necessaria. Il Cavaliere: "Presto per decidere". Boccia: "Accordi su alcuni temi". Beppe Grillo: "Siamo la prima forza del Paese". Bersani in conferenza stampa alle 17
di Redazione Il Fatto Quotidiano
| 26 febbraio 2013Commenti (767)
Un Paese ingovernabile, diviso in tre poli: centrosinistra, centrodestra e Movimento 5 Stelle. Lo spread che al lunedì chiude a 300 punti per poi schizzare subito a 347 la mattina del martedì a urne chiuse e prima ancora che aprano le borse europee. Tutti gli scenari politici sono aperti anche la possibilità di un immediato ritorno al voto. Su tutto, l’incognita dei mercati internazionali che premono su un Paese destinato all’instabilità. Una instabilità fotografata dai risultati definitivi del voto del 24 e 25 febbraio. La coalizione guidata da Pier Luigi Bersani (Pd) totalizza al Senato il 31,63% (113 seggi che diventano 120 con Trentino e Valle d’Aosta) mentre alla Camera il 29,54% ossia 10.047.507 voti (340 seggi). Il centrosinistra quindi conquista la maggioranza relativa al Senato per il rotto della cuffia e la maggioranza assoluta alla Camera. Staccata di 3 seggi la coalizione guidata da Silvio Berlusconi con il 30,72% (117 seggi) che alla Camera totalizza il 29,18% ossia 9.923.100 voti (124 seggi). Ma il vero vincitore della tornata elettorale è senza dubbio il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo che fa il pieno ed è il primo partito alla Camera con il 25,55% dei voti pari a 8.688.545 voti (108 seggi), mentre il terzo al Senato il 23,79% pari a 7.285.648 voti (54 seggi). La coalizione di Mario Monti conquista alla Camera 45 seggi cioè il 10,56% pari a 3.591.560 voti. Fuori dal Parlamento Fli, La Destra, radicali, Samorì, Rivoluzione civile, Fare per fermare il declino. Dentro due piccoli partiti che ottengono un senatore ciascuno: la lista Crocetta in Sicilia e il Grande Sud in Calabria. (Qui i risultati definitivi alla Camera/qui al Senato).
Ipotesi di larghe intese tra Pd e Pdl - E a poche ore dall’ufficializzazione dei risultati elettorali che hanno sancito l’ingovernabilità del Parlamento, iniziano a prendere forma le ipotesi di larghe intese tra Pd e Pdl. Il primo a uscire allo scoperto è Silvio Berlusconi, in un intervento a La Telefonata di Maurizio Belpietro: ”E’ presto per decidere che cosa fare, bisogna riflettere per il bene dell’Italia. Il Paese non può non essere governato, bisogna vedere su quali programmi possano confluire le forze politiche”. A stretto giro la risposta di Francesco Boccia del Pd: “Un accordo con Berlusconi? Penso che un accordo trasparente dovrà essere fatto in Parlamento su alcuni temi”. Smentisce la vice presidente del partito Marina Sereni: “Non faremo governi con chi è responsabile del disastro in cui ci troviamo”. Nella notte, prima ancora che i risultati fossero ufficializzati, Pier Luigi Bersani si era espresso con un tweet: “E’ evidente a tutti che si apre una situazione delicatissima per il Paese. Gestiremo le responsabilità che queste elezioni ci hanno dato nell’interesse del Paese”. Anche da parte del segretario democratico, che oggi farà una conferenza stampa alle 17, non ci sono riferimenti precisi, ma non c’è nemmeno una preclusione al “governissimo”. Ipotesi che certamente non piacerà a Nichi Vendola: nella notte il segretario di Sel ha spiegato che “tocca a noi la proposta di governo”. Beppe Grillo alle 2 di notte è lapidario: “Ostacoleremo ogni ipotesi di governissimo Pd-Pdl”.
Il confronto con il 2008 - La Lega ha dimezzato i voti e il Pdl di Silvio Berlusconi ha perso il 15,84% dei consensi in cinque anni. Eppure è proprio la coalizione di centrodestra, nonostante i 6 milioni e 300mila voti persi, a uscire “a testa alta” dalle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013. Il parallelo con le elezioni 2008 spiega perché. Alle Politiche 2013, a implodere è stato l’intero sistema dei partiti (a vantaggio del M5S, che ha preso oltre 8 milioni e mezzo di voti). Basta citare il dato del Pd: sconfitto nel 2008 con il 33,2% raccolto da Veltroni e vincente – per un soffio – nel 2013 con il 25,41%. Una perdita netta, per il partito, di quasi 3 milioni e mezzo di voti, per un a forza politica che per quattro anni è stata all’opposizione e poi ha sostenuto il governo tecnico.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02 ... ra/513183/
E a poche ore dall’ufficializzazione dei risultati elettorali che hanno sancito l’ingovernabilità del Parlamento, iniziano a prendere forma le ipotesi di larghe intese tra Pd e Pdl. Stallo al Senato: tre seggi in più al centrosinistra, che però resta lontano dalla soglia necessaria. Il Cavaliere: "Presto per decidere". Boccia: "Accordi su alcuni temi". Beppe Grillo: "Siamo la prima forza del Paese". Bersani in conferenza stampa alle 17
di Redazione Il Fatto Quotidiano
| 26 febbraio 2013Commenti (767)
Un Paese ingovernabile, diviso in tre poli: centrosinistra, centrodestra e Movimento 5 Stelle. Lo spread che al lunedì chiude a 300 punti per poi schizzare subito a 347 la mattina del martedì a urne chiuse e prima ancora che aprano le borse europee. Tutti gli scenari politici sono aperti anche la possibilità di un immediato ritorno al voto. Su tutto, l’incognita dei mercati internazionali che premono su un Paese destinato all’instabilità. Una instabilità fotografata dai risultati definitivi del voto del 24 e 25 febbraio. La coalizione guidata da Pier Luigi Bersani (Pd) totalizza al Senato il 31,63% (113 seggi che diventano 120 con Trentino e Valle d’Aosta) mentre alla Camera il 29,54% ossia 10.047.507 voti (340 seggi). Il centrosinistra quindi conquista la maggioranza relativa al Senato per il rotto della cuffia e la maggioranza assoluta alla Camera. Staccata di 3 seggi la coalizione guidata da Silvio Berlusconi con il 30,72% (117 seggi) che alla Camera totalizza il 29,18% ossia 9.923.100 voti (124 seggi). Ma il vero vincitore della tornata elettorale è senza dubbio il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo che fa il pieno ed è il primo partito alla Camera con il 25,55% dei voti pari a 8.688.545 voti (108 seggi), mentre il terzo al Senato il 23,79% pari a 7.285.648 voti (54 seggi). La coalizione di Mario Monti conquista alla Camera 45 seggi cioè il 10,56% pari a 3.591.560 voti. Fuori dal Parlamento Fli, La Destra, radicali, Samorì, Rivoluzione civile, Fare per fermare il declino. Dentro due piccoli partiti che ottengono un senatore ciascuno: la lista Crocetta in Sicilia e il Grande Sud in Calabria. (Qui i risultati definitivi alla Camera/qui al Senato).
Ipotesi di larghe intese tra Pd e Pdl - E a poche ore dall’ufficializzazione dei risultati elettorali che hanno sancito l’ingovernabilità del Parlamento, iniziano a prendere forma le ipotesi di larghe intese tra Pd e Pdl. Il primo a uscire allo scoperto è Silvio Berlusconi, in un intervento a La Telefonata di Maurizio Belpietro: ”E’ presto per decidere che cosa fare, bisogna riflettere per il bene dell’Italia. Il Paese non può non essere governato, bisogna vedere su quali programmi possano confluire le forze politiche”. A stretto giro la risposta di Francesco Boccia del Pd: “Un accordo con Berlusconi? Penso che un accordo trasparente dovrà essere fatto in Parlamento su alcuni temi”. Smentisce la vice presidente del partito Marina Sereni: “Non faremo governi con chi è responsabile del disastro in cui ci troviamo”. Nella notte, prima ancora che i risultati fossero ufficializzati, Pier Luigi Bersani si era espresso con un tweet: “E’ evidente a tutti che si apre una situazione delicatissima per il Paese. Gestiremo le responsabilità che queste elezioni ci hanno dato nell’interesse del Paese”. Anche da parte del segretario democratico, che oggi farà una conferenza stampa alle 17, non ci sono riferimenti precisi, ma non c’è nemmeno una preclusione al “governissimo”. Ipotesi che certamente non piacerà a Nichi Vendola: nella notte il segretario di Sel ha spiegato che “tocca a noi la proposta di governo”. Beppe Grillo alle 2 di notte è lapidario: “Ostacoleremo ogni ipotesi di governissimo Pd-Pdl”.
Il confronto con il 2008 - La Lega ha dimezzato i voti e il Pdl di Silvio Berlusconi ha perso il 15,84% dei consensi in cinque anni. Eppure è proprio la coalizione di centrodestra, nonostante i 6 milioni e 300mila voti persi, a uscire “a testa alta” dalle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013. Il parallelo con le elezioni 2008 spiega perché. Alle Politiche 2013, a implodere è stato l’intero sistema dei partiti (a vantaggio del M5S, che ha preso oltre 8 milioni e mezzo di voti). Basta citare il dato del Pd: sconfitto nel 2008 con il 33,2% raccolto da Veltroni e vincente – per un soffio – nel 2013 con il 25,41%. Una perdita netta, per il partito, di quasi 3 milioni e mezzo di voti, per un a forza politica che per quattro anni è stata all’opposizione e poi ha sostenuto il governo tecnico.
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Re: the day after. quali accordi per governare?
paolo11 ha scritto:Quelli che pensavano di andare a ritirare IMUcon la vittoria di Silvio.Ora si possono mettere il cuore il pace.
Ciao
Paolo11
Chi di bunga bunga colpisce,.........di bunga bunga perisce......
Grillo dice no agli inciuci. Rimane quindi il governo dello Zoo, giaguaro + caimano.
Se il caimano va al governo con il giaguaro restituirà l'Imu????????????????????????????????????????????
Chi c’è in linea
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