quo vadis PD ????
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Re: quo vadis PD ????
@mariok
Sicuramente quello che dici potrebbe essere un problema più per grillo che per gli eletti, ma a questo si potrebbe rispondere con un governo di tecnici ovviamente scelti dal PD, non a guida bersani.
Oppure un governo PD fatto dai più giovani neoeletti del partito, non a guida bersani.
Non mi viene in mente altro.
Bye
Sicuramente quello che dici potrebbe essere un problema più per grillo che per gli eletti, ma a questo si potrebbe rispondere con un governo di tecnici ovviamente scelti dal PD, non a guida bersani.
Oppure un governo PD fatto dai più giovani neoeletti del partito, non a guida bersani.
Non mi viene in mente altro.
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Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: quo vadis PD ????
Va tutto bene. Però cari "giovani", se ci siete, dovete farvi avanti. Se non ora, quando?
A proposito del bene dell’Italia
Hanno già cominciato. I principali quotidiani e i più autorevoli opinionisti (gli stessi che dicevano che il Pd avrebbe avuto bisogno di Monti per governare, già) spiegano, senza essere sfiorati dal minimo dubbio, che l’unica soluzione per uscire dall’impasse sia un altro governo Monti. Per fare le riforme che il primo governo Monti non ha fatto, con gli stessi protagonisti, Monti compreso, anche se non a Palazzo Chigi, perché è andato male alle elezioni (non potrebbe essere questo un indizio che c’è qualcosa che non va, nel limpidissimo ragionamento?).
Lo stesso fanno alcuni leader politici del centrosinistra, anche quelli che non si sono ricandidati, reduci da mille successi.
L’espressione a cui tutti si richiamano è «per il bene dell’Italia», all’insegna della mitica «responsabilità». La stessa responsabilità che per il bene del Paese ci ha portato fin qui, da coltivare ancora insieme a un irresponsabile dichiarato come Berlusconi, che ha una sola preoccupazione: restituire l’Imu. Sempre per il bene del Paese, ovviamente.
Ora, mi chiedo, ma per il bene del Paese non sarebbe meglio provare un’altra strada e imboccarla in una direzione contraria rispetto alla precedente?
Non sarebbe auspicabile che nel breve volgere di qualche settimana si approvassero alcune norme per cui tutti si sono detti favorevoli in campagna elettorale, a cominciare dalla riduzione del numero dei parlamentari (che a guardare i programmi elettorali dovrebbe essere sostenuta dal 100% dei parlamentari stessi), dalla dimezzamento degli ‘stipendi’ degli stessi, dal tetto da individuare per la retribuzione dei manager della Pubblica Amministrazione, da una nuova legge elettorale uninominale con doppio turno (che, alla luce di alcune cose che sono successe negli ultimi mesi, potrebbe avere il sostegno di Pd e M5S), da una norma più avanzata sulla corruzione, da una misura sul conflitto d’interessi (che non riguarda Berlusconi soltanto, ma metà Paese)?
Non sarebbe, questo, il bene dell’Italia e della sua politica? E chi si sottraesse a un simile ‘pacchetto’, non farebbe una pessima figura? E chi si rifiutasse, non sarebbe in contraddizione con le stesse promesse della propria campagna elettorale?
Perché, fatemi capire, se avessimo vinto davvero, non le avremmo fatte, queste cose?
Se così si farà, oltretutto, ogni scelta successiva apparirà meno emergenziale (se, come temo, oltre a queste cose non ci sarebbe una maggioranza per farne delle altre e torneremo al voto).
Così, chi si ripresenterà agli elettori lo farà muovendo da un punto di vista diverso, spostando l’asticella del confronto politico un chilometro più in alto.
Insomma, la realtà si può rimuovere, e andare avanti come se nulla fosse successo. Oppure della realtà si può prendere atto e fare il bene (e il meglio) che possiamo nelle condizioni in cui ci troviamo.
http://www.ciwati.it/
A proposito del bene dell’Italia
Hanno già cominciato. I principali quotidiani e i più autorevoli opinionisti (gli stessi che dicevano che il Pd avrebbe avuto bisogno di Monti per governare, già) spiegano, senza essere sfiorati dal minimo dubbio, che l’unica soluzione per uscire dall’impasse sia un altro governo Monti. Per fare le riforme che il primo governo Monti non ha fatto, con gli stessi protagonisti, Monti compreso, anche se non a Palazzo Chigi, perché è andato male alle elezioni (non potrebbe essere questo un indizio che c’è qualcosa che non va, nel limpidissimo ragionamento?).
Lo stesso fanno alcuni leader politici del centrosinistra, anche quelli che non si sono ricandidati, reduci da mille successi.
L’espressione a cui tutti si richiamano è «per il bene dell’Italia», all’insegna della mitica «responsabilità». La stessa responsabilità che per il bene del Paese ci ha portato fin qui, da coltivare ancora insieme a un irresponsabile dichiarato come Berlusconi, che ha una sola preoccupazione: restituire l’Imu. Sempre per il bene del Paese, ovviamente.
Ora, mi chiedo, ma per il bene del Paese non sarebbe meglio provare un’altra strada e imboccarla in una direzione contraria rispetto alla precedente?
Non sarebbe auspicabile che nel breve volgere di qualche settimana si approvassero alcune norme per cui tutti si sono detti favorevoli in campagna elettorale, a cominciare dalla riduzione del numero dei parlamentari (che a guardare i programmi elettorali dovrebbe essere sostenuta dal 100% dei parlamentari stessi), dalla dimezzamento degli ‘stipendi’ degli stessi, dal tetto da individuare per la retribuzione dei manager della Pubblica Amministrazione, da una nuova legge elettorale uninominale con doppio turno (che, alla luce di alcune cose che sono successe negli ultimi mesi, potrebbe avere il sostegno di Pd e M5S), da una norma più avanzata sulla corruzione, da una misura sul conflitto d’interessi (che non riguarda Berlusconi soltanto, ma metà Paese)?
Non sarebbe, questo, il bene dell’Italia e della sua politica? E chi si sottraesse a un simile ‘pacchetto’, non farebbe una pessima figura? E chi si rifiutasse, non sarebbe in contraddizione con le stesse promesse della propria campagna elettorale?
Perché, fatemi capire, se avessimo vinto davvero, non le avremmo fatte, queste cose?
Se così si farà, oltretutto, ogni scelta successiva apparirà meno emergenziale (se, come temo, oltre a queste cose non ci sarebbe una maggioranza per farne delle altre e torneremo al voto).
Così, chi si ripresenterà agli elettori lo farà muovendo da un punto di vista diverso, spostando l’asticella del confronto politico un chilometro più in alto.
Insomma, la realtà si può rimuovere, e andare avanti come se nulla fosse successo. Oppure della realtà si può prendere atto e fare il bene (e il meglio) che possiamo nelle condizioni in cui ci troviamo.
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Re: quo vadis PD ????
Giovani Pd: ciclo finito, al congresso si cambia. No al governissimo
di Lorenzo De Cicco | 28 febbraio 2013
“Il loro ciclo è finito, nel Pd serve un gruppo dirigente totalmente rinnovato”. Loro sono i vari Bindi, D’Alema, Veltroni e Fioroni – ma la lista potrebbe continuare. A parlare invece è il segretario nazionale dei Giovani democratici Fausto Raciti, 29 anni tra una settimana, neo deputato nel Parlamento più ingovernabile della storia repubblicana. Raciti non usa mezzi termini nel parlare della bocciatura arrivata dalle urne per il Pd e nonostante sia stato un “bersaniano” di ferro durante le primarie di novembre, oggi usa toni da rottamatore. “Questo voto chiude un ciclo per un intero gruppo dirigente, che è quello che ha guidato la sinistra negli ultimi vent’anni. Non credo che sia il momento per parlare dei singoli errori di Bersani in campagna elettorale, ma serve un ricambio generazionale forte dal prossimo congresso. E va fatto alla svelta. Non so quale sarà il calendario che deciderà il partito per la nostra discussione interna, ma io credo che non possiamo aspettare. E prima ancora di capire chi sarà a guidarci in futuro dobbiamo decidere cosa fare. Le persone vengono dopo”.
Sulle ragioni di un risultato elettorale così deludente per i democratici, il leader degli under30 Pd è perentorio. “Non credo ai problemi di comunicazione ma a quelli politici. Non siamo riusciti ad intercettare una fetta ampia di paese, impoverita nel corso degli ultimi anni e disgregata a livello sociale. Un popolo che non ha apprezzato il messaggio secondo cui bastava amministrare bene e che chiedeva con rabbia un cambiamento radicale. Noi non abbiamo incarnato questa richiesta, Grillo sì”. A Bersani e agli altri dirigenti del Pd Raciti rimprovera di avere portato avanti “l’idea di un Centro con il quale governare. Un polo che si è visto essere quasi inesistente”.
E il futuro? Secondo i giovani democratici “in questo momento l’unica cosa da non fare è il governissimo con il Pdl. Significherebbe andare nella direzione opposta rispetto alle istanze di protesta emerse dal voto di domenica e lunedì”. E allora, governo con Grillo, ammesso che il comico genovese cambi idea? “Nessuno sta teorizzando il governo con il movimento 5 stelle: siamo forze alternative, non facciamoci prendere dalla sindrome di Stoccolma. Però si possono cercare convergenze su alcuni punti. Il Pd deve mettere in campo proposte che vadano incontro alla richiesta di cambiamento uscita dalle urne, poi ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. Se fallisce il tentativo con Grillo però dobbiamo tornare al voto, con le conseguenze che questo può comportare. Ma niente accordi con il Pdl”.
Ribaltando invece gli scenari, come ha detto Grillo proprio oggi: un governo guidato dai 5 stelle con il sostegno esterno del Pd? “No, perché noi siamo arrivati primi, anche se non possiamo dire di avere vinto. Ma il voto degli elettori va rispettato. Spetta a noi formare il governo”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02 ... mo/516396/
di Lorenzo De Cicco | 28 febbraio 2013
“Il loro ciclo è finito, nel Pd serve un gruppo dirigente totalmente rinnovato”. Loro sono i vari Bindi, D’Alema, Veltroni e Fioroni – ma la lista potrebbe continuare. A parlare invece è il segretario nazionale dei Giovani democratici Fausto Raciti, 29 anni tra una settimana, neo deputato nel Parlamento più ingovernabile della storia repubblicana. Raciti non usa mezzi termini nel parlare della bocciatura arrivata dalle urne per il Pd e nonostante sia stato un “bersaniano” di ferro durante le primarie di novembre, oggi usa toni da rottamatore. “Questo voto chiude un ciclo per un intero gruppo dirigente, che è quello che ha guidato la sinistra negli ultimi vent’anni. Non credo che sia il momento per parlare dei singoli errori di Bersani in campagna elettorale, ma serve un ricambio generazionale forte dal prossimo congresso. E va fatto alla svelta. Non so quale sarà il calendario che deciderà il partito per la nostra discussione interna, ma io credo che non possiamo aspettare. E prima ancora di capire chi sarà a guidarci in futuro dobbiamo decidere cosa fare. Le persone vengono dopo”.
Sulle ragioni di un risultato elettorale così deludente per i democratici, il leader degli under30 Pd è perentorio. “Non credo ai problemi di comunicazione ma a quelli politici. Non siamo riusciti ad intercettare una fetta ampia di paese, impoverita nel corso degli ultimi anni e disgregata a livello sociale. Un popolo che non ha apprezzato il messaggio secondo cui bastava amministrare bene e che chiedeva con rabbia un cambiamento radicale. Noi non abbiamo incarnato questa richiesta, Grillo sì”. A Bersani e agli altri dirigenti del Pd Raciti rimprovera di avere portato avanti “l’idea di un Centro con il quale governare. Un polo che si è visto essere quasi inesistente”.
E il futuro? Secondo i giovani democratici “in questo momento l’unica cosa da non fare è il governissimo con il Pdl. Significherebbe andare nella direzione opposta rispetto alle istanze di protesta emerse dal voto di domenica e lunedì”. E allora, governo con Grillo, ammesso che il comico genovese cambi idea? “Nessuno sta teorizzando il governo con il movimento 5 stelle: siamo forze alternative, non facciamoci prendere dalla sindrome di Stoccolma. Però si possono cercare convergenze su alcuni punti. Il Pd deve mettere in campo proposte che vadano incontro alla richiesta di cambiamento uscita dalle urne, poi ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. Se fallisce il tentativo con Grillo però dobbiamo tornare al voto, con le conseguenze che questo può comportare. Ma niente accordi con il Pdl”.
Ribaltando invece gli scenari, come ha detto Grillo proprio oggi: un governo guidato dai 5 stelle con il sostegno esterno del Pd? “No, perché noi siamo arrivati primi, anche se non possiamo dire di avere vinto. Ma il voto degli elettori va rispettato. Spetta a noi formare il governo”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02 ... mo/516396/
Re: quo vadis PD ????
sull'idea di "centro" è meglio che con Renzi si chiariscano adesso
Ivan Scalfarotto ?
missing.
Ivan Scalfarotto ?
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Re: quo vadis PD ????
Io sparo pure questa idea Bersani e Monti formino un governo, anche se al senato non raggiungono la maggioranza.Ma con l'appoggio di grillo al senato su temi a lui cari.
Chiedo lo possono fare?
Ciao
Paolo11
Chiedo lo possono fare?
Ciao
Paolo11
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Re: quo vadis PD ????
Risolvere la crisi Bersani ce la potrebbe fare ..... non sarebbe certo la base ad impedirglielo ... ma le serpi, gli sconfiitti, che stanno dentro la direzione PD.
Lì dentro sono schierati tutti i suoi nemici.
Bersani è segretario eletto da 3.200.000 sostenitori, non capisco perche debba farsi condizionari dai dalemoni, veltroniani, tutti degli emeriti sconfitti.
Se Bersani chiama a sé i giovani del PD, gente valida, vedi la Puppato, Civati, ecc. vedrete che saprà fare le cose giuste.
Bye
Lì dentro sono schierati tutti i suoi nemici.
Bersani è segretario eletto da 3.200.000 sostenitori, non capisco perche debba farsi condizionari dai dalemoni, veltroniani, tutti degli emeriti sconfitti.
Se Bersani chiama a sé i giovani del PD, gente valida, vedi la Puppato, Civati, ecc. vedrete che saprà fare le cose giuste.
Bye
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Re: quo vadis PD ????
Bella la domanda di Cacciari a Servizio Pubblico:
ma il PD è capace di reggere una proposta di governo adeguata a raccogliere il consenso del M5S?
La sua risposta è no. Quella di Cofferati è sì, perché alcune di quelle cose le ha già nel suo programma.
A me sembra che abbia ragione Cacciari, almeno se parliamo di questo PD.
ma il PD è capace di reggere una proposta di governo adeguata a raccogliere il consenso del M5S?
La sua risposta è no. Quella di Cofferati è sì, perché alcune di quelle cose le ha già nel suo programma.
A me sembra che abbia ragione Cacciari, almeno se parliamo di questo PD.
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Re: quo vadis PD ????
A me è piaciuto il discorso del premio Nobel Dario Fo, molto lucido sul fatto che Grillo alla fine sarà responsabile!
Amen
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Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: quo vadis PD ????
Io sono convinto che il problema non è tanto Grillo, quanto il PD.
Ma ve li vedete Veltroni che rinuncia alle sue aspirazioni in Rai, Bindi, D'Alema e Fioroni che non si assicurano qualche posto istituzionale di prestigio?
Per non parlare dell'azzeramento dei fiumi di soldi ai partiti (rimborsi elettorali, finanziamenti ai gruppi ecc.), della riduzione dei parlamentari, dell'eliminazione delle province, del taglio dei finanziamenti ai giornali, della riforma del sistema televisivo, della spartizione delle nomine ecc. ecc.
Ma ve li vedete Veltroni che rinuncia alle sue aspirazioni in Rai, Bindi, D'Alema e Fioroni che non si assicurano qualche posto istituzionale di prestigio?
Per non parlare dell'azzeramento dei fiumi di soldi ai partiti (rimborsi elettorali, finanziamenti ai gruppi ecc.), della riduzione dei parlamentari, dell'eliminazione delle province, del taglio dei finanziamenti ai giornali, della riforma del sistema televisivo, della spartizione delle nomine ecc. ecc.
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Re: quo vadis PD ????
Giusto,mariok ha scritto:Io sono convinto che il problema non è tanto Grillo, quanto il PD.
Ma ve li vedete Veltroni che rinuncia alle sue aspirazioni in Rai, Bindi, D'Alema e Fioroni che non si assicurano qualche posto istituzionale di prestigio?
Per non parlare dell'azzeramento dei fiumi di soldi ai partiti (rimborsi elettorali, finanziamenti ai gruppi ecc.), della riduzione dei parlamentari, dell'eliminazione delle province, del taglio dei finanziamenti ai giornali, della riforma del sistema televisivo, della spartizione delle nomine ecc. ecc.
ma alla prossima tornata sono tutti morti.
Credo però che non sono fessi, e Bersani neanche.
Si andrà a finire con un governo veramente tecnico ed innocuo.
Bye
P.S.: però ci sarebbe una contropartita a questi "sacrifici" ..... eliminare difinitivamente il lupo mannaro
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
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