THE CATHOLIC QUESTION
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
pio laghi aveva rapporti mica da ridere con il polacco, tra l'altro
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
Senatrice PDL scrive ai parroci umbri,
uno gli risponde per le rime
Mando la "lettera pastorale" della sen. Ada Spadoni (PDL) e la mia risposta, dovuta, visto che la senatrice si è rivolta a tutti i preti dell'Umbria in quanto pastori e sollevando solo alcuni dei temi etici che sono oggetto della riflessione cristiana, con la chiara richiesta di un sostegno politico dei preti stessi e delle comunità cristiane.
don Gianfranco Formenton
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LA LETTERA DELLA SENATRICE
Perugia, 8 febbraio 2013
Gentile Parroco,
mi sono decisa a scrivere questa lettera ai pastori del popolo cristiano dell'Umbria perché, dopo cinque anni trascorsi in Senato, so con certezza che nei primi mesi della prossima legislatura dovranno essere affrontati in Parlamento parecchi argomenti che riguardano temi etici importanti e delicatissimi. Mi riferisco, tra le altre, alle disposizioni sul fine vita (chi non ricorda il caso Englaro), alla legge sul matrimonio per le coppie omosessuali, all'adozione di bambini nelle stesse coppie omosessuali, alle problematiche sull'uso degli embrioni, all'apertura all'aborto eugenetico (che, di fatto, si va già diffondendo).
In Parlamento, lo scorso anno, ho costituito, assieme ad altri colleghi, l'Associazione parlamentare per la Vita. Una Associazione che è stata un baluardo contro ogni attacco volto a modificare in senso negativo la nostra legislazione. Malgrado ciò recenti orientamenti dei giudici hanno intaccato lo stesso dettato costituzionale in tema di famiglia, di adozioni e di fine vita.
Immagino che sulla politica economica del mio partito non tutto possa essere pienamente condivisibile e che, magari, alcuni preferiscano soluzioni diverse da quelle che abbiamo proposto o che abbiamo in programma di fare. Sui temi etici però, a differenza di altri partiti, il PdL è stato sempre unito e coerente, perché composto da molti cattolici e da altri che si definiscono laici adulti, la cui formazione culturale e politica è in ogni caso improntata al rispetto di tutti i valori non negoziabili. Se di politica economica si può discutere (ma io ho sempre lottato per orientare al bene comune l'azione dello Stato), su queste tematiche non ci sarà possibilità di mediazione. Mediare significherebbe comunque accettare che, prima o poi, si compia un'escalation che ha come traguardo la modificazione dei valori di fondo della nostra società, da ultima, per usare la denuncia dei vescovi spagnoli, la separazione della sessualità dalla persona: non più maschio e femmina, ma il sesso sarebbe un dato anatomico senza rilevanza antropologica.
È necessario che nel futuro Parlamento ci sia un numero di persone sufficienti a non far passare leggi contro la famiglia, l'uomo e la sua vita. Io mi sono impegnata e mi impegnerò in questo senso. Per questo chiedo anche il Suo sostegno e ringrazio per tutto quello che riterrà di fare.
Devotamente saluto,
Ada Urbani
candidata PdL al senato
www.adaurbani.it
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LA RISPOSTA DI DON GIANFRANCO FORMENTON
Spoleto, 12 febbraio 2013
Gentile Senatrice,
ho ricevuto la sua lettera ai pastori del popolo cristiano dell'Umbria e ho deciso di risponderle in quanto pastore di una parte di questo popolo al quale recentemente il Card. Bagnasco ha raccomandato, dopo alcune eclatanti ed astrali promesse elettorali, di non farsi abbindolare.
Vedo che nella sua lettera lei parla in gran parte dei cosiddetti temi etici che lei riferisce unicamente ai luoghi comuni che tutti i politici in cerca di voti e consensi toccano quando si rivolgono ai cattolici: il fine vita, le unioni omosessuali, gli embrioni, l'aborto.
La ringrazio anche per la citazione dei vescovi spagnoli e per il suo impegno per la formazione culturale e politica improntata al rispetto di tutti i valori non negoziabili.
Ma rivolgendosi ai pastori del popolo cristiano lei dovrebbe ricordare che tra i valori non negoziabili nella vita, nella vita cristiana e soprattutto in politica entrano tutta una serie di comportamenti di vita, di etica pubblica e di testimonianza sui quali non mi sembra che il partito di cui lei fa parte né gli alleati che si è scelto siano pienamente consapevoli.
Sarebbe bello stendere un velo pietoso su tutto ciò che riguarda il capo del suo partito, sul quale non credo ci siano parole sufficienti per stigmatizzare i comportamenti, le esternazioni, le attitudini pruriginose, le cafonerie, le volgarità verbali che costituiscono tutto il panorama di disvalori che tutti i pastori del popolo cristiano cercano di indicare come immorali agli adulti cristiani e dai quali cercano di preservare le nuove generazioni.
Sarebbe bello ma i pastori non possono farlo perché lo spettacolo indecoroso del suo capo è stato anche una vera e propria modificazione dei valori di fondo della nostra società (come lei dice) operata anche grazie allo strapotere mediatico che ha realizzato una vera e propria rivoluzione (questa sì che gli è riuscita) secondo la quale oramai il relativismo morale, tanto condannato dalla Chiesa, è diventato realtà. Concordo con lei, su questo mediare significherebbe accettare.
Un'idea di vita irreale ha devastato le coscienze e i comportamenti dei nostri giovani che hanno smesso di sognare sogni nobili e si sono adagiati sugli sculettamenti delle veline, sui discorsi vacui nei pomeriggi televisivi, sui giochi idioti del fine pomeriggio e su una visione rampante e furbesca della politica fatta di igieniste dentali, di figli di boss nordisti, di pregiudicati che dobbiamo chiamare onorevoli.
Oltre a questo lei siederà nel Senato della Repubblica insieme a tutta una serie di personaggi che coltivano ideologie razziste, populiste, fasciste che sono assolutamente anti-cristiane, anti-evangeliche, anti-umane. Mi consenta di dirle francamente che il Vangelo che i pastori annunciano al popolo cristiano non ha nulla a che vedere con ideologie che contrappongono gli uomini in base alle razze, alle etnie, alle latitudini, ai soldi e, mi creda, mentre nel Vangelo non c'è una sola parola sulle unioni omosessuali, sul fine vita e sull'aborto: sulle discriminazioni, invece, sul rifiuto della violenza e su una visione degli altri come fratelli e non come nemici ci sono monumenti innalzati alla tolleranza, alla nonviolenza, all'accoglienza dello straniero, al rifiuto delle logiche della furbizia e del potere.
Mi dispiace, gentile senatrice, ma non riterrò di fare qualcosa né per lei, né per il suo partito, né per i vostri alleati, anzi. Se qualcosa farò anche in queste elezioni questo non sarà certo di suggerire alle pecorelle del mio gregge di votare per quelli che mi scrivono lettere esibendo presunte credenziali di cattolicità.
Mi sforzerò, come raccomanda il cardinale, di mettere in guardia tutti dal farsi abbindolare da certi ex-leoni diventati candidi agnelli. Se le posso dare un consiglio, desista da questa vecchia pratica democristiana di scrivere ai preti solo in campagna elettorale, e consigli il suo capo di seguire l'esempio fulgido del Papa. Sarebbe una vera opera di misericordia nei confronti del nostro popolo.
don Gianfranco Formenton
(lettera ricevuta tramite Giovanni Bachelet)
http://100passi.globalist.it/Detail_New ... 91&typeb=0
Evangelicamente... pane al pane , vino al vino.
uno gli risponde per le rime
Mando la "lettera pastorale" della sen. Ada Spadoni (PDL) e la mia risposta, dovuta, visto che la senatrice si è rivolta a tutti i preti dell'Umbria in quanto pastori e sollevando solo alcuni dei temi etici che sono oggetto della riflessione cristiana, con la chiara richiesta di un sostegno politico dei preti stessi e delle comunità cristiane.
don Gianfranco Formenton
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LA LETTERA DELLA SENATRICE
Perugia, 8 febbraio 2013
Gentile Parroco,
mi sono decisa a scrivere questa lettera ai pastori del popolo cristiano dell'Umbria perché, dopo cinque anni trascorsi in Senato, so con certezza che nei primi mesi della prossima legislatura dovranno essere affrontati in Parlamento parecchi argomenti che riguardano temi etici importanti e delicatissimi. Mi riferisco, tra le altre, alle disposizioni sul fine vita (chi non ricorda il caso Englaro), alla legge sul matrimonio per le coppie omosessuali, all'adozione di bambini nelle stesse coppie omosessuali, alle problematiche sull'uso degli embrioni, all'apertura all'aborto eugenetico (che, di fatto, si va già diffondendo).
In Parlamento, lo scorso anno, ho costituito, assieme ad altri colleghi, l'Associazione parlamentare per la Vita. Una Associazione che è stata un baluardo contro ogni attacco volto a modificare in senso negativo la nostra legislazione. Malgrado ciò recenti orientamenti dei giudici hanno intaccato lo stesso dettato costituzionale in tema di famiglia, di adozioni e di fine vita.
Immagino che sulla politica economica del mio partito non tutto possa essere pienamente condivisibile e che, magari, alcuni preferiscano soluzioni diverse da quelle che abbiamo proposto o che abbiamo in programma di fare. Sui temi etici però, a differenza di altri partiti, il PdL è stato sempre unito e coerente, perché composto da molti cattolici e da altri che si definiscono laici adulti, la cui formazione culturale e politica è in ogni caso improntata al rispetto di tutti i valori non negoziabili. Se di politica economica si può discutere (ma io ho sempre lottato per orientare al bene comune l'azione dello Stato), su queste tematiche non ci sarà possibilità di mediazione. Mediare significherebbe comunque accettare che, prima o poi, si compia un'escalation che ha come traguardo la modificazione dei valori di fondo della nostra società, da ultima, per usare la denuncia dei vescovi spagnoli, la separazione della sessualità dalla persona: non più maschio e femmina, ma il sesso sarebbe un dato anatomico senza rilevanza antropologica.
È necessario che nel futuro Parlamento ci sia un numero di persone sufficienti a non far passare leggi contro la famiglia, l'uomo e la sua vita. Io mi sono impegnata e mi impegnerò in questo senso. Per questo chiedo anche il Suo sostegno e ringrazio per tutto quello che riterrà di fare.
Devotamente saluto,
Ada Urbani
candidata PdL al senato
www.adaurbani.it
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LA RISPOSTA DI DON GIANFRANCO FORMENTON
Spoleto, 12 febbraio 2013
Gentile Senatrice,
ho ricevuto la sua lettera ai pastori del popolo cristiano dell'Umbria e ho deciso di risponderle in quanto pastore di una parte di questo popolo al quale recentemente il Card. Bagnasco ha raccomandato, dopo alcune eclatanti ed astrali promesse elettorali, di non farsi abbindolare.
Vedo che nella sua lettera lei parla in gran parte dei cosiddetti temi etici che lei riferisce unicamente ai luoghi comuni che tutti i politici in cerca di voti e consensi toccano quando si rivolgono ai cattolici: il fine vita, le unioni omosessuali, gli embrioni, l'aborto.
La ringrazio anche per la citazione dei vescovi spagnoli e per il suo impegno per la formazione culturale e politica improntata al rispetto di tutti i valori non negoziabili.
Ma rivolgendosi ai pastori del popolo cristiano lei dovrebbe ricordare che tra i valori non negoziabili nella vita, nella vita cristiana e soprattutto in politica entrano tutta una serie di comportamenti di vita, di etica pubblica e di testimonianza sui quali non mi sembra che il partito di cui lei fa parte né gli alleati che si è scelto siano pienamente consapevoli.
Sarebbe bello stendere un velo pietoso su tutto ciò che riguarda il capo del suo partito, sul quale non credo ci siano parole sufficienti per stigmatizzare i comportamenti, le esternazioni, le attitudini pruriginose, le cafonerie, le volgarità verbali che costituiscono tutto il panorama di disvalori che tutti i pastori del popolo cristiano cercano di indicare come immorali agli adulti cristiani e dai quali cercano di preservare le nuove generazioni.
Sarebbe bello ma i pastori non possono farlo perché lo spettacolo indecoroso del suo capo è stato anche una vera e propria modificazione dei valori di fondo della nostra società (come lei dice) operata anche grazie allo strapotere mediatico che ha realizzato una vera e propria rivoluzione (questa sì che gli è riuscita) secondo la quale oramai il relativismo morale, tanto condannato dalla Chiesa, è diventato realtà. Concordo con lei, su questo mediare significherebbe accettare.
Un'idea di vita irreale ha devastato le coscienze e i comportamenti dei nostri giovani che hanno smesso di sognare sogni nobili e si sono adagiati sugli sculettamenti delle veline, sui discorsi vacui nei pomeriggi televisivi, sui giochi idioti del fine pomeriggio e su una visione rampante e furbesca della politica fatta di igieniste dentali, di figli di boss nordisti, di pregiudicati che dobbiamo chiamare onorevoli.
Oltre a questo lei siederà nel Senato della Repubblica insieme a tutta una serie di personaggi che coltivano ideologie razziste, populiste, fasciste che sono assolutamente anti-cristiane, anti-evangeliche, anti-umane. Mi consenta di dirle francamente che il Vangelo che i pastori annunciano al popolo cristiano non ha nulla a che vedere con ideologie che contrappongono gli uomini in base alle razze, alle etnie, alle latitudini, ai soldi e, mi creda, mentre nel Vangelo non c'è una sola parola sulle unioni omosessuali, sul fine vita e sull'aborto: sulle discriminazioni, invece, sul rifiuto della violenza e su una visione degli altri come fratelli e non come nemici ci sono monumenti innalzati alla tolleranza, alla nonviolenza, all'accoglienza dello straniero, al rifiuto delle logiche della furbizia e del potere.
Mi dispiace, gentile senatrice, ma non riterrò di fare qualcosa né per lei, né per il suo partito, né per i vostri alleati, anzi. Se qualcosa farò anche in queste elezioni questo non sarà certo di suggerire alle pecorelle del mio gregge di votare per quelli che mi scrivono lettere esibendo presunte credenziali di cattolicità.
Mi sforzerò, come raccomanda il cardinale, di mettere in guardia tutti dal farsi abbindolare da certi ex-leoni diventati candidi agnelli. Se le posso dare un consiglio, desista da questa vecchia pratica democristiana di scrivere ai preti solo in campagna elettorale, e consigli il suo capo di seguire l'esempio fulgido del Papa. Sarebbe una vera opera di misericordia nei confronti del nostro popolo.
don Gianfranco Formenton
(lettera ricevuta tramite Giovanni Bachelet)
http://100passi.globalist.it/Detail_New ... 91&typeb=0
Evangelicamente... pane al pane , vino al vino.
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
scusate l'ot ma il forum dove era rimasto solo doppio nick a scrivere lo hanno fatto sparire?
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
Vatileaks, pedofilia, Ior
Verso il Conclave, dietro il "no"
Tre temi si stagliano sullo sfondo del Conclave. Padre Lombardi: «Nessuna conferma né smentita».
Vaticano: «Nessuno può dire quando inizia Conclave» | Così sarà eletto il successore.
21 febbraio 2013
«Non aspettatevi commenti, smentite o conferme di quanto venga detto su questo tema». Lo ha dichiarato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, in merito a indiscrezioni di stampa sul contenuto del rapporto che i cardinali Julian Herranz, Salvatore De Giorgi e Josef Tomko hanno consegnato nei mesi scorsi al Papa dopo un'indagine riservata sulla fuga di documenti della Santa Sede (Vatilekas).
«La commissione ha fatto il suo lavoro, ha confidato il rapporto nelle mani del Santo Padre da cui aveva il mandato», ha detto Lombardi. «Non stiamo a correre dietro tutte le illazioni o le fantasie o le opinioni che vengano espresse su questo tema, e non aspettatevi neanche che i tre cardinali vi diano interviste, perché hanno concordato la linea di non rispondere e non dare informazioni su questo tema».
Quanto all'ipotesi di stampa che Benedetto XVI riceva i tre cardinali della commissione 'Vatilekas', «non riceve in udienza privata i tre cardinali nell'ultimo giorno del Pontificato».
La vicenda del cardinale statunitense Roger Mahony la dice lunga sul peso che lo scandalo della pedofilia ha avuto sulla vita della Chiesa negli anni passati - e possa influire sullo svolgimento del Conclave che sceglierà il successore di Benedetto XVI. Ovviamente non c'è una 'agenda' prefissata del Conclave, e saranno i cardinali, coordinati dal decano Angelo Sodano, a decidere quali temi trattare. E i temi - dal secolarismo al confronto con l'islam e le altre fedi, dal calo di vocazioni alla 'competition' con le sette sudamericane, dalla teologia alla pastorale - sono tanti. È però prevedibile che, al riparo da occhi indiscreti, il collegio cardinalizio affronti problemi emersi nel corso del pontificato di Benedetto XVI, che l'annuncio delle dimissioni non hanno archiviato, anzi.
Vaticano: «Nessuno può dire quando inizia il Conclave»
Quello della pedofilia, appunto, è uno dei nodi. Benedetto XVI ha preso estremamente sul serio la questione. Ha dato un 'giro di vitè alle norme canoniche, ha scritto una lettera ai cattolici irlandesi, ha incontrato diversi gruppi di vittime, ha fatto dimettere numerosi vescovi, ha invitato gli episcopati a collaborare con la giustizia civile. Già da cardinale, aveva provato a indagare - tra molte resistenze di altri ambienti della Curia wojtyliana - sul fondatore dei Legionari di Cristo, quel Marcial Maciel che ha poi obbligato, una volta eletto Papa, a vita di penitenza ritirata fino alla morte. La linea dura di Ratzinger ha suscitato plauso di alcuni, critiche di altri. Il 'ratzingeriano' Christoph Schoenborn si è scontrato con il cardinale decano Angelo Sodano, ex segretario di Stato di Giovanni Paolo II. Ora il nuovo scontro tra il vescovo di Los Angeles José Gomez (Opus dei), nominato da Ratzinger, e il suo predecessore Mahony. E in Conclave il tema potrebbe pesare. Lanciando dei campioni della lotta alla pedofilia come lo stesso Schoenborn o come il cardinale di Boston Sean ÒMalley. O, quanto meno, sbarrando la strada a porporati con delle 'ombrè nel loro curriculum (oltre a Mahony, tra gli altri, l'irlandese Sean Brady, il belga Goodfried Daannels, il messicano Rivera Carrera, trasversali ideologicamente e geograficamente in una tragica sottovalutazione che ha accomunato molti uomini di Chiesa).
Analogo potere 'interdittivo' potrebbe avere un altro 'convitato di pietra' al Conclave: lo Ior, e, più in generale, la questione delle finanze vaticane. Dopo lo scontro dei mesi scorsi con la Procura di Roma e la Banca d'Italia, la casella lasciata vacante a fine maggio da Ettore Gotti Tedeschi è stata finalmente riempita dal nuovo presidente, il tedesco Ernst von Freyberg. Ma le questioni aperte sono tante. Il Vaticano è sotto osservazione di Moneyval, organismo del Consiglio d'Europa che misura l'adeguamento agli standard internazionali di anti-riciclaggio. E il suo nuovo presidente dovrà affrontare, nel prossimo pontificato, la crisi economica che tocca anche le casse vaticane, i rischi dei mercati finanziari, nonché il tema di una maggiore 'accountability' divenuta improcrastinabile soprattutto per i maggiori paesi donatori del Vaticano, Stati Uniti, Germania e Italia. Temi spinosi che certo non incideranno sulla scelta di un Papa-manager, ma potrebbero indurre i principi della Chiesa a evitare candidati privi di senso pratico e oculatezza pastorale.
Sul Conclave, infine, pende la questione della fuga di notizie. La vicenda giudiziaria di Vatilekas si è conclusa con l'arresto, il processo, la condanna e poi la grazia del maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele. Ma oltre al lavoro dei magistrati vaticani, il Papa aveva affidato una parallela, discretissima indagine senza limiti di mandato a una commissione 'ad hoc' composta dai cardinali Julian Herranz, Salvatore De Giorgi e Josef Tomko. I tre anziani porporati consegnarono poi una relazione top-secret al solo Pontefice. Non è dato sapere cosa quel documento contenga, né se i tre '007' abbiano individuato, oltre al perimetro della vicenda di Paolo Gabriele, anche circostanze e nomi di eventuali suggeritori, magari di alto grado ecclesiastico. Difficilmente il contenuto di quel documento verrà divulgato ai cardinali del Conclave, ma altrettanto difficilmente l'esistenza di quel 'dossier' può essere ignorata. Non fosse altro che dal successore di Joseph Ratzinger.
Padre Lombardi ha poi ribadito l'agenda degli ultimi giorni da Papa di Benedetto XVI: esercizi spirituali di Quaresima fino a sabato mattina, saluto finale al cardinale 'predicatorè Gianfranco Ravasi, udienza, lo stesso sabato mattina, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ultimo Angelus di domenica. Ultima udienza in piazza San Pietro di mercoledì, con tanto di giro in 'papamobilè ma senza altre particolarità. E poi, ultimo giorno, giovedì 28, incontro con i cardinali presenti a Roma la mattina e trasferimento a Castel Gandolfo. Il Papa si accomiaterà alle 16.45 dal cardinal Bertone, alle 17 dal cardinale decano Sodano dall'eliporto vaticano, e verrà accolto dal cardinal Bertello e da mons. Sciacca, presidente e segretario del Governatorato, a Castel Gandolfo, dove saluterà i fedeli e poi, alle 20, terminerà il Pontificato in privato.
http://www.unita.it/mondo/vaticano-la-s ... 613?page=2
Verso il Conclave, dietro il "no"
Tre temi si stagliano sullo sfondo del Conclave. Padre Lombardi: «Nessuna conferma né smentita».
Vaticano: «Nessuno può dire quando inizia Conclave» | Così sarà eletto il successore.
21 febbraio 2013
«Non aspettatevi commenti, smentite o conferme di quanto venga detto su questo tema». Lo ha dichiarato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, in merito a indiscrezioni di stampa sul contenuto del rapporto che i cardinali Julian Herranz, Salvatore De Giorgi e Josef Tomko hanno consegnato nei mesi scorsi al Papa dopo un'indagine riservata sulla fuga di documenti della Santa Sede (Vatilekas).
«La commissione ha fatto il suo lavoro, ha confidato il rapporto nelle mani del Santo Padre da cui aveva il mandato», ha detto Lombardi. «Non stiamo a correre dietro tutte le illazioni o le fantasie o le opinioni che vengano espresse su questo tema, e non aspettatevi neanche che i tre cardinali vi diano interviste, perché hanno concordato la linea di non rispondere e non dare informazioni su questo tema».
Quanto all'ipotesi di stampa che Benedetto XVI riceva i tre cardinali della commissione 'Vatilekas', «non riceve in udienza privata i tre cardinali nell'ultimo giorno del Pontificato».
La vicenda del cardinale statunitense Roger Mahony la dice lunga sul peso che lo scandalo della pedofilia ha avuto sulla vita della Chiesa negli anni passati - e possa influire sullo svolgimento del Conclave che sceglierà il successore di Benedetto XVI. Ovviamente non c'è una 'agenda' prefissata del Conclave, e saranno i cardinali, coordinati dal decano Angelo Sodano, a decidere quali temi trattare. E i temi - dal secolarismo al confronto con l'islam e le altre fedi, dal calo di vocazioni alla 'competition' con le sette sudamericane, dalla teologia alla pastorale - sono tanti. È però prevedibile che, al riparo da occhi indiscreti, il collegio cardinalizio affronti problemi emersi nel corso del pontificato di Benedetto XVI, che l'annuncio delle dimissioni non hanno archiviato, anzi.
Vaticano: «Nessuno può dire quando inizia il Conclave»
Quello della pedofilia, appunto, è uno dei nodi. Benedetto XVI ha preso estremamente sul serio la questione. Ha dato un 'giro di vitè alle norme canoniche, ha scritto una lettera ai cattolici irlandesi, ha incontrato diversi gruppi di vittime, ha fatto dimettere numerosi vescovi, ha invitato gli episcopati a collaborare con la giustizia civile. Già da cardinale, aveva provato a indagare - tra molte resistenze di altri ambienti della Curia wojtyliana - sul fondatore dei Legionari di Cristo, quel Marcial Maciel che ha poi obbligato, una volta eletto Papa, a vita di penitenza ritirata fino alla morte. La linea dura di Ratzinger ha suscitato plauso di alcuni, critiche di altri. Il 'ratzingeriano' Christoph Schoenborn si è scontrato con il cardinale decano Angelo Sodano, ex segretario di Stato di Giovanni Paolo II. Ora il nuovo scontro tra il vescovo di Los Angeles José Gomez (Opus dei), nominato da Ratzinger, e il suo predecessore Mahony. E in Conclave il tema potrebbe pesare. Lanciando dei campioni della lotta alla pedofilia come lo stesso Schoenborn o come il cardinale di Boston Sean ÒMalley. O, quanto meno, sbarrando la strada a porporati con delle 'ombrè nel loro curriculum (oltre a Mahony, tra gli altri, l'irlandese Sean Brady, il belga Goodfried Daannels, il messicano Rivera Carrera, trasversali ideologicamente e geograficamente in una tragica sottovalutazione che ha accomunato molti uomini di Chiesa).
Analogo potere 'interdittivo' potrebbe avere un altro 'convitato di pietra' al Conclave: lo Ior, e, più in generale, la questione delle finanze vaticane. Dopo lo scontro dei mesi scorsi con la Procura di Roma e la Banca d'Italia, la casella lasciata vacante a fine maggio da Ettore Gotti Tedeschi è stata finalmente riempita dal nuovo presidente, il tedesco Ernst von Freyberg. Ma le questioni aperte sono tante. Il Vaticano è sotto osservazione di Moneyval, organismo del Consiglio d'Europa che misura l'adeguamento agli standard internazionali di anti-riciclaggio. E il suo nuovo presidente dovrà affrontare, nel prossimo pontificato, la crisi economica che tocca anche le casse vaticane, i rischi dei mercati finanziari, nonché il tema di una maggiore 'accountability' divenuta improcrastinabile soprattutto per i maggiori paesi donatori del Vaticano, Stati Uniti, Germania e Italia. Temi spinosi che certo non incideranno sulla scelta di un Papa-manager, ma potrebbero indurre i principi della Chiesa a evitare candidati privi di senso pratico e oculatezza pastorale.
Sul Conclave, infine, pende la questione della fuga di notizie. La vicenda giudiziaria di Vatilekas si è conclusa con l'arresto, il processo, la condanna e poi la grazia del maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele. Ma oltre al lavoro dei magistrati vaticani, il Papa aveva affidato una parallela, discretissima indagine senza limiti di mandato a una commissione 'ad hoc' composta dai cardinali Julian Herranz, Salvatore De Giorgi e Josef Tomko. I tre anziani porporati consegnarono poi una relazione top-secret al solo Pontefice. Non è dato sapere cosa quel documento contenga, né se i tre '007' abbiano individuato, oltre al perimetro della vicenda di Paolo Gabriele, anche circostanze e nomi di eventuali suggeritori, magari di alto grado ecclesiastico. Difficilmente il contenuto di quel documento verrà divulgato ai cardinali del Conclave, ma altrettanto difficilmente l'esistenza di quel 'dossier' può essere ignorata. Non fosse altro che dal successore di Joseph Ratzinger.
Padre Lombardi ha poi ribadito l'agenda degli ultimi giorni da Papa di Benedetto XVI: esercizi spirituali di Quaresima fino a sabato mattina, saluto finale al cardinale 'predicatorè Gianfranco Ravasi, udienza, lo stesso sabato mattina, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ultimo Angelus di domenica. Ultima udienza in piazza San Pietro di mercoledì, con tanto di giro in 'papamobilè ma senza altre particolarità. E poi, ultimo giorno, giovedì 28, incontro con i cardinali presenti a Roma la mattina e trasferimento a Castel Gandolfo. Il Papa si accomiaterà alle 16.45 dal cardinal Bertone, alle 17 dal cardinale decano Sodano dall'eliporto vaticano, e verrà accolto dal cardinal Bertello e da mons. Sciacca, presidente e segretario del Governatorato, a Castel Gandolfo, dove saluterà i fedeli e poi, alle 20, terminerà il Pontificato in privato.
http://www.unita.it/mondo/vaticano-la-s ... 613?page=2
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
I CRISTIANI SI RIBELLINO. APPELLO DELLA COMUNITÀ DELLE PIAGGE CONTRO LA NOMINA DI VON FREYBERG
37071. FIRENZE-ADISTA. Non solo le riviste cattoliche missionarie e pacifiste animatrici della campagna di pressione alle banche armate – Nigrizia, Missione Oggi e Pax Christi – si schierano contro la nomina del nuovo presidente dello Ior (v. notizia precedente), ma anche la comunità di base delle Piagge di Firenze, che, dopo aver listato a lutto la bandiera della pace che avvolge l’altare della celebrazione eucaristica, lancia un appello aperto alla firma di tutti (può essere sottoscritto inviando una e-mail alla redazione della nostra rivista: info@adista.it).
«Noi non ci stiamo, questa nomina alla presidenza dello Ior, la banca vaticana, è inaccettabile», si legge nel testo redatto da don Alessandro Santoro e dalla Comunità delle Piagge. «Oggi 24 febbraio, nella celebrazione domenicale di Quaresima della Comunità delle Piagge, il drappo della pace che tutte le domeniche riveste l'altare dove insieme si fa memoria dell'amore sine modo di Gesù è listato a lutto. Questo per l'annuncio della nomina alla direzione dello Ior (Istituto Opere Religiose), la banca del Vaticano, del sig. Ernst Von Freyberg, che tra le altre cose è presidente onorario della Blohm+ Voss, società di Amburgo attiva nella cantieristica navale civile e militare, che in questo momento sta costruendo fregate militari per la marina tedesca.
Questa nomina stride in maniera inequivocabile con il Vangelo della pace di Gesù e con il suo messaggio di nonviolenza e stride con la memoria dei 50 anni dell'enciclica “conciliare” Pacem in Terris di Giovanni XXIII dove si afferma “giustizia, saggezza e umanità domandano che venga arrestata la corsa agli armamenti” e dove si considera la guerra “aliena a ratione”.
Nel comunicato vaticano si legge che questa nomina “è il risultato di profonde valutazioni e di diverse interviste della commissione cardinalizia... che hanno permesso di valutare numerosi profili di alto livello professionale e morale”. Come è possibile che sia stato scelto un uomo coinvolto con l'industria bellica per dirigere la banca vaticana? Consideriamo questa scelta inopportuna e inaccettabile come quella di mantenere il legame con la Deutsche Bank, che gestiva il sistema di bancomat interno del Vaticano, e che ha l'amaro primato di banca più armata d'Italia.
Io come cristiano e come prete e noi come comunità cristiana non ci stiamo e dalle Piagge facciamo un invito a tutte le comunità cristiane e ai singoli credenti di unirsi a questo nostro appello pubblico ai nostri vescovi di chiedere alla Commissione cardinalizia di vigilanza presieduta dal card. Bertone di rivedere questa nomina e di far chiarezza e ripulitura, se mai sarà possibile, della finanza vaticana da tutte le incongruenze e le zone grigie che la abitano da tanto tempo e restituire alla Chiesa la purezza e l'autenticità del messaggio di amore e di giustizia del Vangelo».
Adista Per sottoscrivere l'appello inviate una mail con nome, cognome e città all'indirizzo info@adista.it
37071. FIRENZE-ADISTA. Non solo le riviste cattoliche missionarie e pacifiste animatrici della campagna di pressione alle banche armate – Nigrizia, Missione Oggi e Pax Christi – si schierano contro la nomina del nuovo presidente dello Ior (v. notizia precedente), ma anche la comunità di base delle Piagge di Firenze, che, dopo aver listato a lutto la bandiera della pace che avvolge l’altare della celebrazione eucaristica, lancia un appello aperto alla firma di tutti (può essere sottoscritto inviando una e-mail alla redazione della nostra rivista: info@adista.it).
«Noi non ci stiamo, questa nomina alla presidenza dello Ior, la banca vaticana, è inaccettabile», si legge nel testo redatto da don Alessandro Santoro e dalla Comunità delle Piagge. «Oggi 24 febbraio, nella celebrazione domenicale di Quaresima della Comunità delle Piagge, il drappo della pace che tutte le domeniche riveste l'altare dove insieme si fa memoria dell'amore sine modo di Gesù è listato a lutto. Questo per l'annuncio della nomina alla direzione dello Ior (Istituto Opere Religiose), la banca del Vaticano, del sig. Ernst Von Freyberg, che tra le altre cose è presidente onorario della Blohm+ Voss, società di Amburgo attiva nella cantieristica navale civile e militare, che in questo momento sta costruendo fregate militari per la marina tedesca.
Questa nomina stride in maniera inequivocabile con il Vangelo della pace di Gesù e con il suo messaggio di nonviolenza e stride con la memoria dei 50 anni dell'enciclica “conciliare” Pacem in Terris di Giovanni XXIII dove si afferma “giustizia, saggezza e umanità domandano che venga arrestata la corsa agli armamenti” e dove si considera la guerra “aliena a ratione”.
Nel comunicato vaticano si legge che questa nomina “è il risultato di profonde valutazioni e di diverse interviste della commissione cardinalizia... che hanno permesso di valutare numerosi profili di alto livello professionale e morale”. Come è possibile che sia stato scelto un uomo coinvolto con l'industria bellica per dirigere la banca vaticana? Consideriamo questa scelta inopportuna e inaccettabile come quella di mantenere il legame con la Deutsche Bank, che gestiva il sistema di bancomat interno del Vaticano, e che ha l'amaro primato di banca più armata d'Italia.
Io come cristiano e come prete e noi come comunità cristiana non ci stiamo e dalle Piagge facciamo un invito a tutte le comunità cristiane e ai singoli credenti di unirsi a questo nostro appello pubblico ai nostri vescovi di chiedere alla Commissione cardinalizia di vigilanza presieduta dal card. Bertone di rivedere questa nomina e di far chiarezza e ripulitura, se mai sarà possibile, della finanza vaticana da tutte le incongruenze e le zone grigie che la abitano da tanto tempo e restituire alla Chiesa la purezza e l'autenticità del messaggio di amore e di giustizia del Vangelo».
Adista Per sottoscrivere l'appello inviate una mail con nome, cognome e città all'indirizzo info@adista.it
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
Ha ha, il sacerdote gliene ha cantate alla discarichina, eh?
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
Don Gallo: “Da giovane fui molestato da un vescovo e lo mandai aff…”
“Ho subito insidie e tentativi di violenza sessuale che ho respinto. Sono sempre stato un ribelle”. E’ la rivelazione shock che Don Gallo fa ai microfoni de “La Zanzara”, su Radio 24. “Ero un giovane prete e un vescovo tentò di insidiarmi. E io lo mandai aff…” – spiega il fondatore della comunità di San Benedetto al Porto di Genova, che aggiunge: “Non era un vescovo così tanto importante, ormai è morto. Non sono rimasto traumatizzato, perchè quando mandi uno aff…ti liberi. Ma il prete omosessuale deve essere libero di esprimersi“
7 marzo 2013
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/03/ ... ff/223790/
“Ho subito insidie e tentativi di violenza sessuale che ho respinto. Sono sempre stato un ribelle”. E’ la rivelazione shock che Don Gallo fa ai microfoni de “La Zanzara”, su Radio 24. “Ero un giovane prete e un vescovo tentò di insidiarmi. E io lo mandai aff…” – spiega il fondatore della comunità di San Benedetto al Porto di Genova, che aggiunge: “Non era un vescovo così tanto importante, ormai è morto. Non sono rimasto traumatizzato, perchè quando mandi uno aff…ti liberi. Ma il prete omosessuale deve essere libero di esprimersi“
7 marzo 2013
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/03/ ... ff/223790/
Re: THE CATHOLIC QUESTION
entro giovedì avremo il papa.
sarà uno legato agli affari più che alla chiesa .
propendo per un italiano.
si accettano scommesse
sarà uno legato agli affari più che alla chiesa .
propendo per un italiano.
si accettano scommesse
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
Sinceramente non mi interessa per niente.
A quelli che hanno gli occhi chiusi verso la chiesa guardino in TV i Borgia.
Ciao
Paolo11
A quelli che hanno gli occhi chiusi verso la chiesa guardino in TV i Borgia.
Ciao
Paolo11
Re: THE CATHOLIC QUESTION
Caro Paolo sui Borgia esiste un'altra ( uscì in contemporanea) splendida serie di episodi diretta da Tom Fontana , andata in onda su sky nel 2011 e nel 2012 adesso c'è la terza stagione che andrà in onda in primavera .
qualche mese fa credo di aver beccato qualche puntata della prima stagione su uno dei canali della tv digitale , forse rai 4 .
questa è la scheda di mymovies
In un epoca rinascimentale fatta di creatività e lotte di potere, Rodrigo Borgia si divide fra la gestione familiare e la corsa allo scettro papale che lo avrebbe trasformato nel re del mondo. Le vicende di una famiglia che hanno cambiato le sorti del mondo e che lo hanno reso anche più cinico.
2011, l'anno dei Borgia. Due serie tv gli sono state dedicate, due serie estremamente diverse. Borgias di Showtime con Jeremy Irons, è sontuoso, sfacciato, e vuole dipingere lo stato pontificio nel suo periodo di gloria maledetta. I Borgia di Tom Fontana, invece, a differenza, della serie cugina, non ostenta il lusso, ma si confronta con la concretezza. La serie mette nero su bianco il papato e ne descrive le oscure logiche. Il Rodrigo Borgia di John Doman si mangia Irons, proprio perché si immedesima in un ruolo di potere, e non semplicemente in un personaggio, con il rischio di renderlo caricaturale. I Borgia è infatti un affresco di un'epoca della nostra storia, che per molti versi è un parallelo con la società attuale in crisi di valori, fondata sulla famiglia, pura parvenza di salute. I Borgia di Fontana sono spietati, crudeli, senza mai concessioni al semplice spettacolo. Hanno un'anima europea (la produzione) e un cuore statunitense, elementi che uniscono il passato e il presente in un'istantanea.
qualche mese fa credo di aver beccato qualche puntata della prima stagione su uno dei canali della tv digitale , forse rai 4 .
questa è la scheda di mymovies
In un epoca rinascimentale fatta di creatività e lotte di potere, Rodrigo Borgia si divide fra la gestione familiare e la corsa allo scettro papale che lo avrebbe trasformato nel re del mondo. Le vicende di una famiglia che hanno cambiato le sorti del mondo e che lo hanno reso anche più cinico.
2011, l'anno dei Borgia. Due serie tv gli sono state dedicate, due serie estremamente diverse. Borgias di Showtime con Jeremy Irons, è sontuoso, sfacciato, e vuole dipingere lo stato pontificio nel suo periodo di gloria maledetta. I Borgia di Tom Fontana, invece, a differenza, della serie cugina, non ostenta il lusso, ma si confronta con la concretezza. La serie mette nero su bianco il papato e ne descrive le oscure logiche. Il Rodrigo Borgia di John Doman si mangia Irons, proprio perché si immedesima in un ruolo di potere, e non semplicemente in un personaggio, con il rischio di renderlo caricaturale. I Borgia è infatti un affresco di un'epoca della nostra storia, che per molti versi è un parallelo con la società attuale in crisi di valori, fondata sulla famiglia, pura parvenza di salute. I Borgia di Fontana sono spietati, crudeli, senza mai concessioni al semplice spettacolo. Hanno un'anima europea (la produzione) e un cuore statunitense, elementi che uniscono il passato e il presente in un'istantanea.
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