the day after. quali accordi per governare?
Re: the day after. quali accordi per governare?
Per Massimo D'Alema il Colle si avvicina
Il borsino della giornata rafforza l'ipotesi dell'ex ministro degli Esteri al Quirinale. Berlusconi porterebbe anche i suoi voti.[Fabio Luppino]
redazione
martedì 12 marzo 2013 21:40
di Fabio Luppino
Le convergenze parallele lo porteranno lassù, sulla poltrona istituzionale più alta. Solo un misto di vecchia e saggia politica, di convenienza, di orgoglio di partito gli apriranno la strada dell'ultima sedia che ancora gli manca, la presidenza della repubblica. Il borsino dell'odierna giornata ci consegna l'ipotesi di Massimo D'Alema al Colle fortemente rafforzata. Berlusconi vuole rimanere in gioco, Napolitano lo ha rimesso in campo. Ma gli equilibri elettorali non permettono al leader Pdl di osare troppo. Il Pd ha i numeri per eleggersi il Capo dello Stato anche da solo e non li metterà nella causa Romano Prodi. Non forzerà la situazione, ma potrebbe farlo.
Con Grillo che continua a trattare sulle poltrone, ma sempre riottoso su alleanze e governo (una strana dicotomia) potrebbe gonfiarsi il partito della salvezza nazionale. A quel punto perché dare la Camera ai Cinque Stelle? Che senso avrebbe? I grillini non possono pretendere di giocare un tempo e poi rimanere negli spogliatoi nel secondo. Non si può rivendicare un primato e poi negarlo quando si tratta di governare. Strana concezione della democrazia. Tant'è, però. Così che i tutori, o i presunti tali della tenuta del Paese si stanno organizzando. Le convergenze parallele, termine coniato da Aldo Moro, porteranno a quell'incrocio sulle cariche istituzionali che sventerà le elezioni subito e aprirà alla presunta salvezza nazionale. Un pd alla presidenza della Camera (Franceschini?), un montiano al Senato (Mauro?), D'Alema alla presidenza della repubblica, graditissimo a Berlusconi.
Del resto D'Alema si era preoccupato del dialogo con il Pdl nell'ultima direzione del Pd. Costretti a chiamarlo inciucio in un Paese dominato dall'anomalia Berlusconi. Peccato che l'anomalia potrebbe garantirgli l'ultimo incarico di prestigio, anche se sarebbe un abbraccio mortale per il suo partito. L'unico che poi resterebbe in carica, D'Alema, visto che gli altri decadranno nelle elezioni comunque prossime venture.
http://www.globalist.it/Detail_News_Dis ... i-avvicina
Il borsino della giornata rafforza l'ipotesi dell'ex ministro degli Esteri al Quirinale. Berlusconi porterebbe anche i suoi voti.[Fabio Luppino]
redazione
martedì 12 marzo 2013 21:40
di Fabio Luppino
Le convergenze parallele lo porteranno lassù, sulla poltrona istituzionale più alta. Solo un misto di vecchia e saggia politica, di convenienza, di orgoglio di partito gli apriranno la strada dell'ultima sedia che ancora gli manca, la presidenza della repubblica. Il borsino dell'odierna giornata ci consegna l'ipotesi di Massimo D'Alema al Colle fortemente rafforzata. Berlusconi vuole rimanere in gioco, Napolitano lo ha rimesso in campo. Ma gli equilibri elettorali non permettono al leader Pdl di osare troppo. Il Pd ha i numeri per eleggersi il Capo dello Stato anche da solo e non li metterà nella causa Romano Prodi. Non forzerà la situazione, ma potrebbe farlo.
Con Grillo che continua a trattare sulle poltrone, ma sempre riottoso su alleanze e governo (una strana dicotomia) potrebbe gonfiarsi il partito della salvezza nazionale. A quel punto perché dare la Camera ai Cinque Stelle? Che senso avrebbe? I grillini non possono pretendere di giocare un tempo e poi rimanere negli spogliatoi nel secondo. Non si può rivendicare un primato e poi negarlo quando si tratta di governare. Strana concezione della democrazia. Tant'è, però. Così che i tutori, o i presunti tali della tenuta del Paese si stanno organizzando. Le convergenze parallele, termine coniato da Aldo Moro, porteranno a quell'incrocio sulle cariche istituzionali che sventerà le elezioni subito e aprirà alla presunta salvezza nazionale. Un pd alla presidenza della Camera (Franceschini?), un montiano al Senato (Mauro?), D'Alema alla presidenza della repubblica, graditissimo a Berlusconi.
Del resto D'Alema si era preoccupato del dialogo con il Pdl nell'ultima direzione del Pd. Costretti a chiamarlo inciucio in un Paese dominato dall'anomalia Berlusconi. Peccato che l'anomalia potrebbe garantirgli l'ultimo incarico di prestigio, anche se sarebbe un abbraccio mortale per il suo partito. L'unico che poi resterebbe in carica, D'Alema, visto che gli altri decadranno nelle elezioni comunque prossime venture.
http://www.globalist.it/Detail_News_Dis ... i-avvicina
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Iniziano gli incuci ...
PD & SEL + Lega + Monti = Senato 159 maggioranza ... molto risicata
Con Berlusconi fuori ... sarebbe anche possibile a questo punto Grillo alle prossime elezioni diventa primo partito!
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Con Berlusconi fuori ... sarebbe anche possibile a questo punto Grillo alle prossime elezioni diventa primo partito!
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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Re: the day after. quali accordi per governare?
lucfig ha scritto:Iniziano gli incuci ...
PD & SEL + Lega + Monti = Senato 159 maggioranza ... molto risicata
Con Berlusconi fuori ... sarebbe anche possibile a questo punto Grillo alle prossime elezioni diventa primo partito!
Io spero che non capiti nulla del genere.
E che si vada a elezioni appena possibile.
Ma avendo M5S l'atteggiamento che ha non ci sono alternative.
Perche` prima di rivotare a settembre almeno la legge elettorale va rifatta.
Ringraziamo grillini e sinistraaaaa.
Giocate, giocate, divertitevi...
Cia`.
soloo42000
Re: the day after. quali accordi per governare?
Mi sembrerebbe un'opzione da non escludere
Elezioni 2013, Emiliano: “Grillo scelga il premier. Per noi è un’opportunità”
Il sindaco Pd di Bari: "E' il Pd che deve appoggiare i Cinque Stelle, non viceversa. Il Movimento vuole recuperare la centralità del Parlamento, combatte per acqua e scuole pubbliche, contrasta i privilegi della Casta: idee che professiamo da anni, ma che non siamo mai riusciti a concretizzare"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 27 febbraio 2013
È Michele Emiliano, sindaco di Bari in quota Pd, a ribaltare la lettura dei risultati elettorali: “Tocca a Beppe Grillo scegliere il premier. È il Pd che deve appoggiare M5S, non viceversa”.
Sindaco Emiliano, pare che Bersani non sia affatto d’accordo con lei.
Invece nel suo discorso di ieri ho visto un’apertura. Poi è chiaro che non può essere Bersani a inseguire Grillo. Ma l’importante è che lo faccia, non che lo dica. È lui il vero vincitore politico e dobbiamo riconoscerlo.
Come?
Ho passato la giornata a studiare le dichiarazioni di Grillo: è chiaro che escluda un dialogo con Berlusconi. Gli unici possibili interlocutori siamo noi: Grillo scelga il premier – che secondo me potrebbe essere lui stesso – e proponga una serie di punti programmatici. Il Pd li voterà.
È proprio sicuro che l’apparato del Pd accetterebbe questa linea?
Deve, è l’unica soluzione. E analizzando il voto non sono affatto demoralizzato come gli altri dirigenti del Pd. Anzi, abbiamo una fantastica opportunità.
Quale?
Grillo vuole recuperare la centralità del Parlamento, combatte per acqua e scuole pubbliche, contrasta i privilegi della Casta: tutte idee in linea con il centrosinistra, che anzi professiamo da anni. Solo che non siamo mai riusciti a concretizzarle. Grazie a lui possiamo uscire dal pantano e cambiare il Paese.
Molte visioni però sono diverse: per esempio il ruolo dell’Italia nell’Unione europea.
Grillo parla già di un referendum, e lo fa per prendere tempo. In più, se il popolo confermerà la volontà di restare in Europa, ci saranno una vera unificazione politica e il superamento della tecnocrazia, che è inutile e pericolosa.
Crede davvero che Bersani sia disposto a farsi da parte?
Non può fare altro. Se non riesci a smacchiare il giaguaro non puoi andare ad abbeverarti al laghetto con lui, perché poi ti sbrana. È ora di compiere una rivoluzione mite.
Quindi non chiede nuove elezioni?
No, penso che assieme al M5S possiamo fare tutte le riforme istituzionali che servono. Il Pd è come un nodo gordiano, cioè un problema intricatissimo, e Grillo è Alessandro Magno che lo risolve con un brutale taglio di spada.
E se il Pd optasse invece per un inciucio vecchio stile?
Non solo non sosterrei quell’ipotesi, ma cambierei proprio visione politica.
Pensa sia stato un errore la mancata alleanza con Ingroia?
Certo, abbiamo bisogno di lui. Ho cercato di convincerli a dialogare, ma penso si siano sopravvalutati entrambi: il Pd pensava di vincere e RC di superare il quorum.
Lei ha sostenuto Bersani alle primarie. Sarebbe andata diversamente se il candidato premier fosse stato Renzi?
Matteo ha un’efficacia mediatica maggiore, e oggi vincere le elezioni con un leader che non sa comunicare è un’impresa quasi insormontabile. Però Renzi non avrebbe risolto le vere questioni politiche che il Pd deve affrontare. Grillo paradossalmente può.
La sua Puglia ne è uscita male: deluso dalla vittoria del Pdl?
È andata molto meglio rispetto al passato. Di solito prendiamo botte da orbi, perdiamo con 20 punti di scarto. Questa volta la forbice è molto più sottile. E tanti voti sono andati ai grillini: dobbiamo lavorare con loro. In Puglia come in Italia. È l’unica scelta davvero democratica.
di Beatrice Borromeo
Twitter: @BorromeoBea
Da Il Fatto Quotidiano del 27 febbraio 2013
Elezioni 2013, Emiliano: “Grillo scelga il premier. Per noi è un’opportunità”
Il sindaco Pd di Bari: "E' il Pd che deve appoggiare i Cinque Stelle, non viceversa. Il Movimento vuole recuperare la centralità del Parlamento, combatte per acqua e scuole pubbliche, contrasta i privilegi della Casta: idee che professiamo da anni, ma che non siamo mai riusciti a concretizzare"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 27 febbraio 2013
È Michele Emiliano, sindaco di Bari in quota Pd, a ribaltare la lettura dei risultati elettorali: “Tocca a Beppe Grillo scegliere il premier. È il Pd che deve appoggiare M5S, non viceversa”.
Sindaco Emiliano, pare che Bersani non sia affatto d’accordo con lei.
Invece nel suo discorso di ieri ho visto un’apertura. Poi è chiaro che non può essere Bersani a inseguire Grillo. Ma l’importante è che lo faccia, non che lo dica. È lui il vero vincitore politico e dobbiamo riconoscerlo.
Come?
Ho passato la giornata a studiare le dichiarazioni di Grillo: è chiaro che escluda un dialogo con Berlusconi. Gli unici possibili interlocutori siamo noi: Grillo scelga il premier – che secondo me potrebbe essere lui stesso – e proponga una serie di punti programmatici. Il Pd li voterà.
È proprio sicuro che l’apparato del Pd accetterebbe questa linea?
Deve, è l’unica soluzione. E analizzando il voto non sono affatto demoralizzato come gli altri dirigenti del Pd. Anzi, abbiamo una fantastica opportunità.
Quale?
Grillo vuole recuperare la centralità del Parlamento, combatte per acqua e scuole pubbliche, contrasta i privilegi della Casta: tutte idee in linea con il centrosinistra, che anzi professiamo da anni. Solo che non siamo mai riusciti a concretizzarle. Grazie a lui possiamo uscire dal pantano e cambiare il Paese.
Molte visioni però sono diverse: per esempio il ruolo dell’Italia nell’Unione europea.
Grillo parla già di un referendum, e lo fa per prendere tempo. In più, se il popolo confermerà la volontà di restare in Europa, ci saranno una vera unificazione politica e il superamento della tecnocrazia, che è inutile e pericolosa.
Crede davvero che Bersani sia disposto a farsi da parte?
Non può fare altro. Se non riesci a smacchiare il giaguaro non puoi andare ad abbeverarti al laghetto con lui, perché poi ti sbrana. È ora di compiere una rivoluzione mite.
Quindi non chiede nuove elezioni?
No, penso che assieme al M5S possiamo fare tutte le riforme istituzionali che servono. Il Pd è come un nodo gordiano, cioè un problema intricatissimo, e Grillo è Alessandro Magno che lo risolve con un brutale taglio di spada.
E se il Pd optasse invece per un inciucio vecchio stile?
Non solo non sosterrei quell’ipotesi, ma cambierei proprio visione politica.
Pensa sia stato un errore la mancata alleanza con Ingroia?
Certo, abbiamo bisogno di lui. Ho cercato di convincerli a dialogare, ma penso si siano sopravvalutati entrambi: il Pd pensava di vincere e RC di superare il quorum.
Lei ha sostenuto Bersani alle primarie. Sarebbe andata diversamente se il candidato premier fosse stato Renzi?
Matteo ha un’efficacia mediatica maggiore, e oggi vincere le elezioni con un leader che non sa comunicare è un’impresa quasi insormontabile. Però Renzi non avrebbe risolto le vere questioni politiche che il Pd deve affrontare. Grillo paradossalmente può.
La sua Puglia ne è uscita male: deluso dalla vittoria del Pdl?
È andata molto meglio rispetto al passato. Di solito prendiamo botte da orbi, perdiamo con 20 punti di scarto. Questa volta la forbice è molto più sottile. E tanti voti sono andati ai grillini: dobbiamo lavorare con loro. In Puglia come in Italia. È l’unica scelta davvero democratica.
di Beatrice Borromeo
Twitter: @BorromeoBea
Da Il Fatto Quotidiano del 27 febbraio 2013
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Re: the day after. quali accordi per governare?
Non e` cosi` che funziona.
Al limite Grillo esprime una rosa di candidati.
E se ne discute.
Se il solo fatto di discutere e` considerato inciucio
la possibilita` non sussiste proprio.
Del resto l'abbiamo gia` visto per le presidenze delle camere.
"O votate i nostri o niente..." non e` un approccio democratico.
E soprattutto non porta ad alcun cambiamento.
Pero` i grillini si divertono, quindi va bene cosi`.
soloo42000
Al limite Grillo esprime una rosa di candidati.
E se ne discute.
Se il solo fatto di discutere e` considerato inciucio
la possibilita` non sussiste proprio.
Del resto l'abbiamo gia` visto per le presidenze delle camere.
"O votate i nostri o niente..." non e` un approccio democratico.
E soprattutto non porta ad alcun cambiamento.
Pero` i grillini si divertono, quindi va bene cosi`.
soloo42000
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Re: the day after. quali accordi per governare?
b]Mi sembrerebbe un'opzione da non escludere[/b]
Mariok
..................................................................
Sarei daccordo anch'io con questa opzione.
E penso che si potrebbe fare molta strada assieme.
Ciao
Paolo11
Mariok
..................................................................
Sarei daccordo anch'io con questa opzione.
E penso che si potrebbe fare molta strada assieme.
Ciao
Paolo11
Re: the day after. quali accordi per governare?
Al di là delle questioni di principio, la proposta di Emiliano mi sembra molto intelligente.
I rischi per il PD sarebbero inesistenti: con la maggioranza assoluta alla camera, avrebbe la golden share del governo, incluso il gradimento sull'eventuale premier. Avrebbe inoltre un potere formidabile di critica e di interdizione per qualunque pericolo di deriva populista.
Certo, occorrerebbe che i forchettoni si rassegnassero all'idea che non c'è più trippa per gatti.
Penso piuttosto che Grillo sarebbe molto in difficoltà e che cercherebbe ogni pretesto per rifiutare la proposta, che lo metterebbe in posizione ben più scomoda (ribaltata) rispetto a quella attuale.
Ma tant'è. Se bisogna andare ad elezioni, meglio andarci per evidenti responsabilità del M5S e con non banali difficoltà di fronte al suo stesso elettorato.
I rischi per il PD sarebbero inesistenti: con la maggioranza assoluta alla camera, avrebbe la golden share del governo, incluso il gradimento sull'eventuale premier. Avrebbe inoltre un potere formidabile di critica e di interdizione per qualunque pericolo di deriva populista.
Certo, occorrerebbe che i forchettoni si rassegnassero all'idea che non c'è più trippa per gatti.
Penso piuttosto che Grillo sarebbe molto in difficoltà e che cercherebbe ogni pretesto per rifiutare la proposta, che lo metterebbe in posizione ben più scomoda (ribaltata) rispetto a quella attuale.
Ma tant'è. Se bisogna andare ad elezioni, meglio andarci per evidenti responsabilità del M5S e con non banali difficoltà di fronte al suo stesso elettorato.
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Re: the day after. quali accordi per governare?
La tesi di Emiliano non è così campata in aria.
Permette di incanalare il consenso avuto da M5S in un alveo democratici e parlamentare,
consente di sbloccare una situazione di impasse, il centrosinistra potrebbe controllare le riforme possibili con una posizione di forza data dal maggior numero di parlamentari.
Un accordo per un governo a tempo e di scopo, legge elettorale in primis.
Meglio rinunciare ad un po' di orgoglio ora, che magari doverci trattare domani, in condizioni meno forti.
Questo ragionamento ha una sua forza ed è , a mio avviso convincente.Grillo vuole recuperare la centralità del Parlamento, combatte per acqua e scuole pubbliche, contrasta i privilegi della Casta: tutte idee in linea con il centrosinistra, che anzi professiamo da anni. Solo che non siamo mai riusciti a concretizzarle. Grazie a lui possiamo uscire dal pantano e cambiare il Paese.
Permette di incanalare il consenso avuto da M5S in un alveo democratici e parlamentare,
consente di sbloccare una situazione di impasse, il centrosinistra potrebbe controllare le riforme possibili con una posizione di forza data dal maggior numero di parlamentari.
Un accordo per un governo a tempo e di scopo, legge elettorale in primis.
Meglio rinunciare ad un po' di orgoglio ora, che magari doverci trattare domani, in condizioni meno forti.
Re: the day after. quali accordi per governare?
L'INTERVISTA CRIMI: PRIORITÀ? LA DECRESCITA
«Sì a un premier estraneo ai partiti
Noi da Napolitano con Casaleggio»
Il capogruppo del M5S al Senato: «Il nuovo premier? Ci interessano le idee non le persone»
«Il nostro obiettivo non è perpetuare ciò che è stato fatto, ma dare vita a una rivoluzione culturale e di merito. Se iniziamo a cedere significa fare dei passi indietro».
Nessuno spazio per i ripensamenti, nessuna trattativa con i partiti per un eventuale appoggio a un esecutivo. Vito Crimi, capogruppo dei Cinque Stelle al Senato, è chiaro.
Ma non vi sentite responsabili per l'impasse politica attuale?
«La responsabilità ci viene addebitata dagli altri partiti, i nostri attivisti sono compatti con noi».
Non teme che un eventuale stallo possa nuocere al Paese?
«È una forzatura. Non ci sarà nessuno stallo, semplicemente veniamo da vent'anni di governi forti, di un premierato che somiglia a un presidenzialismo di fatto. Ora non è così».
E cosa direte a Giorgio Napolitano? Chi parteciperà alle consultazioni?
«Andremo io e Roberta Lombardi. Molto probabilmente ci sarà anche Beppe Grillo, potremmo anche proporlo a Gianroberto Casaleggio. Al capo dello Stato diremo che vogliamo un governo a cinque stelle e non dei Cinque Stelle».
Ossia?
«Un governo che abbia come priorità l'acqua pubblica, la decrescita, la mobilità intelligente. Non importano le persone, ma i temi».
Quindi siete disponibili ad accordi?
«Sui singoli provvedimenti siamo disponibili a cercare le soluzioni migliori con gli altri partiti e questa situazione in Senato - in cui ci deve essere per forza la convergenza di almeno altre due forze politiche - farà sì che non prevarranno più gli interessi di partito, ma quelli dei cittadini».
E il candidato premier?
«Il nome non conta. A me piacerebbe una personalità della società civile estranea ai partiti non condizionata dalla politica, e ce ne sono molte».
Cosa vorreste in concreto?
«Che il Parlamento iniziasse a lavorare quanto prima».
Ma presto forse ci saranno nuove elezioni...
«Noi ragioniamo sul momento. Bisogna che ci sia senso di responsabilità dei partiti che hanno perso per dare a Napolitano l'occasione per fare qualcosa di nuovo. A quel punto vedremo se lui avrà il coraggio e la disponibilità per fare certe scelte».
Non temete che questo vostro atteggiamento verso il Pd possa allontanare quegli elettori di centrosinistra che vi hanno votato?
«Se dal centrosinistra sono arrivati a noi è difficile che siano ancora affezionati a quell'area politica».
Nessuna alleanza significa anche che sarà molto difficile per voi andare al governo...
«Per noi non è importante la collocazione politica, ma portare le istanze dei cittadini in Parlamento. Questo ci dà forza».
Perché non avete fatto un referendum per l'alleanza con i democratici? E ne farete in futuro di scelte a democrazia partecipativa sulla nuova piattaforma?
«Sì, ovviamente faremo scelte anche politiche, ma ci sono alcune cose che non si discutono: il no alle alleanze con i partiti o la lotta agli inceneritori o per l'acqua pubblica, per esempio, sono cardini del movimento. È come chiedere alla Lega di fare un referendum sulla sua natura federalista».
Per voi sarebbe diverso un dialogo con Matteo Renzi anziché con Pier Luigi Bersani?
«Sarebbe uguale».
Quale sarà la sua prima istanza in Senato?
«I tagli ai costi della politica, girando subito il ricavato a quelle categorie come esodati e disabili che ne hanno bisogno. Deve essere per tutti un gesto forte, importante. Inizierei con i rimborsi elettorali e con i privilegi per gli ex presidenti delle Camere».
E voi invece quali tagli ai benefit effettuerete?
«Li stiamo ancora valutando. L'obiettivo è rivederci tutti tra tre mesi, conti alla mano, per stabilire quali voci eliminare. Ma tratterremo solo ciò che spenderemo».
Ha sentito Grillo? Ha visto che oggi ha dichiarato che siamo di fatto fuori dall'euro? Siete per uscire dall'euro? Lei cosa ne pensa?
«Beppe ci ha telefonato durante l'assemblea di domenica, ma era una chiacchierata da amici. Non abbiamo alcun tipo di indicazione da lui o Casaleggio. L'euro? Non si tratta di uscirne o meno, ma di capire la velocità degli Stati e in base a quella attuare politiche monetarie differenti».
Emanuele Buzzi
14 marzo 2013 | 9:09
http://www.corriere.it/politica/13_marz ... 5f67.shtml
«Sì a un premier estraneo ai partiti
Noi da Napolitano con Casaleggio»
Il capogruppo del M5S al Senato: «Il nuovo premier? Ci interessano le idee non le persone»
«Il nostro obiettivo non è perpetuare ciò che è stato fatto, ma dare vita a una rivoluzione culturale e di merito. Se iniziamo a cedere significa fare dei passi indietro».
Nessuno spazio per i ripensamenti, nessuna trattativa con i partiti per un eventuale appoggio a un esecutivo. Vito Crimi, capogruppo dei Cinque Stelle al Senato, è chiaro.
Ma non vi sentite responsabili per l'impasse politica attuale?
«La responsabilità ci viene addebitata dagli altri partiti, i nostri attivisti sono compatti con noi».
Non teme che un eventuale stallo possa nuocere al Paese?
«È una forzatura. Non ci sarà nessuno stallo, semplicemente veniamo da vent'anni di governi forti, di un premierato che somiglia a un presidenzialismo di fatto. Ora non è così».
E cosa direte a Giorgio Napolitano? Chi parteciperà alle consultazioni?
«Andremo io e Roberta Lombardi. Molto probabilmente ci sarà anche Beppe Grillo, potremmo anche proporlo a Gianroberto Casaleggio. Al capo dello Stato diremo che vogliamo un governo a cinque stelle e non dei Cinque Stelle».
Ossia?
«Un governo che abbia come priorità l'acqua pubblica, la decrescita, la mobilità intelligente. Non importano le persone, ma i temi».
Quindi siete disponibili ad accordi?
«Sui singoli provvedimenti siamo disponibili a cercare le soluzioni migliori con gli altri partiti e questa situazione in Senato - in cui ci deve essere per forza la convergenza di almeno altre due forze politiche - farà sì che non prevarranno più gli interessi di partito, ma quelli dei cittadini».
E il candidato premier?
«Il nome non conta. A me piacerebbe una personalità della società civile estranea ai partiti non condizionata dalla politica, e ce ne sono molte».
Cosa vorreste in concreto?
«Che il Parlamento iniziasse a lavorare quanto prima».
Ma presto forse ci saranno nuove elezioni...
«Noi ragioniamo sul momento. Bisogna che ci sia senso di responsabilità dei partiti che hanno perso per dare a Napolitano l'occasione per fare qualcosa di nuovo. A quel punto vedremo se lui avrà il coraggio e la disponibilità per fare certe scelte».
Non temete che questo vostro atteggiamento verso il Pd possa allontanare quegli elettori di centrosinistra che vi hanno votato?
«Se dal centrosinistra sono arrivati a noi è difficile che siano ancora affezionati a quell'area politica».
Nessuna alleanza significa anche che sarà molto difficile per voi andare al governo...
«Per noi non è importante la collocazione politica, ma portare le istanze dei cittadini in Parlamento. Questo ci dà forza».
Perché non avete fatto un referendum per l'alleanza con i democratici? E ne farete in futuro di scelte a democrazia partecipativa sulla nuova piattaforma?
«Sì, ovviamente faremo scelte anche politiche, ma ci sono alcune cose che non si discutono: il no alle alleanze con i partiti o la lotta agli inceneritori o per l'acqua pubblica, per esempio, sono cardini del movimento. È come chiedere alla Lega di fare un referendum sulla sua natura federalista».
Per voi sarebbe diverso un dialogo con Matteo Renzi anziché con Pier Luigi Bersani?
«Sarebbe uguale».
Quale sarà la sua prima istanza in Senato?
«I tagli ai costi della politica, girando subito il ricavato a quelle categorie come esodati e disabili che ne hanno bisogno. Deve essere per tutti un gesto forte, importante. Inizierei con i rimborsi elettorali e con i privilegi per gli ex presidenti delle Camere».
E voi invece quali tagli ai benefit effettuerete?
«Li stiamo ancora valutando. L'obiettivo è rivederci tutti tra tre mesi, conti alla mano, per stabilire quali voci eliminare. Ma tratterremo solo ciò che spenderemo».
Ha sentito Grillo? Ha visto che oggi ha dichiarato che siamo di fatto fuori dall'euro? Siete per uscire dall'euro? Lei cosa ne pensa?
«Beppe ci ha telefonato durante l'assemblea di domenica, ma era una chiacchierata da amici. Non abbiamo alcun tipo di indicazione da lui o Casaleggio. L'euro? Non si tratta di uscirne o meno, ma di capire la velocità degli Stati e in base a quella attuare politiche monetarie differenti».
Emanuele Buzzi
14 marzo 2013 | 9:09
http://www.corriere.it/politica/13_marz ... 5f67.shtml
Re: the day after. quali accordi per governare?
Dai video che sono in giro sulle riunioni del M5S sembra emergere un'atmosfera da comitati studenteschi ( tanto entusiasmo, tanta confusione...) questo sig Vito Crimi sembra una persona ragionevole e determinata e non ha l'aria di uno a digiuno in materia.
L'idea di emiliano e la tesi di mariok mi pare siano percorribili, però se non c'è effettiva disponibilità dall'altra parte o se giocano sempre al rialzo allo scopo di umiliare l'unico partito decente...abbandonare l'orgoglio è una cosa, impostare un rapporto da subordinati è un'altra.
Grillo / M5S è sovraesposto nella critica, nelle accuse, come fa, pur "vincendo" su alcune cose ( il premier ad esempio, per assurdo) a fermare questa modalità di relazionarsi ?
bah...
L'idea di emiliano e la tesi di mariok mi pare siano percorribili, però se non c'è effettiva disponibilità dall'altra parte o se giocano sempre al rialzo allo scopo di umiliare l'unico partito decente...abbandonare l'orgoglio è una cosa, impostare un rapporto da subordinati è un'altra.
Grillo / M5S è sovraesposto nella critica, nelle accuse, come fa, pur "vincendo" su alcune cose ( il premier ad esempio, per assurdo) a fermare questa modalità di relazionarsi ?
bah...
Chi c’è in linea
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