the day after. quali accordi per governare?

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shiloh
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Re: the day after. quali accordi per governare?

Messaggio da shiloh »

mariok ha scritto:

Penso però che abbia ragione shiloh. C'è il fattore napisan che è un punto interrogativo.

più che un punto interrogativo direi una palla al piede.

che brutta fine di uno splendido settennato...
non me lo sarei mai aspettato...

(oh...in rima baciata eh... ;) )
Amadeus

Re: the day after. quali accordi per governare?

Messaggio da Amadeus »

17:19 – Oggi
#M5S: "Senatori siciliani. Se vince #schifani ci fanno il mazzo"
"Se vince Schifani, quando torniamo in Sicilia ci fanno un mazzo così ". Con questa motivazione i senatori siciliani presenti alla riunione dei neoeletti del M5S al Senato hanno convinto i colleghi a non dare una indicazione vincolante per il ballottaggio al Senato. "Noi votiamo Grasso", hanno aggiunto i senatori. La posizione ufficiale del M5S, infatti, non vincola i senatori a votare il proprio candidato Luis Alberto Orellana, lasciandogli di fatto "libertà di voto".
mariok

Re: the day after. quali accordi per governare?

Messaggio da mariok »

Avete notizie del conte Max?
Amadeus

Re: the day after. quali accordi per governare?

Messaggio da Amadeus »

mariok ha scritto:Avete notizie del conte Max?
:mrgreen:
c'è chi l'ha visto a Capracotta e chi l'ha visto a Cortina
( cit. il conte max 1957 )
Amadeus

Re: the day after. quali accordi per governare?

Messaggio da Amadeus »

La stampa.it

Dodici grillini hanno votato per Grasso al Senato. Urla alla riunione del Movimento, salta la diretta
L’apriscatole, anziché i grillini, l’ha messo in opera Bersani per forare la corazza del M5S. E c’è riuscito indicando due candidati, per la presidenza delle Camere, scelti scientificamente per mettere in crisi i neo-eletti a cinque stelle. Con la Boldrini c’è andato molto vicino, a giudicare dalla standing ovation con cui il discorso d’insediamento della neo-presidente è stato accolto (unici mogi e silenti: i berlusconiani).

Il segretario Pd ha fatto centro invece al Senato, aiutato peraltro da un grossolano errore tattico del centrodestra. A fronte del magistrato-simbolo Grasso, il Pdl ha messo in campo una personalità come Schifani, invisa come poche al fronte anti-mafia siciliano. Col risultato inevitabile di spingere un plotone di senatori grillini nelle braccia accoglienti di Bersani. Insostenibile la teoria che i 14 voti in più raccolti da Grasso (sulla carta 123, cresciuti a 137) siano giunti da altri gruppi.

Ha ragione dunque Bersani a dichiararsi «molto, molto contento»: senza ombra di dubbio è lui il trionfatore del primo round. E ha voglia Berlusconi (presentatosi nell’emiciclo con gli occhialoni scuri causa uveite) a sostenere che «queste elezioni non valgono niente»: valgono eccome. Se non altro perché martedì Napolitano avvierà le consultazioni di governo. E alla luce dell’evoluzione generale, favorevole al dialogo tra Pd-M5S, il Capo dello Stato non potrà non conferire l’incarico a Bersani. Il quale, una volta ricevuto il pallino del gioco, avrà tempo e modo di approfondire il discorso appena avviato con i Cinque Stelle.

Altro fiasco tattico del Cavaliere: nella illusoria speranza di far vincere Schifani, ha tentato di «adescare» Monti. Come? Facendo leva sulla delusione del Prof, che sarebbe volentieri andato a presiedere il Senato, sennonché Napolitano gli ha detto di no. Ma la trattativa tra Silvio e Mario è andata a ramengo perché, in cambio del sostegno a Schifani, il Prof «chiedeva la luna» (così perlomeno assicurano nel Pdl). Voleva cioè l’appoggio gratis del centrodestra a un governo Bersani-Monti, dove però i berlusconiani non avrebbero messo piede... Alla fine Scelta Civica si è astenuta, tanto alla Camera quanto al Senato. Un’astensione nel secondo caso determinante, e dunque molto apprezzata a sinistra, in quanto quei 21 voti a disposizione avrebbero ribaltato l’esito del match su Grasso.

«Tanto Monti rimane ininfluente», prova a minimizzare la sconfitta il Cavaliere. Ma, pure in questo caso, tanto ininfluente il Professore non è, se è vero che proprio Napolitano ieri mattina ha diffuso una lunga nota per dargli atto di «senso della responsabilità e spirito di sacrificio», sottolineando come sia «importante che in sede Ue, e nell’esercizio di ogni iniziativa possibile e necessaria, il governo conservi la guida autorevole di Monti fino all’insediamento del nuovo governo». Insomma, Scelta Civica con l’astensione è rimasta in zona-gol. Il Pdl, votando Schifani, si è messo in fuorigioco.

Ma la vera novità di ieri viene dai grillini. Spiazzati e spaccati al loro interno dalla candidatura Grasso fino al punto di rompere la disciplina interna. La riunione decisiva è stata accompagnata da urla e strepiti, stavolta senza webcam democraticamente accesa. E qui sta l’autentico successo di Bersani: nell’avere inaugurato un metodo (l’«apriscatole») che può valere, tra un mese, per la scelta del successore di Napolitano al Quirinale. E dalla prossima settimana, per tentare ciò che ancora ieri mattina sembrava impossibile, un ministero da lui presieduto. «La prossima tappa è il governo del Paese», conferma Bersani, «bisogna costruire un meccanismo che permetta di riuscirci...». Chiaramente, le incognite restano. Sarà interessante misurare, ad esempio, la reazione di Grillo e di Casaleggio. Da destra mettono il sale sulla ferita, con Calderoli che sfotte: «Benvenuti nella Casta, vi è bastato un giorno per entrarci». Intanto, però, la XVII legislatura repubblicana è in condizione di prendere il via.
peanuts
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Re: the day after. quali accordi per governare?

Messaggio da peanuts »

A me pare, dalle dichiarazioni e dall'impressione generale, che bersani e compagnia stiano credendo che molti grillini passeranno col pd, o qualcosa di simile.
Francamente siamo sul patetico, ormai. E' inutile che ci nascondiamo dietro a una elezione che, pur rispettando la Boldrini e Grasso, attenzione, va vista come una vittoria di Pirro. I romani si ritirano ma Pirro perde un sacco di elefanti (elettori) e non ha rifornimenti (i grillini hanno "sbloccato" la situazione ma le loro intenzioni non credo siano quelle di passare col pd).
Ripeto, non c'è granché da esultare. Consolarsi con le elezioni di ieri significa solo prolungare l'agonia.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
mariok

Re: the day after. quali accordi per governare?

Messaggio da mariok »

Sono convinto che ad elezioni si andrà ed anche presto. Il punto quindi non è affidarsi ai miracoli.

L'importante è che in questo stralcio di legislatura risulti un po' più chiara ed evidente la situazione, attraverso atti e passaggi che servono molto più di una nuova campagna elettorale a capire la natura e le intenzioni delle forze in campo.

Innanzitutto occorre vedere chi sia in realtà Grillo e cosa intenda fare. Intanto abbiamo capito che per lui non fa differenza avere come seconda carica dello stato Grasso o Schifani, l'importante è che i suoi soldatini obbediscano agli ordini.

Bisogna insistere perché venga allo scoperto anche sul tema del presidente della repubblica, del governo, della politica economica (quella reale, non quella gridata in piazza) ecc.

Nello stesso tempo occorre misurare fino a che punto il PD ha capito la lezione e quanto è disposto a cambiare.

Del Pdl e di Monti c'è poco da vedere, tanto si sono sputtanati già abbastanza.

Dopo di che si potrà andare ad elezioni con qualche elemento concreto in più, nella speranza che il branco italiano (a cominciare da quello che si autodefinisce di "sinistra") usi le parti alte del corpo piuttosto che quelle basse nella scelta elettorale.
iospero
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Re: the day after. quali accordi per governare?

Messaggio da iospero »

Se come sembra al Senato,
i 19 voti del gruppo Monti e i 17 della Lega fossero disponibili per un governo di minoranza di Bersani,
anche la possibiltà di sbloccare la situazione del governo potrebbe andare in porto e fare le cose urgenti in calendario.
Oltre a sbloccare la situazione cosa vorrebbero in cambio Monti e la Lega ?
E' tutto da valutare, ma finalmente avremmo un governo le cose che si possono fare anche con i voti dei 5 Stelle sono molte, e si potrebbe durare una legislatura.
shiloh
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Re: the day after. quali accordi per governare?

Messaggio da shiloh »

buongiorno a tutti.

che settimana ci aspetta ???
la mummia cinese marcherà ancora visita ???
i 5 stelle continueranno nella loro incomprensibile politica del "so' tutti uguali" ???
e Napisan...che farà Napisan ???

di fronte a queste incertezze inquietanti ,non mi resta che gioire per l'elezione di due splendide persone alla presidienza delle camere.
e proprio perchè sono persone da ammirare,
penso che si meriterebbero di durare almeno qualche mese nel loro incarico.
adelante.
shiloh
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Re: the day after. quali accordi per governare?

Messaggio da shiloh »

articolo interessante...

Editoriali
17/03/2013

Ma la strada resta in salita

di federico geremicca

Un giudice antimafia, forse l’ultimo vero erede di Giovanni Falcone, e una donna da anni in prima fila - come portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati - nel soccorso e l’aiuto a migranti e profughi politici. Piero Grasso e Laura Boldrini, cioè:
entrambi arrivati per la prima volta in Parlamento tre settimane fa, sono da ieri i nuovi presidenti di Camera e Senato.
Pier Luigi Bersani, il leader che ha scommesso su di loro, ha commentato la doppia elezione con uno di quei tweet tanto di moda:

«Se si vuole, cambiare si può».

L’ascesa di Grasso e Boldrini porta con sé due buone notizie ed una sensazione meno positiva.
Le notizie, intanto.
La prima:
qualche tessera del complicato puzzle alla fine del quale dovrebbe esser rivelato l’assetto politico-istituzionale della nuova legislatura, comincia ad andare al suo posto.

La seconda:
le due tessere sistemate ieri costituiscono una (piacevole) sorpresa per novità, storia personale e perfino profilo etico, il che non guasta mai (a maggior ragione oggi, con la politica messa in un angolo dai frequenti scandali).

La sensazione meno positiva riguarda invece il prossimo - e ancor più importante - obiettivo da centrare:
la formazione del nuovo governo.



Alla doppia elezione di ieri, infatti, ci si è arrivati alla fine di un incerto dialogo tra le parti che ha ora lasciato sul terreno rancori, delusioni e propositi di rivalsa.
Lo stato dei rapporti tra Bersani e Monti, per esempio, è senz’altro assai peggiore di quanto lo fosse prima;
il partito di Silvio Berlusconi denuncia l’«occupazione» delle presidenze da parte del Pd e spinge per elezioni il prima possibile;

e il Movimento Cinque Stelle, infine, è letteralmente imploso - tra pianti, urla e recriminazioni - di fronte alla prima occasione in cui è stato chiamato a compiere una scelta:
il che lascia presagire che tenterà di tenersi il più distante possibile da circostanze simili... Un quadro che non pare certo propedeutico - sia sul piano del clima che dei rapporti politici - alla formazione di una qualsiasi maggioranza di governo.



Anche perché, a differenza di quel che qualcuno aveva sperato, Pier Luigi Bersani non pare aver alcuna intenzione di cambiare la linea annunciata subito dopo la mezza vittoria (o la mezza sconfitta) del 24 e 25 febbraio.

L’ha sintetizzata in uno slogan che sta diventando concretamente comprensibile ogni giorno di più:
«Mai più responsabilità senza cambiamento».
Che vuol dire:
con larghe intese e governi tecnici abbiamo già dato, e con Berlusconi non si torna, a meno che della partita non sia anche Beppe Grillo.
Cambiamento, dunque:
come per i nomi ed i profili dei nuovi presidenti di Camera e Senato.
Cambiamento:
che ora, a proposito di governo, significa mai un esecutivo senza il Movimento Cinque Stelle, la dirompente novità politica frutto - appunto - della voglia di cambiamento degli italiani.

La maggioranza del Partito democratico è certa che Grillo non voterà mai la fiducia ad un governo-Bersani e si va ormai convincendo che il segretario non defletterà da questa linea:
e che l’unico «piano b» che sarebbe disposto a prendere in considerazione sono elezioni anticipate a giugno.

Il leader del Pd, infatti, è convinto che il no a soluzioni che replichino l’esperienza Monti, per esempio, può permettere di recuperare consensi tra i tanti elettori democratici incantati da Grillo.

Senza contare il fatto che il precipitare verso elezioni da far svolgere in tempi brevissimi, renderebbe impossibili nuove primarie e toglierebbe dal campo Matteo Renzi.

Questo è un obiettivo gradito alla larga maggioranza del Pd, ma è soprattutto con i cosiddetti «giovani turchi» di Fassina, Orlando e Orfini che il segretario sta cercando di costruire un asse che abbia come obiettivo (dopo l’abbandono del Parlamento da parte di personalità come D’Alema, Veltroni, Turco e altri) una sorta di fase due della «rottamazione», da gestire da Largo del Nazareno - sede del Pd - piuttosto che da Palazzo Vecchio.
Ma se questo è davvero il disegno, è chiaro che le acque potrebbero cominciare ad agitarsi notevolmente anche all’interno del Pd:
con i prevedibili effetti destabilizzanti sul piano della formazione del governo...



Il lavoro che è di fronte a Napolitano ed alle forze politiche, dunque, resta difficile.

Il primo passo, però, è compiuto:
e due presidenze su quattro, sono assegnate.
Resta da trovare una soluzione per le tessere più difficili dell’intero puzzle:
capo del governo e Quirinale.
Non sarà facile, e il tempo stringe.
Non solo stringe per chi vuole tornare alle urne già a giugno:
stringe soprattutto per le risposte urgenti da dare a un Paese squassato da una crisi economica e sociale che pare aggravarsi ogni giorno di più.


http://lastampa.it/2013/03/17/cultura/o ... agina.html
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