Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?

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Amadeus

Siria

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troppa indifferenza per quello che sta succedendo in Siria , dal marzo 2011 sono morte 35000/37000 persone.
diverse nazioni sono coinvolte ma non succede niente che fermi bombe e stragi.

Dopo oltre un anno di tumulti e rivolte, la Siria continua ad essere travolta dalla violenza. Nel corso degli ultimi sei mesi, il regime di Bashar al-Assad ha intensificato sempre più la repressione, e neppure i tentativi di mediazione tra l’autunno e l’inverno della Lega Araba prima e, più recentemente, dell’inviato dell’ONU, Kofi Annan, sono sembrati in grado di sortire effetti positivi e risolutivi. Gli attori di quella che appare chiaramente come una guerra civile si sono definiti. L’opposizione, spesso divisa, si è comunque dotata di un organismo politico, il Consiglio Nazionale Siriano, divenuto il primo interlocutore dell’Occidente, e di un braccio armato, il Free Siryan Army. Mentre nessuno dei due contendenti è disposto a retrocedere, i contesti regionale ed internazionale concorrono ad intricare il quadro. La Siria è l’ennesimo terreno di scontro tra il fronte sunnita guidato dall’Arabia Saudita e dal Qatar e l’eterogeneo asse sciita Damasco-Hezbollah-Teheran. La tenuta o la caduta del regime di Assad potrebbe quindi rappresentare l’ago della bilancia per l’influenza sul futuro del Medio Oriente. Ma non solo, poiché la questione travalica i confini della regione ed arriva fino al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite a New York. Al Consiglio di Sicurezza, infatti, i cinque paesi aventi diritto di veto sono ancora alle prese con un aspro confronto diplomatico. I tentativi di Francia, Stati Uniti e Gran Bretagna per una risoluzione di condanna del regime hanno per ora incontrato l’opposizione di Russia e Cina, che hanno posto il proprio veto in difesa della sovranità siriana. È una divisione che riflette interessi e strategie divergenti, ed ardua appare una sua ricomposizione. Questa situazione di evidente stallo a livello sia interno che esterno sembra allontanare ogni rapida soluzione della crisi.



(AGI) - Damasco, 23 feb. - La Coalizione Nazionale Siriana, la principale sigla che unisce le forze di opposizione al regime di Bashar al-Assad, non partecipera' al Gruppo di Alto Livello in programma giovedi' a Roma: la decisione, annunciata venerdi' notte, e' stata presa per protesta contro l'inazione internazionale sui massacri in Siria. A Roma, dove sara' presente il segretario di Stato Usa, John Kerry, alla sua prima uscita internazionale, era atteso il capo della coalizione, Ahmed Moaz al-Khatib. Il cartello delle opposizioni ha spiegato che non partecipera' ai prossimi meeting in Italia, Russia e Usa per protesta contro la "vergognosa" mancata condanna internazionale dei "crimini commessi contro il popolo siriano". "Il silenzio internazionale sui crimini commessi ogni giorno contro il nostro popolo equivale all'aver partecipato a due anni di omicidi", si legge in un comunicato che poi aggiunge: "Riteniamo i leader russi, in particolare, moralmente e politicamente responsabili perche' continuano a sostenere il regime di Damasco con le armi". (AGI) .
Amadeus

Re: Siria

Messaggio da Amadeus »

24ORE - ESTERI

15:30
Siria: uccisi in 2 anni piu' di 6.800 tra bambini e donneBeirut - In due anni in Siria i bambini e le donne vittime del conflitto sono stati piu' di 6.800, su un totale di 59.000 morti. Il dato e' stato fornito dall'Osservatorio siriano per i diritti umani e complessivamente e' piu' basso dei 70.000 morti stimati dal'Onu. Nel conteggio dei 59.584 morti fatto dall'Osservatorio rientrano 1.086 guerriglieri ribelli, per lo piu' stranieri, 1.783 disertori, 14.752 soldati del regime e 1.973 civili non sono stati identificati. Fino a domenica, le donne maggiorenni uccise erano state 2.579 e in totale i minorenni 4.264. L'Osservatorio ricomprende nelle sue statistiche solo i morti confermati, ma ritiene che il numero delle vittime tra i soldati del regime e i ribelli sia il doppio di quello indicato, anche per la segretezza che avvolge questi dati. .

(18 marzo 2013)
pancho
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Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?

Messaggio da pancho »


SIRIA: ECCO LE DETTAGLIATE PROVE DI TUTTE LE MENZOGNE DELLA NATO.


Pubblicato il 15 febbraio 2012

Tutto ciò che ci dicono sulla rivoluzione in Siria é una grande menzogna. Ecco le dettagliate prove di come la Nato stia architettando una fantomatica ribellione popolare per muover guerra ed invadere l’ennesimo stato medio-orientale, il tutto all’ombra dell’opinione pubblica, incantata per l’ennesima volta dalla sconcertante disinformazione, orchestrata ad-hoc su scala planetaria.

Come prima cosa va detto che tutte le informazioni ufficiali sulla ribellione in Siria hanno essenzialmente un’unica fonte: L’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani. (A questo link, puoi verificare tu stesso, come un articolo tratto da sito del tg1, preso ad esempio, citi esattamente questa fonte.)

Ogni qualvolta telegiornali, quotidiani e siti d’informazione istituzionale non citano direttamente l’Osservatorio Siriano, l’origine delle informazione viene fatto risalire alle più svariate agenzie di stampa internazionale: Ma chi pensate che fornisca le informazioni a tutte le agenzie di stampa del mondo, sia occidentali che arabe? Proprio l’Osservatorio Siriano.

Ma cos’é esattamente questo Osservatorio Siriano? É una sola persona, che vive a Coventry, in Inghilterra, e riceve via telefono dalla Siria le varie informazioni che poi rigira agli organi di stampa. Tutte le informazioni che provengono dalla Siria vengono filtrate da un solo uomo e poi riportate al mondo; chi ci assicura che Rami Abdulraham, questo é il suo nome, non sia controllato da nessuno? Una sola fonte per una intera paese é sintomatica di informazione manipolata. Proprio come in Corea Del Nord c’è solo una televisione di stato, così noi sappiamo ciò che accade in Siria da un’unica persona. (A questo link, il comunicato stampa della Reuters che confessa di ricevere tutte le notizie sulla Siria da Abdulraham). In questa foto si può vedere il suo volto:

Sorge così il primo dubbio su ciò che sta accadendo in Siria: Chi ce lo dice che questo signore ci stia raccontando la verità? Nessuno può confutarlo. Andando più a fondo nella questione si può poi scoprire che l’omino dell’Osservatorio Siriano stia usando uno pseudonimo. Il suo vero nome é Osama Ali Suleiman. La sua identità é stata celata, proprio come si fa per gli agenti segreti e le spie.

Come riportato da questo breve reportage sulle principali televisioni arabe, non possono che sorgere numerosi dubbi intorno a questa figura: Come fa un uomo solo a raccogliere le informazioni da più di 50 città siriane contemporaneamente? E perché tutti i media utilizzano solo lui come fonte d’informazione? Guarda il video:

Cerchiamo ora di capire per chi lavora Osama Ali Suleiman. Per comprendere ciò, occorre fare un passo indietro, iniziando ad analizzare il suo lavoro: Diciamo che le informazioni che ci passa non sono delle più veritiere.

In questo reportage dell’australiana ABC, si dimostra come il video fornito da Suleiman, pubblicato dalla Reuters e ripreso da diverse televisioni di tutto il mondo, nel quale si vedono presunti militari dell’esercito siriano che maltrattano e torturano degli oppositori sia chiaramente un fake. L’emittente australiana dimostra infatti che il video é stato girato a Beirut il 20 agosto 2008. I militari sono in realtà libanesi. Altro che repressione armata dell’esercito siriano. Dopo questo pezzo dell’ABC, Reuters si scuserà per l’accaduto e dichiarerà pubblicamente di aver sbagliato. Guarda il video:


I prossimi due filmati, dimostrano come altri video forniti dall’Osservatorio Siriano siano dei clamorosi fake: nel primo vediamo come viene inscenata una finta strage, con tanto di sangue finto e artistiche pose per inscenare l’uccisione dei ribelli da parte dell’esercito siriano. Guarda il video:

In questo secondo filmato (non fatevi impressionare dal ketchup usato per inscenare le ferite mortali che sono più finte dei capelli di Berlusconi), il finto morto addirittura muove gli occhi. Guarda il video:

Andiamo avanti con le nostre prove: Ve la ricordate Zainab Al-Husni? La ragazzina uccisa dalle forze di sicurezza del regime siriano, il 17 settembre scorso? (qui il video del suo presunto funerale, ripreso da tutti i media del mondo, che sicuramente avrete visto almeno una volta al tg). La sua morte aveva indignato il mondo intero, era divenuta il simbolo dei sopprusi del regime del despota Assad, un tiranno da odiare e da esautorare al più presto in nome della libertà e della democrazia: La ragazza sarebbe stata arrestata, violentata e mutilata, addirittura parti del suo corpo sarebbero state inviate, come monito, alla sua famiglia. Lo sapete che in realtà la ragazzina é viva e vegeta? Che é comparsa in una televisione siriana con tanto di carta d’identità il 4 ottobre? Ecco il video:

(La versione integrale dell’intervista-reportage, in lingua araba, la potete trovare qui).

Altro giro altra corsa: Aveva commosso il mondo intero il video di una madre che abbraccia il corpo del figlioletto ucciso dall’esercito siriano, durante una repressione ad Homs. Ciò che i media non ci hanno fatto vedere in realtà é che la madre stessa se la prende con i ribelli, non con l’esercito. Dice che sono stati loro ad uccidere suo figlio e che l’esercito in realtà protegge il civili contro dei franchi tiratori, dei mercenari che aprono il fuoco sui civili per addossare la colpa all’esercito: Queste parole di una madre disperata valgono più di mille commenti:

“Se l’esercito fosse stato presente, mio figlio non sarebbe morto…aveva un biscotto in mano e gli uomini armati l’hanno scambiato per una pistola, l’hanno colpito al collo e alla gamba…perché in quel momento non c’era l’esercito a difenderci…mio figlio sarebbe ancora vivo…perché…perché…” Guarda il video:

Ma perché l’Osservatorio Siriano ci racconta tutte queste cazzate? Perché ci vogliono far passare per vere finte stragi, presunte uccisioni e mettere in cattiva luce l’esercito siriano?

Perché in realtà Osama Ali Suleiman é una pedina in mano della propaganda Nato e della Lega Araba. Una verità sconcertante. Ci mentono in un modo così subdolo e meschino da mesi e mesi. La verità però sta venendo a galla. Tra i cosiddetti “pacifici ribelli” o “manifestanti anti-regime” si nascondono dei mercenari, pagati per uccidere civili, facendo addossare la colpa sull’esercito siriano. Il tutto per destabilizzare l’ennesimo governo ed instaurarne uno più “occidentale”; per giustificare l’intervento dei caschi blu e l’ennesimo attacco ad un potere non congeniale all’America e alla Nato. Altro che feroce repressione di Assad contro il suo popolo che manifesta pacificamente per la libertà: Questa é una vera e propria propaganda Nato per giustificare una nuova guerra. Le prove che abbiamo sono a dir poco schiaccianti: In questo video si vedono 5 ribelli che aprono ripetutamente il fuoco contro un autobus di passaggio, pieno di civili. Siamo a Daara ed é il 27 dicembre: Guarda il video:

In quest’altro filmato si vedono dei ribelli, che da un tetto di un edificio di Homs, il 22 gennaio, sparano con dei lanciarazzi a degli obiettivi casuali. Guarda il video:

In quest’altro filmato, si vedono dei ribelli scorazzare per le strade di Homs, l’8 Aprile 2011, sparando a caso con dei fucili dal finestrini dell’auto, seminando il terrore tra la popolazione. Guarda il video:

Inoltre, perché i cosiddetti “pacifici manifestanti” mirano a distruggere obiettivi strategici come il gasdotto di Homs? Forse perché l’intelligenza militare che li manovra é quella della Nato: D’altronde perché Assad avrebbe dovuto colpire i propri gasdotti? Che senso avrebbe per l’esercito siriano, colpire i tubi del gas della propria nazione? A che scopo poi, se il loro unico fine é quello di placare con il sangue le rivolte popolari?…Spero vi rendiate conto sempre di più che ci troviamo di fronte ad una gigantesca macchinazione, ad una sempre più plateale propaganda pro-invasione occidentale in Siria.

Leggi l’articolo dell’agenzia Sana e guarda il video che dimostrano l’attacco del gasdotto Homs il 30 gennaio. (Il giorno precedente era toccato al gasdotto di Deir Ezzawr: articolo + video).

La prova schiacciante che dietro le rivolte in Siria ci sia la Nato, sta in questo video amatoriale girato ad Homs il 15 luglio, in cui si vede addirittura come sia l’esercito siriano che tenta di salvare i civili dagli spari dei ribelli e non il contrario. Il militare siriano fa da scudo con il proprio corpo, riuscendo a trascinare un uomo ferito al riparo, dietro l’angolo di un edificio, il tutto sotto una incessante pioggia di piombo dei ribelli. Se non é una prova decisiva questa…!!! Guarda il video:

Un’altra notizia importantissima da dare é che, in realtà, benché vengano ignorate da tutti, ci sono delle fonti di informazioni istituzionali che stanno provando a far conoscere al mondo il reale stato delle cose in Siria: E’ il caso di Mohammad Shahid Amin Khan, presidente dell’International Commission Of Human Rights (IHRC), che ha più volte affermato pubblicamente che tutto ciò che dicono i media occidentali e arabi sugli avvenimenti in Siria é una grossa menzogna, frutto della grande cospirazione americana e della Nato contro il governo siriano di Assad, un governo a loro non congeniale, che vogliono soverchiare anche a costo di uccidere migliaia e migliaia di incolpevoli civili. Inutile dirvi che le parole del presidente di questa rispettabile organizzazione pacifista, siano state ignorate da tutti i media del mondo. (Voi invece potete leggere le sue parole a questo link).

Appurato lo smascheramento delle false informazioni che ci hanno dato, e del fatto che sempre più persone sono a conoscenza della grandi menzogne sulla Siria che ci stanno propinando, i cospiratori che stanno dietro a Mr. Suleiman, il 1 febbraio, hanno deciso di fare un grande passo indietro. In una lettera (che puoi leggere qui, tradotta in italiano), indirizzata ai vari organi d’informazione, annunciano al mondo che l’Osservatorio ha in realtà sede a Londra ed é gestito da 8 persone, riportando meticolosamente nomi, cognomi e ruoli ufficiale all’interno dell’organizzazione. Prendono le distanze da Suleiman, colui che é stato la nostra unica fonte per tutti questi mesi. Si scopre che é un antennista, di modesta istruzione, additato ora a semplice collaboratore e che é stato esautorato da tutte le sue funzioni all’interno dell’Osservatorio. Come mai un organo d’informazione di nevralgica importanza per ciò che sta accadendo in Siria, la fonte delle informazioni di tutta la stampa mondiale, per mesi si é affidata ad un antennista siriano, da poco emigrato in Inghilterra, che conosce due parole di inglese? Questa lettera sa tanto di clamoroso dietrofront, di goffo tentativo di riprendersi la credibilità perduta. Blogger di tutto il mondo avevano ormai mangiato la foglia, avevano capito che ci stavano mentendo, che dietro l’Osservatorio Siriano si celava un subdolo meccanismo propagandistico.

Mettiamo anche che la lettera dica il vero, che l’Osservatorio abbia commesso il “grossolano errore” di affidarsi dell’inattendibile Mr. Suleiman e che tutto ciò non sia un abile sotterfugio per celare la propaganda e la manipolazione delle informazioni che giungono dalla Siria, una cosa resta però un dato di fatto inconfutabile: per mesi tutte le informazioni che ci hanno dato erano falsate, dato che provenivano da quel Osama Ali Suleiman, dal quale ora l’Osservatorio prende le distanze.

Ciò che tutt’ora non ci dicono, ma che é facilmente desumibile da questa cartina preparata dagli amici di nocensura.com, é che le basi americane in medio-oriente sono davvero tante e, guardacaso, tutte intorno all’Iran. Mettere le mani sul territorio siriano, ponendo fine al governo antiamericano di Assad, permetterebbe di completare l’opera di accerchiamento all’Iran.

Vi anticipo già gli sviluppi futuri di questa triste storia: Gli osservatori della Lega Araba per conto della Nato, che hanno il compito di fare una dettagliata relazione sui sobbugli siriani, dichiareranno il falso ed affermeranno che Assad é un despota sanguinario che uccide i pacifici oppositori del suo regime dittatoriale. Ciò darà il via all’invasione dei caschi blu. Nascerà una nuova guerra e durerà finche migliaia di persone non verranno uccise e Assad verrà catturato e giustiziato. Ovviamente la supremazia militare della Nato alla fine avrà il sopravvento e otterrà il suo scopo di installare un nuovo governo filoamericano in un paese strategicamente importante come la Siria, andandosi ad affiancare all’altro grande stato medio-orientale ora “americanizzato”: l’Iraq delle fantomatiche armi di distruzione di massa.

nb:x i video entrare sul link http://ilcorsivoquotidiano.net/2012/02/ ... ato-siria/


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Sul Medioriente dobbiamo credere a tutto quello che ci dicono le fonti ufficilali o dobbiamo invece avere dei dubbi?

In questo caso il web potrebbe darci una mano?

Il tempo come al solito e' sempre galamtuomo ma nel frattempo se le cose non stanno veramente come ci dicono(le fonti ufficiali)noi saremo ancora un'altra volta fottuti.


un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
mariok

Re: Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?

Messaggio da mariok »

Gli osservatori della Lega Araba per conto della Nato, che hanno il compito di fare una dettagliata relazione sui sobbugli siriani, dichiareranno il falso ed affermeranno che Assad é un despota sanguinario che uccide i pacifici oppositori del suo regime dittatoriale.
Insomma, Assad sarebbe un democratico e i 35.000 e più morti una colossale messa in scena.

Nel sito da cui è tratta questa farneticazione, è scritto: "Il Corsivo Quotidiano è un blog di informazione e approfondimenti dal taglio satirico": forse è questo che spiega tutto.
pancho
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Re: Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?

Messaggio da pancho »

mariok ha scritto:
Gli osservatori della Lega Araba per conto della Nato, che hanno il compito di fare una dettagliata relazione sui sobbugli siriani, dichiareranno il falso ed affermeranno che Assad é un despota sanguinario che uccide i pacifici oppositori del suo regime dittatoriale.
Insomma, Assad sarebbe un democratico e i 35.000 e più morti una colossale messa in scena.

Nel sito da cui è tratta questa farneticazione, è scritto: "Il Corsivo Quotidiano è un blog di informazione e approfondimenti dal taglio satirico": forse è questo che spiega tutto.
Probabilmente hai ragione ma non per questo dobbiamo prendere per oro colato tutto quello che i media ci dicono. Siamo in un'era in cui le guerre si fanno con l'informazione e quindi....stare attenti e non aver paura di discutere anche quello che diamo per certo.

Cmq e' assolutamente necessario mettere in dubbio un po' tutto e informarsi possibilmente anche tramite il web.

A tale proposito scriveva geopoliticamente un'anno fa ca:


Quello che i media non dicono sulla Siria/2
Archiviato in: Conflitti, Grande Medio Oriente, Siria & Libano
17 gennaio 2012

Nel suo ultimo discorso pubblico, il presidente Assad ha dichiarato che un intervento arabo in Siria sarebbe peggio di un intervento occidentale. Ormai anche lui si è reso conto che il vero nemico da fronteggiare non è la NATO, bensì la Lega Araba, sempre più istigata dal Qatar. Lo stesso emiro di Doha ha deciso di giocare a carte scoperte invocando pubblicamente un’operazione militare per porre fine alle violenze.
Anche gli Stati Uniti sostengono la necessità di un’iniziativa armata contro Damasco, come ribadito nella recente conferenza stampa tra il Segretario di Stato H. Clinton e il Primo ministro qatarino Hamad bin Jassim bin Jabr Al-Thani. I due Paesi sono ufficialmente allineati nella destabilizzazione della Siria.

Tempo fa un quotidiano kuwaitiano ha perfino anticipato un piano miitare indicando gli obiettivi di possibili bombardamenti. La domanda è: chi condurrebbe questo attacco? Non certo gli USA, sia per le ragioni che avevo spiegato qui, sia per la precaria situazione economica negli States e sia perché, dopo le due guerre scellerate in Iraq e Afghanistan, avventurarsi in un nuovo conflitto sul campo sarebbe un suicidio politico – soprattutto a pochi mesi dalle elezioni presidenziali.

Non potendo impegnarsi direttamente, gli USA ricorrono al vecchio strumento della proxy war, che consiste nell’offrire materiale (ossia armi) e finanziario al nemico del proprio nemico. Perciò i media concentrano la propria attenzione sul Free Syria Army, ufficialmente formato da dissidenti dell’esercito regolare ma in realtà creato e formato con l’appoggio dell’Occidente (non a caso si parla di “Brigate Feltman”). Benché sia stato dato molto risalto alla diserzione di un generale con cinquanta uomini al seguito, le forze armate di Damasco sono ancora intatte e disciplinate. Non vanno poi dimenticati i ribelli libici, di fede sunnita e dunque schierati contro Assad, come ad Hizbullah in Libano.

Dall’altra parte c’è l’Iran, fiero sostenitore di Assad e del primato sciita, la cui partecipazione diretta è dichiarata dallo stesso Jeffrey Feltman, assistente del Segretario di Stato USA. Alcune settimane fa il governatore della provincia irachena di al-Anbar, Qasim Al-Fahdawi ha detto di avere le prove del coinvolgimento dell’Esercito di Mahdi di Moqtada al-Sadr negli scontri. Anche l’opposizione siriane sostiene che 100 autobus trasportanti almeno 4.500 uomini armati di al-Sadr avrebbero attraversato il confine siriano, diretti verso Deir al-Zour.

Si segnala che pochi giorni fa la Turchia ha denunciato il sequestro di un cargo contenente armi diretto in Siria, di sospetta provenienza iraniana (accusa smentita da Teheran).
Si va dunque verso una deriva settaria del conflitto in corso, anticamera di una guerra civile che porterebbe allo sfaldamento della società siriana.

La ragione per cui l’America segue da vicino gli eventi in Siria è perché spera che, una volta caduta Damasco, la prossima ad implodere possa essere Teheran.

Il Qatar, al contrario, vuole porre fine al dominio sciita per riportare al potere la maggioranza sunnita, in modo che in un futuro appuntamento elettorale il popolo possa consegnare la nascitura “democrazia” siriana nelle mani della Fratellanza Musulmana, sulla falsariga di quanto sta già avvenendo in Tunisia ed Egitto.
Non stiamo assistendo ai negoziati arabo-occidentali per la liberazione della Siria, ma ai tentativi sottotraccia del Qatar di trasformare il Paese in una nuova Libia. E a Washington fingono di non saperlo, troppo indaffarati a chiudere i conti con Teheran senza sporcarsi le mani.

L’unità di intenti dimostrata da americani e qatarini si rivela dunque un pericoloso passo a due in cui i primi credono di guidare i secondi e in realtà sono questi ad usare quelli. Ciò che Washington non riesce a capire è che l’apparente convergenza di interessi con Doha nasconde in realtà due obiettivi opposti e, in definitiva, inconciliabili.

Difficile immaginare cosa verrà fuori da questo ambiguo sodalizio. Non dimentichiamoci che al-Qa’ida, oggi incubo dell’Occidente, non è altro che il figlio illegittimo di quel matrimonio tra USA e Pakistan celebrato trent’anni fa in funzione antisovietica.
http://geopoliticamente.wordpress.com/2 ... la-siria2/

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un salutone da Juan
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pancho
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Re: Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?

Messaggio da pancho »

Quello che i media non dicono sulla Siria
da: Agora Vox http://www.agoravox.it/Quello-che-i-med ... icono.html

Dall'inizio delle rivolte in Siria in molti si aspettavano che la NATO lanciasse una nuova operazione con il pretesto di "proteggere i civili", sulla falsariga di quanto accaduto in Libia. Anche l'opposizione guidata dal neonato Consiglio Nazionale siriano aveva iniziato a far circolare questa idea, poi categoricamente smentita dalla stessa Alleanza Atlantica.

In realtà l'Occidente non potrà ripetere a Damasco ciò che aveva fatto a Tripoli, benché voci in tal senso continuino a diffondersi (qui e qui). Non sono le minacce di Assad a spaventare le cancellerie nostrane. La verità è che la Siria ricopre un ruolo troppo delicato all'interno degli equilibri mediorientali perché le potenze occidentali possano avventurarsi in una nuova missione “umanitaria”. La Libia è ricca di petrolio ma povera di significato geopolitico, per cui Europa (rectius: Francia e Regno Unito) e Usa avevano solo da guadagnare dal rovesciare Gheddafi. La Siria, al contrario, riveste un decisivo peso politico nella regione (e possiede scarso petrolio: produce 385.000 barili al giorno). Perfino Israele teme le conseguenze della caduta di Assad. Condizioni che sconsigliano qualunque possibilità di intervento.

Ciò che la stampa sembra non comprendere è che la vera partita della Siria si gioca sul tavolo della Lega Araba, non su quello dell'Occidente. Ma la stessa Lega, dopo la sospensione iniziale, sta ora adottando un approccio più morbido alla questione. La missione appena approvata non cambierà di una virgola situazione, proprio come tutti si aspettano. In generale, la Lega sta cercando di imporre sanzioni con la consapevolezza che non potranno mai funzionare. La risposta l'ha offerta alcune mesi fa l'analista Ibrahim Saif: colpire la Siria, per i Paesi arabi, significherebbe danneggiare le proprie economie.

Il presidente Assad ha ancora molte carte da mettere sul tavolo: tante quanti sono gli Stati confinanti. A cominciare dall'Iran, che nella repressione siriana sta svolgendo un ruolo di primo piano. Il Damas-Post cita la rivelazione di un generale in pensione dell'esercito turco: l'Iran ha minacciato di entrare in guerra sia contro la Turchia che gli Stati Uniti se Ankara muoverà le proprie truppe contro la Siria. La decisione di Teheran verrebbe direttamente dalla Guida Suprema Ali Khamenei, che in Siria ha recentemente inviato uno dei suoi più stretti collaboratori per ricoprire la carica di ambasciatore.

La fonte omette di precisare un dettaglio. Se guerra sarà, l'Iran non la combatterà direttamente. Negli ultimi cento anni Teheran non ha mai dichiarato guerra in nessuno (se mai ha subito invasioni altrui, come quella irachena del 1980). Anziché impegnarsi direttamente, la Repubblica Islamica preferisce “delegare” il lavoro sporco agli altri, sul modello occidentale della proxy war. Teheran sostiene Hezbollah e Hamas contro il Libano, così come al-Sadr in Iraq e alcune fazioni talebane in Afghanistan. In passato ha anche offerto supporto logistico e finanziario ai ribelli curdi del Pkk, con i quali la Turchia ha recentemente avviato una nuova escalation di scontri, ed è proprio quella la leva che gli iraniani andrebbero a muovere nel caso Ankara intervenisse in Sira. L'esercito turco non interferirà in Siria perché non vuole riaccendere le tensioni con un Paese delle dimensioni dell'Iran. Così Ankara si limita a fornire sostegno materiale e diplomatico sia al cosiddetto Consiglio Nazionale Siriano che all’Esercito Libero della Siria.
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
pancho
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Re: Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?

Messaggio da pancho »

Inserisco un tema e voi portate in 3^ lettura il mio post !! Spiegate a noi tutti il motivo??

un salutone da Juan
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mariok

Re: Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?

Messaggio da mariok »

Era già stato aperto un altro 3d sulla Siria da Amadeus. Mi è sembrato logico ed utile unificarli. Ho lasciato il titolo del secondo e non del primo, per mantenere l'attenzione sulla questione dell'informazione.
pancho
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Re: Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?

Messaggio da pancho »

mariok ha scritto:Era già stato aperto un altro 3d sulla Siria da Amadeus. Mi è sembrato logico ed utile unificarli. Ho lasciato il titolo del secondo e non del primo, per mantenere l'attenzione sulla questione dell'informazione.
Ok..Ok. Nessun problema, anzi. Non m'ero accorto che era aperto un tema simile.

Pero' messo cosi' sembra una contrapposizione con quanto scritto da Amadeus mentre io ponevo cosa diversa. Non sicurezze ma dubbi.

Casomai la prossima volta, se possibile, metti una nota.


un salutone da Juan
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Amadeus

Re: Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?

Messaggio da Amadeus »

quando reagirà il resto del mondo "civilizzato" ????

:cry: :cry: :cry: :cry: :cry:

Siria, il dramma dei bimbi rifugiati
L’allarme Onu: “Sono un milione”


Il numero di bambini rifugiati fuggiti dal conflitto in Siria ha raggiunto oggi la drammatica soglia del milione. Lo rivelano gli ultimi dati dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) e dall’Unicef resi noti oggi a Ginevra. Del milione di bambini e minorenni costretti a fuggire dal proprio Paese, circa i tre quarti, 740mila, hanno meno di undici anni, precisano le due agenzie specializzate delle Nazioni Unite.

«Questo milionesimo bambino rifugiato non è solo un altro numero. È un vero bambino in carne ed ossa strappato alla sua casa, forse anche alla famiglia, di fronte a orrori che possiamo solo cominciare a capire», ha dichiarato il direttore generale dell’Unicef Anthony Lake denunciando il «fallimento della comunità internazionale» di fronte alle sue responsabilità. «Dobbiamo tutti condividere la vergogna», ha aggiunto. Per l’Alto Commissario Unhcr Antonio Guterres, sono «in gioco la sopravvivenza ed il benessere di una generazione di innocenti». I giovani siriani «hanno perso la loro casa, i loro familiari ed il loto futuro. Anche dopo aver attraversato il confine verso la sicurezza, sono traumatizzati, depressi ed ha bisogno di un motivo di speranza», ha aggiunto.

Secondo gli ultimi dati delle due agenzie specializzate delle Nazioni Unite, circa 3.500 bambini e minorenni siriani sono giunti in Giordania, Libano e Iraq non accompagnati o separati dalle loro famiglie e globalmente i minorenni costituiscono circa la metà dei due milioni di profughi fuggiti dalla guerra in Siria e giunti in Libano, Giordania, Turchia, Iraq ed Egitto. Sempre più spesso, i siriani approdano anche in Nord Africa e in Europa.
Il prezzo pagato dall’infanzia siriana al conflitto, entrato nel suo terzo anno, è enorme. Al milione di bambini rifugiati si sommano infatti oltre due milioni di bambini e minorenni sfollati all’interno del loro Paese e l’Onu stima che almeno in 7mila sono stati uccisi. I bambini e minorenni rifugiati sono inoltre esposti a minacce quali il lavoro forzato, il matrimonio precoce e lo sfruttamento sessuale. Unhcr, Unicef e l’Onu si sono mobilitate per assistere i rifugiati siriani, ma molto resta da fare e solo il 38% dell’appello di fondi per finanziare gli aiuti ai profughi fino alla fine dell’anno è stato ricevuto.


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