Der Spiegel:Beppe Grillo è l’unico leader anti Merkel
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Re: Der Spiegel:Beppe Grillo è l’unico leader anti Merkel
al di la dei tifosi che tifano
la questione è questa :
articolo 18
legge fornero sulle pensioni.
nelle precedenti elezioni io ho votato alla camera PD
in questa tornata no.
il sostegno al governo Monti destra neoliberista e mercantistaè stato un DISASTRO,
il governo di Monti
è stato piu a destra della destra populista di Berlusconi.
sull' articolo 18 contano i fatti , il licenziamento disciplinare palesemente errato prima veniva
risolto con la REINTEGNA adesso con 6 mesi di indennità. ( vedi sentenza).
dirigenti sindacali prima tutelati ora vengono licenziati ( vedi interevista di Landini ).
PRIMA
prima c ' era un habitat culturale del PD neliberista ( vedi il saggio del prof. Biasco) mi sembra analizzato anche in questo forum , Biasco è un economista teorico accademico del PD.
si trattava di teoria politica quindi teoria
ora la situazione è diversa
c è il sangue del movimento operaio ( licenziamenti dei compagni) adesso NON c ' e TEORIA adesso
ci sono famiglie abbandonate nelle strade.
PER QUESTA LA DEFINIZIONE TECNICA NON POLITICA DEL PD OGGI E DI TRADIMENTO DELLA STORIA DEL MOVIMENTO OPERAIO.
io credo che questo forum debba lavorare per costruire una forza di sinistra socialista marxista
e di cercare uno spazio di GENERAL INTELLECT a sinistra e quindi anche con il movimento 5 stelle.
ovviamente niente da vedere con il micropartito del piccolo leader Ingroia.
io alla camera ho votato Ingroia ma solo alla camera e solo per la mia storia PASSATA.
capita a tutti di perdere ma perdere MALE come Ingroia , convinto di essere un leader
che non era e che non doveva essere.
sull' euro.
di cosa stiamo parlando ?
confondere EURO con EUROPA porta all' UNGHERIA uno stato barbaro e fascista.
la moneta è uno strumento per i marxisti e uno strumento per il grande economista borghese Keynes.
per noi gli indicatori economici sono OCCUPAZIONE e PRODUZIONE non l' indicatore MONETA-INFLAZIONE.
la moneta è fisiologicamente VARIABILE non è rigida.
L' EURO e una foglia di fico del monetarismo e del neoliberismo e cosi come è strutturata non ha futuro.
il ritorno non puo essere la moneta-nazione ma EURO non è la moneta dell' EUROPA
smettiamo con infantilismi e banalità la moneta euro è oggettivamente la moneta MARCO
( indicatore che dimostra questo è il SURPLUS della bilancia commerciale tedesca)
se l' EURO fosse una MONETA e non INDICATORE NUMERICO dei rapporti di forza tra stati non sarebbe possibile che una parte avesse un surplus perchè il surplus sarebbe a disposizione di tutti e non di una parte ( vedi USA).
la moneta nella storia non è mai stata un evento ESOGENO.
IL GOLD STANDARD IL GOLD EXCHANGE STANDARD, IL RUBLO NEL 1917, IL MARCO NELLA REPUBBLICA DI WEIMAR, IL PESO ARGENTINO, IL LEI RUMENO, LA LIRA TURCA.
sono questi i cambiamenti enormi della FORMA-MONETA.
ora si dice teniamo EURO e facciamo una VERA europa.
questo è un ragionamento ANTIEUROPEISTA perchè viene svolto da falsi europeisti.
come è possibile fare l' europa con la slovenia, qualcuno crede che la slovenia sia uno stato ?
l' Ungheria ?
l' area EURO è di 17 paesi questo chiude ad una europa federale.
o se vogliamo essere ottimisti sposta l' europa federalista a 30 o 50 anni.
se le politiche di convergenza funzionano !!
finora funzionano le politiche di divergenza.
se si vuole fare l' EUROPA il progetto deve partire da :
1) PIENA OCCUPAZIONE
2) monete diversificate e flessibili.
3) Economia del benessere
una ipotesi è una AREA EUROMED quindi una area meditteranea ( progetto EUROMED).
la questione è questa :
articolo 18
legge fornero sulle pensioni.
nelle precedenti elezioni io ho votato alla camera PD
in questa tornata no.
il sostegno al governo Monti destra neoliberista e mercantistaè stato un DISASTRO,
il governo di Monti
è stato piu a destra della destra populista di Berlusconi.
sull' articolo 18 contano i fatti , il licenziamento disciplinare palesemente errato prima veniva
risolto con la REINTEGNA adesso con 6 mesi di indennità. ( vedi sentenza).
dirigenti sindacali prima tutelati ora vengono licenziati ( vedi interevista di Landini ).
PRIMA
prima c ' era un habitat culturale del PD neliberista ( vedi il saggio del prof. Biasco) mi sembra analizzato anche in questo forum , Biasco è un economista teorico accademico del PD.
si trattava di teoria politica quindi teoria
ora la situazione è diversa
c è il sangue del movimento operaio ( licenziamenti dei compagni) adesso NON c ' e TEORIA adesso
ci sono famiglie abbandonate nelle strade.
PER QUESTA LA DEFINIZIONE TECNICA NON POLITICA DEL PD OGGI E DI TRADIMENTO DELLA STORIA DEL MOVIMENTO OPERAIO.
io credo che questo forum debba lavorare per costruire una forza di sinistra socialista marxista
e di cercare uno spazio di GENERAL INTELLECT a sinistra e quindi anche con il movimento 5 stelle.
ovviamente niente da vedere con il micropartito del piccolo leader Ingroia.
io alla camera ho votato Ingroia ma solo alla camera e solo per la mia storia PASSATA.
capita a tutti di perdere ma perdere MALE come Ingroia , convinto di essere un leader
che non era e che non doveva essere.
sull' euro.
di cosa stiamo parlando ?
confondere EURO con EUROPA porta all' UNGHERIA uno stato barbaro e fascista.
la moneta è uno strumento per i marxisti e uno strumento per il grande economista borghese Keynes.
per noi gli indicatori economici sono OCCUPAZIONE e PRODUZIONE non l' indicatore MONETA-INFLAZIONE.
la moneta è fisiologicamente VARIABILE non è rigida.
L' EURO e una foglia di fico del monetarismo e del neoliberismo e cosi come è strutturata non ha futuro.
il ritorno non puo essere la moneta-nazione ma EURO non è la moneta dell' EUROPA
smettiamo con infantilismi e banalità la moneta euro è oggettivamente la moneta MARCO
( indicatore che dimostra questo è il SURPLUS della bilancia commerciale tedesca)
se l' EURO fosse una MONETA e non INDICATORE NUMERICO dei rapporti di forza tra stati non sarebbe possibile che una parte avesse un surplus perchè il surplus sarebbe a disposizione di tutti e non di una parte ( vedi USA).
la moneta nella storia non è mai stata un evento ESOGENO.
IL GOLD STANDARD IL GOLD EXCHANGE STANDARD, IL RUBLO NEL 1917, IL MARCO NELLA REPUBBLICA DI WEIMAR, IL PESO ARGENTINO, IL LEI RUMENO, LA LIRA TURCA.
sono questi i cambiamenti enormi della FORMA-MONETA.
ora si dice teniamo EURO e facciamo una VERA europa.
questo è un ragionamento ANTIEUROPEISTA perchè viene svolto da falsi europeisti.
come è possibile fare l' europa con la slovenia, qualcuno crede che la slovenia sia uno stato ?
l' Ungheria ?
l' area EURO è di 17 paesi questo chiude ad una europa federale.
o se vogliamo essere ottimisti sposta l' europa federalista a 30 o 50 anni.
se le politiche di convergenza funzionano !!
finora funzionano le politiche di divergenza.
se si vuole fare l' EUROPA il progetto deve partire da :
1) PIENA OCCUPAZIONE
2) monete diversificate e flessibili.
3) Economia del benessere
una ipotesi è una AREA EUROMED quindi una area meditteranea ( progetto EUROMED).
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Re: Der Spiegel:Beppe Grillo è l’unico leader anti Merkel
Questo deve essere chiaro a tutti.Purtroppo non lo e' ed e' per questo che nascono le "antipatie" verso l'euro. L'europa e' stata fatta solo ed esclusivamente in funzione della finanza trascurando i veri obiettivi dei padri fondatori.aaaa42 ha scritto:omissis...
il ritorno non puo essere la moneta-nazione ma EURO non è la moneta dell' EUROPA
smettiamo con infantilismi e banalità la moneta euro è oggettivamente la moneta MARCO....
Se non si fa un'europa dei popoli anche l'euro avra' difficolta' ad essere accettato poiche' diventa facilmente il capo espiatorio di tutti i mali di questa europa.Non puo' funzionare se non esiste una vera unione europea del popolo.
un salutone da Juan
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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Re: Der Spiegel:Beppe Grillo è l’unico leader anti Merkel
aaaa42 ha scritto:
come è possibile fare l' europa con la slovenia, qualcuno crede che la slovenia sia uno stato ?
l' Ungheria ?
giusto.
nuclearizziamoli questi clochard.
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Re: Der Spiegel:Beppe Grillo è l’unico leader anti Merkel
Le antipatie verso l'Euro nascono dal fatto che i governi forti dell'Unione difendono le loro banche. Come nel caso Grecia adesso anche a Cipro si ripete la storia: dei 33 mld di debito che stato (2) e privati (31) ciprioti hanno accumulato circa 6 sono a carico di banche tedesche che continuano a prestare denaro a fiumi ai paesi perifierici facendo lauti guadagni (le banche crucche si indebitano a tassi ridicoli e poi prestano a tassi elevati con leverage altissimi guadagnando fiumi di denaro per i loro azionisti e per lo stato tedesco che incassa le tasse sui loro guadagni. Ma poi i crucchi si rifiutano di essere solidali con gli spendaccioni del Mediterraneo scordandosi quello che hanno fatto prima concedendo credito facile per far comprare i loro carissimi prodotti altrimenti invendibili a quelle latitudini...
La paura di un botto delle banche crucche a pochi mesi dalle elezioni spaventa la Merkel ma questa volta Davide Cipro a mandato a stendere Golia Germania non approvando la legge capestro sui conti correnti...
Se non si arriva presto a una soluzione tipo Federale come quella degli USA avremo a breve non la spaccatura dell'Euro ma proprio dell'UE con rivolte di piazza e se alcune idee strane prenderanno piede in qualche paese di medio grande dimensione anche conflitti... I governi devono smettere di salvare le Banche che hanno guadagnato (e guadagnano) montagne di soldi e pensare ai loro cittadini !!!
La paura di un botto delle banche crucche a pochi mesi dalle elezioni spaventa la Merkel ma questa volta Davide Cipro a mandato a stendere Golia Germania non approvando la legge capestro sui conti correnti...
Se non si arriva presto a una soluzione tipo Federale come quella degli USA avremo a breve non la spaccatura dell'Euro ma proprio dell'UE con rivolte di piazza e se alcune idee strane prenderanno piede in qualche paese di medio grande dimensione anche conflitti... I governi devono smettere di salvare le Banche che hanno guadagnato (e guadagnano) montagne di soldi e pensare ai loro cittadini !!!
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Re: Der Spiegel:Beppe Grillo è l’unico leader anti Merkel
Beh, in ungheria c'è un governo fascista, attualmente. E L'Europa dorme.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: Der Spiegel:Beppe Grillo è l’unico leader anti Merkel
peanuts ha scritto:Beh, in ungheria c'è un governo fascista, attualmente. E L'Europa dorme.
per la cronaca c'è mancato poco che finisse così anche in grecia.
ora,
o si accetta che un popolo possa democraticamente eleggersi il governo che vuole,
o si mandano i carrarmati come a Praga nel '56...
consiglio la prima...la seconda abbiamo già visto cosa ha comportato.
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Re: Der Spiegel:Beppe Grillo è l’unico leader anti Merkel
Se la memoria non mi inganna nel 1956 i carri armati erano a Budapest... la visita a Praga i carri armati la fecero nel 1968...shiloh ha scritto:peanuts ha scritto:Beh, in ungheria c'è un governo fascista, attualmente. E L'Europa dorme.
per la cronaca c'è mancato poco che finisse così anche in grecia.
ora,
o si accetta che un popolo possa democraticamente eleggersi il governo che vuole,
o si mandano i carrarmati come a Praga nel '56...
consiglio la prima...la seconda abbiamo già visto cosa ha comportato.
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Re: Der Spiegel:Beppe Grillo è l’unico leader anti Merkel
In Grecia alba dorata non si è avvicinata alla maggioranza, manco col binocolo.
Comunque, vero, ognuno elegge i suoi rappresentanti ma al partito al potere in ungheria non andava permesso di presentarsi, essendo dichiaratamente fascista.
Così come da noi il msi era fuorilegge, per dire.
In ogni caso, non servono i carri armati, basta sanzionarli (embargo, eccetera).
Non si può tollerare quello che stanno facendo questi qua.
Comunque, vero, ognuno elegge i suoi rappresentanti ma al partito al potere in ungheria non andava permesso di presentarsi, essendo dichiaratamente fascista.
Così come da noi il msi era fuorilegge, per dire.
In ogni caso, non servono i carri armati, basta sanzionarli (embargo, eccetera).
Non si può tollerare quello che stanno facendo questi qua.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: Der Spiegel:Beppe Grillo è l’unico leader anti Merkel
ti inganna...Maucat ha scritto:Se la memoria non mi inganna nel 1956 i carri armati erano a Budapest... la visita a Praga i carri armati la fecero nel 1968...shiloh ha scritto:peanuts ha scritto:Beh, in ungheria c'è un governo fascista, attualmente. E L'Europa dorme.
per la cronaca c'è mancato poco che finisse così anche in grecia.
ora,
o si accetta che un popolo possa democraticamente eleggersi il governo che vuole,
o si mandano i carrarmati come a Praga nel '56...
consiglio la prima...la seconda abbiamo già visto cosa ha comportato.
http://it.wikipedia.org/wiki/Rivoluzion ... e_del_1956
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Re: Der Spiegel:Beppe Grillo è l’unico leader anti Merkel
La fine di un sistema politico
by Sergio Ferraris on 8 marzo 2013 ·
di Manuel Castells, da Internazionale n.990
Chi ha paura di Beppe Grillo?
La risposta è la classe politica europea, italiana, tedesca o spagnola. Nonostante la crisi, la corruzione e la mancanza di rappresentatività del sistema politico, ino a quando tutto rimane sotto controllo non c’è bisogno di cambiare uno stato di cose che perpetua il suo potere e la sua impunità. Detto in un altro modo: non c’è bisogno di cambiare nulla finché qualcuno non stravolge le regole del gioco entrando nelle istituzioni. Questa possibilità si è aperta in Italia con il trionfo di Beppe Grillo e del Movimento 5 stelle (M5s).
Ecco perché si diffonde l’allarme, dai mercati finanziari ai titoli dei giornali. Quello che era considerato uno scherzo è diventato una minaccia alla partitocrazia. Gli analisti più acuti hanno denunciato la mancanza di proposte realistiche, l’assurdità di persone normali che diventano deputati e senatori e il pericolo del populismo. Riflettiamo prima di prendere posizione. Cominciamo dai dati. L’M5s alla camera dei deputati è diventato la prima forza politica per percentuale di voti (25,54 per cento contro il 25,41 del Pd e il 21,56 del Pdl di Silvio Berlusconi). Con i partiti della sua coalizione il Pd raggiunge il 29,55 e Berlusconi il 29,18. La legge elettorale di Berlusconi, che è stata definita una “porcata”, favorisce il vincitore e distribuisce i seggi del senato su base regionale.
Comunque nessuno schieramento è in grado di governare senza il sostegno dell’altro o senza trattare con Grillo. Ma come trattare con la richiesta dei cittadini di mandare tutti a casa? Non è vero che il Movimento 5 stelle non ha delle proposte. Il punto è che le forze politiche e le élite economiche le considerano irrealizzabili. L’M5s vuole uscire dall’euro, mettere sotto controllo il settore bancario, tutelare l’ambiente in ogni ambito, respingere le intromissioni di Angela Merkel nella politica italiana, ridurre del 70 per cento lo stipendio dei politici (i grillini l’hanno già fatto in Sicilia), cambiare la legge elettorale introducendo un sistema proporzionale, eliminare l’immunità e processare i politici corrotti. Soprattutto, Grillo vuole reinventare il sistema politico, sostituendo l’attuale parlamento con un sistema di decisioni popolari fatto di assemblee locali, delibere e voto in rete, e leggi proposte su iniziativa popolare.
La chiave della nuova politica per Grillo è questo spazio di autonomia civile costruito attraverso le decisioni locali e i social network. È stata la sua strategia in campagna elettorale quando ha percorso la penisola in pullman, riempiendo le piazze e discutendo le proposte sui social network. Grillo ha detto: “Abbiamo i piedi per terra e la testa nel web”. I candidati del movimento sono stati eletti in rete. E così pensano di continuare a coordinarsi e a decidere in parlamento, come hanno fatto nei consigli comunali e regionali in cui sono presenti. È chiaro il carattere sperimentale di questo progetto politico di “antipolitica tradizionale”. Ma è stato sostenuto da milioni di cittadini e da gran parte dei giovani che si identificano con il desiderio di uscire dal vicolo cieco della manipolazione e dell’opacità della delega di potere. Per loro è un nuovo inizio democratico. Nell’immediato il Movimento 5 stelle non vuole scendere a patti e sosterrà solo le proposte presenti nel programma, soprattutto la riforma della legge elettorale. Forse Berlusconi appoggerà in parlamento un governo Bersani per lanciare un’offensiva propagandistica e istituzionale che allontani il pericolo dei grillini. Ma dato che per ora tutti si rifiutano di negoziare, Pier Luigi Bersani cercherà di creare un governo di minoranza e, se non ci riuscirà, si convocheranno nuove elezioni per emarginare l’M5s.
Al di là della situazione italiana c’è una questione di fondo: il graduale impatto della protesta sociale, provocata dalla crisi, sul sistema politico. Tre mesi fa parlavo dei venti di cambiamento provenienti dall’Italia, forse perché è il paese con la casta politica più corrotta. Ma la distanza tra la società civile e le istituzioni politiche è un fenomeno diffuso anche in Spagna. Dati recenti dell’istituto di sondaggi Metropolítica indicano che poco più di un quarto degli spagnoli appoggia i popolari e i socialisti, e quasi la metà non ha intenzione di votare. Invece il 70 per cento degli spagnoli sostiene gli indignati. Per questo il legame tra la voglia di cambiamento e l’intervento nelle istituzioni diventa sempre più spesso una prospettiva strategica nelle discussioni in rete e per strada. Chiaramente gli attuali movimenti smetterebbero di essere tali se diventassero partiti come gli altri.
È questo l’esperimento. Forse il movimento dovrà ripensare alla leadership. Non per scegliere dei capi, ma perché ci siano dei volti identificabili, controllati da assemblee e reti: una leadership simbolica. L’M5s non esisterebbe senza Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. È una contraddizione, perché Grillo propone un partito senza leader. Infatti lui non si è presentato alle elezioni. Queste contraddizioni fanno parte dell’innovazione politica necessaria in una situazione di crisi economica, sociale e istituzionale, in cui gli strumenti di rappresentanza e gestione non funzionano più. Innovare o morire. Perché è di questo che si tratta: della morte di un sistema politico.
http://www.ilgiornalistascientifico.it/archives/147
http://registrousuarios.lavanguardia.co ... index.html
.........................................................................................................................................................
Manuel Castells: O innovare o perire
Creato il 20 marzo 2013 da Mirella
Le democrazie sono stanche, sfibrate, logore. Le democrazie sono un Titanic e se non sperimentano nuove foprme di cittadinanza attiva, crepano, come ha già sottolineato Manuel Castells. Barbara Spinelli: "Tra governanti e governati c'è un deserto, e in mezzo campeggia un miraggio di rappresentanza: sono deboli i sindacati, spenti i partiti, e la stampa più che i lettori serve i potenti. Nel vuoto, però: una cittadinanza che vuole svegliarsi, sondare altre strade, ricominciare la democrazia".
Manuel Castells (http://it.wikipedia.org/wiki/Manuel_Castells)
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Un'opportunita' costretti a non lasciarci sfuggire ||||
un salutone da Juan
by Sergio Ferraris on 8 marzo 2013 ·
di Manuel Castells, da Internazionale n.990
Chi ha paura di Beppe Grillo?
La risposta è la classe politica europea, italiana, tedesca o spagnola. Nonostante la crisi, la corruzione e la mancanza di rappresentatività del sistema politico, ino a quando tutto rimane sotto controllo non c’è bisogno di cambiare uno stato di cose che perpetua il suo potere e la sua impunità. Detto in un altro modo: non c’è bisogno di cambiare nulla finché qualcuno non stravolge le regole del gioco entrando nelle istituzioni. Questa possibilità si è aperta in Italia con il trionfo di Beppe Grillo e del Movimento 5 stelle (M5s).
Ecco perché si diffonde l’allarme, dai mercati finanziari ai titoli dei giornali. Quello che era considerato uno scherzo è diventato una minaccia alla partitocrazia. Gli analisti più acuti hanno denunciato la mancanza di proposte realistiche, l’assurdità di persone normali che diventano deputati e senatori e il pericolo del populismo. Riflettiamo prima di prendere posizione. Cominciamo dai dati. L’M5s alla camera dei deputati è diventato la prima forza politica per percentuale di voti (25,54 per cento contro il 25,41 del Pd e il 21,56 del Pdl di Silvio Berlusconi). Con i partiti della sua coalizione il Pd raggiunge il 29,55 e Berlusconi il 29,18. La legge elettorale di Berlusconi, che è stata definita una “porcata”, favorisce il vincitore e distribuisce i seggi del senato su base regionale.
Comunque nessuno schieramento è in grado di governare senza il sostegno dell’altro o senza trattare con Grillo. Ma come trattare con la richiesta dei cittadini di mandare tutti a casa? Non è vero che il Movimento 5 stelle non ha delle proposte. Il punto è che le forze politiche e le élite economiche le considerano irrealizzabili. L’M5s vuole uscire dall’euro, mettere sotto controllo il settore bancario, tutelare l’ambiente in ogni ambito, respingere le intromissioni di Angela Merkel nella politica italiana, ridurre del 70 per cento lo stipendio dei politici (i grillini l’hanno già fatto in Sicilia), cambiare la legge elettorale introducendo un sistema proporzionale, eliminare l’immunità e processare i politici corrotti. Soprattutto, Grillo vuole reinventare il sistema politico, sostituendo l’attuale parlamento con un sistema di decisioni popolari fatto di assemblee locali, delibere e voto in rete, e leggi proposte su iniziativa popolare.
La chiave della nuova politica per Grillo è questo spazio di autonomia civile costruito attraverso le decisioni locali e i social network. È stata la sua strategia in campagna elettorale quando ha percorso la penisola in pullman, riempiendo le piazze e discutendo le proposte sui social network. Grillo ha detto: “Abbiamo i piedi per terra e la testa nel web”. I candidati del movimento sono stati eletti in rete. E così pensano di continuare a coordinarsi e a decidere in parlamento, come hanno fatto nei consigli comunali e regionali in cui sono presenti. È chiaro il carattere sperimentale di questo progetto politico di “antipolitica tradizionale”. Ma è stato sostenuto da milioni di cittadini e da gran parte dei giovani che si identificano con il desiderio di uscire dal vicolo cieco della manipolazione e dell’opacità della delega di potere. Per loro è un nuovo inizio democratico. Nell’immediato il Movimento 5 stelle non vuole scendere a patti e sosterrà solo le proposte presenti nel programma, soprattutto la riforma della legge elettorale. Forse Berlusconi appoggerà in parlamento un governo Bersani per lanciare un’offensiva propagandistica e istituzionale che allontani il pericolo dei grillini. Ma dato che per ora tutti si rifiutano di negoziare, Pier Luigi Bersani cercherà di creare un governo di minoranza e, se non ci riuscirà, si convocheranno nuove elezioni per emarginare l’M5s.
Al di là della situazione italiana c’è una questione di fondo: il graduale impatto della protesta sociale, provocata dalla crisi, sul sistema politico. Tre mesi fa parlavo dei venti di cambiamento provenienti dall’Italia, forse perché è il paese con la casta politica più corrotta. Ma la distanza tra la società civile e le istituzioni politiche è un fenomeno diffuso anche in Spagna. Dati recenti dell’istituto di sondaggi Metropolítica indicano che poco più di un quarto degli spagnoli appoggia i popolari e i socialisti, e quasi la metà non ha intenzione di votare. Invece il 70 per cento degli spagnoli sostiene gli indignati. Per questo il legame tra la voglia di cambiamento e l’intervento nelle istituzioni diventa sempre più spesso una prospettiva strategica nelle discussioni in rete e per strada. Chiaramente gli attuali movimenti smetterebbero di essere tali se diventassero partiti come gli altri.
È questo l’esperimento. Forse il movimento dovrà ripensare alla leadership. Non per scegliere dei capi, ma perché ci siano dei volti identificabili, controllati da assemblee e reti: una leadership simbolica. L’M5s non esisterebbe senza Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. È una contraddizione, perché Grillo propone un partito senza leader. Infatti lui non si è presentato alle elezioni. Queste contraddizioni fanno parte dell’innovazione politica necessaria in una situazione di crisi economica, sociale e istituzionale, in cui gli strumenti di rappresentanza e gestione non funzionano più. Innovare o morire. Perché è di questo che si tratta: della morte di un sistema politico.
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Le democrazie sono stanche, sfibrate, logore. Le democrazie sono un Titanic e se non sperimentano nuove foprme di cittadinanza attiva, crepano, come ha già sottolineato Manuel Castells. Barbara Spinelli: "Tra governanti e governati c'è un deserto, e in mezzo campeggia un miraggio di rappresentanza: sono deboli i sindacati, spenti i partiti, e la stampa più che i lettori serve i potenti. Nel vuoto, però: una cittadinanza che vuole svegliarsi, sondare altre strade, ricominciare la democrazia".
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