Onore e credibilità dell'Italia
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Onore e credibilità dell'Italia
I marò, il voltafaccia italiano e le parole di Napolitano
di Antonio Padellaro | 15 marzo 2013
Commenti (674)
Come si sono permessi di gettare alle ortiche la parola d’onore dell’Italia e degli italiani? Con quale diritto? E a quale prezzo visto che oltre agli incalcolabili danni sulla nostra immagine internazionale già malconcia di suo adesso ci va di mezzo l’ambasciatore italiano a New Delhi che risulta praticamente sequestrato dalle autorità indiane? C’erano tanti modi per affrontare la controversia sui due marò accusati dell’assassinio di due pescatori del Kerala: il governo Monti ha scelto la strada peggiore e quella più disonorevole. Che comincia alla vigilia del Natale 2012 quando il governo indiano concede a Girone e Latorre una licenza di due settimane per trascorrere le feste in famiglia. Come garanzia per il ritorno dei militari, il governo italiano offre 800 mila euro di cauzione, più l’impegno esplicito dell’ambasciatore d’Italia e dello stesso ministro degli Esteri Terzi, più una dichiarazione d’onore dei marò, ci mancherebbe altro. Ma l’atto più solenne viene dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che dichiara: “Rispetteremo gli impegni”.
E ciò che avviene la prima volta, ma non la seconda quando, siamo a febbraio, gli ufficiali ottengono dagli indiani un secondo permesso e ritornano in Italia per votare alle elezioni. Poi l’improvviso voltafaccia italiano, il “colpo gobbo” come è stato allegramente definito da alcuni giornali: i militari restano a casa e tanti saluti alla nostra parola d’onore. Solo che a Delhi la prendono malissimo e l’inevitabile ritorsione colpisce l’ambasciatore Mancini che non può più muoversi dalla sede diplomatica, tanto che neppure i familiari riescono a contattarlo. Altro che colpo gobbo, una vera idiozia non considerare che la firma di un impegno scritto avrebbe trasformato l’ambasciatore Mancini in una sorta di ostaggio da tenere sotto chiave per ogni evenienza. Ma è la parola d’onore violata che resta un atto vergognoso perché è anche la parola d’onore di tutti gli italiani. Possibile che il capo dello Stato abbia avallato l’inaccettabile dietrofront del governo Monti? E quella frase: “Rispetteremo gli impegni” è da considerarsi anch’essa una finzione? Sarebbe gravissimo, non possiamo crederlo. Presidente, dica qualcosa per favore.
Il Fatto Quotidiano, 15 marzo 2013
La logica dei Cermis?
di Antonio Padellaro | 15 marzo 2013
Commenti (674)
Come si sono permessi di gettare alle ortiche la parola d’onore dell’Italia e degli italiani? Con quale diritto? E a quale prezzo visto che oltre agli incalcolabili danni sulla nostra immagine internazionale già malconcia di suo adesso ci va di mezzo l’ambasciatore italiano a New Delhi che risulta praticamente sequestrato dalle autorità indiane? C’erano tanti modi per affrontare la controversia sui due marò accusati dell’assassinio di due pescatori del Kerala: il governo Monti ha scelto la strada peggiore e quella più disonorevole. Che comincia alla vigilia del Natale 2012 quando il governo indiano concede a Girone e Latorre una licenza di due settimane per trascorrere le feste in famiglia. Come garanzia per il ritorno dei militari, il governo italiano offre 800 mila euro di cauzione, più l’impegno esplicito dell’ambasciatore d’Italia e dello stesso ministro degli Esteri Terzi, più una dichiarazione d’onore dei marò, ci mancherebbe altro. Ma l’atto più solenne viene dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che dichiara: “Rispetteremo gli impegni”.
E ciò che avviene la prima volta, ma non la seconda quando, siamo a febbraio, gli ufficiali ottengono dagli indiani un secondo permesso e ritornano in Italia per votare alle elezioni. Poi l’improvviso voltafaccia italiano, il “colpo gobbo” come è stato allegramente definito da alcuni giornali: i militari restano a casa e tanti saluti alla nostra parola d’onore. Solo che a Delhi la prendono malissimo e l’inevitabile ritorsione colpisce l’ambasciatore Mancini che non può più muoversi dalla sede diplomatica, tanto che neppure i familiari riescono a contattarlo. Altro che colpo gobbo, una vera idiozia non considerare che la firma di un impegno scritto avrebbe trasformato l’ambasciatore Mancini in una sorta di ostaggio da tenere sotto chiave per ogni evenienza. Ma è la parola d’onore violata che resta un atto vergognoso perché è anche la parola d’onore di tutti gli italiani. Possibile che il capo dello Stato abbia avallato l’inaccettabile dietrofront del governo Monti? E quella frase: “Rispetteremo gli impegni” è da considerarsi anch’essa una finzione? Sarebbe gravissimo, non possiamo crederlo. Presidente, dica qualcosa per favore.
Il Fatto Quotidiano, 15 marzo 2013
La logica dei Cermis?
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Re: Onore e credibilità dell'Italia
Marò, il governo ha deciso: Latorre e Girone torneranno in India
Il sottosegretario agli Esteri Steffan de Mistura dichiara: "La parola data da un italiano è sacra: avevamo sospeso il loro rientro in attesa che New Delhi garantisse alcune condizioni". Napolitano: "Apprezzo il senso di responsabilità con cui hanno accolto la decisione"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 21 marzo 2013Commenti (145)
Ennesimo capitolo della vicenda di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Sulla base delle decisioni assunte dal Cisr, il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, il governo italiano ha richiesto e ottenuto dalle autorità indiane l’assicurazione scritta riguardo al trattamento che sarà riservato ai marò e alla tutela dei loro diritti fondamentali. Alla luce delle ampie assicurazioni ricevute, il governo ha deciso che i due fucilieri torneranno subito in India.
La decisione arriva a 24 ore dalle dichiarazioni del ministro di Giustizia indiano, Ashwani Kumar, che in un’intervista al Telegraph aveva spiegato che un rientro dei due fucilieri entro il 22 marzo “può porre rimedio a questa sfortunata situazione”. La decisione del governo italiano è stata accolta con favore da quello di New Dehli: secondo il ministro degli Esteri Salman Khurshid, il ritorno in India dei due marò “è un bene per entrambi i Paesi”.
Al termine del vertice del Cisr, il sottosegretario agli Esteri Steffan de Mistura ha spiegato i motivi della decisione: “La parola data da un italiano è sacra: avevamo sospeso il loro rientro in attesa che New Delhi garantisse alcune condizioni”. Dall’India, ha aggiunto de Mistura, è giunta la rassicurazione che per i due marò non sarà applicata la pena di morte. Latorre e Girone partiranno in serata per l’India accompagnati dallo stesso de Mistura, risiederanno nell’ambasciata italiana a New Delhi, avranno “libertà di movimento” e “potranno anche andare al ristorante se vogliono”. La decisione di fare ritornare in India i due fucilieri, ha aggiunto de Mistura, “è stata difficile e condivisa, non facile per le famiglie dei due fucilieri”. Famiglie che per il momento preferiscono trincerarsi nel silenzio.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha avuto una conversazione telefonica con Latorre nel corso della quale ha espresso a lui e al suo collega l’apprezzamento per il senso di responsabilità con cui hanno accolto la decisione del governo. Napolitano ha assicurato loro la massima vicinanza nel percorso che li attende, augurandosi un sollecito, corretto riconoscimento delle loro ragioni.
La posizione del governo era già stata definita in mattinata in un’apposita riunione del Cisr, presieduta dal presidente Mario Monti, alla quale hanno partecipato i ministri degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata, dell’Interno Anna Maria Cancellieri, della Giustizia Paola Severino, della Difesa Giampaolo Di Paola, dell’Economia e Finanze Vittorio Grilli, dello Sviluppo Economico Corrado Passera, i sottosegretari Antonio Catricalà e Gianni De Gennaro. Nel pomeriggio Monti, Di Paola e il sottosegretario agli Esteri Steffan de Mistura hanno incontrato i due fucilieri per valutare congiuntamente la posizione italiana e i risultati delle discussioni avvenute tra le autorità italiane e quelle indiane. Sulla base delle decisioni assunte dal Cisr, il governo italiano ha richiesto e ottenuto dalle autorità indiane l’assicurazione scritta riguardo al trattamento che sarà riservato ai fucilieri di Marina e alla tutela dei loro diritti fondamentali. Alla luce delle ampie assicurazioni ricevute – riporta una nota di Palazzo Chigi – il Governo ha ritenuto l’opportunità, anche nell’interesse dei fucilieri di mantenere l’impegno preso in occasione del permesso per partecipare al voto, del ritorno in India entro il 22 marzo. I fucilieri di Marina – conclude la nota – hanno aderito a tale valutazione.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03 ... ia/538201/
Il sottosegretario agli Esteri Steffan de Mistura dichiara: "La parola data da un italiano è sacra: avevamo sospeso il loro rientro in attesa che New Delhi garantisse alcune condizioni". Napolitano: "Apprezzo il senso di responsabilità con cui hanno accolto la decisione"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 21 marzo 2013Commenti (145)
Ennesimo capitolo della vicenda di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Sulla base delle decisioni assunte dal Cisr, il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, il governo italiano ha richiesto e ottenuto dalle autorità indiane l’assicurazione scritta riguardo al trattamento che sarà riservato ai marò e alla tutela dei loro diritti fondamentali. Alla luce delle ampie assicurazioni ricevute, il governo ha deciso che i due fucilieri torneranno subito in India.
La decisione arriva a 24 ore dalle dichiarazioni del ministro di Giustizia indiano, Ashwani Kumar, che in un’intervista al Telegraph aveva spiegato che un rientro dei due fucilieri entro il 22 marzo “può porre rimedio a questa sfortunata situazione”. La decisione del governo italiano è stata accolta con favore da quello di New Dehli: secondo il ministro degli Esteri Salman Khurshid, il ritorno in India dei due marò “è un bene per entrambi i Paesi”.
Al termine del vertice del Cisr, il sottosegretario agli Esteri Steffan de Mistura ha spiegato i motivi della decisione: “La parola data da un italiano è sacra: avevamo sospeso il loro rientro in attesa che New Delhi garantisse alcune condizioni”. Dall’India, ha aggiunto de Mistura, è giunta la rassicurazione che per i due marò non sarà applicata la pena di morte. Latorre e Girone partiranno in serata per l’India accompagnati dallo stesso de Mistura, risiederanno nell’ambasciata italiana a New Delhi, avranno “libertà di movimento” e “potranno anche andare al ristorante se vogliono”. La decisione di fare ritornare in India i due fucilieri, ha aggiunto de Mistura, “è stata difficile e condivisa, non facile per le famiglie dei due fucilieri”. Famiglie che per il momento preferiscono trincerarsi nel silenzio.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha avuto una conversazione telefonica con Latorre nel corso della quale ha espresso a lui e al suo collega l’apprezzamento per il senso di responsabilità con cui hanno accolto la decisione del governo. Napolitano ha assicurato loro la massima vicinanza nel percorso che li attende, augurandosi un sollecito, corretto riconoscimento delle loro ragioni.
La posizione del governo era già stata definita in mattinata in un’apposita riunione del Cisr, presieduta dal presidente Mario Monti, alla quale hanno partecipato i ministri degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata, dell’Interno Anna Maria Cancellieri, della Giustizia Paola Severino, della Difesa Giampaolo Di Paola, dell’Economia e Finanze Vittorio Grilli, dello Sviluppo Economico Corrado Passera, i sottosegretari Antonio Catricalà e Gianni De Gennaro. Nel pomeriggio Monti, Di Paola e il sottosegretario agli Esteri Steffan de Mistura hanno incontrato i due fucilieri per valutare congiuntamente la posizione italiana e i risultati delle discussioni avvenute tra le autorità italiane e quelle indiane. Sulla base delle decisioni assunte dal Cisr, il governo italiano ha richiesto e ottenuto dalle autorità indiane l’assicurazione scritta riguardo al trattamento che sarà riservato ai fucilieri di Marina e alla tutela dei loro diritti fondamentali. Alla luce delle ampie assicurazioni ricevute – riporta una nota di Palazzo Chigi – il Governo ha ritenuto l’opportunità, anche nell’interesse dei fucilieri di mantenere l’impegno preso in occasione del permesso per partecipare al voto, del ritorno in India entro il 22 marzo. I fucilieri di Marina – conclude la nota – hanno aderito a tale valutazione.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03 ... ia/538201/
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Re: Onore e credibilità dell'Italia
Insomma caqmbiano i governi che siano di tutti i colori.Ma ragionano sempre allo stesso modo.
Bastava chiedere subito se rischiavano la pena di morte in India.
Ciao
Paolo11
Bastava chiedere subito se rischiavano la pena di morte in India.
Ciao
Paolo11
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Re: Onore e credibilità dell'Italia
Si tradisce la fiducia prima,Blog AZETA di Antonio Salzano
http://antonio-salzano.blogspot.com/
FIGURACCIA
Marò tornano in India 'Garantita no pena morte'
I due militari sono in partenza per rientrare nel Paese,
risiederanno in ambasciata a New Delhi(ANSA.it)
si passa ad una disonorevole prova di forza poi,
infine, accampando scuse inconsistenti,
si cede in modo maldestro ...all'italiana appunto.
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Re: Onore e credibilità dell'Italia
Vai nel pieno rispetto della tradizione dei giri di valzer e delle decisioni badogliane...
Re: Onore e credibilità dell'Italia
mah...forse era previsto così ma hanno voluto garantire al massimo ( con tutta la sceneggiata-trattativa ) la non applicazione di eventuale pena di morte.
il confine fra legislazione internazionale o indiana è ancora in discussione e questi sono capaci che in attesa della risposta li fanno secchi.
il confine fra legislazione internazionale o indiana è ancora in discussione e questi sono capaci che in attesa della risposta li fanno secchi.
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Re: Onore e credibilità dell'Italia
Non so ... ma ...
La situazione è radicalmente cambiata dopo che sono andati dal Procuratore Militare!
Perché?
La situazione è radicalmente cambiata dopo che sono andati dal Procuratore Militare!
Perché?
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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Re: Onore e credibilità dell'Italia
Erri De Luca
4 ore fa tramite Twitter
Rispediti al mittente i due marò, il ministro Terzi non si dimette.
E nemmeno parte, terzo, con loro, bronzea faccia da governo.
4 ore fa tramite Twitter
Rispediti al mittente i due marò, il ministro Terzi non si dimette.
E nemmeno parte, terzo, con loro, bronzea faccia da governo.
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Re: Onore e credibilità dell'Italia
Dovrebbe dimettersi.Oltre a voler prendere in giro gli Indiani hanno preso in giro anche il popolo Italiano.
La scusa della pena di morte.Potevano chiedere questa cosa ancora prima quando sono tornati a casa per Natale.
Ciao
Paolo11
La scusa della pena di morte.Potevano chiedere questa cosa ancora prima quando sono tornati a casa per Natale.
Ciao
Paolo11
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