Come se ne viene fuori ?

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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Come inizia una guerra civile - 4


Anche Scanzi se ne è accorto:

Il primo, facile, è che Renzi è un Berlusconi 2.0. Mediatico (la sua intervista recente alla Bignardi rappresenta la perfezione comunicativa), furbo, scaltro, piacione, di quella Toscana poco urticante che nulla ha del Cioni Mario e molto dei Pieraccioni trasversali e rassicuranti.
Renzi è stato il primo a comprendere che, per vincere, il centrosinistra deve berlusconizzarsi.
Non più “guardare al centro”, quanto “essere il centro” (e un po’ di destra).
E’ ingiusto dire che Renzi sia uguale a Berlusconi, ma è lapalissiano che la “sinistra” di Renzi – che le sue groupies definiscono teneramente “blairiana” – è quella che ammicca a Marchionne e alla Fornero.


Renzi avrebbe preso i voti della destra perché la sua politica, più che post-ideologica, è post-paracula.



*****



Nuovo governo, vi state dimenticando di Renzi
di Andrea Scanzi | 25 marzo 2013
Commenti (579)


E’ del tutto evidente che, con Matteo Renzi, il centrosinistra



(la parola “sinistra” è qui particolarmente gratuita, va be’)



avrebbe vinto.


Così evidente che, infatti, il centrosinistra ha scelto Bersani (quando c’è qualcosa da perdere, il Pd non manca mai).


Lo ha fatto con delle Primarie democratiche ma dalle regole vagamente bulgare e palesemente blindatissime, cercando di limitare al massimo gli spifferi da destra.





E’ però altrettanto evidente che, per chi vota Pd, il bivio è spietato: perdere fingendosi ancora di sinistra o vincere reinventandosi definitivamente di destra (anzi berlusconiani)?






Se essere intelligenti in Italia non conviene, essere di sinistra attiene quasi sempre al masochismo più frustrante.



Nello specifico: dopo aver fatto finta di defilarsi, Matteo Renzi ha più volte detto di non seguire i grillini (tanto è inutile) e di dialogare con Berlusconi.



Tale analisi, peraltro, ribadisce la simpatica megalomania del personaggio: chiedere al Pd di parlare con Berlusconi equivale a chiedere al proprio partito di dialogare con se stessi.



Autoreferenzialità alla ennesima potenza.



Perché Renzi vuole parlare con il centrodestra, quello stesso centrodestra che si è ritrovato due giorni fa a Piazza del Popolo usando toni così ameni, garbati e democratici? Per due motivi.




Il primo, facile, è che Renzi è un Berlusconi 2.0. Mediatico (la sua intervista recente alla Bignardi rappresenta la perfezione comunicativa), furbo, scaltro, piacione, di quella Toscana poco urticante che nulla ha del Cioni Mario e molto dei Pieraccioni trasversali e rassicuranti.



Renzi è stato il primo a comprendere che, per vincere, il centrosinistra deve berlusconizzarsi.



Non più “guardare al centro”, quanto “essere il centro” (e un po’ di destra).



E’ ingiusto dire che Renzi sia uguale a Berlusconi, ma è lapalissiano che la “sinistra” di Renzi – che le sue groupies definiscono teneramente “blairiana” – è quella che ammicca a Marchionne e alla Fornero.




Renzi avrebbe preso i voti della destra perché la sua politica, più che post-ideologica, è post-paracula.



Quindi piace a (quasi) tutti. Renzi e i renziani non hanno alcuna remora a parlare con Berlusconi, perché – narcisi e di successo – amano parlare con il proprio specchio (e non sarò certo io a criticarli per questo: non sarei credibile).



C’è però un altro motivo.


Ed è prettamente strategico. Renzi, perdendo le primarie, ha perso pure il treno.


Che ripasserà, però fuori orario.


Se a dicembre Renzi era fortissimo, ora lo è un po’ meno.


Se passasse la linea Civati – ex amico di Renzi e dunque ancor più pericoloso -, e nel mio piccolo anche la mia (e più che altro quella di milioni di italiani), Renzi sarebbe tagliato fuori.



Non parteciperebbe al “governo dei sogni”, da ipotizzare dopo lo schianto di Bersani (sempre più tenero nel consegnarsi al martirio definitivo) e dopo l’elezione del Presidente della Repubblica(parentesi: se votano D’Alema, espatriamo. Tutti. Facciamolo per il nostro amor proprio minimo).



Non sarebbe in prima fila nell’esecutivo anti-casta. E il ruolo di salvatore della baracca vacillerebbe.






Renzi sta “consigliando” a Bersani di dialogare con Berlusconi perché ne vuole la definitiva caduta politica.




Una caduta umiliante e possibilmente fantozziana.



La sua tattica è in questo non dissimile a quella di Grillo: mostrare come gli altri siano tutti uguali, stigmatizzare l’inciucione e poi ergersi a paladini del nuovo.





Una tattica cinica, odiosa (per chi come noi sta a guardare) ma politicamente efficacissima.



E Renzi, politicamente, è un (simpatico) marpione mica da ridere.



Se il Pd cederà (un’altra volta) alla sirene berlusconiane, Renzi e Grillo ne usciranno rafforzati.



Se invece Pd e M5S si accordassero sulla opzione Zagrebelsky (o chi per lui), Renzi verrebbe ridimensionato.


Ne consegue che, se continuerà il muro contro muro, Pd e Movimento 5 Stelle perderanno l’occasione di disinnescare tanto Berlusconi quanto Renzi.


Qualora accadesse, sapremmo a chi dire grazie per questi match point così orgogliosamente sprecati.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03 ... zi/541463/
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Come inizia una guerra civile - 5


Lo scontro diventa sempre di più inevitabile.

Prima Lupi a Otto e mezzo e adesso Bel Pietro che spinge per il governo Pd-Pdl dopo la caduta di Bersani e l’accordo con Renzi.


***

Il direttore de Il sole24ore, Napoletano, sta descrivendo un'Italia impazzita
Amadeus

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Amadeus »

A quelli del FQ Renzi spezza l'incantesimo del leader di sinistra un pò moscio, timoroso, un pò dismesso, sempre sulla difensiva, con l'espressione tipica del " e che ci posso fare!!!" ... uno dei loro bersagli preferiti con cui tornano bambini e prendono in giro il ciccione della II B, tanto sanno che non reagisce.
Speravano in Civati ma mica per le sorti del Paese..... solo per avere un altro tenerello da torturare.

Che il treno di Renzi sia già passato non credo, ma lo vedremo presto.
shiloh
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da shiloh »

camillobenso ha scritto:Come inizia una guerra civile - 5


Lo scontro diventa sempre di più inevitabile.

Prima Lupi a Otto e mezzo e adesso Bel Pietro che spinge per il governo Pd-Pdl dopo la caduta di Bersani e l’accordo con Renzi.


***

Il direttore de Il sole24ore, Napoletano, sta descrivendo un'Italia impazzita

che i bananas spingano per rientrare al governo dalla finestra ci sta.
ma come ho più volte rimarcato sul forum,che il PD lo accetti la vedo piuttosto difficile:
Io le reazioni che sento da parte delle persone di csx non attiviste e meno informate sono :

se il PD va con Berlusconi non lo rivoto.
al 98%.

Quindi se vogliono la distruzione dell'unico terzo rimasto sostanzialmente sano del Paese facciamo pure;
suicidiamoci.
Così fino ad ottobre lo spread non si alza,Napolitano e i mercati sono contenti...poi ad ottobre si prende il 15% e si consegna il paese nella mani di uno dei due noti decerebrati.

alla faccia di tutti quelli che al Nazareno spingono per l'inciucio,dei quali forse fa parte anche Renzi,ed anche per il suo bene e per conservargli le sue chance di vittoria...a questo punto.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Amadeus ha scritto:A quelli del FQ Renzi spezza l'incantesimo del leader di sinistra un pò moscio, timoroso, un pò dismesso, sempre sulla difensiva, con l'espressione tipica del " e che ci posso fare!!!" ... uno dei loro bersagli preferiti con cui tornano bambini e prendono in giro il ciccione della II B, tanto sanno che non reagisce.
Speravano in Civati ma mica per le sorti del Paese..... solo per avere un altro tenerello da torturare.

Che il treno di Renzi sia già passato non credo, ma lo vedremo presto.


Le affinità elettive

Quando bisogna dare una risposta sul perché Renzi piace alla destra è:

Il primo, facile, è che Renzi è un Berlusconi 2.0. Mediatico (la sua intervista recente alla Bignardi rappresenta la perfezione comunicativa), furbo, scaltro, piacione, di quella Toscana poco urticante che nulla ha del Cioni Mario e molto dei Pieraccioni trasversali e rassicuranti.

I berluscones hanno passato 18 anni per capire chi era il banana.

Facciano pure anche da questa parte.
shiloh
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da shiloh »

"...I berluscones hanno passato 18 anni per capire chi era il banana...."

**************************

io la vedo diametralmente opposta caro Tion.

la parte fascista,eversiva,mafiosa,corporativa,piduista del paese l'ha capito subito e al volo chi era la mummia cinese.
per quello son 18 anni che lo votano...
Amadeus

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Amadeus »

mi viene da piangere ..nessuno sa più tacere al momento opportuno.

http://palermo.repubblica.it/cronaca/20 ... -55391575/
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Amadeus ha scritto:mi viene da piangere ..nessuno sa più tacere al momento opportuno.

http://palermo.repubblica.it/cronaca/20 ... -55391575/


Era questo che intendevo quando ho postato in questo 3D,
Oggetto del messaggio: Re: Come se ne viene fuori ?
Inviato: 24/03/2013, 16:15

Il copione per iniziare una guerra civile dal 25 febbraio u.s., è perfetto. Ogni attore, a tutti i livelli, istituzionali, politici della casta e assaltatori della cittadella dorata, media della carta stampata e della tv, cittadini elettori e non, ....stanno tutti quanti appassionatamente recitando con una inusitata perfezione da orologio svizzero il copione che porta alla guerra civile.


Quando il clima degenera a causa del governante di turno, poi tutto scappa di mano, diventa equivoco e oggetto di guerriglia.


Battiato ha detto la verità, ma in questo clima e con questo Parlamento impresentabile non si può dire.

Mi sembra ovvio che il termine “troie” debba riguardare uomini e donne, anche perché chi pratica l’esercizio più vecchio del mondo sono in maggioranza uomini.

Ad esempio non ci si può nascondere dietro il fatto che non sia stato rieletto Crosetto, mentre le due praticanti Scilipoti e Razzi grazie all’accordo premestruale, stanno ancora lì.

In senso relativo, il popolo italiano accetta da sempre di tutto, salvo poi a dolersene quando gli tocca uscire dal livello dei liquami del buiolo per poter respirare aria fresca a pieni polmoni prima di rituffarcisi.

Il momento è gravissimo, da due giorni non sento altro che dire in tv che stiamo esplodendo. Da queste parti il clima è precipitato.

La sensazione che possa succedere qualcosa da un momento all’altro si taglia a fette come un tempo si tagliava a fette la nebbia a dicembre.

Ci sono impresentabili “troie”, in tutti i partiti, ma lo spettacolo offerto dai vecchi rieletti del Pdl dall’inizio del mese è tale che quel termine, di certo spregiativo anche per chi professa la nobile arte, in questo momento tragico, rappresenta solo un termine assai benevolo, perché ci vorrebbe ben altro, solo se qualcuno avesse il coraggio civile di accendere i riflettori sul perché siamo arrivati a questo punto.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Come inizia una guerra civile - 6


Pdl, no allo scambio con le riforme “Bersani già out, ceda il testimone” (Carmelo Lopapa).
26/03/2013 di triskel182
E la De Girolamo attacca i “consiglieri dilettanti” di Silvio.

ROMA— La tentazione di presentarsi oggi di persona al cospetto di Bersani l’ha coltivata per tutto il giorno: «Riceve pure nella Sala del Cavaliere», ha ironizzato coi suoi Silvio Berlusconi.

Ci ha pensato fin tanto che un canale di comunicazione coi dirigenti Pd è rimasto aperto.

Poi è saltato tutto, in serata il leader Pdl è decollato alla volta di Milano (sembra per adempimenti legati ancora alla causa di separazione con l’ex moglie), lasciando che nel pomeriggio siano Angelino Alfano e Roberto Maroni, coi capigruppo dei due partiti, a incontrare il premier incaricato.

E anche se qualcuno dei dirigenti non esclude che alla fine il leader Pdl possa fare un’improvvisata, la verità è che per lui il treno Bersani corre ormai su «un binario morto».

Lo ripete ad Alfano, ai coordinatori Verdini e Bondi, agli altri dirigenti prima di partire: «Ormai il segretario Pd costituisce un ostacolo sulla via del governo delle larghe intese».

Alfano ha l’incarico di «rivendicare la rappresentanza dei quasi dieci milioni di italiani che ci hanno votato e che non possono essere tagliati fuori dal governo e dalla scelta del capo dello Stato». Quirinale che poi comprende la partita per il segretario generale di quel Palazzo: anche su quella figura di garanzia, delicata e influente, Berlusconi pretende di avere voce in capitolo.


Il Pdl giudica «indecente e irricevibile » la proposta del doppio binario lanciata ancora ieri da Enrico Letta, uno per le riforme uno per il governo. «Vorrebbero un Freccia rossa per il loro governo e un treno locale per le riforme, ma così non si va da nessuna parte» tira le somme Paolo Bonaiuti.


Ecco perché lo stato maggiore del partito guarda già oltre Bersani. «Non impicchiamoci alle definizioni, governo di scopo, governo del presidente, l’importante è uscire dalla fossa» ragiona Annamaria Bernini. E tra i nomi che rimbalzano, quello del ministro uscente Annamaria Cancellieri. In alternativa alle larghe intese, per Berlusconi, solo il voto. E sulla scia del successo della piazza di sabato, ne preannuncia «una a Bari tra quindici giorni». La macchina va tenuta in moto. A “Porta a Porta” Alfano racconta che il centrodestra ora è «in testa col 31,4 per cento». E con la Lega, assicura, tutto fila. In mattinata, Maroni non aveva escluso che il Carroccio incontrasse da solo Bersani, ma il segretario Pdl in serata lo ha escluso: «Andremo tutti insieme». Segno che una qualche frizione sul punto c’è stata.


Nel lungo vertice dei parlamentari con Berlusconi — in cui Mariastella Gelmini è stata affiancata da vicario al discusso capogruppo Renato Brunetta — non sono mancate le scintille.

Accese da una coraggiosa Nunzia De Girolamo, la quale dopo aver ascoltato il Cavaliere, prende la parola e dice che «se abbiamo vinto queste elezioni lo dobbiamo a te, ma non certo ai tanti consiglieri che si sono distinti in questi anni per consigli sbagliati ».


E cita la strategia che ha portato a candidare Schifani (poi sconfitto) al Senato, «anziché restare sulla scheda bianca e lasciare in campo il candidato grillino ». Dopo di lei Jole Santelli. Atto d’accusa contro la cerchia ristretta che circonda il capo. Dicono basta alle accuse contro «un gruppo di donne che danneggerebbe il partito e avrebbe causato la mancata nomina del nostro segretario d’aula: falso». Gelo in Sala Colletti. Il segretario Alfano al fianco di Berlusconi è terreo.

Ma il capo apprezza («Il pepe condisce le pietanze») e accetta l’invito a farsi vedere più spesso, le fibrillazioni sono troppe: «D’ora in poi una volta a settimana».

Da La Repubblica del 26/03/2013.
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