quo vadis PD ????

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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soloo42000
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da soloo42000 »

Monti non basta.
Lega e PdL sono la stessa cosa.
Un eventuale accordo comporterebbe:
- taglio politico liberista
- salvacondotto a Berlusconi
- PdR "moderato" (aka berlusconiano)
- tracollo definitivo del PD in favore di M5S

Vogliamo questo?
E` questo che dovrebbe fare Bersani per "evitare il muro"?
Ripeto.
Secondo me.
Il punto non e` e non e` mai stato Bersani si o Bersani no.
Il punto e` M5S o non M5S.
Il problema e` che M5S rifiuta persino di discutere un nome.
QUALUNQUE NOME. NON FA NEANCHE I SUOI DI NOMI.
Certo non puo` essere Bersani a "incaricare" M5S.
Ne' Napolitano ha intenzione di farlo, dato che una volta
fallito il tentativo Bersani (NON RISOLUTIVO) ha nominato 10 saggi.

Per cui cessata l'ipotesi M5S (con o SENZA Bersani), cosa rimane
se non lo scontro sul PdR e successivo accordicchio?



soloo42000
mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

maria teresa meli ha scritto:L'incontro ci sarà, su questo non dovrebbero esserci dubbi: Pier Luigi Bersani e Silvio Berlusconi si incontreranno a breve. D'altra parte, nonostante le polemiche e le incomprensioni, il Partito democratico non ha mai chiuso i canali di comunicazione con il Pdl. Maurizio Migliavacca colloquia spesso con Denis Verdini. Vasco Errani in questi giorni ha parlato sia con Gianni Letta sia con Verdini. E dicono che ieri sera ci sia stato un primo contatto diretto tra Bersani e Arcore.

Insomma, la saracinesca del Pd non si è mai completamente chiusa nemmeno nei momenti peggiori.
I retroscena della Meli vanno presi con il beneficio dell'inventario.

Però, in questo passaggio, c'è una chiave di lettura di un fatto apparentemente incomprensibile: il fronte comune PD-Pdl contro M5S-Sel-Lega sulla costituzione delle commissioni parlamentari.
baskerville2008
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da baskerville2008 »

Sta cosa delle commissioni sta diventando comica.... Allora le commissioni sono di due tipi permanenti e di controllo ma se non si è capito chi è maggioranza e chi opposizione come si decide chi va su quelle permanenti e chi su quelle di controllo?
iospero
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da iospero »

soloo42000 ha scritto:
Monti non basta.
Lega e PdL sono la stessa cosa.
Un eventuale accordo comporterebbe:
- taglio politico liberista
- salvacondotto a Berlusconi
- PdR "moderato" (aka berlusconiano)
- tracollo definitivo del PD in favore di M5S

Vogliamo questo?
E` questo che dovrebbe fare Bersani per "evitare il muro"?
Ripeto.
Secondo me.
Il punto non e` e non e` mai stato Bersani si o Bersani no.
Il punto e` M5S o non M5S.
Il problema e` che M5S rifiuta persino di discutere un nome.
QUALUNQUE NOME. NON FA NEANCHE I SUOI DI NOMI.
Certo non puo` essere Bersani a "incaricare" M5S.
Ne' Napolitano ha intenzione di farlo, dato che una volta
fallito il tentativo Bersani (NON RISOLUTIVO) ha nominato 10 saggi.

Per cui cessata l'ipotesi M5S (con o SENZA Bersani), cosa rimane
se non lo scontro sul PdR e successivo accordicchio?
soloo42000
Non so se hai letto delle discussioni tra gli eletti 5 Stelle, e le numerose critiche sul Blog di Grillo, lui oggi dice " avete sbagliato a votare 5 Stelle", ma prima delle elezioni ,lo abbiamo sentito tutti, gridava , " NON VOTATE PER ME, VOTATE PER VOI".
Degli 8 milioni di voti ricevuti ,oggi il 25%, forse ne resterebbero 2milioni, circa il 6%.
Puoi ben capire che ci siano forti dubbi e incertezza nei parlamentari eletti, oggi avrebbero un'occasione unica per fare qulcosa e credo non la vogliano perdere, ma c'è Grillo che rema contro.
Per questo l'invito da parte di molti è di stanare Grillo, e per farlo non resta che invitarlo a proporre un governo, dovrebbe essere il PD ad invitare Napolitano a fare questa mossa .
Spero non ci sia di mezzo l'orgoglio di partito, comunque o Grillo riesce a mettere sul tavolo dei nomi credibili e responsabili ,come afferma, o anche da parte dei suoi parlamentari si può intravvedere un appoggio a un governo di centrosinistra.
Una cosa è certa , oggi il Parlamento sarebbe in grado di fare cose mai viste.
lucfig
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da lucfig »

Non so ... ma mi sto convincendo sempre di più che effettivamente il Pd si sta riformando, sia grazie alla spinta del M5S, sia dal "pericolo" Renzi interno.

Ho l'impressione che Bersani stia facendo un piccolo miracolo all'interno, dalla melma sta facendo nascere un fior di loto.

Francamente se si candida Civati come segretario del partito, io per la prima volta in vita mia prendo la tessera e lo appoggio.

Qualcosa si deve pur fare ...
_____________________
«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
_____________________
camillobenso
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Iscritto il: 06/04/2012, 20:00

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

La maionese impazzita chiamata Pd -2

Fate largo!!!.......Arriva Fonzie - 1





L'INTERVISTA «IN SEI MESI SI PUÒ CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE E ANCHE ABOLIRE LE PROVINCE»

Renzi: «Ora patto con il Pdl oppure alle urne
Bersani si è fatto umiliare dagli arroganti M5S»

Il sindaco di Firenze: basta vivacchiare, bisogna avere le idee chiare. Riuniamo i gruppi e lanciamo una proposta forte (Fonzie premier-ndt)


«Pensiamo a cos'è successo nel mondo dal 25 febbraio a oggi. In Vaticano c'era ancora Ratzinger; in un mese è stata scritta una pagina di storia. Il pianeta corre. E l'Italia è totalmente ferma. Le aziende chiudono. La disoccupazione aumenta. E la politica perde tempo. La tempistica prevista dalla Costituzione va rispettata. Ma qui si sta facendo melina. Si rinvia tutto alla scelta di un presidente della Repubblica più sensibile a dare l'incarico a Tizio o a Caio. Ma questo alimenta l'antipolitica. La vera moralità non è solo tagliare i costi; è rendere efficiente quel che fai».
Matteo Renzi, cosa dovrebbe fare il Pd? Un governo con il Pdl, o no?
«Il Pd deve decidere: o Berlusconi è il capo degli impresentabili, e allora chiediamo di andare a votare subito; oppure Berlusconi è un interlocutore perché ha preso dieci milioni di voti. Non è possibile che il noto giurista Migliavacca un giorno proponga ai grillini di votare insieme la richiesta di arresto per Berlusconi, che tra l'altro non è neanche arrivata, e il giorno dopo offra al Pdl la presidenza della convenzione per riscrivere la Carta costituzionale. In un momento si vagheggia Berlusconi in manette, in un altro ci si incontra di nascosto con Verdini. Non si può stare così, in mezzo al guado. Io ho tutto l'interesse a votare subito. Ma l'importante è decidersi».
Se si torna a votare subito con Bersani candidato premier, lei che fa?
«Guardi, non nego che fino a qualche settimana fa la mia valutazione passava dal capire cosa potevo fare da grande. Ma in questo momento è secondario quel che fa Renzi o quel che fa Bersani. Qui c'è una crisi talmente profonda che una sola cosa conta davvero: quel che fa l'Italia. Io parlo contro il mio interesse. In tanti mi dicono: "Matteo stai buono, non fare interviste, stai zitto, tanto la prossima volta tocca a te". Ma io non ragiono in questo modo. Non voglio stare buono così qualcosa mi tocca. Non voglio essere cooptato da altri. Non voglio essere l'ultimo di quelli che c'erano prima. Semmai vorrei essere il primo di una fase nuova. E mi stupisco quando sento dire da alcuni dei nostri: "Non possiamo fare questa cosa perché gli italiani non ci capirebbero". Non sono gli italiani che non ci capiscono; siamo noi che non capiamo loro. Come se gli italiani fossero meno capaci di noi di intendere o di volere....».

Quindi il Pd secondo lei dovrebbe fare un accordo con Berlusconi.
«Non necessariamente. Deve smettere di fare melina. Non parto dall'accordo con Berlusconi. Parto dal fatto che si devono avere idee chiare. O si va a votare, e la cosa non mi spaventa; anche se, ad andare in Parlamento, non trovi un deputato convinto in cuor suo che si debbano sciogliere le Camere, per quanto nessuno abbia il coraggio di dirlo fuori. Altrimenti si fa un patto costituente da cui nasce la Terza Repubblica. Qui invece si punta a prendere tempo e a eleggere un capo dello Stato che ci dia più facilmente l'incarico di fare il nuovo governo».

Lei chi vedrebbe al Quirinale?
«Si figuri se mi metto a fare dei nomi. L'importante è che sia una personalità autorevole, scelta pensando ai prossimi 7 anni, non alle prossime 7 settimane».

Ma il Pd deve scegliere il capo dello Stato con Grillo o con Berlusconi?
«Non si deve partire dagli equilibri tattici, ma dalle persone. Si trovi una candidatura forte; poi chi ci sta ci sta. Allo stesso modo, per il governo si deve partire dalle cose da fare».

Quali cose?
«Anziché vivacchiare, rendiamo utile questo tempo. Bersani riunisca fin dalla prossima settimana i gruppi parlamentari. Non l'ennesima direzione che diventa una seduta di autocoscienza; i gruppi parlamentari, che tra l'altro sono quasi tutti bersaniani. Giovani in gamba, persone di valore, che però si sono riuniti finora, credo, solo tre volte. Lanciamo una proposta forte. Il sindaco d'Italia: una nuova legge elettorale, grazie a cui si sa subito chi ha vinto. Abolizione del Senato, che diventa la Camera delle autonomie, con i rappresentanti delle Regioni e i sindaci delle grandi città che vanno a Roma una volta al mese e lavorano senza ulteriori indennità; così il Parlamento è più efficiente e costa la metà».

Sono leggi costituzionali. Ci vuole tempo.
«In sei mesi si può fare. Come anche l'abolizione delle Province; per davvero però, non per finta come si è fatto finora. Se invece riteniamo che lo spazio per parlare con il centrodestra non ci sia, allora andiamo a votare. Ma in fretta».

Comunque il patto costituzionale passa attraverso un accordo di governo con il Pdl. Proprio quello che Bersani esclude.
«Andare al governo con Gasparri fa spavento, lo so. Non a caso io sono pronto a votare subito. Ma se il Pd ha paura delle urne deve dialogare con chi ha i numeri. Il Pd avanzi la sua proposta, senza farsi umiliare andando in streaming a elemosinare mezzi consensi a persone come la capogruppo dei 5 Stelle, che hanno dimostrato arroganza e tracotanza nei nostri confronti».

Che impressione le ha fatto quella diretta?
«Mi veniva da dire: "Pierluigi, sei il leader del Pd, non farti umiliare così!". Ho pensato a cosa doveva provare una volontaria che va a fare i tortellini alla festa dell'Unità: credo ci sia rimasta male nel vedere il suo leader trattato così, alla ricerca di un accordicchio politico».

Grillo è il vero vincitore delle elezioni, con lui si dovrà pur parlare.
«Se avessimo fatto ciò che dovevamo fare Grillo non arrivava a doppia cifra. Se un marziano fosse arrivato in Italia il 25 febbraio, avrebbe visto tre leader tutti e tre convinti di aver vinto o comunque di essere andati bene, più un quarto, Monti, che diceva: in pochi giorni non potevo fare di più. Nel frattempo l'economia attraversa una crisi drammatica. E noi passiamo le giornate a farci spiegare dalla Lombardi, con un'arroganza che non si vedeva dai tempi della Prima Repubblica, cosa siamo e cosa non siamo? Rivendico il diritto alla dignità della politica, che è una cosa seria. Noi non dobbiamo inseguire Grillo. Facciamo noi i tagli alla politica, aboliamo il finanziamento pubblico ai partiti e poi vediamo chi insegue».

Ci sono i dieci saggi al lavoro.
«Cosa ci possono dire di nuovo Violante e Quagliariello? Non sono certo la soluzione, al più possono essere concausa della crisi. Lo dico con grande rispetto per il presidente Napolitano: dare la colpa a lui per l'impasse è come dare la colpa al vigile se in città c'è traffico. Ma ora il Pd deve avere un sussulto di orgoglio: via il Senato, via le province, legge elettorale dei sindaci. Una gigantesca operazione di deburocratizzazione, con una grande scommessa sull'on line. E un piano per il lavoro, che dia risposte al dolore delle famiglie e alle sofferenze delle imprese. Vedo invece che hanno ancora rinviato il decreto per pagare i debiti della pubblica amministrazione, e mi chiedo: ma questi da quanto tempo non vanno in un'azienda?».

Ce l'ha con Monti?
«Monti ha fatto un lavoro importante, soprattutto all'inizio. Ora deve proseguire, fino a quando non avremo un nuovo governo».

E Berlusconi? Come sono in realtà i vostri rapporti? E' vero che le ha proposto di fare un partito insieme?
«Macché. L'ho visto quattro volte in vita mia. Ad Arcore, com'è noto. All'inaugurazione dell'alta velocità. In prefettura a Firenze nel 2006. E, nel novembre 2011, a San Siro, dove lui era per il Milan e io per il mio amico Pep Guardiola. Non lo vedo da allora. L'accusa di intelligenza con il nemico è tipica di una parte del nostro schieramento. Io non voglio Berlusconi in galera. Voglio Berlusconi in pensione».

E intanto va da Maria De Filippi.
«La polemica su Amici è emblematica di un astio ideologico verso gli italiani che non sopporto. Rivendico il diritto e il dovere di parlare ai ragazzi che seguono Amici, che non sono meno italiani dei radical chic che mi criticano. Io voglio cambiare l'Italia mentre una parte della sinistra vuole cambiare gli italiani. Sono due cose diverse...».

Ma perché andarci proprio con il "chiodo"?
«Chi mi rimprovera di aver scelto un abbigliamento alla Fonzie forse si sente un po' Ralph Malph».

Se si torna a votare, lei chiederà al Pd nuove primarie?
«Sì. Non posso essere legittimato dal gruppo dirigente che intendo cambiare. Ma in questo momento non mi pongo il problema. Certo non posso dimettermi da italiano. Voglio bene al Pd, ma prima ancora voglio bene all'Italia. E non riesco a restare in silenzio di fronte allo spettacolo di una politica che continua a pescare la carta "tornate al vicolo corto". Dobbiamo dare un orizzonte al Paese, perché anche le aziende che vanno bene o i privati che potrebbero consumare oggi sono rannicchiati, impauriti».

Lei vorrebbe una politica finanziata solo da privati. Ma così, dice Bersani, la faranno soltanto i ricchi. Gli imprenditori che la finanziano non le hanno mai chiesto qualcosa in cambio?
«A Firenze ho varato un piano regolatore a volumi zero: non si può più costruire, solo restaurare; non mi sono certo fatto condizionare da interessi privati. E poi in Italia abbiamo il più grande finanziamento pubblico ai partiti dall'Occidente; non mi pare che questo abbia dissuaso i ricchi dal fare politica».

Aldo Cazzullo4 aprile 2013 | 13:22© RIPRODUZIONE RISERVATA
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Vox populi


la linea di bersani e la soluzione unica
04.04|14:52 criluma
leggendo l'intervista del Corriere a Renzi non trovo nessun accenno diretto ad un governo con il pdl.Lo ribadisce Renzi stesso dicendo che non si parte dal governo con il pdl ma dalla melina del pd.Il vero problema attuale è proprio questo. Il pd non sa che fare ed ha esaurito le cartucce.Ne rimarrebbe una, ossia un governo di scopo o di intenti con il pdl su alcuni punti improcrastinabili (costituzione, legge elettorale, interventi di economia irrinunciabili e, ci metto anche, un serio riesame della politica estera). Solo che Bersani e soci, coinvolti come sono nel tentativo di impeachment politico del cavaliere, non possono fare dietrofront.In buona sostanza ormai è solo un problema di faccia in un partito che, spiace dirlo, l'ha già persa mendicando presso l'm5s.


spero che "il partito" continui ad ingnorare Renzi
04.04|14:51 gnegnone
cosi' si autoeliminano una volta per tutte , finalmente ce ne liberiamo.


Alla Dirigenza del PD
04.04|14:49 PaolaFirenze
Signori, cercate di capire che avete fallito. Dovevate vincere dopo il disastro del governo Berlusconi e non ci siete riusciti. E' un fatto. Ora bisogna voltare pagina. Per favore non arroccatevi sulle vecchie posizioni/rendite, non andate di nuovo contro a Renzi... Renzi dice solo la verità, siete voi che non riuscite a sentirla. E' l'unica chance che ci rimane...


Silenzio, parla il leader!
04.04|14:33 MyNameIsBillyBudd
Renzi è la nuova politica come lo sono stati Berlusconi e Bossi prima e Grillo adesso: il leader parla e i peones obbediscono; il Parlamento con le sue regole fa solo perdere tempo; e la costituzione c'è ma è superata dalle magnificenze del tardo capitalismo. Purtroppo per lui il PD ha fatto delle primarie (e lui le ha perse) e ha una direzione regolarmente eletta che prende delle decisioni e non finge di votare ciò che il capo ha già deciso (e ha una linea diversa dalla sua). Se Renzi e Grillo sono la nuova politica come lo erano Berlusconi e Bossi nel '94, io mi terrei stretto quella vecchia perché, per quanti danni possa aver fatto, sarà sempre meno peggio di questo "nuovo che avanza".
mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

baskerville2008 ha scritto:Sta cosa delle commissioni sta diventando comica.... Allora le commissioni sono di due tipi permanenti e di controllo ma se non si è capito chi è maggioranza e chi opposizione come si decide chi va su quelle permanenti e chi su quelle di controllo?
?????

Regolamento della camera

Art. 19
Ciascun Gruppo parlamentare, subito dopo la costituzione, designa i propri componenti nelle Commissioni permanenti, ripartendoli in numero uguale in ciascuna Commissione e dandone comunicazione immediata al Segretario generale della Camera.
Il Presidente della Camera, sulla base delle proposte dei Gruppi, distribuisce quindi fra le Commissioni, in modo che in ciascuna di esse sia rispecchiata la proporzione dei Gruppi stessi, i deputati che non siano rientrati nella ripartizione a norma del precedente comma nonché quelli che appartengono a Gruppi la cui consistenza numerica è inferiore al numero delle Commissioni.
.........

Art. 20
Il Presidente della Camera convoca ciascuna Commissione permanente per la propria costituzione, la quale ha luogo mediante la elezione dell'ufficio di presidenza composto di un presidente, di due vicepresidenti e di due segretari.
Nella elezione del Presidente, se nessuno riporti la maggioranza assoluta dei voti, si procede al ballottaggio tra i due candidati che abbiano ottenuto il maggior numero di voti. Nel caso di parità di voti è proclamato eletto o entra in ballottaggio l'anziano come deputato e, tra deputati di pari anzianità, il più anziano per età.
Per la nomina, rispettivamente, dei due vicepresidenti e dei due segretari, ciascun componente la Commissione scrive sulla propria scheda un solo nome. Sono eletti coloro che hanno ottenuto il maggior numero di voti; nel caso di parità di voti si procede a norma del comma 2.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

La maionese impazzita chiamata Pd -3



"Meno male che c'è stato Napolitano"

Sì, certo, altrimenti Silvio non si salvava.


***


LA POLEMICA NEL PD

I bersaniani a Renzi: «Con Berlusconi vada lui»
I dirigenti non replicano all'intervista del sindaco di Firenze
L'insofferenza dei deputati fedeli al segretario: «Mai col Pdl»



Vuole il governo con il Pdl? «Lo faccia lui».

Se il quartier generale del Pd sceglie per ora di non commentare le parole di Renzi nell'intervista al Corriere, non si fa attendere la reazione dei parlamentari più vicini al leader del Pd.

Il sindaco di Firenze ha posto a Bersani un aut aut: «Subito un'intesa con il Pdl, oppure è meglio tornare al voto. Io sono pronto».

Ma il segretario non risponde.

Tuttavia i parlamentari bersaniani leggono le parole di Renzi come una provocazione: «Renzi esprime oggi la stessa posizione che Berlusconi ha tenuto per tutta la fase post-elettorale», spiega un dirigente bersaniano alla Camera, che chiede di non essere citato.

«Se lui vuole il governissimo con il Pdl, benissimo. Bersani lo lasci fare. Ma sia chiaro che la maggior parte di noi non lo seguirà su quella strada», aggiungono.


IL CAMBIAMENTO - Per il deputato democratico Davide Zoggia il sindaco di Firenze sta ripetendo un copione berlusconiano: «Noi siamo molto fiduciosi sulla possibilità che nasca il governo del cambiamento. Berlusconi ripete ossessivamente che o si va col Pdl o si va al voto. Se Renzi si vuole accomodare e fare il governo con il Pdl non è la linea scelta dal partito».


LA REPLICA DEL SINDACO - Le velate accuse di «collaborazionismo» non sembrano toccare Renzi, per il quale si è perso già troppo tempo: «Decidetevi - spiega all'indomani delle interviste che hanno dato la stura alle polemiche - sono passati più di 40 giorni dalle elezioni. Quando si è votato ancora non c'era la sede vacante in Vaticano.

Persino la chiesa che non è un modello di speditezza è riuscita a organizzarsi velocemente. Con il sistema politico che abbiamo non abbiamo ancora capito chi ha vinto o perso le elezioni».

Le accuse a Napolitano sono, a suo avviso, ingiuste: «Dare la colpa al capo dello Stato è assurdo. Napolitano è stato in questi anni una assoluta certezza per il Paese. Meno male che c'è stato Napolitano».

Redazione Online
4 aprile 2013 | 12:57
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