La Lega...? Gli ultimi ladri di una lunga serie...
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Re: La Lega...? Gli ultimi ladri di una lunga serie...
Bersani scrive a Casini e Alfano
«Trasparenza dei partiti, subito una legge»
Il leader Udc: totalmente d'accordo, ora passiamo ai fatti
Il segretario Pdl: con me si sfonda una porta aperta
ROMA - «I fatti gravissimi evidenziati dalle recenti inchieste giudiziarie in relazione alla gestione delle risorse pubbliche attribuite ai partiti rendono ormai improrogabile il cambiamento delle normative sulla trasparenza e i controlli dei bilanci dei partiti»: è quanto scrive Pier Luigi Bersani in una lettera ad Alfano e Casini che, a breve giro di posta, hanno risposto postivamente all'invito del leader Pd. «Sono d'accordo, ora passiamo ai fatti» dice il leader Udc. «Con me si sfonda una porta aperta» risponde il segretario Pdl.
Bersani: serve subito una legge. «Credo che in queste ore - sostiene Bersani nella sua lettera - possiamo condividere una forte preoccupazione. I fatti gravissimi evidenziati dalle recenti inchieste giudiziarie in relazione alla gestione delle risorse pubbliche attribuite ai partiti rendono ormai improrogabile il cambiamento delle normative che regolano la trasparenza e i controlli dei bilanci dei partiti». Su questi temi, ricorda il segretario Pd, «sono state depositate in Parlamento da diverse forze politiche proposte di legge che prospettano soluzioni largamente condivide. Mi pare ci siano dunque le condizioni politiche per approvare in tempi brevissimi una legge di pochi articoli che abbia una corsia di assoluta priorità». Tale legge, evidenzia Bersani, «considerate le proposte in campo e un loro possibile comune denominatore potrebbe prevedere a mio avviso: 1) L'obbligo di sottoporre i bilanci dei partiti alla verifica e alla certificazione da parte di società di revisione esterne e indipendenti; 2) L'attribuzione alla Corte dei Conti del controllo dei bilanci dei partiti; 3) La pubblicazione dei bilanci dei partiti sui siti internet dei partiti stessi e sul sito istituzionale della Camera dei Deputati; 4) La riduzione a cinquemila euro della soglia oltre la quale è obbligatoria la dichiarazione congiunta per le erogazioni liberali ai partiti; 5) Il rafforzamento delle sanzioni, prevedendo una decurtazione dei rimborsi elettorali proporzionata alla gravità delle irregolarità riscontrate, fino a concorrenza dell'importo dei rimborsi dovuti per l'anno in corso». «Sono convinto che - conclude Bersani - su questi ed eventuali altri punti sia possibile costruire un ampio consenso tra le forze politiche presenti in Parlamento, rispondendo con rapidità ed efficacia alla forte domanda di trasparenza che sale dall'opinione pubblica e che il Presidente Napolitano ha raccolto sollecitando adeguate iniziative in sede parlamentare».
Alfano: con me si sfonda una porta aperta. «Con me si sfonda una porta aperta - risponde il segretario del Pdl, Angelino Alfano - Infatti, proprio ieri sera, durante la puntata di Porta a Porta, ho detto che mi farò carico di un testo sul quale lavora già il Pdl, che si basa su tre pilastri fondamentali: bilancio controllato e verificabile; bilancio trasparente e pubblicabile per chi volesse prenderne visione; volontaria contribuzione da parte dei cittadini a favore dei partiti tramite modelli o forme di finanziamento all'americana».
Casini: d'accordo, passiamo ai fatti. «Caro Pier Luigi - scrive il leader Udc, Pier Ferdinando Casini - sono totalmente d'accordo con le considerazioni che mi fai in ordine alle normative che regolano trasparenza dei bilanci dei partiti. Molti degli argomenti che mi sottoponi sono contenuti nella proposta di legge, attualmente in discussione alla Camera. Procediamo rapidamente, insieme anche ai colleghi del Pdl, passando dalle parole ai fatti».
Giovedì 05 Aprile 2012 - 22:18
A Bersà che'ffà me copi?
Alfano "con me si sfonda una Porta a Porta aperta"
«Trasparenza dei partiti, subito una legge»
Il leader Udc: totalmente d'accordo, ora passiamo ai fatti
Il segretario Pdl: con me si sfonda una porta aperta
ROMA - «I fatti gravissimi evidenziati dalle recenti inchieste giudiziarie in relazione alla gestione delle risorse pubbliche attribuite ai partiti rendono ormai improrogabile il cambiamento delle normative sulla trasparenza e i controlli dei bilanci dei partiti»: è quanto scrive Pier Luigi Bersani in una lettera ad Alfano e Casini che, a breve giro di posta, hanno risposto postivamente all'invito del leader Pd. «Sono d'accordo, ora passiamo ai fatti» dice il leader Udc. «Con me si sfonda una porta aperta» risponde il segretario Pdl.
Bersani: serve subito una legge. «Credo che in queste ore - sostiene Bersani nella sua lettera - possiamo condividere una forte preoccupazione. I fatti gravissimi evidenziati dalle recenti inchieste giudiziarie in relazione alla gestione delle risorse pubbliche attribuite ai partiti rendono ormai improrogabile il cambiamento delle normative che regolano la trasparenza e i controlli dei bilanci dei partiti». Su questi temi, ricorda il segretario Pd, «sono state depositate in Parlamento da diverse forze politiche proposte di legge che prospettano soluzioni largamente condivide. Mi pare ci siano dunque le condizioni politiche per approvare in tempi brevissimi una legge di pochi articoli che abbia una corsia di assoluta priorità». Tale legge, evidenzia Bersani, «considerate le proposte in campo e un loro possibile comune denominatore potrebbe prevedere a mio avviso: 1) L'obbligo di sottoporre i bilanci dei partiti alla verifica e alla certificazione da parte di società di revisione esterne e indipendenti; 2) L'attribuzione alla Corte dei Conti del controllo dei bilanci dei partiti; 3) La pubblicazione dei bilanci dei partiti sui siti internet dei partiti stessi e sul sito istituzionale della Camera dei Deputati; 4) La riduzione a cinquemila euro della soglia oltre la quale è obbligatoria la dichiarazione congiunta per le erogazioni liberali ai partiti; 5) Il rafforzamento delle sanzioni, prevedendo una decurtazione dei rimborsi elettorali proporzionata alla gravità delle irregolarità riscontrate, fino a concorrenza dell'importo dei rimborsi dovuti per l'anno in corso». «Sono convinto che - conclude Bersani - su questi ed eventuali altri punti sia possibile costruire un ampio consenso tra le forze politiche presenti in Parlamento, rispondendo con rapidità ed efficacia alla forte domanda di trasparenza che sale dall'opinione pubblica e che il Presidente Napolitano ha raccolto sollecitando adeguate iniziative in sede parlamentare».
Alfano: con me si sfonda una porta aperta. «Con me si sfonda una porta aperta - risponde il segretario del Pdl, Angelino Alfano - Infatti, proprio ieri sera, durante la puntata di Porta a Porta, ho detto che mi farò carico di un testo sul quale lavora già il Pdl, che si basa su tre pilastri fondamentali: bilancio controllato e verificabile; bilancio trasparente e pubblicabile per chi volesse prenderne visione; volontaria contribuzione da parte dei cittadini a favore dei partiti tramite modelli o forme di finanziamento all'americana».
Casini: d'accordo, passiamo ai fatti. «Caro Pier Luigi - scrive il leader Udc, Pier Ferdinando Casini - sono totalmente d'accordo con le considerazioni che mi fai in ordine alle normative che regolano trasparenza dei bilanci dei partiti. Molti degli argomenti che mi sottoponi sono contenuti nella proposta di legge, attualmente in discussione alla Camera. Procediamo rapidamente, insieme anche ai colleghi del Pdl, passando dalle parole ai fatti».
Giovedì 05 Aprile 2012 - 22:18
A Bersà che'ffà me copi?
Alfano "con me si sfonda una Porta a Porta aperta"
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Re: La Lega...? Gli ultimi ladri di una lunga serie...
Certo, hai ragione "altri partiti", come quello di Bossi, magari La Margherita...aspetto il prossimo. Il tuo qual'e'? Io so che la Lega non e' il partito piu' vecchio ma sono i Radicali dal 1955, magari con l'1% ma ONESTI e TRASPARENTI. Gli altri...? Che fine hanno fatto...? Quanto a Grillo, spero proprio che abbandoni l'antiparlamentarismo altrimenti fa poca strada, gli do tempo pochi anni...shiloh ha scritto:beh ci sarebbe anche la differenza che i Radicali hanno un consenso dello 0.4% mentri altri partiti del 27%...pannelliano ha scritto:
La differenza tra i Radicali e gli altri partiti e' questa:
e che un partito nato giusto pochi anni fa come M5s, che manco c'ha una radio,
e che usa solo internet,
ha già 10 volte più del vostro consenso...
oh son dettagli eh...
vuoi mettere i "contenuti" dei soliloqui di Giacinto...imperdibili.
Ma poi a te sembrano importare le percentuali e non chi ruba, visto che sei a favore del finanziamento pubblico o no...?
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Re: La Lega...? Gli ultimi ladri di una lunga serie...
Allora, ce n'è per TUTTI oggi, ma certo, adesso mi sfogo eh, non si fanno prigionieri!
Intanto, un caro saluto a chi voleva "dialogare con tutti", caro doppio nick, e allora come la mettiamo?
Poi... da romano che LAVORA, non si dà malato e arriva in orario e che è il primo che si incazza quando qualcuno sporca l'immagine di una città intera (compreso qualche mio collega che ARRIVA PERENNEMENTE IN RITARDO E NON FA IL SUO e poi vota la discarica e la sega nord perché i comunisti vogliono levargli la casa, l'auto e il ***** che se li frega, IMBECILLI), beh CARI SEGAIOLI adesso cantate ancora "ROMA LADRONA".
Eh? Non vi sento!
Nascosti anche voi nel vostro loculo?
Restateci.
E allora, umberto che ce l'ha duro, ti si è ammosciato adesso?
E tu, caro TROTA, che tanto te la ridevi sul "romani porci" (ah, paparino due giorni dopo era qui a strafogarsi con la polverini e quell'inetto di un sindaco...), ADESSO RIDI DAVANTI AL GIUDICE, VEDIAMO SE CI RIESCI!
Hai chiuso, segaiolo IPOCRITA.
Buon mattino a tutti!
Intanto, un caro saluto a chi voleva "dialogare con tutti", caro doppio nick, e allora come la mettiamo?
Poi... da romano che LAVORA, non si dà malato e arriva in orario e che è il primo che si incazza quando qualcuno sporca l'immagine di una città intera (compreso qualche mio collega che ARRIVA PERENNEMENTE IN RITARDO E NON FA IL SUO e poi vota la discarica e la sega nord perché i comunisti vogliono levargli la casa, l'auto e il ***** che se li frega, IMBECILLI), beh CARI SEGAIOLI adesso cantate ancora "ROMA LADRONA".
Eh? Non vi sento!
Nascosti anche voi nel vostro loculo?
Restateci.
E allora, umberto che ce l'ha duro, ti si è ammosciato adesso?
E tu, caro TROTA, che tanto te la ridevi sul "romani porci" (ah, paparino due giorni dopo era qui a strafogarsi con la polverini e quell'inetto di un sindaco...), ADESSO RIDI DAVANTI AL GIUDICE, VEDIAMO SE CI RIESCI!
Hai chiuso, segaiolo IPOCRITA.
Buon mattino a tutti!
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: La Lega...? Gli ultimi ladri di una lunga serie...
pannelliano ha scritto:Certo, hai ragione "altri partiti", come quello di Bossi, magari La Margherita...aspetto il prossimo. Il tuo qual'e'? Io so che la Lega non e' il partito piu' vecchio ma sono i Radicali dal 1955, magari con l'1% ma ONESTI e TRASPARENTI. Gli altri...? Che fine hanno fatto...? Quanto a Grillo, spero proprio che abbandoni l'antiparlamentarismo altrimenti fa poca strada, gli do tempo pochi anni...shiloh ha scritto:beh ci sarebbe anche la differenza che i Radicali hanno un consenso dello 0.4% mentri altri partiti del 27%...pannelliano ha scritto:
La differenza tra i Radicali e gli altri partiti e' questa:
e che un partito nato giusto pochi anni fa come M5s, che manco c'ha una radio,
e che usa solo internet,
ha già 10 volte più del vostro consenso...
oh son dettagli eh...
vuoi mettere i "contenuti" dei soliloqui di Giacinto...imperdibili.
Ma poi a te sembrano importare le percentuali e non chi ruba, visto che sei a favore del finanziamento pubblico o no...?
o tu impari a leggere e capire quello che scrivo,
o con te io ho chiuso,
perchè non ho tempo da perdere con chi continua a menare il torrone su cose che ho già spiegato...
claro hermano ???
Re: La Lega...? Gli ultimi ladri di una lunga serie...
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di Nando dalla Chiesa | 6 aprile 2012
I Gattopardi in camicia verde
A metà tra la commedia napoletana e il grande romanzo della Sicilia borbonica che sventolò il tricolore. Povera Lega che voleva celebrare cultura e tradizioni del Nord. Ma quale Manzoni, ma quale Gadda. Il suo epilogo evoca insieme la pernacchia di Eduardo e il principe di Lampedusa. “Bisogna che tutto cambi perché nulla cambi” pensarono di fronte a Tangentopoli i ceti dominanti padani, sposando i precetti del Gattopardo di centotrent’anni prima. Così, mentre i vecchi partiti battevano in ritirata, consegnarono il futuro a questa armata pittoresca che zampillava dalle contrade brianzole e dalle valli bergamasche, gente nuova, sconosciuta alla politica e che trattava ogni forma e galateo con il rude disprezzo che il diplomato per corrispondenza riserva ai filosofi quando sa di avere il vento della storia alle spalle.
Un’armata che prometteva di non toccare il sistema dei privilegi purché potesse partecipare al banchetto. Dotata di un linguaggio sconosciuto, salvificamente barbarico, da esibire e vezzeggiare come segno della massima frattura rispetto al passato. Erano loro, i virgulti leghisti, i giovani “forniti di qualche generico ideale” che il principe di Lampedusa raccomandava di arruolare per rendere immobile il potere dei proprietari terrieri. A essi si affiancò ben presto un’altra armata, più adusa ai salotti, ma soprattutto composta di truppe fedeli al ricchissimo signore che scendeva in campo per difendere, insieme, gli interessi propri e quelli del sistema che lo aveva allevato. Due finte novità in pochi anni. Grazie alle quali il potere, pur tra oscillazioni e capriole, si difese egregiamente. Nessun senso di colpa per le vicende che avevano portato il sistema al collasso, una rapida acclamazione di Antonio Di Pietro come lavacro della propria coscienza. E poi via nella lotta tra vecchio e nuovo, con alle spalle un paese e un elettorato che mai era stato chiamato a guardarsi allo specchio. Nella Lega che cavalcava nelle istituzioni romane per conquistare l’indipendenza alla Padania agiva però, sotto il manto dei riti celtici e delle gutturalità sgargianti, un prodigioso concentrato delle culture più congeniali all’antico e aborrito Sud. L’antistatalismo, l’evasione del patto fiscale, il clientelismo, l’uso privato delle istituzioni, l’astuzia contadina, il familismo amorale, il saccheggio delle casse statali, il trasformismo, la propensione a farsi i fatti propri. E insieme un’indifferenza etica che in nome della terra promessa del federalismo faceva sostenere e digerire qualsiasi nequizia di “Roma ladrona”.
Ora sono giunti al pettine i nodi già inutilmente emersi negli anni eroici delle prime conquiste di grandi e piccoli comuni. Le vicende odierne, culminate nelle ingloriose dimissioni del leader-padrone, spiegano quale meccanismo di potere si sia costituito intorno a un progetto politico che fu decisivo per riempire il grande vuoto apertosi di schianto all’inizio degli anni Novanta: quando seconde linee ed elettori dei partiti della Prima Repubblica poterono schierarsi dalla parte del “cambiamento” arrembando dietro il Carroccio, e mantenendo intatta la loro avversione per il primato delle leggi e delle istituzioni. Il bar si fece Stato nella abiura delle regole. Da lì il paradosso impensabile, la straordinaria diffusione dei clan calabresi nella Lombardia governata dai difensori più severi e arcigni della padanità. Le culture non erano incompatibili, purtroppo. Sia perché in nome degli affari, come si è visto, i rispettivi ambasciatori economici si incontravano ai massimi livelli; sia perché la cura ossessiva del particulare ha innaffiato la pianta velenosa dell’omertà da Pavia a Varese, passando per Milano.
È stata solo ignavia? O, incapaci di sapere che cosa accadeva nelle loro dimore personali, a maggior ragione non potevano sapere che cosa accadeva nelle loro province? Certo tutto questo è successo tra auto e consulenze e assunzioni e finanziamenti in famiglia, con i soldi dello Stato. Proprio come i meridionali della propaganda. Quelli che succhiavano il Nord, spremendo soldi agli onesti contribuenti …
Il Fatto Quotidiano, 6 Aprile 2012
di Nando dalla Chiesa | 6 aprile 2012
I Gattopardi in camicia verde
A metà tra la commedia napoletana e il grande romanzo della Sicilia borbonica che sventolò il tricolore. Povera Lega che voleva celebrare cultura e tradizioni del Nord. Ma quale Manzoni, ma quale Gadda. Il suo epilogo evoca insieme la pernacchia di Eduardo e il principe di Lampedusa. “Bisogna che tutto cambi perché nulla cambi” pensarono di fronte a Tangentopoli i ceti dominanti padani, sposando i precetti del Gattopardo di centotrent’anni prima. Così, mentre i vecchi partiti battevano in ritirata, consegnarono il futuro a questa armata pittoresca che zampillava dalle contrade brianzole e dalle valli bergamasche, gente nuova, sconosciuta alla politica e che trattava ogni forma e galateo con il rude disprezzo che il diplomato per corrispondenza riserva ai filosofi quando sa di avere il vento della storia alle spalle.
Un’armata che prometteva di non toccare il sistema dei privilegi purché potesse partecipare al banchetto. Dotata di un linguaggio sconosciuto, salvificamente barbarico, da esibire e vezzeggiare come segno della massima frattura rispetto al passato. Erano loro, i virgulti leghisti, i giovani “forniti di qualche generico ideale” che il principe di Lampedusa raccomandava di arruolare per rendere immobile il potere dei proprietari terrieri. A essi si affiancò ben presto un’altra armata, più adusa ai salotti, ma soprattutto composta di truppe fedeli al ricchissimo signore che scendeva in campo per difendere, insieme, gli interessi propri e quelli del sistema che lo aveva allevato. Due finte novità in pochi anni. Grazie alle quali il potere, pur tra oscillazioni e capriole, si difese egregiamente. Nessun senso di colpa per le vicende che avevano portato il sistema al collasso, una rapida acclamazione di Antonio Di Pietro come lavacro della propria coscienza. E poi via nella lotta tra vecchio e nuovo, con alle spalle un paese e un elettorato che mai era stato chiamato a guardarsi allo specchio. Nella Lega che cavalcava nelle istituzioni romane per conquistare l’indipendenza alla Padania agiva però, sotto il manto dei riti celtici e delle gutturalità sgargianti, un prodigioso concentrato delle culture più congeniali all’antico e aborrito Sud. L’antistatalismo, l’evasione del patto fiscale, il clientelismo, l’uso privato delle istituzioni, l’astuzia contadina, il familismo amorale, il saccheggio delle casse statali, il trasformismo, la propensione a farsi i fatti propri. E insieme un’indifferenza etica che in nome della terra promessa del federalismo faceva sostenere e digerire qualsiasi nequizia di “Roma ladrona”.
Ora sono giunti al pettine i nodi già inutilmente emersi negli anni eroici delle prime conquiste di grandi e piccoli comuni. Le vicende odierne, culminate nelle ingloriose dimissioni del leader-padrone, spiegano quale meccanismo di potere si sia costituito intorno a un progetto politico che fu decisivo per riempire il grande vuoto apertosi di schianto all’inizio degli anni Novanta: quando seconde linee ed elettori dei partiti della Prima Repubblica poterono schierarsi dalla parte del “cambiamento” arrembando dietro il Carroccio, e mantenendo intatta la loro avversione per il primato delle leggi e delle istituzioni. Il bar si fece Stato nella abiura delle regole. Da lì il paradosso impensabile, la straordinaria diffusione dei clan calabresi nella Lombardia governata dai difensori più severi e arcigni della padanità. Le culture non erano incompatibili, purtroppo. Sia perché in nome degli affari, come si è visto, i rispettivi ambasciatori economici si incontravano ai massimi livelli; sia perché la cura ossessiva del particulare ha innaffiato la pianta velenosa dell’omertà da Pavia a Varese, passando per Milano.
È stata solo ignavia? O, incapaci di sapere che cosa accadeva nelle loro dimore personali, a maggior ragione non potevano sapere che cosa accadeva nelle loro province? Certo tutto questo è successo tra auto e consulenze e assunzioni e finanziamenti in famiglia, con i soldi dello Stato. Proprio come i meridionali della propaganda. Quelli che succhiavano il Nord, spremendo soldi agli onesti contribuenti …
Il Fatto Quotidiano, 6 Aprile 2012
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Re: La Lega...? Gli ultimi ladri di una lunga serie...
In alcune telefonate intercettate tra l'ex tesoriere del Carroccio, Francesco Belsito, indagato per truffa ai danni dello Stato, riciclaggio e appropriazione indebita, e Nadia Dagrada, segretaria amministrativa di via Bellerio, i due esprimono preoccupazione per la volontà dell'esponente leghista, Roberto Castelli, di controllare le spese, e la necessità di trovare nuove soluzioni per continuare con quelle modalità. In un'altra, la segretaria parla di "Silvio e alti Pd intervenuti per affossare un fascicolo sul figlio
http://notizie.virgilio.it/politica/bos ... re-li.html
....................................
Ho preso solo questo pezzettino.
Io me lo sono chiesto e voi!
Questi due personaggi che ho evidenziato si parlano al telefono.O questi sono degli imbecilli o lo hanno fatto a posta.
Sono anni che Berlusconi si batte per il discorso delle intercettazione.E questi non sapevano che forse venivano intercettati.Ci sono o ci fanno?
Ciao
Paolo11
http://notizie.virgilio.it/politica/bos ... re-li.html
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Ho preso solo questo pezzettino.
Io me lo sono chiesto e voi!
Questi due personaggi che ho evidenziato si parlano al telefono.O questi sono degli imbecilli o lo hanno fatto a posta.
Sono anni che Berlusconi si batte per il discorso delle intercettazione.E questi non sapevano che forse venivano intercettati.Ci sono o ci fanno?
Ciao
Paolo11
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Re: La Lega...? Gli ultimi ladri di una lunga serie...
però...visto che in ogni accadimento mi sono abituato a chiedermi:
" cui prodest ??? "...chi ne trae vantaggio...
ho come il vago sospetto che dietro il precipitare di questi eventi,
ci sia il "vaffanculo" dato da Bossi a Berlusconi sulle liste comuni alle amministrative p.v. ...
" cui prodest ??? "...chi ne trae vantaggio...
ho come il vago sospetto che dietro il precipitare di questi eventi,
ci sia il "vaffanculo" dato da Bossi a Berlusconi sulle liste comuni alle amministrative p.v. ...
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Re: La Lega...? Gli ultimi ladri di una lunga serie...
secondo me dietro c'è solo tanta imbecillità, tendiamo quasi in maniera naturale a vedere complotti e dietrologia dappertutto ma questi sono solo degli imbecilli che si credevano intoccabili.....
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Re: La Lega...? Gli ultimi ladri di una lunga serie...
Caro shiloh".Comunque una cosa è certa il GIORNALE è andato subito giu pesante con Bossi.shiloh ha scritto:però...visto che in ogni accadimento mi sono abituato a chiedermi:
" cui prodest ??? "...chi ne trae vantaggio...
ho come il vago sospetto che dietro il precipitare di questi eventi,
ci sia il "vaffanculo" dato da Bossi a Berlusconi sulle liste comuni alle amministrative p.v. ...
E sappiamo chi è il padrone.
Mia opinione come segretario mi piacerebbe Tosi non Maroni.AQnche per tagliare i posti col vecchio.
Ciao
Paolo11
Chi c’è in linea
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