quo vadis PD ????
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Re: quo vadis PD ????
Caro soloo42000,
non so , forse non si saprà mai come e perchè sono successe le cose che abbiamo visto.
Una cosa è certa , non può esistere un partito se non c'è un confronto , serrato quanto vuoi, ma alla fine le decisioni della maggioranza devono valere per tutti.
Bersani aveva vinto le primarie, era il segretario e il presidente in pectore acclamato, in base ad una lettera di intenti si era andati alle elezioni , ma dopo le elezioni il panorama era cambiato.
Srebbe stato necessario un approfondimento a partire dalla base, se l'idea era mai con il PDL di Berlusconi bisognava subito discutere con il 5 Stelle , non tanto con Grillo e Casaleggio, ma con la base del movimento, invece si è arrivati all'incontro Bersani -Lombardi/Vito , in cui questi ultimi non erano in grado di dare una risposta perchè la base dei grillini non era stata consultata.
non so , forse non si saprà mai come e perchè sono successe le cose che abbiamo visto.
Una cosa è certa , non può esistere un partito se non c'è un confronto , serrato quanto vuoi, ma alla fine le decisioni della maggioranza devono valere per tutti.
Bersani aveva vinto le primarie, era il segretario e il presidente in pectore acclamato, in base ad una lettera di intenti si era andati alle elezioni , ma dopo le elezioni il panorama era cambiato.
Srebbe stato necessario un approfondimento a partire dalla base, se l'idea era mai con il PDL di Berlusconi bisognava subito discutere con il 5 Stelle , non tanto con Grillo e Casaleggio, ma con la base del movimento, invece si è arrivati all'incontro Bersani -Lombardi/Vito , in cui questi ultimi non erano in grado di dare una risposta perchè la base dei grillini non era stata consultata.
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Re: quo vadis PD ????
E` chiaro che se ti presenti alla cialtrona con Lombardi e Crimi che sparano
cazzate fai il gioco dei centristi...
Detto questo la rottura nel PD e` stata legata a due fattori.
1. non solo i grillini, MA ANCHE i centristi hanno remato contro il tentativo Bersani
e questo di per se ha legittimato ulteriori speranze di possibili accordi dell'ultimo
minuto
2. la "piattaforma negoziale" con le destre era ed e` tuttora ignota
Entrambi quei FATTI, a mio avviso, legittimano del tutto eventuali voti contrari
a quanto stabilisce la direzione.
Perche` e` vero che non si tratta di questioni di coscienza.
Ma altrettanto vero e` che eravamo a un bivio storico.
Dove da un lato (alleanza verso M5S) c'era un potenziale cambiamento radicale.
Dall'altro (alleanza con le destre) c'e` un potenziale governo fallimentare
(perche` quella formula l'abbiamo vista all'opera con Monti...) e la fine del PD.
E scusa se e` poco per votare in dissenso con Marini/Bindi/Finocchiaro...
Ciao.
soloo42000
cazzate fai il gioco dei centristi...
Detto questo la rottura nel PD e` stata legata a due fattori.
1. non solo i grillini, MA ANCHE i centristi hanno remato contro il tentativo Bersani
e questo di per se ha legittimato ulteriori speranze di possibili accordi dell'ultimo
minuto
2. la "piattaforma negoziale" con le destre era ed e` tuttora ignota
Entrambi quei FATTI, a mio avviso, legittimano del tutto eventuali voti contrari
a quanto stabilisce la direzione.
Perche` e` vero che non si tratta di questioni di coscienza.
Ma altrettanto vero e` che eravamo a un bivio storico.
Dove da un lato (alleanza verso M5S) c'era un potenziale cambiamento radicale.
Dall'altro (alleanza con le destre) c'e` un potenziale governo fallimentare
(perche` quella formula l'abbiamo vista all'opera con Monti...) e la fine del PD.
E scusa se e` poco per votare in dissenso con Marini/Bindi/Finocchiaro...
Ciao.
soloo42000
Re: quo vadis PD ????
Mi sembra che le cose diventino via via più chiare e più ancora lo diventeranno.
Intanto abbiamo il primo nome dei mandanti del siluramento di Prodi: Enrico Letta.
Come giustamente ha detto Civati, basterà guardare la composizione del governo per capire chi sono gli altri.
Il secondo aspetto è che non è vero ciò che dice Bersani (ormai non smette di diventare sempre più deludente), che cioè il problema è la mancanza di un "punto d'ordine", detto in altri termini che si tratti di una questione di "disciplina di partito".
La realtà è che c'è in atto uno scontro politico nel PD abbastanza chiaro e che non è semplicisticamente riconducibile alle "anime" di destra e di sinistra, ma che è più trasversale e riguarda la resistenza ancora forte ed efficace di una vecchia classe dirigente che sta difendendo se stessa contro qualsiasi tentativo di novità e di rinnovamento.
Intanto abbiamo il primo nome dei mandanti del siluramento di Prodi: Enrico Letta.
Come giustamente ha detto Civati, basterà guardare la composizione del governo per capire chi sono gli altri.
Il secondo aspetto è che non è vero ciò che dice Bersani (ormai non smette di diventare sempre più deludente), che cioè il problema è la mancanza di un "punto d'ordine", detto in altri termini che si tratti di una questione di "disciplina di partito".
La realtà è che c'è in atto uno scontro politico nel PD abbastanza chiaro e che non è semplicisticamente riconducibile alle "anime" di destra e di sinistra, ma che è più trasversale e riguarda la resistenza ancora forte ed efficace di una vecchia classe dirigente che sta difendendo se stessa contro qualsiasi tentativo di novità e di rinnovamento.
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Re: quo vadis PD ????
La realtà è che c'è in atto uno scontro politico nel PD abbastanza chiaro e che non è semplicisticamente riconducibile alle "anime" di destra e di sinistra, ma che è più trasversale e riguarda la resistenza ancora forte ed efficace di una vecchia classe dirigente che sta difendendo se stessa contro qualsiasi tentativo di novità e di rinnovamento.
E neanche veci contro bagaj.
E` uno scontro mummie contro realta`.
soloo42000
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Re: quo vadis PD ????
mariok ha scritto:Mi sembra che le cose diventino via via più chiare e più ancora lo diventeranno.
Intanto abbiamo il primo nome dei mandanti del siluramento di Prodi: Enrico Letta.
Come giustamente ha detto Civati, basterà guardare la composizione del governo per capire chi sono gli altri.
Il secondo aspetto è che non è vero ciò che dice Bersani (ormai non smette di diventare sempre più deludente), che cioè il problema è la mancanza di un "punto d'ordine", detto in altri termini che si tratti di una questione di "disciplina di partito".
La realtà è che c'è in atto uno scontro politico nel PD abbastanza chiaro e che non è semplicisticamente riconducibile alle "anime" di destra e di sinistra, ma che è più trasversale e riguarda la resistenza ancora forte ed efficace di una vecchia classe dirigente che sta difendendo se stessa contro qualsiasi tentativo di novità e di rinnovamento.
bingo per Mario.
con Prodi PdR si sarebbe votato ad ottobre.
quei 101 che l'hanno tradito sapevano bene che per loro questo è l'ultimo giro e non hanno voluto rinunciare alla poltrona.
Re: quo vadis PD ????
Il Pd salvato dai ragazzini
Care e cari amici democratici di #OccupyPd,
mi rivolgo a voi perché per me siete l’unica «riserva della Repubblica» a cui guardare in queste ore. Da Bologna, da Torino, da molti circoli, si è levata una voce libera, preoccupata e a tratti indignata per quanto stava accadendo.
Capisco e condivido la vostra amarezza e il vostro spaesamento, che sono anche i miei. Non ho la presunzione di darvi la soluzione, ma ho la certezza che solo ascoltandovi potremo andare da qualche parte.
Sembra che nessuno voglia davvero ascoltare la ‘base’, nemmeno quando i dirigenti falliscono così miseramente. Dopo avere fatto primarie per qualsiasi cosa, a ripetizione, il momento più alto della vicenda politica del Pd è precipitato in una decisione oscura, di 101 parlamentari che hanno eliminato il padre fondatore del Pd dalla corsa al Quirinale, per correre verso l’alleanza che in cuor loro cercavano da tempo. Senza assumersene alcuna responsabilità: prima l’ovazione, poi il voto segreto, poi l’appello perché fosse Napolitano a dirci che cosa avremmo dovuto fare. Come se non fosse una nostra decisione.
Il segretario Bersani, che certo ne ha sbagliate, è stato già dimenticato, perché altri, che ora si presentano come abili in politica e nella vita (perché c’è molto di esistenziale, in tutto questo), avevano da fare.
Ecco, mi piacerebbe che partissimo da qui, per raccontare una storia diversa, che vi veda protagonisti. Che non contempli più le divisioni per corrente di vent’anni fa, ma la nuova Italia che possiamo e vogliamo costruire.
Tocca a voi, care ragazze, cari ragazzi. Che siete più esperti, perché siete più liberi. Da parte mia, c’è l’impegno a condividere con voi ogni passo, ogni parola, ogni momento e a portarlo all’attenzione delle cronache, per quanto mi sarà possibile.
Siamo viaggiatori leggeri, non dimentichiamolo,
pippo
http://www.ciwati.it/2013/04/26/il-pd-s ... ragazzini/
Care e cari amici democratici di #OccupyPd,
mi rivolgo a voi perché per me siete l’unica «riserva della Repubblica» a cui guardare in queste ore. Da Bologna, da Torino, da molti circoli, si è levata una voce libera, preoccupata e a tratti indignata per quanto stava accadendo.
Capisco e condivido la vostra amarezza e il vostro spaesamento, che sono anche i miei. Non ho la presunzione di darvi la soluzione, ma ho la certezza che solo ascoltandovi potremo andare da qualche parte.
Sembra che nessuno voglia davvero ascoltare la ‘base’, nemmeno quando i dirigenti falliscono così miseramente. Dopo avere fatto primarie per qualsiasi cosa, a ripetizione, il momento più alto della vicenda politica del Pd è precipitato in una decisione oscura, di 101 parlamentari che hanno eliminato il padre fondatore del Pd dalla corsa al Quirinale, per correre verso l’alleanza che in cuor loro cercavano da tempo. Senza assumersene alcuna responsabilità: prima l’ovazione, poi il voto segreto, poi l’appello perché fosse Napolitano a dirci che cosa avremmo dovuto fare. Come se non fosse una nostra decisione.
Il segretario Bersani, che certo ne ha sbagliate, è stato già dimenticato, perché altri, che ora si presentano come abili in politica e nella vita (perché c’è molto di esistenziale, in tutto questo), avevano da fare.
Ecco, mi piacerebbe che partissimo da qui, per raccontare una storia diversa, che vi veda protagonisti. Che non contempli più le divisioni per corrente di vent’anni fa, ma la nuova Italia che possiamo e vogliamo costruire.
Tocca a voi, care ragazze, cari ragazzi. Che siete più esperti, perché siete più liberi. Da parte mia, c’è l’impegno a condividere con voi ogni passo, ogni parola, ogni momento e a portarlo all’attenzione delle cronache, per quanto mi sarà possibile.
Siamo viaggiatori leggeri, non dimentichiamolo,
pippo
http://www.ciwati.it/2013/04/26/il-pd-s ... ragazzini/
Re: quo vadis PD ????
25 (o al massimo 50) su 397 parlamentari è davvero poco.Quanti siete voi dissidenti? ”Quelli a disagio sono cinquanta, quelli che invece si manifesteranno sono la meta”’
Pippo Civati: “No fiducia a questo governo Letta. 50 dissidenti nel Pd”
Pubblicato il 26 aprile 2013 18.56 | Ultimo aggiornamento: 26 aprile 2013 19.01
ROMA – Pippo Civati conferma che non voterà la fiducia al governo di Enrico Letta. E conferma che come lui la pensano almeno una cinquantina di parlamentari del Pd. Il deputato del Pd ha parlato a “Un giorno da Pecora“, trasmissione di Radio 2. ”Se il Pd vota un governo con esponenti politici ‘ingombranti’, rischia di morire”, ha detto Civati.
Onorevole – gli chiedono Sabelli Fioretti e Lauro – le piacciono i nomi di D’Alema, Alfano, Brunetta e Gelmini nel nuovo Governo? ”Sono la logica conseguenza di aver scelto questa scelta di governo”. Che esecutivo vorrebbe lei? ”Io vorrei un governo di scopo, limitato nel tempo con degli impegni precisi e senza politici ingombranti come quelli che abbiamo appena nominato”.
Lei rischia l’espulsione, qualora voti contro la nascita di questo governo: sono le sue ultime ore nel Pd? ”Potrebbe essere uno degli ultimi giorni del Pd, piu’ che altro”.
Secondo lei se il Pd vota il governo Letta con all’interno questi politici rischia di morire? ”Sarebbe una di quelle svolte indimenticabili, che come tale andrebbe salutata…”
Lei come votera’? ”In questo momento voto contro, poi vedremo”.
Quanti siete voi dissidenti? ”Quelli a disagio sono cinquanta, quelli che invece si manifesteranno sono la meta”’ ha detto Civati
Civati ha sparato a zero sui suoi colleghi: ”Mi fanno ridere quelli che nel Pd la settimana scorsa dicevano ‘mai al governassimo’ e ora lo votano”.
A quali colleghi del PD si riferisce? ”Piu’ o meno tutti i dirigenti del Partito Democratico”. Per lei, in questo nuovo governo, sarebbe peggio avere D’Alema agli Esteri o Brunetta al Lavoro? ”Sicuramente Brunetta al Lavoro, sarebbe traumatico”. E le piacerebbe meno D’Alema agli Esteri o Violante alla Giustizia? ”Violante alla Giustizia, e’ scivoloso”
Secondo lei questo e’ un governo Letta o un governo Berlusconi? ”Tutte e due le cose”.
Si spieghi meglio. ”Mi pare che il principale azionista, colui che sta dettando l’agenda, sia Berlusconi”. Si dice che lei potrebbe essere espulso a breve: lei si sente gia’ fuori dal PD? ”Dai toni che si usano mi pare di si”’.
E cosa fara’ se la cacciano, andra’ nel Gruppo Misto? ”No, magari sto a casa”. E lascera’ la carica di deputato? ”Perche’ no? Faro’ una valutazione con chi mi ha eletto”.
http://www.blitzquotidiano.it/politica- ... d-1543330/
Re: quo vadis PD ????
da Europa
Il cratere aperto dalle dimissioni di tutta la segreteria Bersani non è rimasto vuoto. Che abbia deciso o meno di candidarsi alla segreteria del partito, Matteo Renzi parla già da leader del Pd. L’altro giorno, alla direzione, aveva detto di essersi sentito per la prima volta a casa propria. Ieri, intervistato da SkyTg24, non solo ha stoppato la tentazione di espellere i dissidenti ma ha scommesso sulla compattezza del gruppo parlamentare al momento del voto di fiducia al governo Letta. Una fiducia che sembra contraddire il clima di veleni e sospetti che ancora si respira al Nazareno e lo scollamento ormai evidente tra la base e gruppi dirigenti.
I lettiani sono schierati come un solo uomo dietro il premier incaricato. Dopo Francesco Boccia ieri Paola De Micheli ha ribadito la linea dura contro chi dirà no al governo di larghe intese («il voto di fiducia non è un voto di coscienza»), mentre dall’ex fronte bersaniano arrivano segnali di liberi tutti. L’ex ministro Damiano rivendica il diritto al dissenso contro il governissimo, mentre per l’ex portavoce del segretario Alessandra Moretti «il Pd è lontano dal prevedere espulsioni o epurazioni».
Intanto un gruppo trasversale (si parla dei prodiani Sandro Gozi e Sandra Zampa, di Pippo Civati, Corradino Mineo, Rosy Bindi, i veneti Laura Puppato e Felice Casson più una ventina di altri parlamentari) è pronta a presentare un documento – dopo il giuramento di Letta da premier – per sottolineare il dissenso rispetto alla linea delle larghe intese. Un atto politico forte, al quale non necessariamente farà seguito un voto di sfiducia.
La linea “ufficiale” del partito resta quella del sostegno al governo Letta, il primo guidato da un uomo del Pd. Ma anche nella “base” i mal di pancia non mancano, come hanno ricordato i segretari regionali e provinciali radunati ieri al Nazareno al capogruppo alla camera Roberto Speranza. «Ora facciamo nascere il governo Letta poi all’assemblea del 4 maggio parleremo del partito» è la linea della responsabilità scelta dai dirigenti locali. La speranza è che la scelta di “nomi nuovi” nel governo renda più facile il sì al governissimo, un boccone comunque difficile da far digerire a un popolo democratico per troppo tempo illuso da una vittoria alle urne che in realtà non c’è mai stata.
A livello locale la resa dei conti con il gruppo dirigente è solo rinviata. La sera del 25 aprile a Modena un’assemblea di 150 persone ha messo sul banco degli imputati i due parlamentari presenti, Davide Baruffi e Maria Cecilia Guerra, simbolo di un partito dipinto sempre di più come una lotta tra bande, capace di stritolare una candidatura come quella di Romano Prodi.
In un partito così lacerato sarà Renzi a svolgere il ruolo di pacificatore? Difficile. Questa sera il sindaco sarà ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, dove ribadirà la sua fiducia in Letta e nel governo che sta nascendo. «Ma non credo che Matteo sarà disponibile a fare il reggente del partito fino al congresso di ottobre anche se dovessero chiederglielo tutti e anche se la situazione è eccezionale» spiega a Europa una persona molto vicina al sindaco. La sua linea rimane quella di trovare una legittimazione per la leadership passando dalle primarie. Anche perché oggi il Pd è solo una grana.
@GiovanniCocconi
Il cratere aperto dalle dimissioni di tutta la segreteria Bersani non è rimasto vuoto. Che abbia deciso o meno di candidarsi alla segreteria del partito, Matteo Renzi parla già da leader del Pd. L’altro giorno, alla direzione, aveva detto di essersi sentito per la prima volta a casa propria. Ieri, intervistato da SkyTg24, non solo ha stoppato la tentazione di espellere i dissidenti ma ha scommesso sulla compattezza del gruppo parlamentare al momento del voto di fiducia al governo Letta. Una fiducia che sembra contraddire il clima di veleni e sospetti che ancora si respira al Nazareno e lo scollamento ormai evidente tra la base e gruppi dirigenti.
I lettiani sono schierati come un solo uomo dietro il premier incaricato. Dopo Francesco Boccia ieri Paola De Micheli ha ribadito la linea dura contro chi dirà no al governo di larghe intese («il voto di fiducia non è un voto di coscienza»), mentre dall’ex fronte bersaniano arrivano segnali di liberi tutti. L’ex ministro Damiano rivendica il diritto al dissenso contro il governissimo, mentre per l’ex portavoce del segretario Alessandra Moretti «il Pd è lontano dal prevedere espulsioni o epurazioni».
Intanto un gruppo trasversale (si parla dei prodiani Sandro Gozi e Sandra Zampa, di Pippo Civati, Corradino Mineo, Rosy Bindi, i veneti Laura Puppato e Felice Casson più una ventina di altri parlamentari) è pronta a presentare un documento – dopo il giuramento di Letta da premier – per sottolineare il dissenso rispetto alla linea delle larghe intese. Un atto politico forte, al quale non necessariamente farà seguito un voto di sfiducia.
La linea “ufficiale” del partito resta quella del sostegno al governo Letta, il primo guidato da un uomo del Pd. Ma anche nella “base” i mal di pancia non mancano, come hanno ricordato i segretari regionali e provinciali radunati ieri al Nazareno al capogruppo alla camera Roberto Speranza. «Ora facciamo nascere il governo Letta poi all’assemblea del 4 maggio parleremo del partito» è la linea della responsabilità scelta dai dirigenti locali. La speranza è che la scelta di “nomi nuovi” nel governo renda più facile il sì al governissimo, un boccone comunque difficile da far digerire a un popolo democratico per troppo tempo illuso da una vittoria alle urne che in realtà non c’è mai stata.
A livello locale la resa dei conti con il gruppo dirigente è solo rinviata. La sera del 25 aprile a Modena un’assemblea di 150 persone ha messo sul banco degli imputati i due parlamentari presenti, Davide Baruffi e Maria Cecilia Guerra, simbolo di un partito dipinto sempre di più come una lotta tra bande, capace di stritolare una candidatura come quella di Romano Prodi.
In un partito così lacerato sarà Renzi a svolgere il ruolo di pacificatore? Difficile. Questa sera il sindaco sarà ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, dove ribadirà la sua fiducia in Letta e nel governo che sta nascendo. «Ma non credo che Matteo sarà disponibile a fare il reggente del partito fino al congresso di ottobre anche se dovessero chiederglielo tutti e anche se la situazione è eccezionale» spiega a Europa una persona molto vicina al sindaco. La sua linea rimane quella di trovare una legittimazione per la leadership passando dalle primarie. Anche perché oggi il Pd è solo una grana.
@GiovanniCocconi
Re: quo vadis PD ????
MIAOOOOO
Dopo lunga riflessione, dai più critici del Pd sulle larghe intese arriva il via libera al governo Letta. In un documento congiunto, Sandro Gozi, Sandra Zampa, Laura Puppato e Pippo Civati hanno preannunciato che voteranno la fiducia all'esecutivo.
LA NOTA - «In questo momento drammatico per il nostro Paese e per la democrazia sentiamo l'obbligo di rappresentare, più di quanto non sia avvenuto nel recente passato, un popolo che soffre e che teme per il proprio futuro. Abbiamo richiamato la necessità che il governo presieduto da Enrico Letta, pur nelle grandissime difficoltà di fare sintesi di linee politiche fortemente diverse, nascesse nuovo, anche nelle figure, e garante dell'unica necessità di individuare soluzioni ai problemi urgenti dell'Italia. È con questo spirito che accordiamo la fiducia a questo governo assumendoci le nostre responsabilità di eletti», hanno spiegato. «Non vogliamo creare l'ennesima area organizzata all'interno del Partito Democratico soprattutto perchè siamo convinti che le correnti e i gruppi di potere siano stati il principale problema del nostro Partito e della nostra azione parlamentare. Anche ascoltando i nostri elettori e il Paese lavoreremo affinchè il Partito Democratico diventi quello che avevamo promesso e che aveva ridato speranza ed entusiasmo a milioni di italiani», hanno sottolineato i quattro parlamentari del Pd, «entusiasmo venuto meno da tempo».
Laura Puppato (Ansa)
LE RIFORME - Ora serve procedere con quelle riforme di cui si discute da 20 anni. «È ora di agire rapidamente», hanno chiesto, «vogliamo realizzare una democrazia maggioritaria» che «funzioni» e «una legge elettorale maggioritaria che restituisca ai cittadini la capacità di scegliere i propri eletti». Poi «vogliamo che il nuovo governo risponda all'emergenza sociale» e «una vera politica economica e sociale che rompa con i tagli lineari del passato e il rigore cieco e controproducente» perchè «troppa austerità uccide». «È questo il senso della nostra fiducia: un atto di responsabilità individuale e collettiva che ci assumiamo nei confronti di tutti gli italiani e di coloro che ci hanno dato fiducia con il loro voto. Una fiducia che vogliamo meritarci ogni giorno di più», hanno concluso.
Redazione Online
28 aprile 2013 | 17:30
Dopo lunga riflessione, dai più critici del Pd sulle larghe intese arriva il via libera al governo Letta. In un documento congiunto, Sandro Gozi, Sandra Zampa, Laura Puppato e Pippo Civati hanno preannunciato che voteranno la fiducia all'esecutivo.
LA NOTA - «In questo momento drammatico per il nostro Paese e per la democrazia sentiamo l'obbligo di rappresentare, più di quanto non sia avvenuto nel recente passato, un popolo che soffre e che teme per il proprio futuro. Abbiamo richiamato la necessità che il governo presieduto da Enrico Letta, pur nelle grandissime difficoltà di fare sintesi di linee politiche fortemente diverse, nascesse nuovo, anche nelle figure, e garante dell'unica necessità di individuare soluzioni ai problemi urgenti dell'Italia. È con questo spirito che accordiamo la fiducia a questo governo assumendoci le nostre responsabilità di eletti», hanno spiegato. «Non vogliamo creare l'ennesima area organizzata all'interno del Partito Democratico soprattutto perchè siamo convinti che le correnti e i gruppi di potere siano stati il principale problema del nostro Partito e della nostra azione parlamentare. Anche ascoltando i nostri elettori e il Paese lavoreremo affinchè il Partito Democratico diventi quello che avevamo promesso e che aveva ridato speranza ed entusiasmo a milioni di italiani», hanno sottolineato i quattro parlamentari del Pd, «entusiasmo venuto meno da tempo».
Laura Puppato (Ansa)
LE RIFORME - Ora serve procedere con quelle riforme di cui si discute da 20 anni. «È ora di agire rapidamente», hanno chiesto, «vogliamo realizzare una democrazia maggioritaria» che «funzioni» e «una legge elettorale maggioritaria che restituisca ai cittadini la capacità di scegliere i propri eletti». Poi «vogliamo che il nuovo governo risponda all'emergenza sociale» e «una vera politica economica e sociale che rompa con i tagli lineari del passato e il rigore cieco e controproducente» perchè «troppa austerità uccide». «È questo il senso della nostra fiducia: un atto di responsabilità individuale e collettiva che ci assumiamo nei confronti di tutti gli italiani e di coloro che ci hanno dato fiducia con il loro voto. Una fiducia che vogliamo meritarci ogni giorno di più», hanno concluso.
Redazione Online
28 aprile 2013 | 17:30
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Re: quo vadis PD ????
dal blog di Civati
Smentisco
Circola da qualche minuto un documento che include anche la mia firma e in cui annuncio il mio voto di fuducia al Governo. Non so come sia uscito, ma non ho firmato alcuna dichiarazione di fiducia e quindi smentisco.
Come ho detto più volte in questi giorni, e ancora poche ore fa in diretta su Rai 3, le mie perplessità sul Governo Letta rimangono, e prenderò una decisione in merito alla fiducia solo dopo averne discusso, come ho ripetutamente richiesto, domattina con il resto dei colleghi del Pd. Non prima.
http://www.ciwati.it/
Smentisco
Circola da qualche minuto un documento che include anche la mia firma e in cui annuncio il mio voto di fuducia al Governo. Non so come sia uscito, ma non ho firmato alcuna dichiarazione di fiducia e quindi smentisco.
Come ho detto più volte in questi giorni, e ancora poche ore fa in diretta su Rai 3, le mie perplessità sul Governo Letta rimangono, e prenderò una decisione in merito alla fiducia solo dopo averne discusso, come ho ripetutamente richiesto, domattina con il resto dei colleghi del Pd. Non prima.
http://www.ciwati.it/
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
Chi c’è in linea
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