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pancho
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WELFARE.....E BUGIE.

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Welfare... e bugie

Tanti dicono il contrario, ma lo stato sociale in Italia costa meno che in Francia, Germania e Inghilterra


Come un mantra, in questi anni di crisi, continuiamo a sentirci ripetere da molti osservatori (evidentemente interessati) che il debito pubblico italiano è cresciuto perché, rispetto ad altri paesi, noi siamo gravati da una spesa pubblica eccessiva, soprattutto nella sua dimensione sociale e riferita al welfare. Come se i nostri debiti fossero colpa di un buco nero mangiasoldi, fatto da sanità, pensioni, sostegni all’invalidità, assistenza agli anziani, aiuti alle famiglie e via di questo passo. Insomma un “welfare che - molti ci continuano a ripetere - non ci possiamo più permettere”.

Ebbene, tutto ciò non è vero. Nel senso che la spesa sociale italiana è al di sotto di quella di altri paesi come Germania, Francia e Inghilterra. La conferma viene da una interessante ricerca condotta dal Cergas, il Centro di ricerca sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale dell’Università Bocconi che, insieme al Sindacato pensionati italiani Spi Cgil della Lombardia ha pazientemente ricostruito la composizione della spesa pubblica nei principali paesi europei (quelli più vicini e simili a noi e dove c’è un sistema di welfare vero e articolato. Dire che un paese senza welfare spende meno è facile…).

Ebbene, anche se poi emergono problemi e difetti evidenti nella spesa italiana (su cui arriveremo), sul piano quantitativo non ci sono dubbi.

La spesa pubblica procapite, destinata al welfare è stata (nel 2011) di 7.055 euro in Italia, contro i 7.303 dell’Inghilterra, i 9.008 della Germania e i 10.011 della Francia. Anche se si guarda alla spesa pubblica complessiva (nella quale è inclusa la quota di spesa per gli interessi sul debito pubblico che è per noi la più alta con 1.254 euro a testa, contro gli 800 circa di Francia e Germania ed i 903 dell’Inghilterra), per ogni cittadino italiano questa ammonta a 13.154 euro, contro i 14.235 della Germania, i 14.429 dell’Inghilterra ed i 17.119 della Francia. Dunque siamo quelli che ricevono meno e che da quel che ricevono si vedono scalata una quota maggiore per colpa del debito accumulato.

Se invece guardiamo all’incidenza della spesa pubblica per i servizi di welfare sul Pil totale del paese, vediamo che in Italia questa incidenza è del 27,1%, contro il 26,3% dell’Inghilterra, il 28,4% della Germania e il 32,7% della Francia.

“Ciò che evidenzia la nostra ricerca – spiega Elisabetta Notarnicola, una dei ricercatori che hanno preso parte al progetto – consente di sfatare miti che sono presenti in un dibattito pubblico decisamente deviato. Di come è organizzato il welfare italiano è sicuramente doveroso discutere, riforme e miglioramenti sono necessari, ma sgombriamo il campo dall’idea che si spenda troppo. Forse si spende male, si è puntato troppo sulla concessione di sussidi economici diretti più che sull’offerta di servizi veri e propri”.

La ricerca del Cergas-Bocconi, definito il quadro generale, si spinge poi più nel dettaglio per raffrontare le diverse voci di intervento.

Ad esempio, la spesa procapite per la non autosufficienza e gli anziani disabili è di 558 euro in Italia, contro gli 841 euro della Francia, i 912 della Germania e i 963 dell’Inghilterra.
Uno scarto enorme.

Così come siamo assolutamente inadeguati negli interventi a sostegno della famiglia e dell’infanzia, con 219 euro a testa, contro i 486 dell’Inghilterra, gli 899 euro della Francia e i 997 della Germania.

Anche per la sanità abbiamo un sistema efficiente e di qualità con una spesa ben sotto agli altri, con 1.534 euro, contro i 2.449 dell’Inghilterra, i 2.644 della Francia e i 2.847 della Germania.

Dove siamo sopra la media è nella spesa per pensioni, con 3.755 euro procapite, contro i 2.623 inglesi, i 3.629 tedeschi, ma sotto ai 4.255 francesi.

Sulle pensioni c’è poi da dire che, su questi dati riferiti al 2011, saranno da vedere gli effetti della riforma Monti-Fornero, ora in vigore, che alza decisamente l’età di pensionamento.

Approfondendo poi l’analisi sui servizi rivolti alle persone non autosufficienti, si arriva al cuore dei problemi del welfare italiano.

Anche sulla non autosufficienza spendiamo molto meno degli altri (558 euro a testa, contro dati che variano tra 841 euro e 963 euro).

Ma il punto è soprattutto che si privilegiano i contributi economici: cioè la maggior parte degli anziani non autosufficienti riceve assistenza esclusivamente attraverso l’elargizione di un assegno (tipicamente l’Indennità di accompagnamento) che, oltre che essere di ammontare esiguo, lascia le famiglie sole di fronte alla necessità di costruirsi un pacchetto di cura e di orientarsi tra i diversi servizi disponibili.

Da noi l’elargizione di contributi in denaro va infatti al 52% degli utenti complessivi, contro un 48% che riceve servizi.

Negli altri paesi oggetto dell’indagine, la situazione è decisamente diversa e chi riceve servizi reali e non soldi è la netta maggioranza: il 54% in Inghilterra, il 61% in Francia e, addirittura, il 69% in Germania.

I servizi reali costano sicuramente di più dei trasferimenti in denaro – spiega Elisabetta Notarnicola – Questo in prima battuta, perché comunque l’intensità e l’appropriatezza assistenziale, ottenuti erogando un servizio sono più alte e garantiscono una risposta al bisogno più efficace nel lungo periodo”.

Guardando sempre verso gli anziani non autosufficienti o bisognosi di assistenza, scopriamo che, di questa fascia che in Italia arriva a includere 2 milioni e 165 mila persone, ben il 95,1% riceve qualcosa dallo Stato. Una percentuale altissima, contro il 44% dell’Inghilterra, il 49,2% della Francia e il 65,5% della Germania.

Ma il voler dare un poco a quasi tutti, si traduce nel fatto che la spesa mensile pro-capite per gli anziani over 65 bisognosi di assistenza è in Italia di 1.033 euro, meno della metà rispetto ai 2.123 euro della Francia, ai 2.372 dell’Inghilterra e ai 2.528 della Germania.

“Qui sta proprio il cuore dei problemi del welfare italiano – conclude Notarnicola – un welfare che non sceglie, che preferisce dare poco a tanti e che non costruisce servizi. Il risultato è che così non si combattono le diseguaglianze, ma anzi si rischia che i più ricchi e istruiti siano anche quelli che poi riescono meglio a costruire e trovare soluzioni ai loro problemi. Negli altri paesi come vediamo, si ha il coraggio di scegliere chi si vuole aiutare e si è poi in grado di dare a questa persona un servizio a più alta intensità.

Dunque abbiamo un welfare che non costa più degli altri, ma che deve semmai imparare a spendere bene.

È evidente che per i prossimi anni ci sarà un tema di risorse sempre più scarse e dunque chi governa sarà chiamato a fare scelte difficili. Ma almeno questo nostro lavoro consegna alcuni elementi oggettivi da cui partire: complessivamente spendiamo meno degli altri e abbiamo una rete di servizi meno consistente.

Sapendo questo dobbiamo decidere come orientare le risorse, evitando che il non scegliere si trasformi in un fattore che paralizza il sistema”. E, aggiungiamo noi, non riduce certo le diseguaglianze.
http://www.consumatori.e-coop.it/index. ... e-e-bugie/

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Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
pancho
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Re: WELFARE.....E BUGIE.

Messaggio da pancho »

Qui l'economia sommersa pesa il doppio e la Germania ha 400 Province
pubblicato da: REDAZIONE


La ricerca del Cergas-Bocconi consegna poi diversi altri elementi di conoscenza che non sempre coincidono con i luoghi comuni del dibattito politico nostrano di questi mesi.

Il nostro Pil pro-capite è inferiore a quello degli altri paesi (26.000 euro contro i 27.800 dell’Inghilterra, i 30.600 della Francia e i 31.700 della Germania), ma abbiamo invece una economia sommersa e criminale che ha un peso doppio rispetto agli altri (21,6% in Italia, contro il 13,5% della Germania, l’11% della Francia e il 10,5% dell’Inghilterra).

Questo fattore unito al peso del debito, costituisce sicuramente un freno drammatico alla nostra crescita.


Anche sul piano dell’istruzione siamo messi peggio degli altri, nel senso che chi ha un diploma di scuola superiore o la laurea è da noi il 54,6%, contro il 68,9% della Francia, il 76,2% inglese e il 79,4 tedesco.

Se poi si guarda all’organizzazione dello Stato, si scopre che le nostre 110 Province (più che mai nel mirino in questi mesi), sono quantitativamente vicine alle 98 dell’Inghilterra e alle 101 della Francia, ma decisamente meno delle 402 della Germania.

E anche circa la dimensione dei Comuni, meglio di noi fa l’Inghilterra (popolazione media di un Comune è 13.900 abitanti), mentre peggio fanno Francia (1.815 abitanti per Comune) e la Germania (6.844) essendo noi a 7.488 abitanti di media.

Dunque più che mai, il tema sembra essere quello dell’efficienza dei soggetti amministrativi, più che quello della loro dimensione.
http://www.consumatori.e-coop.it/index. ... -ha-400-p/
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iospero
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Iscritto il: 24/02/2012, 18:16

Re: WELFARE.....E BUGIE.

Messaggio da iospero »

L' Ialia detiene due primati non invidiabili tra i paesi
dell’Europa continentale: quello della quota di transazioni che vengono regolate con
pagamenti in contanti(un indice di arretratezza finanziaria) e quello dell’incidenza
dell’economia sommersa sul PIL (349 miliardi di euro l’anno, pari al 24% del PIL,
mentre nella UE a 27 si raggiungono i 2.000 miliardi di euro, circa il 18% del PIL).
Quasi tutti gli studiosi sono concordi nel classificare transazioni illegali come il traffico di stupefacenti e la prostituzione fra le attività che danno origine all’economia sommersa.
C'è una componente collegata ad attività classificabili
come legali ma esercitate irregolarmente, per via della decisione di evasione fiscale
(tributaria e/o contributiva), e una componente “criminale”, ovvero imputabile a
transazioni che, almeno con riferimento al contesto istituzionale italiano, rientrano fra
le attività illegali.

E allora secondo te cosa bisognerebbe fare ?

Per me : 1) incominciare a legalizzare le droghe leggere e avere un certo controllo
2) legalizzare la prostituzione come fanno tanti altri paesi ( con controllo sanitario)
3) ridurre la circolazione del contante e soprattutto eliminare le banconote da 100 in su.
mariok

Re: WELFARE.....E BUGIE.

Messaggio da mariok »

Se poi si guarda all’organizzazione dello Stato, si scopre che le nostre 110 Province (più che mai nel mirino in questi mesi), sono quantitativamente vicine alle 98 dell’Inghilterra e alle 101 della Francia, ma decisamente meno delle 402 della Germania.
Per la verità c'è da dire che in Germania, più che di province come le intendiamo noi, sono circondari, cioè unioni di comuni che, per aggregazione dal basso, hanno deciso di consorziarsi per la gestione di alcuni servizi. Enti, quindi, molto più leggeri e meno costosi.

Un altro problema italiano, di cui non si parla, sono le regioni. Sono 20, per 60 milioni di abitanti, contro le 13 della Germania, con 83 milioni di abitanti. Cioè, in proporzione al numero di abitanti, in Italia ce ne sono circa il doppio rispetto alla Germania.
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