Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
Siamo senza via d'uscita... Il Governo non governa o al massimo continua nella macelleria sociale e nel favorire gli evasori, l'Europa ci spernacchia perché la mummia cinese è ancora lì e fa il bello e il cattivo tempo, la situazione economica peggiora di giorno in giorno, la tensione sociale sta lentamente salendo e prima o poi inizierà a esplodere...
Però non si può far cadere il Governo perché non si può rivotare subito e il PdR si arrabbia...
Forse l'unica seppur flebile speranza sarebbe far cadere lo stesso il Governo confidando che il PdR si dimetta quindi fare un altro PdR tipo Rodotà e poi un governo che mandi a stendere il Nano... ma questo il Partito dei Defunti e dei 101 traditori non lo farà mai...
Sono veramente deluso e avvilito...
Però non si può far cadere il Governo perché non si può rivotare subito e il PdR si arrabbia...
Forse l'unica seppur flebile speranza sarebbe far cadere lo stesso il Governo confidando che il PdR si dimetta quindi fare un altro PdR tipo Rodotà e poi un governo che mandi a stendere il Nano... ma questo il Partito dei Defunti e dei 101 traditori non lo farà mai...
Sono veramente deluso e avvilito...
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Re: Come se ne viene fuori ?
E' molto grande la distanza tra il mio progetto di un centrosinistra di governo capace di convincere gli italiani che vincere si può e l’attuale disastro.
Romano Prodi
Come inizia una guerra civile – 219
La cruna dell’ago – 185
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 185
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 165
Cronaca di un affondamento annunciato - 165
In mezzo alla tempesta - 102
Il buio oltre la siepe - 1
Siamo alle solite del governo degli annunci che tira a campare ben sapendo che non farà niente e cerca solo di prendere tempo,
perche "finche dura...fa verdura."
ovviamente per loro...
shiloh
**
Siamo senza via d'uscita... Il Governo non governa o al massimo continua nella macelleria sociale e nel favorire gli evasori, l'Europa ci spernacchia perché la mummia cinese è ancora lì e fa il bello e il cattivo tempo, la situazione economica peggiora di giorno in giorno, la tensione sociale sta lentamente salendo e prima o poi inizierà a esplodere...
Però non si può far cadere il Governo perché non si può rivotare subito e il PdR si arrabbia...
Forse l'unica seppur flebile speranza sarebbe far cadere lo stesso il Governo confidando che il PdR si dimetta quindi fare un altro PdR tipo Rodotà e poi un governo che mandi a stendere il Nano... ma questo il Partito dei Defunti e dei 101 traditori non lo farà mai...
Sono veramente deluso e avvilito...
Maucat
**
A fronte di un quadro politico come questo non possiamo non chiederci:
1) Cosa c’è dietro l’angolo
2) Quale disegno è stato previsto per questo Paese.
L’infartuata Italia è in sala operatoria da 18 mesi. Non sono mai stati praticati interventi idonei per salvarla, ma solo interventi tampone che hanno peggiorato il quadro clinico rispetto a quando è stata ricoverata al Pronto Soccorso.
Il chirurgo designato non è all’altezza di andare oltre gli interventi tampone del suo predecessore.
E’ strano che in queste condizioni il malato non sia ancora deceduto.
Un tempo, in situazioni simili dal punto di vista strettamente sanitario, c’era l’abitudine di affermare che la fibra era forte.
Sarà anche forte, ma il peggiorare del quadro clinico non lascia speranze.
In fondo è quanto è accaduto a Don Gallo.
********
ASPETTANDO CHE BERLUSCONI VADA KO E IL PD SI SPACCHI, LETTA E ALFANO HANNO DUE ANNI DI TEMPO PER RIFARE IL PSI E LA DC
4 MAG 11:40
ASPETTANDO CHE BERLUSCONI VADA KO E IL PD SI SPACCHI, LETTA E ALFANO HANNO DUE ANNI DI TEMPO PER RIFARE IL PSI E LA DC
Legge elettorale proporzionale, comitati di saggi, comitatoni: tutto per prendere tempo - Obiettivo? Aspettare che Berlusconi vada ko e il Pd si spacchi - Così si ricostituirebbe la Dc e Lettaenrico potrebbe coronare il suo sogno di restaurazione - Ma Renzi…
Da www.ilretroscena.it
Il dibattito sulle riforme istituzionali e sulle modifiche alla legge elettorale sta ormai entrando nel vivo. Ma a ben guardare, il vero obiettivo di Letta e Alfano su questo versante, sarebbe in realtà quello di fare del tema riforme la vera ‘arma' di difesa del governo, che trova proprio in questo percorso, oltrechè negli impegni economici già presi dal premier con l'Europa, la migliore argomentazione per preservare le propria esistenza.
Riforme e tempi lunghi.
I fili del percorso riformatore sono noti: da una parte si costruisce un iter parlamentare sotto la sorveglianza della "colomba" Quagliariello e dall'altra si cerca di trovare una norma transitoria che corregga l'attuale legge elettorale, con l'obiettivo di sterilizzare qualsiasi tentazione di ritorno al voto in tempi troppo stretti. La "correzione" non e' digerita da larga parte del Pd, nonostante le pressioni di Franceschini e Letta in senso contrario, proprio perché consegnerebbe, in caso di precipizio elettorale, un quadro politico senza un vincitore certo.
Infatti, con Grillo fuori da ogni scenario di alleanze possibili, nessuna coalizione nelle condizioni attuali potrebbe raggiungere il 40% ipotizzato come soglia e - anche con l'abolizione del premio di maggioranza- l'unico governo possibile sarebbe quello di larghe intese Pd-PdL: ovvero un governo che esiste già e senza alcun bisogno di nuove urne.
L'altra ‘clausola di salvaguardia' del governo Letta e' costituita proprio dalla complessità del percorso scelto per fare le altre riforme istituzionali, ovvero modificare - tra le altre cose - la forma di governo e il bicameralismo. E quindi l'istituzione del comitato dei quaranta, formato dai componenti delle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato, e poi la costituzione del gruppo di esperti con potere consultivo scelto dal Governo, e ancora l'iter parlamentare e poi la scelta del referendum alla fine del percorso. Passaggi macchinosi, che hanno bisogno di tempi distesi: quei famosi due anni su cui Letta ha traguardato la durata (e il successo) del suo governo.
L'asse contro il bipolarismo
Ma se è evidente che l'interesse di Letta e Franceschini sia la sopravvivenza dell'esecutivo e che il percorso riformatore, necessario, non debba essere troppo d'intralcio all'azione di governo, meno evidente e' che proprio dietro tali scelte di natura istituzionale, si possa nascondere anche un disegno politico di ben più ampio respiro. Nessuno infatti sa davvero se la norma transitoria che dovrà correggere il porcellum sarà quella descritta o un'altra. Ma è chiaro a tutti -viste le considerazioni del Quirinale e i rilievi della Consulta - che qualsiasi correzione della legge attuale verrà scelta, andrà nella direzione di rendere il sistema elettorale meno maggioritario, alla faccia del bipolarismo di cui tutti hanno disquisito per vent'anni.
Pd e Pdl al capolinea?
C'e' allora qualcuno che comincia a chiedersi se, dietro queste scelte, non ci sia solo una volontà temporeggiatrice. Ovvero, tenere in vita questo governo cercando magari di "pescare" delle scelte economiche che ne aumentino il consenso nel Paese, e vedere nel frattempo che succede nella fisiologia di PdL e Pd, partiti che sembrano a molti fra gli stessi esponenti, al capolinea. Non è un segreto infatti che siano in vertiginoso aumento quanti iniziano ad accarezzare, tra i corridoi di Camera e Senato, un grande disegno neocentrista che, come una araba fenice, risorgerebbe dai resti dei due partiti che si sono combattuti in questi anni.
Il Pd è alle prese con una crisi che il dopo voto -dalle nottate quirinalizie in poi- ha solo continuato ad aumentare, con una crisi di consensi senza precedenti. E così Epifani rischierebbe solo di fare il notaio che certifica la fine della ‘ditta'. Non e' un caso infatti che da giorni si parli apertamente di uno slittamento ulteriore del congresso. L'obiettivo non sarebbe solo quello di evitare fibrillazioni al governo, ma proprio il mantenimento dello stato comatoso in cui versa la creatura democratica, fino a portarla alle estreme conseguenze.
Nuovo grande centro.
A destra invece tutto ruota intorno a Berlusconi. Che magari in questi due anni di governo, o per le sue vicende giudiziarie o perché non più in grado di offrire al centrodestra una premiership credibile e a pieno servizio, anche per raggiunti limiti di età, potrebbe decidere di uscire di scena. E se cosi' fosse, nel PdL ci sarebbe una rivoluzione di cui nessuno conosce gli esiti. A questo punto l'idea di una aggregazione neocentrista che metterebbe insieme pezzi del PdL, cio' che resta di Scelta civica e pezzi della decomposizione del Pd, potrebbe diventare davvero concreta, togliendo le castagne dal fuoco anche a quanti -tra gli azzurri- paventano la disgregazione del partito, nell'era post Cavaliere.
E se anche c'e' qualcuno che spergiura che Enrico Letta consideri la sua esperienza di leader politico nazionale finita con il termine del suo governo, perché interessato solo a proiettarsi sullo scenario europeo, nessuno si sente di escludere che a quel punto la leadership della nuova forza politica di centro, che federerebbe tutti i moderati, sarebbe già pronta. Basterebbe infatti apporre la foto della frontline del governo attuale per vederla concretizzarsi. Letta, Franceschini, Alfano, Lupi e altri che da una certa storia vengono e che potrebbero, a quella storia, ridare vita.
Incognita Renzi.
Fantapolitica? Nessuno lo sa, soprattutto perchè all'appello manca un nome. Quello di Matteo Renzi. La provenienza politica è la stessa. Ma non e' detto che l'approdo debba essere il medesimo. Anzi, visto il convinto credo bipolare del sindaco di Firenze, Renzi potrebbe essere di fatto l'ultimo baluardo per chi crede ancora nel valore dell'alternanza, mettendosi esattamente di traverso al sogno di una nuova Dc.
E forse, il migliore alleato del cattolico Renzi, potrebbe diventare molto presto la sinistra del Pd che investirebbe nella sua leadership proprio per salvare il sistema bipolare e le proprie chance di forza di governo. In Transatlantico si trova già qualche giovane turco che non nega affatto questa possibilità.
Romano Prodi
Come inizia una guerra civile – 219
La cruna dell’ago – 185
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La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 165
Cronaca di un affondamento annunciato - 165
In mezzo alla tempesta - 102
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Siamo alle solite del governo degli annunci che tira a campare ben sapendo che non farà niente e cerca solo di prendere tempo,
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Siamo senza via d'uscita... Il Governo non governa o al massimo continua nella macelleria sociale e nel favorire gli evasori, l'Europa ci spernacchia perché la mummia cinese è ancora lì e fa il bello e il cattivo tempo, la situazione economica peggiora di giorno in giorno, la tensione sociale sta lentamente salendo e prima o poi inizierà a esplodere...
Però non si può far cadere il Governo perché non si può rivotare subito e il PdR si arrabbia...
Forse l'unica seppur flebile speranza sarebbe far cadere lo stesso il Governo confidando che il PdR si dimetta quindi fare un altro PdR tipo Rodotà e poi un governo che mandi a stendere il Nano... ma questo il Partito dei Defunti e dei 101 traditori non lo farà mai...
Sono veramente deluso e avvilito...
Maucat
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A fronte di un quadro politico come questo non possiamo non chiederci:
1) Cosa c’è dietro l’angolo
2) Quale disegno è stato previsto per questo Paese.
L’infartuata Italia è in sala operatoria da 18 mesi. Non sono mai stati praticati interventi idonei per salvarla, ma solo interventi tampone che hanno peggiorato il quadro clinico rispetto a quando è stata ricoverata al Pronto Soccorso.
Il chirurgo designato non è all’altezza di andare oltre gli interventi tampone del suo predecessore.
E’ strano che in queste condizioni il malato non sia ancora deceduto.
Un tempo, in situazioni simili dal punto di vista strettamente sanitario, c’era l’abitudine di affermare che la fibra era forte.
Sarà anche forte, ma il peggiorare del quadro clinico non lascia speranze.
In fondo è quanto è accaduto a Don Gallo.
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ASPETTANDO CHE BERLUSCONI VADA KO E IL PD SI SPACCHI, LETTA E ALFANO HANNO DUE ANNI DI TEMPO PER RIFARE IL PSI E LA DC
4 MAG 11:40
ASPETTANDO CHE BERLUSCONI VADA KO E IL PD SI SPACCHI, LETTA E ALFANO HANNO DUE ANNI DI TEMPO PER RIFARE IL PSI E LA DC
Legge elettorale proporzionale, comitati di saggi, comitatoni: tutto per prendere tempo - Obiettivo? Aspettare che Berlusconi vada ko e il Pd si spacchi - Così si ricostituirebbe la Dc e Lettaenrico potrebbe coronare il suo sogno di restaurazione - Ma Renzi…
Da www.ilretroscena.it
Il dibattito sulle riforme istituzionali e sulle modifiche alla legge elettorale sta ormai entrando nel vivo. Ma a ben guardare, il vero obiettivo di Letta e Alfano su questo versante, sarebbe in realtà quello di fare del tema riforme la vera ‘arma' di difesa del governo, che trova proprio in questo percorso, oltrechè negli impegni economici già presi dal premier con l'Europa, la migliore argomentazione per preservare le propria esistenza.
Riforme e tempi lunghi.
I fili del percorso riformatore sono noti: da una parte si costruisce un iter parlamentare sotto la sorveglianza della "colomba" Quagliariello e dall'altra si cerca di trovare una norma transitoria che corregga l'attuale legge elettorale, con l'obiettivo di sterilizzare qualsiasi tentazione di ritorno al voto in tempi troppo stretti. La "correzione" non e' digerita da larga parte del Pd, nonostante le pressioni di Franceschini e Letta in senso contrario, proprio perché consegnerebbe, in caso di precipizio elettorale, un quadro politico senza un vincitore certo.
Infatti, con Grillo fuori da ogni scenario di alleanze possibili, nessuna coalizione nelle condizioni attuali potrebbe raggiungere il 40% ipotizzato come soglia e - anche con l'abolizione del premio di maggioranza- l'unico governo possibile sarebbe quello di larghe intese Pd-PdL: ovvero un governo che esiste già e senza alcun bisogno di nuove urne.
L'altra ‘clausola di salvaguardia' del governo Letta e' costituita proprio dalla complessità del percorso scelto per fare le altre riforme istituzionali, ovvero modificare - tra le altre cose - la forma di governo e il bicameralismo. E quindi l'istituzione del comitato dei quaranta, formato dai componenti delle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato, e poi la costituzione del gruppo di esperti con potere consultivo scelto dal Governo, e ancora l'iter parlamentare e poi la scelta del referendum alla fine del percorso. Passaggi macchinosi, che hanno bisogno di tempi distesi: quei famosi due anni su cui Letta ha traguardato la durata (e il successo) del suo governo.
L'asse contro il bipolarismo
Ma se è evidente che l'interesse di Letta e Franceschini sia la sopravvivenza dell'esecutivo e che il percorso riformatore, necessario, non debba essere troppo d'intralcio all'azione di governo, meno evidente e' che proprio dietro tali scelte di natura istituzionale, si possa nascondere anche un disegno politico di ben più ampio respiro. Nessuno infatti sa davvero se la norma transitoria che dovrà correggere il porcellum sarà quella descritta o un'altra. Ma è chiaro a tutti -viste le considerazioni del Quirinale e i rilievi della Consulta - che qualsiasi correzione della legge attuale verrà scelta, andrà nella direzione di rendere il sistema elettorale meno maggioritario, alla faccia del bipolarismo di cui tutti hanno disquisito per vent'anni.
Pd e Pdl al capolinea?
C'e' allora qualcuno che comincia a chiedersi se, dietro queste scelte, non ci sia solo una volontà temporeggiatrice. Ovvero, tenere in vita questo governo cercando magari di "pescare" delle scelte economiche che ne aumentino il consenso nel Paese, e vedere nel frattempo che succede nella fisiologia di PdL e Pd, partiti che sembrano a molti fra gli stessi esponenti, al capolinea. Non è un segreto infatti che siano in vertiginoso aumento quanti iniziano ad accarezzare, tra i corridoi di Camera e Senato, un grande disegno neocentrista che, come una araba fenice, risorgerebbe dai resti dei due partiti che si sono combattuti in questi anni.
Il Pd è alle prese con una crisi che il dopo voto -dalle nottate quirinalizie in poi- ha solo continuato ad aumentare, con una crisi di consensi senza precedenti. E così Epifani rischierebbe solo di fare il notaio che certifica la fine della ‘ditta'. Non e' un caso infatti che da giorni si parli apertamente di uno slittamento ulteriore del congresso. L'obiettivo non sarebbe solo quello di evitare fibrillazioni al governo, ma proprio il mantenimento dello stato comatoso in cui versa la creatura democratica, fino a portarla alle estreme conseguenze.
Nuovo grande centro.
A destra invece tutto ruota intorno a Berlusconi. Che magari in questi due anni di governo, o per le sue vicende giudiziarie o perché non più in grado di offrire al centrodestra una premiership credibile e a pieno servizio, anche per raggiunti limiti di età, potrebbe decidere di uscire di scena. E se cosi' fosse, nel PdL ci sarebbe una rivoluzione di cui nessuno conosce gli esiti. A questo punto l'idea di una aggregazione neocentrista che metterebbe insieme pezzi del PdL, cio' che resta di Scelta civica e pezzi della decomposizione del Pd, potrebbe diventare davvero concreta, togliendo le castagne dal fuoco anche a quanti -tra gli azzurri- paventano la disgregazione del partito, nell'era post Cavaliere.
E se anche c'e' qualcuno che spergiura che Enrico Letta consideri la sua esperienza di leader politico nazionale finita con il termine del suo governo, perché interessato solo a proiettarsi sullo scenario europeo, nessuno si sente di escludere che a quel punto la leadership della nuova forza politica di centro, che federerebbe tutti i moderati, sarebbe già pronta. Basterebbe infatti apporre la foto della frontline del governo attuale per vederla concretizzarsi. Letta, Franceschini, Alfano, Lupi e altri che da una certa storia vengono e che potrebbero, a quella storia, ridare vita.
Incognita Renzi.
Fantapolitica? Nessuno lo sa, soprattutto perchè all'appello manca un nome. Quello di Matteo Renzi. La provenienza politica è la stessa. Ma non e' detto che l'approdo debba essere il medesimo. Anzi, visto il convinto credo bipolare del sindaco di Firenze, Renzi potrebbe essere di fatto l'ultimo baluardo per chi crede ancora nel valore dell'alternanza, mettendosi esattamente di traverso al sogno di una nuova Dc.
E forse, il migliore alleato del cattolico Renzi, potrebbe diventare molto presto la sinistra del Pd che investirebbe nella sua leadership proprio per salvare il sistema bipolare e le proprie chance di forza di governo. In Transatlantico si trova già qualche giovane turco che non nega affatto questa possibilità.
Ultima modifica di camillobenso il 24/05/2013, 14:10, modificato 2 volte in totale.
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Re: Come se ne viene fuori ?
.....................................paolo11 ha scritto:Fuga dall'Italia: troppe tasse, anche Fiat Industrial se ne va. Londra ringrazia
Di Alessandro Proietti | 22.05.2013 10:24 CEST
C'è chi la chiama 'internazionalizzazione', chi la definisce 'delocalizzazione' e chi -con fare volutamente polemico- parla di vera e propria 'fuga'. Stiamo parlando della Fiat Industrial e del suo futuro, ormai, prossimo in terra straniera. La controllata del Lingotto, che copre il segmento dei mezzi pesanti, ora come ora figura nel registro delle imprese di Torino ed ha la sede in Via Nizza, civico 250. Nei prossimi, brevi, tempi la controllata Fiat sparirà letteralmente dal registro torinese e trasferirà il tutto ad Amsterdam. Ma non finisce qui: la fusione di Fiat Ind. con la controllata Cnh, alla base del trasferimento in terra olandese, è solo il primo passo.
Fiat Industrial, infatti, ha presentato le carte alla Sec, (l'equivalente americana della Consob), per quotarsi a Wall Street. Il prospetto informativo presentato relega la quotazione di Piazza Affari ad un ruolo marginale, un residuo del passato. Emerge, poi, che la newco (che si chiamerà Fi Cbm Holdings Nv dopo la fusione) sarà strutturata così che "venga considerata residente nel Regno Unito sulla base del trattato fiscale [tra Roma e Londra]". Quindi, ricapitolando: quotazione principale a Wall Street, sede legale ad Amsterdam e residenza fiscale nel Regno Unito. Il giro, tradotto concretamente, è una vera e propria fuga dall'Italia.
Cosa rende così attraente Londra? Presto detto: attualmente, nella configurazione italiana di Fiat Industrial, il tax rate raggiunge quota 36% con il 31,4% di corporate tax sul reddito societario (536 milioni di euro versati al netto dei 28 di Irap). Sbirciando lo stesso dato in tutta Europa, il quadro che ne emerge è disarmante: comanda questa speciale classifica la Francia al 33,3% seguita subito dall'Italia (31,4%), dalla Spagna (30%) e dalla Germania (29,5%). Ed il Regno Unito? Anni luce distante, la percentuale inglese si ferma al 23%, un abisso. Un gap destinato a crescere, poi, visto che quel 23% è destinato a scendere al 21% nel 2014 e al 20% dal 2015. Tra imposte sul lavoro, tasse sui redditi ed 'altre tasse', la percentuale italiana arriva al 68,3%, la francese al 65,6%, la spagnola al 38,7% e la tedesca al 46,7% (con le imposte sul lavoro quasi dimezzate rispetto l'Italia). Anche qui, per Londra, è un'altra storia: 35,5% il totale segnato.
L'Italia, insomma, non solo non è più attraente per 'chi viene da fuori': l'attuale configurazione -tanto politica quanto economica- sta letteralmente facendo fuggire chi può permetterselo (riducendo al lastrico chi, invece, resta in patria).
Sergio Marchionne
http://it.ibtimes.com/articles/49153/20 ... eta-eu.htm
Ciao
Paolo11
Mi domando come si possono creare posti
ti di lavoro con i costi che ci sono in Italia e di tasse.La Fiat parte.
Qui in veneto si fanno accordi con la Croazia.Che di certo la manodopera e le tasse sono minori.
Per creare posti di lavoro bisogna ridurre IRPEF sia alle aziende che ai lavoratori.Oppure questa nazione muore.
Ciao
Paolo11
Ultima modifica di paolo11 il 23/05/2013, 20:40, modificato 2 volte in totale.
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Re: Come se ne viene fuori ?
E' molto grande la distanza tra il mio progetto di un centrosinistra di governo capace di convincere gli italiani che vincere si può e l’attuale disastro.
Romano Prodi
Come inizia una guerra civile – 220
La cruna dell’ago – 186
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 186
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 166
Cronaca di un affondamento annunciato - 166
In mezzo alla tempesta - 103
In guerra, tutti contro tutti,……..è già iniziata??? - 2
1) 20 maggio 2013 e precedenti
2) 23 maggio 2013
1) 20 maggio 2013 e precedenti
1-1) Il Pd presenta una legge anti 5 stelle
Grillo: "Se passa noi ritireremo le liste"
Il testo di Zanda e Finocchiaro prevede lo stop a movimenti senza uno statuto pubblicato in Gazzetta
Ufficiale. La replica: "Avranno la responsabilità delle conseguenze. Non diventeremo mai un partito"
1-2) Gabanelli: "M5S, chi guadagna dal blog?"
I militanti la attaccano: "Traditrice"
Controreplica: "Ho detto cose non vere?"
La conduttrice rientra in studio dal servizio sulla rendicontazione dei finanziamenti 5 stelle: "L’house organ del movimento di fatto è il blog. I proventi vanno anche al movimento oppure no?" (video). Dure le repliche sul web verso la vincitrice delle "quirinarie": "La linea non la decide certo lei" (leggi)
1-3) Renzi "Imu? Cambiale a Berlusconi"
Epifani: "Non è regalo a nessuno"
Il sindaco di Firenze: "La sinistra esca dall'idea che le tasse siano l'unico motore dello sviluppo". E sulla polemica per la pubblicazione del suo nuovo libro con Mondadori, casa editrice del Cavaliere: "Io ci ho fatto un libro, loro ci hanno fatto il governo, non so chi è messo peggio"
1-4) FattoTv, P(sico)D(ramma) Fioroni
vs #OccupyPd. Riguarda lo speciale
L'ex ministro si è confrontato con due degli attivisti che questo weekend si sono riuniti a Prato per chiedere una svolta alla dirigenza democratica: “Non vedo l'ora che arrivi il congresso, in modo che anche Occupy faccia la sua proposta e possa contarsi”
1-5) Pd, Epifani: “Sel? E’ sinistra che scappa”. Vendola: “Fuggo da incoerenti”
Scontro nel centrosinistra con gli ex alleati e con la Fiom: "La piazza non risolve i problemi". Poi il segretario Pd si scaglia contro Beppe Grillo che ieri aveva invitato gli elettori ad abbandonare il partito: "Strappare le tessere? Non è democrazia"
1-6) Pd, Renzi: “M5S? Ridicolo discutano di scontrini invece che cambiare le cose”
1-7) Aggressione con piccone, post su Fb
Politico Pdl contro Pisapia e Lorenzano
Il fotomontaggio con le immagini affiancate del sindaco di Milano e del primo cittadino di San Giuliano Milanese ha già fatto il giro del web e indignato il capogruppo Pd, Lamberto Bertolè che ha denunciato l'inziativa di un coordinatore cittadino del Popolo della Libertà nell’aula del Consiglio comunale
1-8) Polizia, il sondaggio del sindacato
"No Tav? E' terrorismo, serve esercito"
Al quesito dell'Ugl hanno votato soltanto 51 persone. La stragrande maggioranza chiede l'intervento delle forze armate per fermare le proteste, mentre la seconda risposta più scelta sostiene che le manifestazioni sono "giustificate perché la gente difende la propria terra"
1-9) Tribunale di Roma, il sito sotto attacco
di Anonymous. "Siamo ancora vivi"
Gli hacker hanno rivendicato l'azione. Una risposta all'operazione Tango Down, che ha portato all'arresto di quattro persone e a perquisizioni in tutta Italia. "Qui è dove li bloccheremo - hanno scritto - Continueremo a seguire i nostri ideali"
1-10) Fondi Lazio, per "Batman" Fiorito
chiesti 5 anni. Restituirà un milione
Oltre all'ex capogruppo Pdl, accusato di peculato, imputati nel processo ci sono i suoi ex collaboratori che hanno chiesto di poter patteggiare la pena
1-11) 'Ndrangheta e impresa a Milano
"Sistema sofisticato e molto pericoloso"
Il procuratore aggiunto Laura Barbaini, durante la requisitoria per l'appello bis del processo Cerbersu, definisce i clna Buccinasco molto temibili perché "mimetizzandosi intaccano il tessuto dell'economia legale"
di Davide Milosa
1-12) Grillo vs De Benedetti: “Colpa sua
se Olivetti ha chiuso i battenti”
Da Ivrea, tappa del ‘Tutti a casa tour’, il blogger lancia la sua invettiva contro l'editore di Repubblica: “Qui c’erano 70mila dipendenti, poi è arrivato lui e adesso ne sono rimasti solo 250. La recessione della città è merito suo”
di Cosimo Caridi
1-13) Partiti politici con bilanci taroccati?
Ecco il "codicillo" che potrebbe salvarli
La riforma del finanziamento pubblico approvata nel 2012 rischia di depenalizzare le irregolarità. Il procuratore aggiunto di Milano Robledo lancia l'allarme: "Dubbi sull'intepretazione di un articolo"
di Marco Lillo
1-14) "Lobby delle slot pagano parlamentari?
Chi sa qualcosa deve denunciare"
Il presidente del Senato interviene dopo l'inchiesta delle Iene (guarda il video) che parla di deputati e senatori pagati dalle multinazionali: "Se provato sarebbe gravissimo. Bisogna disciplinare l’attività lobbistica che al momento, seppur sempre presente, si muove in maniera nascosta"
1-15) Edicole in crisi: "Soltanto un matrimonio
virtuoso con il web le potrà salvare"
Secondo Pier Luca Santoro, autore di "L'edicola del futuro, il futuro delle edicole - Ovvero che fine farà la carta stampata", internet non è nemico della carta, anzi: "il loro futuro è sempre più inscindibile"
di Marco Quarantelli
1-16) Grillo: "M5S non è destra o sinistra"
E per spiegarsi tira in ballo Idem e Papa
“Portare una canoista al governo, un po’ tedesca, è da scemi più che di sinistra…Anche il Papa ultimamente è diventato qualunquista e un po’ populista”. Sono due passaggi contenuti nella “parafrasi” della canzone destra-sinistra, che ha scatenato polemiche da Pdl e Pd
1-17) M5S, appello di Grillo ai delusi Pd: “Abbiamo le stesse idee, venite con noi”
^^^^^^^^^^
2) 23 maggio 2013
L a Stampa
2 -1 ) Legge elettorale, Pd e Pdl divisi
Accordo sui tempi: entro luglio si cambia. Ma è scontro sul Porcellum: Berlusconi chiede solo piccoli cambiamenti.
2 – 2) SE LA RIFORMA PUO’ BLINDARE IL GOVERNO
Luigi La Spina
2 -3) INTERVISTA A PRODI
“L’austerity fa male anche ai tedeschi”
L’ex il rigore è dannoso senza crescita
2- 4) IL RAPPORTO ISTAT
Crisi, dal riscaldamento alle ferie
Le rinunce di un italiano su quattro
Quindici milioni in <<deprivazione>> economica
Bankitalia: meno soldi e chi può li tiene sul conto
2 – 5) Gelmini: “Non si torni
al Mattarellum
Prima le riforme (così non si fa mai nulla - ndt)
“Ma la priorità è l’intervento sull’economia. (Pubblicità Progresso a cura della Spectre – ndt)
2 – 6) Finocchiaro: “Si rischia
di finire nella palude
Meglio il maggioritario”
“Il semipresidenzialismo? Servono garanzie”
2 – 7) Alfano avverte i capigruppo
“Così non possiamo reggere”
Lo sfogo del vicepremier: “insostenibili queste fibrillazioni”
Romano Prodi
Come inizia una guerra civile – 220
La cruna dell’ago – 186
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 186
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 166
Cronaca di un affondamento annunciato - 166
In mezzo alla tempesta - 103
In guerra, tutti contro tutti,……..è già iniziata??? - 2
1) 20 maggio 2013 e precedenti
2) 23 maggio 2013
1) 20 maggio 2013 e precedenti
1-1) Il Pd presenta una legge anti 5 stelle
Grillo: "Se passa noi ritireremo le liste"
Il testo di Zanda e Finocchiaro prevede lo stop a movimenti senza uno statuto pubblicato in Gazzetta
Ufficiale. La replica: "Avranno la responsabilità delle conseguenze. Non diventeremo mai un partito"
1-2) Gabanelli: "M5S, chi guadagna dal blog?"
I militanti la attaccano: "Traditrice"
Controreplica: "Ho detto cose non vere?"
La conduttrice rientra in studio dal servizio sulla rendicontazione dei finanziamenti 5 stelle: "L’house organ del movimento di fatto è il blog. I proventi vanno anche al movimento oppure no?" (video). Dure le repliche sul web verso la vincitrice delle "quirinarie": "La linea non la decide certo lei" (leggi)
1-3) Renzi "Imu? Cambiale a Berlusconi"
Epifani: "Non è regalo a nessuno"
Il sindaco di Firenze: "La sinistra esca dall'idea che le tasse siano l'unico motore dello sviluppo". E sulla polemica per la pubblicazione del suo nuovo libro con Mondadori, casa editrice del Cavaliere: "Io ci ho fatto un libro, loro ci hanno fatto il governo, non so chi è messo peggio"
1-4) FattoTv, P(sico)D(ramma) Fioroni
vs #OccupyPd. Riguarda lo speciale
L'ex ministro si è confrontato con due degli attivisti che questo weekend si sono riuniti a Prato per chiedere una svolta alla dirigenza democratica: “Non vedo l'ora che arrivi il congresso, in modo che anche Occupy faccia la sua proposta e possa contarsi”
1-5) Pd, Epifani: “Sel? E’ sinistra che scappa”. Vendola: “Fuggo da incoerenti”
Scontro nel centrosinistra con gli ex alleati e con la Fiom: "La piazza non risolve i problemi". Poi il segretario Pd si scaglia contro Beppe Grillo che ieri aveva invitato gli elettori ad abbandonare il partito: "Strappare le tessere? Non è democrazia"
1-6) Pd, Renzi: “M5S? Ridicolo discutano di scontrini invece che cambiare le cose”
1-7) Aggressione con piccone, post su Fb
Politico Pdl contro Pisapia e Lorenzano
Il fotomontaggio con le immagini affiancate del sindaco di Milano e del primo cittadino di San Giuliano Milanese ha già fatto il giro del web e indignato il capogruppo Pd, Lamberto Bertolè che ha denunciato l'inziativa di un coordinatore cittadino del Popolo della Libertà nell’aula del Consiglio comunale
1-8) Polizia, il sondaggio del sindacato
"No Tav? E' terrorismo, serve esercito"
Al quesito dell'Ugl hanno votato soltanto 51 persone. La stragrande maggioranza chiede l'intervento delle forze armate per fermare le proteste, mentre la seconda risposta più scelta sostiene che le manifestazioni sono "giustificate perché la gente difende la propria terra"
1-9) Tribunale di Roma, il sito sotto attacco
di Anonymous. "Siamo ancora vivi"
Gli hacker hanno rivendicato l'azione. Una risposta all'operazione Tango Down, che ha portato all'arresto di quattro persone e a perquisizioni in tutta Italia. "Qui è dove li bloccheremo - hanno scritto - Continueremo a seguire i nostri ideali"
1-10) Fondi Lazio, per "Batman" Fiorito
chiesti 5 anni. Restituirà un milione
Oltre all'ex capogruppo Pdl, accusato di peculato, imputati nel processo ci sono i suoi ex collaboratori che hanno chiesto di poter patteggiare la pena
1-11) 'Ndrangheta e impresa a Milano
"Sistema sofisticato e molto pericoloso"
Il procuratore aggiunto Laura Barbaini, durante la requisitoria per l'appello bis del processo Cerbersu, definisce i clna Buccinasco molto temibili perché "mimetizzandosi intaccano il tessuto dell'economia legale"
di Davide Milosa
1-12) Grillo vs De Benedetti: “Colpa sua
se Olivetti ha chiuso i battenti”
Da Ivrea, tappa del ‘Tutti a casa tour’, il blogger lancia la sua invettiva contro l'editore di Repubblica: “Qui c’erano 70mila dipendenti, poi è arrivato lui e adesso ne sono rimasti solo 250. La recessione della città è merito suo”
di Cosimo Caridi
1-13) Partiti politici con bilanci taroccati?
Ecco il "codicillo" che potrebbe salvarli
La riforma del finanziamento pubblico approvata nel 2012 rischia di depenalizzare le irregolarità. Il procuratore aggiunto di Milano Robledo lancia l'allarme: "Dubbi sull'intepretazione di un articolo"
di Marco Lillo
1-14) "Lobby delle slot pagano parlamentari?
Chi sa qualcosa deve denunciare"
Il presidente del Senato interviene dopo l'inchiesta delle Iene (guarda il video) che parla di deputati e senatori pagati dalle multinazionali: "Se provato sarebbe gravissimo. Bisogna disciplinare l’attività lobbistica che al momento, seppur sempre presente, si muove in maniera nascosta"
1-15) Edicole in crisi: "Soltanto un matrimonio
virtuoso con il web le potrà salvare"
Secondo Pier Luca Santoro, autore di "L'edicola del futuro, il futuro delle edicole - Ovvero che fine farà la carta stampata", internet non è nemico della carta, anzi: "il loro futuro è sempre più inscindibile"
di Marco Quarantelli
1-16) Grillo: "M5S non è destra o sinistra"
E per spiegarsi tira in ballo Idem e Papa
“Portare una canoista al governo, un po’ tedesca, è da scemi più che di sinistra…Anche il Papa ultimamente è diventato qualunquista e un po’ populista”. Sono due passaggi contenuti nella “parafrasi” della canzone destra-sinistra, che ha scatenato polemiche da Pdl e Pd
1-17) M5S, appello di Grillo ai delusi Pd: “Abbiamo le stesse idee, venite con noi”
^^^^^^^^^^
2) 23 maggio 2013
L a Stampa
2 -1 ) Legge elettorale, Pd e Pdl divisi
Accordo sui tempi: entro luglio si cambia. Ma è scontro sul Porcellum: Berlusconi chiede solo piccoli cambiamenti.
2 – 2) SE LA RIFORMA PUO’ BLINDARE IL GOVERNO
Luigi La Spina
2 -3) INTERVISTA A PRODI
“L’austerity fa male anche ai tedeschi”
L’ex il rigore è dannoso senza crescita
2- 4) IL RAPPORTO ISTAT
Crisi, dal riscaldamento alle ferie
Le rinunce di un italiano su quattro
Quindici milioni in <<deprivazione>> economica
Bankitalia: meno soldi e chi può li tiene sul conto
2 – 5) Gelmini: “Non si torni
al Mattarellum
Prima le riforme (così non si fa mai nulla - ndt)
“Ma la priorità è l’intervento sull’economia. (Pubblicità Progresso a cura della Spectre – ndt)
2 – 6) Finocchiaro: “Si rischia
di finire nella palude
Meglio il maggioritario”
“Il semipresidenzialismo? Servono garanzie”
2 – 7) Alfano avverte i capigruppo
“Così non possiamo reggere”
Lo sfogo del vicepremier: “insostenibili queste fibrillazioni”
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Re: Come se ne viene fuori ?
.......................shiloh ha scritto:Dopo il viaggio di letta a Bruxelles :
1) le azioni della UE per le politiche sul lavoro sopratutto giovanile saranno prese nel 2014… E letta ha chiesto di anticiparle.
(gli risponderanno con una pernacchia…)
2) i dodici miliardi che già avevano in tasca Giovannini e Letta che la UE ci avrebbe dato perche diventati bravi,
sono adesso diventati 6 miliardi da dividere con gli altri paesi della UE…
3) si comprano lo stesso gli F35…
4) Letta aveva detto che si sarebbe deciso per i giovani entro giugno , adesso e’ diventato luglio..
5) il porcellum entro luglio pero’ con ritocchi minimi senno s’incazza la mummia cinese.
6) l IMU a settembre e forse bisognerà pagarla a dicembre perché’ esentano i redditi fino a 15.000 in sostanza la fanno Franca gli evasori.
7) le pensioni nel 2014…e comunque sarà l'ennesima fregatura messa sotto forma di revisione ma in realtà per continuare a far cassa sulla pelle dei lavoratori.
Siamo alle solite del governo degli annunci che tira a campare ben sapendo che non farà niente e cerca solo di prendere tempo,
perche "finche dura...fa verdura."
ovviamente per loro...
Caro shiloh.degli F35 non ne parlano più.Dicono solo:che se anche si tagliano gli stipendi ecc.....non basta.Questo lo sappiamo.
Ma non possiamo spendere più della Germania riguardo spese militari essendo una nazione di 60.milioni di abitanti e la Germania 81 milioni e qualcosa.
Basta soldi alle scuole private, basta soldi per contributo ai giornali.
E invece andiamo avanti con il solito andazzo.Grillo si sputtanava se andava al goveno con il PD.Toglievano gli F35 oppure la sovvenzione ai giornali?
Ciao
Paolo11
Ultima modifica di paolo11 il 23/05/2013, 20:41, modificato 1 volta in totale.
Re: Come se ne viene fuori ?
questa è quella che mi ha colpito di più nelle news.shiloh ha scritto: 4) Letta aveva detto che si sarebbe deciso per i giovani entro giugno , adesso e’ diventato luglio..
alla faccia della consapevolezza dell'emergenza.
ma forse è una tecnica: li fanno diventare vecchi e il problema è risolto.
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Re: Come se ne viene fuori ?
E' molto grande la distanza tra il mio progetto di un centrosinistra di governo capace di convincere gli italiani che vincere si può e l’attuale disastro.
Romano Prodi
Come inizia una guerra civile – 221
La cruna dell’ago – 187
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 187
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 167
Cronaca di un affondamento annunciato - 167
In mezzo alla tempesta - 104
Alta tensione - 3
=========================================================
Ma siamo sicuri che tutto possa passare sottosilenzio, dopo che il presidente del Senato nei giorni scorsi ha chiesto : "Fuori i nomi!!!!!!!!!!!!!!!!!"
=========================================================
M5S Senato: Gioco d’azzardo e partiti.
23/05/2013 di triskel182
Filmato diretta Senato
https://triskel182.wordpress.com/
“Ha destato scalpore la denuncia a Le Iene di un dipendente del Senato sull’azione di lobby in questo Parlamento. Non è difficile vedere il filo rosso che, in maniera legale, ma deleteria per il Paese, unisce politica e gioco d’azzardo. L’11 febbraio 2013, al Senato, Matteo Iori presidente del CONAGGA, che lotta contro questa patologia, ne denuciava gli intrecci. Lo stesso Iori il 7 maggio commentava in Rete: “Ben sette ministri (compreso il primo ministro (Enrico Letta, ndr) fanno parte di una fondazione che si chiama VeDrò finanziata anche da due multinazionali, Lottomatica e Sisal, Letta ricevette 15 mila euro di contributo da Porsia, titolare della Hbg, una delle più grandi aziende del gioco d’azzardo. Il nuovo Ministro Bray è anche direttore della rivista Italianieuropei, già sostenuta da importanti contratti pubblicitari con le industrie del gioco d’azzardo. Nel nuovo governo a chi andrà la delega ai giochi d’azzardo? Sarà forse casualmente scelto il nuovo sottosegretario Alberto Giorgetti? Giorgetti non sarebbe nuovo alla delega ai giochi, la tenne per anni sotto il governo Berlusconi, con grande piacere dell’industria del gioco.” conclude Iori. Dal dossier del Conagga e inchieste giornalistiche si apprende che Snai ha finanziato regolarmente: Gianni Alemanno, Margherita, UDC, DS, MPA e Gianni Cupèrlo Pd. Compaiono ex politici e loro parenti entrati nel business. Cito rapidamente: Augusto Fantozzi, presidente SISAL, Vincenzo Scotti, che lanciò “Formula Bingo” insieme a Luciano Consoli, uomo di fiducia di D’Alema. Francesco Tolotti – dell’Ulivo – che con Nannicini, Vannucci, Salerno e Gioacchino Alfano, nel 2007 riuscì a far modificare il Testo Unico che regola le slot machine. Ricordiamo l’onorevole Laboccetta. E poi Massimo Ponzellini e Antonio Cannalire, proprietario della Jackpot Game che a Milano gestiva sale da gioco d’azzardo insieme alla Finanziaria Cinema, di proprietà di Marco Jacopo Dell’Utri, figlio di Marcello Dell’Utri. Si ricorda, il governo Berlusconi che liberalizzò i giochi d’azzardo on-line. Casualmente, ma solo casualmente, qualche giorno prima la Mondadori acquisì il controllo del 70% di Glaming, che opera nel gioco d’azzardo on-line. Non possiamo omettere Pellegrino Mastella, figlio di Clemente Mastella, che attraverso SGAI e Betting 2000 dei fratelli Renato e Massimo Grasso avviò altre aziende di gioco, fra queste King Slot e Wozzup, poi indagate per gravissimi reati. Distinti colleghi, sono certo che la stragrande maggioranza di voi non ha alcun legame di lobby e condivide l’urgenza di una stretta normativa contro slot machines e giochi online che lucrano su gravissimi danni per cittadini, famiglie, e per i loro figli. Il Movimento 5 Stelle attende dal Governo, nei fatti, la coerenza di cui oggi è politicamente legittimo dubitare”.
Di Giovanni Endrizzi, M5S Senato.
Romano Prodi
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23/05/2013 di triskel182
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“Ha destato scalpore la denuncia a Le Iene di un dipendente del Senato sull’azione di lobby in questo Parlamento. Non è difficile vedere il filo rosso che, in maniera legale, ma deleteria per il Paese, unisce politica e gioco d’azzardo. L’11 febbraio 2013, al Senato, Matteo Iori presidente del CONAGGA, che lotta contro questa patologia, ne denuciava gli intrecci. Lo stesso Iori il 7 maggio commentava in Rete: “Ben sette ministri (compreso il primo ministro (Enrico Letta, ndr) fanno parte di una fondazione che si chiama VeDrò finanziata anche da due multinazionali, Lottomatica e Sisal, Letta ricevette 15 mila euro di contributo da Porsia, titolare della Hbg, una delle più grandi aziende del gioco d’azzardo. Il nuovo Ministro Bray è anche direttore della rivista Italianieuropei, già sostenuta da importanti contratti pubblicitari con le industrie del gioco d’azzardo. Nel nuovo governo a chi andrà la delega ai giochi d’azzardo? Sarà forse casualmente scelto il nuovo sottosegretario Alberto Giorgetti? Giorgetti non sarebbe nuovo alla delega ai giochi, la tenne per anni sotto il governo Berlusconi, con grande piacere dell’industria del gioco.” conclude Iori. Dal dossier del Conagga e inchieste giornalistiche si apprende che Snai ha finanziato regolarmente: Gianni Alemanno, Margherita, UDC, DS, MPA e Gianni Cupèrlo Pd. Compaiono ex politici e loro parenti entrati nel business. Cito rapidamente: Augusto Fantozzi, presidente SISAL, Vincenzo Scotti, che lanciò “Formula Bingo” insieme a Luciano Consoli, uomo di fiducia di D’Alema. Francesco Tolotti – dell’Ulivo – che con Nannicini, Vannucci, Salerno e Gioacchino Alfano, nel 2007 riuscì a far modificare il Testo Unico che regola le slot machine. Ricordiamo l’onorevole Laboccetta. E poi Massimo Ponzellini e Antonio Cannalire, proprietario della Jackpot Game che a Milano gestiva sale da gioco d’azzardo insieme alla Finanziaria Cinema, di proprietà di Marco Jacopo Dell’Utri, figlio di Marcello Dell’Utri. Si ricorda, il governo Berlusconi che liberalizzò i giochi d’azzardo on-line. Casualmente, ma solo casualmente, qualche giorno prima la Mondadori acquisì il controllo del 70% di Glaming, che opera nel gioco d’azzardo on-line. Non possiamo omettere Pellegrino Mastella, figlio di Clemente Mastella, che attraverso SGAI e Betting 2000 dei fratelli Renato e Massimo Grasso avviò altre aziende di gioco, fra queste King Slot e Wozzup, poi indagate per gravissimi reati. Distinti colleghi, sono certo che la stragrande maggioranza di voi non ha alcun legame di lobby e condivide l’urgenza di una stretta normativa contro slot machines e giochi online che lucrano su gravissimi danni per cittadini, famiglie, e per i loro figli. Il Movimento 5 Stelle attende dal Governo, nei fatti, la coerenza di cui oggi è politicamente legittimo dubitare”.
Di Giovanni Endrizzi, M5S Senato.
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Re: Come se ne viene fuori ?
CASO LOBBY20/05/2013
Caro Grasso, chi sapeva ha già parlato
di Lorenzo Maria Alvaro
Dopo il servizio de Le Iene il presidente del Senato sembra cadere dalle nuvole. Ma tutto era già alla luce del sole. Come dimostra la documentazione di Vita a partire dalla Campagna No Slot
107 23 0
Ha destato molto scalpore un servizio de Le Iene. Un'intervista che raccoglie la denuncia anonima di un assistente parlamentare che denuncia la corruzione sulla partita dei giochi d'azzardo legalizzati. L'informatore assicura che ci sarebbero molti senatori e deputati a libro paga di multinazionali e lobbisti. «Ci sono le multinazionali - ha raccontato la gola profonda - che ogni mese per mezzo di un loro rappresentante fanno il giro dei palazzi, sia al Senato che Camera: incontrano noi assistenti e ci consegnano dei soldi da dare ai rispettivi senatori e onorevoli». L’obiettivo, ha spiegato sempre la fonte anonima, è «far sì che quando ci sono degli emendamenti da votare, i senatori e gli onorevoli li votino a favore della categoria che paga». Operazioni che prevedono una sorta di tariffario: «Per quel che mi riguarda, conosco due multinazionali, una del settore dei tabacchi e un’altra nel settore dei video giochi e delle slot machine ed entrambe elargiscono una 1.000 euro e un’altra 2.000 euro ogni mese». La tariffa «cambia a seconda dell’importanza del senatore e quindi, se è molto influente, sale fino a 5.000 euro». Per quanto riguarda poi, ha detto ancora, «le sale Bingo, si sono formati due gruppi, partecipati sia da uomini del centro sinistra che da uomini del centro destra. I due gruppi fanno capo ad ex ministri del centro sinistra».
«Chi sa qualcosa sui parlamentari pagati farebbe bene a denunciare questi comportamenti gravissimi» è stata la reazione del presidente del Senato ed ex procuratore anti mafia Piero Grasso.
Ma si tratta veramente di uno scoop?
Il servizio de Le Iene in realtà non scoperchia alcun vaso di Pandora. Era tutto alla luce del sole. Più di sei mesi fa infatti, era il 19 dicembre 2012, ci fu il celebre sfogo dell'allora ministro della Salute, Renato Balduzzi. Sfogo dovuto ad un blitz notturno dei senatori Pdl, Gilberto Tommaso Picchetto Fratin e Anna Cinzia Bonfrisco che, di nascosto, riuscirono ad inserire nel decreto uno norma per l'apertura di 100 nuove sale per giocar a poker. «Una vergogna. Che ci induce a ripetere quanto avevamo scritto due settimane fa: fatevi guardare in faccia. Abbiamo il diritto di conoscere chi progetta Bisca Italia. E chi ci si arricchisce», fu il commento al vetriolo del ministro. Non un portaborse anonimo, né un parlamentare qualunque. Proprio un ministro della Repubblica Italiana che dice senza mezzi termini come il Parlamento sia sotto scacco di lobbies. Ma la stampa tace.
Il giorno successivo, su Vita.it, esce un'intervista a Daniele Bosone, parlamentare del Partito Democratico, membro della Commissione Sanità e presidente della Provincia di Pavia nonché firmatario del Manifesto No Slot (proposto da Vita e Casa del Giovane di Pavia) che per spiegare lo "scivolone” del giorno prima sulle sale da poker dice: «Ci sono evidentemente forti spinte esterne che si fa fatica a contrastare anche a causa di comportamenti politici poco virtuosi». Difficile immaginare come poter essere più chiari.
L'11 febbraio scorso invece, proprio a Palazzo Madama, presso la sala Caduti di Nassyria, Matteo Iori, presidente Conagga - Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d’Azzardo, ha presentato il documento “Politica e gioco d’azzardo: poche luci e molte ombre” (allegato in versione integrale).
Il documento fa una panoramica dei rapporti tra esponenti politici e società di gioco d'azzardo. Si legge ad esempio che «l’On. Gianfranco Miccichè, ex Vice Ministro per l’Economia nel governo Berlusconi, nel luglio 2002 a Sisal Tv sostenne che “Il gioco non è pericoloso se è legale”». Dichiarazione che va a braccetto con quella di «un altro ex Vice Ministro dell’Economia, Vincenzo Visco dell’Ulivo, nelle linee guida 2007-2009 della politica fiscale parlò chiaramente di “sviluppare e consolidare l’industria del gioco” attraverso alcune modalità fra cui: “ampliare le reti distributive per l’accesso al gioco remoto”. E persino l’allora Premier Silvio Berlusconi, il 30 marzo 2011, a Lampedusa disse: “io condivido l’idea che Lampedusa possa essere anche sede di un casinò”». C'è poi spazio per il sindaco di Roma la cui sorella «Gabriella Alemanno, era direttrice dei Monopoli di Stato. Gianni Alemanno da Ministro delle Politiche Agricole e Forestali concesse un mutuo da 150 milioni di euro all’Unire, l’ente che gestiva il business dell’ippica in Italia e nel 2008 ricevette una donazione da 60mila euro dalla Snai per il sostegno al suo comitato elettorale a sindaco della capitale».
Non basta. Il capitolo Snai è molto cospicuo. «Nel 2006 finanziò con 150mila euro la Margherita, nel 2007 finanziò con 30mila euro l’UDC, nel 2008 finanziò con 45mila euro i DS tramite Ugo Sposetti, nel 2009 finanziò con 45mila euro il Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo».
Ma Iori va oltre e ricorda che «fra i nomi che passano dalla politica ai giochi d’azzardo, è bene ricordare anche Francesco Tolotti. Tolotti fu un Onorevole dell’Ulivo di particolare rilievo per l’industria del gioco, in quanto grazie all’impegno suo e degli Onorevoli Nannicini e Vannucci (Ulivo), di Salerno (La Destra) e Gioacchino Alfano (Forza Italia), il 6 dicembre 2007 fu presentato e approvato un emendamento che modificò il comma 6° dell’articolo 110 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (che è il riferimento normativo a cui sottostanno le slot machine)». Un mattone fondamentale per permettere l'odierno proliferare delle slot machine.
Nella sua presentazione insomma il presidente di Conagga fa nomi e cognomi. racconta retroscena e strane relazioni. Tutto nero su bianco. Ancora tutto alla luce del sole.
http://www.vita.it/noslot/caro-grasso-c ... rlato.html
Caro Grasso, chi sapeva ha già parlato
di Lorenzo Maria Alvaro
Dopo il servizio de Le Iene il presidente del Senato sembra cadere dalle nuvole. Ma tutto era già alla luce del sole. Come dimostra la documentazione di Vita a partire dalla Campagna No Slot
107 23 0
Ha destato molto scalpore un servizio de Le Iene. Un'intervista che raccoglie la denuncia anonima di un assistente parlamentare che denuncia la corruzione sulla partita dei giochi d'azzardo legalizzati. L'informatore assicura che ci sarebbero molti senatori e deputati a libro paga di multinazionali e lobbisti. «Ci sono le multinazionali - ha raccontato la gola profonda - che ogni mese per mezzo di un loro rappresentante fanno il giro dei palazzi, sia al Senato che Camera: incontrano noi assistenti e ci consegnano dei soldi da dare ai rispettivi senatori e onorevoli». L’obiettivo, ha spiegato sempre la fonte anonima, è «far sì che quando ci sono degli emendamenti da votare, i senatori e gli onorevoli li votino a favore della categoria che paga». Operazioni che prevedono una sorta di tariffario: «Per quel che mi riguarda, conosco due multinazionali, una del settore dei tabacchi e un’altra nel settore dei video giochi e delle slot machine ed entrambe elargiscono una 1.000 euro e un’altra 2.000 euro ogni mese». La tariffa «cambia a seconda dell’importanza del senatore e quindi, se è molto influente, sale fino a 5.000 euro». Per quanto riguarda poi, ha detto ancora, «le sale Bingo, si sono formati due gruppi, partecipati sia da uomini del centro sinistra che da uomini del centro destra. I due gruppi fanno capo ad ex ministri del centro sinistra».
«Chi sa qualcosa sui parlamentari pagati farebbe bene a denunciare questi comportamenti gravissimi» è stata la reazione del presidente del Senato ed ex procuratore anti mafia Piero Grasso.
Ma si tratta veramente di uno scoop?
Il servizio de Le Iene in realtà non scoperchia alcun vaso di Pandora. Era tutto alla luce del sole. Più di sei mesi fa infatti, era il 19 dicembre 2012, ci fu il celebre sfogo dell'allora ministro della Salute, Renato Balduzzi. Sfogo dovuto ad un blitz notturno dei senatori Pdl, Gilberto Tommaso Picchetto Fratin e Anna Cinzia Bonfrisco che, di nascosto, riuscirono ad inserire nel decreto uno norma per l'apertura di 100 nuove sale per giocar a poker. «Una vergogna. Che ci induce a ripetere quanto avevamo scritto due settimane fa: fatevi guardare in faccia. Abbiamo il diritto di conoscere chi progetta Bisca Italia. E chi ci si arricchisce», fu il commento al vetriolo del ministro. Non un portaborse anonimo, né un parlamentare qualunque. Proprio un ministro della Repubblica Italiana che dice senza mezzi termini come il Parlamento sia sotto scacco di lobbies. Ma la stampa tace.
Il giorno successivo, su Vita.it, esce un'intervista a Daniele Bosone, parlamentare del Partito Democratico, membro della Commissione Sanità e presidente della Provincia di Pavia nonché firmatario del Manifesto No Slot (proposto da Vita e Casa del Giovane di Pavia) che per spiegare lo "scivolone” del giorno prima sulle sale da poker dice: «Ci sono evidentemente forti spinte esterne che si fa fatica a contrastare anche a causa di comportamenti politici poco virtuosi». Difficile immaginare come poter essere più chiari.
L'11 febbraio scorso invece, proprio a Palazzo Madama, presso la sala Caduti di Nassyria, Matteo Iori, presidente Conagga - Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d’Azzardo, ha presentato il documento “Politica e gioco d’azzardo: poche luci e molte ombre” (allegato in versione integrale).
Il documento fa una panoramica dei rapporti tra esponenti politici e società di gioco d'azzardo. Si legge ad esempio che «l’On. Gianfranco Miccichè, ex Vice Ministro per l’Economia nel governo Berlusconi, nel luglio 2002 a Sisal Tv sostenne che “Il gioco non è pericoloso se è legale”». Dichiarazione che va a braccetto con quella di «un altro ex Vice Ministro dell’Economia, Vincenzo Visco dell’Ulivo, nelle linee guida 2007-2009 della politica fiscale parlò chiaramente di “sviluppare e consolidare l’industria del gioco” attraverso alcune modalità fra cui: “ampliare le reti distributive per l’accesso al gioco remoto”. E persino l’allora Premier Silvio Berlusconi, il 30 marzo 2011, a Lampedusa disse: “io condivido l’idea che Lampedusa possa essere anche sede di un casinò”». C'è poi spazio per il sindaco di Roma la cui sorella «Gabriella Alemanno, era direttrice dei Monopoli di Stato. Gianni Alemanno da Ministro delle Politiche Agricole e Forestali concesse un mutuo da 150 milioni di euro all’Unire, l’ente che gestiva il business dell’ippica in Italia e nel 2008 ricevette una donazione da 60mila euro dalla Snai per il sostegno al suo comitato elettorale a sindaco della capitale».
Non basta. Il capitolo Snai è molto cospicuo. «Nel 2006 finanziò con 150mila euro la Margherita, nel 2007 finanziò con 30mila euro l’UDC, nel 2008 finanziò con 45mila euro i DS tramite Ugo Sposetti, nel 2009 finanziò con 45mila euro il Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo».
Ma Iori va oltre e ricorda che «fra i nomi che passano dalla politica ai giochi d’azzardo, è bene ricordare anche Francesco Tolotti. Tolotti fu un Onorevole dell’Ulivo di particolare rilievo per l’industria del gioco, in quanto grazie all’impegno suo e degli Onorevoli Nannicini e Vannucci (Ulivo), di Salerno (La Destra) e Gioacchino Alfano (Forza Italia), il 6 dicembre 2007 fu presentato e approvato un emendamento che modificò il comma 6° dell’articolo 110 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (che è il riferimento normativo a cui sottostanno le slot machine)». Un mattone fondamentale per permettere l'odierno proliferare delle slot machine.
Nella sua presentazione insomma il presidente di Conagga fa nomi e cognomi. racconta retroscena e strane relazioni. Tutto nero su bianco. Ancora tutto alla luce del sole.
http://www.vita.it/noslot/caro-grasso-c ... rlato.html
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Re: Come se ne viene fuori ?
E' molto grande la distanza tra il mio progetto di un centrosinistra di governo capace di convincere gli italiani che vincere si può e l’attuale disastro.
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Chi si ricorda del colonnello Rapetto della GdF che indagava da tempo sull'evasione fiscale di 98 miliardi da parte dei gestori del gioco d'azzardo ramo macchinette?????
Poteva portare nelle casse dello Stato 98 miliardi ma fu bloccato.
Monti e i partiti che lo sostenevano non fecero una piega per salvare un servitore dello Stato che li avrebbe messi nella condizione di smettere di fare i mendicanti per risolvere i problemi economici del Paese.
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Il blog diRSS
Umberto Rapetto
Giornalista, scrittore e docente universitario
Biografia
Classe 1959, segno zodiacale Leone, da bambino ero talmente indisciplinato da far finire in collegio pure mio fratello più piccolo, segnando l’alba delle guerre preventive. Maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, tre lauree, qualche corso di specializzazione, sono quel generale della Guardia di Finanza in congedo “colpevole” di aver diretto l’indagine sulle slot machine, quella dei 98 miliardi di euro…
Romano Prodi
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Alta tensione - 4
Chi si ricorda del colonnello Rapetto della GdF che indagava da tempo sull'evasione fiscale di 98 miliardi da parte dei gestori del gioco d'azzardo ramo macchinette?????
Poteva portare nelle casse dello Stato 98 miliardi ma fu bloccato.
Monti e i partiti che lo sostenevano non fecero una piega per salvare un servitore dello Stato che li avrebbe messi nella condizione di smettere di fare i mendicanti per risolvere i problemi economici del Paese.
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Il blog diRSS
Umberto Rapetto
Giornalista, scrittore e docente universitario
Biografia
Classe 1959, segno zodiacale Leone, da bambino ero talmente indisciplinato da far finire in collegio pure mio fratello più piccolo, segnando l’alba delle guerre preventive. Maturità classica alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, tre lauree, qualche corso di specializzazione, sono quel generale della Guardia di Finanza in congedo “colpevole” di aver diretto l’indagine sulle slot machine, quella dei 98 miliardi di euro…
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- Iscritto il: 06/04/2012, 20:00
Re: Come se ne viene fuori ?
E' molto grande la distanza tra il mio progetto di un centrosinistra di governo capace di convincere gli italiani che vincere si può e l’attuale disastro.
Romano Prodi
Come inizia una guerra civile – 223
La cruna dell’ago – 189
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 189
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 169
Cronaca di un affondamento annunciato - 169
In mezzo alla tempesta - 106
Disegno criminale - 5
Squinzi non vuole lanciare l’allarme sociale e si limita a dichiarare che il Nord è sull’orlo del baratro.
La realtà è un'altra, il Nord “è già da tempo all’interno del baratro”.
Se gli ultimi 2 anni sono stati caratterizzati da una totale mancanza di circolazione di liquidità che ha prodotto la chiusura di 1000 aziende al giorno, comprese le partite Iva, negli ultimi 6 mesi si registra in aggiunta la totale assenza di commesse. Niente lavoro, tutto fermo.
Il “Siamo con voi” di Enrico Letta è completamente ridicolo. Non è in grado di trovare i soldi per l’Iva, figuriamoci se è in grado di trovare i soldi per un’operazioni che salvi imprese e occupazione.
Il nodo è quello di sempre. Andare a prendere i soldi dove ci sono.
Ma il recente servizio delle Iene che scova i nomi dei parlamentari ed ex parlamentari che prendono le sovvenzioni dal giro delle slot machine, indica chiaramente come è avvenuto l’allontanamento del colonnello Umberto Rapetto della GdF che indagava sulla colossale evasione fiscale da 98 miliardi di euro.
E’ gioco così paralizzante, che anche il presidente di Confindustria tace su dove reperire i fondi per tamponare l’emorragia della chiusura delle aziende.
Nessuno ha il coraggio di prendere decisioni forti per salvare l’Italia.
Quest’operazione doveva essere fatta con estrema urgenza 18 mesi fa da Monti.
Ma per gli interessi di pochi, hanno preferito radere al suolo il Paese.
Diciotto mesi a ripetere sempre le stesse cose e non concludere mai niente.
Vivono di slogan come fa Er monnezza, e che hanno copiato Monti e Letta.
Da una situazione come questa non si può più uscire in modalità ordinaria, anche perché malgrado la situazione pesantissima, sono ancora in pochi a comprendere lo stato dell’arte del Paese.
Al potere fa comodo, ma non può durare a lungo.
***
Un Paese sul baratro, ne parlano a Otto e mezzo. Boldrin e Landini
***
ASSEMBLEA ANNUALE DI CONFINDUSTRIA
Squinzi: «Il Nord sull'orlo del baratro
Così arretriamo di 50 anni» |Video
Squinzi:«Mancanza lavoro madre di tutti i mali». Letta: «Dalla stessa parte». Scaroni: «Barilla? Non ce l’ha con l’Eni»
Squinzi: «Così si torna indietro di 50 anni» H24
VIDEO
http://www.corriere.it/economia/13_magg ... 767e.shtml
«Il nord è sull’orlo di un baratro economico che trascinerebbe tutto il nostro Paese indietro di mezzo secolo, escludendolo dal contesto europeo che conta» (guarda il video). Così il leader di Confindustria, Giorgio Squinzi, all’assemblea annuale dell’ Associazione delle grandi imprese svolta alla presenza del premier Enrico Letta e di una folta rappresentanza di ministri. A causa delle sue «debolezza strutturali» il Mezzogiorno resta per il leader degli industriali «una parte del Paese in cui lo sforzo per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione assume le caratteristiche di una vera e propria sfida per la sopravvivenza».
LAVORO - «La mancanza del lavoro è la madre di ogni male sociale», ha detto ancora Squinzi «va affrontata in maniera strutturale e con equilibrio, intervenendo sul costo, produttività e regole». Le imprese «sono pronte a supportare l'azione del governo con investimenti e occupazione», aggiunge.
GOVERNO - «L'azione di governo, che confidiamo abbia davanti a sé il tempo di attuare le politiche necessarie» ha affermato Squinzi «deve avere come pilastro portante delle proprie scelte la politica industriale». Servono riforme, a partire da una legge elettorale «che assicuri legislature piene e stabilità governativa». «Abbiamo apprezzato l'impegno che il governo ha assunto con il decreto Imu» e «chiediamo un fisco a supporto di chi crea ricchezza e la distribuisce, trasparente e rispettoso dei diritti dei cittadini e delle imprese. Questo ce lo aspettiamo e il paese lo merita». Il premier Enrico Letta, intervenuto successivamente ha replicato: «Siamo dalla stessa parte: la politica forse troppo tardi ha capito la lezione, ma ora deve applicare quello che ha capito».
EDILIZIA, APPELLO A LETTA - In un passaggio della sua relazione, Squinzi ha sottolineato che settore dell'edilizia è uno «specchio del dramma che sta attraversando la società italiana» E poi ha rivolto direttamente al premier Enrico Letta il suo appello : l'edilizia vive «una crisi tanto profonda da sottoporre al governo, ed a lei signor presidente, la richiesta di un intervento speciale di filiera per salvare un volano fondamentale nell'economia del Paese».
FISCO E BANCHE- Poi l'amara considerazione sulla pressione fiscale. Oltre ad essere «punitivo», il fisco italiano è «opaco, complicato, e incerto nella norma». Un fisco che è «quanto di peggio si possa immaginare» e che «scoraggia gli investimenti e la crescita». Infine le banche. Negli ultimi 18 mesi lo stock di prestiti erogati alle imprese «è calato di 50 miliardi: un taglio senza precedenti nel dopoguerra. Quasi un terzo delle imprese ha liquidità insufficiente rispetto alle esigenze operative. Dobbiamo contrastare la terza ondata di credit crunch».
LA POLEMICA CON BARILLA - Ai critici della governance e dell’efficacia di Confindustria nella difesa dei propri associati, come Guido Barilla, Squinzi ha assicurato la messa a punto di «modelli più leggeri e veloci», ricordando che da tempo è al lavoro la commissione Pesenti con il compito di rivedere proprio la struttura organizzativa. In un’ intervista a La Stampa Barilla ha manifestato il disagio per lo sbilanciamento dell’Associazione degli industriali verso le aziende dei servizi. «Non credo che Barilla si riferisse a noi. Eni è la prima multinazionale italiana. Noi siamo molto più multinazionali, anche di Barilla», è intervenuto l’amministratore delegato dell’ Eni Paolo Scaroni.
http://www.corriere.it/economia/13_magg ... 767e.shtml
Romano Prodi
Come inizia una guerra civile – 223
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La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 189
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 169
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Squinzi non vuole lanciare l’allarme sociale e si limita a dichiarare che il Nord è sull’orlo del baratro.
La realtà è un'altra, il Nord “è già da tempo all’interno del baratro”.
Se gli ultimi 2 anni sono stati caratterizzati da una totale mancanza di circolazione di liquidità che ha prodotto la chiusura di 1000 aziende al giorno, comprese le partite Iva, negli ultimi 6 mesi si registra in aggiunta la totale assenza di commesse. Niente lavoro, tutto fermo.
Il “Siamo con voi” di Enrico Letta è completamente ridicolo. Non è in grado di trovare i soldi per l’Iva, figuriamoci se è in grado di trovare i soldi per un’operazioni che salvi imprese e occupazione.
Il nodo è quello di sempre. Andare a prendere i soldi dove ci sono.
Ma il recente servizio delle Iene che scova i nomi dei parlamentari ed ex parlamentari che prendono le sovvenzioni dal giro delle slot machine, indica chiaramente come è avvenuto l’allontanamento del colonnello Umberto Rapetto della GdF che indagava sulla colossale evasione fiscale da 98 miliardi di euro.
E’ gioco così paralizzante, che anche il presidente di Confindustria tace su dove reperire i fondi per tamponare l’emorragia della chiusura delle aziende.
Nessuno ha il coraggio di prendere decisioni forti per salvare l’Italia.
Quest’operazione doveva essere fatta con estrema urgenza 18 mesi fa da Monti.
Ma per gli interessi di pochi, hanno preferito radere al suolo il Paese.
Diciotto mesi a ripetere sempre le stesse cose e non concludere mai niente.
Vivono di slogan come fa Er monnezza, e che hanno copiato Monti e Letta.
Da una situazione come questa non si può più uscire in modalità ordinaria, anche perché malgrado la situazione pesantissima, sono ancora in pochi a comprendere lo stato dell’arte del Paese.
Al potere fa comodo, ma non può durare a lungo.
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Un Paese sul baratro, ne parlano a Otto e mezzo. Boldrin e Landini
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ASSEMBLEA ANNUALE DI CONFINDUSTRIA
Squinzi: «Il Nord sull'orlo del baratro
Così arretriamo di 50 anni» |Video
Squinzi:«Mancanza lavoro madre di tutti i mali». Letta: «Dalla stessa parte». Scaroni: «Barilla? Non ce l’ha con l’Eni»
Squinzi: «Così si torna indietro di 50 anni» H24
VIDEO
http://www.corriere.it/economia/13_magg ... 767e.shtml
«Il nord è sull’orlo di un baratro economico che trascinerebbe tutto il nostro Paese indietro di mezzo secolo, escludendolo dal contesto europeo che conta» (guarda il video). Così il leader di Confindustria, Giorgio Squinzi, all’assemblea annuale dell’ Associazione delle grandi imprese svolta alla presenza del premier Enrico Letta e di una folta rappresentanza di ministri. A causa delle sue «debolezza strutturali» il Mezzogiorno resta per il leader degli industriali «una parte del Paese in cui lo sforzo per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione assume le caratteristiche di una vera e propria sfida per la sopravvivenza».
LAVORO - «La mancanza del lavoro è la madre di ogni male sociale», ha detto ancora Squinzi «va affrontata in maniera strutturale e con equilibrio, intervenendo sul costo, produttività e regole». Le imprese «sono pronte a supportare l'azione del governo con investimenti e occupazione», aggiunge.
GOVERNO - «L'azione di governo, che confidiamo abbia davanti a sé il tempo di attuare le politiche necessarie» ha affermato Squinzi «deve avere come pilastro portante delle proprie scelte la politica industriale». Servono riforme, a partire da una legge elettorale «che assicuri legislature piene e stabilità governativa». «Abbiamo apprezzato l'impegno che il governo ha assunto con il decreto Imu» e «chiediamo un fisco a supporto di chi crea ricchezza e la distribuisce, trasparente e rispettoso dei diritti dei cittadini e delle imprese. Questo ce lo aspettiamo e il paese lo merita». Il premier Enrico Letta, intervenuto successivamente ha replicato: «Siamo dalla stessa parte: la politica forse troppo tardi ha capito la lezione, ma ora deve applicare quello che ha capito».
EDILIZIA, APPELLO A LETTA - In un passaggio della sua relazione, Squinzi ha sottolineato che settore dell'edilizia è uno «specchio del dramma che sta attraversando la società italiana» E poi ha rivolto direttamente al premier Enrico Letta il suo appello : l'edilizia vive «una crisi tanto profonda da sottoporre al governo, ed a lei signor presidente, la richiesta di un intervento speciale di filiera per salvare un volano fondamentale nell'economia del Paese».
FISCO E BANCHE- Poi l'amara considerazione sulla pressione fiscale. Oltre ad essere «punitivo», il fisco italiano è «opaco, complicato, e incerto nella norma». Un fisco che è «quanto di peggio si possa immaginare» e che «scoraggia gli investimenti e la crescita». Infine le banche. Negli ultimi 18 mesi lo stock di prestiti erogati alle imprese «è calato di 50 miliardi: un taglio senza precedenti nel dopoguerra. Quasi un terzo delle imprese ha liquidità insufficiente rispetto alle esigenze operative. Dobbiamo contrastare la terza ondata di credit crunch».
LA POLEMICA CON BARILLA - Ai critici della governance e dell’efficacia di Confindustria nella difesa dei propri associati, come Guido Barilla, Squinzi ha assicurato la messa a punto di «modelli più leggeri e veloci», ricordando che da tempo è al lavoro la commissione Pesenti con il compito di rivedere proprio la struttura organizzativa. In un’ intervista a La Stampa Barilla ha manifestato il disagio per lo sbilanciamento dell’Associazione degli industriali verso le aziende dei servizi. «Non credo che Barilla si riferisse a noi. Eni è la prima multinazionale italiana. Noi siamo molto più multinazionali, anche di Barilla», è intervenuto l’amministratore delegato dell’ Eni Paolo Scaroni.
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