lucfig ha scritto:il Buongiorno di Gramellini
da
http://www.lastampa.it
Galletti rossi
massimo gramellini
Dice il saggio zen: la tua debolezza sarà la tua forza. Non so se al momento dell’illuminazione il saggio zen avesse in mente le correnti del Pd, però la massima buddista si adatta perfettamente al partito più caciarone del globo. Qual è il limite da sempre riconosciuto al centrosinistra italiano? Di essere un’accozzaglia di feudatari senza re, di galletti in perpetua baruffa fra loro, la cui preoccupazione principale non consiste nel cercare una strada propria, ma nel tagliare quella del vicino di pollaio. Ebbene, nel voto per pochi intimi di domenica scorsa gli unici a salvare parzialmente le ossa sono stati i galletti democratici, preferiti un po’ ovunque ai capponi della concorrenza.
Il problema dei movimenti padronali è che l’identificazione degli elettori scatta soltanto nei confronti del capo. Il resto è truppa, selezionata sulla base della fedeltà anziché del carattere. Là dove comanda uno, al massimo due, i talenti sono soffocati in ruoli gregari e i mediocri impazzano, credendosi fenomeni. Nel Pd invece comandano tutti, quindi nessuno, ma quello che su scala nazionale è un difetto catastrofico, a livello locale diventa la garanzia di personalità riconoscibili dall’elettorato.
Dopo i risultati di domenica, un partito banale si batterebbe per il ripristino dei collegi nelle elezioni politiche, così da sfruttare il proprio punto forte. Un partito banale, ma non il Pd: ieri ha affossato a maggioranza quella proposta per la ragione inoppugnabile che a presentarla era stato uno dei propri parlamentari. Appresa la notizia, il saggio zen autore della massima è stato ricoverato per esaurimento nervoso.
Ebbene, nel voto per pochi intimi di domenica scorsa gli unici a salvare parzialmente le ossa sono stati i galletti democratici, preferiti un po’ ovunque ai capponi della concorrenza.
Tra le cose più fastidiose dell’ultimo ventennio è stato l’accertamento che la classe dirigente del Cs ( tale solo nelle due ere brevissime della presenza di Prodi), non voglia assolutamente staccarsi dall’Asilo Mariuccia.
Ci passi sopra se la prassi usata dalla destra è quella specifica dell’Asilo Mariuccia. Ma tanto vale, sappiamo chi sono e non ci si dovrebbe far caso più di tanto, anche se si preferirebbe mille volte avere di fronte una destra matura su cui confrontarsi continuamente nell’interesse dell’intero Paese.
Sapevamo già in anticipo nel 1994 qual’erano i risultati che sarebbero stati prodotti dalla cultura corsara del bucaniere di Hardcore.
Ergo, il tentativo continuo di mescolare dati non omogenei solo perché serve alla martellante propaganda corsara, infastidiva non poco.
Ma vedere che la generazione degli ex nuovi giovani leoni di origine Pci copiassero pari pari i comportamenti dei Forza Italia prima e pidiellini poi, è stato uno spettacolo sconfortante e alquanto indecente nell’ultimo ventennio.
I partiti servono proprio per associare filosofie di vita differenti. Stili di vita e comportamenti differenti.
Vedere l’omologazione totale dopo le tornate elettorali in cui alternativamente si presentavano i perdenti di destra e sinistra è stato uno spettacolo indecente.
Segno di un fortissimo arretramento culturale rispetto ai primi anni del dopo guerra.
Non giustificabile sotto ogni aspetto, perché quella società ancora in parte contadina, marcava i segni di una cultura ridotta.
Con tutta la rivoluzione che è successa da allora, con un grado di cultura decisamente superiore, siamo di fronte a comportamenti da Asilo Mariuccia da parte dei vari politici che non si riescono a comprendere e tanto più giustificare. A meno di approfonditi studi da parte di cinque branchie del settore, sociologia, psicologia, psichiatria, antropologia e politologia.
Sarebbe interessante capire il perché di tanta stupidera manifesta.
I dati elettorati sono numeri, e tali rimangono.
Non ci possono essere differenti interpretazioni fatte a destra o a sinistra.
Particolarmente odioso è l’arrampicarsi sugli specchi optando per condizionamenti di massa dei cervelli a tutti i costi.
Il dato centrale che emerge nell’ultima elezione di domenica scorsa è l’alta disaffezione dell’elettorato italiano. 62,5% a livello nazionale.
Dato che dovrebbe fare scattare immediatamente l’allarme rosso in qualsiasi Paese normale, perché l’Italia ha sempre avuto risultati di partecipazione molto alti rispetto alle nazioni della sfera occidentale.
Ma dato che questo è un Paese in totale disfacimento, la classe politica ha ritenuto dover continuare nella recita mensile dell’Asilo Mariuccia.
Nel pomeriggio di lunedì scorso, Palazzo Chigi emana un comunicato in cui si manifesta soddisfazione per i risultati elettori.
Soddisfazione dopo che sono stati comunicati i dati dell’affluenza alle urne?????????????????????????
Vabbè, lo squagliamento zombiano, ma certe affermazioni sono da Paesi dell’ex Cortina di ferro o dalle varie dittature fasciste del pianeta.
Rincalza poi il sottosegretario all’Economia Fassina, targato Pd:
<<Questi risultati rafforzano il governo>>
Vabbè, che la prima poltrona può dare alla testa, ma il sottosegretario è sicuro di essere in grado di intendere e di volere?
O pensa sempre che valga la legge del “Speriamo che io me la cavo continuando a fare fessi i merli scemi?”
Dai risultati di affluenza sembrerebbe che i “merli scemi” si stiano svegliando da un lungo torpore d’inganni durante l’ultimo ventennio.
Sparare cazzate a go go, non fa che peggiorare la situazione.
Solo due vecchie sfere stavano rotolando verso valle domenica scorsa, quella piddina e quella pidiellina.
La sfera piddina è rotolata meno perdendo il 38 % (295mila voti in meno) rispetto alle passate elezioni amministrative, mentre quella pidiellina ha perso il 65 % (438mila voti in meno).
C’è ben poco da rallegrarsi, come ha fatto il nuovo segretario piddino Epifani: “Mosse centrate”, martedì scorso sulla prima pagina de La Stampa.
Il mondo va alla rovescia. Non vince chi ottiene più voti, ma chi tiene di più nel disfacimento totale.
Nella casa dei morti viventi non è cambiato assolutamente nulla. I venusiani sono convinti che i terrestri che vivono nello stivalone siano tutti scemi conclamati a cui si puà far bere di tutto e di più nella più assoluta indifferenza.
Nelle interviste di rito di lunedì scorso abbiamo appreso il perché Masaniello 2.0 pretende che i suoi non vadano in tv.
Ci è andato il candidato sindaco di Roma Marcello Di Vito e abbiamo scoperto che in fatto di giustificazioni con arrampicatura sugli specchi, il “rivoluzionario” Di Vito è perfettamente identico ai suoi colleghi che raccontano palle quando perdono.
Dal punto di vista della comunicazione quello è stato un vulnus non indifferente.
Abbiamo scoperto che i rivoluzionari per queste cose sono identici agli usurpatori.
Abbiamo anche scoperto, che Masaniello 2.0, perde la testa quando è sconfitto. I suoi errori sotto il profilo della comunicazione sono stati molti, ma clamoroso rimane quello di addossare la colpa del suo arretramento rispetto a febbraio agli elettori italiani.
C’è stato di mezzo un errore di comunicazione e sarebbe stato più semplice ammetterlo.
Ma anche in questo caso i rivoluzionari si stanno comportando come gli usurpatori che devono essere cacciati.
Il generale Masaniello 2.0, avrebbe dovuto essere più freddo e leggere i dati per quelli che sono.
Rispetto alle elezioni di febbraio il M5S ha perso voti. E questo è un dato incontestabile.
Mentre i dati, quando non siamo all’interno dell’Asilo Mariuccia, devono essere confrontati in modo omogeneo. Elezioni amministrative con elezioni amministrative, elezioni politiche con elezioni politiche.
In questo caso non può dire che “ha vinto” come ha dichiarato ieri Masaniello 2.0. Rispetto al 2008 dove aveva numeri da prefisso telefonico di Milano, ha portato nei consigli comunali un numero certamente consistente di uomini dove potrà svolgere un’azione di controllo.
Se ne rallegri. Gli è andata bene più di quanto crede, anche perché fare il sindaco di questi tempi è poco conveniente per tutti.