Non è cosa vostra
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Re: Non è cosa vostra
il Fatto 21.6.13
Gustavo Zagrebelsky
“Bis al Quirinale e larghe intese: paralisi politica”
Il costituzionalista: dietro queste proposte di riforme ci sono logiche di conservazione di poteri e interessi
Il presidenzialismo? Con il Parlamento in queste condizioni è un rischio per la democrazia Truzzi pag. 3
Rischiamo derive da Terzo mondo
intervista di Silvia Truzzi
Capita talvolta che i ruoli s’invertano.
“Lei sa che significa la parola parresia? ”, domanda l’intervistato.
“Attitudine a dire la verità. Perché me lo chiede? ”.
Gustavo Zagrebelsky esita nel rispondere: “Perché questa virtù – parlar chiaro e libero, e agire di conseguenza – mi pare oggi alquanto sbiadita.
Il contrario è ipocrisia: negarsi al dovere di dire la verità o dire una cosa per volerne un’altra”.
Esempi, professore?
Stiamo parlando di riforme costituzionali: i discorsi in privato contraddicono quelli in pubblico. Oppure, ci si convince del contrario di quel che si è sempre pensato. Opportunismo o spirito d’omologazione.
Diceva anche: dire una cosa per intenderne un’altra.
Pensi alle “riforme”. Viviamo in tempi d’inceppamento. C’è un sistema di potere che non vuole o non riesce a rinnovarsi. Perciò si cristallizza. Le “larghe intese”, la rielezione della stessa persona a capo dello Stato: non sono due clamorose dimostrazioni di paralisi politica? Qui, nella stasi, s’innestano le riforme e la loro retorica. Ma riforme per cosa? Per aprire, rinnovare, vivificare oppure per afferrare più saldamente il potere, stringendolo nelle mani di sempre, per garantire perduranza d’interessi e pratiche consociative? In una parola: riformare per non cambiare. Mi riferisco agli strateghi del presidenzialismo.
Perché il presidenzialismo sarebbe strumento di conservazione?
Il presidenzialismo, nelle sue varianti, più di qualsiasi altro sistema cambia d’aspetto a seconda delle società ove opera. È camaleontico. Pensi al semi-presidenzialismo francese e alle sue imitazioni africane. Sono la stessa cosa? No. Gli “ingegneri costituzionali” si occupano di formule, ma i costituzionalisti sanno che le costituzioni sono fatte, sì, di formule, ma anche di storia, cultura, abitudini, vizi e virtù. Quale ignoranza nel pensare che la riforma della costituzione sia una questione di modelli astratti d’importazione!
Ha paura che veleggiamo verso il Ruanda più che verso la Francia?
Non facciamo terrorismo costituzionale. Tuttavia, saremmo ciechi se non ci preoccupassimo di alcuni fattori condizionanti. Il primo è la corruzione. Dove la corruzione è diffusa, i presidenzialismi sono non solo essi stessi corrotti, ma ne diventano garanzia. Il secondo è la cultura politica che, in nome della storia, delle libertà, delle tradizioni repubblicane, eccetera, trattiene dall’abuso del potere. Il terzo è la coesione sociale. Dove la convivenza è minacciata dalle disuguaglianze, dalla mancanza di lavoro, dall’abbandono a se stessi di cittadini più deboli, è forte la tentazione di cercare la pace sociale non nella partecipazione democratica, ma nelle misure energiche d’ordine pubblico.
Da noi? Come stiamo a corruzione? A incultura politica? A ciò che, pudicamente, si chiama disagio sociale?
Chiederei: che ne è del conflitto d’interessi? Credete che si possa pensare a un’elezione diretta del capo del governo senza avere sciolto il nodo che lega politica, economia, informazione?
Teme per la democrazia?
Nelle attuali condizioni sì. Di fronte alle difficoltà, non c’è il rischio che si dica: pensaci tu al posto nostro; fagliela vedere tu a questi queruli e fastidiosi postulanti che chiedono diritti e disturbano la (nostra) pace sociale? Quella massa di elettori mancati, quando si muoveranno, dove andranno a parare?
Il sistema parlamentare non è a sua volta in crisi?
Certamente! Ma, mi pare che la via per uscirne sia rinnovare la politica, cambiare dall’interno i partiti, non temere l’irruzione delle novità, ma assecondarle e costituzionalizzarle, come avviene nelle democrazie non assediate dalla paura del nuovo. Prima, il rinnovamento della politica; poi, eventualmente, la riforma della forma di governo.
Sulle “forme delle riforme” regna una grande confusione. Non si capisce bene quale ruolo abbia la commissione degli esperti e quale il governo. Che c’entra il governo con un percorso che dovrebbe essere parlamentare?
Si vuol seguire una procedura farraginosa, molto più complicata dell’articolo 138. In più, questa farraginosa procedura presuppone una legge costituzionale che la codifichi, da approvarsi con le procedure oggi vigenti. Chi guardasse dall’esterno, penserebbe che si vuole complicare per non fare nulla. Invece, la verità è che, con questo procedimento, non si esautora il Parlamento, ma lo si mette alle corde. Ricorda il discorso del presidente della Repubblica, al momento della sua rielezione? Si è trattato d’un atto d’accusa contro le Camere inconcludenti, che i parlamentari hanno incassato senza battere ciglio. Così, sullo svolgimento della nuova procedura vigilerà il governo, con l’aiuto dei suoi consulenti, sotto l’egida del capo dello Stato e secondo un “cronoprogramma” che dovrebbe garantirne la conclusione entro 18 mesi. Dove sia questa garanzia, però, nessuno lo sa. I Parlamenti, per definizione, sono padroni dei propri tempi e lavori: ci mancherebbe che non fosse così! Per ora, si sa solo che i 18 mesi suonano piuttosto come garanzia di durata del governo. E non vorremmo credere che la garanzia stia nella minaccia di dimissioni del presidente della Repubblica, dimissioni che, come sanno i costituzionalisti, non sono affatto nella sua disponibilità secondo valutazioni politiche e che precipiterebbero la situazione nel caos.
C’è una riforma necessaria e urgente?
Sì, lo si è detto infinite volte: la riforma della legge elettorale. Non sto a ripetere le ragioni. Faccio solo osservare che, per riconoscimento unanime, quella attuale è giudicata incostituzionale. Dunque, per quanto si voglia voltare lo sguardo dall’altra parte, noi abbiamo – unici nel mondo delle democrazie – un Parlamento carente di legalità costituzionale. Se poi consideriamo che la formula del governo di larghe intese – necessitata o non: non è questo il punto – non ha alcun rapporto, anzi è in contrasto, con la volontà degli elettori e con il risultato elettorale, allora al deficit di legalità si aggiunge un altrettanto, anzi più, grave deficit di legittimità.
E, in queste condizioni, si pensa di dare al nostro Paese una nuova costituzione? Non è ybris, presunzione?
Sulle riforme gravano poi le incognite legate ai processi Berlusconi. Che opinione s’è fatto della decisione della Consulta sul legittimo impedimento nel processo Mediaset?
Da quel che si sa, mi pare che la Corte abbia fatto applicazione rigorosa dei suoi precedenti. Chi parla di contraddizione, dovrebbe avere cura di studiare un poco e non falsificare i dati. Il punto è la cosiddetta “leale collaborazione” tra governo e autorità giudiziaria. La leale collaborazione non significa affatto autorizzazione a una delle parti perché possa boicottare l’attività dell’altra. Significa che entrambe devono cooperare per un fine comune, il corretto esercizio di funzioni che hanno la medesima dignità costituzionale. La Corte ha ritenuto che da parte dell’allora presidente del Consiglio vi sia stato proprio questo boicottaggio dell’attività giudiziaria. Non c’è nulla d’aggiungere.
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Re: Non è cosa vostra
Una delle ragioni perché sarebbe utile che questo governo cadesse è fermare il disegno piduista di Gelli.
Perché anche se si muovono 50 costituzionalisti, non è sufficiente conoscendo questa italietta, che ama essere fottuta.
il Fatto 16.7.13
L’appello di 50 costituzionalisti: “Difendiamo il Parlamento”
Pubblichiamo l’appello di alcuni tra i massimi costituzionalisti italiani contro lo stop ai lavori del Parlamento votato da Pdl e Pd riguardo la fissazione della sentenza della Cassazione sul caso Mediaset per il 30 luglio
I sottoscritti professori di diritto costituzionale, di diritto pubblico e discipline affini si oppongono fermamente a tentativi anche di una sola parte del Parlamento di condizionare in forme irrituali il regolare svolgimento dei processi civili o penali, quali che siano i soggetti coinvolti, minando così, insieme con la divisione dei poteri, l’indipendenza della magistratura voluta e garantita dalla nostra Costituzione. È semplicemente mostruoso accostare l’abbandono dei lavori parlamentari da parte delle opposizioni aventiniane nel giugno del 1924, dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti, alla sospensione dei lavori parlamentari ventilata nei giorni scorsi. Quand’anche la tempestiva fissazione della pubblica udienza di un processo penale di un leader politico per reati comuni, prossimo alla sua estinzione per decorsa prescrizione, non fosse stata giustificata, come invece lo è in quanto l’omessa tempestiva fissazione avrebbe coinvolto la responsabilità disciplinare dei singoli magistrati, il Parlamento, come e più del popolo sovrano, deve sempre esercitare le sue funzioni soltanto “nelle forme e nei limiti della Costituzione” come prescrive il primo articolo della nostra Legge fondamentale.
Alessandro Pace, Gustavo Zagrebelsky, Gianni Ferrara, Valerio Onida, Alessandro Pizzorusso, Lorenza Carlassare, Giuseppe Ugo Rescigno, Umberto Allegretti, Gaetano Azzariti, Antonio Ruggeri, Paolo Ridola e altri
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Re: Non è cosa vostra
http://www.youtube.com/watch?v=PhpSwSBbdxM
http://www.youtube.com/watch?v=Kyj2N4uYOk0
Costituzione, “non vogliamo la riforma della P2″. Firma l’appello.
27/07/2013 di triskel182
Ignorando il risultato del referendum popolare del 2006 che bocciò a grande maggioranza la proposta di mettere tutto il potere nelle mani di un “Premier assoluto”, é ripartito un nuovo e ancor più pericoloso tentativo di stravolgere in senso presidenzialista la nostra forma di governo, rinviando di mesi la indilazionabile modifica dell’attuale legge elettorale.
In fretta e furia e nel pressoché unanime silenzio dei grandi mezzi d’informazione la Camera dei Deputati ha iniziato a esaminare il disegno di legge governativo, già approvato dal Senato, di revisione dall’articolo 138, che fa saltare la “valvola di sicurezza” pensata dai nostri Padri costituenti per impedire stravolgimenti della Costituzione.
Ci appelliamo a voi che avete il potere di decidere, perché il processo di revisione costituzionale in atto sia riportato sui binari della legalità costituzionale.
Chiediamo, innanzitutto, che l’iter di discussione segua tempi rispettosi del dettato costituzionale, che garantiscano la necessaria ponderazione delle proposte di revisione, il dovuto approfondimento e anche la possibilità di ripensamento.
Chiudere, a ridosso delle ferie estive, la prima lettura del disegno di legge costituzionale, impedisce un vero e serio coinvolgimento dell’opinione pubblica nel dibattito che si sta svolgendo nelle aule parlamentari.
In secondo luogo vi chiediamo di restituire al Parlamento e ai parlamentari il ruolo loro spettante nel processo di revisione della nostra Carta costituzionale.
L’aver abbandonato la procedura normale di esame esplicitamente prevista dall’articolo 72 della Costituzione per l’esame delle leggi costituzionali, l’aver attribuito al Governo un potere emendativo privilegiato, l’impossibilità per i singoli parlamentari di sub-emendare le proposte del Governo o del Comitato, la proibizione per i parlamentari in dissenso con i propri gruppi di presentare propri emendamenti, le deroghe previste ai Regolamenti di Camera e Senato, costituiscono altrettante scelte che umiliano e comprimono l’autonomia e la libertà dei parlamentari e quindi il ruolo e la funzione del Parlamento.
Vi chiediamo ancora che i cittadini possano liberamente esprimere il loro voto su progetti di revisione chiari, ben definiti e omogenei nel loro contenuto.
L’indicazione generica di sottoporre a revisione oltre 69 articoli della Costituzione, contrasta con questa esigenza e attribuisce all’istituendo Comitato parlamentare per le riforme costituzionali indebiti poteri “costituenti” che implicano il possibile stravolgimento dell’intero impianto costituzionale.
Non si tratta di un intervento di “manutenzione” ma di una riscrittura radicale della nostra Carta fondamentale non consentita dalla Costituzione, aperta all’arbitrio delle contingenti maggioranze parlamentari.
Chiediamo che nell’esprimere il vostro voto in seconda lettura del provvedimento di modifica dell’articolo 138, consideriate che la maggioranza parlamentare dei due terzi dei componenti le Camere per evitare il referendum confermativo, in ragione di una legge elettorale che distorce gravemente e incostituzionalmente la rappresentanza popolare, non coincide con la realtà politica del corpo elettorale del nostro Paese. Rispettare questa realtà, vuol dire esprimere in Parlamento un voto che consenta l’indizione di un referendum confermativo sulla revisione dell’articolo 138.
Vi chiediamo infine di escludere dalle materie di competenza del Comitato per le riforme costituzionali la riforma del sistema elettorale che proprio per il suo significato politico rilevantissimo ha un effetto distorsivo nell’ottica della revisione costituzionale.
E’ in gioco il futuro della nostra democrazia.
Assumetevi la responsabilità di garantirlo.
Tra i firmatari:
Alberto Lucarelli, Gianni Ferrara, Don Luigi Ciotti, Raniero La Valle, Paolo Maddalena, Cesare Salvi, Massimo Villone, Silvio Gambino, Domenico Gallo, Antonio Ingroia, Beppe Giulietti, Antonello Falomi, Raffaele D’Agata, Mario Serio, Antonio Di Pietro, Paolo Ferrero.
Per firmare change.org
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Re: Non è cosa vostra
http://www.youtube.com/watch?v=PhpSwSBbdxM
http://www.youtube.com/watch?v=Kyj2N4uYOk0
La raccolta firme partita ieri mattina ha raggiunto quota:
Più di 100mila firme per la Costituzione
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Costituzione: obiettivo 500mila. Si può fare
di Antonio Padellaro
| 28 luglio 2013Commenti (531)
Più di ottantacinquemila firme raccolte in poche ore sotto l’appello del Fatto Quotidiano per salvare la Costituzione stracciata possono diventare in pochi giorni la risposta di massa della Repubblica dei cittadini contro la repubblica degli oligarchi. Oligarchia, governo dei pochi, è una parola antica che sta soffocando le istituzioni come un sudario.
Una casta dei partiti sempre più impopolare, votata da meno della metà degli elettori, se si somma al 38 per cento di astenuti il 25 per cento raccolto dal M5S sulla opposizione intransigente a questo sistema politico. Un governo fondato sull’accordo innaturale Pd-Pdl e sul tradimento del mandato ricevuto dai rispettivi elettorati. Commissioni di presunti saggi nominati nelle segrete stanze, incaricati di snaturare la Carta fondamentale dei diritti e dei doveri dei cittadini. Quella solo ieri definita “la più bella del mondo” (Bersani) e oggi considerata un catorcio da trasformare con scorciatoie inaccettabili (la modifica dell’articolo 138) così da renderla docile agli interessi delle “larghe intese”, in realtà ristrette ai soliti noti che decidono tutto. Perfino nel Pd, partito nato sulle primarie, un sinedrio di inamovibili cacicchi cerca di torcere le regole a proprio esclusivo beneficio contro l’intruso Matteo Renzi. Vogliono prendersi tutto, ma non hanno ancora vinto.
Salvatore Settis nel libro Azione popolare. Cittadini per il bene comune, racconta la rivoluzione possibile di un Paese sottomesso all’assolutismo dei mercati e sotto il ricatto del debito pubblico. La disastrosa crisi economica, creata dalla peggiore classe politica del-l’Occidente, viene usata contro i cittadini a cui si chiede non solo di pagare un conto salatissimo, ma anche di rinunciare a importanti quote di sovranità. Da consegnare nelle mani del Quirinale e di Palazzo Chigi, a loro volta sottoposti ai voleri di Unione europea, Bce e Fondo monetario. Ambiente, cultura, scuola, salute, giustizia sociale diventano così parole vuote, voci di bilancio da tagliare, valori privi di valore. Non sarà facile dare nuova legittimazione alla democrazia che ci stanno sequestrando.
Firmare per la Costituzione è un primo passo. Altri ne seguiranno per dare forza ai beni comuni e garanzia alle libertà pubbliche e ai diritti civili. Un’azione collettiva che ha già il sostegno della politica che non si arrende: Movimento 5 Stelle, Sel e tanti nella base del Pd che di certe cricche non ne possono più. C’è il sindacato, la Fiom, che sul diritto al lavoro non scende a compromessi. Senza contare l’infinita galassia di movimenti che si battono a difesa dei più deboli e per il ripristino della legalità. Proprio a sostegno della Procura di Palermo, impegnata nelle indagini sulla trattativa Stato-mafia, nell’estate di un anno fa raccogliemmo 150 mila firme. E da quella inchiesta, che rischiava di morire di silenzio, indifferenza e congiure di palazzo, è nato un maxi-processo che dal prossimo autunno potrà scoperchiare finalmente il vaso avvelenato dei segreti indicibili di Stato: sì, quelli di cui qualcuno ha cercato di fare un bel falò insieme alle telefonate compromettenti.
Non ce l’hanno fatta grazie anche ai lettori del Fatto. Ora si tratta di togliere la Costituzione repubblicana, nata dallaResistenza, dallegrinfiedellelargheintese. Servono almeno cinquecentomila firme. Si può fare.
Qui per firmare l’appello
il Fatto Quotidiano, 28 Luglio 2013
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Re: Non è cosa vostra
http://www.youtube.com/watch?v=PhpSwSBbdxM
http://www.youtube.com/watch?v=Kyj2N4uYOk0
Dopo i promotori, hanno aderito nelle ultime ore al nostro appello anche
Aldo Busi,
Jacopo Fo,
Moni Ovadia,
Fiorella Mannoia,
Alessandro Bergonzoni
Sandra Bonsanti
Pippo Baudo
Alessandro Mannarino
Dario Vergassola
Riccardo Scamarcio
Sabina Guzzanti
Paolo Starti
Sabina Ciuffini
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Re: Non è cosa vostra
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http://www.youtube.com/watch?v=Kyj2N4uYOk0
Nel Pd si è alzata una sola voce, quella di Rosy Bindi, che ha rilasciato oggi un’intervista a Wanda Marra.
“Non si cambia la Carta
a colpi di maggioranza”
Male ha fatto IFQ a non pubblicarla in rete.
La Bindi da sempre è schierata a favore della Costituzione.
In settimana, in proposito ha dichiarato:
“NON VENDO IL PARTITO PER INTESE DI GOVERNO”
MENTRE IL PD RIMANE UN PARTITO DI VENDUTI
**
Costituzione, Epifani al Fatto: “Modifica del 138? E’ negli accordi di governo”
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/07/ ... no/240949/
Sono falliti, non sanno governare e per porre rimedio si attaccano alla Costituzione.
DOPPIAMENTE FALLITI
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Re: Non è cosa vostra
Mettiamoci pure questa.
http://www.youtube.com/watch?v=jppkff5mk34
La lettera di Che Guevara ai suoi figli, scritta nel caso venisse ucciso
«Ai miei bambini
Cari Hildita, Aleidita, Camilo, Celia ed Ernesto
Se mai leggerete questa lettera, sarà perché non sono più con voi. Non vi ricorderete quasi più di me, e i più piccoli non mi ricorderanno affatto.
Vostro padre è stato un uomo che si è comportato secondo il suo credo, ed è stato pienamente fedele alle sue convinzioni.
Crescete da bravi rivoluzionari. Studiate tanto e imparate a usare la tecnologia, che ci permette di dominare la natura. Ricordatevi che la rivoluzione è quello che conta, e che ognuno di noi, da solo, non conta niente.
Ma più di ogni cosa, imparate a sentire profondamente tutte le ingiustizie compiute contro chiunque, in qualunque posto al mondo. Questa è la qualità più importante di un rivoluzionario.
Per sempre, bambini miei. Spero comunque di rivedervi.
Un grosso bacio e un grande abbraccio,
Papà
-----------------------------------------
Ciao
Paolo11
http://www.youtube.com/watch?v=jppkff5mk34
La lettera di Che Guevara ai suoi figli, scritta nel caso venisse ucciso
«Ai miei bambini
Cari Hildita, Aleidita, Camilo, Celia ed Ernesto
Se mai leggerete questa lettera, sarà perché non sono più con voi. Non vi ricorderete quasi più di me, e i più piccoli non mi ricorderanno affatto.
Vostro padre è stato un uomo che si è comportato secondo il suo credo, ed è stato pienamente fedele alle sue convinzioni.
Crescete da bravi rivoluzionari. Studiate tanto e imparate a usare la tecnologia, che ci permette di dominare la natura. Ricordatevi che la rivoluzione è quello che conta, e che ognuno di noi, da solo, non conta niente.
Ma più di ogni cosa, imparate a sentire profondamente tutte le ingiustizie compiute contro chiunque, in qualunque posto al mondo. Questa è la qualità più importante di un rivoluzionario.
Per sempre, bambini miei. Spero comunque di rivedervi.
Un grosso bacio e un grande abbraccio,
Papà
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Ciao
Paolo11
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Re: Non è cosa vostra
http://www.youtube.com/watch?v=PhpSwSBbdxM
http://www.youtube.com/watch?v=Kyj2N4uYOk0
400 MILA DICONO: LA CARTA NON È LORO
(Antonio Padellaro).
31/08/2013 di triskel182
Salviamo la Costituzione
Accompagnato dalle firme di Francesco Rosi e di Paolo Sorrentino, l’appello del Fatto per salvare la Costituzione sfiora quota 400 mila: un risultato che nessuno poteva immaginare quando poco più di un mese fa ci ribellammo all’idea che la Carta fondamentale della democrazia repubblicana potesse essere cambiata e forse anche stravolta nelle segrete stanze da comitati di presunti “saggi”. Straordinario il numero e straordinario lo slancio di tanti scrittori, giornalisti, donne e uomini del mondo della ricerca, della cultura e dello spettacolo che hanno fatto sentire la loro voce di cittadini come centinaia di migliaia di altri cittadini. Comprendere cosa c’è dentro questo mare di adesioni potrebbe aiutare la politica e le istituzioni a ritrovare un contatto con quel Paese che dicono di rappresentare. Poiché dubitiamo che ne avranno voglia, cerchiamo di aiutarli. *** “Chi sono i mandanti di queste malvagità?”, si domandava pochi giorni fa su queste pagine Adriano Celentano, denunciando lo scandalo delle navi-mostro che sfregiano Venezia. Basta guardarli, Adriano. Perlopiù politicanti di mezza tacca con la loro corte di burocrati in carriera pronti a timbrare qualsiasi nefandezza. Piccoli uomini spesso incolti a cui sono stati affidati immensi patrimoni dell’umanità. La domanda è questa: perché mai la sublime eredità che ci è stata consegnata dalla storia, di chi ha costruito città meravigliose, realizzato i più fantastici capolavori, innalzato cupole e torri come inni alla bellezza e all’armonia, perché mai di tale incommensurabile tesoro devono oggi occuparsi mani rapaci e teste mediocri? Con quale diritto, per tornare agli scempi veneziani, si possono autorizzare bestioni da 130 mila tonnellate alti venti piani a violentare il Canal Grande? Con il diritto della legge, prontamente rispondono le mezze tacche, esibendo permessi e nulla osta opportunamente vistati da altre mezze tacche di una tacca sopra. E il Ponte Vecchio affittato per una festicciola elegante? E l’incuria che risommerge Pompei? E il parco dell’Appia Antica butterato dagli abusi di lusso? E le coste calabresi cancellate dal cemento e ridotte a disastro dell’umanità? Se fossimo una nazione vera, da quel dì avremmo dovuto circondare con i forconi i palazzi dove si concepiscono tali lordure gridando: maledetti, avete distrutto ciò che non era vostro. Ma il sonno della ragione sembra prevalere e la nazione si perde nei cavilli per salvare Berlusconi. Non tutti per fortuna. *** Un discorso analogo, se ci pensiamo, può essere fatto riguardo alla Costituzione della Repubblica. Essa di chi è? Prima di tutto di chi l’ha realizzata, proprio come fosse un grande monumento o un capolavoro dell’arte (non è stata forse definita “la più bella del mondo”?). I Costituenti l’hanno affidata al popolo italiano poiché a esso appartiene “la sovranità” che esercita “nelle forme e nei limiti della Costituzione” (articolo 1). Dunque, la Costituzione non è certo dei “saggi”. E neppure del Parlamento che può modificarla solo dopo una procedura complessa per poi sottoporla a un successivo referendum nel caso le modifiche non abbiano avuto il sì dei due terzi delle Camere. E allora perché “saggi” e Parlamento mettono le mani su qualcosa che non gli appartiene cambiando l’articolo 138 in una scorciatoia (proprio quello studiato per evitare i colpi di mano) senza averne prima parlato con il popolo? Penso che grandi registi come Rosi e Sorrentino, e gli altri 400 mila cittadini come loro, abbiano firmato l’appello del Fatto , preparato da personalità del diritto e della società civile (da Lucarelli a Ingroia a don Ciotti solo per citarne alcuni), solo perché vogliono essere sicuri che la Legge Fondamentale dei loro diritti e doveri non venga stravolta con qualche sotterfugio. E penso che non siano contrari a prendere in considerazione qualche necessaria modifica (per esempio la riduzione del numero dei parlamentari) purché tutto avvenga alla luce del sole e con una qualche forma di consultazione preventiva dei cittadini. Per tutti questi motivi, sabato prossimo, 7 settembre, alla Festa del Fatto Quotidiano nel Parco La Versiliana di Marina di Pietrasanta verrà annunciato che le firme raccolte saranno consegnate al Presidente della Repubblica e ai Presidenti delle Camere perché ne facciano l’uso migliore. Quattrocentomila italiani vigileranno, soprattutto adesso che con il Caimano disperato tutti i colpi di mano sono possibili. Se poi riusciremo a essere 500 mila (si firma sul sito http://www.ilfatto quotidiano.it ), come chi scrive un mese fa aveva incautamente (ma non troppo) sperato, tanto meglio. Forza.
Da Il Fatto Quotidiano del 01/09/2013.
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Re: Non è cosa vostra
A questo punto, visto che la P2 di Letta e camerati prosegue, è preferibile che cada il governo.
Succeda quel che deve succedere.
Non sanno governare, perché incapaci,....ed altro, allora modificano la Costituzione per governare meglio.
La Camera dice sì a ddl per riforma Costituzione M5S fa scoppiare caos in aula: seduta sospesa
La Camera ha detto sì al ddl per il Comitato dei 42 per riformare la Carta. Protesta dei grillini («Ladri») che sventolano bandiere ed espongono cartelli e in aula scoppia la bagarre. Di Battista: «Pd peggio del Pdl». La presidente Laura Boldrini: «Non offenda» (VIDEO). Poi sospende la seduta e la rinvia a domani
http://www.unita.it/italia/camera-si-ri ... i-1.520491
Succeda quel che deve succedere.
Non sanno governare, perché incapaci,....ed altro, allora modificano la Costituzione per governare meglio.
La Camera dice sì a ddl per riforma Costituzione M5S fa scoppiare caos in aula: seduta sospesa
La Camera ha detto sì al ddl per il Comitato dei 42 per riformare la Carta. Protesta dei grillini («Ladri») che sventolano bandiere ed espongono cartelli e in aula scoppia la bagarre. Di Battista: «Pd peggio del Pdl». La presidente Laura Boldrini: «Non offenda» (VIDEO). Poi sospende la seduta e la rinvia a domani
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