Pifferi, pifferai, pifferonzoli e pifferate
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Pifferi, pifferai, pifferonzoli e pifferate
Pifferi, pifferai, pifferonzoli e pifferate - 1
Di maestri pifferai in questo momento nel panorama politico del Bel Paese se ne individuano tre. Tutti e tre occupano la scena della politica italiana.
Il primo, il sublime, l’unico, l’irragiungibile, l’irripetibile maestro concertatore e direttore d’orchestra di piffero è Silvio Berlusconi da Hardcore. Piffero d’oro dell’intera galassia.
Come suona il piffero lui non lo suona nessuno.
Da 19 anni è sulla scena politica, dominandola, malgrado i prossimi 77 anni a settembre (il migliore anno della sua vita perché 77 nelle numerologia corrisponde alle gambe delle donne) è ancora il più vigoroso e irresistibile suonatore di piffero in senso assoluto.
Il secondo pifferaio è Beppe Grillo. La sua chiamata alla politica avviene in tarda età, come per il pifferaio number one e ancora non si capisce bene cosa sia dovuta questa vocazione.
Molti sentono la vocazione in gioventù, diventando preti, frati, missionari. Beppe, dopo una vita passata nello spettacolo con un certo successo, si è dato alla politica.
Forte della sua esperienza teatrale, suonare il piffero gli risulta facile, facile, facile.
Il terzo suonatore di piffero è il sindaco di Firenze, con una forte vocazione a superare il maestro concertatore e direttore d’orchestra dell’orchestra pifferai italiani. Silvio Berlusconi.
Favorito dalla parlantina fluida, come dice Freccero, buca il video e quindi nella grande voliera a forma di stivale attrae come niente i merli, nello stesso identico modo dei suoi colleghi maggiori con cui divide e si spartisce il mercato.
Ed è per questo motivo che è in testa in questi giorni come persona più gradita nella classifica di Weber, Swg di Trieste, per Agorà.
Il momento è tragico, soprattutto dopo la notizia dell’informativa di Mediobanca di sabato scorso, che asserisce che in Bel Paese è in bancarotta.
Secondo il vice ministro dell’economia, Fassina il “Report di Mediobanca è una bufala, non c’è alcuna emergenza”
Per Fassina l’analista Antonio Guglielmi di Medio-banca Securities, ha redatto una bufala perché non c’è nessuna emergenza.
Chissà se Fassina ha capito di cosa si tratta. A leggere i commenti della vox populi parrebbe proprio di no.
Chissà se comprende che non è nell’interesse della banche veicolare notizie allarmistiche ai loro clienti, per ovvie ragioni.
Antonio Guglielmi, l’analista di Mediobanca che ha redatto il report, con il caldo che fa non ha trovato di meglio, secondo il vice ministro dell’Economia, che inventarsi una bufala per gelare i suoi clienti.
Malgrado il clima plumbeo, le pifferate dei pifferai sono piuttosto inarrestabili quanto sempre poco serie nei confronti dei giorni amari che vive la maggior parte degli italiani.
Il corrispondente dell’Economist, John Hooper, nelle speciale di Otto e mezzo di ieri sera dedicato alla condanna di Berlusconi, ha sottolineato che è una caratteristica tutta italiana, quella di inseguire il mito del “piffero”.
Sapesse.
Chissà se ha mai avuto occasione di visionare i filmati dell’Istituto Luce con i passaggi in cui si possono scorgere i romani che correvano nelle vie laterali di Piazza Venezia, per trovare posto per ascoltare le pifferate del Duce del fascismo? Non avevano ne lupi nei leoni lanciati dalla milizia che li inseguivano. Correvano di loro spontanea volontà.
Da quando San Benedetto Martire, si è messo a dominare la politica italiana poco prima degli anni ’80 del secolo scorso, tutto è ricominciato da capo. Il vizietto tricolore è ritornato in auge.
In fondo il fascismo, che è degenerato nella seconda guerra mondiale, a causa di quei scopiazzoni dei crucchi, lo abbiamo inventato noi.
Di maestri pifferai in questo momento nel panorama politico del Bel Paese se ne individuano tre. Tutti e tre occupano la scena della politica italiana.
Il primo, il sublime, l’unico, l’irragiungibile, l’irripetibile maestro concertatore e direttore d’orchestra di piffero è Silvio Berlusconi da Hardcore. Piffero d’oro dell’intera galassia.
Come suona il piffero lui non lo suona nessuno.
Da 19 anni è sulla scena politica, dominandola, malgrado i prossimi 77 anni a settembre (il migliore anno della sua vita perché 77 nelle numerologia corrisponde alle gambe delle donne) è ancora il più vigoroso e irresistibile suonatore di piffero in senso assoluto.
Il secondo pifferaio è Beppe Grillo. La sua chiamata alla politica avviene in tarda età, come per il pifferaio number one e ancora non si capisce bene cosa sia dovuta questa vocazione.
Molti sentono la vocazione in gioventù, diventando preti, frati, missionari. Beppe, dopo una vita passata nello spettacolo con un certo successo, si è dato alla politica.
Forte della sua esperienza teatrale, suonare il piffero gli risulta facile, facile, facile.
Il terzo suonatore di piffero è il sindaco di Firenze, con una forte vocazione a superare il maestro concertatore e direttore d’orchestra dell’orchestra pifferai italiani. Silvio Berlusconi.
Favorito dalla parlantina fluida, come dice Freccero, buca il video e quindi nella grande voliera a forma di stivale attrae come niente i merli, nello stesso identico modo dei suoi colleghi maggiori con cui divide e si spartisce il mercato.
Ed è per questo motivo che è in testa in questi giorni come persona più gradita nella classifica di Weber, Swg di Trieste, per Agorà.
Il momento è tragico, soprattutto dopo la notizia dell’informativa di Mediobanca di sabato scorso, che asserisce che in Bel Paese è in bancarotta.
Secondo il vice ministro dell’economia, Fassina il “Report di Mediobanca è una bufala, non c’è alcuna emergenza”
Per Fassina l’analista Antonio Guglielmi di Medio-banca Securities, ha redatto una bufala perché non c’è nessuna emergenza.
Chissà se Fassina ha capito di cosa si tratta. A leggere i commenti della vox populi parrebbe proprio di no.
Chissà se comprende che non è nell’interesse della banche veicolare notizie allarmistiche ai loro clienti, per ovvie ragioni.
Antonio Guglielmi, l’analista di Mediobanca che ha redatto il report, con il caldo che fa non ha trovato di meglio, secondo il vice ministro dell’Economia, che inventarsi una bufala per gelare i suoi clienti.
Malgrado il clima plumbeo, le pifferate dei pifferai sono piuttosto inarrestabili quanto sempre poco serie nei confronti dei giorni amari che vive la maggior parte degli italiani.
Il corrispondente dell’Economist, John Hooper, nelle speciale di Otto e mezzo di ieri sera dedicato alla condanna di Berlusconi, ha sottolineato che è una caratteristica tutta italiana, quella di inseguire il mito del “piffero”.
Sapesse.
Chissà se ha mai avuto occasione di visionare i filmati dell’Istituto Luce con i passaggi in cui si possono scorgere i romani che correvano nelle vie laterali di Piazza Venezia, per trovare posto per ascoltare le pifferate del Duce del fascismo? Non avevano ne lupi nei leoni lanciati dalla milizia che li inseguivano. Correvano di loro spontanea volontà.
Da quando San Benedetto Martire, si è messo a dominare la politica italiana poco prima degli anni ’80 del secolo scorso, tutto è ricominciato da capo. Il vizietto tricolore è ritornato in auge.
In fondo il fascismo, che è degenerato nella seconda guerra mondiale, a causa di quei scopiazzoni dei crucchi, lo abbiamo inventato noi.
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Re: Pifferi, pifferai, pifferonzoli e pifferate
Pifferi, pifferai, pifferonzoli e pifferate - 2
Incredibile la pifferata dell’insuperabile di ieri sera.
Parole e musica sono sempre le stesse degli ultimi 19 anni. Eppure è certo incanterà parecchi merli.
Dal Corriere.it
LA REAZIONE
Processo Ruby, Berlusconi: «Non mi arrendo»
Il commenta alla condanna: «Offeso chi crede nella giustizia»
«Intendo resistere a questa persecuzione perché sono assolutamente innocente e non voglio in nessun modo abbandonare la mia battaglia per fare dell'Italia un paese davvero libero e giusto». Berlusconi non intende «arrendersi» dopo la sentenza che lo condanna a sette anni e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. «Resisterò», ha detto il leader del Pdl, «perché non è soltanto una pagina di malagiustizia, è un'offesa a tutti quegli italiani che hanno creduto in me e hanno avuto fiducia nel mio impegno per il Paese».
LA CERTEZZA DELL'EX PREMIER - «Ero veramente convinto che mi assolvessero - sottolinea Berlusconi nella nota - perché nei fatti non c'era davvero nessuna possibilità di condannarmi. E invece è stata emessa una sentenza incredibile, di una violenza mai vista nè sentita prima, per cercare di eliminarmi dalla vita politica di questo Paese».
Redazione Online24 giugno 2013 | 20:17© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/politica/13_giug ... 0493.shtml
Il gran ballista si rimette i panni della vittima per trarre il massimo vantaggio.
Da due giorni i giornali di famiglia riportavano il pessimismo del boss.
Luca Fazzo, alle 20,01 scriveva per Il Giornale.
Luca Fazzo - Lun, 24/06/2013 - 20:01
Silvio Berlusconi faceva bene a essere pessimista. Sull'ex presidente del Consiglio si è abbattuta pochi istanti fa una condanna che accoglie per intero le ricostruzioni del caso Ruby fatte dalla Procura di Milano e rincara la pena richiesta.
Lui invece ha voluto smentire tutti per creare indignazione tra le sue truppe.
E’ solo l’inizio, Silvio Berlusconi ha tirato fuori il piffero d’oro delle grandi occasioni.
Anche i suoi orchestrali si sono mossi. Cicchitto ha parlato di golpe.
La magistratura infame ha toccato un dio, e questo non sa da fare.
Incredibile la pifferata dell’insuperabile di ieri sera.
Parole e musica sono sempre le stesse degli ultimi 19 anni. Eppure è certo incanterà parecchi merli.
Dal Corriere.it
LA REAZIONE
Processo Ruby, Berlusconi: «Non mi arrendo»
Il commenta alla condanna: «Offeso chi crede nella giustizia»
«Intendo resistere a questa persecuzione perché sono assolutamente innocente e non voglio in nessun modo abbandonare la mia battaglia per fare dell'Italia un paese davvero libero e giusto». Berlusconi non intende «arrendersi» dopo la sentenza che lo condanna a sette anni e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. «Resisterò», ha detto il leader del Pdl, «perché non è soltanto una pagina di malagiustizia, è un'offesa a tutti quegli italiani che hanno creduto in me e hanno avuto fiducia nel mio impegno per il Paese».
LA CERTEZZA DELL'EX PREMIER - «Ero veramente convinto che mi assolvessero - sottolinea Berlusconi nella nota - perché nei fatti non c'era davvero nessuna possibilità di condannarmi. E invece è stata emessa una sentenza incredibile, di una violenza mai vista nè sentita prima, per cercare di eliminarmi dalla vita politica di questo Paese».
Redazione Online24 giugno 2013 | 20:17© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/politica/13_giug ... 0493.shtml
Il gran ballista si rimette i panni della vittima per trarre il massimo vantaggio.
Da due giorni i giornali di famiglia riportavano il pessimismo del boss.
Luca Fazzo, alle 20,01 scriveva per Il Giornale.
Luca Fazzo - Lun, 24/06/2013 - 20:01
Silvio Berlusconi faceva bene a essere pessimista. Sull'ex presidente del Consiglio si è abbattuta pochi istanti fa una condanna che accoglie per intero le ricostruzioni del caso Ruby fatte dalla Procura di Milano e rincara la pena richiesta.
Lui invece ha voluto smentire tutti per creare indignazione tra le sue truppe.
E’ solo l’inizio, Silvio Berlusconi ha tirato fuori il piffero d’oro delle grandi occasioni.
Anche i suoi orchestrali si sono mossi. Cicchitto ha parlato di golpe.
La magistratura infame ha toccato un dio, e questo non sa da fare.
Re: Pifferi, pifferai, pifferonzoli e pifferate
ma figurati se rinuncia alla sceneggiata
ora è """""""""""costretto"""""""""""" a far scendere in campo Marina.
tutto come da copione.
ora è """""""""""costretto"""""""""""" a far scendere in campo Marina.
tutto come da copione.
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Re: Pifferi, pifferai, pifferonzoli e pifferate
Condivido a pieno le riflessioni del on. Civati
dal blog www.ciwati.it
Forse non è sufficiente
Dopo la condanna di oggi, che segue quell’altra, non è sufficiente (né sano) dire che bisogna batterlo politicamente, che non si commentano le sentenze (quelli del Pdl, però, le commentano, eccome se le commentano), che il governo prosegue come se nulla fosse.
Perché in un Paese nel quale impazzano la corruzione – in tutte le sue forme – e l’evasione fiscale e la concezione ‘malata’ del potere (che per sua natura prevarica, come se facesse parte della definizione), non va bene alzare le spalle di fronte a fatti come quelli di queste ore.
Non va bene che il dibattito riguardi solo il Pdl, come se la questione non riguardasse il Pd e la sua lettura del sistema politico. E più banalmente di quello che accade.
E non è dettato dall’antiberlusconismo, ciò che scrivo, ma da quel minimo di dignità che ci dovrebbe sempre accompagnare.
Fare finta di niente, non è da larghe intese, è semplicemente un malinteso. Grave e complice, non sul piano morale, sul piano politico. Anzi, sul piano di tutto quanto.
dal blog www.ciwati.it
Forse non è sufficiente
Dopo la condanna di oggi, che segue quell’altra, non è sufficiente (né sano) dire che bisogna batterlo politicamente, che non si commentano le sentenze (quelli del Pdl, però, le commentano, eccome se le commentano), che il governo prosegue come se nulla fosse.
Perché in un Paese nel quale impazzano la corruzione – in tutte le sue forme – e l’evasione fiscale e la concezione ‘malata’ del potere (che per sua natura prevarica, come se facesse parte della definizione), non va bene alzare le spalle di fronte a fatti come quelli di queste ore.
Non va bene che il dibattito riguardi solo il Pdl, come se la questione non riguardasse il Pd e la sua lettura del sistema politico. E più banalmente di quello che accade.
E non è dettato dall’antiberlusconismo, ciò che scrivo, ma da quel minimo di dignità che ci dovrebbe sempre accompagnare.
Fare finta di niente, non è da larghe intese, è semplicemente un malinteso. Grave e complice, non sul piano morale, sul piano politico. Anzi, sul piano di tutto quanto.
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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Re: Pifferi, pifferai, pifferonzoli e pifferate
Il pifferaio di scorta
Tutti i "sassolini" di Monti
«Alleanza con Casini? Sbagliata»
27 giugno 2013
«La vecchia politica l'ho trovata nel Pd e nel Pdl. In quel periodo Casini non ostacolava le riforme». Sfogo dell'ex premier Mario Monti, stamattina, ai microfoni della trasmissione di Raitre Agorà: un'occasione per togliersi più di un "sassolino" dalle scarpe.
Pentito della scelta di Casini? «Può darsi che fosse sbagliata», riconosce il Professore. E poi: «Oggi farei un bando, un'offerta per titoli e esami. Vorrei misurare la volontà di riforma», aggiunge. Il senatore a vita ha annunciato che il 13 luglio ci sarà l'assemblea di Scelta civica e in autunno il congresso.
Monti sottolinea che quella ereditata dal suo governo era «una situazione particolarmente delicata e critica» e spiega che «la prima volta che andai al Consiglio europeo lo spread era a 570 e tutti mi consigliavano di chiedere prestiti all'Europa. Quella scelta ci avrebbero impegnato per i prossimi dieci anni, io ho ritenuto di non doverlo fare, avendo trovato altre strade e per non far perdere sovranità al nostro Paese». «Oggi la strada in Europa per l'Italia è più facile» commenta l'ex premier che dell'esecutivo Letta dice: «Da tempo sostengo che se ci sono grandi problemi ci vogliono grandi coalizioni», «con Scelta Civica ci siamo battuti già prima del voto per una soluzione di questo tipo». Dell'operato del governo Letta Monti poi dice di sentire «suo» più di un provvedimento: «Volevamo un governo che si inserisse nel solco europeo pur nell'autonomia e c'è; volevamo una grande coalizione e volevamo il taglio degli estremi come poi è avvenuto. Il punto su cui non ci riconosciamo è l'accento annunciato sulle riforme strutturali».
L'ex premier poi sottolinea che «le modifiche alla riforma del lavoro vanno sicuramente nella giusta direzione anche se mancano ancora le misure necessarie per eliminare lo spazio che consente di assumere con accordi completamente regolari. Per raggiungere questo obiettivo si debbono accorciare le differenze tra contratti regoli e non». «In questi anni - aggiunge il leader di Scelta Civica - ci sono state organizzazioni di rappresentanza di lavoratori e imprenditori che hanno ostacolato i cambiamenti necessari, soprattutto la Cgil».
«La vecchia politica l'ho trovata nel Pd e nel Pdl. In quel periodo Casini non ostacolava le riforme». Sfogo dell'ex premier Mario Monti, stamattina, ai microfoni della trasmissione di Raitre Agorà: un'occasione per togliersi più di un "sassolino" dalle scarpe.
Pentito della scelta di Casini? «Può darsi che fosse sbagliata», riconosce il Professore. E poi: «Oggi farei un bando, un'offerta per titoli e esami. Vorrei misurare la volontà di riforma», aggiunge. Il senatore a vita ha annunciato che il 13 luglio ci sarà l'assemblea di Scelta civica e in autunno il congresso.
Monti sottolinea che quella ereditata dal suo governo era «una situazione particolarmente delicata e critica» e spiega che «la prima volta che andai al Consiglio europeo lo spread era a 570 e tutti mi consigliavano di chiedere prestiti all'Europa. Quella scelta ci avrebbero impegnato per i prossimi dieci anni, io ho ritenuto di non doverlo fare, avendo trovato altre strade e per non far perdere sovranità al nostro Paese». «Oggi la strada in Europa per l'Italia è più facile» commenta l'ex premier che dell'esecutivo Letta dice: «Da tempo sostengo che se ci sono grandi problemi ci vogliono grandi coalizioni», «con Scelta Civica ci siamo battuti già prima del voto per una soluzione di questo tipo». Dell'operato del governo Letta Monti poi dice di sentire «suo» più di un provvedimento: «Volevamo un governo che si inserisse nel solco europeo pur nell'autonomia e c'è; volevamo una grande coalizione e volevamo il taglio degli estremi come poi è avvenuto. Il punto su cui non ci riconosciamo è l'accento annunciato sulle riforme strutturali».
L'ex premier poi sottolinea che «le modifiche alla riforma del lavoro vanno sicuramente nella giusta direzione anche se mancano ancora le misure necessarie per eliminare lo spazio che consente di assumere con accordi completamente regolari. Per raggiungere questo obiettivo si debbono accorciare le differenze tra contratti regoli e non». «In questi anni - aggiunge il leader di Scelta Civica - ci sono state organizzazioni di rappresentanza di lavoratori e imprenditori che hanno ostacolato i cambiamenti necessari, soprattutto la Cgil».
Tutti i "sassolini" di Monti
«Alleanza con Casini? Sbagliata»
27 giugno 2013
«La vecchia politica l'ho trovata nel Pd e nel Pdl. In quel periodo Casini non ostacolava le riforme». Sfogo dell'ex premier Mario Monti, stamattina, ai microfoni della trasmissione di Raitre Agorà: un'occasione per togliersi più di un "sassolino" dalle scarpe.
Pentito della scelta di Casini? «Può darsi che fosse sbagliata», riconosce il Professore. E poi: «Oggi farei un bando, un'offerta per titoli e esami. Vorrei misurare la volontà di riforma», aggiunge. Il senatore a vita ha annunciato che il 13 luglio ci sarà l'assemblea di Scelta civica e in autunno il congresso.
Monti sottolinea che quella ereditata dal suo governo era «una situazione particolarmente delicata e critica» e spiega che «la prima volta che andai al Consiglio europeo lo spread era a 570 e tutti mi consigliavano di chiedere prestiti all'Europa. Quella scelta ci avrebbero impegnato per i prossimi dieci anni, io ho ritenuto di non doverlo fare, avendo trovato altre strade e per non far perdere sovranità al nostro Paese». «Oggi la strada in Europa per l'Italia è più facile» commenta l'ex premier che dell'esecutivo Letta dice: «Da tempo sostengo che se ci sono grandi problemi ci vogliono grandi coalizioni», «con Scelta Civica ci siamo battuti già prima del voto per una soluzione di questo tipo». Dell'operato del governo Letta Monti poi dice di sentire «suo» più di un provvedimento: «Volevamo un governo che si inserisse nel solco europeo pur nell'autonomia e c'è; volevamo una grande coalizione e volevamo il taglio degli estremi come poi è avvenuto. Il punto su cui non ci riconosciamo è l'accento annunciato sulle riforme strutturali».
L'ex premier poi sottolinea che «le modifiche alla riforma del lavoro vanno sicuramente nella giusta direzione anche se mancano ancora le misure necessarie per eliminare lo spazio che consente di assumere con accordi completamente regolari. Per raggiungere questo obiettivo si debbono accorciare le differenze tra contratti regoli e non». «In questi anni - aggiunge il leader di Scelta Civica - ci sono state organizzazioni di rappresentanza di lavoratori e imprenditori che hanno ostacolato i cambiamenti necessari, soprattutto la Cgil».
«La vecchia politica l'ho trovata nel Pd e nel Pdl. In quel periodo Casini non ostacolava le riforme». Sfogo dell'ex premier Mario Monti, stamattina, ai microfoni della trasmissione di Raitre Agorà: un'occasione per togliersi più di un "sassolino" dalle scarpe.
Pentito della scelta di Casini? «Può darsi che fosse sbagliata», riconosce il Professore. E poi: «Oggi farei un bando, un'offerta per titoli e esami. Vorrei misurare la volontà di riforma», aggiunge. Il senatore a vita ha annunciato che il 13 luglio ci sarà l'assemblea di Scelta civica e in autunno il congresso.
Monti sottolinea che quella ereditata dal suo governo era «una situazione particolarmente delicata e critica» e spiega che «la prima volta che andai al Consiglio europeo lo spread era a 570 e tutti mi consigliavano di chiedere prestiti all'Europa. Quella scelta ci avrebbero impegnato per i prossimi dieci anni, io ho ritenuto di non doverlo fare, avendo trovato altre strade e per non far perdere sovranità al nostro Paese». «Oggi la strada in Europa per l'Italia è più facile» commenta l'ex premier che dell'esecutivo Letta dice: «Da tempo sostengo che se ci sono grandi problemi ci vogliono grandi coalizioni», «con Scelta Civica ci siamo battuti già prima del voto per una soluzione di questo tipo». Dell'operato del governo Letta Monti poi dice di sentire «suo» più di un provvedimento: «Volevamo un governo che si inserisse nel solco europeo pur nell'autonomia e c'è; volevamo una grande coalizione e volevamo il taglio degli estremi come poi è avvenuto. Il punto su cui non ci riconosciamo è l'accento annunciato sulle riforme strutturali».
L'ex premier poi sottolinea che «le modifiche alla riforma del lavoro vanno sicuramente nella giusta direzione anche se mancano ancora le misure necessarie per eliminare lo spazio che consente di assumere con accordi completamente regolari. Per raggiungere questo obiettivo si debbono accorciare le differenze tra contratti regoli e non». «In questi anni - aggiunge il leader di Scelta Civica - ci sono state organizzazioni di rappresentanza di lavoratori e imprenditori che hanno ostacolato i cambiamenti necessari, soprattutto la Cgil».
Re: Pifferi, pifferai, pifferonzoli e pifferate
Quando un incontro fugace diventa un grande amore
Ieri Monti ha detto (http://www.firstonline.info/a/2013/06/2 ... bdc30f4a34) che questo governo dovrebbe durare tutta la legislatura. Epifani (http://www.lettera43.it/politica/govern ... 100334.htm), più cauto, «almeno due anni».
E’ che siamo gente davvero dalla memoria fragile.
Quando l’avevano messo in piedi, questo governo Pd-Pdl, ci avevano detto tutti che per carità, era giusto una cosa d’emergenza: per salvare l’asta dei Bot, o per non far impazzire lo spread, per finanziare gli esodati e la cassa integrazione, qualcun altro diceva per rifare la legge elettorale ma poi tutti a casa.
I democratici all’inizio lo chiamavano (http://www.lapoliticaitaliana.it/Agenzi ... 3&id=79991) ‘governo di scopo’, meglio se senza politici. E comunque doveva essere di breve durata (http://www.diariodelweb.it/Politica/Art ... 423_289174), insomma una sveltina di malavoglia, mica un matrimonio.
Adesso siamo ai «cinque anni», comunque «non meno di due».
Che cosa romantica, quando un incontro fugace poi diventa un grande amore.
Fonte: http://gilioli.blogautore.espresso.repu ... nde-amore/
Ieri Monti ha detto (http://www.firstonline.info/a/2013/06/2 ... bdc30f4a34) che questo governo dovrebbe durare tutta la legislatura. Epifani (http://www.lettera43.it/politica/govern ... 100334.htm), più cauto, «almeno due anni».
E’ che siamo gente davvero dalla memoria fragile.
Quando l’avevano messo in piedi, questo governo Pd-Pdl, ci avevano detto tutti che per carità, era giusto una cosa d’emergenza: per salvare l’asta dei Bot, o per non far impazzire lo spread, per finanziare gli esodati e la cassa integrazione, qualcun altro diceva per rifare la legge elettorale ma poi tutti a casa.
I democratici all’inizio lo chiamavano (http://www.lapoliticaitaliana.it/Agenzi ... 3&id=79991) ‘governo di scopo’, meglio se senza politici. E comunque doveva essere di breve durata (http://www.diariodelweb.it/Politica/Art ... 423_289174), insomma una sveltina di malavoglia, mica un matrimonio.
Adesso siamo ai «cinque anni», comunque «non meno di due».
Che cosa romantica, quando un incontro fugace poi diventa un grande amore.
Fonte: http://gilioli.blogautore.espresso.repu ... nde-amore/
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Re: Pifferi, pifferai, pifferonzoli e pifferate
Il Pd ha un nuovo pifferaio. Gianni Cuperlo, sponsorizzato dal Padrino D'Alema.
Una storia infinita che non finisce mai..........................................................................
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