La Lega...? Gli ultimi ladri di una lunga serie...
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Re: La Lega...? Gli ultimi ladri di una lunga serie...
Lega nord, la procura di Reggio Emilia
indaga quattro esponenti del Carroccio
La conferma del magistrato, ma restano top secret i nomi delle persone coinvolte. Confermato invece l'intreccio con l'attività che gli inquirenti stanno facendo a MilanoDopo quelle di Milano, Napoli, Reggio Calabria, Genova e Bologna, anche la procura di Reggio Emilia ha aperto un’inchiesta sui conti della Lega Nord. La notizia circolava già ieri, ma oggi è arrivata la conferma dal procuratore capo Giorgio Grandinetti, che ha iscritto nel registro degli indagati almeno quattro esponenti del Carroccio. Ancora sconosciuta la loro identità, ma non è escluso che tra loro ci siano anche persone non di Reggio Emilia. In particolare un funzionario amministrativo di Bologna. Non ci sarebbero invece né Umberto Bossi né Rosi Mauro, ma sicuramente – conferma la Procura – personaggi conosciuti e di spicco per i loro ruoli all’interno del partito. Il procuratore, inoltre, non esclude che dalle indagini reggiane possano uscire anche intrecci con l’attività della procura bolognese o milanese, ma per il momento smentisce nel modo più categorico che ci siano collegamenti con la ‘ndrangheta, come ipotizzato a Milano.
Ieri il pm aveva incontrato Marco Lusetti, ex vicesindaco di Guastalla ed ex vicesegretario della Lega Nord Emilia, espulso dal partito nel luglio del 2010. Pochi giorni fa l’ex numero due aveva dichiarato ai giornali locali di aver sempre nutrito forti dubbi sui bilanci del partito in Emilia e su quello del gruppo del consiglio regionale. Lusetti, che per qualche giorno preferisce restare in silenzio, avrebbe già consegnato ai magistrati atti e documenti che testimonierebbero irregolarità della gestione dei fondi del Carroccio.
L’inchiesta di Reggio Emilia va così ad aggiungersi a quella aperta ieri a Bologna, dove la procura ha intenzione di fare luce sull’amministrazione della casse del Carroccio emiliano. Per ora si tratta di un fascicolo conoscitivo, senza indagati né ipotesi di reato, che si incentra sulle recenti dichiarazioni dell’ex tesoriera della Lega Nord bolognese cacciata dal partito nel 2009, Carla Rusticelli, che ha parlato di pagamenti in nero e bilanci falsi. Nei prossimi giorni la donna verrà sentita dai magistrati di piazza Trento Trieste . E non solo lei. Saranno convocati in procura altri due ex del Carroccio emiliano: Alberto Veronesi, candidato alle elezioni amministrative regionali del 2010 e Alberto Maragoli, ex revisore dei conti. E non si esclude che venga sentito anche l’ex candidato sindaco a Bologna, eletto in Comune e Regione, il maroniano Manes Bernardini. Come sicuramente sarà ascoltato Angelo Alessandri, colui che teneva i conti e sul quale i compagni di partito, in questi giorni convulsi, puntano il dito.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04 ... io/203674/
indaga quattro esponenti del Carroccio
La conferma del magistrato, ma restano top secret i nomi delle persone coinvolte. Confermato invece l'intreccio con l'attività che gli inquirenti stanno facendo a MilanoDopo quelle di Milano, Napoli, Reggio Calabria, Genova e Bologna, anche la procura di Reggio Emilia ha aperto un’inchiesta sui conti della Lega Nord. La notizia circolava già ieri, ma oggi è arrivata la conferma dal procuratore capo Giorgio Grandinetti, che ha iscritto nel registro degli indagati almeno quattro esponenti del Carroccio. Ancora sconosciuta la loro identità, ma non è escluso che tra loro ci siano anche persone non di Reggio Emilia. In particolare un funzionario amministrativo di Bologna. Non ci sarebbero invece né Umberto Bossi né Rosi Mauro, ma sicuramente – conferma la Procura – personaggi conosciuti e di spicco per i loro ruoli all’interno del partito. Il procuratore, inoltre, non esclude che dalle indagini reggiane possano uscire anche intrecci con l’attività della procura bolognese o milanese, ma per il momento smentisce nel modo più categorico che ci siano collegamenti con la ‘ndrangheta, come ipotizzato a Milano.
Ieri il pm aveva incontrato Marco Lusetti, ex vicesindaco di Guastalla ed ex vicesegretario della Lega Nord Emilia, espulso dal partito nel luglio del 2010. Pochi giorni fa l’ex numero due aveva dichiarato ai giornali locali di aver sempre nutrito forti dubbi sui bilanci del partito in Emilia e su quello del gruppo del consiglio regionale. Lusetti, che per qualche giorno preferisce restare in silenzio, avrebbe già consegnato ai magistrati atti e documenti che testimonierebbero irregolarità della gestione dei fondi del Carroccio.
L’inchiesta di Reggio Emilia va così ad aggiungersi a quella aperta ieri a Bologna, dove la procura ha intenzione di fare luce sull’amministrazione della casse del Carroccio emiliano. Per ora si tratta di un fascicolo conoscitivo, senza indagati né ipotesi di reato, che si incentra sulle recenti dichiarazioni dell’ex tesoriera della Lega Nord bolognese cacciata dal partito nel 2009, Carla Rusticelli, che ha parlato di pagamenti in nero e bilanci falsi. Nei prossimi giorni la donna verrà sentita dai magistrati di piazza Trento Trieste . E non solo lei. Saranno convocati in procura altri due ex del Carroccio emiliano: Alberto Veronesi, candidato alle elezioni amministrative regionali del 2010 e Alberto Maragoli, ex revisore dei conti. E non si esclude che venga sentito anche l’ex candidato sindaco a Bologna, eletto in Comune e Regione, il maroniano Manes Bernardini. Come sicuramente sarà ascoltato Angelo Alessandri, colui che teneva i conti e sul quale i compagni di partito, in questi giorni convulsi, puntano il dito.
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Re: La Lega...? Gli ultimi ladri di una lunga serie...
Lega Nord, denuncia choc dell’ex tesoriera: “Parlai di fondi neri e venni espulsa”
"Se i pm indagassero tra Reggio Emilia e Bologna accadrebbe un putiferio. C'è più sporco qui che a via Bellerio". Gli occhi puntati sul deputato Alessandri e sulla gestione da commissario di Rosi Mauro. E anche l'ex candidato a sindaco di Bologna parla di cose che volavano sopra la sua testa
E’ bufera anche sui conti della Lega di Bologna, ma qui si punta il dito contro il segretario della “nazione” Emilia, Angelo Alessandri, che tra l’altro dal 2009 al 2011 ha nominato ben quattro commissari al vertice provinciale, quello che gestisce la cassa secondo regolamento.
E’ Carla Rusticelli, responsabile amministrativa provinciale fino al 2009 e poi allontanata dalla Lega, a sostenere di aver “visto passare del nero – racconta - ma mi sono sempre rifiutata. Per questo motivo sono stata estromessa”. Era anche revisore dei conti alla “nazione” di Alessandri, che ha sede a Reggio Emilia: “Andavo spesso a Reggio Emilia. Ma mi facevano vedere solo un conto bancario”, senza altri documenti, e “mi si sono drizzate le orecchie”. Si dice severa: “Ho sempre rotto le scatole” in ogni assemblea e “tutto quanto veniva verbalizzato” per essere mandato a Milano, ma “quello che denunciavo o veniva cancellato o frainteso”, così della sua battaglia “contro questa gestione allegra del movimento, non ce n’è traccia”. Se i magistrati indagassero in Emilia, sostiene, accadrebbe “un putiferio. Ci sono conti mai messi in ordine, soldi in nero, sia in entrata che in uscita. C’è più sporco qui che a via Bellerio”.
Dal 2009 al provinciale arrivarono i commissari nominati da Alessandri “e nessuno dei quattro era bolognese”, rincara la dose il consigliere regionale Manes Bernardini, che nel biennio incriminato era commissario cittadino quasi senza poteri ed è tornato a gestire il provinciale solo nell’autunno scorso, quando Rosi Mauro approdò in Emilia, e solo per traghettarlo verso il congresso (eletta poi Nicla Cioni pochi giorni fa).
“Molto duri” quegli anni per Bernardini: “Mi sono salvato da quella epurazione per circostanze anche fortuite”. Declina ogni responsabilità sulla cassa: “Durante il commissariamento anche il tesseramento, di solito incassato dalle sezioni come Bologna Città, era finito al provinciale”. Insomma, “Chiedere a me cosa è successo dal 2009 al 2011 – commenta poi a E’ Tv – è come chiedere a un operaio della Mirafiori cosa fa Marchionne con i soldi; noi eravamo operai” e ci sono “cose che ti viaggiano sopra la testa”.
Ora, “quello che ha fatto Reggio Emilia lo valuteremo”, attacca: “La prima esigenza è fare chiarezza” e “Alessandri era il segretario dell’Emilia”, ha nominato i commissari che “rispondevano a lui” e “ha i suoi responsabili amministrativi e le sue partite da dimostrare nei confronti del Movimento. La sede opportuna è il congresso e noi lo abbiamo a giugno”.
Si aprirà anche un versante giudiziario? “Non posso dirlo”, ma “più tempo ci metteremo e più i dubbi aumenteranno. Io la pulizia la farei abbastanza in fretta”.
Non entra nel merito delle accuse, ma parla di quello che accade nella Lega invece Alessandri, l’uomo che ha lasciato il posto alla presidenza a Umberto Bossi:
”La base è scioccata. Naturale. C’è tensione, e sbandamento. Ma la nostra gente sa che noi siamo diversi, non mettiamo la polvere sotto il tappeto”. Il reggiano Angelo Alessandri, 42 anni, deputato e leader della Lega in Emilia, che l’altro giorno nella riunione di via Bellerio ha appnto ceduto il titolo di presidente del Carroccio dopo sette anni a Umberto Bossi, in un’intervista al Qn dice che si aspettava “un attacco in campagna elettorale. Anche se non in questi termini. Lo dicevo da due mesi: si inventeranno qualcosa contro di noi. Però non pensavo a una roba così”.
Un tradimento del Cerchio magico? “A me le magie non interessano. Mi preme solo la Lega. Siamo rimasti gli unici a fare opposizione. Contro tutti i partiti e i grandi poteri finanziari. Abbiamo contro il 90% del Parlamento”. Alessandri definisce Bossi “un grande uomo” e, sulle intercettazioni, commenta: “Voci. Al momento solo voci che filtrano. E di fronte a queste, lui non ha voluto mettere in difficoltà il partito. Adesso faremo tutte le verifiche interne come sempre, per vedere se ci sono cose vere. Prima della magistratura e della stampa. Perchè noi siamo diversi da tutti gli altri. Due persone al telefono possono dire qualsiasi cosa, poi bisogna vedere se a quelle parole corrispondono effettivamente cose strane”.
Una scissione in vista tra veneti e lombardi? “Assolutamente no, nel triumvirato c’è anche una veneta, Manuela Dal Lago. Non c’è un problema di questo genere”. Molti ex leghisti dicono che si sapeva… “Ma cosa sapevano? Di queste cose non sapevano un bel niente, non sa niente nessuno. Saltano sempre fuori ‘sti ex. Se sono ex un motivo ci sarà, no?”. Forse è ora di riformare il meccanismo del finanziamento ai partiti? “Sono pronto a qualsiasi soluzione. Di sicuro occorrono più controlli e trasparenza”. Un pronostico sulla Lega? “Ne uscirà più forte di prima”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04 ... za/203045/
"Se i pm indagassero tra Reggio Emilia e Bologna accadrebbe un putiferio. C'è più sporco qui che a via Bellerio". Gli occhi puntati sul deputato Alessandri e sulla gestione da commissario di Rosi Mauro. E anche l'ex candidato a sindaco di Bologna parla di cose che volavano sopra la sua testa
E’ bufera anche sui conti della Lega di Bologna, ma qui si punta il dito contro il segretario della “nazione” Emilia, Angelo Alessandri, che tra l’altro dal 2009 al 2011 ha nominato ben quattro commissari al vertice provinciale, quello che gestisce la cassa secondo regolamento.
E’ Carla Rusticelli, responsabile amministrativa provinciale fino al 2009 e poi allontanata dalla Lega, a sostenere di aver “visto passare del nero – racconta - ma mi sono sempre rifiutata. Per questo motivo sono stata estromessa”. Era anche revisore dei conti alla “nazione” di Alessandri, che ha sede a Reggio Emilia: “Andavo spesso a Reggio Emilia. Ma mi facevano vedere solo un conto bancario”, senza altri documenti, e “mi si sono drizzate le orecchie”. Si dice severa: “Ho sempre rotto le scatole” in ogni assemblea e “tutto quanto veniva verbalizzato” per essere mandato a Milano, ma “quello che denunciavo o veniva cancellato o frainteso”, così della sua battaglia “contro questa gestione allegra del movimento, non ce n’è traccia”. Se i magistrati indagassero in Emilia, sostiene, accadrebbe “un putiferio. Ci sono conti mai messi in ordine, soldi in nero, sia in entrata che in uscita. C’è più sporco qui che a via Bellerio”.
Dal 2009 al provinciale arrivarono i commissari nominati da Alessandri “e nessuno dei quattro era bolognese”, rincara la dose il consigliere regionale Manes Bernardini, che nel biennio incriminato era commissario cittadino quasi senza poteri ed è tornato a gestire il provinciale solo nell’autunno scorso, quando Rosi Mauro approdò in Emilia, e solo per traghettarlo verso il congresso (eletta poi Nicla Cioni pochi giorni fa).
“Molto duri” quegli anni per Bernardini: “Mi sono salvato da quella epurazione per circostanze anche fortuite”. Declina ogni responsabilità sulla cassa: “Durante il commissariamento anche il tesseramento, di solito incassato dalle sezioni come Bologna Città, era finito al provinciale”. Insomma, “Chiedere a me cosa è successo dal 2009 al 2011 – commenta poi a E’ Tv – è come chiedere a un operaio della Mirafiori cosa fa Marchionne con i soldi; noi eravamo operai” e ci sono “cose che ti viaggiano sopra la testa”.
Ora, “quello che ha fatto Reggio Emilia lo valuteremo”, attacca: “La prima esigenza è fare chiarezza” e “Alessandri era il segretario dell’Emilia”, ha nominato i commissari che “rispondevano a lui” e “ha i suoi responsabili amministrativi e le sue partite da dimostrare nei confronti del Movimento. La sede opportuna è il congresso e noi lo abbiamo a giugno”.
Si aprirà anche un versante giudiziario? “Non posso dirlo”, ma “più tempo ci metteremo e più i dubbi aumenteranno. Io la pulizia la farei abbastanza in fretta”.
Non entra nel merito delle accuse, ma parla di quello che accade nella Lega invece Alessandri, l’uomo che ha lasciato il posto alla presidenza a Umberto Bossi:
”La base è scioccata. Naturale. C’è tensione, e sbandamento. Ma la nostra gente sa che noi siamo diversi, non mettiamo la polvere sotto il tappeto”. Il reggiano Angelo Alessandri, 42 anni, deputato e leader della Lega in Emilia, che l’altro giorno nella riunione di via Bellerio ha appnto ceduto il titolo di presidente del Carroccio dopo sette anni a Umberto Bossi, in un’intervista al Qn dice che si aspettava “un attacco in campagna elettorale. Anche se non in questi termini. Lo dicevo da due mesi: si inventeranno qualcosa contro di noi. Però non pensavo a una roba così”.
Un tradimento del Cerchio magico? “A me le magie non interessano. Mi preme solo la Lega. Siamo rimasti gli unici a fare opposizione. Contro tutti i partiti e i grandi poteri finanziari. Abbiamo contro il 90% del Parlamento”. Alessandri definisce Bossi “un grande uomo” e, sulle intercettazioni, commenta: “Voci. Al momento solo voci che filtrano. E di fronte a queste, lui non ha voluto mettere in difficoltà il partito. Adesso faremo tutte le verifiche interne come sempre, per vedere se ci sono cose vere. Prima della magistratura e della stampa. Perchè noi siamo diversi da tutti gli altri. Due persone al telefono possono dire qualsiasi cosa, poi bisogna vedere se a quelle parole corrispondono effettivamente cose strane”.
Una scissione in vista tra veneti e lombardi? “Assolutamente no, nel triumvirato c’è anche una veneta, Manuela Dal Lago. Non c’è un problema di questo genere”. Molti ex leghisti dicono che si sapeva… “Ma cosa sapevano? Di queste cose non sapevano un bel niente, non sa niente nessuno. Saltano sempre fuori ‘sti ex. Se sono ex un motivo ci sarà, no?”. Forse è ora di riformare il meccanismo del finanziamento ai partiti? “Sono pronto a qualsiasi soluzione. Di sicuro occorrono più controlli e trasparenza”. Un pronostico sulla Lega? “Ne uscirà più forte di prima”.
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Re: La Lega...? Gli ultimi ladri di una lunga serie...
Fondi neri e Lega cinque indagati
Dopo l’esposto finisce nel mirino il parlamentare Alessandri ma anche la contabile nazionale e tre leghisti reggiani
REGGIO.
Non sono nemmeno trascorsi due giorni dall’esposto presentato in procura da Marco Lusetti – vice segretario della Lega Nord poi espulso nel 2010 – che si è già scatenato un autentico “ciclone” investigativo su alcune figure di primo piano della Lega Nord e non solo di Reggio.
La pista seguita dalla guardia di finanza
– che è coordinata in questa delicata indagine dal procuratore capo Giorgio Grandinetti e dal pm Stefania Pigozzi –
è quella del finanziamento illecito a favore di partiti o di singoli politici con cariche istituzionali.
Da quanto “filtra” sono cinque gli iscritti nel registro degli indagati e i nomi, in ambito leghista, sono a dir poco altisonanti:
il deputato reggiano Angelo Alessandri (che non siede solo in Parlamento, ma è anche segretario della Lega Nord Emilia),
Nadia Dagrada (segretaria amministrativa della Lega Nord, con le sue “rivelazioni” al centro delle inchieste sul conto dell’ex tesoriere Francesco Belsito),
Giacomo Giovannini (capogruppo della Lega in consiglio comunale a Reggio),
Francesca Carlotti (consigliere leghista in Provincia e candidato sindaco a Castellarano nel 2009)
e Gianfranco Barigazzi (responsabile amministrativo della Lega Emilia).
Si tratta di un’inchiesta su vari fatti di un certo rilievo. Ora è il momento di lavorare con prudenza e fermezza».
Ma c’è dell’altro.
La procura di Reggio indagherebbe anche sull’esposto presentato dall’ex consigliere nazionale (e revisore dei conti a Bologna) Alberto Magaroli, espulso dalla Lega nel settembre 2010.
Proprio dalla procura di Reggio gli è arrivata – ieri – una richiesta di fornire la documentazione (i verbali) sull’espulsione dalla Lega.
Atto però che Magaroli spiega di non avere in mano:
bisognerà richiederlo alla federazione.
La richiesta degli investigatori, che è stata consegnata a Magaroli dai carabinieri di Zola Predosa (Bologna), è la prova che gli inquirenti reggiani hanno in mano anche il suo esposto.
Probabilmente l’avevano in mano da quando lui lo presentò, alla fine del 2010, ai carabinieri di Zola, chiedendo proprio che lo trasmettessero alla procura di Reggio.
http://gazzettadireggio.gelocal.it/cron ... -1.3802622
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oh...voi sapete che io sono indigeno della zona:
questo Alessandri,
bastava guardarlo in faccia per capire...
Dopo l’esposto finisce nel mirino il parlamentare Alessandri ma anche la contabile nazionale e tre leghisti reggiani
REGGIO.
Non sono nemmeno trascorsi due giorni dall’esposto presentato in procura da Marco Lusetti – vice segretario della Lega Nord poi espulso nel 2010 – che si è già scatenato un autentico “ciclone” investigativo su alcune figure di primo piano della Lega Nord e non solo di Reggio.
La pista seguita dalla guardia di finanza
– che è coordinata in questa delicata indagine dal procuratore capo Giorgio Grandinetti e dal pm Stefania Pigozzi –
è quella del finanziamento illecito a favore di partiti o di singoli politici con cariche istituzionali.
Da quanto “filtra” sono cinque gli iscritti nel registro degli indagati e i nomi, in ambito leghista, sono a dir poco altisonanti:
il deputato reggiano Angelo Alessandri (che non siede solo in Parlamento, ma è anche segretario della Lega Nord Emilia),
Nadia Dagrada (segretaria amministrativa della Lega Nord, con le sue “rivelazioni” al centro delle inchieste sul conto dell’ex tesoriere Francesco Belsito),
Giacomo Giovannini (capogruppo della Lega in consiglio comunale a Reggio),
Francesca Carlotti (consigliere leghista in Provincia e candidato sindaco a Castellarano nel 2009)
e Gianfranco Barigazzi (responsabile amministrativo della Lega Emilia).
Si tratta di un’inchiesta su vari fatti di un certo rilievo. Ora è il momento di lavorare con prudenza e fermezza».
Ma c’è dell’altro.
La procura di Reggio indagherebbe anche sull’esposto presentato dall’ex consigliere nazionale (e revisore dei conti a Bologna) Alberto Magaroli, espulso dalla Lega nel settembre 2010.
Proprio dalla procura di Reggio gli è arrivata – ieri – una richiesta di fornire la documentazione (i verbali) sull’espulsione dalla Lega.
Atto però che Magaroli spiega di non avere in mano:
bisognerà richiederlo alla federazione.
La richiesta degli investigatori, che è stata consegnata a Magaroli dai carabinieri di Zola Predosa (Bologna), è la prova che gli inquirenti reggiani hanno in mano anche il suo esposto.
Probabilmente l’avevano in mano da quando lui lo presentò, alla fine del 2010, ai carabinieri di Zola, chiedendo proprio che lo trasmettessero alla procura di Reggio.
http://gazzettadireggio.gelocal.it/cron ... -1.3802622
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oh...voi sapete che io sono indigeno della zona:
questo Alessandri,
bastava guardarlo in faccia per capire...
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Re: La Lega...? Gli ultimi ladri di una lunga serie...
I partiti non devono avere soldi non come la lega ,Per il sindacato Padano, e soldi dati alla moglie per la scuola privata.
Devono avere lo stretto necessario per campare.
Ciao
Paolo11
Devono avere lo stretto necessario per campare.
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Paolo11
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Re: La Lega...? Gli ultimi ladri di una lunga serie...
@paolo. Il popolo aveva gia' deciso nel 1993. Cosa se ne e' stato fatto di quella decisione?
Certo che i partiti devono VIVERE (cambierei il verbo che hai usato...ma in realta', forse hai ragione..."campano da milionari") e il finanziamento pubblico dovrebbe essere solo usato solo per la campagna elettorale, per raccogliere le firme della gente ecc...
Ci sono proposte dei Radicali in merito.
Certo che i partiti devono VIVERE (cambierei il verbo che hai usato...ma in realta', forse hai ragione..."campano da milionari") e il finanziamento pubblico dovrebbe essere solo usato solo per la campagna elettorale, per raccogliere le firme della gente ecc...
Ci sono proposte dei Radicali in merito.
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Re: La Lega...? Gli ultimi ladri di una lunga serie...
Anche nell'IdV c'e' qualche maretta....(chiamiamola cosi').
http://www.lospiffero.com/buco-della-se ... -3765.html
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Re: La Lega...? Gli ultimi ladri di una lunga serie...
Quando i leghisti erano statisti
pubblicata da Marco Travaglio il giorno venerdì 13 aprile 2012 alle ore 19.27 ·
Carta Canta - l'Espresso, 13 aprile 2012
Facile, e anche un po' maramaldesco, prendersela oggi con Bossi e il suo clan. Come prendersela col duce nel 1945 e con Craxi nel 1993. Sono almeno dieci anni che della Lega delle origini, quella che contribuì ad abbattere la Prima Repubblica e a salvare Mani Pulite da sicuro affossamento, s'è perso persino il ricordo. Eppure fior di intellettuali e opinionisti “indipendenti” hanno fatto finta di niente sino all'ultimo. Ancora nel 2008, ultima vittoria elettorale di Bossi e Berlusconi, davano mostra di credere alle magnifiche sorti e progressive del “federalismo”, ciechi e sordi dinanzi alla satrapia dell'anziano leader menomato e agli scandali della Credieuronord, dell'amico Fiorani e delle quote latte. Stefano Folli turibolava il 15 aprile 2008 sul Sole-24 ore: “Silvio Berlusconi è il leader che riesce a rappresentare la sintesi di un Paese moderato, ma voglioso di modernità - anche quando dimostra di averne paura - e sempre più insofferente verso i vincoli, i freni e le incongruenze di chi diffida del cambiamento. Ma non si comprende il senso della vittoria berlusconiana... se si sottovaluta il dato politico che l'accompagna: vale a dire l'impronta nordista che l'affermazione della Lega porta con sé... La Lega è un partito leale agli accordi di coalizione, anche perché ha tutta la convenienza a esserlo. La lealtà paga, visto che oggi tra Lombardia e Veneto abbiamo quasi una seconda Baviera, con Bossi nei panni che furono di Strauss e Stoiber.
E la ‘questione settentrionale’, anche quando significa timore della globalizzazione e inquietudine verso gli immigrati, è incarnata dalla Lega... Bossi ha citato la priorità del ‘federalismo fiscale’. Ecco un esempio di riforma, certo urgente, che tuttavia esige un alto senso di responsabilità politica per non danneggiare una parte del Paese”. Sappiamo com'è poi finita, la seconda Baviera. Ma Folli è sempre lì a spiegare come va il mondo. Un altro folgorato sulla via di Gemonio fu Andrea Romano, già direttore del samizsdat dalemiano Italianieuropei, poi editor della berlusconiana Einaudi, ora testa d'uovo della montezemoliana Italia Futura e columnist prima de La Stampa, poi del Riformista, infine del Sole, lo stesso che l'altra sera pontificava in tv sull'ineluttabile fine del bossismo. Ecco cosa scriveva sulla Stampa il 16 aprile 2008: “La Lega potrebbe diventare il motore riformatore del governo Berlusconi... è un movimento politico ormai lontano dalla rappresentazione zotica e valligiana... ha accantonato definitivamente il teatrino secessionista...giustamente Stefano Folli sul Sole-24ore rimanda all’esempio della Csu bavarese”: insomma la Lega è un modello di “buona amministrazione locale”, piena di “giovani preparati come il piemontese Roberto Cota” (l'attuale catastrofico governatore del Piemonte), ergo sarà “il reagente indispensabile ad una vera stagione di rinnovamento”. Certo, come no: vedi alla voce cerchio magico.
Se Romano citava Folli, Angelo Panebianco l'indomani sul Corriere citava Romano che citava Folli, in una travolgente catena di Sant’Antonio, anzi di Sant’Umberto: “Come ha osservato Andrea Romano, non si capisce la Lega Nord se non si tiene conto della capacità che Bossi ha avuto nel corso degli anni di fare crescere una classe dirigente locale, di giovani amministratori, spesso abili, e capaci di tenersi in sintonia con le domande dei loro amministrati”. Tipo Belsito, per dire. L'altro giorno,sul Corriere, Antonio Polito rivelava di aver capito tutto da un pezzo (ovviamente all'insaputa degli eventuali lettori): “Già da tempo la Lega aveva dato segni evidenti di essersi trasformata da movimento in regime, con i tratti sovietici dell'inamovibilità del gruppo dirigente... Ma nessuno aveva immaginato che il regime fosse diventato una satrapia. Nemmeno Berlusconi”. Che strano: lo stesso Polito, direttore del Riformista, nell'aprile 2008 invitava il centrosinistra a rifuggire da un'opposizione severa e intransigente contro il nuovo governo Berlusconi-Bossi, e ad “aprire il dialogo con l'Italia berlusconiana” e naturalmente bossiana. E' grazie a simili folgoranti illuminazioni che ora Polito ha guadagnato la prima pagina del Corriere.
pubblicata da Marco Travaglio il giorno venerdì 13 aprile 2012 alle ore 19.27 ·
Carta Canta - l'Espresso, 13 aprile 2012
Facile, e anche un po' maramaldesco, prendersela oggi con Bossi e il suo clan. Come prendersela col duce nel 1945 e con Craxi nel 1993. Sono almeno dieci anni che della Lega delle origini, quella che contribuì ad abbattere la Prima Repubblica e a salvare Mani Pulite da sicuro affossamento, s'è perso persino il ricordo. Eppure fior di intellettuali e opinionisti “indipendenti” hanno fatto finta di niente sino all'ultimo. Ancora nel 2008, ultima vittoria elettorale di Bossi e Berlusconi, davano mostra di credere alle magnifiche sorti e progressive del “federalismo”, ciechi e sordi dinanzi alla satrapia dell'anziano leader menomato e agli scandali della Credieuronord, dell'amico Fiorani e delle quote latte. Stefano Folli turibolava il 15 aprile 2008 sul Sole-24 ore: “Silvio Berlusconi è il leader che riesce a rappresentare la sintesi di un Paese moderato, ma voglioso di modernità - anche quando dimostra di averne paura - e sempre più insofferente verso i vincoli, i freni e le incongruenze di chi diffida del cambiamento. Ma non si comprende il senso della vittoria berlusconiana... se si sottovaluta il dato politico che l'accompagna: vale a dire l'impronta nordista che l'affermazione della Lega porta con sé... La Lega è un partito leale agli accordi di coalizione, anche perché ha tutta la convenienza a esserlo. La lealtà paga, visto che oggi tra Lombardia e Veneto abbiamo quasi una seconda Baviera, con Bossi nei panni che furono di Strauss e Stoiber.
E la ‘questione settentrionale’, anche quando significa timore della globalizzazione e inquietudine verso gli immigrati, è incarnata dalla Lega... Bossi ha citato la priorità del ‘federalismo fiscale’. Ecco un esempio di riforma, certo urgente, che tuttavia esige un alto senso di responsabilità politica per non danneggiare una parte del Paese”. Sappiamo com'è poi finita, la seconda Baviera. Ma Folli è sempre lì a spiegare come va il mondo. Un altro folgorato sulla via di Gemonio fu Andrea Romano, già direttore del samizsdat dalemiano Italianieuropei, poi editor della berlusconiana Einaudi, ora testa d'uovo della montezemoliana Italia Futura e columnist prima de La Stampa, poi del Riformista, infine del Sole, lo stesso che l'altra sera pontificava in tv sull'ineluttabile fine del bossismo. Ecco cosa scriveva sulla Stampa il 16 aprile 2008: “La Lega potrebbe diventare il motore riformatore del governo Berlusconi... è un movimento politico ormai lontano dalla rappresentazione zotica e valligiana... ha accantonato definitivamente il teatrino secessionista...giustamente Stefano Folli sul Sole-24ore rimanda all’esempio della Csu bavarese”: insomma la Lega è un modello di “buona amministrazione locale”, piena di “giovani preparati come il piemontese Roberto Cota” (l'attuale catastrofico governatore del Piemonte), ergo sarà “il reagente indispensabile ad una vera stagione di rinnovamento”. Certo, come no: vedi alla voce cerchio magico.
Se Romano citava Folli, Angelo Panebianco l'indomani sul Corriere citava Romano che citava Folli, in una travolgente catena di Sant’Antonio, anzi di Sant’Umberto: “Come ha osservato Andrea Romano, non si capisce la Lega Nord se non si tiene conto della capacità che Bossi ha avuto nel corso degli anni di fare crescere una classe dirigente locale, di giovani amministratori, spesso abili, e capaci di tenersi in sintonia con le domande dei loro amministrati”. Tipo Belsito, per dire. L'altro giorno,sul Corriere, Antonio Polito rivelava di aver capito tutto da un pezzo (ovviamente all'insaputa degli eventuali lettori): “Già da tempo la Lega aveva dato segni evidenti di essersi trasformata da movimento in regime, con i tratti sovietici dell'inamovibilità del gruppo dirigente... Ma nessuno aveva immaginato che il regime fosse diventato una satrapia. Nemmeno Berlusconi”. Che strano: lo stesso Polito, direttore del Riformista, nell'aprile 2008 invitava il centrosinistra a rifuggire da un'opposizione severa e intransigente contro il nuovo governo Berlusconi-Bossi, e ad “aprire il dialogo con l'Italia berlusconiana” e naturalmente bossiana. E' grazie a simili folgoranti illuminazioni che ora Polito ha guadagnato la prima pagina del Corriere.
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Re: La Lega...? Gli ultimi ladri di una lunga serie...
La Lega...? Gli ultimi ladri di una lunga serie...
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...omissis...Luca Boneschi,
eletto per i radicali nel collegio di Como, fu proclamato deputato il 12 maggio 1982;
il giorno dopo, il 13 maggio 1982, terminò ufficialmente il mandato.
Ventiquattr’ore in carica, nemmeno una presenza in aula.
L’unico suo atto formale alla Camera?
La lettera di dimissioni.
Non si può dire che fu una gran fatica l’attività a Montecitorio dell’avvocato Boneschi.
Epperò è valsa una sempiterna rendita che, secondo quando dichiarò lo stesso Boneschi, gli è stata gentilmente offerta addirittura nel 1983.
Cioè quando aveva appena 44 anni.
Da allora quella pensione la riceve regolarmente ogni mese:
3.108 euro lordi, 1.733 netti.
Vi sembrano pochi?
Dipende dai punti di vista, si capisce:
c’è gente che dopo aver lavorato fino a rovinarsi la salute prende meno di un terzo. L’avvocato Boneschi, invece, se li è aggiudicati con un giorno di contributi.
La stessa cifra (3.108 euro lordi, 1.733 netti) spetta anche a due altri ex parlamentari radicali,
Piero Craveri a Angelo Pezzana.
A loro, però, è toccata una fatica maggiore:
un’intera settimana in carica.
Il primo fu iscritto al Senato il 2 luglio 1987 e si dimise il 9 luglio;
il secondo fu iscritto alla Camera il 6 febbraio 1979 e si dimise il 14 febbraio.
Un’intera settimana da parlamentari?
Accipicchia, non si saranno stancati?
Ma no, non preoccupatevi:
anche per loro l’impegno è stato limitato.
Un’unica seduta....omissis...
http://www.ilgiornale.it/interni/lavora ... comments=1
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eh già...lunga serie...e ottimi maestri...(chiamiamoli così)
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...omissis...Luca Boneschi,
eletto per i radicali nel collegio di Como, fu proclamato deputato il 12 maggio 1982;
il giorno dopo, il 13 maggio 1982, terminò ufficialmente il mandato.
Ventiquattr’ore in carica, nemmeno una presenza in aula.
L’unico suo atto formale alla Camera?
La lettera di dimissioni.
Non si può dire che fu una gran fatica l’attività a Montecitorio dell’avvocato Boneschi.
Epperò è valsa una sempiterna rendita che, secondo quando dichiarò lo stesso Boneschi, gli è stata gentilmente offerta addirittura nel 1983.
Cioè quando aveva appena 44 anni.
Da allora quella pensione la riceve regolarmente ogni mese:
3.108 euro lordi, 1.733 netti.
Vi sembrano pochi?
Dipende dai punti di vista, si capisce:
c’è gente che dopo aver lavorato fino a rovinarsi la salute prende meno di un terzo. L’avvocato Boneschi, invece, se li è aggiudicati con un giorno di contributi.
La stessa cifra (3.108 euro lordi, 1.733 netti) spetta anche a due altri ex parlamentari radicali,
Piero Craveri a Angelo Pezzana.
A loro, però, è toccata una fatica maggiore:
un’intera settimana in carica.
Il primo fu iscritto al Senato il 2 luglio 1987 e si dimise il 9 luglio;
il secondo fu iscritto alla Camera il 6 febbraio 1979 e si dimise il 14 febbraio.
Un’intera settimana da parlamentari?
Accipicchia, non si saranno stancati?
Ma no, non preoccupatevi:
anche per loro l’impegno è stato limitato.
Un’unica seduta....omissis...
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Re: La Lega...? Gli ultimi ladri di una lunga serie...
Non sono stati aperti procedimenti penali nei confronti delle tre persone da te citate.Potevi metterci anche Cicciolina gia' che c'eri ma sei fuori tema... Che poi la legge sui vitalizi dei parlamentari sia da modificare sono perfettamente d'accordo con te, che vuoi che ti dica ma che c'entra con l'argomento in discussione?
Qui non si condanna moralmente nessuno (non sono un "grillino" e neanche faccio parte di "questi" democratici dai codici etici...ti ricordi?), qui si condanna il fatto "partitocratico" dei i rimborsi elettorali=finanziamento pubblico ai partiti che il "popolo sovrano" non ha voluto e non vuole. Solo un partito ha lottato per questo (per 34 lunghi anni e piu'...) e sono stati i Radicali; so che puo' dar fastidio (come dice la Bonino) ma e' la verita'. L'esito referendario che il Parlamento dovrebbe scrivere "sotto dettatura" (lo disse Scalfaro, non Pannella) e' stato trasformato in questa legge-truffa.
Qui non si condanna moralmente nessuno (non sono un "grillino" e neanche faccio parte di "questi" democratici dai codici etici...ti ricordi?), qui si condanna il fatto "partitocratico" dei i rimborsi elettorali=finanziamento pubblico ai partiti che il "popolo sovrano" non ha voluto e non vuole. Solo un partito ha lottato per questo (per 34 lunghi anni e piu'...) e sono stati i Radicali; so che puo' dar fastidio (come dice la Bonino) ma e' la verita'. L'esito referendario che il Parlamento dovrebbe scrivere "sotto dettatura" (lo disse Scalfaro, non Pannella) e' stato trasformato in questa legge-truffa.
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