SOS ambiente-in Italia e nel mondo
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Re: SOS ambiente-in Italia e nel mondo
L'età del Cemento
"L'età del Cemento",
un viaggio attraverso la Lombardia per raccontare una regione divenuta una distesa di gru e betoniere.
Un angolo d'Italia in cui la terra non gode di alcuna tutela.
Una regione invasa dal cemento.
Una colata grigia che investe la Lombardia al ritmo di 100 metri quadrati al giorno, divorando la Pianura Padana,
le coste lacustri e i suoi boschi.
Un fenomeno, quello del consumo di suolo, tanto sconvolgente quanto silenzioso che è cresciuto vorticosamente negli ultimi 10 anni.
Campi coltivati, prati verdi e boschi lasciano il posto a villette, centri commerciali ed ecomostri, per lo più al centro di interessi speculativi poco chiari.
Palazzi e capannoni spuntano come funghi a fronte di tantissime abitazioni vuote presenti nella regione.
Ma a chi servono i nuovi edifici se poi restano invenduti?
Perché costruire ad ogni costo?
E' questo l'interrogativo che si pone "L'età del Cemento" che in un viaggio attraverso la Lombardia documenta l'orizzonte di una regione,
divenuta una distesa di gru e betoniere.
Un viaggio attraverso quell'angolo d'Italia in cui la terra
-- risorsa non rinnovabile --
non gode di alcuna tutela.
A raccontarlo sono le voci di chi ogni giorno vive e subisce il consumo di suolo:
tra chi resiste e chi è minacciato da nuovo cemento e chi rischia di perdere la propria casa per far posto ad un'autostrada.
http://www.legambiente.it/contenuti/art ... el-cemento
c.v.d.
dove governano i nazi-bananas non cresce più l'erba.
"L'età del Cemento",
un viaggio attraverso la Lombardia per raccontare una regione divenuta una distesa di gru e betoniere.
Un angolo d'Italia in cui la terra non gode di alcuna tutela.
Una regione invasa dal cemento.
Una colata grigia che investe la Lombardia al ritmo di 100 metri quadrati al giorno, divorando la Pianura Padana,
le coste lacustri e i suoi boschi.
Un fenomeno, quello del consumo di suolo, tanto sconvolgente quanto silenzioso che è cresciuto vorticosamente negli ultimi 10 anni.
Campi coltivati, prati verdi e boschi lasciano il posto a villette, centri commerciali ed ecomostri, per lo più al centro di interessi speculativi poco chiari.
Palazzi e capannoni spuntano come funghi a fronte di tantissime abitazioni vuote presenti nella regione.
Ma a chi servono i nuovi edifici se poi restano invenduti?
Perché costruire ad ogni costo?
E' questo l'interrogativo che si pone "L'età del Cemento" che in un viaggio attraverso la Lombardia documenta l'orizzonte di una regione,
divenuta una distesa di gru e betoniere.
Un viaggio attraverso quell'angolo d'Italia in cui la terra
-- risorsa non rinnovabile --
non gode di alcuna tutela.
A raccontarlo sono le voci di chi ogni giorno vive e subisce il consumo di suolo:
tra chi resiste e chi è minacciato da nuovo cemento e chi rischia di perdere la propria casa per far posto ad un'autostrada.
http://www.legambiente.it/contenuti/art ... el-cemento
c.v.d.
dove governano i nazi-bananas non cresce più l'erba.
Re: SOS ambiente-in Italia e nel mondo
SOS ambiente-in Italia e nel mondo....e magari nell'universo .
manco siamo arrivati e già inquiniamo , per giunta senza accorgercene.
E' probabilmente un pezzetto di plastica caduto dal rover, il piccolo oggetto luminoso che il 9 ottobre ha fermato le attività del braccio robotico di Curiosity, il rover laboratorio della Nasa.
Arrivato su Marte il 6 agosto scorso, Curiosity ha raccolto l'8 ottobre il primo campione di sabbia e polvere marziana, ma le attività sono state sospese dopo che accanto a Curiosity, sul suolo marziano, è stato scoperto un piccolo oggetto brillante.
La Nasa ha acquisito nuove immagini dell'oggetto per identificarne la natura e capire se vi siano state conseguenze sulla raccolta dei campioni. In particolare la Nasa ha sospeso il trasferimento del campione dalla paletta al laboratorio del rover dove sono programmate le analisi.
L’oggetto, spiega la Nasa, non sembra materiale marziano ma sembra essere un frammento di plastica staccato dal rover stesso. Tuttavia gli esperti che lavorano alla missione stanno continuando le indagini, osservando l'oggetto grazie alle foto inviate dal rover, prima di decidere se riprendere la raccolta dei campioni.
manco siamo arrivati e già inquiniamo , per giunta senza accorgercene.
E' probabilmente un pezzetto di plastica caduto dal rover, il piccolo oggetto luminoso che il 9 ottobre ha fermato le attività del braccio robotico di Curiosity, il rover laboratorio della Nasa.
Arrivato su Marte il 6 agosto scorso, Curiosity ha raccolto l'8 ottobre il primo campione di sabbia e polvere marziana, ma le attività sono state sospese dopo che accanto a Curiosity, sul suolo marziano, è stato scoperto un piccolo oggetto brillante.
La Nasa ha acquisito nuove immagini dell'oggetto per identificarne la natura e capire se vi siano state conseguenze sulla raccolta dei campioni. In particolare la Nasa ha sospeso il trasferimento del campione dalla paletta al laboratorio del rover dove sono programmate le analisi.
L’oggetto, spiega la Nasa, non sembra materiale marziano ma sembra essere un frammento di plastica staccato dal rover stesso. Tuttavia gli esperti che lavorano alla missione stanno continuando le indagini, osservando l'oggetto grazie alle foto inviate dal rover, prima di decidere se riprendere la raccolta dei campioni.
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Re: SOS ambiente-in Italia e nel mondo
per la serie:
" amore e...mattone "
trasmettiamo:
da "questo piccolo grande amore" a "questo piccolo grande abuso"...
*******************************************
" amore e...mattone "
trasmettiamo:
da "questo piccolo grande amore" a "questo piccolo grande abuso"...
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Abusi edilizi nell'isola di Lampedusa .
sigilli alla villa di Claudio Baglioni.
http://palermo.repubblica.it/cronaca/20 ... ef=HRESS-1
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Re: SOS ambiente-in Italia e nel mondo
"Fare meno peggio di Silvio non basta"
il governo Monti bocciato in ambiente.
A un anno dal suo insediamento, da ecologisti, imprese green e studiosi bilancio negativo sull'azione dell'esecutivo tecnico:
"Troppi tagli, è mancato il coraggio di voltare pagina".
Particolarmente criticata la scelta sulle trivellazioni .
ROMA - Il 16 novembre scorso, quando si insidiò il governo Monti, fece un certo effetto sentire ben due membri del nuovo esecutivo pronunciare la parola "sostenibilità" nelle loro prime dichiarazioni programmatiche.
Reduci da tre anni di Berlusconi a Palazzo Chigi, con le sue tentazioni negazioniste sui cambiamenti climatici e le sue ambizioni nucleari, quelle affermazioni dei ministri Corrado Passera e Corrado Clini, nel clima di generale euforia per una brutta pagina che veniva finalmente girata, destarono forti speranze di un nuovo inizio.
Ottimismo rafforzato tra l'altro dal fatto che nel drastico taglio del numero dei dicasteri, tra quelli confermati c'era proprio quello dell'Ambiente.
Oggi, a distanza di un anno, cosa resta di quelle speranze?
Ben poco a sentire ambientalisti e addetti ai lavori.
Il sentimento prevalente è quello di delusione e il fatto di essere "meno peggio" di Berlusconi è un merito che si va facendo sempre più stretto. Tanto che nell'opinione del Wwf finisce per diventare un aggravante più che un attenuante.
"Dal 2008 ad oggi abbiamo assistito ad un drastico taglio degli stanziamenti a favore del ministero dell'Ambiente e delle politiche ambientali: siamo passati da 1,6 miliardi agli attuali 450 milioni 1", ricorda Stefano Lenzi, responsabile dell'Ufficio relazioni istituzionali del Panda. "Con Monti non c'è stata nessuna inversione di tendenza nel relegare l'ambiente a un ruolo di marginalità. Al contrario sono lievitati gli stanziamenti per le infrastrutture strategiche, visti i continui rincari di tutte le opere previste, fino alla cifra record del +800% toccato dal II lotto del valico dei Giovi. Ma se questo poteva essere scontato in un governo che faceva dell'improvvisazione la sua cifra - conclude Lenzi - in un governo di tecnici diventa inquietante".
Alla scelta di chiudere i rubinetti dei finanziamenti in maniera ancor più drastica che per altri settori di spesa hanno corrisposto del resto scelte in materia energetica che risultano quanto mai indigeste.
"Il giudizio sul governo Monti in campo energetico ambientale non può essere positivo", dice il senatore del Pd Francesco Ferrante:
"Troppi gli aspetti negativi: dai decreti sulle rinnovabili elettriche, che di fatto le hanno affossate, a quello sulle rinnovabili termiche che doveva essere emanato a settembre dello scorso anno e che ancora non si è visto, alla mancata stabilizzazione dello sconto fiscale del 55% per le ristrutturazioni edilizie con risparmio energetico.
Il tutto condito con balzane idee sulla liberalizzazione delle trivellazioni 2.
Certo se dovessimo paragonarlo con il governo precedente persino Passera ne uscirebbe bene.
Ma è troppo facile far meglio di chi voleva regalarci il nucleare".
Molto simile la sostanziale bocciatura che arriva da Greenpeace.
"Se il governo Berlusconi era dichiaratamente antiambientalista, con una maggioranza che votava mozioni negazioniste sul clima 3 e contro lo sviluppo del solare, Monti ci ha riportato in un ambito di civiltà europea, con un ministro dell'Ambiente che cerca almeno di fare la sua parte, e questo non è poco", commenta il direttore Giuseppe Onufrio. "Ma - avverte - è ancora del tutto insufficiente per affrontare alcune delle sfide che abbiamo davanti: sull'energia si è dato un colpo di freno eccessivo alle fonti rinnovabili (settore dichiarato a parole strategico) e si è disegnata una Strategia energetica nazionale 4 di corto respiro che dà il via libera alle trivelle a mare, mantiene la produzione a carbone e non è credibile sulle rinnovabili".
E l'industria cosa ne pensa?
Il giudizio nei confronti dell'esecutivo tecnico dell'Aper, l'associazione che riunisce le aziende del settore, ricalca il solito schema: sollievo per aver posto fine ad una situazione anomala, ma delusione nel merito delle azioni intraprese.
"Il governo Monti ha senza dubbio avuto il merito di porre fine ad un lungo periodo di incertezza normativa 5 che caratterizzava il settore, ma come Aper, principale associazione italiana di produttori di energia da fonte rinnovabile, dobbiamo purtroppo riscontrare che non si è provveduto alle necessarie semplificazioni normative che ci avrebbero potuto rendere più vicini agli standard europei", afferma il presidente, Agostino Re Rebaudengo.
"Al contrario - sottolinea - sono state introdotte nuove barriere (registri, aste, plafond, sbilanciamenti) che sono tra l'altro in contraddizione con gli obiettivi di crescita definiti nella, da poco pubblicata, Strategia energetica nazionale".
Visto da fuori dell'arena politica e imprenditoriale e valutato con gli occhi dello studioso, il bilancio su un anno di governo Monti in materia ambientale ed energetica non cambia poi molto.
"I decreti sugli incentivi alle fonti termiche, centrali per gli obiettivi europei 2020 sono ancora in gestazione, la Sen ha visto la luce in una forma piuttosto esile e poco incisiva, inoltre dal mio punto di vista, non si è lavorato sui temi dell'effettiva liberalizzazione dei mercati", sostiene Arturo Lorenzoni, direttore di Ricerca presso l'Istituto di Economia e Politica dell'Energia e dell'Ambiente della Bocconi.
"E' vero - ammette il docente - che è un esecutivo a termine, che sembra dover gestire solo l'emergenza, ma il settore dell'energia ha bisogno di competenze più forti, di segnali più chiari, meno nel segno della continuità con il passato per poter avviare un reale rinnovamento. Sono scelte politiche, certo, e forse non c'era li mandato, ma questo non può evitare un po' di delusione in chi sperava in una maggior capacità di interlocuzione sui temi tecnici rispetto al passato.
A me sarebbe piaciuto vedere una linea diversa, più capace di interpretare i cambiamenti profondi che sta vivendo il mondo dell'energia".
"In materia di clima e energia, era difficile fare peggio di quanto fatto dal governo precedente", spiega Stefano Caserini, curatore del sito Climalteranti.it, uno dei più auterevoli osservatori sul riscaldamento globale. "Alcuni passi - ricorda - si sono visti (l'avvio dei lavori per una Strategia nazionale di adattamento, la proposta di una Strategia energetica nazionale), ma nel complesso è mancato il coraggio di voltare pagina e dare importanza alle politiche ambientali e climatiche: l'azione è stata nel complesso insufficiente".
(08 novembre 2012) © Riproduzione riservata
http://www.repubblica.it/ambiente/2012/ ... ef=HREC1-7
il governo Monti bocciato in ambiente.
A un anno dal suo insediamento, da ecologisti, imprese green e studiosi bilancio negativo sull'azione dell'esecutivo tecnico:
"Troppi tagli, è mancato il coraggio di voltare pagina".
Particolarmente criticata la scelta sulle trivellazioni .
ROMA - Il 16 novembre scorso, quando si insidiò il governo Monti, fece un certo effetto sentire ben due membri del nuovo esecutivo pronunciare la parola "sostenibilità" nelle loro prime dichiarazioni programmatiche.
Reduci da tre anni di Berlusconi a Palazzo Chigi, con le sue tentazioni negazioniste sui cambiamenti climatici e le sue ambizioni nucleari, quelle affermazioni dei ministri Corrado Passera e Corrado Clini, nel clima di generale euforia per una brutta pagina che veniva finalmente girata, destarono forti speranze di un nuovo inizio.
Ottimismo rafforzato tra l'altro dal fatto che nel drastico taglio del numero dei dicasteri, tra quelli confermati c'era proprio quello dell'Ambiente.
Oggi, a distanza di un anno, cosa resta di quelle speranze?
Ben poco a sentire ambientalisti e addetti ai lavori.
Il sentimento prevalente è quello di delusione e il fatto di essere "meno peggio" di Berlusconi è un merito che si va facendo sempre più stretto. Tanto che nell'opinione del Wwf finisce per diventare un aggravante più che un attenuante.
"Dal 2008 ad oggi abbiamo assistito ad un drastico taglio degli stanziamenti a favore del ministero dell'Ambiente e delle politiche ambientali: siamo passati da 1,6 miliardi agli attuali 450 milioni 1", ricorda Stefano Lenzi, responsabile dell'Ufficio relazioni istituzionali del Panda. "Con Monti non c'è stata nessuna inversione di tendenza nel relegare l'ambiente a un ruolo di marginalità. Al contrario sono lievitati gli stanziamenti per le infrastrutture strategiche, visti i continui rincari di tutte le opere previste, fino alla cifra record del +800% toccato dal II lotto del valico dei Giovi. Ma se questo poteva essere scontato in un governo che faceva dell'improvvisazione la sua cifra - conclude Lenzi - in un governo di tecnici diventa inquietante".
Alla scelta di chiudere i rubinetti dei finanziamenti in maniera ancor più drastica che per altri settori di spesa hanno corrisposto del resto scelte in materia energetica che risultano quanto mai indigeste.
"Il giudizio sul governo Monti in campo energetico ambientale non può essere positivo", dice il senatore del Pd Francesco Ferrante:
"Troppi gli aspetti negativi: dai decreti sulle rinnovabili elettriche, che di fatto le hanno affossate, a quello sulle rinnovabili termiche che doveva essere emanato a settembre dello scorso anno e che ancora non si è visto, alla mancata stabilizzazione dello sconto fiscale del 55% per le ristrutturazioni edilizie con risparmio energetico.
Il tutto condito con balzane idee sulla liberalizzazione delle trivellazioni 2.
Certo se dovessimo paragonarlo con il governo precedente persino Passera ne uscirebbe bene.
Ma è troppo facile far meglio di chi voleva regalarci il nucleare".
Molto simile la sostanziale bocciatura che arriva da Greenpeace.
"Se il governo Berlusconi era dichiaratamente antiambientalista, con una maggioranza che votava mozioni negazioniste sul clima 3 e contro lo sviluppo del solare, Monti ci ha riportato in un ambito di civiltà europea, con un ministro dell'Ambiente che cerca almeno di fare la sua parte, e questo non è poco", commenta il direttore Giuseppe Onufrio. "Ma - avverte - è ancora del tutto insufficiente per affrontare alcune delle sfide che abbiamo davanti: sull'energia si è dato un colpo di freno eccessivo alle fonti rinnovabili (settore dichiarato a parole strategico) e si è disegnata una Strategia energetica nazionale 4 di corto respiro che dà il via libera alle trivelle a mare, mantiene la produzione a carbone e non è credibile sulle rinnovabili".
E l'industria cosa ne pensa?
Il giudizio nei confronti dell'esecutivo tecnico dell'Aper, l'associazione che riunisce le aziende del settore, ricalca il solito schema: sollievo per aver posto fine ad una situazione anomala, ma delusione nel merito delle azioni intraprese.
"Il governo Monti ha senza dubbio avuto il merito di porre fine ad un lungo periodo di incertezza normativa 5 che caratterizzava il settore, ma come Aper, principale associazione italiana di produttori di energia da fonte rinnovabile, dobbiamo purtroppo riscontrare che non si è provveduto alle necessarie semplificazioni normative che ci avrebbero potuto rendere più vicini agli standard europei", afferma il presidente, Agostino Re Rebaudengo.
"Al contrario - sottolinea - sono state introdotte nuove barriere (registri, aste, plafond, sbilanciamenti) che sono tra l'altro in contraddizione con gli obiettivi di crescita definiti nella, da poco pubblicata, Strategia energetica nazionale".
Visto da fuori dell'arena politica e imprenditoriale e valutato con gli occhi dello studioso, il bilancio su un anno di governo Monti in materia ambientale ed energetica non cambia poi molto.
"I decreti sugli incentivi alle fonti termiche, centrali per gli obiettivi europei 2020 sono ancora in gestazione, la Sen ha visto la luce in una forma piuttosto esile e poco incisiva, inoltre dal mio punto di vista, non si è lavorato sui temi dell'effettiva liberalizzazione dei mercati", sostiene Arturo Lorenzoni, direttore di Ricerca presso l'Istituto di Economia e Politica dell'Energia e dell'Ambiente della Bocconi.
"E' vero - ammette il docente - che è un esecutivo a termine, che sembra dover gestire solo l'emergenza, ma il settore dell'energia ha bisogno di competenze più forti, di segnali più chiari, meno nel segno della continuità con il passato per poter avviare un reale rinnovamento. Sono scelte politiche, certo, e forse non c'era li mandato, ma questo non può evitare un po' di delusione in chi sperava in una maggior capacità di interlocuzione sui temi tecnici rispetto al passato.
A me sarebbe piaciuto vedere una linea diversa, più capace di interpretare i cambiamenti profondi che sta vivendo il mondo dell'energia".
"In materia di clima e energia, era difficile fare peggio di quanto fatto dal governo precedente", spiega Stefano Caserini, curatore del sito Climalteranti.it, uno dei più auterevoli osservatori sul riscaldamento globale. "Alcuni passi - ricorda - si sono visti (l'avvio dei lavori per una Strategia nazionale di adattamento, la proposta di una Strategia energetica nazionale), ma nel complesso è mancato il coraggio di voltare pagina e dare importanza alle politiche ambientali e climatiche: l'azione è stata nel complesso insufficiente".
(08 novembre 2012) © Riproduzione riservata
http://www.repubblica.it/ambiente/2012/ ... ef=HREC1-7
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Re: SOS ambiente-in Italia e nel mondo
giusto una riflessione:
Italia unita dalla cementificazione selvaggia
Il cemento avanza al ritmo di 500 chilometri quadrati all’anno in Italia.
Sono i dati dell’annuario di Legambiente sul consumo di suolo lungo la penisola.
Duecento pagine che evidenziano come si costruisca non per rispondere alle domande di abitazioni o al recupero dell’esistente, ma alla speculazione immobiliare e finanziaria, rendendo le città più inquinate e poco sostenibili.
Ambiente Italia 2011, il consumo di suolo in Italia, annuario di Legambiente elaborato dall'Istituto di Ricerche Ambiente Italia, a cura di Duccio Bianchi e Edoardo Zanchini, Edizioni Ambiente 2011 - pagine: 256 - euro 22,00 - ISBN 978-88-96238-86-8
Fonte: Legambiente, Repubblica
http://www.effettoterra.org/italia_unit ... aggia.html
la provincia in cui vivo (RE) ha una superficie totale di 2293 km quadrati.
a 500 km quadrati all'anno concentrati qui, significherebbe che la mia provincia sarebbe completamente cementificata su tutta la superficie nel giro di 4 anni e 6 mesi circa.
puff...in Italia ogni 4 anni e 6 mesi sparisce una provincia:
in quel luogo non crescerebbe più una margherita e non si vedrebbe più un'ape.
a questo punto,mi sa che l'Italia DEVE assolutamente pensare e legiferare per un modello di sviluppo sostenibile...
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Re: SOS ambiente-in Italia e nel mondo
Questo è un altro punto che dimostra che la sinistra è morta da tanto tempo,…..da troppo tempo. Dimostra anche che il giovanilismo in politica c’entra ben poco. Quando dopo la sconfitta di Occhetto contro Berlusconi nel 1994, i giovani turchi del Pds diventati per l’occasione giovani leoni, mettono da parte il segretario e con lui molti del vecchio apparato nel congresso del luglio 1994, non è che successivamente ci abbiano fatto vedere un grande cambiamento.
D’Alema, Veltroni, Fassino, Mussi, Violante & Co. della parrocchietta, non hanno dato prova di essere all’altezza della situazione. Anzi, hanno concorso con il loro dirimpettaio-duce e caimano a portare allo sfascio in soli 18 anni la seconda Repubblica e l’intero Paese.
L’esperienza fatta nel vecchio Pci non gli è servita assolutamente a niente. Non hanno imparato nulla. Finalmente liberi dai vincoli della vecchia classe dirigente, hanno cambiato religione e si sono buttati in quella di POLTRONE & FORCHETTE di derivazione democristiana. Infatti sono diventati tutti democristiani. Il mondo della cultura è sempre stato attratto dal vecchio Pci, malgrado le contraddizioni di quel essere comunisti.
Nella seconda Repubblica invece c’è stato una svuotamento da parte del mondo della cultura. Non c’è stato chi al di fuori dei chierichetti, dei sacerdoti, dei cardinali degli ex Pci, potesse porre anche con forza intellettuale una serie di problemi su come si stava sviluppando il mondo ed anche il Bel Paese.
Il problema della cementificazione era uno di quelli, assieme a quello del notevole sviluppo dell’elettronica, dell’automazione, dell’informatica all’interno del mondo della produzione e dei servizi.
Era evidente che la cementificazione aveva un limite e che non poteva crescere ai ritmi forsennati in cui il caimano realizzava Milano 1 e Milano2.
Alla radice ci sta sempre un problema di natura filosofica. Nessuna religione riesce a dimostrare l’esistenza dell’aldilà. Ragione per cui, “a scanso di equivoci” i credenti, i falsi credenti e anche gli altri, sapendo che questo passaggio sul pianeta Terra è una partita unica (dei cristiani morti nessuno è mai tornato indietro per raccontare come stanno le cose, e quelli di 2.000 anni fa aspettano ancora la resurrezione come gli ebrei aspettano da 4.000 anni il Messia), …preferiscono pertanto non sprecarla. Già che ci siamo diventiamo tutti ricchi e godiamoci la vita. Ed è questo che ha permesso al profeta – caimano della religione dei danè di avere tantissimo successo subito e mantenerlo per 18 anni. Si sono convertiti anche i lavoratori della mitica Mirafiori di Torino che dalla casacca rossa sono passati a quella azzurra.
Nessuno si è mai posto il problema di sottoporre ad un intera società come stabilire i limiti della cementificazione e il rispetto dell’ambiente.
Nello stesso tempo non hanno voluto affrontare il problema economico, produttivo, occupazionale e sociale, conseguente, di cosa significava avvicinarsi al limite consentito della cementificazioni.
Tutti immersi nella corsa all’oro, non hanno voluto affrontare il problema, né ovviamente la destra che annovera il gotha delle costruzioni, né la sinistra che stava alla finestra a guardare. Nel secolo scorso con due guerre mondiali e guerricciole varie un po’ sparse per tutto il pianeta, il capitalismo ha sempre risolto il problema allo stesso modo. Radere al suolo un ragguardevole numero di città densamente popolate per poi ricominciare la costruzione fino al nuovo punto limite di saturazione.
Si sono inventati nel frattempo anche la “magica” bomba ai neutrini, la bomba che uccide tutti gli esseri viventi in un determinato raggio d’azione, ma lascia intatte le strutture.
Per gli squali del capitalismo potrebbe essere una nuova soluzione.
Si rispettano i vincoli della cementificazione e loro possono tornare a lucrare e arricchirsi con i sopravvissuti di altre zone.
D’Alema, Veltroni, Fassino, Mussi, Violante & Co. della parrocchietta, non hanno dato prova di essere all’altezza della situazione. Anzi, hanno concorso con il loro dirimpettaio-duce e caimano a portare allo sfascio in soli 18 anni la seconda Repubblica e l’intero Paese.
L’esperienza fatta nel vecchio Pci non gli è servita assolutamente a niente. Non hanno imparato nulla. Finalmente liberi dai vincoli della vecchia classe dirigente, hanno cambiato religione e si sono buttati in quella di POLTRONE & FORCHETTE di derivazione democristiana. Infatti sono diventati tutti democristiani. Il mondo della cultura è sempre stato attratto dal vecchio Pci, malgrado le contraddizioni di quel essere comunisti.
Nella seconda Repubblica invece c’è stato una svuotamento da parte del mondo della cultura. Non c’è stato chi al di fuori dei chierichetti, dei sacerdoti, dei cardinali degli ex Pci, potesse porre anche con forza intellettuale una serie di problemi su come si stava sviluppando il mondo ed anche il Bel Paese.
Il problema della cementificazione era uno di quelli, assieme a quello del notevole sviluppo dell’elettronica, dell’automazione, dell’informatica all’interno del mondo della produzione e dei servizi.
Era evidente che la cementificazione aveva un limite e che non poteva crescere ai ritmi forsennati in cui il caimano realizzava Milano 1 e Milano2.
Alla radice ci sta sempre un problema di natura filosofica. Nessuna religione riesce a dimostrare l’esistenza dell’aldilà. Ragione per cui, “a scanso di equivoci” i credenti, i falsi credenti e anche gli altri, sapendo che questo passaggio sul pianeta Terra è una partita unica (dei cristiani morti nessuno è mai tornato indietro per raccontare come stanno le cose, e quelli di 2.000 anni fa aspettano ancora la resurrezione come gli ebrei aspettano da 4.000 anni il Messia), …preferiscono pertanto non sprecarla. Già che ci siamo diventiamo tutti ricchi e godiamoci la vita. Ed è questo che ha permesso al profeta – caimano della religione dei danè di avere tantissimo successo subito e mantenerlo per 18 anni. Si sono convertiti anche i lavoratori della mitica Mirafiori di Torino che dalla casacca rossa sono passati a quella azzurra.
Nessuno si è mai posto il problema di sottoporre ad un intera società come stabilire i limiti della cementificazione e il rispetto dell’ambiente.
Nello stesso tempo non hanno voluto affrontare il problema economico, produttivo, occupazionale e sociale, conseguente, di cosa significava avvicinarsi al limite consentito della cementificazioni.
Tutti immersi nella corsa all’oro, non hanno voluto affrontare il problema, né ovviamente la destra che annovera il gotha delle costruzioni, né la sinistra che stava alla finestra a guardare. Nel secolo scorso con due guerre mondiali e guerricciole varie un po’ sparse per tutto il pianeta, il capitalismo ha sempre risolto il problema allo stesso modo. Radere al suolo un ragguardevole numero di città densamente popolate per poi ricominciare la costruzione fino al nuovo punto limite di saturazione.
Si sono inventati nel frattempo anche la “magica” bomba ai neutrini, la bomba che uccide tutti gli esseri viventi in un determinato raggio d’azione, ma lascia intatte le strutture.
Per gli squali del capitalismo potrebbe essere una nuova soluzione.
Si rispettano i vincoli della cementificazione e loro possono tornare a lucrare e arricchirsi con i sopravvissuti di altre zone.
Re: SOS ambiente-in Italia e nel mondo
(ANSA) - PIACENZA, 7 FEB - L'ing.Sabrina Romani, responsabile disattivazione dell'ex centrale nucleare Sogin di Caorso, e' iscritta nel registro degli indagati dalla Procura di Piacenza nell'inchiesta sul cattivo stato di conservazione di alcuni bidoni contenenti scorie radioattive stoccati nell'impianto.
Sentita in procura ha respinto l'accusa. L'avv. Benedetto Ricciardi ha detto che "e' alla guida dell'impianto da meno di un anno e non e' responsabile di nulla, quelli che le vengono attribuiti sono fatti datati".
Sentita in procura ha respinto l'accusa. L'avv. Benedetto Ricciardi ha detto che "e' alla guida dell'impianto da meno di un anno e non e' responsabile di nulla, quelli che le vengono attribuiti sono fatti datati".
Re: SOS ambiente-in Italia e nel mondo
ESTERI
09/07/2013
Muore di cancro l’eroe di Fukushima
Raffreddò i reattori con acqua di mare
L’ex capo della centrale nucleare
deceduto per un tumore all’esofago.
Nel 2011 andò contro gli ordini
dei suoi superiori e decise da solo
L’ex capo della centrale nucleare di Fukushima, Masao Yoshida, l’eroe che autonomamente decise di raffreddare i reattori danneggiati dal sisma/tsunami del 2011 con acqua di mare violando gli ordini dei superiori, è deceduto in mattinata in un ospedale di Tokyo per un cancro all’esofago. Yoshida, 58 anni, s’era dimesso a dicembre 2011 dalla carica a causa della malattia, ma solo dopo aver avviato gli sforzi per portare sotto controllo la struttura. La Tepco, annunciando la morte, ha escluso legami tra cancro ed esposizione radioattiva.
Oggi è stata registrata oggi una fortissima crescita dei livelli di radioattività nell’acqua del pozzo di osservazione vicino all’impianto nucleare giapponese di Fukushima, teatro del grave incidente causato da un sisma e uno tsunami. Secondo quanto ha reso noto la Tepco, società che gestisce la centrale, il livello di cesio 134 è salito ieri a 9mila bequerel per litro rispetto ai 99 di venerdì, mentre quello del cesio 137 è cresciuto a 18mila bequerel rispetto ai 210 di venerdì. Il pozzo di osservazione è stato scavato in dicembre vicino al reattore numero 2 del complesso, ad una distanza di 27 metri dall’Oceano. Non è ancora chiaro se l’acqua contaminata sia filtrata fino all’oceano. Sabato la Tepco aveva tuttavia reso noto che le analisi segnalavano un aumento dei livelli di trizio radioattivo nelle acque davanti alla centrale, con una concentrazione di circa 2.300 becquerel per litro, la più alta dall’incidente del 2011.
In Giappone la polemica sul nucleare non si ferma. Sono quattro le utility giapponesi che hanno presentato domanda alla Nuclear Regulation Authority, l’agenzia sulla sicurezza nucleare, allo scopo di poter far ripartire un totale di 10 reattori, a un giorno dall’entrata in vigore della nuova regolamentazione.
Assente dall’elenco, invece, la Tepco, il gestore della disastrata centrale di Fukushima, all’origine della peggiore crisi nucleare dopo Cernobyl. Creata a settembre del 2012, la Nra è stata ideata allo scopo di varare standard omogenei e stringenti a favore della sicurezza, dato che il suo presidente, Shunichi Tanaka, ha ammesso, incontrando la scorsa settimana la stampa estera, l’esistenza di un approccio «debole» prima dell’emergenza, auspicando che i nuovi parametri siano in grado di apportare un profondo cambiamento.
Le richieste (ognuna si compone di quasi 10.000 pagine) sono state depositate da 4 delle dieci principali utility regionali, alle prese con oneri in aumento per l’importazione di combustibili fossibili per compensare lo stop ai reattori post-Fukushima (attualmente ne sono in funzione solo 2 su 50 complessivi): Kansai Electric Power, Shikoku Electric, Kyushu Electric Power e Hokkaido Electric Power. La Tepco ha reso noto la scorsa settimana che avrebbe cercato il riavvio dei reattori n.6 e 7 della centrale di Kashiwazaki-Kariwa (prefettura di Niigata), la più grande al mondo per capacità di generazione elettrica. La decisione, presa dal consiglio direttivo della compagnia senza consultazioni, ha creato una dura reazione degli amministratori locali, tra cui il governatore di Niigata, Hirohiko Izumida, che ha chiesto urgenti spiegazioni alla società.
09/07/2013
Muore di cancro l’eroe di Fukushima
Raffreddò i reattori con acqua di mare
L’ex capo della centrale nucleare
deceduto per un tumore all’esofago.
Nel 2011 andò contro gli ordini
dei suoi superiori e decise da solo
L’ex capo della centrale nucleare di Fukushima, Masao Yoshida, l’eroe che autonomamente decise di raffreddare i reattori danneggiati dal sisma/tsunami del 2011 con acqua di mare violando gli ordini dei superiori, è deceduto in mattinata in un ospedale di Tokyo per un cancro all’esofago. Yoshida, 58 anni, s’era dimesso a dicembre 2011 dalla carica a causa della malattia, ma solo dopo aver avviato gli sforzi per portare sotto controllo la struttura. La Tepco, annunciando la morte, ha escluso legami tra cancro ed esposizione radioattiva.
Oggi è stata registrata oggi una fortissima crescita dei livelli di radioattività nell’acqua del pozzo di osservazione vicino all’impianto nucleare giapponese di Fukushima, teatro del grave incidente causato da un sisma e uno tsunami. Secondo quanto ha reso noto la Tepco, società che gestisce la centrale, il livello di cesio 134 è salito ieri a 9mila bequerel per litro rispetto ai 99 di venerdì, mentre quello del cesio 137 è cresciuto a 18mila bequerel rispetto ai 210 di venerdì. Il pozzo di osservazione è stato scavato in dicembre vicino al reattore numero 2 del complesso, ad una distanza di 27 metri dall’Oceano. Non è ancora chiaro se l’acqua contaminata sia filtrata fino all’oceano. Sabato la Tepco aveva tuttavia reso noto che le analisi segnalavano un aumento dei livelli di trizio radioattivo nelle acque davanti alla centrale, con una concentrazione di circa 2.300 becquerel per litro, la più alta dall’incidente del 2011.
In Giappone la polemica sul nucleare non si ferma. Sono quattro le utility giapponesi che hanno presentato domanda alla Nuclear Regulation Authority, l’agenzia sulla sicurezza nucleare, allo scopo di poter far ripartire un totale di 10 reattori, a un giorno dall’entrata in vigore della nuova regolamentazione.
Assente dall’elenco, invece, la Tepco, il gestore della disastrata centrale di Fukushima, all’origine della peggiore crisi nucleare dopo Cernobyl. Creata a settembre del 2012, la Nra è stata ideata allo scopo di varare standard omogenei e stringenti a favore della sicurezza, dato che il suo presidente, Shunichi Tanaka, ha ammesso, incontrando la scorsa settimana la stampa estera, l’esistenza di un approccio «debole» prima dell’emergenza, auspicando che i nuovi parametri siano in grado di apportare un profondo cambiamento.
Le richieste (ognuna si compone di quasi 10.000 pagine) sono state depositate da 4 delle dieci principali utility regionali, alle prese con oneri in aumento per l’importazione di combustibili fossibili per compensare lo stop ai reattori post-Fukushima (attualmente ne sono in funzione solo 2 su 50 complessivi): Kansai Electric Power, Shikoku Electric, Kyushu Electric Power e Hokkaido Electric Power. La Tepco ha reso noto la scorsa settimana che avrebbe cercato il riavvio dei reattori n.6 e 7 della centrale di Kashiwazaki-Kariwa (prefettura di Niigata), la più grande al mondo per capacità di generazione elettrica. La decisione, presa dal consiglio direttivo della compagnia senza consultazioni, ha creato una dura reazione degli amministratori locali, tra cui il governatore di Niigata, Hirohiko Izumida, che ha chiesto urgenti spiegazioni alla società.
Re: SOS ambiente-in Italia e nel mondo
http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/ ... a-1646845/
OVERSHOOT Day
OMA – Il nostro pianeta, la Terra, ha per quest’anno già finito al 20 di agosto le risorse che ogni anno produce. Le abbiamo consumate e ne consumiamo di più, di più, di più… E a nessuno importa nulla. si fa, facciamo tutti, governi e soprattutto cittadini di ogni paese e latitudine e cultura, come se niente fosse. Faremmo la stessa cosa se consumassimo più antibiotici di quanti se ne producono? O bevessimo più acqua di quanta ne arriva al supermercato e al rubinetto? Sì, amaramente faremmo e faremo la stessa cosa, almeno fino a quando in farmacia non diranno: l’antibiotico per suo figlio non c’è, è finito o fino a quando al supermercato di acqua minerale non ne venderanno più e quella del rubinetto sarà razionata ad ore.
Ogni anno, e ogni volta sempre prima, arriva un giorno dell’anno in cui scopriamo che abbiamo consumato le risorse che il nostro pianeta era in grado di fornirci e che vivremo i mesi restanti “a debito”. E ogni anno, puntualmente, la notizia rientra al massimo tra le curiosità di giornata e nel giro dei pochi minuti di lettura viene dimenticata.
Luca Mercalli su La Stampa, nello scrivere l’ormai consueto pezzo sulla fine annuale delle risorse, s’interroga e si stupisce della totale o quasi indifferenza che gli umani mostrano nei confronti di quella che dovrebbe essere, secondo lui e a ragione, la madre di tutte le questioni. Si stupisce di come la società umana, o le società volendone cogliere le differenze, siano pressoché insensibili sia come collettività sia come singoli nei confronti di questo problema. Nessuno o quasi, ad eccezione della Francia citata nell’articolo del quotidiano torinese, sembra porsi minimamente il problema.
Che i 7 e passa miliardi di esseri umani che popolano il pianeta Terra consumino più di quanto questo è in grado di fornire non è, è vero, una notizia “fresca”. Va infatti così da più di 20 anni. Nel 1990 gli umani finivano le risorse terrestri ad inizio dicembre, il 7 per essere precisi. Nel 2000 questa data si era spostata al primo novembre e, 10 anni dopo, è arrivata al 21 agosto. Oggi, nel 2013, la scadenza è arrivata al 20 agosto. A più di 4 mesi dalla fine dell’anno i 7,1 miliardi di esseri umani che abitano il pianeta blu hanno mangiato, bevuto e bruciato tutto quello che il loro pianeta è in grado di produrre annualmente e si avviano a vivere a debito per i prossimi 120 e più giorni. Già oggi avremmo bisogno di una Terra e mezza per soddisfare i nostri bisogni e, a metà secolo, arriveremo a tre. Un ritmo evidentemente non sostenibile che, alla lunga, potrebbe tradursi nella fine della nostra specie e del nostro pianeta almeno così come lo conosciamo.
Ma proprio nelle due paroline “alla lunga” si nasconde e racchiude il motivo per cui volutamente o meno ignoriamo il problema. Mercalli si stupisce, giustamente, ma non tiene conto di come le nostre società siano fortissimamente radicate nel presente, di come siano pressoché incapaci di ragionare in prospettiva e di come tutti noi o quasi siamo capaci di affrontare e riconoscere solo i problemi immediati.
Ogni anno finiamo sempre prima le risorse, ma questo non si traduce nell’assenza di generi alimentari nei super mercati o in black out elettrici, e quindi il problema è come se non esistesse. Se questa miopia mentale è però almeno in parte giustificabile a livello di masse, diverso dovrebbe essere il discorso per le cosiddette classi dirigenti. Queste infatti dovrebbero essere quelle in grado di ragionare in termini di prospettiva e sarebbero, tra l’altro, scelte proprio per questo. Ma limitandosi alla nostra fetta di mondo, cioè ai paesi democratici, i problemi lontani non pagano in termini di voti. Stringere la cinghia oggi per garantire un beneficio tra 20 o 50 anni sarebbe saggio, ma non farebbe quasi certamente vincere le elezioni.
Così, tra miopia delle masse e, diciamo, diverse priorità dei governi, ogni anno celebriamo sempre prima la fine delle nostre risorse perché, probabilmente, come disse un capo indiano di fronte all’ingordigia dell’uomo bianco, “solo quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto, l’ultimo fiume avvelenato, l’ultimo pesce pescato, ci accorgeremo che non si può mangiare il denaro”. Nota a margine ma non tanto, e l’Italia? Non ci facciamo mancare nulla, siamo in testa alla classifica di quelli che in proporzione consumano più risorse di quante ne producono. Consumiamo infatti quattro volte l’energia, le materie prime, il cibo, l’acqua, i pesci e tutto il resto, quattro volte più di quello che produciamo a fronte di una media mondiale dell’1,5. Ci battono solo i giapponesi, primi nella classifica dei peggiori con il loro 7,1 volte consumato a fronte dell’uno prodotto. Il Giappone, anche quello un paese per vecchi.
OVERSHOOT Day
OMA – Il nostro pianeta, la Terra, ha per quest’anno già finito al 20 di agosto le risorse che ogni anno produce. Le abbiamo consumate e ne consumiamo di più, di più, di più… E a nessuno importa nulla. si fa, facciamo tutti, governi e soprattutto cittadini di ogni paese e latitudine e cultura, come se niente fosse. Faremmo la stessa cosa se consumassimo più antibiotici di quanti se ne producono? O bevessimo più acqua di quanta ne arriva al supermercato e al rubinetto? Sì, amaramente faremmo e faremo la stessa cosa, almeno fino a quando in farmacia non diranno: l’antibiotico per suo figlio non c’è, è finito o fino a quando al supermercato di acqua minerale non ne venderanno più e quella del rubinetto sarà razionata ad ore.
Ogni anno, e ogni volta sempre prima, arriva un giorno dell’anno in cui scopriamo che abbiamo consumato le risorse che il nostro pianeta era in grado di fornirci e che vivremo i mesi restanti “a debito”. E ogni anno, puntualmente, la notizia rientra al massimo tra le curiosità di giornata e nel giro dei pochi minuti di lettura viene dimenticata.
Luca Mercalli su La Stampa, nello scrivere l’ormai consueto pezzo sulla fine annuale delle risorse, s’interroga e si stupisce della totale o quasi indifferenza che gli umani mostrano nei confronti di quella che dovrebbe essere, secondo lui e a ragione, la madre di tutte le questioni. Si stupisce di come la società umana, o le società volendone cogliere le differenze, siano pressoché insensibili sia come collettività sia come singoli nei confronti di questo problema. Nessuno o quasi, ad eccezione della Francia citata nell’articolo del quotidiano torinese, sembra porsi minimamente il problema.
Che i 7 e passa miliardi di esseri umani che popolano il pianeta Terra consumino più di quanto questo è in grado di fornire non è, è vero, una notizia “fresca”. Va infatti così da più di 20 anni. Nel 1990 gli umani finivano le risorse terrestri ad inizio dicembre, il 7 per essere precisi. Nel 2000 questa data si era spostata al primo novembre e, 10 anni dopo, è arrivata al 21 agosto. Oggi, nel 2013, la scadenza è arrivata al 20 agosto. A più di 4 mesi dalla fine dell’anno i 7,1 miliardi di esseri umani che abitano il pianeta blu hanno mangiato, bevuto e bruciato tutto quello che il loro pianeta è in grado di produrre annualmente e si avviano a vivere a debito per i prossimi 120 e più giorni. Già oggi avremmo bisogno di una Terra e mezza per soddisfare i nostri bisogni e, a metà secolo, arriveremo a tre. Un ritmo evidentemente non sostenibile che, alla lunga, potrebbe tradursi nella fine della nostra specie e del nostro pianeta almeno così come lo conosciamo.
Ma proprio nelle due paroline “alla lunga” si nasconde e racchiude il motivo per cui volutamente o meno ignoriamo il problema. Mercalli si stupisce, giustamente, ma non tiene conto di come le nostre società siano fortissimamente radicate nel presente, di come siano pressoché incapaci di ragionare in prospettiva e di come tutti noi o quasi siamo capaci di affrontare e riconoscere solo i problemi immediati.
Ogni anno finiamo sempre prima le risorse, ma questo non si traduce nell’assenza di generi alimentari nei super mercati o in black out elettrici, e quindi il problema è come se non esistesse. Se questa miopia mentale è però almeno in parte giustificabile a livello di masse, diverso dovrebbe essere il discorso per le cosiddette classi dirigenti. Queste infatti dovrebbero essere quelle in grado di ragionare in termini di prospettiva e sarebbero, tra l’altro, scelte proprio per questo. Ma limitandosi alla nostra fetta di mondo, cioè ai paesi democratici, i problemi lontani non pagano in termini di voti. Stringere la cinghia oggi per garantire un beneficio tra 20 o 50 anni sarebbe saggio, ma non farebbe quasi certamente vincere le elezioni.
Così, tra miopia delle masse e, diciamo, diverse priorità dei governi, ogni anno celebriamo sempre prima la fine delle nostre risorse perché, probabilmente, come disse un capo indiano di fronte all’ingordigia dell’uomo bianco, “solo quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto, l’ultimo fiume avvelenato, l’ultimo pesce pescato, ci accorgeremo che non si può mangiare il denaro”. Nota a margine ma non tanto, e l’Italia? Non ci facciamo mancare nulla, siamo in testa alla classifica di quelli che in proporzione consumano più risorse di quante ne producono. Consumiamo infatti quattro volte l’energia, le materie prime, il cibo, l’acqua, i pesci e tutto il resto, quattro volte più di quello che produciamo a fronte di una media mondiale dell’1,5. Ci battono solo i giapponesi, primi nella classifica dei peggiori con il loro 7,1 volte consumato a fronte dell’uno prodotto. Il Giappone, anche quello un paese per vecchi.
Re: SOS ambiente-in Italia e nel mondo
@mariok
si sapeva ... ma quello che sta emergendo porta finalmente alla luce molti particolari
tu che ci dici ??? ci sono industrie alimentari in zona?
(ANSA) - CASAL DI PRINCIPE (CASERTA), 17 SET - Alcuni fusti completamente sbriciolati, contenenti fanghi, forse frutto dei processi di depurazione industriali, sono stati trovati a Casal di Principe (Caserta) dove da stamani sono in corso lavori coordinati dai Carabinieri ed eseguiti con l'aiuto dei vigili del fuoco e dei tecnici dell'Arpac.
I rifiuti sono stati trovati in uno dei punti indicati da un collaboratore di giustizia, a una profondità di nove metri.
L'intervento era stato programmato in seguito alle rivelazioni di questo collaboratore di giustizia di cui non è stato diffuso il nome. In ogni caso, non si tratta di Carmine Schiavone, che nei giorni scorsi, in un'intervista, si era soffermato proprio sull'attività illegale di interramento di rifiuti pericolosi da parte della camorra nel Casertano.
I fanghi saranno sottoposti a controlli per accertare se siano o meno radioattivi. Lo si apprende da fonti investigative. Gli scavi proseguiranno perché si ritiene che non tutto il materiale interrato dalla camorra sia finora venuto alla luce. I tecnici dell'Arpac stanno prelevando campioni di fango e terreno da sottoporre ad analisi, comprese quelle radioattive.
Il materiale fangoso è stato trovato a 9 metri di profondità e a circa 4-5 metri di distanza dal punto dove si ritiene ci sia la falda acquifera. Lo si apprende dai vigili del fuoco del comando provinciale di Caserta. Lo scavo è largo circa 4-5 metri e profondo dieci.
Nel terreno a Casal di Principe (Caserta) dove sono stati rinvenuti fanghi e fusti sbriciolati sarebbero interrati rifiuti, quasi certamente tossici, pari al contenuto di 20 camion. Lo ha rivelato agli inquirenti il pentito che ha consentito oggi il ritrovamento dei rifiuti e che ha avviato da alcuni mesi la sua collaborazione con i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli dicendo di aver guidato la ruspa usata per interrare i rifiuti.
si sapeva ... ma quello che sta emergendo porta finalmente alla luce molti particolari
tu che ci dici ??? ci sono industrie alimentari in zona?
(ANSA) - CASAL DI PRINCIPE (CASERTA), 17 SET - Alcuni fusti completamente sbriciolati, contenenti fanghi, forse frutto dei processi di depurazione industriali, sono stati trovati a Casal di Principe (Caserta) dove da stamani sono in corso lavori coordinati dai Carabinieri ed eseguiti con l'aiuto dei vigili del fuoco e dei tecnici dell'Arpac.
I rifiuti sono stati trovati in uno dei punti indicati da un collaboratore di giustizia, a una profondità di nove metri.
L'intervento era stato programmato in seguito alle rivelazioni di questo collaboratore di giustizia di cui non è stato diffuso il nome. In ogni caso, non si tratta di Carmine Schiavone, che nei giorni scorsi, in un'intervista, si era soffermato proprio sull'attività illegale di interramento di rifiuti pericolosi da parte della camorra nel Casertano.
I fanghi saranno sottoposti a controlli per accertare se siano o meno radioattivi. Lo si apprende da fonti investigative. Gli scavi proseguiranno perché si ritiene che non tutto il materiale interrato dalla camorra sia finora venuto alla luce. I tecnici dell'Arpac stanno prelevando campioni di fango e terreno da sottoporre ad analisi, comprese quelle radioattive.
Il materiale fangoso è stato trovato a 9 metri di profondità e a circa 4-5 metri di distanza dal punto dove si ritiene ci sia la falda acquifera. Lo si apprende dai vigili del fuoco del comando provinciale di Caserta. Lo scavo è largo circa 4-5 metri e profondo dieci.
Nel terreno a Casal di Principe (Caserta) dove sono stati rinvenuti fanghi e fusti sbriciolati sarebbero interrati rifiuti, quasi certamente tossici, pari al contenuto di 20 camion. Lo ha rivelato agli inquirenti il pentito che ha consentito oggi il ritrovamento dei rifiuti e che ha avviato da alcuni mesi la sua collaborazione con i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli dicendo di aver guidato la ruspa usata per interrare i rifiuti.
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