Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
FARSAKISTAN ALLE VONGOLE,……. TRICOLORI - 5
Personaggi ed interpreti
- Il Caimano, lui c’entra sempre
- Il premier Andreotti-Letta
- Il vice premier Arnaldo Forlani-Alfano
- Il ministro degli Esteri Bonino
- Nonna Pina Cancellieri, ministro della Giustizia Giusta
- Epifanio, segretario della nueva Dc
- Procaccini, Capo di Gabinetto di Arnaldo Forlani-Alfano
- Boccacucita Giorgio, l’uomo del Colle
- ed altri
Secondo episodio
17 luglio 2013
E LE PALLE STANNO A GUARDARE - 2
Qui ci vorrebbe il commento di un esperto come il "panneliano".
il Fatto 17.7.13
Perché Pannella stavolta continua a mangiare?
di Pino Corrias
NON ARRIVANO notizie di imminenti digiuni o piagnistei di Marco Pannella per la libertà di Alma e di Aluà, la moglie e la figlia del dissidente Albyazov, che il nostro governo ha appena rispedito nella galera kazaka da cui fuggivano, fregandosene delle conseguenze che ora subiranno, in cambio di un po’ di gas. Ma anzi risulta che ogni sera a cena da Fortunato al Pantheon o in qualche mensa della Farnesina, continuino i festeggiamenti che Pannella dedica alla sua creatura meglio riuscita, dopo se stesso. Quella Emma Bonino diventata ministro degli Esteri dopo che alle ultimissime elezioni – le Regionali del Lazio dell’anno 2013 – ha incassato la bellezza di 316 preferenze, realizzando il sogno di ogni minoranza. Ma senza il lieto fine. Anzi testimoniando quanto sia conveniente e triste sottomettersi al potere che ti ha appena incoronato. E dopo un trentennio passato a difendere i perseguitati di tutti i mondi lontani, farsi sfuggire l’unica coppia di perseguitati che proprio sotto casa Bonino avrebbe potuto difendere senza alzare un grammo di polvere, né una lacrima, né un digiuno. Ma solo facendo il suo dovere.
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E LE PALLE STANNO A GUARDARE - 2
Qui ci vorrebbe il commento di un esperto come il "panneliano".
il Fatto 17.7.13
Perché Pannella stavolta continua a mangiare?
di Pino Corrias
NON ARRIVANO notizie di imminenti digiuni o piagnistei di Marco Pannella per la libertà di Alma e di Aluà, la moglie e la figlia del dissidente Albyazov, che il nostro governo ha appena rispedito nella galera kazaka da cui fuggivano, fregandosene delle conseguenze che ora subiranno, in cambio di un po’ di gas. Ma anzi risulta che ogni sera a cena da Fortunato al Pantheon o in qualche mensa della Farnesina, continuino i festeggiamenti che Pannella dedica alla sua creatura meglio riuscita, dopo se stesso. Quella Emma Bonino diventata ministro degli Esteri dopo che alle ultimissime elezioni – le Regionali del Lazio dell’anno 2013 – ha incassato la bellezza di 316 preferenze, realizzando il sogno di ogni minoranza. Ma senza il lieto fine. Anzi testimoniando quanto sia conveniente e triste sottomettersi al potere che ti ha appena incoronato. E dopo un trentennio passato a difendere i perseguitati di tutti i mondi lontani, farsi sfuggire l’unica coppia di perseguitati che proprio sotto casa Bonino avrebbe potuto difendere senza alzare un grammo di polvere, né una lacrima, né un digiuno. Ma solo facendo il suo dovere.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Caro Camillobenso.Nei vari TG si riporta che Alfano era stato informato.Quindi sapeva.
Ciao
Paolo11
Ciao
Paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?
paolo11 ha scritto:Caro Camillobenso.Nei vari TG si riporta che Alfano era stato informato.Quindi sapeva.
Ciao
Paolo11
Certamente caro Paolo che Alfano sapeva.
Notizie relative a alfano era stato informato il 2 giugni dalla ...
1. La Bonino: informai Alfano il 2 giugno
Globalist.it - 3 giorni fa
"Il 2 giugno, durante la Festa della Repubblica, dissi ad Alfano di seguire il... racconta di aver informato il ministro dell'Interno Angelino Alfano e il ...dovrà dire davanti all'opinione pubblica: si sono stato io", afferma Bonino, ...
1. Giallo Shalabayeva - Bonino:"Alfano era informato"
Ancona.OggiNotizie.it - 2 giorni fa
1. Caso kazako: tutti i punti da chiarire. Alfano e Bonino sapevano?
http://www.today.it/rassegna/caso-ablya ... stan.html
o
2 giorni fa - Continua a fare discutere il caso della moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, ... della vicenda il 2 giugno alla parata per la festa della Repubblica: il ministro ...È credibile che il ministro non ne sia stato informato? 2. Il ministro ...
1. Caso Ablyazov: Bonino, informai Alfano il 2 giugno 'Dimettermi non ...
http://www.huffingtonpost.it/.../caso-a ... -2-giu...
3 giorni fa - "Il 2 giugno, durante la Festa della Repubblica, dissi ad Alfano di seguire il caso ... Bonino racconta di aver informato il ministro dell'Interno Angelino Alfano e il premier ... Questo commento non è stato ancora pubblicato.
1. emma bonino scarica il pasticcio kazako su alfano ma sono sulla ...
http://www.dagospia.com/.../1-emma-boni ... su-alf...
•
3 giorni fa - a) La Bonino sostiene di aver avvertito della vicenda Alfano e Letta (nipote) il 2 giugno. Cosa ha fatto il Ministro ... 2. DIMISSIONI, SUBITO di Ezio Mauro per La Repubblica. shalabaieva ... Se Alfano era il regista del contatto, o se ne è stato informato,
1. Bonino: informai Alfano il 2 giugno - Rainews24.it
http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=179740
o
3 giorni fa - ''Il 2 giugno, durante la Festa della Repubblica, dissi ad Alfano di seguire il ...racconta di aver informato il ministro dell'Interno Angelino Alfano e il ... dire davanti all'opinione pubblica: si sono stato io'', afferma Bonino, che ...
1. Giallo Shalabayeva - Bonino:"Alfano era informato" - OGGI NOTIZIE
http://www.ogginotizie.it › Politica
o
3 giorni fa - Il Ministro Bonino era stato messo al corrente della situazione delicata ...Angelino Alfano e l'occasione fu quella della parata del 2 giugno.
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17 LUGLIO 2013
Le bugie di Alfano hanno le gambe corte
Il capo di gabinetto del Viminale - che si è dimesso - smentisce la versione del caso Ablazyov data dal ministro dell'Interno in Parlamento. Il caso non è chiuso: venerdì il voto sulle mozioni di sfiducia. Tensione nel Pd. Agli arresti l’intera famiglia Ligresti per falso in bilancio e aggiotaggio. Schettino chiede il patteggiamento per il naufragio della Concordia. Il commento del direttore Ezio Mauro in apertura della riunione della redazione del mattino. Gli interventi dei responsabili dei settori. Le nostre telecamere dentro Repubblica
di Gianluca Luzi a cura di Giorgio Caruso
http://video.repubblica.it/rubriche/rep ... ef=HRER1-1
ASCOLTA EZIO MAURO
*****
Caso Shalabayeva, si dimette Procaccini.
Il legale: "Polizia sapeva chi è Alma"
Il capo di Gabinetto del ministro dell'Interno Alfano, che riferirà al Senato nel pomeriggio e alla Camera in serata, ha lasciato l'incarico in relazione alla vicenda Ablyazov. Rischia il posto anche il capo della polizia pro tempore Marangoni. Venerdì mozione di sfiducia per Alfano. Maroni: "In casi del genere, ministro coinvolto". Epifani invita a fare chiarezza: "Dimissioni Alfano potrebbero aprire crisi di governo". Renzi: "Letta prenda posizione". E l'Ue chiede informazioni sul caso. Il premier: "Il governo andrà avanti".
Lo leggo dopo
ROMA - Giuseppe Procaccini, il capo gabinetto del ministro dell’Interno Angelino Alfano, si è dimesso. La decisione è arrivata ieri sera, dopo le polemiche che hanno investito il ruolo avuto da lui nella gestione del caso Shalabayeva. Procaccini, che avrebbe presentato una lettera al ministro in cui spiega i motivi per cui lascia l'incarico, è dunque il primo a fare un passo indietro in seguito alla vicenda, ma nonostante questo l'ex capo di gabinetto continua a difendere il vicepremier assicurando che il ministro "non sapeva" dell'accaduto. Angelino Alfano alle 18 riferirà sulla vicenda al Senato e alle 20 alla Camera.
Il ruolo di Procaccini. Il prefetto Procaccini, su indicazione di Alfano - secondo quanto è emerso finora - incontrò il 28 maggio scorso al Viminale l'ambasciatore kazako Andrian Yelemessov e il suo primo consigliere. Al centro della riunione Muktar Ablyazov, dissidente kazako oppositore del regime, già capo di un'importante banca kazaka, accusato di truffa e ricercato dal Kazakistan e anche da Mosca, come risulta dalla sua scheda inserita nel sito dell'Interpol. Muktar Ablyazov - dissero i diplomatici - era a Casal Palocco. Procaccini spiegò ai kazaki che la competenza era della polizia e li inviò al Dipartimento della pubblica sicurezza, da dove la segnalazione dei diplomatici fu girata alla Questura di Roma. Seguirono il blitz nella villa di Casal Palocco e la successiva espulsione, poi revocata, di Alma Shalabayeva.
Epifani: "Se vero, perché Alfano non sapeva?". Le dimissioni del capo gabinetto del Viminale Giuseppe Procaccini sono "un fatto non usuale", è stato il commento del lader del Pd, Guglielmo Epifani,ospite di Repubblica.it: "Non ricordo uno con un ruolo così importante dimissionario". Epifani, che ha insistito sulla necessità di fare chiarezza sulla vicenda, ha però sottolineato che bisogna anche capire i motivi per i quali Alfano sarebbe stato tenuto all'oscuro. Poi, però, ha detto che, nel caso risultasse che era al corrente, "va da sé che debba dimettersi". Eventuali dimissioni di Alfano potrebbero causare una crisi di governo.
Il rapporto di Pansa. Era un passaggio atteso da giorni la consegna, da parte del capo della polizia Alessandro Pansa, di un rapporto sul caso Ablyazov: sull'espulsione in tutta fretta dall'Italia di moglie e figlia del dissidente kazako. La relazione è arrivata in mattinata al Viminale. Il capo della polizia, Alessandro Pansa, poi verrà audito in commissione diritti umani in Senato, dopo l'informativa del governo. Lo ha annunciato il senatore del Pd, Luigi Manconi. Intanto la Farnesina "valuterà i termini delle iniziative da assumere presso le aurotità kazake", in particolare per capire "come l'ambasciatore abbia potuto accedere agli uffici del Viminale. Sicuramente non si è rivolto a noi", ha detto il viceministro degli Esteri Lapo Pistelli in Commissione Esteri della Camera.
Renzi: "Ora Letta intervenga su Alfano". ''Il presidente del Consiglio
Letta sentirà cosa dirà Alfano, valuterà e prenderà una posizione, dirà se le spiegazioni date lo hanno convinto. Sono sicuro che Letta dirà parole chiare'', ha detto Matteo Renzi, sindaco di Firenze. "Immagino andrà in aula egli stesso e dovrà prendere posizione sulla vicenda, dovrà dire se le considerazioni di Alfano lo avranno convinto o no. Io - ha aggiunto - non entro nel 'giochino', dico che sia Letta a giudicare se il suo ministro degli Interni e il suo ministro degli Esteri hanno agito correttamente''.
L'Ue chiede informazioni. L'Unione europea "ha chiesto informazioni alle autorità italiane su quanto avvenuto" nell'espulsione della moglie e della figlia del dissidente. Lo riferiscono fonti europee precisando come le informazioni chieste da Bruxelles servano a "verificare che siano state seguite le norme europee" in materia di asilo.
Cancellieri: "Convinta che il ministro non sapesse". Il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri si dice "onestamente, convinta che Alfano non sapesse. Per una normale espulsione non si informa il ministro, altrimenti dovrebbero informarlo centinaia di volte". Ma aggiunge: "La mancanza è stata proprio quella, considerarla una normale espulsione".
Letta fiducioso sulla tenuta del governo: "Non ho alcun dubbio che il governo
andrà avanti e che supererà questi ostacoli" ha cmmentato il premier, Enrico Letta, rispondendo alla domanda di un giornalista che gli chiedeva se il governo potesse resistere a eventuali ripercussioni della vicenda Shalabayeva e a un'eventuale condanna di Silvio Berlusconi.
Franceschini: "Relazione letta in Aula da Alfano". ''Su questa vicenda nell'interesse di tutti serve la massima trasparenza per questo il governo ha chiesto che la relazione del capo della polizia fosse resa pubblica dal ministro dell'Interno", ha detto il ministro Dario Franceschini a margine della capigruppo del Senato, annunciando che il governo ha chiesto che la relazione del capo della polizia fosse resa pubblica dal ministro dell'interno direttamente in parlamento: "la relazione del Capo della polizia sarà resa pubblica" attraverso l'informativa che il ministro Alfano renderà al Senato alle 18.
Legale di Shalabayeva: "C'erano elementi per sapere". "In questa vicenda c'è stata una violazione evidente dei diritti umani e non mi pare neppure del tutto esatto quel che si dice nel decreto di revoca dell'espulsione, cioè che non si sapessero certe cose: chi operava aveva gli elementi per sapere chi fosse Alma Shalabayeva". Lo dichiara l'avvocato Riccardo Olivo, legale della donna espulsa in Kazakistan, che oggi sarà in audizione dalla Commissione diritti umani del Senato. Il legale spiega inoltre che l'audizione, seguito di una precedente convocazione da parte della Commissione, è stata indetta "su richiesta di alcuni componenti della Commissione stessa e in particolare esponenti del Pdl, che nel precedente incontro non hanno potuto fare tutte le domande che ritenevano necessarie e hanno chiesto una nuova convocazione per approfondimenti e ulteriori quesiti".
Chi pagherà. A farne le spese potrebbero essere proprio i vertici del dipartimento di Pubblica sicurezza, del Viminale, forse anche della questura di Roma. La linea del vicepremier, che insiste nel negare ogni responsabilità, è di sacrificare un'intera linea di comando. Oltre a Procaccini, rischiano il segretario del dipartimento di sicurezza, Alessandro Valeri e il capo della polizia pro tempore, Alessandro Marangoni e il capo dell'ufficio immigrazione. Ieri Pansa ha convocato nel suo ufficio i protagonisti di questa storia. Il dossier servirà a chiarire i dettagli tecnici di una storia peraltro già ampiamente conosciuta. Ma i nodi politici restano tutti. E infatti alla politica, cioè al ministro, spetterà decidere chi "sacrificare" tra i dirigenti.
La reazione dei dirigenti: "Ho fatto il mio lavoro, come ogni giorno. Da sette anni. Per onestà intelletuale ed educazione familiare sono abituato a dire sempre la verità e a non nascondermi dalle mie responsabilità". Sono le parole di Maurizio Improta, dirigente dell'ufficio immigrazione della Questura di Roma dopo l'informativa. Improta si dice sereno: "Rispetto i miei superiori da sempre e specialmente in questo momento. Ho sempre risposto alle norme dei codici e alle leggi -rivendica- non entro in altro tipo di valutazioni, che non mi competono".
La mozione di sfiducia. Il governo aveva previsto di riferire sulla spinosissima vicenda in commissione Esteri, sulla base della relazione di Pansa. Ma il piano viene vanificato dall'arrivo della mozione di sfiducia congiunta di M5s e Sel. Il dibattito sarà dunque sulle dimissioni di Alfano.
La mozione sarà discussa e votata dall'assemblea del Senato venerdì 19
luglio a partire dalle 8,30. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama, secondo quanto riferito dalla capogruppo Sel, Lorendana De Petris al termine della riunione. La chiama per il voto iniziera' dalle 12,30. E per il ministro i rischi sono molti. Soprattutto se dovesse passare la richiesta di un voto segreto. Nel Pdl tutti, falchi e colombe, nelle ultime ore si sono ufficialmente schierati a tutela del segretario Pdl. Ma resa da capire cosa accadrà nelle urne. Visti soprattutto i tanti mal di pancia nell'area Pd. Soprattutto nell'area renziana. E i parlamentari socialisti, secondo indiscrezioni, sono orientati a votare la sfiducia ad Alfano sostenendo, quindi, la mozione Sel-M5s. "Sulla vicenda Ablyazov è giusto fare luce. Ma vanno ricordati due fatti fondamentali. Il primo è che sul 'dissidente' kazako pendono una serie di mandati di cattura emessi dall'Interpol. Il secondo è che la magistratura italiana con più atti ha avallato l'operato della nostra polizia. Niente speculazioni politiche, quindi. Chiarimenti sono necessari, ma gli attacchi al ministro Alfano sono assolutamente ingiustificati", è la posizione di Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato (Pdl). "Alfano resterà al suo posto? Penso proprio di sì. Anche perché normalmente le mozioni di sfiducia
individuali hanno un effetto perverso, rafforzano i governi, rafforzano i ministri contro cui sono rivolte e indeboliscono chi le fa, in questo caso Sel di Vendola e i grillini", ha detto Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati, intervenendo a "Radio Anch'io", su Radio Uno.
Maroni: "Ministro coinvolto". ''Non faccio valutazioni, dico solo da ex ministro dell'Interno che casi del genere erano gestiti dalla struttura con il coinvolgimento di tutti, anche ovviamente del ministro''. Il segretario della Lega, Roberto Maroni, ha risposto così a chi gli chiedeva se ritenga che il ministro Alfano debba dimettersi per la gestione del caso Ablyazov.
Le congratulazioni kazake. A rendere complessa la situazione di Alfano c'è un ulteriore dettaglio, emerso in queste ore. Il 31 maggio, il giorno dopo l'espulsione di Alma Shalabayeva e della figlia, l'ambasciata kazaka mandò un fax all'ufficio immigrazione per congratularsi per il successo e la rapidità dell'espulsione. Possibile che anche questo documento sia rimasto sconosciuto al ministro e al suo gabinetto? Ricordiamo che fu proprio Alfano, il 28 maggio al Viminale, a chiedere al suo capo di gabinetto di ricevere l'ambasciatore kazako e il suo primo consigliere per ascoltare le loro richieste. Ma - dice il responsabile del Viminale - lui non seppe più nulla di quella pratica.
Osservatorio diritti dei minori: "Grave violazione". L'osservatorio sui diritti dei minori interviene sul caso shalabayeva con una nota del vicepresidente, Antonino Napoli, nella quale si evidenzia come "lo Stato italiano abbia dimostrato che le leggi e le convenzioni sui minori sono solo carta scritta".
http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... -63064280/
*****
Caso Ablyazov, Procaccini: "Alfano sapeva.
Nessuno mi disse dell'espulsione"
Il capo di gabinetto del ministro dell'Interno conferma che fu il ministro a chiedergli di incontrare l'ambasciatore kazako, il quale gli riferì solamente della presenza a Roma, di un "pericoloso latitante. "Informai poi Alfano che l'uomo non era stato trovato, ma nessuno mi parlò della moglie e della figlia"
di CARLO BONINI
ROMA - Alle tre del pomeriggio, la voce di Giuseppe Procaccini, capo di gabinetto del ministro dell'Interno Angelino Alfano, non suona ancora come quella di un ex, quale pure ormai è. Né ha la remissività dell'agnello sacrificale. "Guardi - dice al telefono - Non sono abituato a smentire notizie vere. Quindi le confermo che mi sono dimesso ieri sera (lunedì, ndr). Ma le dico anche che il mio è un gesto di buona volontà per il bene dell'Amministrazione. Per svelenire questo incredibile clima. Ora sono fuori dal ministero per meditare un po'. Diciamo che adesso il mio stato d'animo è particolare. Domani, magari, tornerò nel mio ufficio per raccogliere le mie cose".
Di andarsene glielo avrebbe chiesto comunque Alfano sulla base della relazione Pansa.
"Ho preferito farlo prima. Non aspettare. Anche perché fosse chiaro che non ho nulla da rimproverarmi, che la mia coscienza, per quanto amareggiata, è serena. E comunque, mi creda, non avevo né ho bisogno della relazione del capo della Polizia per sapere come sono andate le cose. Io so perfettamente cosa è successo ".
E come sono andate le cose?
"Il 28 maggio, nel tardo pomeriggio, inizio sera, dopo che era già stato in Questura, ho ricevuto nel mio ufficio al Viminale l'ambasciatore kazako, che mi ha rappresentato la situazione di questo pericoloso latitante che si sarebbe trovato in una villa a Casal Palocco. E ho quindi immediatamente interessato della questione il Dipartimento della Pubblica sicurezza nella persona del dottor Valeri. Ho fatto da tramite. Nient'altro".
Era stato il ministro Alfano a chiederle di ricevere l'ambasciatore kazako?
"Sì. Ero stato informato che l'ambasciatore doveva riferirmi una questione molto delicata".
E lei, dopo aver incontrato l'ambasciatore, riferì al ministro Alfano quanto le aveva chiesto sul conto di Ablyazov? Che della questione si sarebbe occupato il Dipartimento?
"Sì. Gliene accennai successivamente ".
Quando?
"Non la sera del 28, perché ricordo che l'incontro con l'ambasciatore al ministero finì molto tardi. Direi dunque il giorno successivo. Il 29".
E lo fece per iscritto?
"Verbalmente. Penso sia normale ".
Dunque, il 29 maggio, il ministro dell'Interno sapeva che la diplomazia kazaka aveva chiesto l'arresto di un latitante. Corretto?
"Si. Di un pericoloso latitante".
Possibile che nessuno al Viminale, né lei, né al dipartimento, sapessero che Ablyazov era un dissidente kazako?
"Io non avevo questa informazione. L'ambasciatore kazako mi parlò soltanto di un pericoloso latitante. E mi risulta che anche nelle banche dati Interpol sul soggetto in questione non vi fossero informazioni diverse dai reati per i quali era ricercato".
Il 29 la frittata è fatta. La polizia, infatti, non trova Ablyazov, ma ferma sua moglie e la sua bimba di 6 anni.
"A me questo non venne comunicato ".
Non venne comunicato cosa?
"Non mi venne comunicato del fermo della signora e di sua figlia. A me venne solo comunicato dal Dipartimento, in modo sintetico, che la ricerca del latitante in questione aveva dato esito negativo. Che il soggetto non era stato trovato in quella casa. Nulla di più. E per me, quindi, la storia finiva lì. Non c'erano ulteriori notizie che io dovessi comunicare a chicchessia".
Della signora Shalabayeva quando ha saputo?
"Dai giornali".
Dai giornali?
"Dai giornali".
Agli atti dell'inchiesta risulta che il 31 maggio, poco prima che l'aereo con Shalabayeva e sua figlia decollasse da Ciampino, il consigliere di ambasciata kazako Nurlan Khassen, che era sulla pista, per cinque volte compose dal suo cellulare il suo numero di telefono, mostrando anche ai poliziotti il suo biglietto da
visita.
"Non ho parlato con nessuno quel pomeriggio della signora Shalabayeva. E ripeto che ho appreso della questione solo quando divenne di pubblico dominio".
E perché il Dipartimento le ha taciuto della donna?
"Non lo so e non voglio addossare colpe a nessuno".
Se lei, come dice, non ritiene di avere responsabilità, perché allora si dimette?
"Perché l'amministrazione di cui faccio parte e questo nostro povero Paese hanno bisogno che nelle istituzioni non venga meno la fiducia e l'autorevolezza. A questo Paese va data una mano. E la mia decisione di lasciare quella che è stata la mia vita vuole essere un contributo al recupero della serenità".
(17 luglio 2013)© RIPRODUZIONE RISERVAT
http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... -63137243/
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IL CAPO DI GABINETTO LASCIA PER IL CASO KAZAKO
Procaccini si dimette e rivela:
«Informai il ministro. Mi sento offeso»
Alfano: «Nessuno ci ha detto che si trattava di un dissidente né abbiamo saputo nulla dell'espulsione di moglie e figlia»
Non ha nascosto di essere «nauseato e ingiustamente offeso» Giuseppe Procaccini, il capo di Gabinetto del Viminale che ieri si è dimesso in seguito al coinvolgimento nel caso del rimpatrio della moglie e della figlia del dissidente kazako Ablyazov. Procaccini, nonostante Angelino Alfano lo abbia negato in Parlamento, sostiene di averlo informato dell'incontro con l'ambasciatore kazako «venuto a parlare della ricerca di un latitante» e di aver passato la pratica al prefetto Alessandro Valeri. Il ministro Alfano, dopo aver accettato le dimissioni di Procaccini, ha chiesto l'avvicendamento di Valeri.
Ha scelto di andarsene prima di essere cacciato, al termine di una carriera durata quarant'anni e segnata dalla fiducia massima di tutti i ministri che si sono avvicendati all'Interno. Ma non ha nascosto di essere «nauseato, per quanto è accaduto». Perché Giuseppe Procaccini è un uomo delle istituzioni e mai sarebbe rimasto al suo posto dopo il terremoto provocato dall'espulsione di Alma Shalabayeva e di sua figlia Alua, di appena 6 anni, il 31 maggio scorso a bordo di un jet privato messo a disposizione dalle autorità kazake. Ma mai avrebbe immaginato che potesse finire così. Il prefetto paga per tutti e nella lettera di dimissioni consegnata lunedì sera al titolare dell'Interno Angelino Alfano lo ha scritto esplicitamente: «Dopo tanti anni di carriera vado via, ma sono stato ingiustamente offeso». Il motivo lo ha spiegato in maniera chiara a tutti coloro che lo hanno chiamato ieri per esprimergli solidarietà: «Ho ricevuto l'ambasciatore kazako al Viminale perché me lo disse il ministro spiegandomi che era una cosa delicata. L'incontro finì tardi e quindi quella sera non ne parlai con nessuno. Ma lo feci il giorno dopo, spiegando al ministro che il diplomatico era venuto a parlare della ricerca di un latitante. Lo informai che avevo passato la pratica al prefetto Valeri».
Procaccini lo dice adesso che ha già sgomberatol'ufficio, consapevole che il ministro continuerà a negarlo, come del resto ha fatto ieri di fronte al Parlamento. Eppure è proprio questa circostanza a tenere aperta la vicenda, il caso politico che continua a far fibrillare il governo. Perché riapre gli interrogativi sulla catena informativa arrivata fino al vertice del Viminale. «Ho saputo di questa storia per la prima volta quando sono stato contattato da Emma Bonino», ha sempre sostenuto Alfano. Procaccini fornisce una diversa versione. Nega di avergli parlato dell'espulsione e dell'avvenuto rimpatrio, ma conferma di averlo informato relativamente al colloquio avuto con il diplomatico. Esattamente come ha sempre fatto nel corso della sua carriera, non a caso è famoso al Viminale per i continui «appunti» che redige.
Del resto, sia pur velatamente, ne lascia traccia proprio nella lettera al ministro, il suo ultimo atto ufficiale: «Le confermo che ho mantenuto una linearità istituzionale priva di ogni invasività, cercando di operare da tramite funzionale circa la presenza nel nostro Paese di un pericoloso latitante armato». È questo il nodo. Il capo di gabinetto ribadisce che nessuno gli parlò del fatto che Mukhtar Ablyazov fosse un dissidente. Lo ribadisce adesso che ha deciso di farsi da parte: «Nessuno mi parlò mai dell'espulsione di sua moglie e di sua figlia. Anzi. Al termine del blitz Valeri mi comunicò che il latitante non era stato trovato e per me la vicenda si chiuse lì. Non sapevo nulla dell'espulsione. Nessuno mi ha informato di quanto accaduto relativamente alla pratica gestita dall'ufficio Immigrazione». Lo scrive anche nella missiva consegnata ad Alfano: «Sono testimone di quanta distorsione profonda dalla realtà sia stata consumata in questi giorni da una comunicazione velenosa, offensiva, fantasiosa e stancante. Devo confessarle che ho continuamente ripercorso la vicenda e mi sono anche interrogato se qualcosa mi fosse sfuggita, ma tutto mi riporta alla obiettiva circostanza di non essere stato informato».
Non sono stati facili questi ultimi giorni al Viminale. Perché via via che filtrava la ricostruzione di quanto accaduto in quei quattro giorni di fine maggio, Procaccini e il ministro si sono confrontati in continuazione. E in alcuni momenti c'è stata anche tensione forte, confronto aspro per la necessità di tenere una posizione che diventava sempre meno credibile. Tra otto mesi il prefetto va in pensione. Non avrebbe mai creduto di poter andare via prima. Lo scrive in modo forte, diretto: «Penso che per un capo di gabinetto dell'Interno ci sia un livello diverso di obblighi e responsabilità. L'essenza della mia funzione mi impedisce di replicare esplicitamente ma è poi la funzione stessa che è fondata sul rispetto, la fiducia senza condizioni, la stima e l'autorevolezza interna. Gli attacchi indecenti minano e incrinano tale delicato ruolo e influenza, o rischiano di farlo, il rapporto fiduciario con gli uomini delle forze di polizia, del soccorso e i tanti colleghi e collaboratori. Eppure fino a ieri l'ho sentita la fiducia, ne sono stato fiero nei tanti anni di servizio pubblico, soprattutto cercando di dare un esempio. È vero che è amaro e ingiusto lasciare in questo modo, ma l'Amministrazione ha ancora più bisogno dell'esponente apicale motivato».
C'è un aspetto della sua vita privata che Procaccini svela nella lettera proprio per dimostrare il dolore e lo sgomento per l'esito di questa storia. E infatti, dopo aver sottolineato il suo «totale impegno personale», scrive: «Ciò mi ha sicuramente limitato nella mia dimensione familiare e ne ho sempre sofferto, soprattutto quando ho visto il mio amato figliolo Fabrizio andare pian piano via. Di lui ricordo che mi disse con un filo di voce: "Avrei voluto che tu fossi orgoglioso di me". Eppure io lo sono stato immensamente e spero che lui sappia quanto e nell'assistere al suo saluto gli ho promesso che avrei cercato di agire perché lui fosse orgoglioso di me. Anche questo è per me motivo di tormento e non posso non tenerne conto mentre vengo ingiustamente offeso. Del resto la soddisfazione di aver lavorato tanti anni in una posizione che non potevo neanche immaginare di ricoprire mi lascia senza rimpianti».
Procaccini sa che la parola fine non è stata ancora scritta e conta «sulla pacata riconsiderazione delle azioni, affinché si possa riportare alla ragione i tanti preconcetti, le tante malevolenza espresse e favorite e le tante affermazioni oltraggiose e quelle avventatezze nei giudizi che sono propri di un periodo amaramente senza "rispetto"».
17 luglio 2013 | 15:01
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FIORENZA SARZANINI
*****
Sta implodendo tutto e cercano di salvarsi uno con l’altro
IL PD NON VOTERA'
LA SFIDUCIA AD ALFANO
La segreteria nazionale: "Non si può far cadere il governo. Ma lavoriamo per sostituire il ministro" (di A.Mauro)
LETTA STA CON ALFANO - Il premier in aula per la mozione di mozione di sfiducia: "Totale estraneità di Angelino"
http://www.huffingtonpost.it/?ref=HRBH-1
Re: Come se ne viene fuori ?
vedrai che saremo così bravi da farci il massimo male possibile:Sta implodendo tutto e cercano di salvarsi uno con l’altro
IL PD NON VOTERA'
LA SFIDUCIA AD ALFANO
entrare in crisi di governo a ridosso del congresso.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Grillo e da tempo che lo dice.Ma molti non ci credevano.
Se vogliamo cambiare L'Italia senza spargimenti di sangue bisogna votare M5S.Un modo democratico per mandarli a casa.
Molti apparati dello stato hanno l'indole fascista per cui è meglio una rivoluzione con il voto.
Ciao
Paolo11
Se vogliamo cambiare L'Italia senza spargimenti di sangue bisogna votare M5S.Un modo democratico per mandarli a casa.
Molti apparati dello stato hanno l'indole fascista per cui è meglio una rivoluzione con il voto.
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Paolo11
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Re: Come se ne viene fuori ?
Civati ci da una buona idea ...
dal blog www.ciwati.it
Alfanistan (ancora)
D’Alema cambia posizione e converge sulla nostra: Alfano deve chiarire ancora, il suo a mia insaputa non basta più. Così anche Finocchiaro e il candidato alla segreteria più vicino alla componente dalemiana, Gianni Cuperlo.
Renzi dice di essere stanco di questo Pd (questo Pd inizia a pensare la stessa cosa) e alza il tono della polemica. I suoi attaccano come un sol uomo, Letta si innervosisce per la prima volta nella sua carriera.
Il vostro affezionatissimo vi fa notare che se al Viminale non sapevano, l’Ansa sì (introdotto il concetto di a mia ansaputa). Fin dal 31 maggio, quando batteva la notizia dell’espatrio della moglie del dissidente (sic) e di sua figlia.
Ieri sera ho cercato di spiegarlo a un convintissimo (del contrario) Maurizio Gasparri, in tv.
Poi, a cena, grazie alle riflessioni di un mio interlocutore, che chiamerò Adamsberg, ho capito che la pista da seguire è quella di Giuseppe Procaccini.
Perché se tutto si è svolto in modo impeccabile, come ci hanno spiegato, Procaccini si è dimesso? Quali sono le motivazioni per cui Alfano ha accettato le sue dimissioni? Se non sapevano che si trattava di un intrigo internazionale, ma di un delinquente comune, quali sono le ragioni del passo indietro?
Seguite Procaccini: se lo promuoveranno o se non lo faranno. Da lì potremo ricostruire e capire molte cose.
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Alfanistan (ancora)
D’Alema cambia posizione e converge sulla nostra: Alfano deve chiarire ancora, il suo a mia insaputa non basta più. Così anche Finocchiaro e il candidato alla segreteria più vicino alla componente dalemiana, Gianni Cuperlo.
Renzi dice di essere stanco di questo Pd (questo Pd inizia a pensare la stessa cosa) e alza il tono della polemica. I suoi attaccano come un sol uomo, Letta si innervosisce per la prima volta nella sua carriera.
Il vostro affezionatissimo vi fa notare che se al Viminale non sapevano, l’Ansa sì (introdotto il concetto di a mia ansaputa). Fin dal 31 maggio, quando batteva la notizia dell’espatrio della moglie del dissidente (sic) e di sua figlia.
Ieri sera ho cercato di spiegarlo a un convintissimo (del contrario) Maurizio Gasparri, in tv.
Poi, a cena, grazie alle riflessioni di un mio interlocutore, che chiamerò Adamsberg, ho capito che la pista da seguire è quella di Giuseppe Procaccini.
Perché se tutto si è svolto in modo impeccabile, come ci hanno spiegato, Procaccini si è dimesso? Quali sono le motivazioni per cui Alfano ha accettato le sue dimissioni? Se non sapevano che si trattava di un intrigo internazionale, ma di un delinquente comune, quali sono le ragioni del passo indietro?
Seguite Procaccini: se lo promuoveranno o se non lo faranno. Da lì potremo ricostruire e capire molte cose.
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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Re: Come se ne viene fuori ?
Ziello, ma gnente gnente Casaleggio sei tu?
Roma, 21 lug. (Adnkronos) - "Io penso che il Paese avrà nei prossimi mesi, non so quanti, uno shock economico. Uno shock che potrebbe portare a una ridefinizione della rappresentanza politica oppure a uno spostamento della politica da problemi politici a problemi di carattere sociale: disordini, rivolte. Quindi qualcosa che non puo' essere dominato dalla politica". Lo dice Gianroberto Casaleggio in un'intervista a Gianluigi Nuzzi pubblicata sul blog di Beppe Grillo.
Una guerra civile? "No, una guerra civile no. Sicuramente delle situazioni difficilmente controllabili dal punto di vista dell'ordine pubblico. Il Paese ha bisogno di una svolta e questa svolta tarda a venire mentre l'economia continua a peggiorare sensibilmente", aggiunge il 'guru' 5 Stelle.
Casaleggio, nella lunga intervista, dice che l'andamento dei 5 Stelle è in linea con il risultato ottenuto alle politiche, che se ci fosse un'ipotesi di governo Pd-M5S uscirebbe "dal movimento" e che l'incontro al Quirinale con Giorgio Napolitano è stato positivo. "Ho trovato una consapevolezza della situazione del Paese".
Il capo dello Stato, comunque, avrebbe per Casaleggio dei limiti legati "soprattutto l'eà e poi al fatto che insieme a molte altre persone che oggi sono in politica è in politica da molti anni". E' necessario, dunque, "un ricambio politico. Noi abbiamo come regola il fatto che non ci siano più di due mandati". E Matteo Renzi la interessa? "Rappresenta una corrente politica del partito democratico".
Roma, 21 lug. (Adnkronos) - "Io penso che il Paese avrà nei prossimi mesi, non so quanti, uno shock economico. Uno shock che potrebbe portare a una ridefinizione della rappresentanza politica oppure a uno spostamento della politica da problemi politici a problemi di carattere sociale: disordini, rivolte. Quindi qualcosa che non puo' essere dominato dalla politica". Lo dice Gianroberto Casaleggio in un'intervista a Gianluigi Nuzzi pubblicata sul blog di Beppe Grillo.
Una guerra civile? "No, una guerra civile no. Sicuramente delle situazioni difficilmente controllabili dal punto di vista dell'ordine pubblico. Il Paese ha bisogno di una svolta e questa svolta tarda a venire mentre l'economia continua a peggiorare sensibilmente", aggiunge il 'guru' 5 Stelle.
Casaleggio, nella lunga intervista, dice che l'andamento dei 5 Stelle è in linea con il risultato ottenuto alle politiche, che se ci fosse un'ipotesi di governo Pd-M5S uscirebbe "dal movimento" e che l'incontro al Quirinale con Giorgio Napolitano è stato positivo. "Ho trovato una consapevolezza della situazione del Paese".
Il capo dello Stato, comunque, avrebbe per Casaleggio dei limiti legati "soprattutto l'eà e poi al fatto che insieme a molte altre persone che oggi sono in politica è in politica da molti anni". E' necessario, dunque, "un ricambio politico. Noi abbiamo come regola il fatto che non ci siano più di due mandati". E Matteo Renzi la interessa? "Rappresenta una corrente politica del partito democratico".
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Re: Come se ne viene fuori ?
Ziello, ma gnente gnente Casaleggio sei tu?
Ammazza,….Amà, co’ tutti sti capelli d’estate,….. starei già al camposanto.
Vabbè, d’inverno fa freddo, un po’ più lunghi che te sta a coprì la capoccia, ma d’estate che te stai a mori sotto sta capanna de lana der lo zio Tom, solo pe’ sta affà la bella figheira alla Angelo Branduardi?
Solo perché la ggente te noti?
Pure li regazzini s’accorgheno pé strada.
<<Mamma, tu non vuoi che mi faccia crescere un po’ i capelli,…….ma hai visto quel signore che è appena passato? Li ha più lunghi dei tuoi.>>
No,….non so’ io…..
*
Non sono d’accordo quasi su niente con Casaleggio, ma su questa possibilità di shock economico nei prossimi mesi si.
Io non comprendo il motivo del silenzio degli economisti italiani.
Noi siamo in un’economia di guerra già dal 2008, perché negarlo?
Da allora stanno chiudendo 1000 aziende al giorno. Occorrerebbe che l’istituto di statistica o la CGIA di Mestre quando pubblicano questi dati siano un po’ più precisi perché in realtà si tratta di partite Iva che rappresentano un’azienda. Anche un studio di progettazione è un’azienda, ma non è riferibile alla produzione. Comunque, anche in questo caso vanno a spasso da 1 a 10 persone di media, a secondo delle dimensioni dello studio.
Il Sole 24 Ore pubblica tutti i giorni, ad eccezione del lunedì, il dato aggiornato del “CONTATORE DELLA CRISI”
Vedi > http://www.ilsole24ore.com/
Venerdì i fallimenti archiviati sono stati 69
Il totale fallimenti dall’inizio dell’anno 8685
La Germania nel 2008 interviene massicciamente nelle banche tedesche con tasso agevolato all’1 % per togliersi dalla pancia il più grosso quantitativo di derivati europeo.
E dato sono un poco più intelligenti e meno banditi di noi intervengono (logicamente) anche direttamente nell’economia produttiva.
Da noi invece cosa fanno i due furboni dell’epoca, Tremonti e Berlusconi?
Vanno a controllare i conti correnti degli italiani.
Però come sono ricchi questi italiani, CHE LA CRISI SE LA PAGHINO LORO CON I LORO RISPARMI.
Con i soldi dello Stato continuiamo a farci la solita abbuffata con i soliti noti.
Il grand’uomo porta tutti i grandi del G8 a vedere il terremoto dell’Aquila, fa il magliaro e si fa dare un po’ di soldi.
Promette la ricostruzione totale con una città più bella di pria. Non ha fatto una mazza.
Siamo nel 2013 e quei soldi dei conti correnti in molti casi sono finiti, perché non si può mantenere figli e nipoti in eterno. Prima o poi finiscono.
Continua
Ammazza,….Amà, co’ tutti sti capelli d’estate,….. starei già al camposanto.
Vabbè, d’inverno fa freddo, un po’ più lunghi che te sta a coprì la capoccia, ma d’estate che te stai a mori sotto sta capanna de lana der lo zio Tom, solo pe’ sta affà la bella figheira alla Angelo Branduardi?
Solo perché la ggente te noti?
Pure li regazzini s’accorgheno pé strada.
<<Mamma, tu non vuoi che mi faccia crescere un po’ i capelli,…….ma hai visto quel signore che è appena passato? Li ha più lunghi dei tuoi.>>
No,….non so’ io…..
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Non sono d’accordo quasi su niente con Casaleggio, ma su questa possibilità di shock economico nei prossimi mesi si.
Io non comprendo il motivo del silenzio degli economisti italiani.
Noi siamo in un’economia di guerra già dal 2008, perché negarlo?
Da allora stanno chiudendo 1000 aziende al giorno. Occorrerebbe che l’istituto di statistica o la CGIA di Mestre quando pubblicano questi dati siano un po’ più precisi perché in realtà si tratta di partite Iva che rappresentano un’azienda. Anche un studio di progettazione è un’azienda, ma non è riferibile alla produzione. Comunque, anche in questo caso vanno a spasso da 1 a 10 persone di media, a secondo delle dimensioni dello studio.
Il Sole 24 Ore pubblica tutti i giorni, ad eccezione del lunedì, il dato aggiornato del “CONTATORE DELLA CRISI”
Vedi > http://www.ilsole24ore.com/
Venerdì i fallimenti archiviati sono stati 69
Il totale fallimenti dall’inizio dell’anno 8685
La Germania nel 2008 interviene massicciamente nelle banche tedesche con tasso agevolato all’1 % per togliersi dalla pancia il più grosso quantitativo di derivati europeo.
E dato sono un poco più intelligenti e meno banditi di noi intervengono (logicamente) anche direttamente nell’economia produttiva.
Da noi invece cosa fanno i due furboni dell’epoca, Tremonti e Berlusconi?
Vanno a controllare i conti correnti degli italiani.
Però come sono ricchi questi italiani, CHE LA CRISI SE LA PAGHINO LORO CON I LORO RISPARMI.
Con i soldi dello Stato continuiamo a farci la solita abbuffata con i soliti noti.
Il grand’uomo porta tutti i grandi del G8 a vedere il terremoto dell’Aquila, fa il magliaro e si fa dare un po’ di soldi.
Promette la ricostruzione totale con una città più bella di pria. Non ha fatto una mazza.
Siamo nel 2013 e quei soldi dei conti correnti in molti casi sono finiti, perché non si può mantenere figli e nipoti in eterno. Prima o poi finiscono.
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Re: Come se ne viene fuori ?
E' molto grande la distanza tra il mio progetto di un centrosinistra di governo capace di convincere gli italiani che vincere si può e l’attuale disastro.
Romano Prodi
Come inizia una guerra civile – 342
La cruna dell’ago – 307
La danza macabra dei nanetti continua senza sosta – 307
La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 287
Cronaca di un affondamento annunciato - 287
In mezzo alla tempesta - 226
Romanzo criminale - 49
La guerra civile simulata sta sfociando in qualcosa di diverso. Qualcosa si sta rompendo - 17
(Marc Lazar – Ballarò, 09/07/2013)Il Punto
La settimana scorsa è stata un’altra settimana nera, o perlomeno, lo è stata per chi crede non solo a parole nella democrazia.
I partiti in decomposizione sono tenuti in vita da Napolitano, che a sua volta è ricattato dal Padrino.
Non si tratta di interpretazioni,…ma di fatti.
Il ricatto del Padrino non è stato fatto nella luce soffusa delle segrete stanze del Colle.
E’ stato fatto ripetutamente alla luce del sole dai picciotti e dalle picciotte del Padrino.
<<Se cade Alfano,…dopo 10 minuti cade il governo>>
Neppure Alphonse Capone ha mai osato tanto.
Ma è anche del tutto inimmaginabile che il gangster made in Usa potesse minacciare così apertamente il presidente degli Stati Uniti d’America.
Invece qui, nello Stivalone è più che possibile perché tutte le cose più assurde e impossibili diventano possibili.
La certificazione ufficiale che la democrazia è morta è avvenuta con la dichiarazione del Ventaglio.
Napolitano ha mentito alla grande sotto il ricatto del Padrino.
Adesso siamo in una fase transitoria dove il regno di Re Giorgio II, domina all’interno di una monarchia assoluta, ma ricattata.
Il 30 luglio prossimo, ci sarà un ulteriore scossone, qualunque sia l’esito del responso della Cassazione nei confronti del Padrino.
Continua in:
Romanzo criminale - 50
Romano Prodi
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(Marc Lazar – Ballarò, 09/07/2013)Il Punto
La settimana scorsa è stata un’altra settimana nera, o perlomeno, lo è stata per chi crede non solo a parole nella democrazia.
I partiti in decomposizione sono tenuti in vita da Napolitano, che a sua volta è ricattato dal Padrino.
Non si tratta di interpretazioni,…ma di fatti.
Il ricatto del Padrino non è stato fatto nella luce soffusa delle segrete stanze del Colle.
E’ stato fatto ripetutamente alla luce del sole dai picciotti e dalle picciotte del Padrino.
<<Se cade Alfano,…dopo 10 minuti cade il governo>>
Neppure Alphonse Capone ha mai osato tanto.
Ma è anche del tutto inimmaginabile che il gangster made in Usa potesse minacciare così apertamente il presidente degli Stati Uniti d’America.
Invece qui, nello Stivalone è più che possibile perché tutte le cose più assurde e impossibili diventano possibili.
La certificazione ufficiale che la democrazia è morta è avvenuta con la dichiarazione del Ventaglio.
Napolitano ha mentito alla grande sotto il ricatto del Padrino.
Adesso siamo in una fase transitoria dove il regno di Re Giorgio II, domina all’interno di una monarchia assoluta, ma ricattata.
Il 30 luglio prossimo, ci sarà un ulteriore scossone, qualunque sia l’esito del responso della Cassazione nei confronti del Padrino.
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Re: Come se ne viene fuori ?
E' molto grande la distanza tra il mio progetto di un centrosinistra di governo capace di convincere gli italiani che vincere si può e l’attuale disastro.
Romano Prodi
Come inizia una guerra civile – 343
La cruna dell’ago – 308
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La lunga agonia della Repubblica italiana continua inarrestabile. Siamo all’ultimo atto? - 288
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In mezzo alla tempesta - 227
Romanzo criminale - 50
La guerra civile simulata sta sfociando in qualcosa di diverso. Qualcosa si sta rompendo - 18
(Marc Lazar – Ballarò, 09/07/2013)
La politica del Napolitanistan evolve continuamente giorno dopo giorno.
Dai Fratelli mussulmani, Gelmini, Carfagna, Lupi, viene avanzata una strana moratoria sui temi etici.
A parte che serve per far discutere per fare dimenticare la porcata Alfano nella logica italiana del chiodo scaccia chiodo, dimostra, comunque, l’alto livello di banditismo dei Fratelli mussulmani.
Giocano costantemente due ruoli, quello che si fanno passare come paladini delle imprese e dei lavoratori in questa fase difficile (non gliene frega assolutamente niente), la sceneggiata solo per catturare i voti dei merloni giganti che non mancano mai, non fanno proposte organiche per uscire dalla crisi, e se ne vengono fuori con proposte scriteriate di argomenti che in questo momento puù interessare solo la spata minoranza dei cattolici ortodossi e integralisti.
Ma questa è l’italietta del caos.
Sul cartaceo di stamani di IFQ, a pagina 2, è presente un articolo a cura di Stefano Bocconetti, dal titolo:
TIMORI RENZIANI
“Faranno durare Letta
per ricostruire la Dc”
Alla buonora se ne sono accorti anche i renziani.
Però è un fatto strano, perché Renzi esordì in politica a Firenze sotto le insegne dei popolari, che si considerano gli eredi diretti della Dc.
I renziani si dolgono del fatto che stanno allontanando la data del congresso proprio per mettere a fuoco il disegno Dc.
E’ una classica lotta delle correnti democristiane dei tempi di Todo Modo.
Renzi e renziani vedono in questa prospettiva la possibilità di essere, se non fatti fuori, ma ridimensionati da Letta che guida il fronte della nuova Dc, che andrebbe dal Pd, all’Udc, a SC, e a quella parte che potrebbe arrivare dopo il 30 luglio se il Padrino viene messo alle corde.
Continua in:
Romanzo criminale - 51
Romano Prodi
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(Marc Lazar – Ballarò, 09/07/2013)
La politica del Napolitanistan evolve continuamente giorno dopo giorno.
Dai Fratelli mussulmani, Gelmini, Carfagna, Lupi, viene avanzata una strana moratoria sui temi etici.
A parte che serve per far discutere per fare dimenticare la porcata Alfano nella logica italiana del chiodo scaccia chiodo, dimostra, comunque, l’alto livello di banditismo dei Fratelli mussulmani.
Giocano costantemente due ruoli, quello che si fanno passare come paladini delle imprese e dei lavoratori in questa fase difficile (non gliene frega assolutamente niente), la sceneggiata solo per catturare i voti dei merloni giganti che non mancano mai, non fanno proposte organiche per uscire dalla crisi, e se ne vengono fuori con proposte scriteriate di argomenti che in questo momento puù interessare solo la spata minoranza dei cattolici ortodossi e integralisti.
Ma questa è l’italietta del caos.
Sul cartaceo di stamani di IFQ, a pagina 2, è presente un articolo a cura di Stefano Bocconetti, dal titolo:
TIMORI RENZIANI
“Faranno durare Letta
per ricostruire la Dc”
Alla buonora se ne sono accorti anche i renziani.
Però è un fatto strano, perché Renzi esordì in politica a Firenze sotto le insegne dei popolari, che si considerano gli eredi diretti della Dc.
I renziani si dolgono del fatto che stanno allontanando la data del congresso proprio per mettere a fuoco il disegno Dc.
E’ una classica lotta delle correnti democristiane dei tempi di Todo Modo.
Renzi e renziani vedono in questa prospettiva la possibilità di essere, se non fatti fuori, ma ridimensionati da Letta che guida il fronte della nuova Dc, che andrebbe dal Pd, all’Udc, a SC, e a quella parte che potrebbe arrivare dopo il 30 luglio se il Padrino viene messo alle corde.
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