COUNTDOWN
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Re: COUNTDOWN
Dal D - day al giorno più lungo
Mia Ceran, per in Onda ha fatto notare la scarsa presenza di italiani davanti alla Cassazione. Una ventina pro Berlusconi e una ventina contro.
Gli italiani sono stanchi anche di protestare?
Più attenti gli olandesi, presenti con una serie di archi per suonare "Il Padrino", manifestazione proibita dalle forze dell'oradine schierate davanti alla Cassazione.
SENTENZA MEDIASET IL GIORNO DEL GIUDIZIO
(Gianni Barbacetto e Antonella Mascali).
30/07/2013 di triskel182
La frode fiscale e i trucchi finanziari delle società: ecco come e perché la Corte d’appello di Milano ha condannato Silvio Berlusconi a 4 anni di carcere con annessa pena accessoria, cioè quei 5 anni di interdizione dai pubblici uffici che dovrebbero far scattare l’espulsione del condannato dal Senato. Da oggi la parola alla Cassazione.
Il dito ha completamente sostituito la luna. La chiacchiera politica, la ricerca dei retroscena, il dibattito sull’opportunità di una assoluzione o di un rinvio, le contese sulla data della prescrizione, le proteste contro le “toghe rosse” di primo grado e d’appello hanno fatto dimenticare la vera materia del contendere, e cioè la sentenza della Corte d’appello di Milano (giudici Alessandra Galli, Elena Minici, Enrico Scarlini) che l’8 maggio 2013 ha confermato la condanna inflitta a Silvio Berlusconi per frode fiscale: 4 anni di carcere (di cui tre coperti dall’indulto del 2006). È questa condanna che la Cassazione è oggi chiamata a rendere definitiva oppure a cancellare, con annessa pena accessoria, 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, che potrebbe far scattare l’espulsione del condannato dal Senato, dopo la dichiarazione di decadenza della Giunta per le immunità. Ecco dunque in queste pagine i fatti, come sono raccontati nella sentenza, che ritiene provato al di là di ogni ragionevole dubbio che Berlusconi, quando già era in politica e formalmente non più al vertice delle sue società, ha nascosto cifre imponenti al fisco italiano e agli altri azionisti di Mediaset. La condanna riguarda “solo” 7,3 milioni di euro, occultati negli anni 2002 e 2003. Altri 6,6 milioni riguardano il 2001 e sono stati cancellati dalla prescrizione già prima della sentenza d’appello. Ma in totale, scrivono i giudici, “le maggiorazioni di costo realizzate negli anni” sono di ben “368 milioni di dollari”. Rase al suolo dalla prescrizione anche le imputazioni di falso in bilancio e appropriazione indebita, in un processo durato 6 anni solo per il primo grado (compresi i 2 di ibernazione per i “lodi” Schifani e Alfano). Prescrizione dimezzata (da 15 anni a 7 e mezzo) grazie alla legge ad personam ex Cirielli. Quanto a una contestata frode fiscale da 120 miliardi di lire di imposte evase, è prosciugata quasi interamente dai condoni fiscali. Molti documenti utili a ricostruire i passaggi dei soldi tra le società offshore di Berlusconi, comunque, erano già svaniti durante le prime perquisizioni ordinate dai pm milanesi: “Quindici anni di carte”, secondo la teste Silvia Cavanna, “furono fatte sparire da Lugano in Lussemburgo, credo con camion”. Eppure, ecco che cosa è stato possibile ricostruire. “Fin dalla seconda meta degli anni ’80 il gruppo Fininvest aveva organizzato un meccanismo fraudolento di evasione, connesso al cosiddetto ‘giro dei diritti televisivi’. I diritti di trasmissione televisiva, provenienti dai produttori, venivano acquistati da società del comparto estero e riservato di Fininvest, venivano sottoposti a una serie di passaggi infragruppo, o con società solo apparentemente terze, giungevano poi a una società maltese che, infine, li cedeva alle società emittenti. I passaggi erano funzionali solo a una artificiosa lievitazione di prezzi. Del resto gran parte delle società intermedie erano prive di una reale struttura commerciale. Prova ne era che l’originaria acquisizione dei diritti era operata direttamente dalla struttura di Reteitalia prima e di Mediaset poi, che faceva capo a Bernasconi e ai suoi collaboratori. Una struttura che riceveva le richieste degli addetti commerciali delle reti e si avvaleva, in particolare, della consulenza tecnica dell’imputato Lorenzano che procedeva alla trattativa per gli acquisti con le majors o altri fornitori. Nessuna funzione svolgevano invece le società del comparto estero che figuravano come prime acquirenti. Il sistema rimaneva riservato, per ovvie ragioni, anche all’interno del gruppo Fininvest, interessando un numero il più esiguo possibile di persone. Il contratto originario di acquisto, definito ‘master’, dopo essere stato sottoscritto, spesso da un mero fiduciario, quale, per esempio, l’imputato Del Bue, non veniva reso pubblico, nemmeno all’interno della struttura Reteitalia-Mediaset. (…) Avvicinatasi la data di prevista decorrenza, si procedeva alla stipulazione dei cosiddetti ‘subcontratti’, di solito per periodi frazionati rispetto a quelli del contratto iniziale .I subcontratti venivano preparati dalla struttura svizzera di Fininvest Service s.a., sulla base delle indicazioni fornite da Bernasconi, recepite dalla incolpevole Cavanna”.
Venivano allora preparate, sempre dalla struttura di Fininvest Service, delle schede, solitamente composte da tre pagine, delle quali la seconda, con l’indicazione dei prezzi, veniva mantenuta presso la sede di Fininvest Service, mentre a Milano venivano inviate solo le schede contenenti le informazioni utili per la programmazione (…). Dal1995 il sistema si modificava. Scomparivano generalmente i passaggi infra-gruppo, e i diritti venivano fatti intermediare da società che apparivano terze, venivano ceduti alla società maltese International Media Service Ltd (di seguito per brevità Ims) che, a sua volta, li cedeva a Mediaset, rimanendo immutato il meccanismo di lievitazione dei prezzi. Il tutto aveva comportato un’evasione notevolissima per le somme individuate in imputazione”.
SOLDI TOLTI ALL’AZIENDA
I fondi accumulati all’estero con il meccanismo della lievitazione dei diritti non finivano come riserva, seppure occulta, per il gruppo, ma venivano sottratti al-l’azienda e messi a disposizione di Berlusconi, proprietario di Fininvest e poi azionista di Mediaset.
“È del tutto chiaro che i fondi costituiti all’estero, che sono uno dei risultati della complessiva illecita operazione di lievitazione del costo dei diritti, non erano tanto destinati (come spiega anche la sentenza Mills) a costituire una riserva per il gruppo medesimo, ma erano, invece, posti a disposizione della sua proprietà… Si trattava pertanto di fondi che venivano comunque sottratti a Fininvest, intesa come autonomo soggetto economico a cui avrebbero dovuto restare”.
BERLUSCONI “DOMINUS”
Sostiene la difesa: non si può imputare a Silvio Berlusconi la responsabilità delle scelte aziendali di Mediaset, perché negli anni in cui gli viene contestato un comportamento illecito era impegnato in politica e nelle istituzioni e dunque non si interessava alle decisioni imprenditoriali delle sue aziende. La sentenza ritiene provato il contrario.
“Nell’imputazione Berlusconi è indicato quale fondatore e, fino al 29 gennaio 1994, Presidente di Fininvest spa, proprietario delle societa off shore costituenti il cosiddetto Fininvest B Group, azionista di maggioranza di Mediaset spa, figura di riferimento, a fini decisionali di Bernasconi e Lorenzano, nonché socio occulto di Frank Agrama. Il c.d. ‘giro dei diritti’ si inserisce in un contesto piu generale di ricorso a societa off shore anche non ufficiali ideate e realizzate da Berlusconi avvalendosi di strettissimi e fidati collaboratori quali Berruti (così aveva riferito la teste Cavanna), Mills e Del Bue nonché di alcuni dirigenti finanziari del Gruppo Fininvest. Era riferibile a Berlusconi l’ideazione, creazione e sviluppo del sistema che consentiva la disponibilita di denaro separato da Fininvest e occulto al fine di mantenere e alimentare illecitamente disponibilità patrimoniali estere presso conti correnti intestati a varie società che erano a loro volta amministrate da fiduciari di Berlusconi. (…) Successivamente, su ideazione di Del Bue (…), vengono create le societa maltesi Amt (questa società è formalmente costituita nel 1991 e formalmente terza rispetto a Fininvest), Medint (costituita nel 1994 e inclusa nel bilancio consolidato del Gruppo) e Lion, tutte seguite dalla Arner delle quali Berlusconi e il suo entourage sono i beneficiari economici; tali società risultano intermediarie di ulteriori compravendite di diritti frazionati e poi verranno sostituite con la costituzione di Ims, costituzione che, come si è visto, si è resa necessaria in vista della quotazione in Borsa di Mediaset per rendere ‘cristallino’ il bilancio consolidato del Gruppo Fininvest. Vi è la piena prova, orale e documentale, che Berlusconi abbia direttamente gestito la fase iniziale per così dire del gruppo B e, quindi, dell’enorme evasione fiscale realizzata con le società off shore di cui si è lungamente detto. Questa fase è stata condotta da persone di sicura fiducia del-l’imputato e quando Mills non ha potuto proseguire, a causa della vicenda Edsaco, i tramiti sono stati spostati a Malta sotto il controllo del Del Bue. II meccanismo di frode è proseguito, sotto la stessa regia, con ulteriori nuovi soggetti e con i metodi già sperimentati, secondo lo schema gia collaudato, con la sola eccezione della graduale sostituzione delle consociate estere con i vari Giraudi ed altri. Anche la gestione del nuovo corso ha avuto come indiscussi protagonisti i soggetti preposti ai diritti e cioe Bernasconi e Lorenzano, gia scelti dall’imputato. Berlusconi rimane infatti al vertice della gestione dei diritti posto che, come ha dichiarato il gia citato teste Tatò, Bernasconi rispondeva a Berlusconi senza nemmeno passare per il Cda e nessuno ha riferito che tra Bernasconi e Berlusconi vi fosse un altro soggetto con poteri decisionali nel settore dei diritti, neppure dopo la quotazione in borsa e la c.d. ‘discesa in campo’, nella politica, di Berlusconi. (…) II sistema ha infatti richiesto l’intervento di fiduciari stranieri di alto livello (Mills, Del Bue) a loro volta certo lautamente remunerati per il lavoro svolto; l’apertura di numerosissimi conti correnti presso banche ubicate in vari paesi; la creazione di numerose società all’estero; la contestuale movimentazione di ingentissime somme di denaro; il coinvolgimento di una pluralità di collaboratori; il raggiungimento di accordi illeciti con soggetti inizialmente estranei alla propria sfera d’influenza. Non è dunque verosimile che qualche dirigente di Fininvest/Mediaset abbia organizzato un sistema come quello accertato e, soprattutto, che la società abbia subito per vent’anni truffe per milioni di euro senza accorgersene (non risultano invero denunce nei confronti di Bernasconi o Lorenza-no). (…) Pertanto deve ritenersi che l’interposizione di tutte le suddette entità nelle compravendite dei diritti provenienti dall’estero sia stata ideata per il duplice fine di realizzare un’imponente evasione fiscale e di consentire la fuoriuscita di denaro dal patrimonio di Fininvest/Mediaset a beneficio di Berlusconi. (…) Vi è prova diretta e documentale, con riguardo al primo periodo, che il risultato dell’evasione era confluito nella piena disponibilità dell’imputato, per cui non vi è ragione di ritenere che qualcosa di diverso sia accaduto con riguardo ai fatti di cui al-l’imputazione. I rilevanti importi confluiti sui conti del ‘socio occulto’ Agrama costituiscono palese dimostrazione del mantenimento inalterato del precedente sistema di frode. Il ruolo comunque ricoperto da Berlusconi, di azionista di maggioranza e dominus indiscusso del gruppo, gli consentiva pacificamente qualsiasi possibilità di intervento, anche in mancanza di poteri gestori formali. La permanenza di tutti i suoi fidati collaboratori , ma anche correi, nei ruoli ed incarichi a loro continuativamente affidati ne costituisce la più evidente dimostrazione. In definitiva, secondo il Tribunale, deve affermarsi la responsabilità dell’imputato in ordine al reato ascrittogli”.
ESCLUSO ANCHE TATÒ
L’amministratore delegato di Mediaset Franco Tatò dichiara che perfino a lui, che era formalmente il numero uno dell’azienda, erano tenuti nascosti i veri numeri dei contratti d’acquisto: “Era un’area di attività assolutamente chiusa ed impenetrabile”, dice Tatò al pm Fabio De Pasquale, “gestita a livello più alto da Bernasconi che dava conto della sua attività direttamente a Berlusconi e non riferiva al consiglio di amministrazione”.
“Un nascondimento e una separatezza che erano confermati, anche ai più alti livelli della organizzazione societaria, da quello che era stato designato come l’amministratore che avrebbe dovuto condurre la società dopo l’entrata in politica di Berlusconi, Francesco Tatò, che aveva infatti confermato che, nonostante l’importanza dei diritti nella struttura dei costi aziendali, e quindi nonostante l’interesse suo proprio ad aggredirli per ottenere significativi risparmi, si trovava a esserne sostanzialmente estromesso. (…) Ancorchè il teste avesse precisato che il termine “impenetrabile” era eccessivo, era evidente che non era settore che era stato affidato alla sua cura, ma restava nelle mani di Bernasconi che continuava a riferirne al solo Berlusconi.
MILLS, SOCIETÀ & BUGIE
Centrale la figura dell’avvocato inglese David Mills. È lui il creatore delle società estere usate per gonfiare i costi dei diritti. È lui che mente per salvare Berlusconi, in alcuni processi milanesi in cui l’ex presidente del Consiglio è accusato di condotte illecite (maxitangente a Bettino Craxi tramite la società All Iberian; tangenti alla Guardia di finanza; occultamento del possesso di Telepiù per aggirare la legge Mammì sulle tv). Compensato con almeno 600 mila dollari, davanti ai giudici ha “distanziato” Berlusconi dalle società offshore che aveva creato: le stesse utilizzate nel giro dei diritti Mediaset.
“Le risultanze del processo cosiddetto Mills (sottoposte alla doppia verifica di merito ed analizzate dal consesso più largo della Corte di legittimità) sono particolarmente significative, perché illustrano l’antefatto, societario, gestionale e patrimoniale, di quanto poi accaduto e sottoposto alla verifica di questa Corte. È innanzitutto significativo che alla vicenda siano interessate le stesse due persone che si vedranno poi essere il punto di riferimento della vicenda del giro dei diritti. Ovverossia il dominus del gruppo, Berlusconi, in posizione talmente defilata che il processo Mills nasce proprio dall’intento (raggiunto dal Mills e per questo ripagato) di supportarne l’estraneità ai fatti, e quel Bernasconi che ne assumerà la gestione concreta, pur, ovviamente, agendo sempre nel-l’interesse del gruppo, anzi, in questo caso, più direttamente del suo dominus. (…) Così fornendo logica spiegazione anche al successivo ‘giro dei diritti’, anch’esso spiegabile oltre alle evidenti ragioni di illecito risparmio fiscale, nella medesima ottica: conservare all’estero fondi di problematica individuazione e tracciamento. (…) La sentenza Mills dà innanzitutto conto della presenza di società estere (…) destinate a rimanere occulte (e quindi costituite in ‘paradisi fiscali’) perché create per raggiungere scopi quantomeno elusivi della normativa italiana, in specie della legge Mammì (che dettava limiti al possesso di reti televisive). (…) Con riferimento all’addebito relativo al fatto di avere Mills celato l’identità della proprietà delle società offshore del cosiddetto Gruppo Fininvest B, la sentenza emessa nel processo ‘Arces ed altri’ aveva accertato in maniera definitiva che la Guardia di finanza era stata corrotta affinché non venissero svolte approfondite indagini in ordine alle società del Gruppo Fininvest e non ne emergesse la reale proprietà, pur non essendo stato ritenuto certo il collegamento diretto fra i funzionari corrotti e Silvio Berlusconi, collegamento invece definitivamente provato rispetto ad altro dirigente di Fininvest, Salvatore Sciascia, responsabile del servizio centrale fiscale della società, condannato con sentenza irrevocabile. Alcune delle destinazioni di rilievo penale di quelle disponibilità economiche erano state peraltro accertate e, in esse, anche il diretto coinvolgimento di Berlusconi, solo prosciolto per prescrizione del reato. Parimenti, i fatti relativi all’illecito finanziamento in favore di Bettino Craxi da parte di Fininvest, tramite All Iberian, erano stati, sulla base di plurime prove testimoniali e documentali, definitivamente dimostrati (visto che la sentenza di primo grado, di condanna dei vertici della società e fra di essi di Silvio Berlusconi, non è stata riformata nel merito, ma per intervenuta prescrizione), così come si era accertato che All Iberian e le società offshore collegate erano state costituite su iniziativa del Gruppo Fininvest e che All Iberian era stata utilizzata quale tesoreria delle altre offshore inglesi costituite per conto del Gruppo Fininvest (…). E peraltro laddove, nel processo Arces citato, non si era giunti a risalire la catena delle responsabilita fino a Berlusconi, ciò era, appunto, dovuto alla colpevole reticenza dell’avvocato Mills”.
IL TRUCCHETTO
Ecco come un contabile della Fox racconta ai suoi superiori il sistema Berlusconi.
“Significativa era la email del 12.12.1994 con la quale tale Douglas Schwalbe, un contabile della Fox, scrive a Mark Kaner, all’epoca Presidente della Distribuzione intemazionale della Twenty Century Fox. Del seguente tenore: “Oggetto SBC Meeting: Mi sono incontrato con Guido Pugnetti venerdì. Lui mi ha spiegato che Carlo Bernasconi stava ancora pensando a cosa fare per i contratti della Fox, che avrebbe voluto incontrarsi con noi a Los Angeles (…). Mi ha spiegato quanto segue con la speranza che il tutto rimanesse tra me e lui. In due parole l’impero di Berlusconi funziona come un elaborato ‘shell game’. È un gioco che consiste nel prendere tre gusci di noci vuoti e nascondere sotto uno di essi il nocciolo di una ciliegia. Chi gioca deve indovinare dove il nocciolo è stato nascosto. Con la finalità di evadere le tasse italiane. La Principal, con sede a Lugano, compra licenze dei prodotti dagli Studios e successivamente li vende a Reteitalia. Se la Principal compra Mrs Doubtfire per 2 milioni di dollari, poi Canale 5 potrebbe acquistare la licenza per questo film (per esempio) per 3 milioni di dollari. Questi 3 milioni in realtà rappresentano (…) un trasferimento perché non si vuole che Reteitalia faccia utili (o faccia figurare utili). I profitti vengono tenuti in Svizzera (come sappiamo le banche svizzere proteggono la privacy dei loro clienti). (…) Ti prego di tenere per te queste informazioni visto che mi sono state comunicate in modo confidenziale.
AGRAMA-B. UNA COSA SOLA
Il produttore Frank Agrama, formalmente indipendente, è in realtà socio occulto di Berlusconi.
“In una missiva del 29.10.03, diretta all’Avv. Aldo Bonomo, all’epoca Presidente di Fininvest, e al dott. Alfredo Messina, direttore di Fininvest, Agrama dichiara di aver lavorato per le società del gruppo fin dal 1976 in qualità di loro rappresentante, precisando che Fininvest non spende un centesimo di più acquistando per il suo tramite e specificando, al riguardo, che i corrispettivi per le concessioni vengono trattati e concordati tra gli incaricati di Fininvest e gli Studios. II medesimo concetto viene ribadito al punto 7 della missiva dove si afferma che la sua funzione nei confronti di Fininvest è quella di agente negli Usa senza alcun costo aggiuntivo per l’acquirente europeo in quanto la commissione dell’agente viene corrisposta dagli Studios americani e non da Fininvest. Nel corso di detta lettera, Agrama spiega qual è la sua funzione e Ia sua utilità in relazione agli Studios, e non a Fininvest, in quanto sottolinea che gli affari conclusi con loro non sono soggetti alla ritenuta alla fonte e gli Studios apprezzano notevolmente questo aspetto (…). Lo stesso concetto è espresso in un’altra missiva di Agrama del 30.10.2001 (…) nella quale Agrama dice che la sua intermediazione non comporta alcun costo aggiuntivo per le entità di Berlusconi, precisando al riguardo che il prezzo non viene trattato da Agra-ma con i produttori americani, bensì direttamente dalle societa di Berlusconi. Invece, Agrama maggiorava non solo i prezzi aggiuntivi, ma addirittura i costi dei materiali tanto che Silvia Cavanna riferiva che i prezzi praticati da Agrama sui materiali erano il doppio di quelli richiesti da altre società produttrici (“Prezzi che non esistevano”). (…) Vi è poi una lettera inviata via fax su carta intestata Harmony Gold (in realtà si tratta di un memo) da Frank Agrama a Daniele Lorenzano, in cui Agrama afferma: ‘Ti allego una lettera che ti è stata mandata in precedenza da Robert Cohen, che riguarda 13 film, (…) solo per rinfrescarti la memoria. Robert Cohen ha incontrato altre persone, Mike Adler, Francesco Nespiga, nell’ufficio di Mike Adler e loro vogliono sapere da te direttamente se sei d’accordo con il contenuto di quella lettera per quanta riguarda i prezzi, le fee, il costo della distribuzione, l’allocazione e quant’altro. Non vogliono iniziare a lavorare sul contratto a meno che tu non dica loro che sei d’accordo. Per cortesia manda un fax a Mike Adler, dicendogli che sei d’accordo oppure telefonagli in modo che possano iniziare a preparare il contratto’. Se ne ricava che era Daniele Lorenzano che stabiliva e concordava con Paramount i prezzi e altre condizioni contrattuali”. (…) Si ribadiscono: il rapporto continuativo con Berlusconi e con Bernasconi; il ‘costo zero’ dei diritti da lui intermediati; la sua natura di mero agente; il fatto che tutti i contratti vengano stipulati in realtà non da lui stesso ma dagli uomini del gruppo (e quindi da Lorenzano). La lettera datata 11.2.99 inviata da Agrama a Me Kluggage dimostra anch’essa la particolarità del rapporto tra Berlusconi e Agrama (Harmony Gold) posto che Agrama utilizza, riferendosi al Gruppo Berlusconi, il noi: ‘Noi siamo diventati i vostri più importanti clienti in Italia e Spagna’. (…) Ed ancora il 24.12.1998 una rappresentante della Wiltshire Trading, tale Hoffmann, scrive a Paramount a proposito della violazione di un accordo del 1993 per la trasmissione di un film dicendo di aver contattato ‘le nostre emittenti’, riferendosi con ciò chiaramente alle società di Berlusconi. (…) Il 21 dicembre 1993 Bruce Gordon di Paramount in una lettera al collega Lucas conferma ‘la totale sovrapponibilità tra Agrama e Berlusconi, posto che non vi è distinzione né tra le società né tra le persone, né tra le cifre’. (…) In una lettera del 7 ottobre 1997, due contabili di Paramount, Taylor e Schlaffer, a proposito di crediti nei confronti di società di Agrama le definiscono ’Berlusconi’s companies’.
SPIFFERI INTERNI
Alcuni testimoni dentro il sistema raccontano dall’interno il metodo per gonfiare i prezzi e la presenza determinante di Silvio Berlusconi.
“Silvia Cavanna (che, si ricorda, era rimasta in Mediaset fino al 1999 seppure, negli ultimi anni, come consulente) ricordava che l’ufficio di Lugano, gestito prima da Candia Camaggi e poi, dal 1995, dalla odierna coimputata Gabriella Galetto, spediva a Milano i contratti senza i dati economici, che venivano riservatamente ed ufficiosamente comunicati, ma che poi venivano gonfiati, su istruzione di Bernasconi (“Picchia giù sui prezzi”), in modo da fornire una (cosidetta) ‘gestione equilibrata’ dei flussi finanziari volta, quindi, non al mero pagamento dei diritti (di costo, alla fonte, molto minore del flusso finanziario stesso) ma alle esigenze, di tutt’altra natura, di illecita costituzione di fondi finanziari in territorio estero e di corrispettivo ‘risparmio fiscale’ nel nostro territorio. (…) La teste Marina Baldi, addetta all’ufficio gestione e contratti di Reteitalia prima e Mediaset dopo, alle dipendenze della Cavanna, fin dal 1985, si era occupata della redazione di quei subcontratti che servivano per non inviare a Milano i master (i contratti originari). Tanto che i prezzi da inserire nei subcontratti le erano indicati dalla Cavanna, la quale rispondeva direttamente a Bernasconi . (…) Il teste Daniele Belotti, dipendente proprio di Fininvest Service di Lugano, ha riferito di essersi occupato della predisposizione delle schede sulla base dei contratti di acquisto dei diritti, precisando che la scheda contenente Ia parte economica veniva consegnata alla Camaggi (e poi alla Galetto) per l’amministrazione, mentre la parte contenente tutti gli altri dati contrattuali veniva spedita a Milano”.
È SEMPRE MEDIATRADE?
La difesa mediatica di Berlusconi sostiene che l’ex presidente del Consiglio è già uscito indenne dalle accuse di frode fiscale e appropriazione indebita del processo Mediatrade, sia a Milano che a Roma; poiché questo è sostanzialmente la stessa cosa di quello Mediaset, deve dunque essere assolto anche in questo. La sentenza Mediaset lo nega, perché le nuove accuse “riguardano condotte ulteriori che attengono a un diverso periodo di tempo e sono fondate su un substrato probatorio che nulla prova essere identico”.
“Non possono incidere sul giudizio formulato i diversi arresti a cui erano pervenuti i Gup di Milano e Roma (con sentenze confermate dalla Cassazione) che attengono a diversi periodi di tempo e a distinti quadri probatori. Perché attengono agli anni in cui a Ims era stata sostituita Mediatrade e alla operatività condotta con tale diversa società. Sostanzialmente da chi aveva ritenuto di dare una svolta, anche di ‘trasparenza’, al precedente modo di agire”.
NO ATTENUANTI GENERICHE
A Berlusconi non vengono concesse le attenuanti generiche in ragione di “un sistema di società e conti esteri portato avanti per molti anni, proseguito nonostante i ruoli pubblici assunti, e condotto in posizione di assoluto vertice”. E per “la particolare capacità a delinquere dimostrata nell’esecuzione del disegno, consistito nel-l’architettare un complesso meccanismo fraudolento ramificato in infiniti paradisi fiscali, con miriadi di società satelliti e conti correnti costituiti esclusivamente in funzione del disegno delittuoso”.
“La pena stabilita in prime cure è del tutto proporzionata alla gravità materiale dell’addebito e all’intensità del dolo dimostrato. Si tratta di una operazione illecita organizzata e portata a termine costituendo società e conti esteri a ciò dedicati, un sistema portato avanti per molti anni. Parallelo alla ordinaria gestione delle società e del gruppo. Sfruttando complicità interne (ed esterne) a esso. Proseguito nonostante i ruoli pubblici assunti. E condotto in posizione di assoluto vertice. A fronte di ciò, e in relazione alla oggettiva gravità del reato, è ben chiara l’impossibilità di concedere le attenuanti generiche (l’incensuratezza. e tanto più l’età, sono del tutto recessive rispetto a un simile quadro); la particolare intensità del dolo impone altresì di commisurare la pena in misura adeguata, che oltretutto neppure si è avvicinata al massimo edittale”.
Da Il Fatto Quotidiano del 30/07/2013.
Mia Ceran, per in Onda ha fatto notare la scarsa presenza di italiani davanti alla Cassazione. Una ventina pro Berlusconi e una ventina contro.
Gli italiani sono stanchi anche di protestare?
Più attenti gli olandesi, presenti con una serie di archi per suonare "Il Padrino", manifestazione proibita dalle forze dell'oradine schierate davanti alla Cassazione.
SENTENZA MEDIASET IL GIORNO DEL GIUDIZIO
(Gianni Barbacetto e Antonella Mascali).
30/07/2013 di triskel182
La frode fiscale e i trucchi finanziari delle società: ecco come e perché la Corte d’appello di Milano ha condannato Silvio Berlusconi a 4 anni di carcere con annessa pena accessoria, cioè quei 5 anni di interdizione dai pubblici uffici che dovrebbero far scattare l’espulsione del condannato dal Senato. Da oggi la parola alla Cassazione.
Il dito ha completamente sostituito la luna. La chiacchiera politica, la ricerca dei retroscena, il dibattito sull’opportunità di una assoluzione o di un rinvio, le contese sulla data della prescrizione, le proteste contro le “toghe rosse” di primo grado e d’appello hanno fatto dimenticare la vera materia del contendere, e cioè la sentenza della Corte d’appello di Milano (giudici Alessandra Galli, Elena Minici, Enrico Scarlini) che l’8 maggio 2013 ha confermato la condanna inflitta a Silvio Berlusconi per frode fiscale: 4 anni di carcere (di cui tre coperti dall’indulto del 2006). È questa condanna che la Cassazione è oggi chiamata a rendere definitiva oppure a cancellare, con annessa pena accessoria, 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, che potrebbe far scattare l’espulsione del condannato dal Senato, dopo la dichiarazione di decadenza della Giunta per le immunità. Ecco dunque in queste pagine i fatti, come sono raccontati nella sentenza, che ritiene provato al di là di ogni ragionevole dubbio che Berlusconi, quando già era in politica e formalmente non più al vertice delle sue società, ha nascosto cifre imponenti al fisco italiano e agli altri azionisti di Mediaset. La condanna riguarda “solo” 7,3 milioni di euro, occultati negli anni 2002 e 2003. Altri 6,6 milioni riguardano il 2001 e sono stati cancellati dalla prescrizione già prima della sentenza d’appello. Ma in totale, scrivono i giudici, “le maggiorazioni di costo realizzate negli anni” sono di ben “368 milioni di dollari”. Rase al suolo dalla prescrizione anche le imputazioni di falso in bilancio e appropriazione indebita, in un processo durato 6 anni solo per il primo grado (compresi i 2 di ibernazione per i “lodi” Schifani e Alfano). Prescrizione dimezzata (da 15 anni a 7 e mezzo) grazie alla legge ad personam ex Cirielli. Quanto a una contestata frode fiscale da 120 miliardi di lire di imposte evase, è prosciugata quasi interamente dai condoni fiscali. Molti documenti utili a ricostruire i passaggi dei soldi tra le società offshore di Berlusconi, comunque, erano già svaniti durante le prime perquisizioni ordinate dai pm milanesi: “Quindici anni di carte”, secondo la teste Silvia Cavanna, “furono fatte sparire da Lugano in Lussemburgo, credo con camion”. Eppure, ecco che cosa è stato possibile ricostruire. “Fin dalla seconda meta degli anni ’80 il gruppo Fininvest aveva organizzato un meccanismo fraudolento di evasione, connesso al cosiddetto ‘giro dei diritti televisivi’. I diritti di trasmissione televisiva, provenienti dai produttori, venivano acquistati da società del comparto estero e riservato di Fininvest, venivano sottoposti a una serie di passaggi infragruppo, o con società solo apparentemente terze, giungevano poi a una società maltese che, infine, li cedeva alle società emittenti. I passaggi erano funzionali solo a una artificiosa lievitazione di prezzi. Del resto gran parte delle società intermedie erano prive di una reale struttura commerciale. Prova ne era che l’originaria acquisizione dei diritti era operata direttamente dalla struttura di Reteitalia prima e di Mediaset poi, che faceva capo a Bernasconi e ai suoi collaboratori. Una struttura che riceveva le richieste degli addetti commerciali delle reti e si avvaleva, in particolare, della consulenza tecnica dell’imputato Lorenzano che procedeva alla trattativa per gli acquisti con le majors o altri fornitori. Nessuna funzione svolgevano invece le società del comparto estero che figuravano come prime acquirenti. Il sistema rimaneva riservato, per ovvie ragioni, anche all’interno del gruppo Fininvest, interessando un numero il più esiguo possibile di persone. Il contratto originario di acquisto, definito ‘master’, dopo essere stato sottoscritto, spesso da un mero fiduciario, quale, per esempio, l’imputato Del Bue, non veniva reso pubblico, nemmeno all’interno della struttura Reteitalia-Mediaset. (…) Avvicinatasi la data di prevista decorrenza, si procedeva alla stipulazione dei cosiddetti ‘subcontratti’, di solito per periodi frazionati rispetto a quelli del contratto iniziale .I subcontratti venivano preparati dalla struttura svizzera di Fininvest Service s.a., sulla base delle indicazioni fornite da Bernasconi, recepite dalla incolpevole Cavanna”.
Venivano allora preparate, sempre dalla struttura di Fininvest Service, delle schede, solitamente composte da tre pagine, delle quali la seconda, con l’indicazione dei prezzi, veniva mantenuta presso la sede di Fininvest Service, mentre a Milano venivano inviate solo le schede contenenti le informazioni utili per la programmazione (…). Dal1995 il sistema si modificava. Scomparivano generalmente i passaggi infra-gruppo, e i diritti venivano fatti intermediare da società che apparivano terze, venivano ceduti alla società maltese International Media Service Ltd (di seguito per brevità Ims) che, a sua volta, li cedeva a Mediaset, rimanendo immutato il meccanismo di lievitazione dei prezzi. Il tutto aveva comportato un’evasione notevolissima per le somme individuate in imputazione”.
SOLDI TOLTI ALL’AZIENDA
I fondi accumulati all’estero con il meccanismo della lievitazione dei diritti non finivano come riserva, seppure occulta, per il gruppo, ma venivano sottratti al-l’azienda e messi a disposizione di Berlusconi, proprietario di Fininvest e poi azionista di Mediaset.
“È del tutto chiaro che i fondi costituiti all’estero, che sono uno dei risultati della complessiva illecita operazione di lievitazione del costo dei diritti, non erano tanto destinati (come spiega anche la sentenza Mills) a costituire una riserva per il gruppo medesimo, ma erano, invece, posti a disposizione della sua proprietà… Si trattava pertanto di fondi che venivano comunque sottratti a Fininvest, intesa come autonomo soggetto economico a cui avrebbero dovuto restare”.
BERLUSCONI “DOMINUS”
Sostiene la difesa: non si può imputare a Silvio Berlusconi la responsabilità delle scelte aziendali di Mediaset, perché negli anni in cui gli viene contestato un comportamento illecito era impegnato in politica e nelle istituzioni e dunque non si interessava alle decisioni imprenditoriali delle sue aziende. La sentenza ritiene provato il contrario.
“Nell’imputazione Berlusconi è indicato quale fondatore e, fino al 29 gennaio 1994, Presidente di Fininvest spa, proprietario delle societa off shore costituenti il cosiddetto Fininvest B Group, azionista di maggioranza di Mediaset spa, figura di riferimento, a fini decisionali di Bernasconi e Lorenzano, nonché socio occulto di Frank Agrama. Il c.d. ‘giro dei diritti’ si inserisce in un contesto piu generale di ricorso a societa off shore anche non ufficiali ideate e realizzate da Berlusconi avvalendosi di strettissimi e fidati collaboratori quali Berruti (così aveva riferito la teste Cavanna), Mills e Del Bue nonché di alcuni dirigenti finanziari del Gruppo Fininvest. Era riferibile a Berlusconi l’ideazione, creazione e sviluppo del sistema che consentiva la disponibilita di denaro separato da Fininvest e occulto al fine di mantenere e alimentare illecitamente disponibilità patrimoniali estere presso conti correnti intestati a varie società che erano a loro volta amministrate da fiduciari di Berlusconi. (…) Successivamente, su ideazione di Del Bue (…), vengono create le societa maltesi Amt (questa società è formalmente costituita nel 1991 e formalmente terza rispetto a Fininvest), Medint (costituita nel 1994 e inclusa nel bilancio consolidato del Gruppo) e Lion, tutte seguite dalla Arner delle quali Berlusconi e il suo entourage sono i beneficiari economici; tali società risultano intermediarie di ulteriori compravendite di diritti frazionati e poi verranno sostituite con la costituzione di Ims, costituzione che, come si è visto, si è resa necessaria in vista della quotazione in Borsa di Mediaset per rendere ‘cristallino’ il bilancio consolidato del Gruppo Fininvest. Vi è la piena prova, orale e documentale, che Berlusconi abbia direttamente gestito la fase iniziale per così dire del gruppo B e, quindi, dell’enorme evasione fiscale realizzata con le società off shore di cui si è lungamente detto. Questa fase è stata condotta da persone di sicura fiducia del-l’imputato e quando Mills non ha potuto proseguire, a causa della vicenda Edsaco, i tramiti sono stati spostati a Malta sotto il controllo del Del Bue. II meccanismo di frode è proseguito, sotto la stessa regia, con ulteriori nuovi soggetti e con i metodi già sperimentati, secondo lo schema gia collaudato, con la sola eccezione della graduale sostituzione delle consociate estere con i vari Giraudi ed altri. Anche la gestione del nuovo corso ha avuto come indiscussi protagonisti i soggetti preposti ai diritti e cioe Bernasconi e Lorenzano, gia scelti dall’imputato. Berlusconi rimane infatti al vertice della gestione dei diritti posto che, come ha dichiarato il gia citato teste Tatò, Bernasconi rispondeva a Berlusconi senza nemmeno passare per il Cda e nessuno ha riferito che tra Bernasconi e Berlusconi vi fosse un altro soggetto con poteri decisionali nel settore dei diritti, neppure dopo la quotazione in borsa e la c.d. ‘discesa in campo’, nella politica, di Berlusconi. (…) II sistema ha infatti richiesto l’intervento di fiduciari stranieri di alto livello (Mills, Del Bue) a loro volta certo lautamente remunerati per il lavoro svolto; l’apertura di numerosissimi conti correnti presso banche ubicate in vari paesi; la creazione di numerose società all’estero; la contestuale movimentazione di ingentissime somme di denaro; il coinvolgimento di una pluralità di collaboratori; il raggiungimento di accordi illeciti con soggetti inizialmente estranei alla propria sfera d’influenza. Non è dunque verosimile che qualche dirigente di Fininvest/Mediaset abbia organizzato un sistema come quello accertato e, soprattutto, che la società abbia subito per vent’anni truffe per milioni di euro senza accorgersene (non risultano invero denunce nei confronti di Bernasconi o Lorenza-no). (…) Pertanto deve ritenersi che l’interposizione di tutte le suddette entità nelle compravendite dei diritti provenienti dall’estero sia stata ideata per il duplice fine di realizzare un’imponente evasione fiscale e di consentire la fuoriuscita di denaro dal patrimonio di Fininvest/Mediaset a beneficio di Berlusconi. (…) Vi è prova diretta e documentale, con riguardo al primo periodo, che il risultato dell’evasione era confluito nella piena disponibilità dell’imputato, per cui non vi è ragione di ritenere che qualcosa di diverso sia accaduto con riguardo ai fatti di cui al-l’imputazione. I rilevanti importi confluiti sui conti del ‘socio occulto’ Agrama costituiscono palese dimostrazione del mantenimento inalterato del precedente sistema di frode. Il ruolo comunque ricoperto da Berlusconi, di azionista di maggioranza e dominus indiscusso del gruppo, gli consentiva pacificamente qualsiasi possibilità di intervento, anche in mancanza di poteri gestori formali. La permanenza di tutti i suoi fidati collaboratori , ma anche correi, nei ruoli ed incarichi a loro continuativamente affidati ne costituisce la più evidente dimostrazione. In definitiva, secondo il Tribunale, deve affermarsi la responsabilità dell’imputato in ordine al reato ascrittogli”.
ESCLUSO ANCHE TATÒ
L’amministratore delegato di Mediaset Franco Tatò dichiara che perfino a lui, che era formalmente il numero uno dell’azienda, erano tenuti nascosti i veri numeri dei contratti d’acquisto: “Era un’area di attività assolutamente chiusa ed impenetrabile”, dice Tatò al pm Fabio De Pasquale, “gestita a livello più alto da Bernasconi che dava conto della sua attività direttamente a Berlusconi e non riferiva al consiglio di amministrazione”.
“Un nascondimento e una separatezza che erano confermati, anche ai più alti livelli della organizzazione societaria, da quello che era stato designato come l’amministratore che avrebbe dovuto condurre la società dopo l’entrata in politica di Berlusconi, Francesco Tatò, che aveva infatti confermato che, nonostante l’importanza dei diritti nella struttura dei costi aziendali, e quindi nonostante l’interesse suo proprio ad aggredirli per ottenere significativi risparmi, si trovava a esserne sostanzialmente estromesso. (…) Ancorchè il teste avesse precisato che il termine “impenetrabile” era eccessivo, era evidente che non era settore che era stato affidato alla sua cura, ma restava nelle mani di Bernasconi che continuava a riferirne al solo Berlusconi.
MILLS, SOCIETÀ & BUGIE
Centrale la figura dell’avvocato inglese David Mills. È lui il creatore delle società estere usate per gonfiare i costi dei diritti. È lui che mente per salvare Berlusconi, in alcuni processi milanesi in cui l’ex presidente del Consiglio è accusato di condotte illecite (maxitangente a Bettino Craxi tramite la società All Iberian; tangenti alla Guardia di finanza; occultamento del possesso di Telepiù per aggirare la legge Mammì sulle tv). Compensato con almeno 600 mila dollari, davanti ai giudici ha “distanziato” Berlusconi dalle società offshore che aveva creato: le stesse utilizzate nel giro dei diritti Mediaset.
“Le risultanze del processo cosiddetto Mills (sottoposte alla doppia verifica di merito ed analizzate dal consesso più largo della Corte di legittimità) sono particolarmente significative, perché illustrano l’antefatto, societario, gestionale e patrimoniale, di quanto poi accaduto e sottoposto alla verifica di questa Corte. È innanzitutto significativo che alla vicenda siano interessate le stesse due persone che si vedranno poi essere il punto di riferimento della vicenda del giro dei diritti. Ovverossia il dominus del gruppo, Berlusconi, in posizione talmente defilata che il processo Mills nasce proprio dall’intento (raggiunto dal Mills e per questo ripagato) di supportarne l’estraneità ai fatti, e quel Bernasconi che ne assumerà la gestione concreta, pur, ovviamente, agendo sempre nel-l’interesse del gruppo, anzi, in questo caso, più direttamente del suo dominus. (…) Così fornendo logica spiegazione anche al successivo ‘giro dei diritti’, anch’esso spiegabile oltre alle evidenti ragioni di illecito risparmio fiscale, nella medesima ottica: conservare all’estero fondi di problematica individuazione e tracciamento. (…) La sentenza Mills dà innanzitutto conto della presenza di società estere (…) destinate a rimanere occulte (e quindi costituite in ‘paradisi fiscali’) perché create per raggiungere scopi quantomeno elusivi della normativa italiana, in specie della legge Mammì (che dettava limiti al possesso di reti televisive). (…) Con riferimento all’addebito relativo al fatto di avere Mills celato l’identità della proprietà delle società offshore del cosiddetto Gruppo Fininvest B, la sentenza emessa nel processo ‘Arces ed altri’ aveva accertato in maniera definitiva che la Guardia di finanza era stata corrotta affinché non venissero svolte approfondite indagini in ordine alle società del Gruppo Fininvest e non ne emergesse la reale proprietà, pur non essendo stato ritenuto certo il collegamento diretto fra i funzionari corrotti e Silvio Berlusconi, collegamento invece definitivamente provato rispetto ad altro dirigente di Fininvest, Salvatore Sciascia, responsabile del servizio centrale fiscale della società, condannato con sentenza irrevocabile. Alcune delle destinazioni di rilievo penale di quelle disponibilità economiche erano state peraltro accertate e, in esse, anche il diretto coinvolgimento di Berlusconi, solo prosciolto per prescrizione del reato. Parimenti, i fatti relativi all’illecito finanziamento in favore di Bettino Craxi da parte di Fininvest, tramite All Iberian, erano stati, sulla base di plurime prove testimoniali e documentali, definitivamente dimostrati (visto che la sentenza di primo grado, di condanna dei vertici della società e fra di essi di Silvio Berlusconi, non è stata riformata nel merito, ma per intervenuta prescrizione), così come si era accertato che All Iberian e le società offshore collegate erano state costituite su iniziativa del Gruppo Fininvest e che All Iberian era stata utilizzata quale tesoreria delle altre offshore inglesi costituite per conto del Gruppo Fininvest (…). E peraltro laddove, nel processo Arces citato, non si era giunti a risalire la catena delle responsabilita fino a Berlusconi, ciò era, appunto, dovuto alla colpevole reticenza dell’avvocato Mills”.
IL TRUCCHETTO
Ecco come un contabile della Fox racconta ai suoi superiori il sistema Berlusconi.
“Significativa era la email del 12.12.1994 con la quale tale Douglas Schwalbe, un contabile della Fox, scrive a Mark Kaner, all’epoca Presidente della Distribuzione intemazionale della Twenty Century Fox. Del seguente tenore: “Oggetto SBC Meeting: Mi sono incontrato con Guido Pugnetti venerdì. Lui mi ha spiegato che Carlo Bernasconi stava ancora pensando a cosa fare per i contratti della Fox, che avrebbe voluto incontrarsi con noi a Los Angeles (…). Mi ha spiegato quanto segue con la speranza che il tutto rimanesse tra me e lui. In due parole l’impero di Berlusconi funziona come un elaborato ‘shell game’. È un gioco che consiste nel prendere tre gusci di noci vuoti e nascondere sotto uno di essi il nocciolo di una ciliegia. Chi gioca deve indovinare dove il nocciolo è stato nascosto. Con la finalità di evadere le tasse italiane. La Principal, con sede a Lugano, compra licenze dei prodotti dagli Studios e successivamente li vende a Reteitalia. Se la Principal compra Mrs Doubtfire per 2 milioni di dollari, poi Canale 5 potrebbe acquistare la licenza per questo film (per esempio) per 3 milioni di dollari. Questi 3 milioni in realtà rappresentano (…) un trasferimento perché non si vuole che Reteitalia faccia utili (o faccia figurare utili). I profitti vengono tenuti in Svizzera (come sappiamo le banche svizzere proteggono la privacy dei loro clienti). (…) Ti prego di tenere per te queste informazioni visto che mi sono state comunicate in modo confidenziale.
AGRAMA-B. UNA COSA SOLA
Il produttore Frank Agrama, formalmente indipendente, è in realtà socio occulto di Berlusconi.
“In una missiva del 29.10.03, diretta all’Avv. Aldo Bonomo, all’epoca Presidente di Fininvest, e al dott. Alfredo Messina, direttore di Fininvest, Agrama dichiara di aver lavorato per le società del gruppo fin dal 1976 in qualità di loro rappresentante, precisando che Fininvest non spende un centesimo di più acquistando per il suo tramite e specificando, al riguardo, che i corrispettivi per le concessioni vengono trattati e concordati tra gli incaricati di Fininvest e gli Studios. II medesimo concetto viene ribadito al punto 7 della missiva dove si afferma che la sua funzione nei confronti di Fininvest è quella di agente negli Usa senza alcun costo aggiuntivo per l’acquirente europeo in quanto la commissione dell’agente viene corrisposta dagli Studios americani e non da Fininvest. Nel corso di detta lettera, Agrama spiega qual è la sua funzione e Ia sua utilità in relazione agli Studios, e non a Fininvest, in quanto sottolinea che gli affari conclusi con loro non sono soggetti alla ritenuta alla fonte e gli Studios apprezzano notevolmente questo aspetto (…). Lo stesso concetto è espresso in un’altra missiva di Agrama del 30.10.2001 (…) nella quale Agrama dice che la sua intermediazione non comporta alcun costo aggiuntivo per le entità di Berlusconi, precisando al riguardo che il prezzo non viene trattato da Agra-ma con i produttori americani, bensì direttamente dalle societa di Berlusconi. Invece, Agrama maggiorava non solo i prezzi aggiuntivi, ma addirittura i costi dei materiali tanto che Silvia Cavanna riferiva che i prezzi praticati da Agrama sui materiali erano il doppio di quelli richiesti da altre società produttrici (“Prezzi che non esistevano”). (…) Vi è poi una lettera inviata via fax su carta intestata Harmony Gold (in realtà si tratta di un memo) da Frank Agrama a Daniele Lorenzano, in cui Agrama afferma: ‘Ti allego una lettera che ti è stata mandata in precedenza da Robert Cohen, che riguarda 13 film, (…) solo per rinfrescarti la memoria. Robert Cohen ha incontrato altre persone, Mike Adler, Francesco Nespiga, nell’ufficio di Mike Adler e loro vogliono sapere da te direttamente se sei d’accordo con il contenuto di quella lettera per quanta riguarda i prezzi, le fee, il costo della distribuzione, l’allocazione e quant’altro. Non vogliono iniziare a lavorare sul contratto a meno che tu non dica loro che sei d’accordo. Per cortesia manda un fax a Mike Adler, dicendogli che sei d’accordo oppure telefonagli in modo che possano iniziare a preparare il contratto’. Se ne ricava che era Daniele Lorenzano che stabiliva e concordava con Paramount i prezzi e altre condizioni contrattuali”. (…) Si ribadiscono: il rapporto continuativo con Berlusconi e con Bernasconi; il ‘costo zero’ dei diritti da lui intermediati; la sua natura di mero agente; il fatto che tutti i contratti vengano stipulati in realtà non da lui stesso ma dagli uomini del gruppo (e quindi da Lorenzano). La lettera datata 11.2.99 inviata da Agrama a Me Kluggage dimostra anch’essa la particolarità del rapporto tra Berlusconi e Agrama (Harmony Gold) posto che Agrama utilizza, riferendosi al Gruppo Berlusconi, il noi: ‘Noi siamo diventati i vostri più importanti clienti in Italia e Spagna’. (…) Ed ancora il 24.12.1998 una rappresentante della Wiltshire Trading, tale Hoffmann, scrive a Paramount a proposito della violazione di un accordo del 1993 per la trasmissione di un film dicendo di aver contattato ‘le nostre emittenti’, riferendosi con ciò chiaramente alle società di Berlusconi. (…) Il 21 dicembre 1993 Bruce Gordon di Paramount in una lettera al collega Lucas conferma ‘la totale sovrapponibilità tra Agrama e Berlusconi, posto che non vi è distinzione né tra le società né tra le persone, né tra le cifre’. (…) In una lettera del 7 ottobre 1997, due contabili di Paramount, Taylor e Schlaffer, a proposito di crediti nei confronti di società di Agrama le definiscono ’Berlusconi’s companies’.
SPIFFERI INTERNI
Alcuni testimoni dentro il sistema raccontano dall’interno il metodo per gonfiare i prezzi e la presenza determinante di Silvio Berlusconi.
“Silvia Cavanna (che, si ricorda, era rimasta in Mediaset fino al 1999 seppure, negli ultimi anni, come consulente) ricordava che l’ufficio di Lugano, gestito prima da Candia Camaggi e poi, dal 1995, dalla odierna coimputata Gabriella Galetto, spediva a Milano i contratti senza i dati economici, che venivano riservatamente ed ufficiosamente comunicati, ma che poi venivano gonfiati, su istruzione di Bernasconi (“Picchia giù sui prezzi”), in modo da fornire una (cosidetta) ‘gestione equilibrata’ dei flussi finanziari volta, quindi, non al mero pagamento dei diritti (di costo, alla fonte, molto minore del flusso finanziario stesso) ma alle esigenze, di tutt’altra natura, di illecita costituzione di fondi finanziari in territorio estero e di corrispettivo ‘risparmio fiscale’ nel nostro territorio. (…) La teste Marina Baldi, addetta all’ufficio gestione e contratti di Reteitalia prima e Mediaset dopo, alle dipendenze della Cavanna, fin dal 1985, si era occupata della redazione di quei subcontratti che servivano per non inviare a Milano i master (i contratti originari). Tanto che i prezzi da inserire nei subcontratti le erano indicati dalla Cavanna, la quale rispondeva direttamente a Bernasconi . (…) Il teste Daniele Belotti, dipendente proprio di Fininvest Service di Lugano, ha riferito di essersi occupato della predisposizione delle schede sulla base dei contratti di acquisto dei diritti, precisando che la scheda contenente Ia parte economica veniva consegnata alla Camaggi (e poi alla Galetto) per l’amministrazione, mentre la parte contenente tutti gli altri dati contrattuali veniva spedita a Milano”.
È SEMPRE MEDIATRADE?
La difesa mediatica di Berlusconi sostiene che l’ex presidente del Consiglio è già uscito indenne dalle accuse di frode fiscale e appropriazione indebita del processo Mediatrade, sia a Milano che a Roma; poiché questo è sostanzialmente la stessa cosa di quello Mediaset, deve dunque essere assolto anche in questo. La sentenza Mediaset lo nega, perché le nuove accuse “riguardano condotte ulteriori che attengono a un diverso periodo di tempo e sono fondate su un substrato probatorio che nulla prova essere identico”.
“Non possono incidere sul giudizio formulato i diversi arresti a cui erano pervenuti i Gup di Milano e Roma (con sentenze confermate dalla Cassazione) che attengono a diversi periodi di tempo e a distinti quadri probatori. Perché attengono agli anni in cui a Ims era stata sostituita Mediatrade e alla operatività condotta con tale diversa società. Sostanzialmente da chi aveva ritenuto di dare una svolta, anche di ‘trasparenza’, al precedente modo di agire”.
NO ATTENUANTI GENERICHE
A Berlusconi non vengono concesse le attenuanti generiche in ragione di “un sistema di società e conti esteri portato avanti per molti anni, proseguito nonostante i ruoli pubblici assunti, e condotto in posizione di assoluto vertice”. E per “la particolare capacità a delinquere dimostrata nell’esecuzione del disegno, consistito nel-l’architettare un complesso meccanismo fraudolento ramificato in infiniti paradisi fiscali, con miriadi di società satelliti e conti correnti costituiti esclusivamente in funzione del disegno delittuoso”.
“La pena stabilita in prime cure è del tutto proporzionata alla gravità materiale dell’addebito e all’intensità del dolo dimostrato. Si tratta di una operazione illecita organizzata e portata a termine costituendo società e conti esteri a ciò dedicati, un sistema portato avanti per molti anni. Parallelo alla ordinaria gestione delle società e del gruppo. Sfruttando complicità interne (ed esterne) a esso. Proseguito nonostante i ruoli pubblici assunti. E condotto in posizione di assoluto vertice. A fronte di ciò, e in relazione alla oggettiva gravità del reato, è ben chiara l’impossibilità di concedere le attenuanti generiche (l’incensuratezza. e tanto più l’età, sono del tutto recessive rispetto a un simile quadro); la particolare intensità del dolo impone altresì di commisurare la pena in misura adeguata, che oltretutto neppure si è avvicinata al massimo edittale”.
Da Il Fatto Quotidiano del 30/07/2013.
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Re: COUNTDOWN
Vorrà dire qualcosa la riduzione della pena accessoria richiesta dal pg Mura?
Noi ti veniamo incontro con la riduzione di pena accessoria,...ma condanna ci deve essere.
Mediaset, pg Cassazione: “Confermare condanna, ma ridurre interdizione”
II verdetto degli ermellini sui diritti tv arriverà mercoledì sera o più probabilmente giovedì. Il legale dell'ex premier: "Chiediamo annullamento radicale della condanna" . Letta: "Sono sereno, il governo terrà". [img]Il%20pg%20Mura:%20"Processo%20celebrato%20secondo%20le%20regole"[/img]. LA CRONACA ORA PER ORA
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 30 luglio 2013Commenti (1240)
Confermare la condanna di Silvio Berlusconi, ma con riduzione della pena accessoria. Il pg della Cassazione Antonello Mura, dopo quasi quattro ore di requisitoria, ha chiesto ai giudici di ritenere colpevole il leader del Pdl di frode fiscale, per cui l’imputato è stato condannato a 4 anni di reclusione e 5 di interdizione dai pubblici uffici. Ma allo stesso tempo l’accusa ha chiesto anche di rimodulare l’interdizione da cinque anni a tre anni: un ricalcolo che potrebbe essere effettuato dagli stessi ermellini. Nella vicenda Mediaset ‘ ‘sono presenti tutti gli elementi costitutivi della fattispecie di reato di frode fiscale ascritta agli imputati”. Frode di cui per il pg Berlusconi è l’ideatore. “E’ questo un processo carico di aspettative e che suscita passioni ed emozioni esterne che sono manifestazione del libero dibattito e della vita democratica, ma aspettative e passioni devono rimanere confinate fuori dallo spazio dell’Aula giudiziaria” ha affermato il titolare dell’accusa che ha ricordato che il suo compito sarà svolto con “imparzialità in termini coincidenti” con la giurisprudenza della Corte.
Questa mattina le difese di tutti gli imputati hanno avevano comunicato che non avrebbero chiesto slittamenti e così è stato. “Da parte nostra non ci sarà alcuna richiesta di rinvio” aveva spiegato il professor Franco Coppi. Che in Cassazione difende, insieme a Niccolò Ghedini, l’ex premier Silvio Berlusconi nel processo Mediaset aveva confermato i rumor della vigilia. Neanche l’avvocato Roberto Pisano, difensore del produttore cinematografico egiziano Frank Agrama, ha chiesto il rinvio dell’udienza. E nessuna istanza è stata presentata dai difensori della ex manager Mediaset, Gabriella Galetto, avvocati Filippo Dinacci e Nicola Mazzacuva. Anche la difesa di Daniele Lorenzano si è allineata alle altre.
La decisione degli ermellini slitterà di almeno un giorno visto che la causa è iniziata intorno a mezzogiorno davanti alla sezione feriale, che doveva affrontare sette procedimenti e altre due cause discusse in Camera di consiglio a porte chiuse. “Domani sera o più probabilmente giovedì potrebbe esserci la decisione della Cassazione”, ha confermato il professor Franco Coppi, legale del leader del Pdl. Che ha dichiarato che il calcolo dell’interdizione da parte dei giudici d’Appello era “un palese errore”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07 ... di/671140/
Noi ti veniamo incontro con la riduzione di pena accessoria,...ma condanna ci deve essere.
Mediaset, pg Cassazione: “Confermare condanna, ma ridurre interdizione”
II verdetto degli ermellini sui diritti tv arriverà mercoledì sera o più probabilmente giovedì. Il legale dell'ex premier: "Chiediamo annullamento radicale della condanna" . Letta: "Sono sereno, il governo terrà". [img]Il%20pg%20Mura:%20"Processo%20celebrato%20secondo%20le%20regole"[/img]. LA CRONACA ORA PER ORA
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 30 luglio 2013Commenti (1240)
Confermare la condanna di Silvio Berlusconi, ma con riduzione della pena accessoria. Il pg della Cassazione Antonello Mura, dopo quasi quattro ore di requisitoria, ha chiesto ai giudici di ritenere colpevole il leader del Pdl di frode fiscale, per cui l’imputato è stato condannato a 4 anni di reclusione e 5 di interdizione dai pubblici uffici. Ma allo stesso tempo l’accusa ha chiesto anche di rimodulare l’interdizione da cinque anni a tre anni: un ricalcolo che potrebbe essere effettuato dagli stessi ermellini. Nella vicenda Mediaset ‘ ‘sono presenti tutti gli elementi costitutivi della fattispecie di reato di frode fiscale ascritta agli imputati”. Frode di cui per il pg Berlusconi è l’ideatore. “E’ questo un processo carico di aspettative e che suscita passioni ed emozioni esterne che sono manifestazione del libero dibattito e della vita democratica, ma aspettative e passioni devono rimanere confinate fuori dallo spazio dell’Aula giudiziaria” ha affermato il titolare dell’accusa che ha ricordato che il suo compito sarà svolto con “imparzialità in termini coincidenti” con la giurisprudenza della Corte.
Questa mattina le difese di tutti gli imputati hanno avevano comunicato che non avrebbero chiesto slittamenti e così è stato. “Da parte nostra non ci sarà alcuna richiesta di rinvio” aveva spiegato il professor Franco Coppi. Che in Cassazione difende, insieme a Niccolò Ghedini, l’ex premier Silvio Berlusconi nel processo Mediaset aveva confermato i rumor della vigilia. Neanche l’avvocato Roberto Pisano, difensore del produttore cinematografico egiziano Frank Agrama, ha chiesto il rinvio dell’udienza. E nessuna istanza è stata presentata dai difensori della ex manager Mediaset, Gabriella Galetto, avvocati Filippo Dinacci e Nicola Mazzacuva. Anche la difesa di Daniele Lorenzano si è allineata alle altre.
La decisione degli ermellini slitterà di almeno un giorno visto che la causa è iniziata intorno a mezzogiorno davanti alla sezione feriale, che doveva affrontare sette procedimenti e altre due cause discusse in Camera di consiglio a porte chiuse. “Domani sera o più probabilmente giovedì potrebbe esserci la decisione della Cassazione”, ha confermato il professor Franco Coppi, legale del leader del Pdl. Che ha dichiarato che il calcolo dell’interdizione da parte dei giudici d’Appello era “un palese errore”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07 ... di/671140/
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Re: COUNTDOWN
Vox populi
Giovanna Suares Yesterday 11:18 PM
Ma cosa c'è da aspettare a mandarlo in galera questo delinquente che frodando lo stato ha rubato i soldi ai poveri diavoli che le tasse le pagano fino all'ultimo centesimo? I suoi seguaci lo difendono perché hanno fatto e fano ancora come lui
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piero Yesterday 11:16 PM
Il pg Mura certifica ed afferma ciò che tutti gli addetti ai lavori conoscono e cioè che qualunque sia la decisione della corte di cassazione,l'imputato berlusconi è colpevole.
Sono gli attori politici che,avendo spessori da scadenti comparse,sperano in un pronunciamento della corte che dia la possibilità di continuare a gestire fino alla tragedia finale il paese.
Purtroppo economicamente abbiamo superato,da almeno un anno, il punto di non ritorno.
Qualunque decisione di questa corte,cancellerà questa classe politica,che ha lasciato alla magistratura ciò che loro non hanno mai fatto, comprensibilmente.
La motivazione della sentenza avrà enorme peso sul giudizio che il popolo darà sulla indipendenza ed estraneità della magistratura con il potere politico.
Sarà di enorme importanza confidare su un potere, che dimostrando correttezza, potrà essere il riferimento per la difficilissima ripartenza.
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Giovanna Suares Yesterday 11:18 PM
Ma cosa c'è da aspettare a mandarlo in galera questo delinquente che frodando lo stato ha rubato i soldi ai poveri diavoli che le tasse le pagano fino all'ultimo centesimo? I suoi seguaci lo difendono perché hanno fatto e fano ancora come lui
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piero Yesterday 11:16 PM
Il pg Mura certifica ed afferma ciò che tutti gli addetti ai lavori conoscono e cioè che qualunque sia la decisione della corte di cassazione,l'imputato berlusconi è colpevole.
Sono gli attori politici che,avendo spessori da scadenti comparse,sperano in un pronunciamento della corte che dia la possibilità di continuare a gestire fino alla tragedia finale il paese.
Purtroppo economicamente abbiamo superato,da almeno un anno, il punto di non ritorno.
Qualunque decisione di questa corte,cancellerà questa classe politica,che ha lasciato alla magistratura ciò che loro non hanno mai fatto, comprensibilmente.
La motivazione della sentenza avrà enorme peso sul giudizio che il popolo darà sulla indipendenza ed estraneità della magistratura con il potere politico.
Sarà di enorme importanza confidare su un potere, che dimostrando correttezza, potrà essere il riferimento per la difficilissima ripartenza.
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Re: COUNTDOWN
Vox populi
Bravi ad inveire (naturalmente contro gli altri)
Magari sono gli stessi che si comportano così
http://forumisti.mondoforum.com/viewtop ... 386#p25386
Bravi ad inveire (naturalmente contro gli altri)
Magari sono gli stessi che si comportano così
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Re: COUNTDOWN
mercoledì 31 luglio 2013
Ma cosa volete che accada?
Ma cosa volete che accada oggi o domani o dopodomani per la sentenza della Cassazione sul cavaliere d'Italia che ha dominato la scena politica di questi ultimi vent'anni?
Ma veramente qualcuno è disposto a credere che in caso di conferma dei due gradi di giudizio che lo hanno condannato, il cavaliere vada in cella?
Ma mica si chiama Gennaro Esposito che a quest'ora per reati ben meno gravi era già in cella ad attendere la sentenza della Cassazione.
Ma mica di punto in bianco ci siamo svegliati questa mattina credendo di trovarci in Germania, Inghilterra, Francia o Olanda.
Sveglia! Siamo sempre nel bel Paese festoso che esulta per i condannati e fa il tifo per chi la legge la interpreta a proprio uso e consumo !
Dalle mie parti una sentenza che confermi i due precedenti gradi di giudizio, rende l'imputato più forte, maggiormente credibile agli occhi della sua gente, esce dall'aula a testa alta e nel caso sconti l'intera pena, cosa più unica che rara, il suo potere dal buio di una cella è maggiormente fortificato.
Questo è il Paese degli atteggiamenti più strani,il Paese dove un deputato all'interno dell'Aula non può nominare il Capo dello Stato ma fuori con il silenzio o frasi di circostanza di uomini delle Istituzioni, ciascuno può offendere una Ministra della Repubblica senza che nessuno intervenga per far cessare questa indecenza.
Questo è il Paese attento alle parole della Ministra ma distratto alle malefatte di chi ha ridotto il Paese in queste condizioni.
Non è certamente il mio Paese, non è certamente il Paese delle persone perbene.
http://antonio-salzano.blogspot.it/
"Ma cosa volete che accada?" Che non sia già accaduto?
Una condanna a Berlusconi, sarebbe ...destabilizzante
una cassazione delle sue condanne, forse ...destabilizzerebbe ancor di più.
Il guaio è che non c'è più nulla da destabilizzare,
il parlamento è stato già sovvertito,
la costituzione attentata,
il governo è retto da una banda di opportunisti che pensano solo a salvare loro stessi ed i loro privilegi.
Il capo dello stato impegnato a custodire macerie.
Personalmente non so neanche cosa sia meglio che accadesse.
Sembrerebbe che tutto sia stato compromesso... siamo già all'irreversibilità (?)
Ma cosa volete che accada?
Ma cosa volete che accada oggi o domani o dopodomani per la sentenza della Cassazione sul cavaliere d'Italia che ha dominato la scena politica di questi ultimi vent'anni?
Ma veramente qualcuno è disposto a credere che in caso di conferma dei due gradi di giudizio che lo hanno condannato, il cavaliere vada in cella?
Ma mica si chiama Gennaro Esposito che a quest'ora per reati ben meno gravi era già in cella ad attendere la sentenza della Cassazione.
Ma mica di punto in bianco ci siamo svegliati questa mattina credendo di trovarci in Germania, Inghilterra, Francia o Olanda.
Sveglia! Siamo sempre nel bel Paese festoso che esulta per i condannati e fa il tifo per chi la legge la interpreta a proprio uso e consumo !
Dalle mie parti una sentenza che confermi i due precedenti gradi di giudizio, rende l'imputato più forte, maggiormente credibile agli occhi della sua gente, esce dall'aula a testa alta e nel caso sconti l'intera pena, cosa più unica che rara, il suo potere dal buio di una cella è maggiormente fortificato.
Questo è il Paese degli atteggiamenti più strani,il Paese dove un deputato all'interno dell'Aula non può nominare il Capo dello Stato ma fuori con il silenzio o frasi di circostanza di uomini delle Istituzioni, ciascuno può offendere una Ministra della Repubblica senza che nessuno intervenga per far cessare questa indecenza.
Questo è il Paese attento alle parole della Ministra ma distratto alle malefatte di chi ha ridotto il Paese in queste condizioni.
Non è certamente il mio Paese, non è certamente il Paese delle persone perbene.
http://antonio-salzano.blogspot.it/
"Ma cosa volete che accada?" Che non sia già accaduto?
Una condanna a Berlusconi, sarebbe ...destabilizzante
una cassazione delle sue condanne, forse ...destabilizzerebbe ancor di più.
Il guaio è che non c'è più nulla da destabilizzare,
il parlamento è stato già sovvertito,
la costituzione attentata,
il governo è retto da una banda di opportunisti che pensano solo a salvare loro stessi ed i loro privilegi.
Il capo dello stato impegnato a custodire macerie.
Personalmente non so neanche cosa sia meglio che accadesse.
Sembrerebbe che tutto sia stato compromesso... siamo già all'irreversibilità (?)
Ultima modifica di erding il 31/07/2013, 14:41, modificato 1 volta in totale.
Re: COUNTDOWN
nei commenti dei giornali c'è di tutto ( nel web in generale) ...pochissime le voci interessanti, per lo più sono sfogatoio di chi posta per riconfermare a se stesso la propria esistenza , un pò come i graffitari sui monumenti.mariok ha scritto:Vox populi
Bravi ad inveire (naturalmente contro gli altri)
Magari sono gli stessi che si comportano così
http://forumisti.mondoforum.com/viewtop ... 386#p25386
senza offesa per lo zio ma sono pressochè insignificanti ... solo massa che scalfisce appena la superficie , niente approfondimento.
Re: COUNTDOWN
@Amadeus nei commenti dei giornali c'è di tutto ( nel web in generale) ...pochissime le voci interessanti, per lo più sono sfogatoio di chi posta per riconfermare a se stesso la propria esistenza , un pò come i graffitari sui monumenti.
senza offesa per lo zio ma sono pressochè insignificanti ... solo massa che scalfisce appena la superficie , niente approfondimento.
Quoto anche se con piccola integrazione: massa... minoritaria
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Re: COUNTDOWN
Amadeus ha scritto:nei commenti dei giornali c'è di tutto ( nel web in generale) ...pochissime le voci interessanti, per lo più sono sfogatoio di chi posta per riconfermare a se stesso la propria esistenza , un pò come i graffitari sui monumenti.mariok ha scritto:Vox populi
Bravi ad inveire (naturalmente contro gli altri)
Magari sono gli stessi che si comportano così
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senza offesa per lo zio ma sono pressochè insignificanti ... solo massa che scalfisce appena la superficie , niente approfondimento.
senza offesa per lo zio ma sono pressochè insignificanti ...
Non ti preoccupare, non mi offendo di certo per questo
Ma entrando nel merito.
Nel 2003, dopo un anno di partecipazione attiva sullo storico forum dell’Ulivo.it, un forum che veniva classificato come il secondo forum politico nazionale per partecipazione e qualità (non è mai stato precisato chi fosse il primo, né l’ho mai letto altrove), valutando i contenuti, emergeva molto chiaramente che in prevalenza questa nuova forma di Agorà telematica, fosse in realtà un grande sfogatoio.
E da allora, periodicamente, quando le condizioni evidenziavano la prevalenza della funzione “sfogatoio”, l’ho fatto presente.
Terapeuticamente la funzione di “sfogatoio” ha una notevole importanza sociale, anche se, molte volte, quello che viene considerato “sfogatoio” per alcuni, accende inevitabilmente la voglia di combattimento di chi la pensa in modo avverso.
La proposta costruttiva ha sempre avuto un aspetto alquanto marginale.
Se non sbaglio è stato l’amico soloo42000, ad evidenziare che quanto veniva scritto sul forum, non era gradito al potere politico che sovraintendeva al forum.
Nulla di nuovo, la casta politica ha solo bisogno di merli scemi obbedienti che non usino la propria testa per ragionare e che si bevano tutto quello che gli propinano.
Funziona così da molti anni. Uomini come De Gasperi, Berlinguer, Pertini e Moro, sembra che non ne nascano più. Solo la mediocrità più disperante.
Anche qui niente di nuovo, questo principio arriva a noi intatto fin dalla notte dei tempi.
Questa limitazione nel tempo, associata alla prevalenza del fattore “sfogatoio” non ha mai consentito all’Ulivo di crescere ed affermarsi.
Bisogna aspettare ed arrivare ai giorni nostri per comprendere con più facilità i giochi sotterranei di un tempo.
Il sopraggiungere della crisi del 2008 mette in ulteriore fibrillazione il sistema che non regge più da tempo.
Ma sui forum successivi, l’aspetto costruttivo continua a ritagliarsi costantemente il ruolo di Cenerentola.
Non solo, ma la denuncia della possibilità di scenari futuri, che in pratica sono quelli che stiamo vivendo in questi mesi, vengono interpretati allo stesso modo dei temi costruttivi.
Era quindi matematico che il processo degenerativo ci avesse portato alle condizioni dell’estate del 2011.
Rammento solamente che mentre la cronaca ufficiale si occupava già dei suicidi di piccoli imprenditori e operai che non ce la facevano più, nell’aprile del 2011, il tesoriere del Pd Ugo Sposetti, non certo di sua iniziativa, ma per ordine dell’intero Pd, presenta il ddl 3809, previo regolare accordo preventivo con gli amici del Pdl, in cui si chiede il raddoppio del rimborso ai partiti ed un occhio di riguardo anche per le Fondazioni, che all’epoca valeva già 4 volte quanto abrogato con referendum nel 1993.
I forum mantengono la loro funzione di sfogatoio. Sono delle carte assorbenti, assorbono tutto.
Nel novembre del 2011, Silvio Berlusconi viene dimissionato.
A lui si imputano tutte le maggiori carenze per aver trascurato e sottovalutato la crisi internazionale sorta nell’ottobre del 2008.
Tutto vero, ma fino ad un certo punto, perché dal 2008 in avanti l’opposizione ha completamente rinunciato al suo ruolo, accettando passivamente l’imposizione berlusconiana.
La vampirizzazione del popolo italiano attraverso il ddl 3809, di cui costato quotidianamente un’ignoranza infinita nelle fasce popolari, è l’icona di cosa era l’opposizione ai tempi.
Monti, rappresenta quindi nei primi 15 giorni di esercizio, nel novembre 2011, l’ipotesi di tamponamento di una fase degenerativa dei partiti.
La formula del tutti insieme appassionatamente rappresenta un primo fallimento di Napolitano.
E’ una formula che solo il tempo farà comprendere la realtà anche ai più cocciuti difensori di quella formula.
I partiti sono falliti, e come aveva precisato Zagrebelsky, non avevano la capacità di rinnovarsi per conto loro.
Passi per il partito padronale dei Fratelli mussulmani, che sembra inossidabile nel tempo, ma gli avversari che si vantano di non aver padroni dovevano perlomeno dare prova di sapersi rinnovare.
Noi siamo all’interno di una spirale in cui giorno dopo giorno assistiamo ad una lenta agonia del Paese senza via di scampo, dove la casta tenta di salvarsi a spese degli italiani.
Il Pd preme il bottone dell’implosione all’atto dell’elezione del presidente della Repubblica.
Evita accuratamente di votare il rinnovamento rappresentato da Prodi, Rodotà, Zagrebelsky.
Non se lo possono permettere perché avrebbe rappresentato la loro fine.
Quindi gli ripreferiscono Napolitato, che garantisce la conservazione.
Quello innescato dal Pd é un processo irreversibile ed inarrestabile.
Per di più, sul fronte opposto ci sta un uomo, che viene disprezzato e che forse, ripeto forse, domani verrà condannato, ma che strategicamente è più spregiudicato ma anche più intelligentemente preparato delle comari del Pd.
E che comunque vada sarà il protagonista dei prossimi mesi, mentre il Pd prosegue nel suo processo inarrestabile d’implosione.
La vox populi che evidentemente non trova il tuo gradimento, conferma una realtà, che molti vogliono far finta che non esiste.
Servirà domani a testimoniare ancora una volta di più, quando ci sarà il botto. Sarà una testimonianza di cosa comporta il non voler guardare in faccia alla realtà, per chissà quali celati e reconditi motivi.
Ne riparleremo più avanti, quando il popolo di St. Thomas avrà completato i suoi riti del toccare con mano.
PS. Proprio per la funzione di testimonianza, ti notifico che prossimamente continuerò a pubblicare i vox populi, e se li ritieni insignificanti, non stare a perdere tempo. Evita di leggerli.
Gli archivi di:
Agorà,
Agorà estate,
Omnibus,
Omnibus notte,
Linea notte,
In onda,
Ballarò,
Servizio pubblico,
offrono un notevole archivio per visionare le puntate di questa stagione.
Ci vuole tempo, ma soprattutto una grande pazienza, oltre ad uno stomaco di ferro ed a un fegato d’acciaio inox.
Perché mettendo insieme puntata dopo puntata ci si rende conto che Pd e Pdl sono identici nel prendere in giro gli elettori italiani.
Raccontano un sacco di balle sapendo di mentire.
Hanno imparato entrambi la lezioncina da raccontare ripetutamente durante la passerella per fare colpo sui merli, in cui bisogna sempre inserire le parole:
- Per il bene dell’Italia,
- Per il bene del Paese,
- Lavoriamo per l’occupazione,
- Per le aziende,
- Per la crescita.
In effetti lavorano solo per se stessi e per la loro remunerata occupazione che nessuna azienda privata di questi tempi sarebbe disposta ad erogare, per una classe dirigente che fa della mediocrità la propria icona.
Non c’è nessuna differenza tra il nobel Gas parri e la Pinotti, visti questa sera a “In onda”.
Ma neppure tra la Gelmini e Paola De Michelis, tra la Santanché e Roberto Speranza, tra la Biancofiore e la Moretti, tra la Bernini e Richetti.
Raccontano tutti/e delle gran balle da mesi e mesi, sempre le stesse.
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Re: COUNTDOWN
Sentenza Mediaset, la difesa: “Si annulli. Manca prova contro Berlusconi”
Il presidente degli ermellini Esposito convoca la camera di consiglio alle 12 di giovedì. Coppi: "Non c'è reato chiedo annullamento sentenza", Ghedini: "Questo processo mio incubo notturno". Secondo la difesa si è di fronte "ad un illecito di tipo amministrativo e tributario"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 31 luglio 2013Commenti (744)
Per la difesa manca la prova della compartecipazione di Silvio Berlusconi al reato di frode fiscale e l’ex premier doveva essere assolto sin dal primo grado. Gli avvocati Franco Coppi e Niccolò Ghedini – che ha definito il processo “un incubo notturno” – hanno discusso la loro tesi difensiva davanti ai giudici della Corta di Cassazione. Prima di entrare in aula il professore, scherzando sulla sua scaramanzia, ha affermato di portare sempre con sé un cornetto portafortuna, dentro il portafoglio.
“Ha raccontato quello che c’è scritto nella sentenza, nulla di nuovo, ma noi – ha detto ai giornalisti accreditati – abbiamo elementi in più e oggi li esporremo ai giudici” ha ragionato l’avvocato riferendosi al pg. Sul possibile arrivo a sorpresa di Berlusconi in aula il legale ha aggiunto: “Ma in Cassazione ci vengono i poveracci o chi vuole vedere se gli avvocati sono bravi, partendo dal presupposto che i suoi legali sono in gamba qui l’ex premier non ci mette piede”. Coppi aveva già preannunciato di puntare “all’assoluzione di Berlusconi” con la formula piena “per non aver commesso il fatto”. Diversamente, ha aggiunto, “si può pensare ad una derubricazione del reato come illecito tributario non penalmente rilevante”. Il reato, a quel punto sarebbe ridotto a “concorso in fatturazioni inesistenti”.
Sei in: Il Fatto Quotidiano > Giustizia & impunità > Sentenza Medias...
Sentenza Mediaset, la difesa: “Si annulli. Manca prova contro Berlusconi”
Il presidente degli ermellini Esposito convoca la camera di consiglio alle 12 di giovedì. Coppi: "Non c'è reato chiedo annullamento sentenza", Ghedini: "Questo processo mio incubo notturno". Secondo la difesa si è di fronte "ad un illecito di tipo amministrativo e tributario"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 31 luglio 2013Commenti (744)
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Per la difesa manca la prova della compartecipazione di Silvio Berlusconi al reato di frode fiscale e l’ex premier doveva essere assolto sin dal primo grado. Gli avvocati Franco Coppi e Niccolò Ghedini – che ha definito il processo “un incubo notturno” – hanno discusso la loro tesi difensiva davanti ai giudici della Corta di Cassazione. Prima di entrare in aula il professore, scherzando sulla sua scaramanzia, ha affermato di portare sempre con sé un cornetto portafortuna, dentro il portafoglio.
“Ha raccontato quello che c’è scritto nella sentenza, nulla di nuovo, ma noi – ha detto ai giornalisti accreditati – abbiamo elementi in più e oggi li esporremo ai giudici” ha ragionato l’avvocato riferendosi al pg. Sul possibile arrivo a sorpresa di Berlusconi in aula il legale ha aggiunto: “Ma in Cassazione ci vengono i poveracci o chi vuole vedere se gli avvocati sono bravi, partendo dal presupposto che i suoi legali sono in gamba qui l’ex premier non ci mette piede”. Coppi aveva già preannunciato di puntare “all’assoluzione di Berlusconi” con la formula piena “per non aver commesso il fatto”. Diversamente, ha aggiunto, “si può pensare ad una derubricazione del reato come illecito tributario non penalmente rilevante”. Il reato, a quel punto sarebbe ridotto a “concorso in fatturazioni inesistenti”.
La seconda giornata di udienza era iniziata poco dopo le 9,30: quattro gli imputati compreso il leader del Pdl, condannato in primo e secondo grado a 4 anni di reclusione per frode fiscale e a 5 di interdizione dai pubblici uffici. Pena accessoria che la Procura generale della Cassazione ieri ha chiesto di ricalcolare al ribasso portandola a 3 anni.
Sette gli avvocati che hanno preso la parola. Il primo è stato l’avvocato Luca Mucci che difende l’ex manager Mediaset Daniele Lorenzano (condannato a 3 anni e 8 mesi e a 5 di interdizione), seguito da Roberto Pisano, legale di Frank Agrama, considerato il “socio occulto” del Cavaliere.
La sentenza – molto attesa anche per le possibili ripercussioni sul governo Letta e sul futuro politico del leader del Pdl – sarà pronunciata giovedì come confermato dal presidente Antonio Esposito. Dopo la richiesta del pg, un possibile scenario è che la Cassazione confermi i quattro anni di reclusione e rimandi alla Corte d’appello di Milano la rideterminazione della pena accessoria. Per Berlusconi si aprirebbe la speranza di una prescrizione? Probabilmente no, perché l’orientamento della giurisprudenza dice che i termini di prescrizione si fermano nel momento in cui diventa definitiva la pena principale. Qualora la Corte di Cassazione dovesse ordinare un nuovo giudizio in appello per il ricalcolo dell’interdizione i termini di prescrizione del reato saranno congelati, un nuovo processo d’appello invece farebbe trascorrere i termini. Sulla possibile rideterminazione dell’interdizione, l’avvocato Coppi: “Dal punto di vista tecnico dovrebbe scattare un rinvio alla Corte d’Appello di Milano, ma per buon senso è più logico che lo faccia la Cassazione”.
Ma dal punto di vista politico per Berlusconi, se il ricalcolo chiesto dall’accusa fosse accolto dagli ermellini, potrebbe essere comunque una boccata di ossigeno. La questione dell’interdizione, e quindi della possibile decadenza da senatore, sarebbe rinviata fino al pronunciamento della corte d’Appello, poi dipenderebbe dai tempi parlamentari di convocazione della Giunta per le elezioni e del voto in Aula. Nel frattempo i legali del leader Pdl potrebbero lavorare sulla pena principale, ridotta a un anno dall’indulto del 2006, e chiedere l’affidamento ai servizi sociali. Magari con la possibilità di “lavoro esterno” come parlamentare, dato il precedente del democristiano-forzista Gianstefano Frigerio.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07 ... re/672240/
Il presidente degli ermellini Esposito convoca la camera di consiglio alle 12 di giovedì. Coppi: "Non c'è reato chiedo annullamento sentenza", Ghedini: "Questo processo mio incubo notturno". Secondo la difesa si è di fronte "ad un illecito di tipo amministrativo e tributario"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 31 luglio 2013Commenti (744)
Per la difesa manca la prova della compartecipazione di Silvio Berlusconi al reato di frode fiscale e l’ex premier doveva essere assolto sin dal primo grado. Gli avvocati Franco Coppi e Niccolò Ghedini – che ha definito il processo “un incubo notturno” – hanno discusso la loro tesi difensiva davanti ai giudici della Corta di Cassazione. Prima di entrare in aula il professore, scherzando sulla sua scaramanzia, ha affermato di portare sempre con sé un cornetto portafortuna, dentro il portafoglio.
“Ha raccontato quello che c’è scritto nella sentenza, nulla di nuovo, ma noi – ha detto ai giornalisti accreditati – abbiamo elementi in più e oggi li esporremo ai giudici” ha ragionato l’avvocato riferendosi al pg. Sul possibile arrivo a sorpresa di Berlusconi in aula il legale ha aggiunto: “Ma in Cassazione ci vengono i poveracci o chi vuole vedere se gli avvocati sono bravi, partendo dal presupposto che i suoi legali sono in gamba qui l’ex premier non ci mette piede”. Coppi aveva già preannunciato di puntare “all’assoluzione di Berlusconi” con la formula piena “per non aver commesso il fatto”. Diversamente, ha aggiunto, “si può pensare ad una derubricazione del reato come illecito tributario non penalmente rilevante”. Il reato, a quel punto sarebbe ridotto a “concorso in fatturazioni inesistenti”.
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Sentenza Mediaset, la difesa: “Si annulli. Manca prova contro Berlusconi”
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di Redazione Il Fatto Quotidiano | 31 luglio 2013Commenti (744)
Sentenza Mediaset, la difesa: “Si annulli. Manca prova contro Berlusconi”
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Per la difesa manca la prova della compartecipazione di Silvio Berlusconi al reato di frode fiscale e l’ex premier doveva essere assolto sin dal primo grado. Gli avvocati Franco Coppi e Niccolò Ghedini – che ha definito il processo “un incubo notturno” – hanno discusso la loro tesi difensiva davanti ai giudici della Corta di Cassazione. Prima di entrare in aula il professore, scherzando sulla sua scaramanzia, ha affermato di portare sempre con sé un cornetto portafortuna, dentro il portafoglio.
“Ha raccontato quello che c’è scritto nella sentenza, nulla di nuovo, ma noi – ha detto ai giornalisti accreditati – abbiamo elementi in più e oggi li esporremo ai giudici” ha ragionato l’avvocato riferendosi al pg. Sul possibile arrivo a sorpresa di Berlusconi in aula il legale ha aggiunto: “Ma in Cassazione ci vengono i poveracci o chi vuole vedere se gli avvocati sono bravi, partendo dal presupposto che i suoi legali sono in gamba qui l’ex premier non ci mette piede”. Coppi aveva già preannunciato di puntare “all’assoluzione di Berlusconi” con la formula piena “per non aver commesso il fatto”. Diversamente, ha aggiunto, “si può pensare ad una derubricazione del reato come illecito tributario non penalmente rilevante”. Il reato, a quel punto sarebbe ridotto a “concorso in fatturazioni inesistenti”.
La seconda giornata di udienza era iniziata poco dopo le 9,30: quattro gli imputati compreso il leader del Pdl, condannato in primo e secondo grado a 4 anni di reclusione per frode fiscale e a 5 di interdizione dai pubblici uffici. Pena accessoria che la Procura generale della Cassazione ieri ha chiesto di ricalcolare al ribasso portandola a 3 anni.
Sette gli avvocati che hanno preso la parola. Il primo è stato l’avvocato Luca Mucci che difende l’ex manager Mediaset Daniele Lorenzano (condannato a 3 anni e 8 mesi e a 5 di interdizione), seguito da Roberto Pisano, legale di Frank Agrama, considerato il “socio occulto” del Cavaliere.
La sentenza – molto attesa anche per le possibili ripercussioni sul governo Letta e sul futuro politico del leader del Pdl – sarà pronunciata giovedì come confermato dal presidente Antonio Esposito. Dopo la richiesta del pg, un possibile scenario è che la Cassazione confermi i quattro anni di reclusione e rimandi alla Corte d’appello di Milano la rideterminazione della pena accessoria. Per Berlusconi si aprirebbe la speranza di una prescrizione? Probabilmente no, perché l’orientamento della giurisprudenza dice che i termini di prescrizione si fermano nel momento in cui diventa definitiva la pena principale. Qualora la Corte di Cassazione dovesse ordinare un nuovo giudizio in appello per il ricalcolo dell’interdizione i termini di prescrizione del reato saranno congelati, un nuovo processo d’appello invece farebbe trascorrere i termini. Sulla possibile rideterminazione dell’interdizione, l’avvocato Coppi: “Dal punto di vista tecnico dovrebbe scattare un rinvio alla Corte d’Appello di Milano, ma per buon senso è più logico che lo faccia la Cassazione”.
Ma dal punto di vista politico per Berlusconi, se il ricalcolo chiesto dall’accusa fosse accolto dagli ermellini, potrebbe essere comunque una boccata di ossigeno. La questione dell’interdizione, e quindi della possibile decadenza da senatore, sarebbe rinviata fino al pronunciamento della corte d’Appello, poi dipenderebbe dai tempi parlamentari di convocazione della Giunta per le elezioni e del voto in Aula. Nel frattempo i legali del leader Pdl potrebbero lavorare sulla pena principale, ridotta a un anno dall’indulto del 2006, e chiedere l’affidamento ai servizi sociali. Magari con la possibilità di “lavoro esterno” come parlamentare, dato il precedente del democristiano-forzista Gianstefano Frigerio.
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Re: COUNTDOWN
Vox populi
cave canem 07/31/2013 11:09 PM
Titolare sui processi al cai-guana è pura perdita di tempo. Non sarà condannato, oppure il Senato non ratificherà la condanna, oppure lo salverà Napoli-one. Comunque solo le leggi della natura lo toglieranno dalle...
a 8 persone liked this. Mi piace Rispondi
Corredino Mineo 07/31/2013 10:26 PM
l'infausto coppi: abbiamo l'asso nella manica e il nano nel braccio........................................................ovest del carcere di Rebibbia!
a 7 persone liked this. Mi piace Rispondi
Mathias77 07/31/2013 10:24 PM
La Santadechè è senza v e r g o g n a, dice che ''nessuno ce lo deve toccare'', riferito a Silvio... roba da matti. ;-)
a 15 persone liked this. Mi piace Rispondi
Corredino Mineo 07/31/2013 10:23 PM
Hanno l'asso di coppi!.............quando la briscola è a denari!
a 11 persone liked this. Mi piace Rispondi
John Hume 07/31/2013 10:22 PM
Ma cosa sara' questo asso nella manica di cui si parla nel titolo? ... Sicuramente e' un asso di Coppi ...
a 4 persone liked this. Mi piace Rispondi
Sonia Martino 07/31/2013 10:20 PM
Di ottiche giuridiche per interpretare le prime due sentenze ce ne sono almeno tre.
Possibilità di rinvii altre tre.
Di arrivare a prescrizione per varie combinazioni altrettante.
Quindi fatevene una ragione ; se c'è la volontà di confermare la condanna, sarà confermata la sentenza di appello, altrimenti di scappatoie ce ne sono per tutti i gusti.
Flag
a 2 persone liked this. Mi piace Rispondi
rose-marie bovani 07/31/2013 10:20 PM
vedo già coppi in parlamento se riesce ad addomesticare la cassazione , i ricchi e potenti come berlusconi avranno di nuovo vinto, ed il popolo starà come sempre a guardare ed i poveracci continuano a disperarsi
a 5 persone liked this. Mi piace Rispondi
Flutericcardo 07/31/2013 10:19 PM
Vedrete che questo delinquente verrà salvato per l'ennesima volta.
Cane non mangia cane!
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cave canem 07/31/2013 11:09 PM
Titolare sui processi al cai-guana è pura perdita di tempo. Non sarà condannato, oppure il Senato non ratificherà la condanna, oppure lo salverà Napoli-one. Comunque solo le leggi della natura lo toglieranno dalle...
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Corredino Mineo 07/31/2013 10:26 PM
l'infausto coppi: abbiamo l'asso nella manica e il nano nel braccio........................................................ovest del carcere di Rebibbia!
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Mathias77 07/31/2013 10:24 PM
La Santadechè è senza v e r g o g n a, dice che ''nessuno ce lo deve toccare'', riferito a Silvio... roba da matti. ;-)
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Corredino Mineo 07/31/2013 10:23 PM
Hanno l'asso di coppi!.............quando la briscola è a denari!
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John Hume 07/31/2013 10:22 PM
Ma cosa sara' questo asso nella manica di cui si parla nel titolo? ... Sicuramente e' un asso di Coppi ...
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Sonia Martino 07/31/2013 10:20 PM
Di ottiche giuridiche per interpretare le prime due sentenze ce ne sono almeno tre.
Possibilità di rinvii altre tre.
Di arrivare a prescrizione per varie combinazioni altrettante.
Quindi fatevene una ragione ; se c'è la volontà di confermare la condanna, sarà confermata la sentenza di appello, altrimenti di scappatoie ce ne sono per tutti i gusti.
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rose-marie bovani 07/31/2013 10:20 PM
vedo già coppi in parlamento se riesce ad addomesticare la cassazione , i ricchi e potenti come berlusconi avranno di nuovo vinto, ed il popolo starà come sempre a guardare ed i poveracci continuano a disperarsi
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Flutericcardo 07/31/2013 10:19 PM
Vedrete che questo delinquente verrà salvato per l'ennesima volta.
Cane non mangia cane!
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