COUNTDOWN
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Re: COUNTDOWN
Problemi a non finire,
bananas ancora pericolosissimi,
un condannato che vuole fare la riforma della giustizia,
ma vedere i Carabinieri che sequestrano il passaporto alla mummia cinese non ha prezzo.
buonanotte e...fatemi un buon weekend, mi raccomando!
bananas ancora pericolosissimi,
un condannato che vuole fare la riforma della giustizia,
ma vedere i Carabinieri che sequestrano il passaporto alla mummia cinese non ha prezzo.
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Re: COUNTDOWN
shiloh ha scritto:Problemi a non finire,
bananas ancora pericolosissimi,
un condannato che vuole fare la riforma della giustizia,
ma vedere i Carabinieri che sequestrano il passaporto alla mummia cinese non ha prezzo.
buonanotte e...fatemi un buon weekend, mi raccomando!
Non male anche il Carabiniere che balla.
http://video.repubblica.it/dossier/medi ... 681/135226
1 AGOSTO 2013
Il balletto del carabiniere è un cult: YMCA in Cassazione
E' diventato subito un tormentone in rete il 'balletto' del carabiniere che nell'aula vuota della Cassazione inganna l'attesa per la sentenza del processo Mediaset con gli operatori e i tecnici.
http://www.youtube.com/watch?v=3HO2UVdgmYw
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Re: COUNTDOWN
Chiedere la grazia in base a cosa? A COSA? SU QUALI BASI? SU UN RICATTO?
Io mi chiedo se neanche di fronte a questa richiesta FOLLE il popolo comprenderà cosa ha combinato dando il voto a questo qua e ai suoi servi. Ma ho poca fiducia sul fatto che accada
Io mi chiedo se neanche di fronte a questa richiesta FOLLE il popolo comprenderà cosa ha combinato dando il voto a questo qua e ai suoi servi. Ma ho poca fiducia sul fatto che accada
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
Robert Harris, "Archangel"
Re: COUNTDOWN
Quello che è da capire è il significato dell'apertura di Napolitano sulla "riforma della giustizia". E' solo uno specchietto per le allodole o fa sul serio?Un'amnistia, insomma, o un qualche salvacondotto che possa cancellare con un colpo di spugna l'onta della condanna definitiva, sono tornati in cima ai desiderata di Silvio Berlusconi.
A me sembra sinceramente impossibile che il PD arrivi al punto di prestarsi ad una tale operazione.
L'ultima trincea di Berlusconi:
ora pensa a un salvacondotto
Per ora l'ex premier ha voluto abbassare i toni sperando di ricevere risposte. L'idea è di tenere in vita il governo Letta ma solo a patto che si faccia la riforma della giustizia e il Pd accetti di porre fine alla "guerra dei vent'anni"
di CARMELO LOPAPA
La strada della grazia è ormai sbarrata, il Colle è inespugnabile, non c'è assedio, piazza che lo possa, condizionare, ricattare. Il piano del Cavaliere è già un altro e passa per la sopravvivenza del governo Letta. "Proviamo a tenerlo in vita, ma solo a condizione che si faccia la riforma della giustizia e che il Pd accetti di chiudere lì la guerra dei vent'anni". Un'amnistia, insomma, o un qualche salvacondotto che possa cancellare con un colpo di spugna l'onta della condanna definitiva, sono tornati in cima ai desiderata di Silvio Berlusconi.
È la ragione per cui nella giornata di ieri l'ordine di scuderia è stato quello di abbassare i toni, non più la manifestazione a due passi dal Quirinale ma davanti la residenza del leader, non più minacce di crisi di governo ma disponibilità a sostenerlo ancora, non più ministri barricaderi, ma silenti, anzi del tutto assenti dal selciato arroventato dall'afa di oggi pomeriggio in via del Plebiscito. Conseguenza anche del messaggio che il presidente Napolitano, di ritorno dai giorni in Alto Adige, ha recapitato a Berlusconi tramite Gianni Letta: spazzare via la grazia dal tavolo di discussione, abbassare i toni, pena la cancellazione dell'incontro coi capogruppo di domani.
Ecco perché Berlusconi si riposiziona. "L'unica strada che abbiamo è raggiungere una accordo politico con il Pd, se vogliono la pacificazione devono dimostrarlo e concordare con noi la riforma della giustizia" ha insistito l'ex premier già nel vertice notturno di venerdì, dopo l'assemblea coi gruppi, quando ad ascoltarlo erano rimasti Alfano, Verdini, Santanché, Lupi, i capigruppo ma anche la figlia Marina e Fedele Confalonieri. Proprio col braccio destro di sempre e con l'amata figlia, oltre che con la fidanzata Pascale, ha ripreso ieri mattina la via di Arcore.
Il leader ha garantito ai promotori della manifestazione - trasformata nel giro di poche ore in pacifico sit-in - che oggi pomeriggio ci sarà. In realtà, eviterà di farsi coinvolgere, la strategia ora è quella dell'inabissamento. Il suo rientro a Palazzo Grazioli è previsto nel tardo pomeriggio, è assai probabile che si faccia vedere dai simpatizzanti sotto casa ma che non parli, come avvenuto un mese fa alla manifestazione davanti Villa San Martino ad Arcore.
Del resto, nella telefonata di fuoco che è intercorsa nella tarda serata di venerdì con il capo dello Stato Napolitano, Berlusconi si è impegnato a mantenere le distanze da qualsiasi comportamento "irresponsabile". Il Quirinale non sente ragioni, non ammette colpi di testa. "Presidente, non sono stato io a invocare la grazia, non ho alcuna intenzione di far cadere il governo" ha spiegato Berlusconi a Napolitano, raccontano. Impegnandosi "ad abbassare da subito i toni". Pur insistendo sul fatto di aver "subito una profonda ingiustizia".
E i toni sono di fatto cambiati nell'arco delle ultime 24 ore. Fatto salvo per le intemperanze di Sandro Bondi e la fiammata sulla "guerra civile", ovvio, che a Palazzo Grazioli ridimensionano a una sortita autonoma del coordinatore. Ecco allora che i ministri Lupi, Lorenzin, Quagliariello, De Girolamo, che nel pomeriggio in sequenza chiamano il capo per sapere se presentarsi o meno oggi al sit-in, subiscono lo stop dallo stesso Berlusconi. È lui a invitare a non andare, "per non prestarsi a strumentalizzazioni, per tenere fuori il governo". Linea che poi in serata il ministro Lupi andrà a ufficializzare davanti alle telecamere del Tg1 e che, del resto, il vicepremier Angelino Alfano aveva anticipato ore prima al presidente del Consiglio Enrico Letta. I due sono rimasti in contatto per tutto il giorno e da mattina a sera il premier si è sentito rassicurare sul fatto che l'evocazione del voto anticipato, fatta il giorno prima dal Cavaliere all'assemblea dei gruppi Pdl, non era altro che una provocazione per reagire alla condanna.
Nel Pdl i malumori restano, la spaccatura tra falchi e colombe è tornata palpabile, in serata la notizia dell'assenza dei ministri ha indispettito Gasparri e tanti altri. La tensione è stata altissima per tutto il giorno nella sede di via dell'Umiltà, dove sono stati chiamati in fretta e furia tutti i coordinatori comunali del Lazio per tentare di portare davvero qualche migliaio di persone nel pieno di una domenica d'agosto, la sfida dei falchi è ad alto rischio. "Non sarà una manifestazione contro Letta tanto meno contro Napolitano, ma di solidarietà al nostro leader" tiene a precisare Mariastella Gelmini. Berlusconi certo non rema contro i barricaderi. Ai ministri dice di non muoversi, di attendere ("Fino a lunedì restiamo fermi, io non dirò nulla"), dall'altro lato tiene accesa la fiamma della piazza. Del resto, in privato, con gli avvocati Ghedini e Longo studia la legge Severino sulla incandidabilità (per condanne superiori a due anni) per sondare la praticabilità del "piano B", ovvero la possibilità di candidarsi nonostante la condanna (un solo anno da scontare), qualora si votasse a ottobre. Quando ancora l'interdizione non avrà avuto la "ratifica" del Senato.
E di voto si torna a parlare con insistenza sulla sponda leghista. Roberto Maroni dopo aver sentito al telefono Berlusconi ha raccontato ai suoi di averlo trovato "molto determinato, per nulla abbattuto, vispo e combattivo: la storia della grazia è un ballon d'essai, nel Pdl sapevano dall'inizio che, per come l'hanno messa, Napolitano non poteva che dire no". Per l'ex ministro dell'Interno è la conferma che tutte le tensioni ora si riversano sul governo, "noi ci prepariamo alla crisi e alle elezioni, che adesso sono lo scenario più probabile, da metà ottobre può succedere di tutto".
Se Silvio Berlusconi sarà fuori gioco, la figlia Marina è già pronta al suo fianco. Non lo ha lasciato un secondo nelle ultime 48 ore, spesso mano nella mano, raccontano, al fianco del padre provato. Secondo tanti, nel partito, ormai in procinto di raccogliere anche lo scettro in politica.
(04 agosto 2013)
Re: COUNTDOWN
http://www.huffingtonpost.it/2013/08/04 ... _ref=italy
Manifestazione Pdl, Silvio Berlusconi apre la trattativa con Giorgio Napolitano per un "salvacondotto" (FOTO
È la speranza di una “trattativa” col Colle, il “piano b” di Silvio Berlusconi. Basata su una richiesta di quello che i suoi legali considerano l’ultimo salvacondotto possibile. Che non è la grazia. E che viene chiamato nella war room del Cavaliere il “modello Sallusti”. Consiste nella commutazione della pena da detentiva a pecuniaria. Esattamente quello che ottenne il direttore del Giornale che scontò ai domiciliari solo 18 giorni, grazie all’intervento di Giorgio Napolitano. Una via, secondo gli avvocati dell’ex premier, per garantire “l’agibilità politica” al leader del Pdl.
Ecco i toni bassi alla manifestazione davanti a palazzo Grazioli, e quella rassicurazione a Napolitano e Letta (“Enrico”) sul governo che “va avanti”. Ecco perché anche gli attacchi ai giudici sono stati più contenuti del solito: più lo sfogo del condannato che un programma di attacco. Non è un caso che è mancata qualunque enfasi sulla riforma della giustizia, fino a due giorni l’unica condizione posta dal Cavaliere per tenere in vista il governo. Segno, dicono nell’inner circle, che “la trattativa si è aperta”. O forse che è semplicemente iniziata la manovra per aprirla.
Solo quando si capirà come andrà a finire, solo allora, si tireranno le conclusioni sul governo: “Se non verrà data agibilità politica al nostro leader – spiegano a palazzo Grazioli – tutto può succedere”. E il Quirinale diventa uno dei tanti bersagli della campagna elettorale a cui Berlusconi sta già pensando. Non è un caso che, nell’euforia del dopo-comizio, a più di un fedelissimo ha detto: “Entro la prossima primavera si vota, se si vota prima è perché stacca la spina il Pd che ormai non regge”.
Ed è proprio la richiesta di una “soluzione di salvataggio” il mandato che hanno i capigruppo nell’incontro con Giorgio Napolitano. Incontro che, secondo fonti pidielline, dovrebbe tenersi già domani alle 12,00. Al capo dello Stato i due Renati chiederanno che è nell’interesse di tutti fare in modo che Berlusconi non venga umiliato come un delinquente comune
( infatti è un deliquente straordinario )
e non venga privato della sua libertà. E la richiesta, appunto, è nell’articolo 87 della Costituzione. Dice: “(Il presidente della Repubblica) può concedere la grazia e commutare le pene”. È una via stretta, anzi strettissima. Ma l’unica possibile, visto che per l’amnistia è impraticabile perché dovrebbe essere votata dal Pd.
( bisogna avere più fede nella divina provvidenza )
E pure sulla “grazia” si è registrato il gelo del Colle. Prima ancora della via tecnica per salvare Berlusconi è la manovra politica quella che conta: “Tutto – dice un ex ministro di peso – è nelle mani di Napolitano. Vediamo come va a finire”. Già, come va a finire. Per i falchi è l’ennesima “presa per i fondelli”, perché il capo dello Stato non farà un atto del genere. Per le colombe non è da escludere a patto che il Pdl sia responsabile col governo.
Pesa, come un macigno la questione giuridica, che per Napolitano non è un dettaglio. Un intervento di clemenza, si può prendere in considerazione, se richiesto, quando la sentenza è completa, quando cioè sarà calcolata l’interdizione. E, con buona probabilità, accadrà solo dopo e non prima la decadenza dell’ex premier al Senato. È una trattativa che parte male. E parte male perché il condannato Berlusconi è imputato nel processo Ruby e indagato nel processo di Napoli sulla compravendita. Che si dichiara innocente e attacca i giudici. La richiesta non è un atto di clemenza. Lo spiega Stefano Ceccanti, uno dei saggi di Napolitano e da sempre vicino al Quirinale: “Chiedere un atto di clemenza presuppone riconoscere che la sentenza è legittima e giusta. Altrimenti si sta chiedendo al Quirinale un quarto grado di giudizio che smentisca la Cassazione”. Ecco il punto. Quando Napolitano dirà di no, è pronto lo spartito del grande perseguitato.
Manifestazione Pdl, Silvio Berlusconi apre la trattativa con Giorgio Napolitano per un "salvacondotto" (FOTO
È la speranza di una “trattativa” col Colle, il “piano b” di Silvio Berlusconi. Basata su una richiesta di quello che i suoi legali considerano l’ultimo salvacondotto possibile. Che non è la grazia. E che viene chiamato nella war room del Cavaliere il “modello Sallusti”. Consiste nella commutazione della pena da detentiva a pecuniaria. Esattamente quello che ottenne il direttore del Giornale che scontò ai domiciliari solo 18 giorni, grazie all’intervento di Giorgio Napolitano. Una via, secondo gli avvocati dell’ex premier, per garantire “l’agibilità politica” al leader del Pdl.
Ecco i toni bassi alla manifestazione davanti a palazzo Grazioli, e quella rassicurazione a Napolitano e Letta (“Enrico”) sul governo che “va avanti”. Ecco perché anche gli attacchi ai giudici sono stati più contenuti del solito: più lo sfogo del condannato che un programma di attacco. Non è un caso che è mancata qualunque enfasi sulla riforma della giustizia, fino a due giorni l’unica condizione posta dal Cavaliere per tenere in vista il governo. Segno, dicono nell’inner circle, che “la trattativa si è aperta”. O forse che è semplicemente iniziata la manovra per aprirla.
Solo quando si capirà come andrà a finire, solo allora, si tireranno le conclusioni sul governo: “Se non verrà data agibilità politica al nostro leader – spiegano a palazzo Grazioli – tutto può succedere”. E il Quirinale diventa uno dei tanti bersagli della campagna elettorale a cui Berlusconi sta già pensando. Non è un caso che, nell’euforia del dopo-comizio, a più di un fedelissimo ha detto: “Entro la prossima primavera si vota, se si vota prima è perché stacca la spina il Pd che ormai non regge”.
Ed è proprio la richiesta di una “soluzione di salvataggio” il mandato che hanno i capigruppo nell’incontro con Giorgio Napolitano. Incontro che, secondo fonti pidielline, dovrebbe tenersi già domani alle 12,00. Al capo dello Stato i due Renati chiederanno che è nell’interesse di tutti fare in modo che Berlusconi non venga umiliato come un delinquente comune
( infatti è un deliquente straordinario )
e non venga privato della sua libertà. E la richiesta, appunto, è nell’articolo 87 della Costituzione. Dice: “(Il presidente della Repubblica) può concedere la grazia e commutare le pene”. È una via stretta, anzi strettissima. Ma l’unica possibile, visto che per l’amnistia è impraticabile perché dovrebbe essere votata dal Pd.
( bisogna avere più fede nella divina provvidenza )
E pure sulla “grazia” si è registrato il gelo del Colle. Prima ancora della via tecnica per salvare Berlusconi è la manovra politica quella che conta: “Tutto – dice un ex ministro di peso – è nelle mani di Napolitano. Vediamo come va a finire”. Già, come va a finire. Per i falchi è l’ennesima “presa per i fondelli”, perché il capo dello Stato non farà un atto del genere. Per le colombe non è da escludere a patto che il Pdl sia responsabile col governo.
Pesa, come un macigno la questione giuridica, che per Napolitano non è un dettaglio. Un intervento di clemenza, si può prendere in considerazione, se richiesto, quando la sentenza è completa, quando cioè sarà calcolata l’interdizione. E, con buona probabilità, accadrà solo dopo e non prima la decadenza dell’ex premier al Senato. È una trattativa che parte male. E parte male perché il condannato Berlusconi è imputato nel processo Ruby e indagato nel processo di Napoli sulla compravendita. Che si dichiara innocente e attacca i giudici. La richiesta non è un atto di clemenza. Lo spiega Stefano Ceccanti, uno dei saggi di Napolitano e da sempre vicino al Quirinale: “Chiedere un atto di clemenza presuppone riconoscere che la sentenza è legittima e giusta. Altrimenti si sta chiedendo al Quirinale un quarto grado di giudizio che smentisca la Cassazione”. Ecco il punto. Quando Napolitano dirà di no, è pronto lo spartito del grande perseguitato.
Re: COUNTDOWN
Una cosa abbastanza chiara che si evince da questa sentenza è che Napolitano non ha il pieno controllo sulla magistratura. Ce l'ha senz'altro sul CSM, ma non sulla giurisdizione.
Per cui la partita è a tre: pdr, B. magistrati.
Con gli altri processi pendenti, una via d'uscita si presenta difficile, se non a costo di impensabili forzature e sputtanamenti.
L'unico fuori gioco, in questa situazione, mi sembra il PD, ma non solo. Anche Sel e M5S mi sembrano, al di là dei proclami che lasciano il tempo che trovano, abbastanza irrilevanti.
Ed è quest'ultimo il dato politico più rilevante che continua a tenere artificialmente in vita un caimano tramortito.
Per cui la partita è a tre: pdr, B. magistrati.
Con gli altri processi pendenti, una via d'uscita si presenta difficile, se non a costo di impensabili forzature e sputtanamenti.
L'unico fuori gioco, in questa situazione, mi sembra il PD, ma non solo. Anche Sel e M5S mi sembrano, al di là dei proclami che lasciano il tempo che trovano, abbastanza irrilevanti.
Ed è quest'ultimo il dato politico più rilevante che continua a tenere artificialmente in vita un caimano tramortito.
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Re: COUNTDOWN
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Erri De Luca:
"Don Abbondio riceve i due bravi mandati dal condannato per imporre impunita'. Già riceverli subito e' cedere a don Rodrigo."
"...E come una singola foglia non diventa gialla se non con la tacita consapevolezza dell'intero albero,
Così il malfattore non può far torto senza la volontà nascosta dì tutti voi." (Gibran)
Erri De Luca:
"Don Abbondio riceve i due bravi mandati dal condannato per imporre impunita'. Già riceverli subito e' cedere a don Rodrigo."
"...E come una singola foglia non diventa gialla se non con la tacita consapevolezza dell'intero albero,
Così il malfattore non può far torto senza la volontà nascosta dì tutti voi." (Gibran)
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