Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il suk della democrazia
Di Furio Colombo da "Il Fatto" on line del 12 aprile, 2012
Come hanno dimostrato per tempo i Radicali in Italia, la cascata di soldi pubblici che invade ogni parte e settore della politica, compresi i partiti o gruppi che non esistono piu', produce corruzione prima ancora che si metta in azione il corrotto.
Come dimostrano in modo esemplare le clamorose vicende ex Margherita e Lega Nord, o si affronta la questione in modo radicale (la parola vale in tutti e due i sensi, aggettivo e sostantivo) oppure il lavoro per i giudici continuera', insieme con tradimenti, voltafaccia, profittatori di un tipo (la mia parte di soldi subito) o dell'altro (non sono stato incluso e percio' racconto). Se le cose restano cosi', il futuro e' di Lusi e Belsito. Il mitico tesoriere, infatti, e' qualcuno. O e' l'uomo di fiducia di qualcuno.
Vuol dire che la distribuzione del denaro pubblico ai vari personaggi o settori di un partito, avviene un po' come nelle inondazioni: l'acqua invade certi spazi e ne abbandona altri, ridisegnando la mappa. Spero sia chiaro che non stiamo parlando soltanto di Lusi e Belsito, ovvero della patologia del sistema.
Stiamo parlando di tesorieri senza tentazioni penali, di galantuomini che danno ordini che possono dare (o eseguono ordini che possono ricevere) senza infrangere alcuna legge. Ovvero della fisiologia del sistema, quando si presume che sia sano. Ma cio' che fanno, decidono o eseguono i personaggi vicini alla fonte del danaro, puo' alterare gravemente la libera decisione di maggioranze e minoranze, di designazioni, di nomine, di votazioni parlamentari, di scontri e alleanze, di strategia d'aula, persino il posizionarsi di un intero partito in questioni chiave che coinvolgono il Paese. Come si vede, siamo al di la' di Mani Pulite. Le non nobili storie della ex Margherita e della Lega (ma forse si dovrebbe dire: della ex Lega) mostrano gravi alterazioni nella condotta politica dei partiti.
Come nella profezia dei Radicali, confermata da un referendum popolare, e' proprio l'inondazione di danaro pubblico a creare la privatizzazione dei partiti. Una cosa e' evidente: urge la trasparenza, la prova, il rendiconto, il controllo. Urge una riduzione drastica delle somme, non per punizione, ma per stabilire un nuovo contatto con la realta'. Urge il farsi avanti di persone credibili che vogliano e possano garantire.
Ancora un minuto, e sara' troppo tardi.
Di Furio Colombo da "Il Fatto" on line del 12 aprile, 2012
Come hanno dimostrato per tempo i Radicali in Italia, la cascata di soldi pubblici che invade ogni parte e settore della politica, compresi i partiti o gruppi che non esistono piu', produce corruzione prima ancora che si metta in azione il corrotto.
Come dimostrano in modo esemplare le clamorose vicende ex Margherita e Lega Nord, o si affronta la questione in modo radicale (la parola vale in tutti e due i sensi, aggettivo e sostantivo) oppure il lavoro per i giudici continuera', insieme con tradimenti, voltafaccia, profittatori di un tipo (la mia parte di soldi subito) o dell'altro (non sono stato incluso e percio' racconto). Se le cose restano cosi', il futuro e' di Lusi e Belsito. Il mitico tesoriere, infatti, e' qualcuno. O e' l'uomo di fiducia di qualcuno.
Vuol dire che la distribuzione del denaro pubblico ai vari personaggi o settori di un partito, avviene un po' come nelle inondazioni: l'acqua invade certi spazi e ne abbandona altri, ridisegnando la mappa. Spero sia chiaro che non stiamo parlando soltanto di Lusi e Belsito, ovvero della patologia del sistema.
Stiamo parlando di tesorieri senza tentazioni penali, di galantuomini che danno ordini che possono dare (o eseguono ordini che possono ricevere) senza infrangere alcuna legge. Ovvero della fisiologia del sistema, quando si presume che sia sano. Ma cio' che fanno, decidono o eseguono i personaggi vicini alla fonte del danaro, puo' alterare gravemente la libera decisione di maggioranze e minoranze, di designazioni, di nomine, di votazioni parlamentari, di scontri e alleanze, di strategia d'aula, persino il posizionarsi di un intero partito in questioni chiave che coinvolgono il Paese. Come si vede, siamo al di la' di Mani Pulite. Le non nobili storie della ex Margherita e della Lega (ma forse si dovrebbe dire: della ex Lega) mostrano gravi alterazioni nella condotta politica dei partiti.
Come nella profezia dei Radicali, confermata da un referendum popolare, e' proprio l'inondazione di danaro pubblico a creare la privatizzazione dei partiti. Una cosa e' evidente: urge la trasparenza, la prova, il rendiconto, il controllo. Urge una riduzione drastica delle somme, non per punizione, ma per stabilire un nuovo contatto con la realta'. Urge il farsi avanti di persone credibili che vogliano e possano garantire.
Ancora un minuto, e sara' troppo tardi.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Un mese fa circa lo stillicidio dei casi giudiziari legati alla politica sembrava arrivato al culmine. Lusi, Doni, il consiglio regionale lombardo, un giudice di pace che ha ricevuto una mazzetta, i giudici tributari della Campania arrestati.
Saviano scrive un memorabile articolo sulle mafie dei Tav su Repubblica che fa sobbalzare il governo. Per due giorni monti e Severino sono in agitazione, …..hanno scoperto che esiste la mafia.
Sul palco del Teatro Smeraldo di Milano Saviano si ripete per il pubblico meneghino.
Ed ecco che puntualmente nell’inchiesta sulla camorra della Campania in cui si eseguono 47 arresti tra cui 6 giudici tributari, compare anche il nome del padre di Roberto Saviano.
Da allora di quell’inchiesta non si sa più niente, i media sembrano essere paghi.
Lo scrittore campano terrà d’ora in poi la bocca chiusa?
I sospetti sono tanti e questa massiccia ondata d’inchieste e arresti fa riflettere.
Allora è meglio confrontarsi con altri e sorprendentemente scopro che chi segue la politica è colto dai miei stessi dubbi, sta succedendo qualcosa.
Poi dieci giorni fa la Lega. I media non mollano, sono dieci giorni che le notizie sui padani occupano più pagine su tutti i quotidiani.
Sembra che la si voglia demolire.
Ieri accuse a Vendola per aver favorito l’assunzione di un primario nella Sanità pugliese. Oggi nuova accusa, decisamente più pesante della prima.
Ma che diavolo sta succedendo?
Sono per il momento solo supposizioni, ma….., osservando il quadro politico interessato dalla giustizia sembra fornire una traccia.
Del Pd viene colpita la Margherita.
Viene interessato il Pdl a Milano
Due partiti destinati all’implosione con possibilità di nuove interessate ricomposizioni.
Viene colpita la Lega, e oggi il Sel.
Due partiti nell’occhio del mirino nella politica centrista che da tempo insiste che destra e sinistra devono eliminare le ali.
Oggi Grillo dichiara: Adesso tocca a Di Pietro…e poi toccherà a noi.
Che strano, per il momento non sono toccati i due partiti di centro, Udc e Fli, proprio quelli che insistono che il bipolarismo è fallito e che ci vuole un nuovo soggetto politico e che a destra e sinistra di pdl e Pd devono essere tagliate le ali.
Fantapolitica? Staremo a vedere se l’Udc verrà toccata massicciamente come la Lega.
Quando era partita l’inchiesta su Finmeccanica venne fuori che per quattordici volte i suoi Re magi si recarono nella grotta dell’Udc, senza portare incenso e mirra,…. solo oro. Tutto sepolto?
Dell’Udc nulla?
Saviano scrive un memorabile articolo sulle mafie dei Tav su Repubblica che fa sobbalzare il governo. Per due giorni monti e Severino sono in agitazione, …..hanno scoperto che esiste la mafia.
Sul palco del Teatro Smeraldo di Milano Saviano si ripete per il pubblico meneghino.
Ed ecco che puntualmente nell’inchiesta sulla camorra della Campania in cui si eseguono 47 arresti tra cui 6 giudici tributari, compare anche il nome del padre di Roberto Saviano.
Da allora di quell’inchiesta non si sa più niente, i media sembrano essere paghi.
Lo scrittore campano terrà d’ora in poi la bocca chiusa?
I sospetti sono tanti e questa massiccia ondata d’inchieste e arresti fa riflettere.
Allora è meglio confrontarsi con altri e sorprendentemente scopro che chi segue la politica è colto dai miei stessi dubbi, sta succedendo qualcosa.
Poi dieci giorni fa la Lega. I media non mollano, sono dieci giorni che le notizie sui padani occupano più pagine su tutti i quotidiani.
Sembra che la si voglia demolire.
Ieri accuse a Vendola per aver favorito l’assunzione di un primario nella Sanità pugliese. Oggi nuova accusa, decisamente più pesante della prima.
Ma che diavolo sta succedendo?
Sono per il momento solo supposizioni, ma….., osservando il quadro politico interessato dalla giustizia sembra fornire una traccia.
Del Pd viene colpita la Margherita.
Viene interessato il Pdl a Milano
Due partiti destinati all’implosione con possibilità di nuove interessate ricomposizioni.
Viene colpita la Lega, e oggi il Sel.
Due partiti nell’occhio del mirino nella politica centrista che da tempo insiste che destra e sinistra devono eliminare le ali.
Oggi Grillo dichiara: Adesso tocca a Di Pietro…e poi toccherà a noi.
Che strano, per il momento non sono toccati i due partiti di centro, Udc e Fli, proprio quelli che insistono che il bipolarismo è fallito e che ci vuole un nuovo soggetto politico e che a destra e sinistra di pdl e Pd devono essere tagliate le ali.
Fantapolitica? Staremo a vedere se l’Udc verrà toccata massicciamente come la Lega.
Quando era partita l’inchiesta su Finmeccanica venne fuori che per quattordici volte i suoi Re magi si recarono nella grotta dell’Udc, senza portare incenso e mirra,…. solo oro. Tutto sepolto?
Dell’Udc nulla?
Ultima modifica di camillobenso il 13/04/2012, 1:05, modificato 1 volta in totale.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Post: Indagato perché…
Autore: Nichi
Ho ricevuto questa mattina l’avviso di conclusione delle indagini relativamente ad una inchiesta specifica che riguarda il concorso per il primario del reparto di chirurgia toracica dell’ospedale San Paolo di Bari. Il concorso fu vinto dal prof. Paolo Sardelli.
Vengo in qualche maniera accusato di aver favorito la nomina di chi oggi è considerato una delle piu importanti autorità scientifiche a livello europeo e di chi ha il merito di aver trasformato un reparto che non c’era in un reparto di assoluta eccellenza, un punto di riferimento a livello nazionale e internazionale. L’accusa che mi viene mossa si basa soltanto ed esclusivamente sulle dichiarazioni rese da una persona che ha motivi di rancore nei miei confronti, dalla dott.ssa Lea Cosentino, cioè dalla principale protagonista delle inchieste sulla malasanità.
Persona che io ho licenziato all’inizio del suo coinvolgimento nelle inchieste e che ora si rivolge con molto malanimo nei miei confronti e nei confronti della Regione, chiedendo di essere risarcita per tre milioni di euro. Io posso dire con assoluta serenità di essere sempre intervenuto affinchè i concorsi potessero essere fatti all’insegna della trasparenza, con una platea vera e credibile di partecipanti e affinchè potessero vedere trionfare il merito e far vincere il migliore. Nell’ambito di questa indagine, si appura ovviamente che il prof. Sardelli era comunque il migliore. Cioè non viene messa in dubbio la sua qualità.
Guarda la mia intervista a Repubblica http://video.repubblica.it/edizione/bar ... ef=HREC1-4
Autore: Nichi
Ho ricevuto questa mattina l’avviso di conclusione delle indagini relativamente ad una inchiesta specifica che riguarda il concorso per il primario del reparto di chirurgia toracica dell’ospedale San Paolo di Bari. Il concorso fu vinto dal prof. Paolo Sardelli.
Vengo in qualche maniera accusato di aver favorito la nomina di chi oggi è considerato una delle piu importanti autorità scientifiche a livello europeo e di chi ha il merito di aver trasformato un reparto che non c’era in un reparto di assoluta eccellenza, un punto di riferimento a livello nazionale e internazionale. L’accusa che mi viene mossa si basa soltanto ed esclusivamente sulle dichiarazioni rese da una persona che ha motivi di rancore nei miei confronti, dalla dott.ssa Lea Cosentino, cioè dalla principale protagonista delle inchieste sulla malasanità.
Persona che io ho licenziato all’inizio del suo coinvolgimento nelle inchieste e che ora si rivolge con molto malanimo nei miei confronti e nei confronti della Regione, chiedendo di essere risarcita per tre milioni di euro. Io posso dire con assoluta serenità di essere sempre intervenuto affinchè i concorsi potessero essere fatti all’insegna della trasparenza, con una platea vera e credibile di partecipanti e affinchè potessero vedere trionfare il merito e far vincere il migliore. Nell’ambito di questa indagine, si appura ovviamente che il prof. Sardelli era comunque il migliore. Cioè non viene messa in dubbio la sua qualità.
Guarda la mia intervista a Repubblica http://video.repubblica.it/edizione/bar ... ef=HREC1-4
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
Re: Come se ne viene fuori ?
Nichi oggi se n'è beccata un'altra
Transazione da 45 milioni con il Miulli
Vendola indagato con Tedesco e Fiore
Nuova tegola per il governatore della Puglia
Indagato anche il vescovo di Altamura Mario Paciello
BARI - Nuova tegola giudiziaria sul governatore della Puglia, Nichi Vendola. Dopo aver ricevuto, in qualità di indagato, l'avviso di conclusione delle indagini per concorso in abuso d'ufficio (avrebbe favorito la nomina di un primario all'ospedale San Paolo), Vendola risulta indagato anche per la transazione da 45 milioni non conclusa tra Regione Puglia e l'ospedale «Miulli» di Acquaviva delle Fonti. I reati ipotizzati dalla procura di Bari sono abuso d'ufficio, peculato e falso.
LA VICENDA - Al centro dell’inchiesta della pm Desirèe Digeronimo c’è una transazione che ha ricevuto il parere favorevole dell’Avvocatura regionale nonostante quello contrario espresso sia dall’Ares (azienda sanitaria regionale) che del dirigente dell’assessorato. Tale accordo sarebbe servito a chiudere un contenzioso amministrativo da 80 milioni. Il «Miulli» aveva presentato ricorso al Tar per chiedere il ripiano dei 42,6 milioni di disavanzo maturati dal 2002 al 2007. L’ospedale sosteneva di essersi indebitato per costruire la nuova sede con fondi propri (76 milioni fino a fine 2008) perché non aveva potuto utilizzare i fondi pubblici destinati all’edilizia sanitaria. In pratica il Miulli sosteneva che le spese sarebbero state maggiori rispetto ai rimborsi della Regione per le prestazioni sanitarie.
IL VESCOVO - Tra gli indagati ci sono anche gli ex assessori alla sanità Alberto Tedesco e Tommaso Fiore. «Si tratta di un atto transattivo del 2009 - spiega Fiore - sul quale il Consiglio di Stato si deve ancora esprimere». Indagini anche sul vescovo della diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, monsignor Mario Paciello e don Mimmo Laddaga, direttore dell'ospedale ecclesiastico Miulli di Acquaviva.
LA REAZIONE - Dichiarazione del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. «Qualche ora fa ho ricevuto la notifica di una richiesta di proroga di indagini da parte del GIP di Bari. Si tratta di un procedimento penale del quale non avevo mai avuto alcuna notizia. Dal tenore dell’atto non sono in grado di capire ciò che mi sarebbe addebitato, ma, considerati i nomi coinvolti, deduco che si tratti di questioni relative all’Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti. Sono rammaricato - continua Vendola - di aver ricevuto solo oggi questa notizia, perché se la stessa mi fosse stata comunicata appena ventiquattrore prima, come è nel mio costume, avrei potuto informare la stampa e l’opinione pubblica in una unica soluzione. Quanto al merito, se per il prof. Sardelli mi si addebita di aver fatto vincere il migliore, qui per davvero non riesco ad immaginare nulla che possa riguardarmi, e tuttavia riserverò a questo secondo appuntamento, come nel mio stile e nella mia cultura, il medesimo impegno e la medesima serenità che si deve al lavoro della Magistratura. Ribadisco tuttavia la mia totale assoluta estraneità a fatti che sono al di là di ogni mia immaginazione. Spero che la vulgata del non c’è due senza tre - passa e chiude il governatore - non mi riproponga l’ulteriore amarezza di nuove comunicazioni per addebiti che sento sinceramente e convintamente molto lontani dal mio modo di essere».
Vincenzo Damiani
12 aprile 2012
http://corrieredelmezzogiorno.corriere. ... 6843.shtml
Transazione da 45 milioni con il Miulli
Vendola indagato con Tedesco e Fiore
Nuova tegola per il governatore della Puglia
Indagato anche il vescovo di Altamura Mario Paciello
BARI - Nuova tegola giudiziaria sul governatore della Puglia, Nichi Vendola. Dopo aver ricevuto, in qualità di indagato, l'avviso di conclusione delle indagini per concorso in abuso d'ufficio (avrebbe favorito la nomina di un primario all'ospedale San Paolo), Vendola risulta indagato anche per la transazione da 45 milioni non conclusa tra Regione Puglia e l'ospedale «Miulli» di Acquaviva delle Fonti. I reati ipotizzati dalla procura di Bari sono abuso d'ufficio, peculato e falso.
LA VICENDA - Al centro dell’inchiesta della pm Desirèe Digeronimo c’è una transazione che ha ricevuto il parere favorevole dell’Avvocatura regionale nonostante quello contrario espresso sia dall’Ares (azienda sanitaria regionale) che del dirigente dell’assessorato. Tale accordo sarebbe servito a chiudere un contenzioso amministrativo da 80 milioni. Il «Miulli» aveva presentato ricorso al Tar per chiedere il ripiano dei 42,6 milioni di disavanzo maturati dal 2002 al 2007. L’ospedale sosteneva di essersi indebitato per costruire la nuova sede con fondi propri (76 milioni fino a fine 2008) perché non aveva potuto utilizzare i fondi pubblici destinati all’edilizia sanitaria. In pratica il Miulli sosteneva che le spese sarebbero state maggiori rispetto ai rimborsi della Regione per le prestazioni sanitarie.
IL VESCOVO - Tra gli indagati ci sono anche gli ex assessori alla sanità Alberto Tedesco e Tommaso Fiore. «Si tratta di un atto transattivo del 2009 - spiega Fiore - sul quale il Consiglio di Stato si deve ancora esprimere». Indagini anche sul vescovo della diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, monsignor Mario Paciello e don Mimmo Laddaga, direttore dell'ospedale ecclesiastico Miulli di Acquaviva.
LA REAZIONE - Dichiarazione del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. «Qualche ora fa ho ricevuto la notifica di una richiesta di proroga di indagini da parte del GIP di Bari. Si tratta di un procedimento penale del quale non avevo mai avuto alcuna notizia. Dal tenore dell’atto non sono in grado di capire ciò che mi sarebbe addebitato, ma, considerati i nomi coinvolti, deduco che si tratti di questioni relative all’Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti. Sono rammaricato - continua Vendola - di aver ricevuto solo oggi questa notizia, perché se la stessa mi fosse stata comunicata appena ventiquattrore prima, come è nel mio costume, avrei potuto informare la stampa e l’opinione pubblica in una unica soluzione. Quanto al merito, se per il prof. Sardelli mi si addebita di aver fatto vincere il migliore, qui per davvero non riesco ad immaginare nulla che possa riguardarmi, e tuttavia riserverò a questo secondo appuntamento, come nel mio stile e nella mia cultura, il medesimo impegno e la medesima serenità che si deve al lavoro della Magistratura. Ribadisco tuttavia la mia totale assoluta estraneità a fatti che sono al di là di ogni mia immaginazione. Spero che la vulgata del non c’è due senza tre - passa e chiude il governatore - non mi riproponga l’ulteriore amarezza di nuove comunicazioni per addebiti che sento sinceramente e convintamente molto lontani dal mio modo di essere».
Vincenzo Damiani
12 aprile 2012
http://corrieredelmezzogiorno.corriere. ... 6843.shtml
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Re: Come se ne viene fuori ?
Post: Ancora indagini, ma quale il motivo?
Autore: Nichi
Qualche ora fa ho ricevuto la notifica di una richiesta di proroga di indagini da parte del GIP di Bari. Si tratta di un procedimento penale del quale non avevo mai avuto alcuna notizia. Dal tenore dell’atto non sono in grado di capire ciò che mi sarebbe addebitato, ma, considerati i nomi coinvolti, deduco che si tratti di questioni relative all’Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti.
Sono rammaricato di aver ricevuto solo oggi questa notizia, perché se la stessa mi fosse stata comunicata appena ventiquattrore prima, come è nel mio costume, avrei potuto informare la stampa e l’opinione pubblica in una unica soluzione.
Quanto al merito, se per il prof. Sardelli mi si addebita di aver fatto vincere il migliore, qui per davvero non riesco ad immaginare nulla che possa riguardarmi, e tuttavia riserverò a questo secondo appuntamento, come nel mio stile e nella mia cultura, il medesimo impegno e la medesima serenità che si deve al lavoro della Magistratura.
Ribadisco tuttavia la mia totale assoluta estraneità a fatti che sono al di là di ogni mia immaginazione. Spero che la vulgata del non c’è due senza tre non mi riproponga l’ulteriore amarezza di nuove comunicazioni per addebiti che sento sinceramente e convintamente molto lontani dal mio modo di essere.
http://www.nichivendola.it/sito/mcc/inf ... otivo.html
Autore: Nichi
Qualche ora fa ho ricevuto la notifica di una richiesta di proroga di indagini da parte del GIP di Bari. Si tratta di un procedimento penale del quale non avevo mai avuto alcuna notizia. Dal tenore dell’atto non sono in grado di capire ciò che mi sarebbe addebitato, ma, considerati i nomi coinvolti, deduco che si tratti di questioni relative all’Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti.
Sono rammaricato di aver ricevuto solo oggi questa notizia, perché se la stessa mi fosse stata comunicata appena ventiquattrore prima, come è nel mio costume, avrei potuto informare la stampa e l’opinione pubblica in una unica soluzione.
Quanto al merito, se per il prof. Sardelli mi si addebita di aver fatto vincere il migliore, qui per davvero non riesco ad immaginare nulla che possa riguardarmi, e tuttavia riserverò a questo secondo appuntamento, come nel mio stile e nella mia cultura, il medesimo impegno e la medesima serenità che si deve al lavoro della Magistratura.
Ribadisco tuttavia la mia totale assoluta estraneità a fatti che sono al di là di ogni mia immaginazione. Spero che la vulgata del non c’è due senza tre non mi riproponga l’ulteriore amarezza di nuove comunicazioni per addebiti che sento sinceramente e convintamente molto lontani dal mio modo di essere.
http://www.nichivendola.it/sito/mcc/inf ... otivo.html
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
Re: Come se ne viene fuori ?
verissimo, sottoscrivo in pieno.pancho ha scritto: Spesso non ci accorgiamo che sono proprio questi ultimi fermenti in atto che sono il germe del rinnovamento. Il problema e' che non abbiamo ancora la capacita di aggregazione.
Ben vengano questi manifesti per delle nuove politiche. Sono questi i veri laboratori anche se inizialmente possono non centrare il vero problema ma sicuramente la via e' questa e se devo fare un'altra considerazione, dico che era ora che una parte di questi intellettuali venisse allo scoperto. Troppo tempo sono rimesti fuori dal "gioco" e quindi addosso esenzialmente a loro gran parte della responsabilita' di questa situazione. Troppo sono stati ad aspettare dalla finestra cosa potesse succedere nelle piazza.
In altri tempi erano costoro in prima linea a prendere la situaziane in mano. Hanno aspetta questa crisi per uscire dal letargo? Ci voleva una situazione del genere per uscire allo scoperto?
un salutone
la gente accorre e coagula in modo massiccio e sorprendente attorno alle iniziative di un certo livello, si è visto.
però poi il frutto si disperde , i "movimenti" rimangono organizzatori di gitarelle della domenica , piccoli woodstock senza seguito, c'è l'entusiasmo della prima giornata, quella con i grossi nomi, il palco, l'atmosfera , la massa di gente ...le iniziative seguenti sono a dir poco imbarazzanti .
la verità è che anche gli intellettuali mollano con facilità ( i girotondini!!! ) e un nucleo di condensazione è necessario mantenerlo costante nel tempo se si vuole incidere sulla mentalità di un popolo. i movimenti ( come tutte le manifestazioni di piazza) sono l'unica via , ma se non c'è l'impegno di chi può rappresentare ad alto livello saranno solo "forconi" , col pericolo che verranno percepiti come inutili e dannosi.
la questione è sempre morale , e spiace constatare che anche gli intellettuali non vogliono avvicinarsi all'alta tensione più di tanto ( la svolta sarebbe crearlo sto benedetto soggetto politico ) , non credo solo perchè mettono in conto la macchina del fango ma perchè consapevoli della complessità delle contorsioni del sistema partiti-potere.
Un conto è presentare un libro o una serata , un conto è stare nell'arena dalla mattina alla sera.
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Re: Come se ne viene fuori ?
parole sante...Amadeus ha scritto:verissimo, sottoscrivo in pieno.pancho ha scritto: Spesso non ci accorgiamo che sono proprio questi ultimi fermenti in atto che sono il germe del rinnovamento. Il problema e' che non abbiamo ancora la capacita di aggregazione.
Ben vengano questi manifesti per delle nuove politiche. Sono questi i veri laboratori anche se inizialmente possono non centrare il vero problema ma sicuramente la via e' questa e se devo fare un'altra considerazione, dico che era ora che una parte di questi intellettuali venisse allo scoperto. Troppo tempo sono rimesti fuori dal "gioco" e quindi addosso esenzialmente a loro gran parte della responsabilita' di questa situazione. Troppo sono stati ad aspettare dalla finestra cosa potesse succedere nelle piazza.
In altri tempi erano costoro in prima linea a prendere la situaziane in mano. Hanno aspetta questa crisi per uscire dal letargo? Ci voleva una situazione del genere per uscire allo scoperto?
un salutone
la gente accorre e coagula in modo massiccio e sorprendente attorno alle iniziative di un certo livello, si è visto.
però poi il frutto si disperde , i "movimenti" rimangono organizzatori di gitarelle della domenica , piccoli woodstock senza seguito, c'è l'entusiasmo della prima giornata, quella con i grossi nomi, il palco, l'atmosfera , la massa di gente ...le iniziative seguenti sono a dir poco imbarazzanti .
la verità è che anche gli intellettuali mollano con facilità ( i girotondini!!! ) e un nucleo di condensazione è necessario mantenerlo costante nel tempo se si vuole incidere sulla mentalità di un popolo. i movimenti ( come tutte le manifestazioni di piazza) sono l'unica via , ma se non c'è l'impegno di chi può rappresentare ad alto livello saranno solo "forconi" , col pericolo che verranno percepiti come inutili e dannosi.
la questione è sempre morale , e spiace constatare che anche gli intellettuali non vogliono avvicinarsi all'alta tensione più di tanto ( la svolta sarebbe crearlo sto benedetto soggetto politico ) , non credo solo perchè mettono in conto la macchina del fango ma perchè consapevoli della complessità delle contorsioni del sistema partiti-potere.
Un conto è presentare un libro o una serata , un conto è stare nell'arena dalla mattina alla sera.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Spesso non ci accorgiamo che sono proprio questi ultimi fermenti in atto che sono il germe del rinnovamento. Il problema è che non abbiamo ancora la capacita di unione.
Ben vengano questi manifesti per delle nuove politiche. Sono questi i veri laboratori anche se inizialmente possono non centrare il vero problema ma sicuramente la via e' questa e se devo fare un'altra considerazione, dico che era ora che una parte di questi intellettuali venisse allo scoperto. Troppo tempo sono rimesti fuori dal "gioco" e quindi addosso essenzialmente a loro gran parte della responsabilità di questa situazione. Troppo sono stati ad aspettare dalla finestra cosa potesse succedere nelle piazza.
In altri tempi erano costoro in prima linea a prendere la situazione in mano. Hanno aspettato questa crisi per uscire dal letargo? Ci voleva una situazione del genere per uscire allo scoperto?
pancho
Qui occorrerebbe la risposta di un sociologo esperto come Ilvo Diamanti o Bonomi, o anche altri.
Da apprendista stregone posso solo rilevare che dopo l’8 settembre 1943, sotto il peso di una dittatura durata vent’anni con l’opportunità di chiudere la partita con il regime di Benito Mussolini grazie alla presenza in Italia delle forze alleate decise a spazzar via la cricca nera, sono prevalentemente i giovani che decidono di prendere la via della montagna e dare vita alla Resistenza.
Successivamente, dopo un periodo di stagnazione del regime democristiano durato quanto il regime fascista, approfittando del vento del maggio francese, nel 1968 sono sempre i giovani a muoversi per spaccare l’immobilismo democristiano.
Nel bene e nel male quella ribellione ha significato qualcosa anche se il potere per difendersi ha reagito dando vita alla “Notte della Repubblica” non facendosi mancare nulla, dalle Brigate Rosse, dalla manovalanza certa ad una guida incerta, ai tentativi di colpo di Stato e all’eliminazione inutile di personaggi scomodi come Aldo Moro.
Anche quei diciotto anni neri hanno pesato e da allora i giovani si sono dedicati ad altro.
Senza la loro spinta non si va da nessuna parte.
La consapevolezza di quanto sta accadendo e di cosa ci riserva il futuro è solo di pochi, e nello stesso tempo, ha ragione pancho quando afferma che manca “la capacità di aggregazione”.
Allora, se volete farvi conoscere, fatelo voi come Moderazione, cercando di aggregare questi movimenti.
Forse è questo che manca, la capacità di aggregazione e chi abbia la capacità di interagire.
E’ vero quanto afferma Amadeus:
la gente accorre e coagula in modo massiccio e sorprendente attorno alle iniziative di un certo livello, si è visto.
però poi il frutto si disperde , i "movimenti" rimangono organizzatori di gitarelle della domenica , piccoli woodstock senza seguito, c'è l'entusiasmo della prima giornata, quella con i grossi nomi, il palco, l'atmosfera , la massa di gente ...le iniziative seguenti sono a dir poco imbarazzanti .
L’ho potuto constatare un mese fa al Teatro Smeraldo di Milano alla presentazione del Manifesto di Gustavo Zagrebelsky, “Dipende da noi”.
Mi sono recato in teatro 50 minuti prima dell’inizio della manifestazione pensando di occupare un posto nelle prime file, invece, a soli 10 minuti dall’apertura ho faticato a trovare un posto nelle ultime file.
Fatto di per sé sorprendente. Ma ancora più sorprendente è che la maggioranza dei presenti fossero donne di tutte le età, in maggioranza giovani e con un cospicuo numero di giovanissime.
Forse accorse per ascoltare Roberto Saviano? Forse. Ma cambia ben poco perché Roberto fa parte di chi vuole il cambiamento, soprattutto nel settore giustizia.
Ergo, vista la gravità perdurante della situazione con la possibilità che si apra la finestra di un vuoto di potere se dovesse cadere il governo Monti, la rete è l’unico potente mezzo per poter aggregare, per cambiare.
“Se non ora quando?”….”Dipende da noi”
Ben vengano questi manifesti per delle nuove politiche. Sono questi i veri laboratori anche se inizialmente possono non centrare il vero problema ma sicuramente la via e' questa e se devo fare un'altra considerazione, dico che era ora che una parte di questi intellettuali venisse allo scoperto. Troppo tempo sono rimesti fuori dal "gioco" e quindi addosso essenzialmente a loro gran parte della responsabilità di questa situazione. Troppo sono stati ad aspettare dalla finestra cosa potesse succedere nelle piazza.
In altri tempi erano costoro in prima linea a prendere la situazione in mano. Hanno aspettato questa crisi per uscire dal letargo? Ci voleva una situazione del genere per uscire allo scoperto?
pancho
Qui occorrerebbe la risposta di un sociologo esperto come Ilvo Diamanti o Bonomi, o anche altri.
Da apprendista stregone posso solo rilevare che dopo l’8 settembre 1943, sotto il peso di una dittatura durata vent’anni con l’opportunità di chiudere la partita con il regime di Benito Mussolini grazie alla presenza in Italia delle forze alleate decise a spazzar via la cricca nera, sono prevalentemente i giovani che decidono di prendere la via della montagna e dare vita alla Resistenza.
Successivamente, dopo un periodo di stagnazione del regime democristiano durato quanto il regime fascista, approfittando del vento del maggio francese, nel 1968 sono sempre i giovani a muoversi per spaccare l’immobilismo democristiano.
Nel bene e nel male quella ribellione ha significato qualcosa anche se il potere per difendersi ha reagito dando vita alla “Notte della Repubblica” non facendosi mancare nulla, dalle Brigate Rosse, dalla manovalanza certa ad una guida incerta, ai tentativi di colpo di Stato e all’eliminazione inutile di personaggi scomodi come Aldo Moro.
Anche quei diciotto anni neri hanno pesato e da allora i giovani si sono dedicati ad altro.
Senza la loro spinta non si va da nessuna parte.
La consapevolezza di quanto sta accadendo e di cosa ci riserva il futuro è solo di pochi, e nello stesso tempo, ha ragione pancho quando afferma che manca “la capacità di aggregazione”.
Allora, se volete farvi conoscere, fatelo voi come Moderazione, cercando di aggregare questi movimenti.
Forse è questo che manca, la capacità di aggregazione e chi abbia la capacità di interagire.
E’ vero quanto afferma Amadeus:
la gente accorre e coagula in modo massiccio e sorprendente attorno alle iniziative di un certo livello, si è visto.
però poi il frutto si disperde , i "movimenti" rimangono organizzatori di gitarelle della domenica , piccoli woodstock senza seguito, c'è l'entusiasmo della prima giornata, quella con i grossi nomi, il palco, l'atmosfera , la massa di gente ...le iniziative seguenti sono a dir poco imbarazzanti .
L’ho potuto constatare un mese fa al Teatro Smeraldo di Milano alla presentazione del Manifesto di Gustavo Zagrebelsky, “Dipende da noi”.
Mi sono recato in teatro 50 minuti prima dell’inizio della manifestazione pensando di occupare un posto nelle prime file, invece, a soli 10 minuti dall’apertura ho faticato a trovare un posto nelle ultime file.
Fatto di per sé sorprendente. Ma ancora più sorprendente è che la maggioranza dei presenti fossero donne di tutte le età, in maggioranza giovani e con un cospicuo numero di giovanissime.
Forse accorse per ascoltare Roberto Saviano? Forse. Ma cambia ben poco perché Roberto fa parte di chi vuole il cambiamento, soprattutto nel settore giustizia.
Ergo, vista la gravità perdurante della situazione con la possibilità che si apra la finestra di un vuoto di potere se dovesse cadere il governo Monti, la rete è l’unico potente mezzo per poter aggregare, per cambiare.
“Se non ora quando?”….”Dipende da noi”
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Re: Come se ne viene fuori ?
Spesso non ci accorgiamo che sono proprio questi ultimi fermenti in atto che sono il germe del rinnovamento. Il problema è che non abbiamo ancora la capacita di unione.
Ben vengano questi manifesti per delle nuove politiche. Sono questi i veri laboratori anche se inizialmente possono non centrare il vero problema ma sicuramente la via e' questa e se devo fare un'altra considerazione, dico che era ora che una parte di questi intellettuali venisse allo scoperto. Troppo tempo sono rimesti fuori dal "gioco" e quindi addosso essenzialmente a loro gran parte della responsabilità di questa situazione. Troppo sono stati ad aspettare dalla finestra cosa potesse succedere nelle piazza.
In altri tempi erano costoro in prima linea a prendere la situazione in mano. Hanno aspettato questa crisi per uscire dal letargo? Ci voleva una situazione del genere per uscire allo scoperto?
pancho
Qui occorrerebbe la risposta di un sociologo esperto come Ilvo Diamanti o Bonomi, o anche altri.
Da apprendista stregone posso solo rilevare che dopo l’8 settembre 1943, sotto il peso di una dittatura durata vent’anni con l’opportunità di chiudere la partita con il regime di Benito Mussolini grazie alla presenza in Italia delle forze alleate decise a spazzar via la cricca nera, sono prevalentemente i giovani che decidono di prendere la via della montagna e dare vita alla Resistenza.
Successivamente, dopo un periodo di stagnazione del regime democristiano durato quanto il regime fascista, approfittando del vento del maggio francese, nel 1968 sono sempre i giovani a muoversi per spaccare l’immobilismo democristiano.
Nel bene e nel male quella ribellione ha significato qualcosa anche se il potere per difendersi ha reagito dando vita alla “Notte della Repubblica” non facendosi mancare nulla, dalle Brigate Rosse, dalla manovalanza certa ad una guida incerta, ai tentativi di colpo di Stato e all’eliminazione inutile di personaggi scomodi come Aldo Moro.
Anche quei diciotto anni neri hanno pesato e da allora i giovani si sono dedicati ad altro.
Senza la loro spinta non si va da nessuna parte.
La consapevolezza di quanto sta accadendo e di cosa ci riserva il futuro è solo di pochi, e nello stesso tempo, ha ragione pancho quando afferma che manca “la capacità di aggregazione”.
Allora, se volete farvi conoscere, fatelo voi come Moderazione, cercando di aggregare questi movimenti.
Forse è questo che manca, la capacità di aggregazione e chi abbia la capacità di interagire.
E’ vero quanto afferma Amadeus:
la gente accorre e coagula in modo massiccio e sorprendente attorno alle iniziative di un certo livello, si è visto.
però poi il frutto si disperde , i "movimenti" rimangono organizzatori di gitarelle della domenica , piccoli woodstock senza seguito, c'è l'entusiasmo della prima giornata, quella con i grossi nomi, il palco, l'atmosfera , la massa di gente ...le iniziative seguenti sono a dir poco imbarazzanti .
L’ho potuto constatare un mese fa al Teatro Smeraldo di Milano alla presentazione del Manifesto di Gustavo Zagrebelsky, “Dipende da noi”.
Mi sono recato in teatro 50 minuti prima dell’inizio della manifestazione pensando di occupare un posto nelle prime file, invece, a soli 10 minuti dall’apertura ho faticato a trovare un posto nelle ultime file.
Fatto di per sé sorprendente. Ma ancora più sorprendente è che la maggioranza dei presenti fossero donne di tutte le età, in maggioranza giovani e con un cospicuo numero di giovanissime.
Forse accorse per ascoltare Roberto Saviano? Forse. Ma cambia ben poco perché Roberto fa parte di chi vuole il cambiamento, soprattutto nel settore giustizia.
Ergo, vista la gravità perdurante della situazione con la possibilità che si apra la finestra di un vuoto di potere se dovesse cadere il governo Monti, la rete è l’unico potente mezzo per poter aggregare, per cambiare.
“Se non ora quando?”….”Dipende da noi”
Ben vengano questi manifesti per delle nuove politiche. Sono questi i veri laboratori anche se inizialmente possono non centrare il vero problema ma sicuramente la via e' questa e se devo fare un'altra considerazione, dico che era ora che una parte di questi intellettuali venisse allo scoperto. Troppo tempo sono rimesti fuori dal "gioco" e quindi addosso essenzialmente a loro gran parte della responsabilità di questa situazione. Troppo sono stati ad aspettare dalla finestra cosa potesse succedere nelle piazza.
In altri tempi erano costoro in prima linea a prendere la situazione in mano. Hanno aspettato questa crisi per uscire dal letargo? Ci voleva una situazione del genere per uscire allo scoperto?
pancho
Qui occorrerebbe la risposta di un sociologo esperto come Ilvo Diamanti o Bonomi, o anche altri.
Da apprendista stregone posso solo rilevare che dopo l’8 settembre 1943, sotto il peso di una dittatura durata vent’anni con l’opportunità di chiudere la partita con il regime di Benito Mussolini grazie alla presenza in Italia delle forze alleate decise a spazzar via la cricca nera, sono prevalentemente i giovani che decidono di prendere la via della montagna e dare vita alla Resistenza.
Successivamente, dopo un periodo di stagnazione del regime democristiano durato quanto il regime fascista, approfittando del vento del maggio francese, nel 1968 sono sempre i giovani a muoversi per spaccare l’immobilismo democristiano.
Nel bene e nel male quella ribellione ha significato qualcosa anche se il potere per difendersi ha reagito dando vita alla “Notte della Repubblica” non facendosi mancare nulla, dalle Brigate Rosse, dalla manovalanza certa ad una guida incerta, ai tentativi di colpo di Stato e all’eliminazione inutile di personaggi scomodi come Aldo Moro.
Anche quei diciotto anni neri hanno pesato e da allora i giovani si sono dedicati ad altro.
Senza la loro spinta non si va da nessuna parte.
La consapevolezza di quanto sta accadendo e di cosa ci riserva il futuro è solo di pochi, e nello stesso tempo, ha ragione pancho quando afferma che manca “la capacità di aggregazione”.
Allora, se volete farvi conoscere, fatelo voi come Moderazione, cercando di aggregare questi movimenti.
Forse è questo che manca, la capacità di aggregazione e chi abbia la capacità di interagire.
E’ vero quanto afferma Amadeus:
la gente accorre e coagula in modo massiccio e sorprendente attorno alle iniziative di un certo livello, si è visto.
però poi il frutto si disperde , i "movimenti" rimangono organizzatori di gitarelle della domenica , piccoli woodstock senza seguito, c'è l'entusiasmo della prima giornata, quella con i grossi nomi, il palco, l'atmosfera , la massa di gente ...le iniziative seguenti sono a dir poco imbarazzanti .
L’ho potuto constatare un mese fa al Teatro Smeraldo di Milano alla presentazione del Manifesto di Gustavo Zagrebelsky, “Dipende da noi”.
Mi sono recato in teatro 50 minuti prima dell’inizio della manifestazione pensando di occupare un posto nelle prime file, invece, a soli 10 minuti dall’apertura ho faticato a trovare un posto nelle ultime file.
Fatto di per sé sorprendente. Ma ancora più sorprendente è che la maggioranza dei presenti fossero donne di tutte le età, in maggioranza giovani e con un cospicuo numero di giovanissime.
Forse accorse per ascoltare Roberto Saviano? Forse. Ma cambia ben poco perché Roberto fa parte di chi vuole il cambiamento, soprattutto nel settore giustizia.
Ergo, vista la gravità perdurante della situazione con la possibilità che si apra la finestra di un vuoto di potere se dovesse cadere il governo Monti, la rete è l’unico potente mezzo per poter aggregare, per cambiare.
“Se non ora quando?”….”Dipende da noi”
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Re: Come se ne viene fuori ?
Comunicato stampa
Dopo la frana, chi vincerà la partita?
12 aprile 2012 - 17 Commenti »
La presidenza di LeG
Il momento è grave.
Dobbiamo tutti prendere atto che il sistema sta franando e che a nulla servono, se non ad accelerare la frana, le toppe con cui ABC propongono di ricucire lo strappo.
Il problema del finanziamento pubblico ai partiti sta sollevando la rabbia dei cittadini chiamati a sacrifici umanamente intollerabili. E dopo la rabbia, dopo la irresponsabile soddisfazione degli agitatori di popolo, cosa ci aspetta?
Ancora rabbia, ancora delusione e distacco e la domanda che angoscia: chi vincerà la partita?
Perché questa volta ABC hanno mostrato il vero volto della questione. I loro partiti, tutti i partiti, sono diventati delle scatole che valgono solo per la merce che contengono: i soldi dei cittadini. Non c’è un’idea di bene pubblico, in quelle scatole, non c’è un programma, non c’è una soluzione che riguardi sacrifici per tutti, non c’è una promessa di ricambio e di rinnovamento.
C’è solo il mantenimento del potere economico, del “malloppo”.
Oggi siamo all’ultima ora utile. Ma serve il coraggio di chiudere i conti col passato, accettare i controlli ma soprattutto diminuire il finanziamento pubblico (cominciando col fermare nuovi rimborsi), inventare forme di finanziamento dei privati, restituire ciò che è avanzato .
Serve il coraggio di partiti pronti a mettersi in gioco e a spalancare le porte ai cittadini che fino ad oggi sono serviti soltanto a mantenerli.
Servono statisti che ci aiutino a fermare la frana. Se non è già troppo tardi.
LeG
Dopo la frana, chi vincerà la partita?
12 aprile 2012 - 17 Commenti »
La presidenza di LeG
Il momento è grave.
Dobbiamo tutti prendere atto che il sistema sta franando e che a nulla servono, se non ad accelerare la frana, le toppe con cui ABC propongono di ricucire lo strappo.
Il problema del finanziamento pubblico ai partiti sta sollevando la rabbia dei cittadini chiamati a sacrifici umanamente intollerabili. E dopo la rabbia, dopo la irresponsabile soddisfazione degli agitatori di popolo, cosa ci aspetta?
Ancora rabbia, ancora delusione e distacco e la domanda che angoscia: chi vincerà la partita?
Perché questa volta ABC hanno mostrato il vero volto della questione. I loro partiti, tutti i partiti, sono diventati delle scatole che valgono solo per la merce che contengono: i soldi dei cittadini. Non c’è un’idea di bene pubblico, in quelle scatole, non c’è un programma, non c’è una soluzione che riguardi sacrifici per tutti, non c’è una promessa di ricambio e di rinnovamento.
C’è solo il mantenimento del potere economico, del “malloppo”.
Oggi siamo all’ultima ora utile. Ma serve il coraggio di chiudere i conti col passato, accettare i controlli ma soprattutto diminuire il finanziamento pubblico (cominciando col fermare nuovi rimborsi), inventare forme di finanziamento dei privati, restituire ciò che è avanzato .
Serve il coraggio di partiti pronti a mettersi in gioco e a spalancare le porte ai cittadini che fino ad oggi sono serviti soltanto a mantenerli.
Servono statisti che ci aiutino a fermare la frana. Se non è già troppo tardi.
LeG
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