From Sicily with love
Re: From Sicily with love
No Muos, a Niscemi torna la calma
Crocetta, nella protesta anche infiltrazioni mafiose
10 agosto, 12:43
NISCEMI (CALTANISSETTA) - Il giorno dopo la manifestazione dei No-Muos e i tafferugli che si sono verificati con le forze dell'ordine (un militare della Guardia di finanza ha subito una lussazione alla gamba sinistra), a Niscemi è tornata la calma. La recinzione, che ieri era stata divelta dagli attivisti - che erano riusciti a entrare nella base militare Usa - è stata ripristinata. Intanto, gli investigatori hanno sequestrato uno zaino con dentro una cesoia e delle corde. Sugli scontri di ieri la procura di Caltagirone ha aperto un'inchiesta che al momento non vede indagati.
Crocetta, nella protesta anche infiltrazioni mafiose - Le tensioni scoppiate a Niscemi davanti alla base militare Usa, che hanno visto i manifestanti No-Muos venire a contatto con le forze dell'ordine ''erano prevedibili. Avevo avvertito dei pericoli, nei mesi e nelle settimane scorse, i ministri degli Interni: prima la Cancellieri, poi Alfano''. A dirlo è il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, in un'intervista a Repubblica, dove spiega come ''a manifestare, insieme alla pacifica popolazione'' ci siano ''punte estremiste che esasperano la lotta. Ma ci sono anche altre infiltrazioni''. E alla domanda se alludesse alla mafia, risponde ''sì''. Infatti, evidenzia, ''in una realtà come quella di Niscemi è scontato che anche gli ambienti della criminalità organizzata si approprino di una vicenda del genere''. Riguardo al suo ruolo chiarisce: ''Mica l'ho data io l'autorizzazione alla costruzione del Muos'', ''ci hanno pensato il governo nazionale di centrodestra e la giunta regionale guidata da Raffaele Lombardo''. La realtà, continua, ''è che io sono stato l'unico politico con una veste istituzionale a tentare di bloccarlo, il mega-radar''. Ma, spiega, ''la Regione ha le mani legate''. Quanto agli effetti del Muos sulla salute, precisa: ''Non c'è certezza che non faccia male, solo non ci sono comprovati studi sul rapporto causa-effetto''.
Crocetta, nella protesta anche infiltrazioni mafiose
10 agosto, 12:43
NISCEMI (CALTANISSETTA) - Il giorno dopo la manifestazione dei No-Muos e i tafferugli che si sono verificati con le forze dell'ordine (un militare della Guardia di finanza ha subito una lussazione alla gamba sinistra), a Niscemi è tornata la calma. La recinzione, che ieri era stata divelta dagli attivisti - che erano riusciti a entrare nella base militare Usa - è stata ripristinata. Intanto, gli investigatori hanno sequestrato uno zaino con dentro una cesoia e delle corde. Sugli scontri di ieri la procura di Caltagirone ha aperto un'inchiesta che al momento non vede indagati.
Crocetta, nella protesta anche infiltrazioni mafiose - Le tensioni scoppiate a Niscemi davanti alla base militare Usa, che hanno visto i manifestanti No-Muos venire a contatto con le forze dell'ordine ''erano prevedibili. Avevo avvertito dei pericoli, nei mesi e nelle settimane scorse, i ministri degli Interni: prima la Cancellieri, poi Alfano''. A dirlo è il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, in un'intervista a Repubblica, dove spiega come ''a manifestare, insieme alla pacifica popolazione'' ci siano ''punte estremiste che esasperano la lotta. Ma ci sono anche altre infiltrazioni''. E alla domanda se alludesse alla mafia, risponde ''sì''. Infatti, evidenzia, ''in una realtà come quella di Niscemi è scontato che anche gli ambienti della criminalità organizzata si approprino di una vicenda del genere''. Riguardo al suo ruolo chiarisce: ''Mica l'ho data io l'autorizzazione alla costruzione del Muos'', ''ci hanno pensato il governo nazionale di centrodestra e la giunta regionale guidata da Raffaele Lombardo''. La realtà, continua, ''è che io sono stato l'unico politico con una veste istituzionale a tentare di bloccarlo, il mega-radar''. Ma, spiega, ''la Regione ha le mani legate''. Quanto agli effetti del Muos sulla salute, precisa: ''Non c'è certezza che non faccia male, solo non ci sono comprovati studi sul rapporto causa-effetto''.
Re: From Sicily with love
Per più di qualcuno, il laboratorio Crocetta è già finito. O per lo meno, rischia seriamente di chiudere i battenti nel giro di qualche mese.
Ieri sera, infatti, all’Assemblea regionale siciliana si è consumato uno scontro durissimo tra il presidente della regione, Rosario Crocetta, e il capogruppo e portavoce del MoVimento 5 Stelle Giancarlo Cancelleri.
Il fatto ha un significato politico pesante: se finora si era parlato della Sicilia come una realtà politica in cui tra il Pd (e, più in generale, il centrosinistra) e il movimento legato a Beppe Grillo si potevano trovare punti di incontro per governare in sintonia, magari pensando di estendere l’esperimento a livello nazionale, da ieri quest’operazione sembra molto più difficile.Tutto era iniziato il 10 agosto, quando Crocetta aveva dichiarato che a manifestare contro il Muos – il sistema di monitoraggio satellitare voluto dagli Stati Uniti, per il quale il governo Berlusconi diede l’autorizzazione a costruire una stazione di terra a Niscemi – accanto a molti cittadini pacifici c’erano “punte estremiste che esasperano la lotta. Ma anche altre infiltrazioni” ritenute mafiose (“In una realtà come quella di Niscemi è scontato che anche gli ambienti della criminalità organizzata si approprino di una vicenda del genere“).
Il riferimento alla mafia non è piaciuto a molte persone e a varie forze politiche, compreso il M5S. Che in aula ha attaccato subito il presidente della regione e lo ha fatto a tutto campo: “Il 30 ottobre lei disse in tv di essere più grillino dei grillini, di avere sette stelle. Lei ha megafoni in quantità, ma di stelle non ne ha nessuna: probabilmente erano dei neon che ora si sono fulminati e i fatti sono sotto gli occhi di tutti”. Una scomunica, praticamente, precisata nei particolari da Cancelleri.
“Mi aspettavo – ha detto – una risposta sulle dichiarazioni che ci sono mafiosi in Aula, lei ha detto solo che ci sono panciuti e avvicinati: io desidero i nomi“. Sulla questione NoMuos Cancelleri ha richiamato la gravità delle affermazioni di Crocetta: ”Lei dice che i NoMuos devono decidere da che parte stare. Come se ci fossero solo due opzioni in questo mondo. Il suo e’ un gioco pericoloso“.
Ieri sera, infatti, all’Assemblea regionale siciliana si è consumato uno scontro durissimo tra il presidente della regione, Rosario Crocetta, e il capogruppo e portavoce del MoVimento 5 Stelle Giancarlo Cancelleri.
Il fatto ha un significato politico pesante: se finora si era parlato della Sicilia come una realtà politica in cui tra il Pd (e, più in generale, il centrosinistra) e il movimento legato a Beppe Grillo si potevano trovare punti di incontro per governare in sintonia, magari pensando di estendere l’esperimento a livello nazionale, da ieri quest’operazione sembra molto più difficile.Tutto era iniziato il 10 agosto, quando Crocetta aveva dichiarato che a manifestare contro il Muos – il sistema di monitoraggio satellitare voluto dagli Stati Uniti, per il quale il governo Berlusconi diede l’autorizzazione a costruire una stazione di terra a Niscemi – accanto a molti cittadini pacifici c’erano “punte estremiste che esasperano la lotta. Ma anche altre infiltrazioni” ritenute mafiose (“In una realtà come quella di Niscemi è scontato che anche gli ambienti della criminalità organizzata si approprino di una vicenda del genere“).
Il riferimento alla mafia non è piaciuto a molte persone e a varie forze politiche, compreso il M5S. Che in aula ha attaccato subito il presidente della regione e lo ha fatto a tutto campo: “Il 30 ottobre lei disse in tv di essere più grillino dei grillini, di avere sette stelle. Lei ha megafoni in quantità, ma di stelle non ne ha nessuna: probabilmente erano dei neon che ora si sono fulminati e i fatti sono sotto gli occhi di tutti”. Una scomunica, praticamente, precisata nei particolari da Cancelleri.
“Mi aspettavo – ha detto – una risposta sulle dichiarazioni che ci sono mafiosi in Aula, lei ha detto solo che ci sono panciuti e avvicinati: io desidero i nomi“. Sulla questione NoMuos Cancelleri ha richiamato la gravità delle affermazioni di Crocetta: ”Lei dice che i NoMuos devono decidere da che parte stare. Come se ci fossero solo due opzioni in questo mondo. Il suo e’ un gioco pericoloso“.
Re: From Sicily with love
Crocetta tira un sospiro di sollievo:
«La Regione non è più a rischio defalut»
Il governatore: «Quando mi sono insediato la Regione stava fallendo, ma ora abbiamo risparmiato 2 miliardi»
PALERMO - «La regione siciliana non è più a rischio default. Quando mi sono insediato la Regione stava fallendo, ma ora abbiamo risparmiato 2 miliardi e mezzo. I fondi europei sono stati sbloccati, riprogrammati e li stiamo spendendo». Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta, nel corso di una conferenza stampa convocata all'indomani dell'approvazione all'Ars della legge sul conflitto d'interessi, che stabilisce ineleggibilità e incompatibilità dei deputati siciliani«. Accanto a Crocetta anche il leader di Azione Civile Antonio Ingroia, in qualità di «giurista».
I RISULTATI AMMINISTRATIVI - Il Governatore ha poi elencato i risultati ottenuti dalla sua azione amministrativa: «Riusciamo ad approvare, primi in Italia - ha ricordato - una legge sulle province. Quasi certamente la prossima settimana saremo in condizione di approvare la legge sull'istituzione dei liberi consorzi. I rifiuti possono essere gestiti direttamente dai comuni e non mi pare cosa da poco. Abbiamo scongiurato l'emergenza in Sicilia.«Bisogna smontare la bufala mediatica di chi mi accusa di non aver speso i fondi europei. Raggiungeremo gli obiettivi di spesa europea che nessuno centesimo sarà restituito all'Europa. Finanzieremo imprese e li utilizzeremo per il credito alle imposte». Lo ha detto il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, a palazzo d'Orleans. «Entro dobbiamo spendere altri 350 milioni di euro - ha aggiunto - finora ne abbiamo impegnati circa 700 milioni».
LE POLEMICHE SU MUOS - Io sono stato colui che ha lottato per bloccare il Muos ma non ci sono riuscito». Ha detto Crocetta, commentando le critiche sollevate nei suo confronti dagli esponenti del fronte «No Muos» e da alcune forze politiche sull'installazione del nuovo sistema satellitare Usa. «Sel e M5S che mi contestano - ha aggiunto il governatore -, ma cosa fanno in Parlamento per bloccare l'autorizzazione del ministero alla realizzazione del radar a Niscemi? E la stessa Rita Borsellino cosa ha fatto da europarlamentare per condurre questa battaglia?». «Con le organizzazioni che manifestano contro il Muos siamo disponibili a intavolare un tavolo permanente di consultazioni a patto però che venga bandita la violenza dalle manifestazioni», ha aggiunto Crocetta. «Chi vuole la pace - ha osservato il Governatore - non può inneggiare alla violenza. Sono disponibile a incontrare i No Muos nei prossimi giorni».
Redazione online
13 agosto 2013
«La Regione non è più a rischio defalut»
Il governatore: «Quando mi sono insediato la Regione stava fallendo, ma ora abbiamo risparmiato 2 miliardi»
PALERMO - «La regione siciliana non è più a rischio default. Quando mi sono insediato la Regione stava fallendo, ma ora abbiamo risparmiato 2 miliardi e mezzo. I fondi europei sono stati sbloccati, riprogrammati e li stiamo spendendo». Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta, nel corso di una conferenza stampa convocata all'indomani dell'approvazione all'Ars della legge sul conflitto d'interessi, che stabilisce ineleggibilità e incompatibilità dei deputati siciliani«. Accanto a Crocetta anche il leader di Azione Civile Antonio Ingroia, in qualità di «giurista».
I RISULTATI AMMINISTRATIVI - Il Governatore ha poi elencato i risultati ottenuti dalla sua azione amministrativa: «Riusciamo ad approvare, primi in Italia - ha ricordato - una legge sulle province. Quasi certamente la prossima settimana saremo in condizione di approvare la legge sull'istituzione dei liberi consorzi. I rifiuti possono essere gestiti direttamente dai comuni e non mi pare cosa da poco. Abbiamo scongiurato l'emergenza in Sicilia.«Bisogna smontare la bufala mediatica di chi mi accusa di non aver speso i fondi europei. Raggiungeremo gli obiettivi di spesa europea che nessuno centesimo sarà restituito all'Europa. Finanzieremo imprese e li utilizzeremo per il credito alle imposte». Lo ha detto il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, a palazzo d'Orleans. «Entro dobbiamo spendere altri 350 milioni di euro - ha aggiunto - finora ne abbiamo impegnati circa 700 milioni».
LE POLEMICHE SU MUOS - Io sono stato colui che ha lottato per bloccare il Muos ma non ci sono riuscito». Ha detto Crocetta, commentando le critiche sollevate nei suo confronti dagli esponenti del fronte «No Muos» e da alcune forze politiche sull'installazione del nuovo sistema satellitare Usa. «Sel e M5S che mi contestano - ha aggiunto il governatore -, ma cosa fanno in Parlamento per bloccare l'autorizzazione del ministero alla realizzazione del radar a Niscemi? E la stessa Rita Borsellino cosa ha fatto da europarlamentare per condurre questa battaglia?». «Con le organizzazioni che manifestano contro il Muos siamo disponibili a intavolare un tavolo permanente di consultazioni a patto però che venga bandita la violenza dalle manifestazioni», ha aggiunto Crocetta. «Chi vuole la pace - ha osservato il Governatore - non può inneggiare alla violenza. Sono disponibile a incontrare i No Muos nei prossimi giorni».
Redazione online
13 agosto 2013
Re: From Sicily with love
CATANIA - «Ho ritenuto che ci siano elementi solidi per affermare la responsabilità di Raffaele Lombardo per avere contribuito all'organizzazione Cosa nostra per circa 10 anni, fino al 2009». È la «ricostruzione» del procuratore capo di Catania, Giovanni Salvi, alla base della richiesta di condanna a 10 anni di reclusione avanzata al Gup Marina Rizza a conclusione della requisitoria nel processo per concorso esterno all'associazione mafiosa e voto di scambio in cui è imputato l'ex presidente della Regione Siciliana.
http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/C ... 7817.shtml
http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/C ... 7817.shtml
Re: From Sicily with love
IFQ
Non si dimettono, anzi rimarranno saldi sulle loro poltrone nonostante il loro partito gli abbia dato un aut aut: o stanno con il Pd e si dimettono, oppure rimangono con Rosario Crocetta. Tertium non datur. Almeno per il momento, i quattro assessori regionali indicati undici mesi fa proprio dal Pd alla terza opzione non hanno voluto neanche pensare: rimarranno fedeli al governatore, che ieri sera è stato di fatto scaricato dai democratici siciliani. “Le nostre nomine sono state concordate con il Pd e noi siamo quattro dirigenti del Pd: nessuno può giocare ad essere più piddino dell’altro: io non mi dimetto”, ha esordito stizzita la giovane Nelli Scilabra, ex senatrice accademica dell’Università di Palermo, poi elevata al vertice del delicato assessorato alla Formazione su indicazione del senatore Beppe Lumia. “Non ci dimettiamo perché non c’è più tempo per la Sicilia”, ha rincarato la dose l’assessore all’Ambiente Mariella Lo Bello, che fino a ieri sera era completamente all’oscuro del terremoto politico messo in cantiere dal suo partito. “Ho letto ora su livesicilia (quotidiano online palermitano ndr.) quello che stava succedendo e sono arrivata qui” raccontava, intervenendo all’assemblea dei democratici convocata proprio per scaricare il governo di cui fa parte, insieme all’altro assessore Nino Bartolotta, anche lui rimasto fedele a Crocetta.
Rimane in sella, almeno per ora, anche l’assessore al Bilancio Luca Bianchi che ha dalla sua i gradi di tecnico in prestito da Roma, da dove è stato inviato in Sicilia dopo essere stato vice presidente dello Svimez. “Io vengo da un’esperienza esterna, ho studiato il Mezzogiorno per anni: ho fatto molta teoria e zero pratica. Per questo ho accettato la proposta di venire in Sicilia, e credo che l’esperienza sul campo sia stata molto positiva. Non mi dimetterò, non prima di capire se è possibile che si ricostruisca il rapporto tra governo e partito. Certo, non parteciperò a nessun governo che non abbia l’appoggio del Pd”. La posizione di Bianchi è la cartina di tornasole di come i dirigenti nazionali del Pd abbiano preso il terremoto messo a punto dai loro omologhi siciliani. Da Roma dunque l’obbiettivo è ricucire i rapporti tra i democratici siciliani e Crocetta, che nella capitale sembra godere ancora di credito. Il governatore scaricato dal Pd siciliano ha continuato fino ad oggi a tenersi lontano da Palermo. Da Catania, dove continua a seguire le condizioni mediche degli uomini della sua scorta coinvolti in un incidente, fa sapere di non aver intenzione di riagganciare i contatti col suo partito. “Io dovrei chiamarli? No, chi lo pensa allora non mi conosce. Non posso entrare in questi giochi di potere, la verità è che tra me e loro c’è un problema di linguaggio, di comunicazione”.
A Palazzo dei Normanni, intanto, il caos regna sovrano. Il Movimento Cinque Stelle ha in serbo già da settimane una mozione di sfiducia contro Crocetta, e lo stesso Nello Musumeci, leader della destra sconfitto alle elezioni, rimane alla finestra in attesa che il governo dell’ex sindaco di Gela naufraghi definitivamente. Un’ipotesi che non è per nulla scontata. Se in teoria è vero che oggi Crocetta non avrebbe più la maggioranza in parlamento regionale, è vero anche che troppo spesso Palazzo dei Normanni ha assunto le sembianze di un vero e proprio mercato di voti e deputati. In seno agli stessi democratici, oltre agli assessori, iniziano infatti a sfilarsi altri esponenti di partito. Il primo è stato Fabrizio Ferrandelli, neo leader della corrente di Matteo Renzi all’Ars, che già in mattinata ha utilizzato l’inglese per andare incontro al governatore, non allontanandosi troppo dal suo partito. “Stabiliamo una road map tutti insieme – ha detto mimando il lessico british del sindaco di Firenze – Facciamo una road for peace and change, una tabella di marcia per la pace e soprattutto per il cambiamento”.
Non parla inglese ma volge lo sguardo comunque all’estero Marco Forzese, eletto deputato dell’Udc, inserito nella lista dei cosiddetti candidati impresentabili in campagna elettorale per un’indagine sulle promozioni facili al comune di Catania, che per garantire l’appoggio a Crocetta guarda invece addirittura alla Spagna. “È arrivato il tempo – ha detto il deputato fondatore del movimento Democratici e Riformisti – di creare un modello simile a quello della Catalogna che prevede sì la presenza dei partiti nazionali in Sicilia, ma in una logica di confronto con un grande partito regionale che insieme possiamo rappresentare”. E anche dall’opposizione arrivano segnali di apertura nei confronti di Crocetta. Il deputato del Pdl Vincenzo Vinciullo, per esempio, guarda al governo Letta, proponendo immediatamente un “patto istituzionale tra partiti per salvare la Sicilia dal default”: una sorta di governo delle larghe intese con il presidente del Pd, sostenuto da Udc, Pdl e vari deputati apolidi in ordine sparso. Senza, però, l’apporto degli stessi democratici che, dopo aver appoggiato Raffaele Lombardo fino alla vigilia delle dimissioni, adesso hanno scaricato il primo presidente di centro sinistra eletto in Sicilia. Come dire che dopo anni di strapotere del Pdl e di Totò Cuffaro, a sinistra abbiano dimenticato ad amministrare le vittorie.
Non si dimettono, anzi rimarranno saldi sulle loro poltrone nonostante il loro partito gli abbia dato un aut aut: o stanno con il Pd e si dimettono, oppure rimangono con Rosario Crocetta. Tertium non datur. Almeno per il momento, i quattro assessori regionali indicati undici mesi fa proprio dal Pd alla terza opzione non hanno voluto neanche pensare: rimarranno fedeli al governatore, che ieri sera è stato di fatto scaricato dai democratici siciliani. “Le nostre nomine sono state concordate con il Pd e noi siamo quattro dirigenti del Pd: nessuno può giocare ad essere più piddino dell’altro: io non mi dimetto”, ha esordito stizzita la giovane Nelli Scilabra, ex senatrice accademica dell’Università di Palermo, poi elevata al vertice del delicato assessorato alla Formazione su indicazione del senatore Beppe Lumia. “Non ci dimettiamo perché non c’è più tempo per la Sicilia”, ha rincarato la dose l’assessore all’Ambiente Mariella Lo Bello, che fino a ieri sera era completamente all’oscuro del terremoto politico messo in cantiere dal suo partito. “Ho letto ora su livesicilia (quotidiano online palermitano ndr.) quello che stava succedendo e sono arrivata qui” raccontava, intervenendo all’assemblea dei democratici convocata proprio per scaricare il governo di cui fa parte, insieme all’altro assessore Nino Bartolotta, anche lui rimasto fedele a Crocetta.
Rimane in sella, almeno per ora, anche l’assessore al Bilancio Luca Bianchi che ha dalla sua i gradi di tecnico in prestito da Roma, da dove è stato inviato in Sicilia dopo essere stato vice presidente dello Svimez. “Io vengo da un’esperienza esterna, ho studiato il Mezzogiorno per anni: ho fatto molta teoria e zero pratica. Per questo ho accettato la proposta di venire in Sicilia, e credo che l’esperienza sul campo sia stata molto positiva. Non mi dimetterò, non prima di capire se è possibile che si ricostruisca il rapporto tra governo e partito. Certo, non parteciperò a nessun governo che non abbia l’appoggio del Pd”. La posizione di Bianchi è la cartina di tornasole di come i dirigenti nazionali del Pd abbiano preso il terremoto messo a punto dai loro omologhi siciliani. Da Roma dunque l’obbiettivo è ricucire i rapporti tra i democratici siciliani e Crocetta, che nella capitale sembra godere ancora di credito. Il governatore scaricato dal Pd siciliano ha continuato fino ad oggi a tenersi lontano da Palermo. Da Catania, dove continua a seguire le condizioni mediche degli uomini della sua scorta coinvolti in un incidente, fa sapere di non aver intenzione di riagganciare i contatti col suo partito. “Io dovrei chiamarli? No, chi lo pensa allora non mi conosce. Non posso entrare in questi giochi di potere, la verità è che tra me e loro c’è un problema di linguaggio, di comunicazione”.
A Palazzo dei Normanni, intanto, il caos regna sovrano. Il Movimento Cinque Stelle ha in serbo già da settimane una mozione di sfiducia contro Crocetta, e lo stesso Nello Musumeci, leader della destra sconfitto alle elezioni, rimane alla finestra in attesa che il governo dell’ex sindaco di Gela naufraghi definitivamente. Un’ipotesi che non è per nulla scontata. Se in teoria è vero che oggi Crocetta non avrebbe più la maggioranza in parlamento regionale, è vero anche che troppo spesso Palazzo dei Normanni ha assunto le sembianze di un vero e proprio mercato di voti e deputati. In seno agli stessi democratici, oltre agli assessori, iniziano infatti a sfilarsi altri esponenti di partito. Il primo è stato Fabrizio Ferrandelli, neo leader della corrente di Matteo Renzi all’Ars, che già in mattinata ha utilizzato l’inglese per andare incontro al governatore, non allontanandosi troppo dal suo partito. “Stabiliamo una road map tutti insieme – ha detto mimando il lessico british del sindaco di Firenze – Facciamo una road for peace and change, una tabella di marcia per la pace e soprattutto per il cambiamento”.
Non parla inglese ma volge lo sguardo comunque all’estero Marco Forzese, eletto deputato dell’Udc, inserito nella lista dei cosiddetti candidati impresentabili in campagna elettorale per un’indagine sulle promozioni facili al comune di Catania, che per garantire l’appoggio a Crocetta guarda invece addirittura alla Spagna. “È arrivato il tempo – ha detto il deputato fondatore del movimento Democratici e Riformisti – di creare un modello simile a quello della Catalogna che prevede sì la presenza dei partiti nazionali in Sicilia, ma in una logica di confronto con un grande partito regionale che insieme possiamo rappresentare”. E anche dall’opposizione arrivano segnali di apertura nei confronti di Crocetta. Il deputato del Pdl Vincenzo Vinciullo, per esempio, guarda al governo Letta, proponendo immediatamente un “patto istituzionale tra partiti per salvare la Sicilia dal default”: una sorta di governo delle larghe intese con il presidente del Pd, sostenuto da Udc, Pdl e vari deputati apolidi in ordine sparso. Senza, però, l’apporto degli stessi democratici che, dopo aver appoggiato Raffaele Lombardo fino alla vigilia delle dimissioni, adesso hanno scaricato il primo presidente di centro sinistra eletto in Sicilia. Come dire che dopo anni di strapotere del Pdl e di Totò Cuffaro, a sinistra abbiano dimenticato ad amministrare le vittorie.
Re: From Sicily with love
Sicilia, soccorsi più di 1800 migranti in 24 ore
Proseguono ininterrottamente le operazioni di soccorso della Guardia costiera che, in un solo giorno, ha intercettato decine di pescherecci e gommoni in difficoltà al largo delle coste siciliane.
Proseguono ininterrottamente le operazioni di soccorso della Guardia costiera che, in un solo giorno, ha intercettato decine di pescherecci e gommoni in difficoltà al largo delle coste siciliane.
Re: From Sicily with love
a Lampedusa sono più di 1000
nel CIE c'è posto per 200
molti dormono fuori e stanotte c'è stato un nubifragio
risulta che fra quanti hanno "sospeso i lavori" l'altro ieri "per l'immane tradegia" qualcuno domani vada, per caso, a sbattere i pugni su qualche tavolo europeo ???
none vè?
nel CIE c'è posto per 200
molti dormono fuori e stanotte c'è stato un nubifragio
risulta che fra quanti hanno "sospeso i lavori" l'altro ieri "per l'immane tradegia" qualcuno domani vada, per caso, a sbattere i pugni su qualche tavolo europeo ???
none vè?
Re: From Sicily with love
UELLAAAAAAAA CROCEEEEEè CALMAAAAAAA
LA DEMOCRAZIA E' BELLA MA CUMANNARI E' MIEGGHIU CA F.....
AGI) - Palermo, 28 dic. - "Stiamo bonificando la palude della Regione e la risalita e' faticosa, anche perche' nelle paludi si scivola e io cerco di non scivolare. Di solito ci riesco".
Lo dice il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta.
E sulle dichiarazioni del vicepresidente di Confindustria Ivan Lo Bello, secondo cui il governatore dovrebbe avere piu' poteri, aggiunge in un'intervista a 'La Sicilia': "Lo Bello ha centrato il problema, perche' lo statuto speciale siciliano e' una bella incompiuta, non da' al presidente della Regione una maggioranza. Diciamo la verita': l'Ars fa due passi avanti e uno indietro, ma una serie di riforme si stanno facendo". Tra le proposte c'e' il decreto presidenziale: "Sarebbe una novita' importante. Anche gli assessori hanno cosi' tanta autonomia da sembrare corpi separati dalla giunta. Certo li posso cambiare, ma la parola rimpasto non mi piace. Oggi non e' piu' il tempo delle contrattazioni, la gente ha fretta di vedere un miglioramento e non gliene frega niente della politica". (AGI) Mrg
LA DEMOCRAZIA E' BELLA MA CUMANNARI E' MIEGGHIU CA F.....
AGI) - Palermo, 28 dic. - "Stiamo bonificando la palude della Regione e la risalita e' faticosa, anche perche' nelle paludi si scivola e io cerco di non scivolare. Di solito ci riesco".
Lo dice il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta.
E sulle dichiarazioni del vicepresidente di Confindustria Ivan Lo Bello, secondo cui il governatore dovrebbe avere piu' poteri, aggiunge in un'intervista a 'La Sicilia': "Lo Bello ha centrato il problema, perche' lo statuto speciale siciliano e' una bella incompiuta, non da' al presidente della Regione una maggioranza. Diciamo la verita': l'Ars fa due passi avanti e uno indietro, ma una serie di riforme si stanno facendo". Tra le proposte c'e' il decreto presidenziale: "Sarebbe una novita' importante. Anche gli assessori hanno cosi' tanta autonomia da sembrare corpi separati dalla giunta. Certo li posso cambiare, ma la parola rimpasto non mi piace. Oggi non e' piu' il tempo delle contrattazioni, la gente ha fretta di vedere un miglioramento e non gliene frega niente della politica". (AGI) Mrg
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