Come se ne viene fuori ?

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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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erding ha scritto:Chi state proteggendo? Dico a voi, nelle istituzioni, nel governo, nei partiti, oltre a voi stessi. Di sicuro non l'Italia. Un condannato per frode fiscale non può essere interlocutore della presidenza della Repubblica e del presidente del Consiglio, anche se Napolitano e Letta Nipote devono a lui l'elezione. Di quante divisioni dispone Berlusconi? Quanti pennivendoli ha a libro paga? Quanti parlamentari del pdmenoelle sono ai suoi ordini, oltre ai suoi impiegati, perché altro non sono, fatti eleggere nel pdl? Quante televisioni possiede? Quante persone possono essere ricattate da quest'uomo? In questo Paese se non sei ricattabile non puoi fare politica, quanti scheletri ci sono nei suoi armadi? La grazia, la si chiami come si vuole: agibilità politica o clemenza non gli può essere concessa. L'Italia è una repubblica parlamentare, il popolo dovrebbe essere sovrano, ma non conta nulla. Chi state proteggendo insieme a Berlusconi? Quali poteri economici? Il vostro pericolante futuro, le vostre sconfitte, i corrotti? Avete ridotto il Paese a un deserto economico e sociale e vi aggrappate a un delinquente per sopravvivere. Non vi fate almeno un po' schifo? Non dite una parola di sostegno al giudice Esposito attaccato dal partito del Padrone e dai suoi giornali? Se Berlusconi sarà salvato, moriranno le istituzioni. Napolitano uscirà di scena nel peggiore dei modi. Il mio consiglio è che rassegni ora le dimissioni. Il mutismo del pdmenoelle è quello dei complici, degli ignavi, di chi più prosaicamente non vuol perdere la pagnotta, la poltrona, il potere che si è autoconferito insieme al suo sodale di Arcore. Il MoVimento 5 Stelle non resterà a guardare, questo è certo. Prepariamoci all'autunno.

Beppe Grillo
__________

Esagera???

Forse si, ma... è risaputo: Grillo è un COMICO ...certo!

Ma... gli ALTRI cosa sono?


Mai una parola certa, netta, inequivocabile.
Dirinvio in rinvio, di ambiguità in ambiguità, di compromesso in compromesso... l'ITALIA va in sfacelo.


Beppe Grillo rimane un enigma.

Il Sabatini – Colletti dà questa definizione:

enigma
[e-nìg-ma] s.m. (pl. -mi)
• 1 Formulazione oscura di un concetto da indovinare SIN indovinello: l'e. della Sfinge; estens. espressione poco chiara, di difficile decifrazione:parlare per enigmi
• 2 Gioco enigmistico: risolvere un e.
• 3 fig. Fatto inspiegabile SIN mistero: cosa sia successo quella notte è un e.; persona di cui è impossibile comprendere le idee, i sentimenti ecc.:quell'uomo è un e.
• • sec. XIV



1) Non è ancora chiaro perché Grillo si dia da fare così tanto. Silvio è il più chiaro di tutti.
“Mi devo salvare dalla magistratura e devo salvare le mie aziende.

Altri lo fanno solo per desiderio di potere.

Un vecchio proverbio siciliano recita:

Cummannari è megghiu ri futtiri. (Comandare è meglio di fottere). Ed è tutto un dire.

Altri lo fanno per arricchirsi. Altri ancora per il potere ed arricchirsi contemporaneamente.

Perché lo faccia Grillo rimane un mistero.


2) Come Masaniello 2.0 o Garibaldi 2.0 manca di strategia.

Ce lo vedo poco un governo guidato da soli grillini.


Un conto era la metà degli anni ’40 alla fine della seconda guerra mondiale. Noi, come Francia, Belgio, Germania, Gran Bretagna, Austria, Polonia, Cecoslovacchia, partivamo da zero. Quasi tutti alla pari.

C’era tutto da rifare.

Oggi è diverso. Siamo all’interno di un consesso europeo e non possiamo azzerare completamente la conoscenza dei rapporti internazionali ripartendo da zero.

Non è pensabile la sostituzione in toto di una classe dirigente che pur malavitosa che sia, ha la conoscenza dei meccanismi dei rapporti nazionali ed internazionali.

Ergo, il disegno di Grillo, rimane un enigma, nel senso che non ha gli uomini adatti per sostituire quelli attuali, anche se andrebbero veramente sostituiti tutti quanti per poter ricominciare d’accapo nella terza Repubblica.

Però occorre riconoscere che una buona parte delle sue doglianze sono quelle di un popolo intero.

La sua professione ha giocato e gioca tuttora un ruolo determinante nell’analisi delle cose che non funzionano.

La carenza di soluzioni organiche è il passo successivo.

Come si pone rimedio.

E’ inutile mettere la testa sotto la sabbia, almeno il 70 % delle sue doglianze sono le stesse di tutti gli italiani. E non da adesso, ma da anni.

Siamo giunti alla fine di un ciclo e la classe dirigente va cambiata.

Il problema è il come.
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Gli ultimi giorni di Salò - 16



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Graziami ma di baci saziami
di Marco Travaglio
| 16 agosto 2013Commenti (602)


Dopo aver autorevolmente precisato che le sentenze definitive si eseguono e se ne prende financo atto, sorprendentemente svelato che B. è stato più volte premier, inopinatamente sostenuto che per ottenere la grazia bisogna chiederla e per brevità omesso altri originalissimi concetti – tipo che per vincere al Totocalcio bisogna giocare la schedina, che il sole scalda e la pioggia bagna – il nostro geniale Presidente ha subito orientato i numerosissimi neuroni verso una nuova, appassionante impresa: lo studio della forma di grazia più appropriata per garantire l’“agibilità politica” al noto delinquente pregiudicato e dunque salvare il Paese. Sulla scrivania di Castelporziano, presidiata notte e giorno da consiglieri, giuristi, azzeccagarbugli, pompieri, cinghialotti e upupe presidenziali, si ammonticchiano papiri fenici, lapidi assiro-babilonesi, iscrizioni egizie, rotoli sumeri, copie apocrife dei manoscritti di Qumran, della stele di Rosetta e del codice di Hammurabi per compulsare le varie ipotesi sul tappeto e scegliere la più confacente alla bisogna.

Grazia bonsai. Estingue la pena detentiva, ma non quella accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici. Cioè B. non finisce né in galera, né ai domiciliari, né ai servizi sociali (con gran sollievo dei medesimi), ma non può più mettere piede in Parlamento (dove peraltro non metteva piede nemmeno prima). Controindicazione: il Pdl, ma soprattutto il Pd, sentirebbero la sua mancanza e non reggerebbero allo choc.

Grazia extralarge. Estingue sia la pena detentiva sia quella accessoria, ma nulla può contro la legge Severino (votata pure dal condannato) che rende decaduti e incandidabili i condannati a più di 2 anni. Controindicazione: crea un pericoloso precedente. Se in Parlamento non possono più entrare nemmeno i pregiudicati, non si sa più come riempirlo.

Grazia monouso. Estingue tutto (pena detentiva e accessoria, decadenza, incandidabilità), ma per una sola condanna: nel nostro caso la frode fiscale Mediaset. Controindicazione: se ne arrivano altre tipo Ruby, telefonata Fassino, Tarantini, Lavitola, De Gregorio, compravendita testimoni, siamo da capo a dodici.

Grazia multiplex Ikea. Estingue tutto e per tutte le condanne passate e future. È una sorta di bonus da conservare e spendere per ogni evenienza. Da esibire sul cruscotto dell’auto accanto al pass per la Ztl, così i giudici girano al largo e risparmiano tempo e processi inutili. Disponibile anche nel modello Ikea: te lo monti da solo a tuo gusto. Controindicazione: la licenza di delinquere vale solo per il titolare del bonus e non per parenti o compagni di partito, che potrebbero reclamare analoga agibilità.

Graziaformatofamiglia. Consente al graziato di trasmettere la clemenza, per contagio diretto, a congiunti e consanguinei fino al terzo grado. Utilissima in caso di successione dinastica di padre in figlia-tutta-suo-padre, riottosa per non finire come lui. Controindicazione: esclude i compagni di partito non imparentati col capo, che potrebbero eccepirne l’incostituzionalità per violazione del principio di uguaglianza di tutti i cittadini contro la legge.

GraziaSmartbox. Il prezioso cofanetto, disponibile nelle migliori librerie e pieno di irresistibili idee regalo, dà diritto nell’ordine a: immunità assoluta per qualunque reato purché commesso da politici; viaggio e soggiorno in paesi esotici dove le tasse sono proibite per legge; apertura gratuita di conto bancario intestato a società offshore; abbonamento omaggio a il Giornale e/o Libero; supersconti sul-l’acquisto di libri di Panebianco, Ostellino e Polito; massaggi in centri benessere con musiche new age o in alternativa con letture scelte dagli editoriali di Sallusti; trapianti piliferi a presa rapida; niente estradizione. Tutto compreso. Controindicazioni: nessuna. Nemmeno la fatica di chiedere la grazia: lo Smartbox può ritirarlo direttamente il cane Dudù. Astenersi incensurati.

Il Fatto Quotidiano, 15 agosto 2013
Ultima modifica di camillobenso il 17/08/2013, 0:05, modificato 1 volta in totale.
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Gli ultimi giorni di Salò - 17



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Grazia a Berlusconi, Rodotà: “Non ci sono né condizioni né spiragli”
L'ex garante della privacy commenta la nota del Colle: "Mancano i requisiti richiesti dalla legge". E la cosiddetta "l'agibilità politica"? "E' solo un'invenzione di questa fase, un impraticabile tentativo di trovare una scorciatoia istituzionale". E sulla parte in cui il Quirinale definisce "legittime" le manifestazioni di dissenso, il giurista commenta: "Un di più che non mi entusiasma"

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 16 agosto 2013Commenti (764)



Spiragli per la grazia nella nota di Napolitano? “Non ne vedo, non ci sono le condizioni, tra tre anni non so cosa potrebbe accadere, ci potrebbe anche essere una situazione di emergenza umanitaria, ma ora come ora no”. Stefano Rodotà, intervistato da Radio Capital, commenta la nota che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha diramato la sera del 14 agosto per prendere posizione sulla possibilità di concedere la grazia a Silvio Berlusconi, condannato dalla Cassazione a quattro anni per frode fiscale l’1 agosto scorso. “Napolitano ha escluso che la grazia arrivi motu proprio – ha spiegato il giurista – E poi per la grazia sono fissate condizioni specifiche che fanno perno sul carattere umanitario della decisione. Fino a quando non saranno presenti le condizioni indicate dalla legge, dalla giurisprudenza, dalle consuetudini costituzionali e dai precedenti, sono quattro i riferimenti che fa Napolitano, la grazia non può essere concessa. Questo dovrebbe chiudere il discorso e la partita”.

Ma ci sono altre vie per la clemenza? “No, non ci sono”, risponde Rodotà. E la cosiddetta “agibilità politica”? “E’ una invenzione di questa fase, non ha nulla a che vedere con la grazia e che cerca di forzare le istituzioni, anzi cerca di forzare la mano del presidente della Repubblica per risolvere un problema politico nato da una legittima decisione della magistratura. E’ un impraticabile tentativo di trovare una scorciatoia istituzionale. In questo momento l’agibilità politica dipende dalle condizioni di funzionamento del sistema politico che sono pessime, un sistema che cerca di scaricare sui meccanismi istituzionali responsabilità che sono sue proprie”.

L’ex garante della privacy non risparmia una stoccata al presidente della Repubblica: “Il passaggio della nota in cui Napolitano parla di “legittime manifestazioni di dissenso” rispetto alla sentenza della Cassazione forse non era un passaggio necessario. Era nello spirito che il Presidente sta adoperando, dal suo punto di vista, cioè quello di mantenere una rete di protezione per il governo, è comprensibile. Diciamo che è un di più che non mi entusiasma”.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08 ... li/685537/
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Gli ultimi giorni di Salò - 18



A favore


Quelli che credono di essere Presidente della Repubblica: "Niente grazia a Berlusconi"
L'atto di clemenza non è stato chiesto, ma c'è già chi vuole suggerrire a Napolitano come comportarsi: da Rodotà a Pisapia passando per Doria

Luca Romano - Ven, 16/08/2013 - 09:03


La grazia non è stata chiesta ma c'è già chi vuole consigliare il Presidente della Repubblica sul da farsi. Sono una piccola legione di aspiranti presidenti e costituzionalisti che sussurranno all'orecchio di Napolitano consigli su come comportarsi nell'eventualità che Silvio Berlusconi avanzi la richiesta al Colle.


"Spiragli per la grazia nella nota di Napolitano? Non ne vedo, non ci sono le condizioni, tra tre anni non so cosa potrebbe accadere, ci potrebbe anche essere una situazione di emergenza umanitaria, ma oggi come oggi no", taglia corto Stefano Rodotà e chiude a ogni atto di clemenza. Sulla stessa lunghezza d'onda il sindaco di Milano Giuliano Pisapia: "Sull’eventuale grazia a Berlusconi è evidente che la decisione spetta al Presidente Napolitano e per quanto mi riguarda rispetterò la sua decisione", mette la mani avanti il primo cittadino. Poi fornisce una sua valutazione: "Ritengo in ogni caso che, sulla base dellarelazione al codice di procedura penale, quando parla di grazia, e dei lavoripreparatori della costituente, allo stato non ci siano i presupposti".

Con un post su Facebook prende posizione anche il sindaco di Genova Marco Doria: "Sarebbe assolutamente improprio che il presidente Napolitano conceda la grazia a chi costantemente si è considerato e si considera al di sopra della legge. Per ribadire una volta tanto che la legge deve essere uguale per tutti".

http://www.ilgiornale.it/news/interni/q ... 43548.html
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Gli ultimi giorni di Salò - 19



A favore

Nitto Palma: "Il Cavaliere sarà il leader del partito anche se non in Parlamento"
"Chi pensa che l’impegno di Berlusconi possa ridursi a una sorta di guida spirituale del centro destra si sbaglia di grosso"


Luca Romano - Ven, 16/08/2013 - 15:58


"Io non credo che l’essere o meno in Parlamento possa impedire al presidente Berlusconi di esercitare la sua leadership. Una leadership riconosciuta in maniera compatta, da tutto il partito.


Chi pensa che l’impegno di Berlusconi possa ridursi a una sorta di guida spirituale del centro destra si sbaglia di grosso.


La sua rimarrebbe sicuramente una guida politica a pieno titolo". Francesco Nitto Palma, ospite di KlausCondicio, non ha dubbi: il cav non mollerà.

"Pensi alle ultimi elezioni - ricorda Nitto Palma - il presidente Berlusconi non si è candidato a premier e ciò non ha minimamente inficiato la sua leadership. Grillo siede in Parlamento? E D’Alema? Non ci sono sentenze o altro che possano impedire a Berlusconi di essere la prestigiosa guida del centro destra".

Poi l'ex guardasigilli apre uno spiraglio su un'eventuale revisione della sentenza Mediaset: "Se il ricorso in sede europea presso la Corte dei Diritti dell’Uomo per violazione del giusto processo, si pensi solo alla palese violazione dell’articolo 7 della Convenzione Europea, dovesse essere accolto, la Corte Costituzionale ha stabilito che l’accoglimento costituisce causa di revisione della sentenza passata in giudicato".

Parlando dell'ipotesi di grazia, Nitto Palma ha inoltre detto che richiederla "non significherebbe di per sé accettazione della condanna e non escluderebbe in alcun modo altri mezzi di impugnazione della sentenza della Cassazione, quale, ad esempio, il ricorso in sede europea". Un eventuale provvedimento in questo senso da parte di Napolitano poi "verrebbe annullata la pena principale e, se espressamente detto, le pene accessorie". "Al di là della diversa agibilità politica dovuta alla differente compressione della libertà, e fermo restando che la pena realmente da scontare sarebbe di nove mesi", continua l'ex ministro, "la risposta sul piano tecnico è abbastanza semplice. In caso di detenzione domiciliare, si estinguerebbe solo la pena principale. In caso di affidamento in prova, l’esito positivo della prova (art. 47 ord. pen.) travolgerebbe la pena principale, le pene accessorie (cioè l’interdizione dai pubblici uffici) e gli effetti penali (tra cui la c.d. incandidabilità)".

Nitto Palma non esclude inoltre i servizi sociali: "Proprio per le sue capacità maieutiche vedrei il presidente Berlusconi perfettamente in grado di aiutare persone in difficoltà in qualsiasi contesto di servizio sociale. Se solo pensiamo a quanto ha fatto per le comunità di recupero senza pubblicizzarle in questi anni capiamo bene quanto sia alta la sensibilità di Berlusconi per i problemi dei più deboli. Le dirò di più: Berlusconi troverebbe argomenti e modalità convincenti per spronare i ragazzi a rinunciare alla droga".

http://www.ilgiornale.it/news/interni/n ... 43549.html
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La grazia per Berlusconi? Un golpe bianco
di Paolo Flores d'Arcais | 14 agosto 2013Commenti (419)


La situazione politica non è mai stata così semplice e cosi chiara. Il capo di una delle tre principali forze elettorali del paese è stato condannato in via definitiva ad una pena superiore ai due anni di carcere, e in forza di una legge votata anche dal suo partito pochi mesi fa non può più essere membro del parlamento. Neppure la grazia presidenziale, scandalosa e inconcepibile, o un’amnistia ad hoc, altrettanto indecente, cambierebbero questo fatto ormai irreversibile: Berlusconi non godrà più della immunità parlamentare.

“La legge è eguale per tutti” significa infatti che è eguale per chi dispone di un solo voto e per chi ne raccoglie alcuni milioni. Ovvietà talmente lineare e lapalissiana che non dovrebbe sfuggire neppure a Giuliano Ferrara, e financo a Pigi Battista, forse (intanto sul “Corriere” se ne è accorto Galli della Loggia: accontentiamoci). Ogni azione per aggirare o annullare l’estromissione definitiva del Delinquente di Arcore dal Palazzo si qualifica perciò come tentativo di ‘golpe bianco’.

Di conseguenza la politica italiana, se resta nell’alveo dell’ordinamento costituzionale, dovrà svolgersi senza Berlusconi. Che probabilmente si darà alla latitanza: dei suoi crimini noi conosciamo sola la punta dell’iceberg rivelata dalle inchieste giudiziarie, mentre l’ex Cavaliere li conosce tutti, e se paventa che un gup potrebbe farlo arrestare ne avrà ben donde.

Il suo partito dovrà perciò attrezzarsi ad esistere con lui latitante – come già avvenne per il Psi di Craxi – o comunque fuori dai giochi. Se ci riuscirà. Altrimenti la destra italiana dovrà darsi altri strumenti elettorali, magari meno eversivi.

A parte i suoi scherani, i ruffiani e le cheerleader mediatiche, non si vede chi altro dovrebbe adoperarsi per impedire che la normalità legale e costituzionale della vicenda Berlusconi segua il suo corso.

Ad affannarsi per l’impunità del Delinquente di Arcore possono essere solo due categorie: i complici e i ricattati. Se i dirigenti del Pd non fanno parte né degli uni né degli altri (un SE da scrivere in maiuscole), la smettano di tracheggiare, riducano i tempi all’osso, come chiede il M5S, e Berlusconi in politica resti solo un disgustoso ricordo.

I suoi lacché faranno cadere il governo? Ci sono altre due maggioranze possibili: un bel governo Rodotà o Zagrebelsky senza ministri di partiti o un brutto governo Pd con gli sbandati del berlusconismo pronti a riciclarsi.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08 ... co/684307/
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La grazia a Berlusconi? Oscena, ma pure (un po’) inutile
di Andrea Scanzi | 14 agosto 2013Commenti (860)


L’avvocato Longo ha detto a Radio Capital che Berlusconi chiederà la grazia. E Napolitano potrebbe concedergliela eccome, dando un bellissimo segnale al paese (soprattutto agli evasori) e dimostrando che la magistratura si può insultare in lungo e in largo: basta essere Berlusconi, o comunque appartenere alla sua corte.

Se così fosse, e speriamo di no: complimenti, Re Giorgio.
Fanno però molto ridere le esultanze dei berlusconiani, nonché (più nascoste) di alcuni esponenti del Pd, che si affidano nuovamente a Napolitano per evitare di schierarsi.
Allora, facciamola breve: da un punto di vista politico, la grazia a Berlusconi non sposterebbe una mazza. Servirebbe unicamente a evitare al delinquente di Arcore i 9 mesi (dei 4 anni complessivi) di domiciliari o servizi sociali. Punto.
Permetterebbe a Berlusconi di vivere meglio, di evitare la tombola di Natale con la famiglia Pascale o di scampare alle temibilissime fauci del casto barboncino Dudù, ma non equivarrebbe in alcun modo alla famosa “agibilità politica”.

Napolitano vuole dare la grazia a Berlusconi e firmare un altro atto irricevibile? Bene, cioè male. Faccia pure. Del resto Re Giorgio è inattaccabile e financo innominabile, lui tutto può e in tanti lo difenderebbero persino in una simile circostanza abominevole (il masochismo ha tante facce, e così pure il servilismo).
Sarebbe l’ennesimo tentativo di restaurare la Casta, ma sarebbe anche un doppio autogol della Casta. In primo luogo, la grazia a Berlusconi si configurerebbe a tutti gli effetti come gesto immorale, perché salverebbe un condannato potente, per nulla pentito e con ancora molti processi aperti (Che facciamo, Napolitano, una “grazia politica” all’anno? Un abbonamento di grazie?). Nessuna ”eccezionale esigenza di natura umanitaria” da applicare. La grazia, qui, sarebbe piuttosto la certificazione della impunità di Berlusconi, per sacro volere di Re Giorgio. Regalerebbe agli “anticasta” una quantità industriale di argomenti: la famosa toppa peggio del buco.

In secondo luogo, tutti gli aspetti più spinosi politicamente rimarrebbero inevasi. Ovvero:

1) Decadenza da senatore. A settembre si vota in Giunta, e la grazia non evita tale appuntamento: cosa farà il Pd? Seguirà ancora Napolitano pur di salvare ‘sto governicchio?

2) Incandidabilità di Berlusconi, poiché condannato in via definitiva a 4 anni. Lo dice la legge Severino. La grazia, anche qui, non sposta nulla. Come la aggireranno? Dicendo che non è retroattiva (reato del 2002/3)? Sostenendo che l’indulto ha ridotto a 1 anno (anzi 9 mesi con la svuotacarceri) la condanna effettiva e quindi Berlusconi può candidarsi, perché la legge Severino parla di due anni di condanna come requisito di incandidabilità? Si affideranno cioè al cosiddetto “Lodo Giovanardi”?

3) Interdizione dai pubblici uffici. Entro fine anno la Cassazione la ricalcolerà e sarà tra uno e tre anni (invece dei 5 chiesti in Appello). Anche qui la grazia nulla sposta. Inoltre, entro l’inizio del 2015 dovrebbe concludersi il processo Ruby, con una sentenza in primo grado che – oltre ai 7 anni di galera – chiede “l’interdizione perpetua dai pubblici uffici”.

La grazia sarebbe una vergogna inaudita. Se Berlusconi l’avesse chiesta a Pertini, avrebbe avuto per risposta una grandinata di calci nel sedere. Ma Re Giorgio è ahinoi diverso, molto diverso. E chiedere l’impeachment di Napolitano, come prevedono i 5 Stelle, parrebbe a quel punto quasi naturale. Ma politicamente non sposterebbe nulla: Berlusconi rimarrebbe decaduto, incandidabile e interdetto.

Per questo il Pdl continuerà a minacciare: da Napolitano vuole di più, come ha ripetuto la Gelmini. Il fine intellettuale Maurizio Bianconi è persino arrivato a definire il Capo dello Stato “somaro stalinista”.

E per questo il Pd dovrà decidere un’altra volta cosa fare da grande: o difenderà Letta, e quindi salverà Berlusconi in giunta (ma l’interdizione resterà), regalando così milioni di voti ai 5 Stelle (Renzi, che fai? Civati, ci sei?); oppure, per una volta nella vita, si impunterà. E il governicchio Letta salterà, con buona pace di Re Giorgio e delle sue eterne ammuine.
A quel punto, legge elettorale by Pd&M5S (alla svelta) e al voto.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08 ... le/684574/
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Gli ultimi giorni di Salò - 22



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La destra italiana e la “guerra civile”
di Fabio Marcelli | 15 agosto 2013Commenti (87)


La guerra civile è un danno indicibile che distrugge interi Paesi, a volte per decenni, travolgendo famiglie, collettività e individui, provocando la morte di decine di migliaia di persone e l’esodo di milioni. Esempi anche recenti non ne mancano. Si pensi all’Egitto, all’indomani della reazione violenta dell’esercito alle tendopoli dei Fratelli musulmani. O alla Colombia, che faticosamente arranca per uscire da cinquanta e più anni di guerra civile e, dove, anche quest’anno si contano decine di vittime, in buona parte difensori dei diritti umani uccisi dagli squadroni della morte legati alla destra uribista.

Per questo motivo, quando sento personaggi improbabili, da tutti i punti di vista come Bondi il poeta o Bossi fare riferimento alla guerra civile, generalmente evocata come spauracchio per evitare che si facciano scelte a loro antipatiche, mi indigno profondamente. Per quanto irreali e patetici, questi personaggi ispirano profonda ripulsa e andrebbero severamente puniti per la sconcertante faciloneria con cui utilizzano certe espressioni. Invece, tutt’al più, ricevono il brontolante rimbrotto del presidente Napolitano, il quale ha peraltro recentemente espresso la possibilità di concedere la grazia a Berlusconi.

E’ del tutto evidente come un tale uso del potere di grazia risulterebbe completamente al di fuori dei poteri attribuiti al presidente della Repubblica. Non si vede proprio, per quanto ci si possa sforzare a farlo, quali sarebbero, nella fattispecie le “straordinarie esigenze di natura umanitaria” alla cui soddisfazione va finalizzato tale potere secondo la sentenza 200/2006 della Corte costituzionale. Con tale sentenza la Corte ha chiarito che “La funzione della grazia è, dunque, in definitiva, quella di attuare i valori costituzionali, consacrati nel terzo comma dell’art. 27 Cost., garantendo soprattutto il «senso di umanità», cui devono ispirarsi tutte le pene, e ciò anche nella prospettiva di assicurare il pieno rispetto del principio desumibile dall’art. 2 Cost., non senza trascurare il profilo di «rieducazione» proprio della pena”, puntualizzando altresì che ” il suo impiego debba essere contenuto entro ambiti circoscritti destinati a valorizzare soltanto eccezionali esigenze di natura umanitaria”. E’ solo qualora ricorrano tali eccezionali esigenze che il Presidente della Repubblica può far ricorso al relativo potere, ogni altro uso del quale determinerebbe un grave snaturamento dell’istituto e una fuoriuscita, altrettanto grave, di tale organo di garanzia costituzionale dai limiti che gli sono prefissati. E’ chiaro infatti che la condanna di Berlusconi, data anche l’impossibilità di rinchiuderlo in carcere, rientra a pieno nell’art. 27 della Costituzione. Ancora più chiaro come debba ad ogni modo, grazia o no, entrare in gioco il testo unico in materia di incandidabilità che ha previsto l’incandidabilità dei condannati e l’impossibilità per questi di esercitare poteri di governo. Ma, più che alla grazia in sé, che come vari commentatori, costituzionalisti e non, hanno chiarito in modo esauriente, risulterebbe in sostanza irrilevante, il messaggio di Napolitano è stato letto dalla destra come una più generica e ancora più preoccupante disponibilità a prendere in considerazione la richiesta al suo capo sia concessa l’immunità dalle leggi penali e dalle leggi in genere, per evitare che ne sia in qualche modo intralciata la sua funzione politica.

Richiesta che si nutre di vari elementi, incluse le minacce e l’evocazione, in varia forma, di una fantomatica guerra civile italiana. In un recente intervento sul Manifesto Pierfranco Pellizzetti ha del resto ricostruito come l’uso del ricatto sia, dai tempi del SIFAR in poi, una costante della destra reazionaria italiana. Che oggi veste anche i panni pagliacceschi di un Bondi o di un Bossi, ma non per questo va considerata con minore severità e ripulsa, quasi che si trattasse solo dell’eccesso di zelo di un servo o dell’ennesima smargiassata di una persona che sembra oramai perso anche quel limitato lume della ragione di cui madrenatura gli aveva consentito finora di disporre.

Nessun cedimento, quindi, di fronte a questi ed altri ricatti. E’ in gioco, come oramai tutti sanno, la Costituzione italiana, a partire dal principio di eguaglianza contenuto nel suo art. 3, così come è in forse, a questo punto, la natura di Stato di diritto della Repubblica italiana, che subirebbe di sicuro un grave colpo dalla concessione di una qualsivoglia grazia a Berlusconi o da altri slittamenti, da parte di Napolitano o di altri, nei suoi confronti. Anche di fronte alle tragedie in corso nel mondo, come quelle cui ho accennato e purtroppo varie altre, occorre ribadire con forza la condanna dei ricatti spudorati. E ribadire per l’ennesima volta che quella in corso in Italia, da quasi sessanta anni ad oggi è semplicemente la lotta, legittima ed anzi doverosa, e che dovrà alfine prevalere, per l’affermazione dello Stato di diritto e della Costituzione repubblicana, a tutt’oggi ancora non solo incompiuta ma costantemente minacciata anche da chi dovrebbe esserne il garante fondamentale.


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Gli ultimi giorni di Salò - 23



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Mediaset, clemenza per Berlusconi? Resterebbe comunque incandidabile
di Bruno Tinti | 16 agosto 2013Commenti (369)


Il 4 agosto l’avevo scritto che la grazia era pronta per garantire a Berlusconi l’ “agibilità politica”. Era ovvio: vuoi che Napolitano, che si è fatto rieleggere per infliggere al Paese il governo “dei larghi inciuci”, si faccia fregare da una condanna per frode fiscale? Motiverà la grazia con la necessità di stabilità nella presente congiuntura economica e politica; e magari aggiungerà che, proprio per questo, un evasore fiscale al governo non ci sta tanto male.

Dite che sono solo illazioni? E allora mi spiegate perché, prima, dice virtuosamente: “Di qualsiasi sentenza definitiva, e del conseguente obbligo di applicarla, non può che prendersi atto”; e, poi, illustra puntigliosamente che la grazia può essere concessa solo se B. la chiede perché, di sua iniziativa, lui non lo farà? Ma si può sapere che c’entra?

In pratica gli ha detto: il Paese ha bisogno di un governo stabile; sembra che, se ti ficcano in prigione, il Pdl lo fa cadere; non si può; presenta domanda di grazia; io sono qui. E infatti: “Tocca al presidente della Repubblica un esame obbiettivo e rigoroso per verificare se emergano valutazioni e sussistano condizioni che senza toccare la sostanza e la legittimità della sentenza passata in giudicato (quanto è buono lei!), possono motivare un eventuale atto di clemenza”. E che le condizioni sussistano lo ha già detto all’inizio: “Fatale sarebbe una crisi del governo; il ricadere del Paese nell’instabilità e nell’incertezza ci impedirebbe di cogliere e consolidare le possibilità di ripresa economica”.

Quindi avremo un governo sostenuto da un pregiudicato per frode fiscale, in attesa di diventare ancora più pregiudicato per concussione, prostituzione minorile, rivelazione di segreto d’ufficio e corruzione di senatori. E, quando Napolitano se ne andrà, Berlusconi potrà degnamente sostituirlo. Fantastico.

Certo, la grazia è un boccone grosso da mandare giù. Ma sono allo studio altre soluzioni. Ne sta parlando diffusamente da due giorni il Sole 24 Ore.
Una teoria in base alla quale l’affidamento ai servizi sociali si può concludere, dopo 9 mesi (sì perché Berlusconi dovrebbe farsi un anno; ma, sapete com’è, ci sono gli sconti, se sei bravo e ti comporti bene), con la “riabilitazione”; dal che derivano l’estinzione della pena e di ogni effetto penale della condanna.

Dunque, per Berlusconi non scatterebbe l’incandidabilità (art. 1 d. lgv. 235 / 2012) perché, in quanto “effetto penale” della condanna, si estinguerebbe automaticamente. Sapete come si dice, se non è vera è ben pensata.
E infatti non è vera, l’incandidabilità non è un “effetto penale” della condanna.

E chi lo dice? Il solito giudice comunista? Beh, in effetti lo dicono molti giudici, magari comunisti, non so. Però lo ha detto la Corte Costituzionale (sentenza 118 / 1994): “La finalità della legge 16 / 1992 (Norme in materia di elezioni di presidenti di Regione e sindaci; ovviamente i principi non cambiano) è assicurare l’ordine e la sicurezza pubblica, la libera determinazione degli organi elettivi, il buon andamento e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche. La condanna penale irrevocabile è stata presa in considerazione come mero presupposto oggettivo cui è ricollegato un giudizio di “indegnità morale” a ricoprire determinate cariche elettive: la condanna viene configurata quale “requisito negativo” ai fini della capacità di assumere e di mantenere le cariche medesime. Ne deriva l’esclusione della violazione del-l’art. 25 della Costituzione che si riferisce alle sole sanzioni penali. Costituisce frutto di una scelta discrezionale del legislatore l’aver attribuito alla condanna irrevocabile per gravi delitti una rilevanza così intensa, sul piano del giudizio di indegnità morale del soggetto, da esigere, per le finalità di rilievo costituzionale, l’incidenza negativa della disciplina medesima anche sul mantenimento delle cariche elettive in corso al momento della sua entrata in vigore”.

Dunque non solo l’incandidabilità non è una sanzione penale (e dunque non è un “effetto penale della condanna”); non solo si tratta di semplice presupposto oggettivo per una valutazione di indegnità morale; ma, guarda caso, e con buona pace di Brunetta & C, si applica anche alle cariche elettive in corso al momento della sua entrata in vigore. Sembra scritta per B., non è vero? Queste cose le ha dette anche la Cassazione (altro covo di toghe rosse): sentenze 9953 / 1994 e 10700 / 1993 (e altre).

Sicché, quando Napolitano allude a un piano B (B nel senso di alternativa alla grazia che, obbiettivamente, è una vergogna) e dice: “La normativa vigente esclude che Silvio Berlusconi debba espiare in carcere la pena detentiva irrogatagli e sancisce precise alternative, che possono essere modulate tenendo conto delle esigenze del caso concreto”, parla di un progetto che, giuridicamente, non sta in piedi. Meglio che stia attento; se B. gli dà retta, chiede l’affidamento in prova e poi scopre che gli tocca lavorare per i bambini bisognosi e che, tuttavia, l’incandidabilità gli resta sul groppone, quello è capace della qualunque. Anche perché c’è caso che gli vada male. Vero che ha due protettori di prima grandezza: Napolitano, s’è già visto; e Bruti Liberati, il procuratore di Milano che ha già dichiarato urbi et orbi che B. non dovrà espiare una pena detentiva, id est sarà affidato, anche senza sua esplicita richiesta, ai servizi sociali (illustre precedente: Sallusti).

Però questa cosa non la decide Bruti, è di competenza del giudice di sorveglianza. Che potrebbe anche deluderli: B. è moralmente indegno, insulta e minaccia stravolgimenti istituzionali, non è pentito per niente; di affidamento ai servizi sociali non se ne parla.

Certo, ci va una schiena dritta assai; ma la maggior parte dei giudici sembra aver ingoiato un manico di scopa alla nascita. Così, in un Paese civile, dove la legalità è una qualità dei cittadini prima che un dovere giuridico, Berlusconi non dovrebbe avere speranze; e noi avremmo certezze. Ma in Italia, dove gli accordi perversi soppiantano le leggi, è B. ad avere certezze; e a noi restano – poche – speranze.

Il Fatto Quotidiano, 15 Agosto 2013
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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L'EDITORIALE
Mezza grazia è una disgrazia
Napolitano vuole far pagare a Berlusconi un prezzo troppo alto: ammettere di essere colpevole e ritirarsi dalla scena politica


Fin dal principio abbiamo sostenuto che la soluzione del caso Berlusconi non stesse in tribunale ma al Quirinale. Ai nostri occhi quella che riguarda il leader del centrodestra non è infatti una questione giudiziaria, ma una questione politica e come tale [...]
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