Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
Gli ultimi giorni di Salò - 64
L’Italia di nuovo nel caos - 1
Dopo aver ascoltato i primi scambi di battute tra De Micheli (Pd) e Santanchè (Pdl), Luca Telese giovedì scorso ad In onda sanziona: <<La crisi di governo è iniziata qui, questa sera>>.
Oltre alle naturali incompatibilità inciuciste, già dalla prima ora quel governicchio appariva una cosuccia fragile tenuta in piedi solo da interessi privati.
Domenica scorsa al meeting di Rimini Rimini, Enricosenzapalle imbarca nel Piddì Comunione & Fatturazione.
Spodestati Forchettoni e Al Tappone, il nuovo idolo dei ragazzi di Don Gius, scelgono Enricosenzapalle come loro nuovo idolo terreno.
Tradotto in soldoni significa nuovi voti per Letta e per il Piddì.
Il Piddì si sposta quindi ulteriormente a destra verso il Vaticano non allineato a Francesco.
Al, manda quindi Schifani, non invitato, al meeting per annunciare nella Sanremo d’agosto, sfruttando l’attenzione dei media, la dichiarazione di guerra agli alleati di governo:
“ Se il Pd non salva Berlusconi, salta tutto.”
La goebbelsiana Santanché, sempre giovedì scorso, in collegamento esterno, irritata dalle parole della De Micheli, la interrompe urlando: <<Basta ricatti, basta ricatti, basta ricatti, basta ricatti!!!!>>
Gli squadristi fascisti non cambiano mai.
Schifani fa un chiaro ricatto ufficiale al Pd, imponendo: “Salvate Berlusconi o salta tutto”, e Daniela la pitonessa non regge alle parole della De Micheli e sbotta con l’accusa di “Basta ricatti”.
Purtroppo i tricolori non ricordano che lo stesso clima si respirava tra il ’19 e il ’22 del secolo scorso quando spadroneggiavo gli squadristi fascisti e le opposizioni erano debolissime come ora.
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L’Italia di nuovo nel caos - 2
L’Italia di nuovo nel caos - 1
Dopo aver ascoltato i primi scambi di battute tra De Micheli (Pd) e Santanchè (Pdl), Luca Telese giovedì scorso ad In onda sanziona: <<La crisi di governo è iniziata qui, questa sera>>.
Oltre alle naturali incompatibilità inciuciste, già dalla prima ora quel governicchio appariva una cosuccia fragile tenuta in piedi solo da interessi privati.
Domenica scorsa al meeting di Rimini Rimini, Enricosenzapalle imbarca nel Piddì Comunione & Fatturazione.
Spodestati Forchettoni e Al Tappone, il nuovo idolo dei ragazzi di Don Gius, scelgono Enricosenzapalle come loro nuovo idolo terreno.
Tradotto in soldoni significa nuovi voti per Letta e per il Piddì.
Il Piddì si sposta quindi ulteriormente a destra verso il Vaticano non allineato a Francesco.
Al, manda quindi Schifani, non invitato, al meeting per annunciare nella Sanremo d’agosto, sfruttando l’attenzione dei media, la dichiarazione di guerra agli alleati di governo:
“ Se il Pd non salva Berlusconi, salta tutto.”
La goebbelsiana Santanché, sempre giovedì scorso, in collegamento esterno, irritata dalle parole della De Micheli, la interrompe urlando: <<Basta ricatti, basta ricatti, basta ricatti, basta ricatti!!!!>>
Gli squadristi fascisti non cambiano mai.
Schifani fa un chiaro ricatto ufficiale al Pd, imponendo: “Salvate Berlusconi o salta tutto”, e Daniela la pitonessa non regge alle parole della De Micheli e sbotta con l’accusa di “Basta ricatti”.
Purtroppo i tricolori non ricordano che lo stesso clima si respirava tra il ’19 e il ’22 del secolo scorso quando spadroneggiavo gli squadristi fascisti e le opposizioni erano debolissime come ora.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Gli ultimi giorni di Salò - 65
L’Italia di nuovo nel caos - 2
La guerra civile simulata - 1
Oggi nel pomeriggio va in onda il “Gran Consiglio del berlusconismo”.
Nella war house di hardcore oggi si decidono le sorti dell’Italia.
Si decide della sorte del governo Letta.
Si decide della sorte di Silvio Berlusconi.
Si decide della sorte dell’Italia.
^^^^^
http://www.youtube.com/watch?v=DHQEg2lcyzo
http://www.youtube.com/watch?v=GgvLVTH0rBg
24 AGO 2013 13:27
1. ATTENTI AI PIATTI, AI BICCHIERI E ALLE PORCELLANE DI ARCORE: QUELLO DI OGGI SARÀ UN PRANZO AD ALTA TENSIONE. FALCHI E COLOMBE FACCIA A FACCIA, PER DECIDERE COSA FARE: IL GOVERNO CADRÀ O NO? MA SUL PRANZO INCOMBE L’OMBRA DI UNA CENA -
2. GIÀ, UNA CENA: QUELLA CHE UN PAIO DI GIORNI FA ALFANO AVREBBE ATTOVAGLIATO PER LE SUE “COLOMBINE” E DETTARE LA LINEA. IL GOVERNO DEVE ANDARE AVANTI, E FIN QUI NULLA DI NUOVO. QUELLO CHE C’È DI NUOVO È CHE SI SAREBBE RAGIONATO SOPRATTUTTO DEL DOPO-BERLUSCONI, CONSIDERATO IMMINENTE DAL “SENZA QUID”. L’IDEA SAREBBE UN PARTITO (UNA SPECIE DI NUOVA DC) CON A CAPO ANGELINO ED ENRICO LETTA -
Carlo Tarallo per Dagospia
Attenti ai piatti, ai bicchieri e alle porcellane di Arcore: quello di oggi sarà un pranzo ad alta tensione. Falchi e colombe faccia a faccia, Gran Consiglio da Silvio Berlusconi per decidere cosa fare: il governo cadrà o no? Chi ha stabilito dove si siederanno i commensali ha il gusto del brivido: Daniela Santanchè e Fabrizio Cicchitto una di fronte all'altro dopo le scintille di questi ultimi giorni. Ma sul pranzo incombe l'ombra di una cena.
Già, una cena: quella che un paio di giorni fa Angelino Alfano avrebbe convocato per radunare le sue "colombine" e dettare la linea. Il governo deve andare avanti, sarebbe stata l'indicazione, e fin qui nulla di nuovo. Quello che c'è di nuovo è che si sarebbe ragionato soprattutto del dopo-Berlusconi, considerato imminente da Alfanaev. L'idea sarebbe un partito (una specie di Nuova Dc) con a capo Angelino e Enrico Letta.
"Ora tocca a noi, il futuro siamo noi!" sarebbe stato il grido di guerra delle colombe neocentriste. I "falchi", invece, sono per la caduta del Governo e le elezioni con il Banana ancora candidato premier.
Ma Berlusconi sa tutto. Si dicuterà, a pranzo, della cena? Ah saperlo...
L’Italia di nuovo nel caos - 2
La guerra civile simulata - 1
Oggi nel pomeriggio va in onda il “Gran Consiglio del berlusconismo”.
Nella war house di hardcore oggi si decidono le sorti dell’Italia.
Si decide della sorte del governo Letta.
Si decide della sorte di Silvio Berlusconi.
Si decide della sorte dell’Italia.
^^^^^
http://www.youtube.com/watch?v=DHQEg2lcyzo
http://www.youtube.com/watch?v=GgvLVTH0rBg
24 AGO 2013 13:27
1. ATTENTI AI PIATTI, AI BICCHIERI E ALLE PORCELLANE DI ARCORE: QUELLO DI OGGI SARÀ UN PRANZO AD ALTA TENSIONE. FALCHI E COLOMBE FACCIA A FACCIA, PER DECIDERE COSA FARE: IL GOVERNO CADRÀ O NO? MA SUL PRANZO INCOMBE L’OMBRA DI UNA CENA -
2. GIÀ, UNA CENA: QUELLA CHE UN PAIO DI GIORNI FA ALFANO AVREBBE ATTOVAGLIATO PER LE SUE “COLOMBINE” E DETTARE LA LINEA. IL GOVERNO DEVE ANDARE AVANTI, E FIN QUI NULLA DI NUOVO. QUELLO CHE C’È DI NUOVO È CHE SI SAREBBE RAGIONATO SOPRATTUTTO DEL DOPO-BERLUSCONI, CONSIDERATO IMMINENTE DAL “SENZA QUID”. L’IDEA SAREBBE UN PARTITO (UNA SPECIE DI NUOVA DC) CON A CAPO ANGELINO ED ENRICO LETTA -
Carlo Tarallo per Dagospia
Attenti ai piatti, ai bicchieri e alle porcellane di Arcore: quello di oggi sarà un pranzo ad alta tensione. Falchi e colombe faccia a faccia, Gran Consiglio da Silvio Berlusconi per decidere cosa fare: il governo cadrà o no? Chi ha stabilito dove si siederanno i commensali ha il gusto del brivido: Daniela Santanchè e Fabrizio Cicchitto una di fronte all'altro dopo le scintille di questi ultimi giorni. Ma sul pranzo incombe l'ombra di una cena.
Già, una cena: quella che un paio di giorni fa Angelino Alfano avrebbe convocato per radunare le sue "colombine" e dettare la linea. Il governo deve andare avanti, sarebbe stata l'indicazione, e fin qui nulla di nuovo. Quello che c'è di nuovo è che si sarebbe ragionato soprattutto del dopo-Berlusconi, considerato imminente da Alfanaev. L'idea sarebbe un partito (una specie di Nuova Dc) con a capo Angelino e Enrico Letta.
"Ora tocca a noi, il futuro siamo noi!" sarebbe stato il grido di guerra delle colombe neocentriste. I "falchi", invece, sono per la caduta del Governo e le elezioni con il Banana ancora candidato premier.
Ma Berlusconi sa tutto. Si dicuterà, a pranzo, della cena? Ah saperlo...
Ultima modifica di camillobenso il 24/08/2013, 15:38, modificato 1 volta in totale.
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Re: Come se ne viene fuori ?
.........camillobenso ha scritto:Gli ultimi giorni di Salò - 64
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Dopo aver ascoltato i primi scambi di battute tra De Micheli (Pd) e Santanchè (Pdl), Luca Telese giovedì scorso ad In onda sanziona: <<La crisi di governo è iniziata qui, questa sera>>.
Oltre alle naturali incompatibilità inciuciste, già dalla prima ora quel governicchio appariva una cosuccia fragile tenuta in piedi solo da interessi privati.
Domenica scorsa al meeting di Rimini Rimini, Enricosenzapalle imbarca nel Piddì Comunione & Fatturazione.
Spodestati Forchettoni e Al Tappone, il nuovo idolo dei ragazzi di Don Gius, scelgono Enricosenzapalle come loro nuovo idolo terreno.
Tradotto in soldoni significa nuovi voti per Letta e per il Piddì.
Il Piddì si sposta quindi ulteriormente a destra verso il Vaticano non allineato a Francesco.
Al, manda quindi Schifani, non invitato, al meeting per annunciare nella Sanremo d’agosto, sfruttando l’attenzione dei media, la dichiarazione di guerra agli alleati di governo:
“ Se il Pd non salva Berlusconi, salta tutto.”
La goebbelsiana Santanché, sempre giovedì scorso, in collegamento esterno, irritata dalle parole della De Micheli, la interrompe urlando: <<Basta ricatti, basta ricatti, basta ricatti, basta ricatti!!!!>>
Gli squadristi fascisti non cambiano mai.
Schifani fa un chiaro ricatto ufficiale al Pd, imponendo: “Salvate Berlusconi o salta tutto”, e Daniela la pitonessa non regge alle parole della De Micheli e sbotta con l’accusa di “Basta ricatti”.
Purtroppo i tricolori non ricordano che lo stesso clima si respirava tra il ’19 e il ’22 del secolo scorso quando spadroneggiavo gli squadristi fascisti e le opposizioni erano debolissime come ora.
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L’Italia di nuovo nel caos - 2
Caro camillobenso.Ho guardato un pezzo di quella trasmissione,sentito pure l'ospite Francese.Poi non ne potevo più.ho girato canale.
Mi sono detto sono due partiti agli sgoccioli.
Adesso parlano di fare una ammistia generale che comprenda Silvio, anche la Cancellieri sarebbe d'accordo.
Ormai non c'è più spazio nel mio stomaco.
I cittadini sono sovrani:quando mai......li manteniamo è basta per fare tutte quelle schifezze.
Ciao
Paolo11
Re: Come se ne viene fuori ?
Com'è finita ad Arcore ?
sturmtruppen?
( poveracci ... gli altri anni il 24 agosto piene ferie in barca in mezzo all'Egeo, o a Capri, Favignana, Pantelleria, Panarea ... sto giro sotto ordine di servizio, sotto la pioggia , in Lombardia , a sentire le farneticazioni di un megalomane e seguirlo ....à la guerre comme à la guerre ... hihihihihi )
sturmtruppen?
( poveracci ... gli altri anni il 24 agosto piene ferie in barca in mezzo all'Egeo, o a Capri, Favignana, Pantelleria, Panarea ... sto giro sotto ordine di servizio, sotto la pioggia , in Lombardia , a sentire le farneticazioni di un megalomane e seguirlo ....à la guerre comme à la guerre ... hihihihihi )
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Re: Come se ne viene fuori ?
Gli ultimi giorni di Salò - 66
L’Italia di nuovo nel caos - 3
La guerra civile simulata - 2
Il Gran Consiglio del berlusconismo è terminato con un nulla di fatto. Il comunicato di Angelino senza quid, non dice assolutamente niente.
Ribadisce le loro posizioni di 60 giorni fa.
Ma ovviamente Bufala Bill ai suoi lettori elettori deve dare una versione più cameratesca merla merlorum.
FINITO IL VERTICE DOPO QUASI 5 ORE
"NO DECADENZA, VIA IMU"
Il Pdl fa scudo al Cavaliere
Letta con le spalle al muro
Ad Arcore trionfa la linea dura. Alfano: "Far decadere Berlusconi è impensabile e costituzionalmente inaccettabile. Vanno garantiti gli impegni di governo e la rappresentanza dei nostri elettori"
http://www.liberoquotidiano.it/news/pol ... lfano.html
"Pdl a fianco di Silvio"
Che scoperta,…è una non notizia. Dovevano stare forse a fianco di Dudù???
Non è affatto vero che abbiano vinto i falchi perché si sente forte l’impronta dei figli, di Confalonieri e del conte zio Letta che come nell’ottobre - novembre 2011, hanno fatto pesare il loro punto di vista per la salvaguardia delle aziende Mediaset.
L’unico punto in comune è il tentativo di far ricadere la responsabilità di un’eventuale caduta del governicchio Letta sul Piddì.
Non è uscita una linea netta.
Da queste parti, i piddini (pochissimi che voteranno ancora Pd) ed ex Pd, la maggioranza, sono tutti incazzati perché continuano a rendersi conto che la celeste casta oligarchica di Via Sant'Andrea delle Fratte, non è mai in grado di spiegare in modo chiaro sia ai suoi elettori che ai Fratelli mussulmani come stanno le cose.
Hanno ragione???
Direi di sì.
La dichiarazione di guerra comunicata domenica scorsa da Schifani al meeting di Rimini Rimini di Comunione & Fatturazione, ed il comunicato di poco fa di AngelinoSQ, si traducono in pratica in una richiesta di suicidio del Piddì per salvare il senatore Berlusconi.
"Sono pazzi questi romani,".....direbbe Asterix il gallico.
Solo che i Fratelli mussulmani de Roma, non sono pazzi ma fingono di esserlo.
^^^^^^
Berlusconi, terminato il supervertice ad Arcore. Alfano: “Decadenza impensabile”
Falchi e colombe si sono confrontati sulla linea da tenere. L'ala ministeriale, con Alfano e Lupi, preme perché il Cavaliere accetti la sentenza Mediaset senza strappi politici. D'accordo i legali e i figli maggiori, preoccupati anche di contraccolpi sul gruppo Fininvest. La pena alternativa potrebbe permettere al leader Pdl di frequentare il Senato. I falchi tentati dalle elezioni, sull'onda dei sondaggi favorevoli
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 24 agosto 2013Commenti (1865)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08 ... li/691113/
L’Italia di nuovo nel caos - 3
La guerra civile simulata - 2
Il Gran Consiglio del berlusconismo è terminato con un nulla di fatto. Il comunicato di Angelino senza quid, non dice assolutamente niente.
Ribadisce le loro posizioni di 60 giorni fa.
Ma ovviamente Bufala Bill ai suoi lettori elettori deve dare una versione più cameratesca merla merlorum.
FINITO IL VERTICE DOPO QUASI 5 ORE
"NO DECADENZA, VIA IMU"
Il Pdl fa scudo al Cavaliere
Letta con le spalle al muro
Ad Arcore trionfa la linea dura. Alfano: "Far decadere Berlusconi è impensabile e costituzionalmente inaccettabile. Vanno garantiti gli impegni di governo e la rappresentanza dei nostri elettori"
http://www.liberoquotidiano.it/news/pol ... lfano.html
"Pdl a fianco di Silvio"
Che scoperta,…è una non notizia. Dovevano stare forse a fianco di Dudù???
Non è affatto vero che abbiano vinto i falchi perché si sente forte l’impronta dei figli, di Confalonieri e del conte zio Letta che come nell’ottobre - novembre 2011, hanno fatto pesare il loro punto di vista per la salvaguardia delle aziende Mediaset.
L’unico punto in comune è il tentativo di far ricadere la responsabilità di un’eventuale caduta del governicchio Letta sul Piddì.
Non è uscita una linea netta.
Da queste parti, i piddini (pochissimi che voteranno ancora Pd) ed ex Pd, la maggioranza, sono tutti incazzati perché continuano a rendersi conto che la celeste casta oligarchica di Via Sant'Andrea delle Fratte, non è mai in grado di spiegare in modo chiaro sia ai suoi elettori che ai Fratelli mussulmani come stanno le cose.
Hanno ragione???
Direi di sì.
La dichiarazione di guerra comunicata domenica scorsa da Schifani al meeting di Rimini Rimini di Comunione & Fatturazione, ed il comunicato di poco fa di AngelinoSQ, si traducono in pratica in una richiesta di suicidio del Piddì per salvare il senatore Berlusconi.
"Sono pazzi questi romani,".....direbbe Asterix il gallico.
Solo che i Fratelli mussulmani de Roma, non sono pazzi ma fingono di esserlo.
^^^^^^
Berlusconi, terminato il supervertice ad Arcore. Alfano: “Decadenza impensabile”
Falchi e colombe si sono confrontati sulla linea da tenere. L'ala ministeriale, con Alfano e Lupi, preme perché il Cavaliere accetti la sentenza Mediaset senza strappi politici. D'accordo i legali e i figli maggiori, preoccupati anche di contraccolpi sul gruppo Fininvest. La pena alternativa potrebbe permettere al leader Pdl di frequentare il Senato. I falchi tentati dalle elezioni, sull'onda dei sondaggi favorevoli
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 24 agosto 2013Commenti (1865)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08 ... li/691113/
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Re: Come se ne viene fuori ?
Cambiando discorso.Speriamo quei quattro de.......... che ci governano mettano subito in chiaro come lo ha fatto subito la Germania.Interventi futuri in Siria non vengano chiesti all'Italia.Anzi che il nostro governo dica quello che ha detto la Germania.
Ciao
Paolo11
Ciao
Paolo11
Re: Come se ne viene fuori ?
alfano dice decadenza impensabile , ma può dire quello che vuole, la realtà è un'altra.camillobenso ha scritto:
Il Gran Consiglio del berlusconismo è terminato con un nulla di fatto. Il comunicato di Angelino senza quid, non dice assolutamente niente.
Berlusconi, terminato il supervertice ad Arcore. Alfano: “Decadenza impensabile”
quelli sono in campagna elettorale perenne quindi il tono degli annunci è sempre lo stesso.
possono invocare salvezze e aiuti del pd quanto vogliono mi pare che quello che emerge è il NO più netto ad ogni richiesta che annulli, aggiri , riduca, mistifichi ...etc...quanto stabilito dalla sentenza di terzo grado .
questo mi pare abbastanza chiaro e il PD mi sembra compatto in modo quasi inquietante.
dov'è questa confusione in merito?
Re: Come se ne viene fuori ?
http://www.huffingtonpost.it/2013/08/24 ... _ref=italy
....
Berlusconi è ormai convinto della necessità di passare comunque all’opposizione, ma è diviso fra due considerazioni. La prima è quella che ha ripetuto Ghedini: “La decadenza è un falso problema, perché sarebbe poi scavalcato dal ricalcolo dell’interdizione, che la supererebbe”. Un motivo in più per andare verso le urne. Ma c’è la seconda. Fonti bene informate infatti riferiscono che Alfano avrebbe comunicato ai commensali che durante l’incontro di mercoledi, il presidente del Consiglio lo avrebbe avvertito di avere 20 carte coperte. Venti senatori - traducendo - disposti a salvare il governo per non portare il paese a elezioni. Non prima del 2015 almeno.
Che sia un bluff o meno, lo stato maggiore del Pdl ha drizzato le antenne: le parole del segretario hanno risvegliato l’antico e infondato timore del Cav di venire strangolato da un abbraccio letale fra il Pd e il Movimento 5 stelle. È su quel versante che si guarda con preoccupazione, anche se qualcuno sussurra della forte irritazione di Berlusconi nei confronti della pattuglia ciellina: l’ovazione delle larghe intese celebrata al Meeting non è stata ben digerita in quel di Arcore.
Al netto del pallottoliere, la questione di sostanza rimane, ed è l’unico (debole) freno che provoca remore all’idea di far saltare il banco il prossimo 9 settembre. Se Letta e Napolitano riuscissero a far andare avanti il governo anche senza il Pdl, agli azzurri non rimarrebbe che l’Aventino, al Cavaliere la (metaforica) camicia a righe.
Così, a ranghi serrati, si procede a piccoli passi, in attesa di come reagiranno i Democratici, dai quali si continua a sperare in un segnale d’apertura, nella consapevolezza che il doppio ultimatum (sull’abolizione dell’Imu e sulla decadenza del Cavaliere) è l’extrema ratio per sbloccare una situazione che oggi non sembra avere vie d’uscita.
La prima deadline è fissata al prossimo 28 agosto: in Cdm si discuterà proprio il dossier sull’abolizione della rata sulla prima casa. In quella data, in quel contesto, potrebbe arrivare il segnale che Berlusconi tanto attende. Oppure no. In questo caso si sarà a un passo dalla rottura definitiva.
....
Berlusconi è ormai convinto della necessità di passare comunque all’opposizione, ma è diviso fra due considerazioni. La prima è quella che ha ripetuto Ghedini: “La decadenza è un falso problema, perché sarebbe poi scavalcato dal ricalcolo dell’interdizione, che la supererebbe”. Un motivo in più per andare verso le urne. Ma c’è la seconda. Fonti bene informate infatti riferiscono che Alfano avrebbe comunicato ai commensali che durante l’incontro di mercoledi, il presidente del Consiglio lo avrebbe avvertito di avere 20 carte coperte. Venti senatori - traducendo - disposti a salvare il governo per non portare il paese a elezioni. Non prima del 2015 almeno.
Che sia un bluff o meno, lo stato maggiore del Pdl ha drizzato le antenne: le parole del segretario hanno risvegliato l’antico e infondato timore del Cav di venire strangolato da un abbraccio letale fra il Pd e il Movimento 5 stelle. È su quel versante che si guarda con preoccupazione, anche se qualcuno sussurra della forte irritazione di Berlusconi nei confronti della pattuglia ciellina: l’ovazione delle larghe intese celebrata al Meeting non è stata ben digerita in quel di Arcore.
Al netto del pallottoliere, la questione di sostanza rimane, ed è l’unico (debole) freno che provoca remore all’idea di far saltare il banco il prossimo 9 settembre. Se Letta e Napolitano riuscissero a far andare avanti il governo anche senza il Pdl, agli azzurri non rimarrebbe che l’Aventino, al Cavaliere la (metaforica) camicia a righe.
Così, a ranghi serrati, si procede a piccoli passi, in attesa di come reagiranno i Democratici, dai quali si continua a sperare in un segnale d’apertura, nella consapevolezza che il doppio ultimatum (sull’abolizione dell’Imu e sulla decadenza del Cavaliere) è l’extrema ratio per sbloccare una situazione che oggi non sembra avere vie d’uscita.
La prima deadline è fissata al prossimo 28 agosto: in Cdm si discuterà proprio il dossier sull’abolizione della rata sulla prima casa. In quella data, in quel contesto, potrebbe arrivare il segnale che Berlusconi tanto attende. Oppure no. In questo caso si sarà a un passo dalla rottura definitiva.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Amadeus ha scritto:alfano dice decadenza impensabile , ma può dire quello che vuole, la realtà è un'altra.camillobenso ha scritto:
Il Gran Consiglio del berlusconismo è terminato con un nulla di fatto. Il comunicato di Angelino senza quid, non dice assolutamente niente.
Berlusconi, terminato il supervertice ad Arcore. Alfano: “Decadenza impensabile”
quelli sono in campagna elettorale perenne quindi il tono degli annunci è sempre lo stesso.
possono invocare salvezze e aiuti del pd quanto vogliono mi pare che quello che emerge è il NO più netto ad ogni richiesta che annulli, aggiri , riduca, mistifichi ...etc...quanto stabilito dalla sentenza di terzo grado .
questo mi pare abbastanza chiaro e il PD mi sembra compatto in modo quasi inquietante.
dov'è questa confusione in merito?
La notevole irritazione che i Fratelli mussulmani hanno manifestato immediatamente dopo la precisazione di Epifani, fatta soltanto un’ora dopo il pronunciamento della sentenza Mediaset del primo agosto u.s., ed abbondantemente presente nei giorni successivi, e mai dimenticata, riguardava la tempestività con cui il segretario del Pd ha voluto esprimere la sua posizione in merito alla sentenza.
E’ più che evidente che la risposta della direzione del Pd è stata studiata nei giorni precedenti la sentenza.
Dopo l’emoraggia della perdita di 3,5milioni di voti a febbraio, dopo la figuraccia della mancata elezione di Prodi alla presidenza della Repubblica a causa dei 101 incappucciati rimasti tuttora sconosciuti perché il Pd ha ritenuto che fosse necessario non sapere e non far sapere chi fossero, dopo l’alleanza con il “nemico” attuata non ad alto profilo come circostanze di questo tipo richiedono, ma a bassissimo livello segliendo la modalità del tirare a campare e rimandare in continuazione tutto quanto possibile, ogni eventuale tentennamento da parte della direzione avrebbe procurato ulteriori danni in termini di emoraggia di voti.
Non solo, ma un mancato chiarimento da parte della direzione del Pd avrebbe decretato la morte dello stesso.
Ed è sul filo del rasoio della morte immediata del Pd, qualora intendesse concedere l’ennesimo aiuto al Caimano, che si registra la “”compattezza”” del Piddì.
Felice Casson, che non è l’ultimo stupido della compagnia, e che non si è mai sentito nella precedente legislatura e nel primo scorcio della nuova legislatura, conoscendo i polli dell’ambaradan piddino, è uscito allo scoperto nei giorni passati rendendo pubblici i suoi timori in merito alla “”compattezza”” di un eventuale voto in merito al Senato, temendo defezioni.
Ora, dato che Casson non parla a vanvera ma conosce bene l’ambiente, merita il credito dovuto.
Ed è su questa base che anche la senatrice Puppato, una dei pochi in quello schieramento a tenere sempre i piedi a terra, ha espresso gli stessi timori di Casson dichiarando di temere gli “incappucciati”, che se anche non saranno nuovamente 101 (qualcuno sostiene 120), almeno il 70 % potrebbe riservare sorprese al Senato se non ci sarà il voto palese. Ma non è detto anche in caso di voto palese. I De Gregorio stanno anche in quella formazione.
Inoltre, la guerra di potere tutta democristiana, come ai vecchi tempi, non è di certo stata sospesa. Anzi. È in piena evoluzione.
La presa di posizione di D’Alema di giovedì scorso fa “giurisprudenza”.
Come fa “giurisprudenza” l’insistenza con cui Letta intende difendere la sua posizione.
I poteri forti hanno dimostrato di saper manovrare anche in posizioni difficoltose.
Attraverso Casini, D’Alema e compagnia, negli ultimi anni hanno manovrato per la ricostituzione della Dc.
Con l’avvento straordinario di Monti, i poteri forti hanno ritenuto che il Professore avesse qualità superiori a Casini ed hanno puntato su di lui.
Nel Pd i contraenti del patto hanno digerito male il cambio di cavallo ma poi si sono adeguati. Il potere è il potere, ed è quello che alla fine conta.
Non bisogna mai dimenticare l’affermazione del duca conte al Tg3 a poche ore dalla chiusura della campagna elettorale.
<<La prossima legislatura sarà caratterizzata dall’alleanza tra “”progressisti”” e “”moderati””.
L’elettorato ha reagito diversamente, e ha dato un responso diverso alle urne.
Quel disegno della riunione “per tappe della Dc” è stato respinto da più di 3,5 milioni di elettori.
Ma i poteri forti non si sono persi d’animo, e sfruttando le esigenze di B., hanno messo in campo il loro elemento meno peggio. Letta Enricosp.
Non a caso dopo mesi e mesi, Carlo Tarallo per Dagospia ieri ha scritto:
“……..2. GIÀ, UNA CENA: QUELLA CHE UN PAIO DI GIORNI FA ALFANO AVREBBE ATTOVAGLIATO PER LE SUE “COLOMBINE” E DETTARE LA LINEA. IL GOVERNO DEVE ANDARE AVANTI, E FIN QUI NULLA DI NUOVO. QUELLO CHE C’È DI NUOVO È CHE SI SAREBBE RAGIONATO SOPRATTUTTO DEL DOPO-BERLUSCONI, CONSIDERATO IMMINENTE DAL “SENZA QUID”.L’IDEA SAREBBE UN PARTITO (UNA SPECIE DI NUOVA DC) CON A CAPO ANGELINO ED ENRICO LETTA
Ma non è il solo ad essersene accorto con ritardo.
La lotta tra fazioni interne al Pd, sostenute dai loro referenti dei poteri forti è in pieno svolgimento.
I lettiani adesso spingono per la candidatura a premier di Letta Enricosp senza passare per le primarie.
Ovviamente gli avversari renziani non ci stanno, ma alla Trilaterale spingono per la “”stabilità””.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Gli ultimi giorni di Salò - 67
Il film del finale del Caimano comincia a prendere forma.
Scrive Paola Di Caro che deve avere fonti canterine come fringuelli tra le colombelle berlusconiane:
“……..Un Berlusconi che, alla fine, si è lasciato cadere sulla sua poltrona, affranto, stremato: perchè qualunque sia la via, per lui, non era così che doveva finire.”
Adesso ne sappiamo di più di come è andato ieri il Gran Consiglio dei Muslim Brothers.
E’ un Silviolo depresso, abbattuto, sempre di umor nero perché nessuno vuole andargli incontro in questa mission impossibile.
L’unica soluzione è cercare di far saltare il banco nella remota speranza che qualcuno all’ultimo minuto cerchi di evitare il possibile “Muoia Sansone con tutti i filistei”.
Letta e Napolitano cercheranno di tenere in piedi la baracca a tutti i costi, anche con minacce sull’economia e la perduta stabilità.
Grillo ha dichiarato che si può andare al voto ora perché i due partiti maggiori sono alla frutta.
Anche D’Alema ha dichiarato di essere pronti alla sfida.
<<Noi siamo pronti, Cuperlo alla segreteria e Renzie Fonzie a Palazzo Chigi>>
C’è chi sostiene che non si andrà al voto prima del 2014.
Occorre però tenere presente che prima di quella data occorre dare un governo “”stabile”” prima del semestre europeo a guida tricolore, e che di conseguenza è necessario che se elezioni ci siano si tengano il più presto possibile.
Nel frattempo Napolitano potrebbe anche andare a casa, a Silvio non interessa più, per via della protezione presidenziale.
Oltre a Silvio, Grillo e D’Alema andare al voto subito potrebbe interessare a Renzie Fonzie e ai suoi, perché è l’unica possibilità per coronare il suo disegno ambizioso.
Ma non è detto, perché Letta farà di tutto per ottenere un Letta bis.
Senza i Fratelli mussulmani Enricosp potrebbe avere una navigazione più semplice e di conseguenza più duratura.
In questo modo taglierebbe fuori dai giochi l’avversario Renzie, che a questo punto sarebbe costretto a ricandidarsi a sindaco di Firenze, tanto per tenere in pista il circo mediatico.
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Esplora il significato del termine: MERCOLEDÌ LA RESA DEI CONTI
Berlusconi:«Nessuno vuole venirmi incontro Come si fa a governare con gente così?»
Nel vertice ad Arcore il Cavaliere spiazza le colombe: Napolitano non darà mai il voto anticipato
ROMA - Ha cominciato fin dalla passeggiata nel grande parco di Arcore a esternare tutto il suo malumore, ha proseguito a tavola, e non ha smesso quando, aprendo il vertice con tutta la squadra dei fedelissimi e dei ministri, ha con durezza messo in fila le ragioni per cui lui, Silvio Berlusconi, vede solo la crisi e le elezioni come àncora di salvezza: «Ormai è chiaro, e lo è fin dal primo momento: nessuno ha alcuna intenzione di venirmi incontro. Nessuno. Non Napolitano, che non ha mosso un dito per me dopo avermi promesso che non sarei finito in questa situazione. Non Enrico Letta, non il Pd, che non fa altro che attaccarmi. Ma come si fa a governare con gente del genere? Quello che stiamo vivendo non è il mio dramma, ma è il dramma della democrazia. Ed è inutile aspettare, traccheggiare, non c’è spiraglio, non esiste. Nemmeno la grazia mi servirebbe, e io comunque non ho intenzione di chiedere proprio niente. Non credo più a nessuno di loro, inutile aspettare. E lo spiegherò agli italiani, parlerò in tivù, devono tutti sapere quale crimine si sta perpetrando nei miei confronti».
LE COLOMBE - Parole forti, figlie di un umore che mai in questi giorni è cambiato, e che potrebbe portare al redde rationem già mercoledì, quando in Consiglio dei ministri si discuterà di Imu sul quale Berlusconi non vuole «più alcun rinvio». E d’altra parte non sono cambiate nemmeno le posizioni nel partito, sempre più diviso tra falchi e colombe, come nel dibattito che ha seguito le parole del Cavaliere è stato evidente. Ma con Berlusconi nella parte del più duro fra i duri. Hanno provato Schifani, Lupi, Cicchitto, Quagliariello a ribadire che ancora un filo esiste, che non tutto è perduto, o che comunque non sarebbe saggio rompere subito, ad horas, come un Berlusconi tentatissimo dalla mossa avrebbe voluto. Gli hanno spiegato che le elezioni «Napolitano non ce le darà mai», che il voto nella migliore delle ipotesi arriverebbe in primavera, che nel frattempo «finiremmo nella terra di nessuno», lasciando senza rappresentanza «la nostra gente, che potrebbe non capirci». E hanno chiesto tempo, almeno fino a quando, dal 9 settembre, la Giunta per le elezioni non comincerà ad esaminare la questione decadenza.
I FALCHI - Ma sono stati gli argomenti dei falchi a scaldare e far annuire sempre e convintamente Berlusconi. Scettico, quasi infastidito da quelli delle colombe. E’ stato quando Verdini ha snocciolato tutti i perché della necessità di rompere ora che Berlusconi ha quasi applaudito: «Tu hai avuto responsabilità presidente, fin dal sì al governo Monti, e loro ti hanno ricompensato con questa condanna. Le elezioni sono possibili, perché i grillini vogliono votare col Porcellum e non sosterranno un Letta bis. E tu potresti essere ancora candidabile. Non abbiamo altra strada, il momento è ora». Ed è stato quando Daniela Santanchè lo ha paragonato a Cristo che «ha troppe volte porto l’altra guancia» che il Cavaliere si è lasciato andare: «Il fatto è che questi da me vorrebbero qualche altra parte del corpo...».
LE DUE STRADE - E alla fine, è stato quando Alfano, chiudendo la riunione, ha illustrato le «due strade che abbiamo davanti: rompere subito e chiedere il voto o attendere, portando i nostri argomenti giuridici, che qualcosa si sblocchi in Giunta», che Berlusconi ha concesso che nella nota - che lo stesso segretario ha voluto stilare mettendoci il timbro e il peso del suo ruolo di partito e di governo - si arrivasse a una minima mediazione.
INCONTRI CON LETTA E NAPOLITANO - Le richieste del Pdl infatti sono tranchant, e così esposte sembrano pressoché inaccettabili per Pd, premier e Quirinale. Ma una conclusione del tipo «se non ci darete retta cade il governo» messa nero su bianco non c’è. Non è un cedimento del Cavaliere, ma l’estrema chance che ha concesso alle colombe: Alfano incontrerà nel giro di pochi giorni di nuovo Letta (con cui ha già parlato ieri sera), e Napolitano. Poi, sarà l’ora di decidere. Forse già mercoledì prossimo, quando in un delicatissimo Consiglio dei ministri si dovrà decidere sull’Imu, e il Pdl ha posto il suo ultimatum: basta rinviì, abolizione totale e subito. Potrebbe essere quello il casus belli su cui si consuma una rottura che ormai anche i più ottimisti vedono «avvicinarsi velocemente».
DALLA PARTE DI BERLUSCONI - D’altra parte, il timbro di Alfano sulla nota sta a dimostrare che il partito marcia unito, con grandi mal di pancia e dubbi ma unito. E a chi tra le colombe ha chiesto ad Alfano se non fosse un errore, uno strappo troppo grande il suo esporsi così lui ha risposto secco: «Preferisco avere più problemi con Letta ma far capire che io sono dalla parte di Berlusconi». Un Berlusconi che - diceva la Santanchè ai colleghi moderati - «ormai lo avete capito anche voi come la pensa, o no?». Un Berlusconi che, alla fine, si è lasciato cadere sulla sua poltrona, affranto, stremato: perchè qualunque sia la via, per lui, non era così che doveva finire.
25 agosto 2013 | 8:39
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Paola Di Caro
http://www.corriere.it/politica/13_agos ... 9146.shtml
Il film del finale del Caimano comincia a prendere forma.
Scrive Paola Di Caro che deve avere fonti canterine come fringuelli tra le colombelle berlusconiane:
“……..Un Berlusconi che, alla fine, si è lasciato cadere sulla sua poltrona, affranto, stremato: perchè qualunque sia la via, per lui, non era così che doveva finire.”
Adesso ne sappiamo di più di come è andato ieri il Gran Consiglio dei Muslim Brothers.
E’ un Silviolo depresso, abbattuto, sempre di umor nero perché nessuno vuole andargli incontro in questa mission impossibile.
L’unica soluzione è cercare di far saltare il banco nella remota speranza che qualcuno all’ultimo minuto cerchi di evitare il possibile “Muoia Sansone con tutti i filistei”.
Letta e Napolitano cercheranno di tenere in piedi la baracca a tutti i costi, anche con minacce sull’economia e la perduta stabilità.
Grillo ha dichiarato che si può andare al voto ora perché i due partiti maggiori sono alla frutta.
Anche D’Alema ha dichiarato di essere pronti alla sfida.
<<Noi siamo pronti, Cuperlo alla segreteria e Renzie Fonzie a Palazzo Chigi>>
C’è chi sostiene che non si andrà al voto prima del 2014.
Occorre però tenere presente che prima di quella data occorre dare un governo “”stabile”” prima del semestre europeo a guida tricolore, e che di conseguenza è necessario che se elezioni ci siano si tengano il più presto possibile.
Nel frattempo Napolitano potrebbe anche andare a casa, a Silvio non interessa più, per via della protezione presidenziale.
Oltre a Silvio, Grillo e D’Alema andare al voto subito potrebbe interessare a Renzie Fonzie e ai suoi, perché è l’unica possibilità per coronare il suo disegno ambizioso.
Ma non è detto, perché Letta farà di tutto per ottenere un Letta bis.
Senza i Fratelli mussulmani Enricosp potrebbe avere una navigazione più semplice e di conseguenza più duratura.
In questo modo taglierebbe fuori dai giochi l’avversario Renzie, che a questo punto sarebbe costretto a ricandidarsi a sindaco di Firenze, tanto per tenere in pista il circo mediatico.
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Esplora il significato del termine: MERCOLEDÌ LA RESA DEI CONTI
Berlusconi:«Nessuno vuole venirmi incontro Come si fa a governare con gente così?»
Nel vertice ad Arcore il Cavaliere spiazza le colombe: Napolitano non darà mai il voto anticipato
ROMA - Ha cominciato fin dalla passeggiata nel grande parco di Arcore a esternare tutto il suo malumore, ha proseguito a tavola, e non ha smesso quando, aprendo il vertice con tutta la squadra dei fedelissimi e dei ministri, ha con durezza messo in fila le ragioni per cui lui, Silvio Berlusconi, vede solo la crisi e le elezioni come àncora di salvezza: «Ormai è chiaro, e lo è fin dal primo momento: nessuno ha alcuna intenzione di venirmi incontro. Nessuno. Non Napolitano, che non ha mosso un dito per me dopo avermi promesso che non sarei finito in questa situazione. Non Enrico Letta, non il Pd, che non fa altro che attaccarmi. Ma come si fa a governare con gente del genere? Quello che stiamo vivendo non è il mio dramma, ma è il dramma della democrazia. Ed è inutile aspettare, traccheggiare, non c’è spiraglio, non esiste. Nemmeno la grazia mi servirebbe, e io comunque non ho intenzione di chiedere proprio niente. Non credo più a nessuno di loro, inutile aspettare. E lo spiegherò agli italiani, parlerò in tivù, devono tutti sapere quale crimine si sta perpetrando nei miei confronti».
LE COLOMBE - Parole forti, figlie di un umore che mai in questi giorni è cambiato, e che potrebbe portare al redde rationem già mercoledì, quando in Consiglio dei ministri si discuterà di Imu sul quale Berlusconi non vuole «più alcun rinvio». E d’altra parte non sono cambiate nemmeno le posizioni nel partito, sempre più diviso tra falchi e colombe, come nel dibattito che ha seguito le parole del Cavaliere è stato evidente. Ma con Berlusconi nella parte del più duro fra i duri. Hanno provato Schifani, Lupi, Cicchitto, Quagliariello a ribadire che ancora un filo esiste, che non tutto è perduto, o che comunque non sarebbe saggio rompere subito, ad horas, come un Berlusconi tentatissimo dalla mossa avrebbe voluto. Gli hanno spiegato che le elezioni «Napolitano non ce le darà mai», che il voto nella migliore delle ipotesi arriverebbe in primavera, che nel frattempo «finiremmo nella terra di nessuno», lasciando senza rappresentanza «la nostra gente, che potrebbe non capirci». E hanno chiesto tempo, almeno fino a quando, dal 9 settembre, la Giunta per le elezioni non comincerà ad esaminare la questione decadenza.
I FALCHI - Ma sono stati gli argomenti dei falchi a scaldare e far annuire sempre e convintamente Berlusconi. Scettico, quasi infastidito da quelli delle colombe. E’ stato quando Verdini ha snocciolato tutti i perché della necessità di rompere ora che Berlusconi ha quasi applaudito: «Tu hai avuto responsabilità presidente, fin dal sì al governo Monti, e loro ti hanno ricompensato con questa condanna. Le elezioni sono possibili, perché i grillini vogliono votare col Porcellum e non sosterranno un Letta bis. E tu potresti essere ancora candidabile. Non abbiamo altra strada, il momento è ora». Ed è stato quando Daniela Santanchè lo ha paragonato a Cristo che «ha troppe volte porto l’altra guancia» che il Cavaliere si è lasciato andare: «Il fatto è che questi da me vorrebbero qualche altra parte del corpo...».
LE DUE STRADE - E alla fine, è stato quando Alfano, chiudendo la riunione, ha illustrato le «due strade che abbiamo davanti: rompere subito e chiedere il voto o attendere, portando i nostri argomenti giuridici, che qualcosa si sblocchi in Giunta», che Berlusconi ha concesso che nella nota - che lo stesso segretario ha voluto stilare mettendoci il timbro e il peso del suo ruolo di partito e di governo - si arrivasse a una minima mediazione.
INCONTRI CON LETTA E NAPOLITANO - Le richieste del Pdl infatti sono tranchant, e così esposte sembrano pressoché inaccettabili per Pd, premier e Quirinale. Ma una conclusione del tipo «se non ci darete retta cade il governo» messa nero su bianco non c’è. Non è un cedimento del Cavaliere, ma l’estrema chance che ha concesso alle colombe: Alfano incontrerà nel giro di pochi giorni di nuovo Letta (con cui ha già parlato ieri sera), e Napolitano. Poi, sarà l’ora di decidere. Forse già mercoledì prossimo, quando in un delicatissimo Consiglio dei ministri si dovrà decidere sull’Imu, e il Pdl ha posto il suo ultimatum: basta rinviì, abolizione totale e subito. Potrebbe essere quello il casus belli su cui si consuma una rottura che ormai anche i più ottimisti vedono «avvicinarsi velocemente».
DALLA PARTE DI BERLUSCONI - D’altra parte, il timbro di Alfano sulla nota sta a dimostrare che il partito marcia unito, con grandi mal di pancia e dubbi ma unito. E a chi tra le colombe ha chiesto ad Alfano se non fosse un errore, uno strappo troppo grande il suo esporsi così lui ha risposto secco: «Preferisco avere più problemi con Letta ma far capire che io sono dalla parte di Berlusconi». Un Berlusconi che - diceva la Santanchè ai colleghi moderati - «ormai lo avete capito anche voi come la pensa, o no?». Un Berlusconi che, alla fine, si è lasciato cadere sulla sua poltrona, affranto, stremato: perchè qualunque sia la via, per lui, non era così che doveva finire.
25 agosto 2013 | 8:39
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Paola Di Caro
http://www.corriere.it/politica/13_agos ... 9146.shtml
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