Come se ne viene fuori ?

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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

La vox populi sull'intervento di Violante



scardanelli • 6 minuti fa
Più che far male, Violante fa ribrezzo, come ha fatto durante la sua intera carriera politica
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Claudio • 9 minuti fa
Perché meravigliarsi di Violante?
Un politico che potrebbe stare benissimo
sia nel Pd che nel Pdl, magari a giorni alterni
e non se ne accorgerebbe nessuno.
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spotiful • 9 minuti fa
Sono anni che Violante fa di mestiere
il "braccio destro di Berlusconi".
Sicuramente B. sa qualcosa che noi non sappiamo
sul "saggio" Luciano...
Penoso.
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Hubble • 9 minuti fa
E perchè Violante non dovrebbe occuparsi di un precario? E' nei geni del PD occuparsi degli ultimi.
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lucaschiavoni • 10 minuti fa
Perini... ma uno come Violante che nel famoso discorso alla Camera chiamò in ballo Berlusconi, le garanzie date anche all' "onorevole Letta" , ma di chi parliamo? Servilismo allo stato Puro. Letta (zio) NON era onorevole ok? Nessun giornalista l'ha mai notato, che Violante chiama Gianni Letta "onorevole" (mai eletto, mai votato, mai parlamentare). Si chiama servilismo, non c'entra niente la politica la magistratura, nulla. E' solo un rapporto schiavo-padrone.
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gerry d • 11 minuti fa
Abbiamo scoperto il compagno di barca del puzzone...
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luisaloffredo • 11 minuti fa
La legge non parla di reato ma di condanna: se arriva una condanna il delinquente decade da ogni incarico. Violante lo sa bene come tutto il PD, Berlusconi lo sa bene come tutto il PDL! Per loro sfortuna lo sanno anche tutti i cittadini! È difficile fare giochini sporchi nell'era di internet! Basta un clic per informarsi!!
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Rinux56 • 12 minuti fa
Violante è stato, è e sarà sempre una calamità!
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Timucin Rinux56 • 11 minuti fa
non direi
ha detto sempre la verità e lo ha detto in pubblico, addirittura in parlamento.
più di così che doveva fare?
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erosares Timucin • 10 minuti fa
avrebbe forse dovuto nn tradire il suo elettorato....
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lamadizaffiro • 12 minuti fa
e poi quelli del PD si domandano perchè uno vota Grillo ......
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Timucin lamadizaffiro • 10 minuti fa
e quelli che hanno votato grillo invece si chiedono a chi voteranno la prossima volta...
a Bergoglio?
speriamo ... oramai lui ci rimane..
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Fabiano D'Alessandro • 12 minuti fa
Non dimenticate che la massima aspirazione di Violante è il Colle..... quindi si cerca già gli amici.
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Timucin Fabiano D'Alessandro • 9 minuti fa
il GOLGOTA ?
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Bruno • 14 minuti fa
Luciano Violante fa male, anzi malissimo a fornire una sponda politica a Silvio Berlusconi.....
.
Fosse la prima volta.

.....visto che la legge Severino possiede tutti i requisiti di
costituzionalità essendo stata controfirmata dal presidente della
Repubblica.....
.
Infatti molte leggi dopo la firma del PdR sono dichiarate incostituzionali.....

Egr. signore.....si informi meglio
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fattocompiuto • 14 minuti fa
io dico che QUALSIASI cosa faranno,creerebbe un PRECEDENTE che complicherebbe da ora in poi tanti leggi a catena,e quindi tutto andrà in disordine...
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MartelloneUsato • 14 minuti fa
P.ra...lo
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Gianluca Spanedda • 15 minuti fa
Violante fa quello che dovrebbe fare un uomo di "sinistra" , occuparsi dei disoccupati ,dei lavoratori in difficoltà , dei problemi della scuola e dei condannati in via definitiva per frode fiscale , e' tutto scritto nei loro obbiettivi di governo .
Se veramente dovessero farlo raggiungerebbero un altro obbiettivo: perdere ancora tanti elettori , infondo quello che ultimamente gli riesce meglio .
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erosares Gianluca Spanedda • 11 minuti fa
Violante si molto occupato di tv in passato....è un'uomo di spettacolo.
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erosares • 17 minuti fa
UN'EVERGREEN DEDICATO AI VOTANTI PD......
Onorevole Frattini – e ci sono autorevoli colleghi e amici al banco del Governo – lei sa che nella storia europea c’è stato anche un dittatore eletto, in Germania. L’elezione non basta – questo voglio dire -, bisogna, poi, stare dentro le regole. Se si usa l’elezione per stravolgere le regole, quello è autoritarismo, è un’altra cosa (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-l’Ulivo, della Margherita, DL-l’Ulivo, Misto-Comunisti italiani e Misto-Socialisti democratici italiani)!
Ieri l’onorevole Adornato ha ringraziato il presidente del nostro partito per aver detto che non c’è un regime. Io sono d’accordo con Massimo D’Alema: non c’è un regime sulla base dei nostri criteri. Però, cari amici e colleghi, se dovessi applicare i vostri criteri, quelli che avete applicato voi nella scorsa legislatura contro di noi, che non avevamo fatto una legge sul conflitto di interessi, non avevamo tolto le televisioni all’onorevole Berlusconi (Commenti dei deputati di Forza Italia e di Alleanza nazionale)… Onorevole Anedda, la invito a consultare l’onorevole Berlusconi perché lui sa per certo che gli è stata data la garanzia piena – non adesso, nel 1994, quando ci fu il cambio di Governo – che non sarebbero state toccate le televisioni. Lo sa lui e lo sa l’onorevole Letta.
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lucaschiavoni erosares • 9 minuti fa
repetita juvant :D - gianni letta non è MAI stato onorevole :D mai eletto mai parlamentare .... per dare un esempio del servilismo di violante (minuscolo)
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Timucin lucaschiavoni • 8 minuti fa
timore reverenziale quindi.. perchè?
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erosares lucaschiavoni • 9 minuti fa
...lo dica al MITICO VIOLANTE ...sono parole sue....
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erosares • 19 minuti fa
silvio ricordate degli amiciiiiiiiii.........ricordati di chi ti ha voluto bene...
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Timucin • 23 minuti fa −
fa solo il suo solito lavoro.
siate obiettivi, lo fa pure molto bene.
b sarà molto contento di lui e di tutti gli altri che pagherebbero per servirlo.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Gli ultimi giorni di Salò - 78

L’Italia di nuovo nel caos - 14

La guerra civile simulata - 12


Una quindicina di giorni fa Roberto D'Agostino si è prodigato in una riflessione sullo spread.

Una riflessione piuttosto normale per chi intende praticare l'indipendenza di giudizio.

Malgrado i fondamentali da far schifo, con un debito pubblico che continua a crescere, con l'economia in ginocchio, D'Agostino si chiedeva perché lo spread continuasse a diminuire.

E' una riflessione normale che non può non sfuggire. Tanto che non è sfuggita a Brunetta che si è sperticato in lodi a D'Agostino in quanto una sua teoria da sempre.

Questa volta, purtroppo, Brunetta aveva ragione.


QUESTA VOLTA SILVIOLO CI HA AZZECCATO. SONO PARTITE LE CONTROMANOVRE PER IMPEDIRGLI DI ANDARE AL VOTO.

^^^^^^^^^^^

Silvio Berlusconi: "Vogliono impedirci le elezioni". Il Cav ha l'incubo di un Letta-bis
L'Huffington Post | Di Pietro Salvatori
Pubblicato: 26/08/2013 18:03 CEST | Aggiornato: 26/08/2013 18:03 CEST


“È ripartita l’offensiva. Si sono di nuovo messi in moto per impedirci di andare al voto”. È ripartita l’offensiva. Si sono di nuovo messi in moto per impedirci di andare al voto”. Silvio Berlusconi da un lato sarebbe convinto di far saltare il banco, sparigliare e andare al voto al più presto possibile. Dall’altro, nelle ultime ore, è stato assalito da un incubo: un Letta-bis. “Vogliono replicare l’operazione che abbiamo già visto con Mario Monti – è il ragionamento del Cav - metterci all’angolo e farci perdere su tutti i fronti”.

Il leader azzurro ha paura di non riuscire ad ottenere tutto e subito, l’unica via per tentare di cambiare l’inerzia di una situazione che già lo vede in difficoltà. Il fantasma (avallato dalle ormai celebri “venti carte coperte” del premier) è quello di ritrovarsi all’opposizione con un governo ancora in carica che, tra finestre elettorali molto esigue e semestre di presidenza italiano dell’Ue, lo tenga a bagnomaria per almeno un altro anno, con le procure di mezza Italia pronte ad inchiodarlo.

Così ad Arcore è salito il livello di attenzione. La durissima nota diramata da Angelino Alfano alla fine della scorsa settimana (che suonava come un ultimatum sia sul tema dell’Imu sia sulla decadenza da senatore del Cavaliere) non ha sortito l’effetto sperato di spaventare il Partito democratico, costringendolo ad intavolare una trattativa sulla scorta del timore che il terreno sotto i piedi di Enrico Letta frani da un momento all’altro.

Anzi, dalle pagine di Repubblica Guglielmo Epifani ha pronunciato la peggiore delle frasi possibili per le orecchie del Cav: “Il Pd rispetterà la legge. Ma è chiaro che voteremo sì [alla decadenza]”. Parole prese malissimo nella war room di Berlusconi: “Non solo ha ribadito la sua volontà di estrometterti dal Parlamento – sono state le riflessioni dei consiglieri del leader azzurro – ma ha anche sostanzialmente chiuso la porta ad ogni valutazione nel merito della legge come invece gli avevamo chiesto”.

La tattica del Pdl, che aveva puntato tutto sulla richiesta ai Democratici di un approfondimento della Severino, nel tentativo di allungare i tempi e prendere fiato, perde di ora in ora mordente. E il timore che ossessiona il Cavaliere è che sia partita una manovra concentrica per stringere nella morsa il suo partito, inchiodandolo in un vicolo cieco e scongiurando le elezioni, proprio come accadde ai tempi dell’ingloriosa caduta dell’ultimo esecutivo di centrodestra. E, come allora, il timore è che il grande burattinaio che voglia arginare i desiderata del Pdl sia sempre lo stesso: Giorgio Napolitano.

Un’operazione complessa della quale ad Arcore si intravedono tre segnali: i boatos che accreditano i maggiorenti del Pd ragionare su un’ipotesi che prevede un governo a tutti i costi che riformi la legge elettorale, i primi ‘dissidenti’ che escono allo scoperto e la speculazione massiccia che ha investito Mediaset in borsa, sospeso per eccesso di ribasso.

Quest’ultimo è il fronte che, almeno per il momento, sembra preoccupare meno, nonostante il titolo abbia chiuso perdendo il 6%. I figli, Marina in testa, hanno rassicurato Berlusconi: “Decidi quel che ritieni più giusto – gli avrebbero detto – le aziende sono solide, resisteranno anche a questa tempesta”.

Il clima di sospetto si addensa così in particolar modo sulla pattuglia dei senatori azzurri. Già, perché il Cavaliere si è convinto che alla fine il Movimento 5 stelle abbia tutta l’intenzione di andare al voto, e che comunque non sia intenzionato a sostenere un bis raffazzonato dell’attuale governo. Così si guarda in casa. Ai consiglieri più fidati non è sfuggito che i tre senatori usciti per primi allo scoperto siano tutti e quatto siciliani. Tutti sotto l’ala del potente Renato Schifani, colui che più degli altri colonnelli ha avvertito Berlusconi – salvo poi oggi diramare una smentita di prammatica - del rischio di smottamenti al Senato. Per di più c’è chi accredita che lo stesso Alfano non sia estraneo all’operazione.

Che sia una mossa del capogruppo di Palazzo Madama per esercitare pressioni nei confronti dei falchi del partito o un modo di alcuni peones di contrattare il prezzo della propria fedeltà, il Cavaliere ha dato mandato a Denis Verdini di monitorare con estrema attenzione qualunque tipo di movimento al Senato.

“Non è affatto un caso – sottolinea inoltre un uomo molto vicino al leader – che l’ok a Luigi Amicone per la pubblicazione dell’intervista concessa al settimanale Tempi sia arrivata in concomitanza con lo sbarco di Angelino al Meeting”. Le tentazioni ‘terziste’ coltivate abilmente a Rimini dal mondo che orbita intorno a Comunione e liberazione, insieme alle dichiarazioni eccessivamente pro-Letta diramate da Maurizio Lupi, sono piaciute assai poco a Berlusconi, che ha messo gli esponenti di quell’area sotto stretta osservazione.

Il presidente della Repubblica non vuole andare al voto con questa legge elettorale, e non è un mistero. Che molti nel Pd utilizzino questo adagio per allungare la vita della legislatura nemmeno. È Gianfranco Micciché a parlare senza remore: “So per certo che nel Pd stanno già lavorando alla campagna acquisti nel centrodestra per sostenere un Letta bis”. Timori che turbano le notti del Cav, che ha ordinato a brutto muso uno stop della litania di battibecchi fra i falchi e le colombe del partito.

Un silenzio stampa che dà il polso del nervosismo che alberga tra le file del partito. Berlusconi sa che i suoi lo seguiranno e vuole evitare inutili protagonismi e fibrillazioni che alla lunga potrebbero risultare onerose. Per evitare una tenaglia che lo costringa a giocare in difesa come accadde ai tempi di Monti, vuole anticipare ai primi di settembre l’offensiva mediatica per rendere inevitabile lo strappo. E anticipare sul tempo i peones ce coltivano pruriti “responsabili”. Per questo i provvedimenti in cantiere in Consiglio dei ministri sono diventati territorio di uno scontro totale, con il mirino puntato a mercoledì, quando a Palazzo Chigi approderà il tema dell’Imu. Una giornata che molti considerano ormai un vero e proprio spartiacque per la sopravvivenza del governo.

http://www.huffingtonpost.it/2013/08/26 ... _ref=italy
Amadeus

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da Amadeus »

mariok ha scritto:E Scilipoti che fa? :mrgreen:
http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... to/2213750

Scilipoti pronto al nuovo salto
di Luca Sappino
«La responsabilità viene prima di tutto. Questo governo sta risollevando il Paese. Berlusconi vuole farlo cadere? Ogni parlamentare deve fare uso dell'articolo 67: non c'è vincolo di mandato». Parla l'ex Idv, oggi Pdl

:mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:
mariok

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da mariok »

Non ci sarà bisogno di Scilipoti.

Decadenza, Berlusconi verso la vittoria. Per assenza degli avversari

di Peter Gomez | 27 agosto 2013

“Chi è veramente esperto nell’arte della guerra sa vincere l’esercito nemico senza dare battaglia, prendere le sue città senza assediarle e rovesciarne lo Stato senza operazioni prolungate”. Bisogna leggere la plurimillenaria opera del grande generale e filosofo cinese Sun Tzu, autore de L’Arte della Guerra, per avere la fotografia esatta della piega presa dal dibattito sulla decadenza da senatore del pregiudicato Silvio Berlusconi. Senza aver sparato un solo colpo il Cavaliere è a un passo dalla vittoria. Intimoriti dal volteggiare dei falchi, blanditi dal tubare delle colombe, ammaliati dal sibili ricattatorii della Pitonessa, i sempre più teorici avversari dell’ex premier paiono prepararsi alla ritirata.

L’annuncio è stato significativamente dato da due dei supposti dieci saggi di Giorgio Napolitano. Secondo Valerio Onida (saggio in quota Sel) e Luciano Violante (saggio in quota Pd) la legge Severino sulla decadenza dei condannati va sottoposta all’esame della Corte Costituzionale. Entrambi sono certi che la norma, approvata pochi mesi fa dal parlamento quasi al completo, sia perfettamente legittima. Tutti e due spiegano che non è una legge penale e che quindi ha valore retroattivo. Ma con salto carpiato aggiungono che sollevare un’eccezione davanti alla Consulta non sarebbe una “dilazione”, ma l’applicazione della Costituzione. Anzi, spiega Violante, Berlusconi tanto che c’è potrebbe pure rivolgersi pure alla Corte Europea dei diritti dell’uomo.

Lasciamo ad altri il dibattito sulla questione giuridica. I pareri in proposito si sprecano e sono nel 99 per cento dei casi concordi nell’affermare che la giunta per le immunità del Senato non può sollevare la questione davanti alla Corte. Anche perché un parlamento che impugna una legge chiarissima appena fatta entrare in vigore è materia da esperti in malattie mentali, non da tecnici del diritto.

Più interessante è invece capire la strategia seguita dal Cavaliere frodatore del fisco per tentare di uscire dai guai. Un piano che, se realizzato, potrebbe permettergli di restare a Palazzo Madama, non per mesi, ma per anni.

La manovra ideata prevede più tappe. Il ricorso alla Consulta, che tanto piace agli uomini più vicini al Colle, se otterrà il via libera parlamentare partirà infatti solo a metà autunno. Tenuto conto dei tempi della Corte difficilmente verrà esaminato prima della tarda primavera o dell’estate del 2014. E anche se verrà respinto ci vorranno poi altri mesi per votare la decadenza.

Ipotizzare che il Cavaliere arrivi al 2015 ancora indossando il laticlavio non è insomma troppo sbagliato.

Contemporaneamente, come fatto balenare dallo stesso Berlusconi durante il vertice di Arcore di sabato 24 agosto, l’ex premier chiederà l’affidamento in prova ai servizi sociali. In questo modo la Corte di Appello di Milano e poi la Cassazione che dovranno stabilire la durata della sua interdizione dai pubblici uffici saranno costrette a venirgli incontro. Visto il suo buon comportamento l’interdizione non sarà più di tre anni (il massimo consentito), ma molto inferiore. Forse un anno o un anno e mezzo.

Anche qui poi ci vorrà un voto dell’assemblea per arrivare alla decadenza. Ma già in passato - è accaduto nel caso del forzista Gianstefano Frigerio condannato per corruzione, concussione, finanziamento illecito e ricettazione – i parlamentari hanno finito per ritenere estinta l’interdizione dai pubblici uffici dei propri colleghi pregiudicati “in conseguenza dell’esito positivo dell’affidamento in prova ai servizi sociali”. Non c’è quindi ragione per ritenere che Berlusconi subisca un trattamento diverso da quello di Frigerio.

A quel punto si entra in nuovi affascinanti scenari: è divertente (o agghiacciante, a seconda dei punti di vista) immaginare cosa accadrà se il Senato dovesse calendarizzare il voto sul Berlusconi interdetto dai pubblici uffici prima di quello sul Berlusconi decaduto a causa della legge Severino.

Da una parte i colleghi gli diranno che può restare con loro perché ormai riabilitato, dall’altra dovranno (o dovrebbero) espellerlo in virtù di norme ideate per tutelare la reputazione delle istituzioni infangate dalla presenza di condannati al loro interno. Lo faranno con facilità? Dubitare è lecito. Più semplice è credere che assisteremo a nuove settimane di snervanti discussioni, magari in attesa della Corte europea dei diritti dell’Uomo, i cui tempi sono ancora più lunghi rispetto a quelli della Consulta.

Certo, Berlusconi ha anche altri processi in corso. Nel 2014 si dovrebbe, per esempio, celebrare l’appello per il caso Ruby. Ma questo, per il momento, non è un problema. Anche in caso di conferma della condanna in secondo grado la Cassazione non si esprimerà prima del 2015 o forse anche più in là, visto che i reati contestati non si prescrivono.

Il tempo che voleva, insomma, l’ex premier sente di averlo ormai quasi in tasca. Per questo adesso ha ordinato ai suoi di tacere. Dal Colle il segnale che chiedeva, tramite Violante e Onida, è arrivato. Ora spera in quello del Pd. Ma non ha fretta. Bisogna lasciar lavorare la Giunta. I generali impazienti, insegna Sun Tzu, perdono le guerre. E lui almeno quelle politiche da vent’anni a questa parte è abituato a vincerle. Di solito per la momentanea assenza del nemico.
erding
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da erding »

Zagrebelsky: la decadenza è una presa d’atto


Liana Milella (Repubblica)

— I no — «chiari e tondi» — si sarebbero dovuti dire nella fin troppo lunga stagione delle leggi ad personam. Adesso, purtroppo, «rischia di essere tardi». A farne le spese saranno le istituzioni. È pessimista, il professor Gustavo Zagrebelsky, sull’affaire Berlusconi. Giudica «umiliante» che, per un leader di partito, si discuta di carcere, di domiciliari, di rieducazione sociale. E a chi sbandiera la tesi della sua agibilità politica, Zagrebelsky contrappone la necessità, da tanti avvertita, che «la politica sia protetta dall’illegalità». Per questo il Senato dovrebbe «prendere atto» della condanna del Cavaliere e rispettare la legge Severino. Il ricorso alla Consulta «è possibile» ma, ironizza il professore, cosa potrebbe negare un Parlamento che ha consentito di far passare la tesi di Ruby nipote di Mubarak? Infine la grazia: Zagrebelsky ne ragiona con la freddezza di chi ci vede «un nuovo elemento divisivo» che potrebbe solo «intaccare» la figura del capo dello Stato.

Da un mese il dibattito politico è paralizzato. Berlusconi e il Pdl, perfino con il ministro dell’Interno Alfano, chiedono una cosa sola: cancellare quella condanna. Quanto è anomala e pericolosa la situazione che si vive in Italia?

«Una cosa è da dire, innanzitutto: era tutto prevedibile. Per anni si è creduto di tenere sotto controllo un conflitto che, alla fine, si dimostra non componibile con un compromesso. Non è componibile, perché sono in gioco non interessi politici tra cui può esserci mediazione, ma principi ultimi che o si rispettano o si violano. Nel momento in cui è stata pronunciata una sentenza irrevocabile di condanna, è venuto il momento del redde rationem: o la forza della legge o certe aspettative della politica. Per anni si è andati avanti con stratagemmi più o meno scaltri: rinvii, leggine personali mascherate da generali, impedimenti e furbizie varie, tollerate colpevolmente a tutti i livelli, politici e istituzionali,nella vana speranza che il conflitto si potesse controllare politicamente e che, alla fine, si spegnesse da sé. Se una lezione è da trarre, a futura memoria, è che i piccoli cedimenti iniziali sono destinati ad aprire la strada ad altri, e che, cedimento su cedimento, si forma una massa che non si riesce più a fermare. Il rigore istituzionale implica il dovere e la forza di dire dei “no” chiari e tondi, soprattutto all’inizio, quando è più facile».

Il neologismo “agibilità politica” può diventare una categoria per giustificare un trattamento speciale per Berlusconi? O la legge non sarebbe più, a quel punto, “uguale per tutti”?

«Effettivamente, che il capo d’un partito che raccoglie molti voti e che ha governato per molti anni sia in carcere o, più facilmente, “ai domiciliari” o, peggio, lo si debba rieducare con opere di bene “ai servizi sociali”, è una prospettiva umiliante: non (solo) per lui, ma (soprattutto) per tutti noi. S’invoca il diritto dei tanti elettori che l’hanno votato di poter sperare ancora nell’attività politica del loro leader. Ciò è comprensibile, ma non può essere senza limiti. Ritorniamo al rapporto legge-politica. Siamo in una democrazia, ma anche in uno Stato di diritto. La “agibilità politica” che la democrazia richiede a favore di tutti non cede forse di fronte all’esigenza dello Stato di diritto che la politica non sia o non cada nelle mani di chi è stato riconosciuto colpevole di gravi reati contro la cosa pubblica? La politica, più di ogni altra attività sociale, non deve essere protetta dall’illegalità? Dal punto di vista dell’agibilità politica, un condannato per gravi reati è “meno uguale” di chi non lo è stato. L’art. 48, terzo comma, della Costituzione prevede infatti la più classica delle limitazioni alla “agibilità politica”, cioè l’ineleggibilità per effetto di una sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge».

Questo suo ultimo argomento, però, pare a molti, formalistico: Berlusconi, per i suoi sostenitori, non è uno come tanti altri, è un unicum e quindi merita una particolare considerazione.

«Sì, si dice così. L’uguaglianza di fronte alla legge varrebbe per gli uomini comuni, come siamo tutti noi. Lui, però, è un megantropo. Applicargli la legge comune sarebbe come chiudere ipocritamente gli occhi di fronte alla realtà. Ma, dicendo così, si finisce per denunciare una stortura ancor più grave: l’aver lasciato crescere nella democrazia un corpo estraneo: un’aggregazione di potere economico, comunicativo e politico in una sola persona, dove il potere acquisito in un campo serve ad alimentare il potere negli altri campi. Questo è un disequilibrio assai grave, che denominiamo impropriamente “conflitto d’interessi”, mentre dovremmo chiamarlo accumulo d’interessi (e di potere)».

Il Parlamento ha varato la legge contro la corruzione e, al suo interno, il decreto sull’incandidabilità dei condannati fino a due anni. Anche il Pdl ha detto sì. Berlusconi rientra nei casi previsti dalla legge. Lei vede una via d’uscita dalla sua decadenza dal Senato e dalla sua impossibilità a ricandidarsi?

«Il Senato, pacificamente, è chiamato a prendere atto della sentenza e delle sue conseguenze e, per questo, ci sarà un voto. Trattandosi d’una presa d’atto, l’esito dovrebbe essere scontato, non potendo implicare una valutazione nel merito della sentenza di condanna. Però, nessuno può sapere che cosa accadrà. Se ci fosse un rifiuto, si aprirebbe un conflitto costituzionale di grande portata. Di nuovo: politica contro giustizia. Siamo sempre lì».

Il Senato — la giunta per le immunità prima, l’aula in seconda battuta — possono rivolgersi alla Consulta?

«Certo che “possono”! Chi potrebbe impedirglielo? Se, però, “potere” significa “essere lecito”, per rispondere dovrei entrare in argomenti strettamente giuridici. Preferisco non rispondere. Troppe sono le cose dette dai giuristi e troppo diverse tra loro. Crediamo forse che le forze politiche si orienteranno secondo l’argomento migliore, quando una maggioranza ha votato senza battere ciglio che una ragazza di nome Ruby è nipote d’un presidente egiziano? La realtà è che, in queste questioni, ciò che conta non è la forza degli argomenti, ma la forza dei numeri. Agli argomenti dei giuristi ci si appiglia solo come a pretesti. Sarebbe bene che, per l’onorabilità nostra e della nostra disciplina, in questa circostanza ci si astenesse dal fornire, per l’appunto, pretesti. In attesa di tempi migliori per il diritto».

La grazia. Napolitano si è espresso in proposito. Berlusconi deve chiederla ed essa non coprirebbe comunque le pene accessorie. Ma nella situazione penale di Berlusconi — un’altra condanna in primo grado e altri processi in corso — una grazia è possibile? Soprattutto: è eticamente accettabile?

«Quando, nel 2006, la Corte costituzionale ha definito i caratteri del potere di grazia, l’ha sottratto al Governo, poiché il Governo esprime per sua natura orientamenti di parte, mentre la grazia deve prescinderne. Per questo, è stata assegnata al potere esclusivo del Presidente della Repubblica, rappresentante dell’unità nazionale. Ora, a parte le altre questioni, cui lei accenna nella domanda, le pare che in questo caso la grazia sarebbe un atto di unità? Non fomenterebbe, invece, profonde reazioni — come si dice — divisive, che intaccherebbero la figura stessa del Capo dello Stato?».

Una situazione come quella di questi giorni e la prospettiva della crisi di governo farà saltare la scommessa di una nuova legge elettorale. Rischiamo di tornare alle urne con il Porcellum oppure lei vede vie d’uscita?

«Una proposta meritevole d’attenzione c’è: sistema proporzionale con premio di maggioranza dato a chi prevale con una certa percentuale di voti oppure, in mancanza, assegnato con ballottaggio. Le idee non mancano. Ciò che manca è una convergenza d’interessi su una proposta. Se c’è una materia su cui, più che su ogni altra, si giocano gli interessi immediati delle forze politiche, e le ragioni di principio, cioè le visioni di giustizia, sono recessive, è proprio la materia elettorale. Gli interessi non si sommano ma si elidono. Per questo, c’è poco da essere ottimisti. Un’occasione s’è persa quando la Corte costituzionale ha bloccato un referendum per il ritorno alla legge precedente, imperfetta ma certo migliore dell’attuale. Perciò, è assai probabile che si ritorni a votare con la legge attuale, da tutti deprecata per il suo marcato carattere oligarchico, per la possibile abnormità del premio di maggioranza e per l’incoerenza degli esiti, tra Camera e Senato: tre ragioni d’incostituzionalità. Ora, che si possa essere chiamati a votare con una legge che la Corte costituzionale, di passaggio in una sentenza di qualche anno fa, ha bollato come incostituzionale, è una delle non ultime ragioni della malattia che sfianca la democrazia nel nostro Paese».



http://www.soggettopoliticonuovo.it/201 ... epubblica/
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Gli ultimi giorni di Salò - 79

L’Italia di nuovo nel caos - 15

La guerra civile simulata - 13



Soldati di (s)ventura

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Nei secoli infedele

(Massimo Gramellini).
27/08/2013 di triskel182


Basta parlare di Berlusconi. Parliamo di due icone dell’Italia nel mondo: Monica Bellucci e Scilipoti. Bellucci si è separata da Vincent Cassel dopo quattordici anni di coppia aperta e invidiata. Scilipoti, molto più inquieto o forse solo più corteggiato, in caso di caduta del governo delle poche pretese già minaccia di porre fine al matrimonio-lampo con il munifico Silvio per accomodarsi responsabilmente all’ombra di Enrico Letta. Sono tempi convulsi, in cui la tenuta della passione è sottoposta a pressioni feroci. Era facile giurare fedeltà eterna al re o al coniuge quando, tra guerre e pestilenze, la vita media sfiorava i trent’anni. Oggi, grazie ai progressi della medicina e agli eccessi della Santanché, un monogamo in buona fede corre il rischio di dover sopportare lo stesso partner o lo stesso leader fino alla centesima edizione di Porta a Porta.

Così l’amore si adegua, la fedeltà si trasforma. Bellucci ha fatto sapere che nonostante la separazione dal marito rimarrà legata alla famiglia. Scilipoti alla poltrona.

Da La Stampa del 27/08/2013.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

IL PALLOGRAFO

Elenco della balle dei politici tricolori,…..e non solo.

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1) Noi stiamo facendo quello che gli italiani ci chiedono.
(Guglielmo Epifani segretario Pd – 27 agosto 2013 – Tg3 ore 19,00
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

IL PALLOGRAFO

Elenco delle balle dei politici tricolori,…..e non solo.

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1) Noi stiamo facendo quello che gli italiani ci chiedono.
(Guglielmo Epifani segretario Pd – 27 agosto 2013 – Tg3 ore 19,00
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

non compare in basso a destra:

modifica citazione



non compare per il doppione precedente ma per questo avviso, SI'
peanuts
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da peanuts »

Beh.
- rigor montis ci dice che la legge Severino l'hanno votata tutti e che va rispettata ma che in fondo la grazia non sarebbe uno scandalo. A parte la leggera (...) contraddizione, questi si chiamano scelta CIVICA?
- il governo dice che toegliera' l'imu ma che la copertura per i comuni ci sara' lo stesso. I soldi dove li troveranno, seppelliranno qualche moneta insieme al gatto e alla volpe?

Verrebbe da ridere se non fosse che i giorni passano e il paese, checche' blaterino i politicanti, va sempre peggio
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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