Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?
Re: Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?
oltre a Usa e GB anche francia e turchia sono pronte ad azioni militari.
gli Usa hanno chiesto le basi alla Grecia e, Nato o non Nato, se ce le chiedono anche noi gliele diamo.
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Re: Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?
Insomma nessun presidente USA nel suo mandato non ha cominciato una piccola o grande guerra.Obama pensaci bene.
Con lancio di missili sulla Siria ( dicono chirurcici) normalmente si è visto che hanno fatto un sacco di vittime di civili.Allora mi chiedo è questo l'aiuto alla popolazione?
Iraq, non è ancora stabilizzata , Somalia pure, Libia pure,Afganistan pure.Vediamo tutti i cambiamenti climatici che da qualche anno avvengono.Oltre le sostanze che imettiamo nellaria auto fabbrice eccc.... Ci mancano pure le bombe missili ecc.... insomma siamo in una campana di vetro inquinata.Dio Perdona, gli uomini qualche volta ,la natura MAI.Gli Usa stanno facendo la fine dell'impero Romano.
Ciao
Paolo11
Con lancio di missili sulla Siria ( dicono chirurcici) normalmente si è visto che hanno fatto un sacco di vittime di civili.Allora mi chiedo è questo l'aiuto alla popolazione?
Iraq, non è ancora stabilizzata , Somalia pure, Libia pure,Afganistan pure.Vediamo tutti i cambiamenti climatici che da qualche anno avvengono.Oltre le sostanze che imettiamo nellaria auto fabbrice eccc.... Ci mancano pure le bombe missili ecc.... insomma siamo in una campana di vetro inquinata.Dio Perdona, gli uomini qualche volta ,la natura MAI.Gli Usa stanno facendo la fine dell'impero Romano.
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Paolo11
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Re: Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?
Vi racconto cosa sta accadendo in Siria e perché in Italia non viene detta la verità:
a colloquio con Mimmo Srour (siriano)
(di Clara Salpietro) – “La Siria sta pagando un prezzo altissimo per una partita che serve a stabilire nuovi equilibri mondiali e in Italia la verità non viene detta, viene raccontata un’altra realtà”. E’ quanto afferma Mimmo Srour, siriano, ingegnere, ex assessore della Regione Abruzzo e della Provincia dell’Aquila, ex sindaco di Sant’Eusanio Forconese, comune in provincia de L’Aquila.
Srour è nato a Nakib, in Siria, dove è rimasto fino al momento di intraprendere gli studi universitari. Il suo vero nome è Mahmoud ma tutti lo chiamano “Mimmo” fin da quando venne in Italia, nel 1969, per laurearsi in Ingegneria presso l’Università dell’Aquila, città dove ha deciso di restare mettendo sù famiglia.
Mimmo Srour conosce bene la Siria e anche in questi momenti così delicati e complessi continua ad essere in contatto costante con persone, che ricoprono vari incarichi, che vivono in Siria. L’aspetto che mette in evidenza e che non riesce ad accettare riguarda l’informazione di parte che viene portata avanti in Occidente. “Un po’ di tempo fa alcuni giornalisti italiani, di giornali anche blasonati, sono andati in Siria – afferma – e una volta tornati nessun giornale gli ha dato la possibilità di scrivere e raccontare quello che avevano visto. E’ stato imposto il silenzio su quanto sta accadendo in Siria”.
Mimmo Srour
Secondo lei cosa sta accadendo in Siria?
Io sono convinto che tutto è già stato scritto da parecchio tempo. Chi è attento a quello che succede in Siria, queste cose le ha sentite e lette tempo fa, da tanto si parla di Grande Medio Oriente, di disordine creativo. Hanno promesso queste cose a tutto il bacino del Mediterraneo. Vi sono in atto nuovi equilibri mondiali, in cui la Russia aspira ad un ruolo diverso rispetto a quello che ha assunto negli ultimi anni, dopo il crollo del muro di Berlino e dell’Unione sovietica. Dietro la Russia sembra che ci sia la Cina, ma anche Brasile, India e Sudafrica, cioè i cinque Paesi che compongono il BRICS. Credo che la Siria stia pagando questo prezzo e per questo si sta combattendo una guerra. Il Times ha scritto che quelli che combattono in Siria in realtà sono tutti mercenari, combattono dietro un compenso pagato dai Paesi del Golfo. E’ vero che in Siria ci sono dei problemi, tra cui la corruzione, però questo non c’entra niente con quanto sta accadendo, i Paesi del Golfo hanno voluto approfittare della situazione difficile per arrivare ad un loro obiettivo. Basta guardare la carta geografica e leggere cosa sta succedendo in questi giorni in Pakistan, in Afghanistan dove sappiamo chi c’è, in Iran, in Iraq e in Siria che diventa la porta verso il Mediterraneo. Il “cambio del regime” in Siria è una parola d’ordine e solo le parole d’ordine si rispettano in questo modo: con il silenzio. Nessuno dice, nemmeno per dovere dell’informazione, cosa fa una parte e cosa sta facendo l’altra. Si stanno verificando atti di puro terrorismo, come l’attentato che è successo a Damasco. Non capisco perché se il ministro della Difesa e il viceministro sono colpevoli allora li portiamo a processo, altrimenti li uccidiamo con le bombe. Oggi in Siria non si può viaggiare da una città all’altra perché c’è il rischio di essere sequestrati e in base alla carta d’identità pure uccisi. Ci sono delinquenti di professione che hanno costituito le loro bande, fermano e uccidono.
Da un lato c’è la Russia e dall’altro lato chi c’è?
C’è l’Arabia Saudita, il Qatar, tutti i Paesi del Golfo, e la Turchia, Paesi che pagano. Poi c’è l’America e tutto l’Occidente tra cui l’Inghilterra, la Francia, che sta cercando di riacquistare un ruolo da protagonista ma sta facendo solo danni, che forniscono armi, strumenti, attrezzature, tecnologie. Tutti abbiamo l’obbligo, il dovere di difendere la laicità della Siria, la tolleranza della Siria. In Siria il 40% della popolazione sono minoranze: Sunniti, Sciiti, Alawiti, Drusi, Cristiani Ortodossi, Cristiani di rito Orientale e Occidentale e si trovano ben quattro etnie diverse: arabi, curdi, armeni e drusi. Convivono insieme 19 confessioni religiose, questo era un modello che andava salvato e salvaguardato. Non è possibile giustificare quanto sta accadendo solo perché non fa comodo avere Assad, perché bisogna dare vita al grande Medio Oriente. Una donna in minigonna fino a qualche tempo fa poteva andare alle 3 di notte in una qualunque via di Damasco da sola e non le sarebbe successo niente. Nel giro di 18 mesi siamo arrivati che nessuno può uscire da casa.
Lei ha contatti con persone che si trovano in Siria?
Ho contatti continuamente e la gente è terrorizzata, impaurita, la gente non capisce perché questo odio contro il popolo siriano, la gente non riesce a comprenderlo. Addirittura noi che difendiamo le minoranze, in Siria abbiamo abbandonato anche i cristiani. Bisogna ricordare a tutti che il cristianesimo è nato in Siria seicento anni prima dell’Islam. La Siria non è un paese qualsiasi, ha una storia alle spalle. Ha dato alla Chiesa cattolica quattro Papi, ha dato imperatori all’Impero Romano. Io dico che quanto sta accadendo non è comprensibile. Dove sta la primavera di cui parlano tutti? Questo è un “inverno gelido”, non una “primavera”. Dove sta in Libia, in Egitto? La primavera consiste nel consegnare la sponda Sud del Mediterraneo all’Islam politico e in alcune occasioni integralista? Significa che non abbiamo capito nulla. Io ho dedicato la vita per il dialogo nel bacino del Mediterraneo, per creare non una frontiera, ma un ponte di dialogo e invece stiamo lavorando per consegnare, malgrado la volontà popolare, la Siria alle monarchie assolute. In Arabia Saudita una donna non può uscire di casa da sola, deve essere accompagnata da un uomo, non può guidare la macchina, non c’è un Parlamento, non si vota nemmeno per un condominio. Nel Qatar la stessa cosa. Possono essere protagonisti di una “primavera democratica” questi Paesi che sono monarchie assolute? A chi vogliono farlo credere.
Tempo fa è stato detto che l’Emiro del Qatar vuole diventare il leader di un grande movimento islamico del Medio Oriente….
Appunto e noi dobbiamo aspettare un po’ di tempo per vedere cosa succederà. Adesso c’è questo baratto, ma poi vedrete cosa succederà. Certo che la Siria deve essere cambiata, tutto quello che vogliamo, ma non è questa la strada, non si può perseguire la strada libanese dove uno uccide l’altro, dove si uccide il vicino di casa con il quale prima erano stati condivisi momenti belli. Non capisco nemmeno questo silenzio che è stato imposto, non si dice cosa sta accadendo in Siria, questa Europa che non vale più niente, è un’Europa che ha dimenticato il suo passato, lo sta barattando.
Assad è stato sempre descritto come una persona diversa dal padre, molto più aperto. Qual è il suo commento?
Ma a chi vogliono far credere che questo ragazzo sia un dittatore. La Siria è un paese che ha una Costituzione e un Parlamento da almeno 60 anni. Assad è uno che accompagna i figli a scuola, ha studiato all’estero, è un oculista, e in fondo non voleva neanche fare questo mestiere, si è trovato al posto del padre probabilmente a causa della morte del fratello. Veramente è incredibile quello che avviene e come sta accadendo, tutto quello che sta accadendo in Siria è stato progettato e scritto anni fa dai neoconservatori americani e adesso Obama lo sta mettendo in atto, credevamo che lui era diverso e invece non lo è per niente. Se è vero che l’obiettivo sono le riforme, ci sarà un modo per far sedere tutti attorno a un tavolo e discutere del futuro della Siria. E’ necessario mettere le bombe? Le infrastrutture in Siria sono state demolite, stanno riducendo il Paese all’età della pietra. Le ferrovie non esistono più, tutti i ponti ferroviari sono stati fatti saltare. Le centrali elettriche sono state distrutte e metà paese è stato ridotto al buio. Distrutti anche gli oleodotti, c’è una carenza di gas e le famiglie non possono cucinare e in inverno non potranno riscaldarsi. Ma perché tutto questo? A cosa serve, se non a distruggere un paese.
Cosa dobbiamo aspettarci?
Il problema non è Assad. Se per un motivo qualsiasi Assad venisse messo fuori, la Siria si divide, gli alawiti e i cristiani della costa vanno per conto loro, i drusi della zona confinante con la Giordania se ne vanno da soli, i curdi andranno da soli. Sarà guerra civile vera. Noi oggi dobbiamo sperare nel buon senso di qualcuno, che è l’Occidente da una parte e la Russia dall’altra, che rinuncino ai loro progetti e lascino stare il popolo siriano a discutere del suo futuro. Solo con il dialogo e non con le armi si può risolvere tutto. La Russia vuole la sua base a Tartus, vuole ostacolare questo grande Medio Oriente perché nella parte sud della Russia ritorna la cintura di ferro e la Russia non accetterà mai questo. Già non digerisce la stazioni radar in Turchia e in Polonia. Sapendo tutto questo perché devono portarci verso una guerra. E’ una pazzia quello che sta avvenendo. L’unica cosa che possiamo fare è di costringere il regime e gli oppositori, che sono tanti e a cui è difficile dare una identità, a ragionare del futuro della Siria. La Siria è un paese di tolleranza e noi non possiamo buttarlo nella guerra civile come si sta facendo.
Sul sito Siriatruth che è un sito dell’opposizione, un’opposizione diversa dalle altre, laica, c’è scritto che chi ha messo la bomba nel quartier generale della Sicurezza Nazionale siriana è il segretario del presidente Assad, che non ha niente a che fare con l’opposizione ma è un uomo dei servizi segreti americani. E dopo l’attentato si è rifugiato nella casa dell’ambasciatore americano a Damasco. Questa è una notizia che arriva dall’opposizione. Ma è possibile che se uno Stato o un governo non ci piace noi lo buttiamo giù, ma non democraticamente. Se tutti fossero stati sinceri allora dovevano far votare il popolo siriano, sotto controllo internazionale, e si vedeva cosa voleva questo popolo. Se il popolo non votava per Assad, allora lo si mandava via. Nessuno ha scritto la notizia che Assad ha anche cambiato l’articolo 8 della costituzione così come gli era stato chiesto, nessuno ha detto niente. Ultimamente in Siria sono nati 20 partiti nuovi anche di opposizione ma nessuno lo dice, perché l’obiettivo sono gli equilibri internazionali e la Siria fa parte di questo scacchiere, in nome di una “primavera” che non c’è stata.
Cosa pensa del Piano di pace di Kofi Annan?
Si è capito subito che questo Piano non poteva avere un seguito, perché quando la Lega Araba, e sappiamo chi è oggi la Lega Araba, ha mandato i suoi osservatori questi hanno scritto qualcosa di diverso rispetto a quello che avrebbero voluto leggere questi monarchi arabi e cosa è successo: gli osservatori sono stati mandati a casa. Kofi Annan è più tosto e si sta muovendo meglio, in quanto sta coinvolgendo la Russia in modo più forte, certamente non è detto che ci riuscirà ma prima di mettere da parte il Piano passerà un po’ di tempo.
Pensa che ci sarà un intervento militare?
Questo lo vogliono fare già da molto tempo, l’unica cosa che lo impedisce è la forza missilistica siriana, in quanto la Siria si prepara da sempre, e questo è un altro male, ad un’altra guerra con Israele. Di conseguenza la Siria ha un esercito organizzato, è un Paese che non si può paragonare alla Libia. Inoltre la preoccupazione dei Paesi occidentali è quella di giustificare con l’opinione pubblica l’invio dei soldati in Siria. L’opinione pubblica non sopporta i troppi morti come è successo in Iraq, allora solo per questa paura stanno cercando di indebolire l’esercito siriano e poi fanno l’attacco. Non hanno fatto l’attacco tempo fa perché in Siria c’è un esercito organizzato e certamente sanno che ci vuole del tempo per indebolire e rendere meno reattivo l’esercito siriano. In Iraq i Paesi occidentali hanno fatto una guerra in base ad una bugia e chi ha mai chiesto conto su tutto questo, sono morti un milione di iracheni e nessuno si è preoccupato, tanto sono iracheni e possono morire. In Libia sono morte 40 mila persone e nessuno ha detto niente.
Cosa dovrebbe fare il governo italiano?
Il governo italiano non è in grado di fare nulla, ogni tanto gli dicono di fare qualche dichiarazione perché in tutta questa vicenda c’è il gioco delle parti.
Qual è la sua speranza?
Spero che il popolo, non il governo, italiano non rimanga inerme di fronte a tutto questo, ma pretenda di conoscere la verità e di sentire tutte e due le campane e non una sola, di far passare notizie per potersi formare un’opinione. Per farsi un’opinione bisogna leggere tutto e non solo una parte. L’attentato a Damasco è stato riportato come un atto eroico e mi sta bene che lo dicono, però devono dire anche il resto, non solo una parte. Abbiamo il diritto come popolo italiano di formarci un’opinione, l’informazione non può essere a senso unico. E’ impossibile che la televisiva siriana in arabo “Addounia”, laica, viene oscurata in Europa, parlo di una Tv libera, e invece trasmettono decine e decine di stazioni televisive salafite, che notte e giorno incitano alla morte, all’assassinio. E’ possibile questo in una Europa che ha conosciuto l’Illuminismo? Eppure avviene, avviene nel XXI secolo. Il colonialismo del XIX e XX secolo era molto moderato, più dolce, rispetto a quanto sta accadendo oggi.
http://www.notiziarionline.com/2012/07/ ... r-siriano/
a colloquio con Mimmo Srour (siriano)
(di Clara Salpietro) – “La Siria sta pagando un prezzo altissimo per una partita che serve a stabilire nuovi equilibri mondiali e in Italia la verità non viene detta, viene raccontata un’altra realtà”. E’ quanto afferma Mimmo Srour, siriano, ingegnere, ex assessore della Regione Abruzzo e della Provincia dell’Aquila, ex sindaco di Sant’Eusanio Forconese, comune in provincia de L’Aquila.
Srour è nato a Nakib, in Siria, dove è rimasto fino al momento di intraprendere gli studi universitari. Il suo vero nome è Mahmoud ma tutti lo chiamano “Mimmo” fin da quando venne in Italia, nel 1969, per laurearsi in Ingegneria presso l’Università dell’Aquila, città dove ha deciso di restare mettendo sù famiglia.
Mimmo Srour conosce bene la Siria e anche in questi momenti così delicati e complessi continua ad essere in contatto costante con persone, che ricoprono vari incarichi, che vivono in Siria. L’aspetto che mette in evidenza e che non riesce ad accettare riguarda l’informazione di parte che viene portata avanti in Occidente. “Un po’ di tempo fa alcuni giornalisti italiani, di giornali anche blasonati, sono andati in Siria – afferma – e una volta tornati nessun giornale gli ha dato la possibilità di scrivere e raccontare quello che avevano visto. E’ stato imposto il silenzio su quanto sta accadendo in Siria”.
Mimmo Srour
Secondo lei cosa sta accadendo in Siria?
Io sono convinto che tutto è già stato scritto da parecchio tempo. Chi è attento a quello che succede in Siria, queste cose le ha sentite e lette tempo fa, da tanto si parla di Grande Medio Oriente, di disordine creativo. Hanno promesso queste cose a tutto il bacino del Mediterraneo. Vi sono in atto nuovi equilibri mondiali, in cui la Russia aspira ad un ruolo diverso rispetto a quello che ha assunto negli ultimi anni, dopo il crollo del muro di Berlino e dell’Unione sovietica. Dietro la Russia sembra che ci sia la Cina, ma anche Brasile, India e Sudafrica, cioè i cinque Paesi che compongono il BRICS. Credo che la Siria stia pagando questo prezzo e per questo si sta combattendo una guerra. Il Times ha scritto che quelli che combattono in Siria in realtà sono tutti mercenari, combattono dietro un compenso pagato dai Paesi del Golfo. E’ vero che in Siria ci sono dei problemi, tra cui la corruzione, però questo non c’entra niente con quanto sta accadendo, i Paesi del Golfo hanno voluto approfittare della situazione difficile per arrivare ad un loro obiettivo. Basta guardare la carta geografica e leggere cosa sta succedendo in questi giorni in Pakistan, in Afghanistan dove sappiamo chi c’è, in Iran, in Iraq e in Siria che diventa la porta verso il Mediterraneo. Il “cambio del regime” in Siria è una parola d’ordine e solo le parole d’ordine si rispettano in questo modo: con il silenzio. Nessuno dice, nemmeno per dovere dell’informazione, cosa fa una parte e cosa sta facendo l’altra. Si stanno verificando atti di puro terrorismo, come l’attentato che è successo a Damasco. Non capisco perché se il ministro della Difesa e il viceministro sono colpevoli allora li portiamo a processo, altrimenti li uccidiamo con le bombe. Oggi in Siria non si può viaggiare da una città all’altra perché c’è il rischio di essere sequestrati e in base alla carta d’identità pure uccisi. Ci sono delinquenti di professione che hanno costituito le loro bande, fermano e uccidono.
Da un lato c’è la Russia e dall’altro lato chi c’è?
C’è l’Arabia Saudita, il Qatar, tutti i Paesi del Golfo, e la Turchia, Paesi che pagano. Poi c’è l’America e tutto l’Occidente tra cui l’Inghilterra, la Francia, che sta cercando di riacquistare un ruolo da protagonista ma sta facendo solo danni, che forniscono armi, strumenti, attrezzature, tecnologie. Tutti abbiamo l’obbligo, il dovere di difendere la laicità della Siria, la tolleranza della Siria. In Siria il 40% della popolazione sono minoranze: Sunniti, Sciiti, Alawiti, Drusi, Cristiani Ortodossi, Cristiani di rito Orientale e Occidentale e si trovano ben quattro etnie diverse: arabi, curdi, armeni e drusi. Convivono insieme 19 confessioni religiose, questo era un modello che andava salvato e salvaguardato. Non è possibile giustificare quanto sta accadendo solo perché non fa comodo avere Assad, perché bisogna dare vita al grande Medio Oriente. Una donna in minigonna fino a qualche tempo fa poteva andare alle 3 di notte in una qualunque via di Damasco da sola e non le sarebbe successo niente. Nel giro di 18 mesi siamo arrivati che nessuno può uscire da casa.
Lei ha contatti con persone che si trovano in Siria?
Ho contatti continuamente e la gente è terrorizzata, impaurita, la gente non capisce perché questo odio contro il popolo siriano, la gente non riesce a comprenderlo. Addirittura noi che difendiamo le minoranze, in Siria abbiamo abbandonato anche i cristiani. Bisogna ricordare a tutti che il cristianesimo è nato in Siria seicento anni prima dell’Islam. La Siria non è un paese qualsiasi, ha una storia alle spalle. Ha dato alla Chiesa cattolica quattro Papi, ha dato imperatori all’Impero Romano. Io dico che quanto sta accadendo non è comprensibile. Dove sta la primavera di cui parlano tutti? Questo è un “inverno gelido”, non una “primavera”. Dove sta in Libia, in Egitto? La primavera consiste nel consegnare la sponda Sud del Mediterraneo all’Islam politico e in alcune occasioni integralista? Significa che non abbiamo capito nulla. Io ho dedicato la vita per il dialogo nel bacino del Mediterraneo, per creare non una frontiera, ma un ponte di dialogo e invece stiamo lavorando per consegnare, malgrado la volontà popolare, la Siria alle monarchie assolute. In Arabia Saudita una donna non può uscire di casa da sola, deve essere accompagnata da un uomo, non può guidare la macchina, non c’è un Parlamento, non si vota nemmeno per un condominio. Nel Qatar la stessa cosa. Possono essere protagonisti di una “primavera democratica” questi Paesi che sono monarchie assolute? A chi vogliono farlo credere.
Tempo fa è stato detto che l’Emiro del Qatar vuole diventare il leader di un grande movimento islamico del Medio Oriente….
Appunto e noi dobbiamo aspettare un po’ di tempo per vedere cosa succederà. Adesso c’è questo baratto, ma poi vedrete cosa succederà. Certo che la Siria deve essere cambiata, tutto quello che vogliamo, ma non è questa la strada, non si può perseguire la strada libanese dove uno uccide l’altro, dove si uccide il vicino di casa con il quale prima erano stati condivisi momenti belli. Non capisco nemmeno questo silenzio che è stato imposto, non si dice cosa sta accadendo in Siria, questa Europa che non vale più niente, è un’Europa che ha dimenticato il suo passato, lo sta barattando.
Assad è stato sempre descritto come una persona diversa dal padre, molto più aperto. Qual è il suo commento?
Ma a chi vogliono far credere che questo ragazzo sia un dittatore. La Siria è un paese che ha una Costituzione e un Parlamento da almeno 60 anni. Assad è uno che accompagna i figli a scuola, ha studiato all’estero, è un oculista, e in fondo non voleva neanche fare questo mestiere, si è trovato al posto del padre probabilmente a causa della morte del fratello. Veramente è incredibile quello che avviene e come sta accadendo, tutto quello che sta accadendo in Siria è stato progettato e scritto anni fa dai neoconservatori americani e adesso Obama lo sta mettendo in atto, credevamo che lui era diverso e invece non lo è per niente. Se è vero che l’obiettivo sono le riforme, ci sarà un modo per far sedere tutti attorno a un tavolo e discutere del futuro della Siria. E’ necessario mettere le bombe? Le infrastrutture in Siria sono state demolite, stanno riducendo il Paese all’età della pietra. Le ferrovie non esistono più, tutti i ponti ferroviari sono stati fatti saltare. Le centrali elettriche sono state distrutte e metà paese è stato ridotto al buio. Distrutti anche gli oleodotti, c’è una carenza di gas e le famiglie non possono cucinare e in inverno non potranno riscaldarsi. Ma perché tutto questo? A cosa serve, se non a distruggere un paese.
Cosa dobbiamo aspettarci?
Il problema non è Assad. Se per un motivo qualsiasi Assad venisse messo fuori, la Siria si divide, gli alawiti e i cristiani della costa vanno per conto loro, i drusi della zona confinante con la Giordania se ne vanno da soli, i curdi andranno da soli. Sarà guerra civile vera. Noi oggi dobbiamo sperare nel buon senso di qualcuno, che è l’Occidente da una parte e la Russia dall’altra, che rinuncino ai loro progetti e lascino stare il popolo siriano a discutere del suo futuro. Solo con il dialogo e non con le armi si può risolvere tutto. La Russia vuole la sua base a Tartus, vuole ostacolare questo grande Medio Oriente perché nella parte sud della Russia ritorna la cintura di ferro e la Russia non accetterà mai questo. Già non digerisce la stazioni radar in Turchia e in Polonia. Sapendo tutto questo perché devono portarci verso una guerra. E’ una pazzia quello che sta avvenendo. L’unica cosa che possiamo fare è di costringere il regime e gli oppositori, che sono tanti e a cui è difficile dare una identità, a ragionare del futuro della Siria. La Siria è un paese di tolleranza e noi non possiamo buttarlo nella guerra civile come si sta facendo.
Sul sito Siriatruth che è un sito dell’opposizione, un’opposizione diversa dalle altre, laica, c’è scritto che chi ha messo la bomba nel quartier generale della Sicurezza Nazionale siriana è il segretario del presidente Assad, che non ha niente a che fare con l’opposizione ma è un uomo dei servizi segreti americani. E dopo l’attentato si è rifugiato nella casa dell’ambasciatore americano a Damasco. Questa è una notizia che arriva dall’opposizione. Ma è possibile che se uno Stato o un governo non ci piace noi lo buttiamo giù, ma non democraticamente. Se tutti fossero stati sinceri allora dovevano far votare il popolo siriano, sotto controllo internazionale, e si vedeva cosa voleva questo popolo. Se il popolo non votava per Assad, allora lo si mandava via. Nessuno ha scritto la notizia che Assad ha anche cambiato l’articolo 8 della costituzione così come gli era stato chiesto, nessuno ha detto niente. Ultimamente in Siria sono nati 20 partiti nuovi anche di opposizione ma nessuno lo dice, perché l’obiettivo sono gli equilibri internazionali e la Siria fa parte di questo scacchiere, in nome di una “primavera” che non c’è stata.
Cosa pensa del Piano di pace di Kofi Annan?
Si è capito subito che questo Piano non poteva avere un seguito, perché quando la Lega Araba, e sappiamo chi è oggi la Lega Araba, ha mandato i suoi osservatori questi hanno scritto qualcosa di diverso rispetto a quello che avrebbero voluto leggere questi monarchi arabi e cosa è successo: gli osservatori sono stati mandati a casa. Kofi Annan è più tosto e si sta muovendo meglio, in quanto sta coinvolgendo la Russia in modo più forte, certamente non è detto che ci riuscirà ma prima di mettere da parte il Piano passerà un po’ di tempo.
Pensa che ci sarà un intervento militare?
Questo lo vogliono fare già da molto tempo, l’unica cosa che lo impedisce è la forza missilistica siriana, in quanto la Siria si prepara da sempre, e questo è un altro male, ad un’altra guerra con Israele. Di conseguenza la Siria ha un esercito organizzato, è un Paese che non si può paragonare alla Libia. Inoltre la preoccupazione dei Paesi occidentali è quella di giustificare con l’opinione pubblica l’invio dei soldati in Siria. L’opinione pubblica non sopporta i troppi morti come è successo in Iraq, allora solo per questa paura stanno cercando di indebolire l’esercito siriano e poi fanno l’attacco. Non hanno fatto l’attacco tempo fa perché in Siria c’è un esercito organizzato e certamente sanno che ci vuole del tempo per indebolire e rendere meno reattivo l’esercito siriano. In Iraq i Paesi occidentali hanno fatto una guerra in base ad una bugia e chi ha mai chiesto conto su tutto questo, sono morti un milione di iracheni e nessuno si è preoccupato, tanto sono iracheni e possono morire. In Libia sono morte 40 mila persone e nessuno ha detto niente.
Cosa dovrebbe fare il governo italiano?
Il governo italiano non è in grado di fare nulla, ogni tanto gli dicono di fare qualche dichiarazione perché in tutta questa vicenda c’è il gioco delle parti.
Qual è la sua speranza?
Spero che il popolo, non il governo, italiano non rimanga inerme di fronte a tutto questo, ma pretenda di conoscere la verità e di sentire tutte e due le campane e non una sola, di far passare notizie per potersi formare un’opinione. Per farsi un’opinione bisogna leggere tutto e non solo una parte. L’attentato a Damasco è stato riportato come un atto eroico e mi sta bene che lo dicono, però devono dire anche il resto, non solo una parte. Abbiamo il diritto come popolo italiano di formarci un’opinione, l’informazione non può essere a senso unico. E’ impossibile che la televisiva siriana in arabo “Addounia”, laica, viene oscurata in Europa, parlo di una Tv libera, e invece trasmettono decine e decine di stazioni televisive salafite, che notte e giorno incitano alla morte, all’assassinio. E’ possibile questo in una Europa che ha conosciuto l’Illuminismo? Eppure avviene, avviene nel XXI secolo. Il colonialismo del XIX e XX secolo era molto moderato, più dolce, rispetto a quanto sta accadendo oggi.
http://www.notiziarionline.com/2012/07/ ... r-siriano/
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Re: Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?
Il Pianeta delle scimmie
Il Fatto Quotidiano di stamani pubblica in prima pagina la foto di tre bambini uccisi a Ghouta, in Siria , con il gas Sarin.
Distesi, forse su una piazza con selciato a quadrelloni, ci stanno un bambino di circa 18 -20 mesi, senza scarpe, un bambino ricciolino di circa 4 anni, con a fianco una bimba di circa 6 anni.
Sembrebbe che stiano dormendo.
http://le-riviste.net/il-fatto-quotidiano-28-08-13/
All’interno del quotidiano, a pagina 16 un’altra fotografia di altri 4 bambini avvolti nel classico sacco di tela bianca.
I soldati anglo americani dopo aver preso atto dello stato di fatto all’interno dei campi di sterminio nazisti dichiararono all’unanimità: “MAI PIU”.
Ma come è noto, le scimmie di questo pianeta hanno scarsa memoria.
Il Fatto Quotidiano di stamani pubblica in prima pagina la foto di tre bambini uccisi a Ghouta, in Siria , con il gas Sarin.
Distesi, forse su una piazza con selciato a quadrelloni, ci stanno un bambino di circa 18 -20 mesi, senza scarpe, un bambino ricciolino di circa 4 anni, con a fianco una bimba di circa 6 anni.
Sembrebbe che stiano dormendo.
http://le-riviste.net/il-fatto-quotidiano-28-08-13/
All’interno del quotidiano, a pagina 16 un’altra fotografia di altri 4 bambini avvolti nel classico sacco di tela bianca.
I soldati anglo americani dopo aver preso atto dello stato di fatto all’interno dei campi di sterminio nazisti dichiararono all’unanimità: “MAI PIU”.
Ma come è noto, le scimmie di questo pianeta hanno scarsa memoria.
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Re: Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?
Un'altra fotografia della strage di bambini nel Pianeta delle scimmie.
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Re: Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?
Quei bambini sono vittime di giochi sporchi ...
da www.lastampa.it
Israele teme di più Al Qaeda
“Meglio che Assad non cada”
I consiglieri di Netanyahu: il raiss va contenuto ma non rovesciato
maurizio molinari
corrispondente da NEW YORK
«Serve un attacco militare mirato per impedire a Bashar Assad di vincere, non per rovesciarlo»: è questo il messaggio che Yaakov Amidror, consigliere per la sicurezza del premier israeliano Benjamin Netanyahu, ha portato alla Casa Bianca durante una riunione con la parigrado americana Susan Rice a cui hanno partecipato responsabili militari e d’intelligence dei due Paesi.
I concetti esposti da Amidror durante la riunione-fiume avvenuta martedì sera nella West Wing nascono dalla convinzione del governo di Gerusalemme che «al momento non ci sono soluzioni positive per la crisi siriana».
Anche per via del fatto che, come spiega Efraim Inbar direttore del centro Begin-Sadat, secondo una valutazione dell’intelligence israeliana, vi sarebbero in Siria almeno 10mila combattenti «jihadisti globali» ovvero riconducibili ad Al Qaeda e ai Fratelli Musulmani. E potrebbero essere loro a prevalere se il regime di Assad dovesse dissolversi. È stato l’ex capo del Mossad, Efraim Ha-Levy, ad affermare in un’intervista televisiva che «Assad non deve cadere», esprimendo i pareri prevalenti nell’establishment della sicurezza israeliana, ma l’attacco condotto con i gas chimici nelle periferie orientali di Damasco ha obbligato a rimodellare tale posizione, in ragione della crescente determinazione della Casa Bianca ad intervenire.
Ecco perché Shlomo Brom, ex capo della pianificazione dell’Esercito israeliano a Washington per una serie di conferenze, spiega che adesso «l’interesse di Israele è che Bashar Assad non esca vittorioso dalla guerra civile» perché «ha legittimato l’uso delle armi chimiche in Medio Oriente creando un pericoloso precedente» e «la sua vittoria diventerebbe un successo strategico dell’Iran e degli Hezbollah che lo sostengono».
Sono tali valutazioni che spiegano perché Gerusalemme è in favore di un’azione militare limitata, finalizzata a «punizione e deterrenza» di Assad evitando però di indebolire il regime del Baath fino a farlo cadere. Si tratterebbe dunque più di un attacco simile a quello avvenuto nell’agosto del 1998, quando Bill Clinton ordinò di colpire Afghanistan e Sudan dopo gli attacchi di Al Qaeda contro le ambasciate Usa in Africa Orientale, anziché di una campagna come quella del 1999 contro Milosevic per il Kosovo. Da qui le indiscrezioni che circolano a Washington sul fatto che esperti militari israeliani e americani abbiano discusso una lista selezionata di obiettivi da colpire tesa ad eliminare le armi più pericolose di cui dispone Assad: anzitutto quelle chimiche ma anche missili Scud, aerei e sistemi antimissilistici. Si tratta di armamenti forniti quasi esclusivamente dalla Russia, a partire dalla metà degli Anni Settanta e periodicamente ammodernati, che consentono ad Assad di colpire la popolazione civile e proteggersi dall’aria. Ma sono anche le armi più pericolose che potrebbero cadere nelle mani dei ribelli jihadisti in caso di dissoluzione del regime.
Le valutazioni israeliane sulla Siria nascono dalla convinzione che in questo momento la strategia da perseguire sia la «stabilità dell’instabilità» ovvero la continuazione del conflitto armato fra Assad, sostenuto da Hezbollah e Iran, e i «jihadisti globali»: si tratta dei più acerrimi nemici che Gerusalemme e Washington hanno nel mondo sciita e sunnita, e il loro reciproco dissanguamento di risorse umane e materiali viene considerato un elemento di stabilità regionale. Si tratta infatti di una riedizione, seppur in scala ridotta, del conflitto fra l’Iraq di Saddam Hussein e l’Iran dell’ayatollah Khomeini che fra il 1980 ed il 1988 paralizzò e indebolì quelli che erano all’epoca i più temibili avversari regionali di Usa ed Israele.
Ad avvalorare l’interesse di Gerusalemme per una Siria «stabilizzata dall’instabilità» c’è il rapporto della Cia pubblicato ieri dal quotidiano «Yedioth Aharot» sull’«incubo siriano di Israele» secondo il quale «la leadership dei ribelli è massicciamente infiltrata dai Fratelli Musulmani e dai jihadisti globali portatori di un’agenda estremista» aprendo lo scenario di un dopo-Assad «destinato ad assomigliare in peggio alle attuali situazioni di Egitto e Iraq, dove non si sa chi sia al comando». L’incubo per Israele è dunque quello di trovarsi circondata da gruppi estremisti: Hezbollah in Libano, Fratelli Musulmani e Al Qaeda in Siria, Fratelli Musulmani nella Striscia di Gaza e Fratelli Musulmani in Egitto.
Per scongiurare tale assedio Netanyahu sta già adattando la tattica militare - come i quattro raid in Siria e l’attacco dei droni in Egitto condotti nell’arco degli ultimi 12 mesi hanno dimostrato - d’intesa con i Paesi Arabi sunniti con cui più condivide l’interesse a contrastare in ogni maniera tanto l’Iran sciita che i Fratelli Musulmani: l’Arabia Saudita, che ha la maggiore capacità di intervento diretto in Siria, e la Giordania, considerata la nazione più a rischio di essere investita dal domino jihadista.
da www.lastampa.it
Israele teme di più Al Qaeda
“Meglio che Assad non cada”
I consiglieri di Netanyahu: il raiss va contenuto ma non rovesciato
maurizio molinari
corrispondente da NEW YORK
«Serve un attacco militare mirato per impedire a Bashar Assad di vincere, non per rovesciarlo»: è questo il messaggio che Yaakov Amidror, consigliere per la sicurezza del premier israeliano Benjamin Netanyahu, ha portato alla Casa Bianca durante una riunione con la parigrado americana Susan Rice a cui hanno partecipato responsabili militari e d’intelligence dei due Paesi.
I concetti esposti da Amidror durante la riunione-fiume avvenuta martedì sera nella West Wing nascono dalla convinzione del governo di Gerusalemme che «al momento non ci sono soluzioni positive per la crisi siriana».
Anche per via del fatto che, come spiega Efraim Inbar direttore del centro Begin-Sadat, secondo una valutazione dell’intelligence israeliana, vi sarebbero in Siria almeno 10mila combattenti «jihadisti globali» ovvero riconducibili ad Al Qaeda e ai Fratelli Musulmani. E potrebbero essere loro a prevalere se il regime di Assad dovesse dissolversi. È stato l’ex capo del Mossad, Efraim Ha-Levy, ad affermare in un’intervista televisiva che «Assad non deve cadere», esprimendo i pareri prevalenti nell’establishment della sicurezza israeliana, ma l’attacco condotto con i gas chimici nelle periferie orientali di Damasco ha obbligato a rimodellare tale posizione, in ragione della crescente determinazione della Casa Bianca ad intervenire.
Ecco perché Shlomo Brom, ex capo della pianificazione dell’Esercito israeliano a Washington per una serie di conferenze, spiega che adesso «l’interesse di Israele è che Bashar Assad non esca vittorioso dalla guerra civile» perché «ha legittimato l’uso delle armi chimiche in Medio Oriente creando un pericoloso precedente» e «la sua vittoria diventerebbe un successo strategico dell’Iran e degli Hezbollah che lo sostengono».
Sono tali valutazioni che spiegano perché Gerusalemme è in favore di un’azione militare limitata, finalizzata a «punizione e deterrenza» di Assad evitando però di indebolire il regime del Baath fino a farlo cadere. Si tratterebbe dunque più di un attacco simile a quello avvenuto nell’agosto del 1998, quando Bill Clinton ordinò di colpire Afghanistan e Sudan dopo gli attacchi di Al Qaeda contro le ambasciate Usa in Africa Orientale, anziché di una campagna come quella del 1999 contro Milosevic per il Kosovo. Da qui le indiscrezioni che circolano a Washington sul fatto che esperti militari israeliani e americani abbiano discusso una lista selezionata di obiettivi da colpire tesa ad eliminare le armi più pericolose di cui dispone Assad: anzitutto quelle chimiche ma anche missili Scud, aerei e sistemi antimissilistici. Si tratta di armamenti forniti quasi esclusivamente dalla Russia, a partire dalla metà degli Anni Settanta e periodicamente ammodernati, che consentono ad Assad di colpire la popolazione civile e proteggersi dall’aria. Ma sono anche le armi più pericolose che potrebbero cadere nelle mani dei ribelli jihadisti in caso di dissoluzione del regime.
Le valutazioni israeliane sulla Siria nascono dalla convinzione che in questo momento la strategia da perseguire sia la «stabilità dell’instabilità» ovvero la continuazione del conflitto armato fra Assad, sostenuto da Hezbollah e Iran, e i «jihadisti globali»: si tratta dei più acerrimi nemici che Gerusalemme e Washington hanno nel mondo sciita e sunnita, e il loro reciproco dissanguamento di risorse umane e materiali viene considerato un elemento di stabilità regionale. Si tratta infatti di una riedizione, seppur in scala ridotta, del conflitto fra l’Iraq di Saddam Hussein e l’Iran dell’ayatollah Khomeini che fra il 1980 ed il 1988 paralizzò e indebolì quelli che erano all’epoca i più temibili avversari regionali di Usa ed Israele.
Ad avvalorare l’interesse di Gerusalemme per una Siria «stabilizzata dall’instabilità» c’è il rapporto della Cia pubblicato ieri dal quotidiano «Yedioth Aharot» sull’«incubo siriano di Israele» secondo il quale «la leadership dei ribelli è massicciamente infiltrata dai Fratelli Musulmani e dai jihadisti globali portatori di un’agenda estremista» aprendo lo scenario di un dopo-Assad «destinato ad assomigliare in peggio alle attuali situazioni di Egitto e Iraq, dove non si sa chi sia al comando». L’incubo per Israele è dunque quello di trovarsi circondata da gruppi estremisti: Hezbollah in Libano, Fratelli Musulmani e Al Qaeda in Siria, Fratelli Musulmani nella Striscia di Gaza e Fratelli Musulmani in Egitto.
Per scongiurare tale assedio Netanyahu sta già adattando la tattica militare - come i quattro raid in Siria e l’attacco dei droni in Egitto condotti nell’arco degli ultimi 12 mesi hanno dimostrato - d’intesa con i Paesi Arabi sunniti con cui più condivide l’interesse a contrastare in ogni maniera tanto l’Iran sciita che i Fratelli Musulmani: l’Arabia Saudita, che ha la maggiore capacità di intervento diretto in Siria, e la Giordania, considerata la nazione più a rischio di essere investita dal domino jihadista.
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Re: Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?
Devess’essere stata un’emozione fortissima quella di questo padre siriano che ha ritrovato il figlio creduto morto.
Uno degli aspetti umani ancora rimasti nel pianeta delle scimmie, è quello che nessun adulto accetta che non venga rispettato il ciclo della vita.
Nessun genitore accetta mai che se ne vada prematuramente il figlio. E’ un dolore così profondo che ti segna per tutto il resto della vita.
Siria, padre ritrova figlio
Lo credeva ucciso dal gas - rcd
http://video.corriere.it/siria-padre-ri ... fcbde2c622
Uno degli aspetti umani ancora rimasti nel pianeta delle scimmie, è quello che nessun adulto accetta che non venga rispettato il ciclo della vita.
Nessun genitore accetta mai che se ne vada prematuramente il figlio. E’ un dolore così profondo che ti segna per tutto il resto della vita.
Siria, padre ritrova figlio
Lo credeva ucciso dal gas - rcd
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Re: Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?
Parecchi dubbi, sì
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?
Certo che Cameron ha fatto una bella figura di m...
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Re: Medioriente-Dubbi sulle fonti ufficiali?
Va detto che però in Inghilterra quando perdono hanno un altro stile. Vabbè, noi abbiamo il caimano...
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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