articolo 18

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
Rispondi
iospero
Messaggi: 2444
Iscritto il: 24/02/2012, 18:16

articolo 18

Messaggio da iospero »

Vogliono abolire l'art. 18 ? si può cambiarlo e sostituirlo con qualcosa di meglio, visto che il cambiamento ci deve essere ,facciamo come in Germania dove funziona, cioé :
La Germania adotta una politica rovesciata. La parola d’ordine è: non licenziare. La linea concordata fra governo, imprese e sindacati è la riduzione dell’orario di lavoro temporanea per tutti i lavoratori delle imprese in difficoltà - la Kurzarbeit che prevede un’integrazione salariale a carico dello Stato per compensare la perdita dovuta alla riduzione dell’orario di lavoro. I risultati sono stupefacenti. Il tasso di disoccupazione del 7,5 per cento nel 2008, data d’inizio della crisi in Europa, si riduce a ottobre del 2011 al 5,5 per cento, e l’occupazione totale raggiunge il livello più alto degli ultimi due decenni. Due modi diversi di affrontare la crisi. Da un lato, il modello Marchionne basato sull’abrogazione dei diritti dei lavoratori e la rottura dei sindacati, dall’altro quello che potremmo definire il “modello Volkswagen” che porta l’industria automobilistica tedesca al primo posto nel mondo.
shiloh
Messaggi: 3973
Iscritto il: 21/02/2012, 17:56

Re: articolo 18

Messaggio da shiloh »

quanto sopra rappresenta per me una rivelazione...e grazie di averla postata quindi.

i 4 somari dell'apocalisse:
Marchionne-Sacconi-Brunetta-Fornero,
c'hanno in mente di ridurre il lavoratore italiano a livello di quello Greco...manco gli viene in mente che esiste anche la Germania.
Ultima modifica di shiloh il 25/02/2012, 12:47, modificato 1 volta in totale.
shiloh
Messaggi: 3973
Iscritto il: 21/02/2012, 17:56

Re: articolo 18

Messaggio da shiloh »

premesso che il licenziamento collettivo per aziende in crisi esiste già con il seguente processo:

CIG.ordinaria a 700 euri--->straordinaria (che non sempre è concessa) a 700 euri---->mobilità a zero euri --->eppoi ,ciao,ciao Cipputi...

così come esiste già il licenziamento del singolo per giusta causa,

ciò detto,
vi siete fatti una vaga idea di come un datore di lavoro italiano medio userebbe l'arma dell'art.18 se venisse eliminato ???
perchè se ,
come dicono i liberisti de noantri, Ichino in testa,
una forma di protezione del lavoratore come l'art.18 non esiste nelle altre nazioni europee,
è altrettanto vero che una classe imprenditoriale così becera e incapace come quella italiana non esiste in nessun altro paese europeo.****
ed è sicuramente un comportamento da bananas standard,
ma non per questo,anzi,proprio per questo,non molto intelligente,
portare ad esempio quello che fanno nelle altre nazioni senza considerare quello che gli americani definisco:
"checks and balances"...cioè pesi e contrappesi.
e visto che si vuol diventare "europei",
perchè il Cipputi italiano,
pesantemente sottopagato rispetto ai suoi colleghi europei,
per avvitare sulla testata dei motori FIAT lo stesso dado esagonale che il suo collega tedesco avvita sulle testate dei motori Volkswagen,
per diciamo 41 anni di lavoro...lo si deve considerare damblè una persona che "sta sul groppone a tutti" e cacciarlo fuori dall'azienda ???

non credete che siccome è stato pesantemente sottopagato per una vita intera debba almeno avere qualche forma di protezione superiore al suo strapagato collega tedesco,sempre per via di quel:
"checks and balances" a cui ho fatto riferimento ???



****
un esempio "ma anche" tre,su 1000:
1-secondo voi i tedeschi o i francesi avrebbero lasciato che i loro industriali sotterrassero milioni di metri cubi di rifiuti tossici ???
e nel momento che uno di loro lo avesse comunque fatto:

http://www.repubblica.it/cronaca/201...aglia-2242748/

lo avrebbero eletto presidente di Confindustria,

o lo avrebbero mandato a far compagnia a "Papillon" (alla Cajenna per intenderci)...???

2-vi risulta che dirigenti come quelli della Thyssen,
la cui negligenza ha causato la morte terribile di 7 Cipputi bruciati vivi:
http://video.repubblica.it/copertina...en/67851/66311

potessero essere applauditi dai loro"colleghi" all'iingresso nell'assemblea di confindustria...in Germania ???

3-in quale paese europeo un industriale poteva permettersi di produrre fibra d'amianto:
http://torino.repubblica.it/cronaca/...nata-29787774/
ben sapendo da decenni prima che l'amianto è altamente cancerogeno ???

perchè oh raga...Cipputi in Italia è in mano a questa gente qua eh...
peanuts
Messaggi: 2102
Iscritto il: 21/02/2012, 22:29

Re: articolo 18

Messaggio da peanuts »

shiloh ha scritto:è altrettanto vero che una classe imprenditoriale così becera e incapace come quella italiana non esiste in nessun altro paese europeo
Quello che dico sempre io
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
shiloh
Messaggi: 3973
Iscritto il: 21/02/2012, 17:56

Re: articolo 18

Messaggio da shiloh »

In Italia gli stipendi più bassi d'Europa


omissis...Entrando nel dettaglio, cosa dicono i numeri? In Italia, il valore dello stipendio annuo (con almeno 10 dipendenti) è pari a 23.406 euro, ovvero la metà di quanto si guadagna in Lussemburgo (48.914), Olanda (44.412) o Germania (41.100). Ma meglio di noi fanno anche, paesi in cui la crisi ha colpito molto duramente come Irlanda, Spagna, Cipro e persino la bistrattata Grecia
(ma con i tagli agli stipendi dell'ultimo anno scenderà molto in classifica con le prossime rilevazioni). Guardando ai cosiddetti Pigs, l'Italia riesce a superare solo il Portogallo.


Fornero:
"In Italia abbiamo salari bassi e un costo del lavoro comparativamente elevato.
Bisogna scardinare questa situazione, soprattutto aumentando la produttività".

http://www.repubblica.it/economia/2012/ ... ref=HREA-1
--------------------------------------



dunque,in Italia abbiamo,se non vado errato:
-130 mld/anno di evasione fiscale
-60 mld/anno di sprechi pubblici certificati dalla corte dei conti
-una TAV in valsusa che ci costerà 23mld.
-90 caccia F35 che ci costeranno 130milioni l'uno x9 0 caccia= 12 mld.
non sarebbe più semplice cercare di recuperare su queste risorse e destinarle a detassare gli stipendi sia per quanto riguarda le tasse a carico delle aziende che quelle a carico del lavoratori ???
E invece che propone la Fornero ???
ai lavoratori più sottopagati d'Europa e che a suo parere lavorano poco e producono poco,vorrebbe togliere anche la protezione dell'art.18...

Ultima modifica di shiloh il 27/02/2012, 9:49, modificato 1 volta in totale.
mariok

Re: articolo 18

Messaggio da mariok »

E' pur vero che a parità di stipendio lordo il costo del lavoro in Italia è superiore a quello in Germania (intorno al 10% per maggiori contributi previdenziali). Ma il gap non è tale da giustificare livelli salariari di 1 a 2.

Quanto alla redditività, il min. Fornero non mi pare pronunci le parole (quasi sconosciute nel linguaggio di questo governo) innovazione, ricerca e sviluppo, valore aggiunto, nanismo delle imprese italiane, accesso al credito, costo del denaro, mercato dei capitali di rischio.

La lingua finisce col battere sempre e soltanto sul dente della flessibilità.

L'art. 18 giustamente non deve essere un tabù, ma non può nemmeno diventare un'ossessione. :x



DOSSIER
Licenziare i dipendenti è già possibile

l'Ocse: siete tra i più flessibili al mondo

Come liberarsi della manodopera in esubero: la Germania è il Paese più rigido, gli Usa non pongono ostacoli. Ma nella classifica degli economisti di Parigi la nostra legislazione è considerata assai poco vincolante di PAOLO GRISERI

IN ITALIA licenziare è difficile? Niente affatto. Gli indici dell'Ocse (strictness of employment protection) spiegano che liberarsi di un dipendente è molto più facile per un imprenditore italiano di quanto non lo sia per un ungherese, un ceco o un polacco. Con un indice di flessibilità di 1,77 (per i lavoratori a tempo indeterminato) l'Italia è al di sotto della media mondiale (2,11).

In cima alla classifica, nei paesi in cui licenziare è più difficile ci sono la Germania (indice 3.0) e i paesi del Nord Europa. Dunque, secondo questi dati aggiornati al 2008, non ci sarebbe alcuna ragione per modificare l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori in nome di una presunta rigidità delle leggi italiane.

Il nodo è, da sempre, l'obbligo di reintegro se il tribunale riconosce che il licenziamento è avvenuto senza giusta causa. Ma quell'obbligo è presente in gran parte dei paesi industrializzati, con l'unica eccezione degli Stati Uniti (che ora stanno rivedendo le leggi in materia).

Gli Usa sono in cima alla classifica della libertà di licenziamento: il loro indice è di 0.17. Ma sono anche una vistosa eccezione a livello mondiale che non si riscontra in nessuno dei paesi emergenti dove il Pil avanza ancora a due cifre nonostante la crisi. La classifica dell'Ocse (presa a riferimento dalle aziende che scelgono in quali paesi investire) mette l'Italia in cima alla top ten (indice 4,88) solo quando si voglia procedere a licenziamenti collettivi. In quel caso il nostro è il paese al mondo dove è più difficile licenziare grandi quantità di lavoratori tutti insieme. Ma è davvero un difetto? Vediamo la situazione nelle diverse aree del mondo.

ITALIA
Niente riassunzione nelle piccole imprese
L'articolo 18 della legge 300 del 1970 (Statuto dei lavoratori) prevede che il lavoratore licenziato senza giusta causa (i motivi economici non sono al momento considerati tali) abbia diritto al reintegro sul posto di lavoro. Solo se il dipendente sceglie di rinunciare al reintegro, il datore di lavoro può scambiare l'obbligo di riassunzione con il pagamento di un indennizzo pari a 15 mensilità dell'ultimo stipendio percepito. Nelle piccole aziende con meno di 15 dipendenti il lavoratore ingiustamente licenziato non ha diritto al reintegro e viene risarcito in denaro. In caso di controversia il lavoratore può ottenere la sospensione del licenziamento fino alla conclusione del processo.

GERMANIA
Lavoratori allontanati solo con giusta causa
Il licenziamento senza giusta causa è considerato illegittimo e, in via preferenziale, deve essere risarcito con il reintegro sul posto di lavoro. L'imprenditore che voglia licenziare un dipendente deve comunicarlo al consiglio di azienda. Se il sindacato riterrà non fondato il provvedimento, il dipendente ha il diritto di rimanere al suo posto fino al termine del processo. Se poi il giudice stabilisce che effettivamente il licenziamento non era giustificato, l'imprenditore ha l'obbligo di reintegrare il dipendente in organico. L'unica eccezione è la possibilità che l'imprenditore dimostri che non c'è possibilità di collaborazione con il licenziato che dunque viene risarcito con un indennizzo.

FRANCIA
Chiudere per delocalizzare è diventato meno semplice
Generalmente il lavoratore che viene ingiustamente licenziato è risarcito con indennizzi di entità variabile secondo criteri stabiliti dalla legge. Ma nell'autunno scorso tre sentenze di tribunali locali hanno fatto scalpore annullando i progetti di delocalizzazione di altrettante aziende d'oltralpe. Quelli che i francesi chiamano "licenziamenti della Borsa", dettati cioè dalla smania degli azionisti di portare altrove la produzione per aumentare i profitti, sono stati considerati illegittimi e le aziende sono state obbligate a riassumere i lavoratori licenziati. Grandi proteste, naturalmente, degli imprenditori. Ora sulla vicenda la parola deve passare alla Corte di Cassazione di Parigi.

STATI UNITI
Mano libera per le aziende e il reintegro non esiste
Tradizionalmente in Usa vale il principio secondo cui l'imprenditore può licenziare i suoi dipendenti a piacimento ("at will") senza alcuna restrizione. Una norma spesso invocata dai liberisti europei come riferimento ideale. In realtà nel corso dei decenni i limiti sono stati posti sia a livello federale che dei singoli stati. In generale è illegittimo il licenziamento di un lavoratore che si sia rifiutato di andare contro la legge, o un licenziamento discriminatorio per ragioni legate alla razza, alla fede religiosa o al credo politico. Curiosa la norma che in Michigan vieta licenziamenti legati alla statura o al peso. Ma anche in caso di licenziamento illegittimo il lavoratore viene risarcito in denaro e non con il reintegro.

CINA
Cacciare gli "anziani" è quasi impossibile
In Cina la legge sul lavoro è stata aggiornata a partire dal 1 gennaio 2008. I dipendenti possono essere licenziati solo se il datore di lavoro è in grado di presentare un giustificato motivo. Questo vale anche durante il periodo di prova che varia da un mese a sei mesi a seconda della durata del contratto. Se il motivo è considerato giustificato, il licenziamento avverrà senza che al lavoratore vengano corrisposte indennità. E' vietato il licenziamento in caso di malattie dovute all'attività professionale presso l'azienda o quando il lavoratore sia dipendente da almeno quindici anni presso la stessa società e gli manchino meno di 5 anni alla pensione.



(05 gennaio 2012)

http://www.repubblica.it/economia/2012/ ... -27610617/
shiloh
Messaggi: 3973
Iscritto il: 21/02/2012, 17:56

Re: articolo 18

Messaggio da shiloh »

LAVORO: ESSENZIALE PARTIRE DAGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI

Pubblicato il domenica, 26 febbraio 2012 da Cesare Damiano

Per supportare l’ottimismo del ministro Fornero circa l’esito della trattativa con le parti sociali sul mercato del lavoro,
al quale anche noi attribuiamo un’importanza decisiva,
sarebbe necessario che il governo cominciasse a indicare con quali risorse si vogliono migliorare le tutele degli ammortizzatori sociali.
Questo e’ un punto di partenza essenziale che, se risolto, renderebbe tutto il resto sicuramente piu’ agevole.

Sull’art. 18 noi riteniamo che sarebbe di grande giovamento per le imprese e i lavoratori intervenire sulla velocita’ del processo del lavoro:
risolvere una causa di licenziamento in tre mesi, e non in 6 anni, attraverso una procedura d’urgenza,
darebbe alle imprese e ai lavoratori quella certezza e quella serenita’ che valgono piu’ di qualsiasi concessione sul terreno della flessibilita’ in uscita.
Del resto, introdurre la liberta’ di licenziamento individuale per motivi economici, soprattutto in un momento di recessione economica e di aumento dei disoccupati,
sarebbe incomprensibile
.

http://cesaredamiano.wordpress.com/2012 ... i-sociali/
shiloh
Messaggi: 3973
Iscritto il: 21/02/2012, 17:56

Re: articolo 18

Messaggio da shiloh »

Lavoriamo per l'accordo.
Servono più tutele per tutti.

Governo dice di voler intesa su lavoro ma mancano le risorse.
La CGIL ribadisce la sua ferma volontà di arrivare ad un accordo:
lotta a precarietà e ammortizzatori sociali allargati e inclusivi le sue priorità.
Resta nodo delle risorse Nuovo incontro giovedì primo marzo

24/02/2012
Una strenua volontà di arrivare ad un accordo per la riforma del mercato del lavoro che metta al centro la lotta alla precarietà e l'istituzione di un sistema di ammortizzatori sociali ampio e inclusivo.

E' la posizione che ha ribadito ieri la Cgil nel corso del quinto appuntamento tra governo e parti sociali per la riforma del mercato del lavoro. Un nuovo round, questa volta nella sede del dicastero del Lavoro in via Flavia, centrato soprattutto sul tema ammortizzatori sociali e aperto questa volta anche ad una delegazione delle Regioni guidata dal presidente Vasco Errani.

Il ministro Fornero ha ribadito la “ferma intenzione” del governo di arrivare ad un accordo con le parti per il bene del Paese ma i nodi da sciogliere,
perché la trattativa faccia un deciso passo in avanti, sono ancora di una certa rilevanza.

Due soprattutto, come ha ribadito ieri al termine del tavolo il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso:
“Lo stallo è sulle risorse”.
Anche se il numero uno di corso d'Italia non manca di sottolineare gli aspetti positivi:
“I passi avanti - ha detto Camusso - sono sull'idea che i nuovi ammortizzatori avranno cinque anni di sperimentazione e andranno a regime nel 2017”,
proprio cioè come chiedeva la Cgil, ovvero entro un lasso di tempo tale che possa traghettare (si spera) il Paese fuori dalla crisi.

In ogni caso, alla luce del sistema “assicurativo” prospettato dalla Fornero - che estende in maniera strutturale i sussidi di disoccupazione a tutti ma finanziato interamente dai contributi sociali a carico dei lavoratori e delle aziende senza risorse da parte dello stato - il rischio è quello di produrre una riduzione piuttosto che un allargamento.

“Il governo non può dire che noi non vogliamo maggiore inclusione per i giovani, ma quello che che non può succedere è che si dia poco o nulla a chi viene incluso e si tolga molto a chi ha ora. Utilizzando così il modello usato per le pensioni”.


Non solo perché un tema molto delicato da dirimere nei prossimi tavoli è l'idea del governo di tagliare i contributi previdenziali figurativi che oggi lo Stato versa per i lavoratori che beneficiano degli ammortizzatori sociali.

Questi insomma i nodi da sciogliere di una trattativa difficile che vede la Cgil impegnata nella volontà di fare un accordo perché è sua la priorità posta al tavolo, la lotta alla precarietà, e sua la necessità urgente di un cambiamento che metta fine alla dualità del mercato del lavoro e garantisca certezza di tutele al reddito.
Il prossimo incontro si terrà giovedì, sempre sugli ammortizzatori sociali, preceduto a un tavolo tecnico che da martedì in poi passerà al vaglio le ipotesi di modifica delle flessibilità malate.

http://www.cgil.it/dettagliodocumento.aspx?ID=18507
shiloh
Messaggi: 3973
Iscritto il: 21/02/2012, 17:56

Re: articolo 18

Messaggio da shiloh »

Sindacati sfidano il governo
"Troppe tasse sui salari"


ROMA –
Meno enfasi sull'articolo 18 e più iniziative per ridurre il carico fiscale sugli stipendi. Lo chiedono i sindacati, pronti a sfidare il governo sul tema. Commentando i dati Eurostat
sugli stipendi italiani 1 –
i più bassi d'Europa - il segretario generale Raffaele Bonanni non ha dubbi:
"Ci sono troppe tasse sul lavoro dipendente, siamo oltre il 50 per cento e questo falcidia in modo inesorabile i salari".
E chiede all'esecutivo di aprire una discussione
"chiara, forte e trasparente sulle disfunzioni del sistema, cioe' sul fisco e sui salari".

Per il leader della Cisl
"è sconcertante"
che ci sia
"tutta questa enfasi sull'articolo 18 e nessuna parola e nessuna iniziativa su questo aspetto (le tasse sui salari, ndr). In Italia - ha aggiunto - c'è il dato più basso sui salari e quello più alto per i compensi di politici e manager pubblici e privati. Non si giustifica che i nostri salari siano al di sotto di quelli di Cipro e della Grecia. Sfidiamo il governo ad aprire con noi una discussione chiara e trasparente".
Questo è importante, ha concluso, anche perché dare forza ai salari significa "dare forza ai consumi".

Sul tema è intervenuto anche il ministro Fornero,
parlando di un mercato del lavoro "imbarbarito", con troppe tasse e poca produttività.
Oggi Bonanni si dice pronto al confronto, denunciano però troppe incomprensioni:
"Abbiamo le nostre proposte che corrispondono alle esigenze sottolineate dal governo ma vedo troppe discussioni, troppi polveroni, troppe incomprensioni inspiegabili, troppi tira e molla assolutamente ingiustificabili",
aggiunge, ribadendo l'aspettativa del sindacato sul negoziato:
"Arrivare alla chiusura della partita con molto senso di responsabilità da parte nostra ma anche da parte del governo".

Bonanni chiede anche di riaprire il confronto sulla pubblica amministrazione,
"per meglio pagare i lavoratori dipendenti e ridare loro dignità".
"Da Prodi a Berlusconi fino a Monti - ha detto - i pubblici impiegati sono lì con lo stesso reddito e per la verità anche denigrati.
Non c'è un discorso che riguarda il loro riassetto e la revisione dei livelli istituzionali e amministrativi": questo, ha concluso il segretario della Cisl,
"è il punto dei punti".

La denuncia di Bonanni va di pari passo con quella di Luigi Angeletti.
"Da qualche anno",
dice il leader della Uil,
"prima del ministro Fornero e di Eurostat, diciamo che il problema dell'Italia è che negli anni Novanta siamo caduti dentro ad una trappola fatta di bassi salari e bassa produttività".
Il governo, conclude,
"oltre alle belle intenzioni che non sono altro che intenzioni apprezzabili farebbe bene a rendere strutturale quella riduzione di tasse che si hanno sui premi di produttività".

http://www.repubblica.it/economia/2012/ ... ef=HREC1-2
paolo11
Messaggi: 3688
Iscritto il: 22/02/2012, 14:30

Re: articolo 18

Messaggio da paolo11 »

L'Italia Tutto un controsenso.Menager , Burocrati eccc...politici quasi 1000 fra le due camere con 60milioni di abitanti.
Nemmeno gli USA hanno 1000 politici essendo piu di 300 milioni di abitanti.
E guarda caso prendono tutti piu soldi di quasiasi nazione Europea e non.
Però da contropeso abbiamo i salari piu bassi d'europa.
Fino a quando porteranno pazienza gli Italiani?
Ciao
Paolo11
Rispondi

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 14 ospiti