CRISI DI GOVERNO
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Re: CRISI DI GOVERNO
Non spingete
(Marco Travaglio).
30/09/2013 di triskel182
C’è una gran ressa nell’anticamera del fronte antiberlusconiano, rimasto per vent’anni semideserto. Pare che spingano per entrare anche alcuni gaglioffi che dopo una vita da rospi diventarono principi azzurri grazie al tocco magico del portafogli e delle tv del Cainano, che scattavano sull’attenti a ogni suo fischio, che gli han sempre votato e talora firmato decine di leggi vergogna (vero, Angelino detto Lodo?), che ancora due anni fa approvavano festosi la mozione “Ruby nipote di Mubarak”, che ancora l’11 marzo marciavano sul Tribunale di Milano, che ancora una settimana fa si rimangiavano il voto sulla Severino trafficando per salvare il pregiudicato dalla decadenza e si facevano esplodere in tutti i talk show spacciando un volgare frodatore fiscale per un perseguitato politico, insultando i giudici e i giornalisti liberi che hanno capito e detto tutto con due decenni d’anticipo.
E ora si scoprono “colombe” per arraffare un’altra poltrona ministeriale e garantirsi l’autoriciclaggio al prossimo giro di valzer, subito riverginati dagli house organ dell’inciucio che li beatificano come alfieri di una destra moderna ed europea, mentre quelli fanno gli eroi della resistenza al “metodo Boffo”, a loro tanto caro fino all’altroieri.
Diciamo subito, allora, che il metodo Boffo con i cinque ministri e i cicchitti “diversamente berlusconiani” non c’entra nulla.
Sull’allora direttore di Avvenire , il Giornale scagliò un dossier in parte vero (la sentenza per molestie ai danni di una donna) e in parte falso (un’informativa inesistente della polizia sui suoi gusti sessuali), mentre su di loro Sallusti non ha (ancora) sparso né fango né veleno: ha soltanto scritto che sembrano avviati “sulle orme di quel genio di Fini”. Una critica politica pienamente legittima, giusta o sbagliata che sia. Ci vuol altro per farne dei martiri.
Nell’attesa, potrebbero scusarsi con Fini, Granata, Perina, Angela Napoli, Briguglio e gli altri finiani che scaricarono B. magari tardi, ma quando ancora costava caro: e nel 2010 stavano per liberarci definitivamente dal Cainano, se Napolitano non si fosse precipitato in suo soccorso.
Ora è tardi per mollarlo, e pure troppo comodo. Tempo scaduto: le iscrizioni all’antiberlusconismo sono chiuse da un pezzo.
Anche perché oggi le vere vittime del metodo Boffo sono ben altre: per esempio i 5Stelle che, dati per estinti fino all’altro giorno, si riscoprono forti nei sondaggi e vengono bastonati con ogni sorta di falsità da destra e da sinistra in vista delle possibili elezioni anticipate. Non passa giorno senza che un paio di malpancisti grillini vengano spacciati da giornali e tv come un poderoso esercito di dissidenti pronti a secedere e ansiosi di votare astutamente il prossimo governicchio: quello che ci farà pagare tutte le tasse rinviate da Letta. Ieri sul Giornale il semprelucido Francesco Alberoni, ormai pronto per la legge Bacchelli, scriveva che “il Movimento a Cinque Stelle ha come programma politico quello di annientare il sistema parlamentare e instaurare un regime totalitario. Grillo lo dice nel suo blog, come del resto aveva fatto a suo tempo Hitler nel suo libro Mein Kampf ”. E l’altroieri, nella consueta enciclica domenicale, Eugenio Scalfari tentava di far dimenticare i suoi imbarazzanti peana alle larghe intese Napolitano-Berlusconi-Letta Zio-Letta Nipote e il clamoroso fallimento dopo appena cinque mesi dell’adorato presidente e dall’amato premier (il più ridicolo e inconcludente del dopoguerra). E con chi se la prendeva? Con l’unica forza di opposizione, a cui i fatti si sono incaricati di dare ragione. Al punto da mettere Grillo sullo stesso piano di B. (“Due caimani e due bande di camerieri”): “Grillo vuole le stesse cose di Berlusconi: la caduta del governo, le elezioni anticipate col ‘porcellum’, le dimissioni di Napolitano e un governo di grillini e di chi la pensa come loro (Berlusconi?)”.
Raramente si era letta su un giornale serio come Repubblica una tale quantità di baggianate. Qui chi ha patrocinato un governo con B. non è Grillo, è Scalfari. E, se si andasse subito al voto col Porcellum, la colpa sarebbe di tutti fuorché di Grillo: i parlamentari M5S votarono in massa per la mozione Giachetti che impegnava le Camere a tornare al Mattarellum in caso di elezioni, mentre tutto il Pd (compreso Letta) votò contro la proposta del suo stesso deputato. Del resto Pd, Pdl e Napolitano avevano già boicottato il referendum anti-Porcellum, plaudendo quando due anni fa la Consulta lo bocciò. E in questi cinque mesi che cos’han fatto per abrogare la porcata? Nulla di nulla. Hanno perso tempo dietro la compagnia dei “saggi” della buona morte voluta da Napolitano, trastullandosi con la controriforma costituzionale e scardinando l’articolo 138: sapevano bene che l’unico alibi che tiene insieme il governo con lo sputo è proprio l’assenza di una nuova legge elettorale. Quanto alle dimissioni di Napolitano, non è solo Grillo a chiederle, ma è Napolitano che le ha promesse nel suo discorso di reinsediamento dinanzi alle Camere riunite, il 22 aprile scorso: “Ho il dovere di essere franco: se mi troverò di nuovo dinanzi a sordità come quelle contro cui ho cozzato nel passato, non esiterò a trarne le conseguenze dinanzi al Paese”. Non gli bastano le sordità di questi giorni? O è diventato sordo anche lui?
Da Il Fatto Quotidiano del 01/10/2013.
(Marco Travaglio).
30/09/2013 di triskel182
C’è una gran ressa nell’anticamera del fronte antiberlusconiano, rimasto per vent’anni semideserto. Pare che spingano per entrare anche alcuni gaglioffi che dopo una vita da rospi diventarono principi azzurri grazie al tocco magico del portafogli e delle tv del Cainano, che scattavano sull’attenti a ogni suo fischio, che gli han sempre votato e talora firmato decine di leggi vergogna (vero, Angelino detto Lodo?), che ancora due anni fa approvavano festosi la mozione “Ruby nipote di Mubarak”, che ancora l’11 marzo marciavano sul Tribunale di Milano, che ancora una settimana fa si rimangiavano il voto sulla Severino trafficando per salvare il pregiudicato dalla decadenza e si facevano esplodere in tutti i talk show spacciando un volgare frodatore fiscale per un perseguitato politico, insultando i giudici e i giornalisti liberi che hanno capito e detto tutto con due decenni d’anticipo.
E ora si scoprono “colombe” per arraffare un’altra poltrona ministeriale e garantirsi l’autoriciclaggio al prossimo giro di valzer, subito riverginati dagli house organ dell’inciucio che li beatificano come alfieri di una destra moderna ed europea, mentre quelli fanno gli eroi della resistenza al “metodo Boffo”, a loro tanto caro fino all’altroieri.
Diciamo subito, allora, che il metodo Boffo con i cinque ministri e i cicchitti “diversamente berlusconiani” non c’entra nulla.
Sull’allora direttore di Avvenire , il Giornale scagliò un dossier in parte vero (la sentenza per molestie ai danni di una donna) e in parte falso (un’informativa inesistente della polizia sui suoi gusti sessuali), mentre su di loro Sallusti non ha (ancora) sparso né fango né veleno: ha soltanto scritto che sembrano avviati “sulle orme di quel genio di Fini”. Una critica politica pienamente legittima, giusta o sbagliata che sia. Ci vuol altro per farne dei martiri.
Nell’attesa, potrebbero scusarsi con Fini, Granata, Perina, Angela Napoli, Briguglio e gli altri finiani che scaricarono B. magari tardi, ma quando ancora costava caro: e nel 2010 stavano per liberarci definitivamente dal Cainano, se Napolitano non si fosse precipitato in suo soccorso.
Ora è tardi per mollarlo, e pure troppo comodo. Tempo scaduto: le iscrizioni all’antiberlusconismo sono chiuse da un pezzo.
Anche perché oggi le vere vittime del metodo Boffo sono ben altre: per esempio i 5Stelle che, dati per estinti fino all’altro giorno, si riscoprono forti nei sondaggi e vengono bastonati con ogni sorta di falsità da destra e da sinistra in vista delle possibili elezioni anticipate. Non passa giorno senza che un paio di malpancisti grillini vengano spacciati da giornali e tv come un poderoso esercito di dissidenti pronti a secedere e ansiosi di votare astutamente il prossimo governicchio: quello che ci farà pagare tutte le tasse rinviate da Letta. Ieri sul Giornale il semprelucido Francesco Alberoni, ormai pronto per la legge Bacchelli, scriveva che “il Movimento a Cinque Stelle ha come programma politico quello di annientare il sistema parlamentare e instaurare un regime totalitario. Grillo lo dice nel suo blog, come del resto aveva fatto a suo tempo Hitler nel suo libro Mein Kampf ”. E l’altroieri, nella consueta enciclica domenicale, Eugenio Scalfari tentava di far dimenticare i suoi imbarazzanti peana alle larghe intese Napolitano-Berlusconi-Letta Zio-Letta Nipote e il clamoroso fallimento dopo appena cinque mesi dell’adorato presidente e dall’amato premier (il più ridicolo e inconcludente del dopoguerra). E con chi se la prendeva? Con l’unica forza di opposizione, a cui i fatti si sono incaricati di dare ragione. Al punto da mettere Grillo sullo stesso piano di B. (“Due caimani e due bande di camerieri”): “Grillo vuole le stesse cose di Berlusconi: la caduta del governo, le elezioni anticipate col ‘porcellum’, le dimissioni di Napolitano e un governo di grillini e di chi la pensa come loro (Berlusconi?)”.
Raramente si era letta su un giornale serio come Repubblica una tale quantità di baggianate. Qui chi ha patrocinato un governo con B. non è Grillo, è Scalfari. E, se si andasse subito al voto col Porcellum, la colpa sarebbe di tutti fuorché di Grillo: i parlamentari M5S votarono in massa per la mozione Giachetti che impegnava le Camere a tornare al Mattarellum in caso di elezioni, mentre tutto il Pd (compreso Letta) votò contro la proposta del suo stesso deputato. Del resto Pd, Pdl e Napolitano avevano già boicottato il referendum anti-Porcellum, plaudendo quando due anni fa la Consulta lo bocciò. E in questi cinque mesi che cos’han fatto per abrogare la porcata? Nulla di nulla. Hanno perso tempo dietro la compagnia dei “saggi” della buona morte voluta da Napolitano, trastullandosi con la controriforma costituzionale e scardinando l’articolo 138: sapevano bene che l’unico alibi che tiene insieme il governo con lo sputo è proprio l’assenza di una nuova legge elettorale. Quanto alle dimissioni di Napolitano, non è solo Grillo a chiederle, ma è Napolitano che le ha promesse nel suo discorso di reinsediamento dinanzi alle Camere riunite, il 22 aprile scorso: “Ho il dovere di essere franco: se mi troverò di nuovo dinanzi a sordità come quelle contro cui ho cozzato nel passato, non esiterò a trarne le conseguenze dinanzi al Paese”. Non gli bastano le sordità di questi giorni? O è diventato sordo anche lui?
Da Il Fatto Quotidiano del 01/10/2013.
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Re: CRISI DI GOVERNO
Io ai traditori di B. finchè non li vedo votare contro il loro ex-capo non ci credo.
Stanno tutti lì con il piede su due staffe a cercare di salvare la "cadrega" e basta, votassero l'abolizione del Porcellum col ritorno almeno al sistema precedente e poi via tutti a casa. Come iniziano a dire in Europa molti politici ed economisti: è meglio non avere un governo in italia che un non governo col Cavaliere.
Stanno tutti lì con il piede su due staffe a cercare di salvare la "cadrega" e basta, votassero l'abolizione del Porcellum col ritorno almeno al sistema precedente e poi via tutti a casa. Come iniziano a dire in Europa molti politici ed economisti: è meglio non avere un governo in italia che un non governo col Cavaliere.
Re: CRISI DI GOVERNO
BOOOMmm ... è arrivato Alì Babà....
Berlusconi, caos nel Pdl.
Giovanardi annuncia: «Siamo in 40, pronti a votare la fiducia a Letta»
Alfano e i ministri a Palazzo Chigi. Il premier vede anche Renzi.
Santanchè: offro la mia testa per l'unità del partito
( domani bollito misto )
Berlusconi, caos nel Pdl.
Giovanardi annuncia: «Siamo in 40, pronti a votare la fiducia a Letta»
Alfano e i ministri a Palazzo Chigi. Il premier vede anche Renzi.
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Re: CRISI DI GOVERNO
vola colomba bianca vola
www.youtube.com/watch?v=yEWoZPT2ucE
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Re: CRISI DI GOVERNO
Tafano:"tutto il partito voti la fiducia"
Ma... come?
Non dicevano che non sono complici di bla bla bla e bla bla?
MA CHE AVETE NEL CERVELLO, SABBIA?
Ma... come?
Non dicevano che non sono complici di bla bla bla e bla bla?
MA CHE AVETE NEL CERVELLO, SABBIA?
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: CRISI DI GOVERNO
01 OTT 2013 16:40
1. GIOVANARDI FOR PRESIDENT! “SIAMO OLTRE 40 PER UN NUOVO GRUPPO IN SENATO, VOTEREMO LA FIDUCIA AL GOVERNO”. KING SCILIPOTI: “LE LARGHE INTESE DEVONO PROSEGUIRE” -
2. LA CAMPAGNA ACQUISTI HA FUNZIONATO! PER INGOLOSIRE I “TRADITORI”, GLI È STATO OFFERTO UN POSTO DA MINISTRO (O DA SOTTOSEGRETARIO) OGNI TRE SENATORI “TRAGHETTATI”
3. I DISSIDENTI VERI SONO MENO DI QUELLI STROMBAZZATI DAL COMPAGNO GIOVANARDI. MA POMPARE I NUMERI SERVE A SPAVENTARE IL BANANA E FARGLI MOLLARE I SUOI PROPOSITI
4. GIANNI LETTA FA LA SPOLA TRA IL NIPOTE E IL CAPO FURIOSO PER COME SI METTONO LE COSE
5. I MINISTRI PDL SONO RIUNITI A PALAZZO CHIGI, DOVE LETTA JR HA INCONTRATO ANCHE RENZI
1. GOVERNO: GIOVANARDI, CI SONO NUMERI PER NUOVO GRUPPO, VOTEREMO FIDUCIA
(Adnkronos) - "Abbiamo i numeri, siamo anche piu' di 40, e siamo fermi nel voler mantenere l'equilibrio di governo. Per questo voteremo la fiducia. Il problema dei numeri, al massimo, e' degli altri". Cosi' il senatore 'dissidente' del Pdl Carlo Giovanardi in merito alla fiducia al governo Letta.
2. LA 'COLOMBA' GIOVANARDI AD AFFARI: SE SILVIO INSISTE CON LA CRISI SARA' SCISSIONE
Alberto Maggi per http://www.affaritaliani.it
"Insistere con la strada della crisi di governo può portare alla divisione del Popolo della Libertà". Lo afferma ad Affaritaliani.it il senatore del Pdl Carlo Giovanardi. Che spiega: "Berlusconi ha ragione nel lamentare la posizione del Pd sulla sua decadenza, perché ha subito una mascalzonata, ma rischiamo di passare dalla parte del torto con queste accelerazioni che mettono in difficoltà anche Alfano. Tantissimi non vogliono entrare in Forza Italia, che è il partito di Bondi, Capezzone, Santanchè e Verdini. Personaggi lontanissimi dal Partito Popolare Europeo. Alfano, come tutti noi, è combattutto tra l'amicizia con Silvio e la lontananza da questa Forza Italia che, se nascesse, sarebbe fuori dal Ppe".
Giovanardi aggiunge: "Ho visto delle dichiarazioni di Galan e Nitto Palma che non corrispondono a quanto è accaduto ieri nella riunione dei gruppi. Non vorrei che i falchi tornassero ad attaccare. Ho parlato per venti minuti con Berlusconi e gli ho detto che è vittima di una mascalzonata ma dovrebbe andare in Giunta magari attraverso Coppi e difendersi. Poi aspettare il 15 ottobre il voto dell'Aula".
3. FI: SCILIPOTI, SONO PER LARGHE INTESE, METTO MANO ALL'ART. 67 DELLA CARTA
"Speriamo che non accada nulla di traumatico. Io sono per la prosecuzione dell'esperienza delle larghe intese e fossi in Letta non chiederei la fiducia solo per andare avanti pochi altri mesi". Lo dice Domenico Scilipoti, parlando in veste di 'super colomba' con i giornalisti a palazzo Madama. Alla domanda su quale sara' il suo atteggiamento in caso di scissione tra un gruppo Fi e un gruppo Pdl al Senato, replica: "Mettero' mano all'art.67 della Costituzione", quello in base al quale il parlamentare rappresenta la nazione ed esercita le sue funzioni "senza vincolo di mandato".
4. GOVERNO: MINISTRI PDL A P. CHIGI, ARRIVA ANCHE DE GIROLAMO
(AGI) - Angelino Alfano, Gaetano Quagliariello, Beatrice Lorenzin e, adesso, anche Nunzia De Girolamo. All'appello mancherebbe per il momento solo Maurizio Lupi. Tutti i membri dimissionari del governo, targati Pdl, sono attualmente a palazzo Chigi, ma non e' chiaro se siano riuniti tra di loro o stiano incontrando il premier Enrico Letta.
5. GOVERNO, GIANNI LETTA AMBASCIATORE: PRIMA DAL CAV E POI DAL NIPOTE
(LaPresse) - Gianni Letta ambasciatore tra Silvio Berlusconi e il premier Enrico Letta: l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio e storico collaboratore del Cavaliere ha prima incontrato l'ex premier a palazzo Grazioli, intrattenendosi per poco meno di un'ora a colloquio con lui. Poi la lasciato la residenza romana di Berlusconi per recarsi a palazzo Chigi, dove sta incontrando il nipote e attuale premier Enrico Letta, arrivando in concomitanza con la partenza di Matteo Renzi che aveva a sua volta appena incontrato il presidente del Consiglio.
6. UN MINISTRO OGNI TRE "RESPONSABILI": E' QUESTO IL PREZZO DEL "TRADIMENTO" A BERLUSCONI
Carlo Tarallo per Dagospia
Un ministro ogni tre transfughi: sarebbe questa la "strategia" di Angelino Alfano e Maurizio Lupi per convincere quanti più senatori possibile a votare la fiducia a Enrico Letta, mollando Silvio Berlusconi. Il pallottoliere impazza a Palazzo Madama. Le voci parlano di 25-30 senatori del Pdl pronti a mollare il Banana per appoggiare Enrico Letta, ma al momento, stando a quanto filtra da fonti molto vicine a Dudù, sarebbero più o meno una decina. La diffusione simultanea di un numero più elevato di potenziali transfughi sarebbe il frutto di una "strategia del terrore" nei confronti di Berlusconi.
Per arrivare a un numero più consistente di pro-Letta, verrebbero quindi sacrificati in ogni caso i vari Lorenzin, Quagliariello, De Girolamo: Alfano resterebbe a capo del partito e Lupi avrebbe un ruolo di primo piano. I ministri dimissionari, quindi, verrebbero sostituiti da altri, scelti tra chi dovesse saltare il fosso.
Tutti i potenziali "scissionisti" però, avrebbero imposto una precisa condizione per dichiarare guerra a Berlusconi: che l'orizzonte del governo arrivi almeno al 2015. In caso di un esecutivo in carica per pochi mesi, infatti, anche i pochi dissidenti già determinati a mollare Silvio tornerebbero a Canossa: poi chi li ricandida?
Quello che è certo è che l'intera "trattativa" tra Alfano e Berlusconi non riguarda neanche di striscio il governo, la stabilità, l'Europa, le tasse e tutto il resto: in ballo c'è solo e soltanto la guida di Forza Italia. Alfano vuole a tutti i costi la poltrona di segretario, così da poter garantire anche i suoi fedelissimi, che in questi giorni si sono spinti troppo oltre e sanno di non poter più tornare indietro.
Ma le notizie che giungono dal Pd non sono incoraggianti per colombe e lupacchiotti. Una fonte autorevole sinistrata si lascia sfuggire: "Meglio il voto del congresso. Renzi si candida premier, prende più voti e fa eleggere più parlamentari. Ma se diventa segretario del partito, farà una strage...".
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Re: CRISI DI GOVERNO
Ce ne fosse uno sano di mente
Uno
Oddio, c'era Paniz che voleva il divorzio breve ma fu boicottato dalla discarica e anche dai teodem... bindi e compagnia
BLEAH
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Robert Harris, "Archangel"
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Re: CRISI DI GOVERNO
Comunque, è vergognoso che scendiletta accetti i compromessi con giovanardi, quello che insultò Stefano Cucchi e Alessandro Aldrovandi
Ma chi vi vota alle elezioni, politicanti da poltrona. Scordatevelo
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Re: CRISI DI GOVERNO
Ipotesi di un gruppo che faccia riferimento al Ppe e che si chiamerebbe Nuova Italia
nuova italia
forza italia
fratelli d'italia
Porca Italia...
nuova italia
forza italia
fratelli d'italia
Porca Italia...
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Re: CRISI DI GOVERNO
La vigilia di un giorno di fuoco
Nell'1-X-2, è difficile che oggi esca una X. Sarà 1 o 2.
Berlusconi: "Domani il Pdl voti la sfiducia"
Dopo una giornata di incontri a Palazzo Grazioli, Berlusconi ha deciso: "Staccate la spina al governo Letta". E in una lettera al settimanale Tempi, il Cavaliere scrive: "Come può essere affidabile chi non riesce a garantire l’agibilità politica neanche al proprio fondamentale partner di governo e lascia che si proceda al suo assassinio politico per via giudiziaria?"
Franco Grilli - Mar, 01/10/2013 - 23:00
Lo strappo si è consumato. Alfano inverte la rotta chiedendo ai parlamentari del Pdl di votare la fiducia all'esecutivo. Ma Berlusconi non cede e li invita - nuovamente - a sfiduciare il governo. Domani si va alla conta.
La decisione arriva al termine di una riunione fiume a palazzo Grazioli tra il premier e i fedelissimi. Ora Alfano lavora per trovare una pattuglia di senatori che assicuri la maggioranza al governo di Enrico Letta. Una decisione che, da molte anime del Pdl, è stata vista come un vero e proprio tradimento.
Berlusconi, nel pomeriggio, ha ribadito la sua posizione, in una lunga intervista. "Enrico Letta e Giorgio Napolitano avrebbero dovuto rendersi conto che, non ponendo la questione della tutela dei diritti politici del leader del centrodestra nazionale, distruggevano un elemento essenziale della loro credibilità e minavano le basi della democrazia parlamentare. Come può essere affidabile chi non riesce a garantire l’agibilità politica neanche al proprio fondamentale partner di governo e lascia che si proceda al suo assassinio politico per via giudiziaria?". Silvio Berlusconi, in una lettera indirizzata al settimanale Tempi, spiega così le ragioni che hanno decretato la fine dell'esperienza di governo. "Il Pd (compreso Matteo Renzi) ha tenuto un atteggiamento irresponsabile soffiando sul fuoco senza dare alcuna prospettiva politica. Resistere per me è stato un imperativo morale che nasce dalla consapevolezza che senza il mio argine – che come è evidente mi ha portato ben più sofferenze che ricompense – si imporrebbe un regime di oppressione insieme giustizialista e fiscale. Per tutto questo, pur comprendendo tutti i rischi che mi assumo, ho scelto di porre un termine al governo Letta", ha aggiunto l'ex premier.
Che ha poi ripercorso la sua carriera politica spiegando che "non è il caso Berlusconi che conta, conta tutto ciò che, attraverso il caso Silvio Berlusconi, è rivelatore dell’intera vicenda italiana dal 1993 ad oggi. Il caso cioè di una persecuzione giudiziaria violenta e sistematica di chiunque non si piegasse agli interessi e al potere di quella parte che noi genericamente enunciamo come “sinistra”. Ma che in realtà è rappresentata da quei poteri e forze radicate nello Stato, nelle amministrazioni pubbliche, nei giornali, che sono responsabili della rapina sistemica e del debito pubblico imposti agli italiani. Berlusconi non è uno di quegli imprenditori fasulli che ha chiuso fabbriche o ha fatto a spezzatini di aziende per darsi alla speculazione finanziaria. Berlusconi non è uno di quelli che hanno spolpato Telecom o hanno fatto impresa con gli aiuti di Stato. (…) Berlusconi è uno dei tanti grandi e piccoli imprenditori che al loro paese hanno dato lavoro e ricchezza. Per questo, l’esempio e l’eccellenza di questa Italia che lavora dovevano essere invidiati, perseguitati e annientati (questo era l’obbiettivo di sentenze come quella che ci ha estorto 500 milioni di euro e, pensavano loro, ci avrebbe ridotto sul lastrico) dalle forze della conservazione". Infine, il leader del Pdl ha scritto: "Ho scelto la via del ritorno al giudizio del popolo non per i “miei guai giudiziari” ma perché si è nettamente evidenziata la realtà di un governo radicalmente ostile al suo stesso compagno di cosiddette “larghe intese”. Un governo che non vuole una forza organizzata di centrodestra in grado di riequilibrarne la sua linea ondivaga e subalterna ai soliti poteri interni e internazionali". Nel frattempo in queste ore è tornato a circolare il nome di Marina Berlusconi alla guida della nuova Forza Italia, in contrapposizione a quelli che lei stessa avrebbe definito "traditori". Per il momento si tratta di una ipotesi dettata dalle manovre di Alfano e dei ministri dimissionari: non ne avrebbe ancora parlato col padre.
http://www.ilgiornale.it/news/interni/b ... 54845.html
Nell'1-X-2, è difficile che oggi esca una X. Sarà 1 o 2.
Berlusconi: "Domani il Pdl voti la sfiducia"
Dopo una giornata di incontri a Palazzo Grazioli, Berlusconi ha deciso: "Staccate la spina al governo Letta". E in una lettera al settimanale Tempi, il Cavaliere scrive: "Come può essere affidabile chi non riesce a garantire l’agibilità politica neanche al proprio fondamentale partner di governo e lascia che si proceda al suo assassinio politico per via giudiziaria?"
Franco Grilli - Mar, 01/10/2013 - 23:00
Lo strappo si è consumato. Alfano inverte la rotta chiedendo ai parlamentari del Pdl di votare la fiducia all'esecutivo. Ma Berlusconi non cede e li invita - nuovamente - a sfiduciare il governo. Domani si va alla conta.
La decisione arriva al termine di una riunione fiume a palazzo Grazioli tra il premier e i fedelissimi. Ora Alfano lavora per trovare una pattuglia di senatori che assicuri la maggioranza al governo di Enrico Letta. Una decisione che, da molte anime del Pdl, è stata vista come un vero e proprio tradimento.
Berlusconi, nel pomeriggio, ha ribadito la sua posizione, in una lunga intervista. "Enrico Letta e Giorgio Napolitano avrebbero dovuto rendersi conto che, non ponendo la questione della tutela dei diritti politici del leader del centrodestra nazionale, distruggevano un elemento essenziale della loro credibilità e minavano le basi della democrazia parlamentare. Come può essere affidabile chi non riesce a garantire l’agibilità politica neanche al proprio fondamentale partner di governo e lascia che si proceda al suo assassinio politico per via giudiziaria?". Silvio Berlusconi, in una lettera indirizzata al settimanale Tempi, spiega così le ragioni che hanno decretato la fine dell'esperienza di governo. "Il Pd (compreso Matteo Renzi) ha tenuto un atteggiamento irresponsabile soffiando sul fuoco senza dare alcuna prospettiva politica. Resistere per me è stato un imperativo morale che nasce dalla consapevolezza che senza il mio argine – che come è evidente mi ha portato ben più sofferenze che ricompense – si imporrebbe un regime di oppressione insieme giustizialista e fiscale. Per tutto questo, pur comprendendo tutti i rischi che mi assumo, ho scelto di porre un termine al governo Letta", ha aggiunto l'ex premier.
Che ha poi ripercorso la sua carriera politica spiegando che "non è il caso Berlusconi che conta, conta tutto ciò che, attraverso il caso Silvio Berlusconi, è rivelatore dell’intera vicenda italiana dal 1993 ad oggi. Il caso cioè di una persecuzione giudiziaria violenta e sistematica di chiunque non si piegasse agli interessi e al potere di quella parte che noi genericamente enunciamo come “sinistra”. Ma che in realtà è rappresentata da quei poteri e forze radicate nello Stato, nelle amministrazioni pubbliche, nei giornali, che sono responsabili della rapina sistemica e del debito pubblico imposti agli italiani. Berlusconi non è uno di quegli imprenditori fasulli che ha chiuso fabbriche o ha fatto a spezzatini di aziende per darsi alla speculazione finanziaria. Berlusconi non è uno di quelli che hanno spolpato Telecom o hanno fatto impresa con gli aiuti di Stato. (…) Berlusconi è uno dei tanti grandi e piccoli imprenditori che al loro paese hanno dato lavoro e ricchezza. Per questo, l’esempio e l’eccellenza di questa Italia che lavora dovevano essere invidiati, perseguitati e annientati (questo era l’obbiettivo di sentenze come quella che ci ha estorto 500 milioni di euro e, pensavano loro, ci avrebbe ridotto sul lastrico) dalle forze della conservazione". Infine, il leader del Pdl ha scritto: "Ho scelto la via del ritorno al giudizio del popolo non per i “miei guai giudiziari” ma perché si è nettamente evidenziata la realtà di un governo radicalmente ostile al suo stesso compagno di cosiddette “larghe intese”. Un governo che non vuole una forza organizzata di centrodestra in grado di riequilibrarne la sua linea ondivaga e subalterna ai soliti poteri interni e internazionali". Nel frattempo in queste ore è tornato a circolare il nome di Marina Berlusconi alla guida della nuova Forza Italia, in contrapposizione a quelli che lei stessa avrebbe definito "traditori". Per il momento si tratta di una ipotesi dettata dalle manovre di Alfano e dei ministri dimissionari: non ne avrebbe ancora parlato col padre.
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