Berlusconi è ancora armato e pericoloso

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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camillobenso
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

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Da Forebase:

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Come sarà ricordato nella storia Berlusconi?Berlusconi afferma di non voler essere ricordato come uno che ruba ai cittadini.

Ma secondo te, come verrà ricordato nella storia?

Ricarica Barbara Vellucci
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Il tuo consenso ?
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Amadeus

Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

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altro :

uno che si è fatto i Cxxxx suoi per vent'anni suoi impoverendo il Paese e coprendolo di vergogna e di ridicolo
camillobenso
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

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Era normale che dato il colpo di grazia del primo agosto, la miccia lunga si sarebbe innescata.

E’ quanto si era cercato di capire anni fa sull’implosione di FI oggi Pdl-FI.

Quando succedono queste cose i regolamenti di conti vengono alla luce.

Angelino Jolie aveva chiesto la testa di Sallusti, e il direttore del Giornale che è depositario di molte informazioni e molti segreti, ricambia vendicandosi. Mica è fascista per niente.

A Papillon scoppierà il fegato prima di andare ai servizi sociali con la Piedigrotta mussulmana.


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14 OTT 2013 18:56
LA MAFIA NEL PDL! L’EDITORIALE BOMBA DI SALLUSTI, CHE ACCUSA VELATAMENTE (MA NON TROPPO) IL DUO SICULO ALFANO-SCHIFANI
In prima del “Giornale”: “Mafiosetti, se fosse la reiterata richiesta di avere la mia testa non si capisce a che titolo se non quello di una concezione dell'informazione come «cosa nostra», nel senso di loro”…


Alessandro Sallusti per "Il Giornale"

C'è un'Italia che spinge per cambiare e un'altra arroccata sulla difesa di un presente inadeguato. È un fenomeno trasversale che sta spaccando schieramenti ed equilibri tradizionali. Della prima, quella del cambiamento, fanno parte a titolo e con obiettivi diversi tra loro Berlusconi, Renzi e Grillo. Nella seconda, arroccata attorno al Quirinale, ci sono Letta e Alfano con i rispettivi ministri, la sinistra giustizialista e antiberlusconiana, una consistente pattuglia di parlamentari grillini.

È una inedita versione di bipolarismo, non ideologico ma di puro potere e sopravvivenza personale. Chi non ha paura del nuovo, e soprattutto del giudizio degli elettori, contro chi è aggrappato a diritti e privilegi acquisiti, spesso senza particolari meriti personali. La situazione non è priva di aspetti comici, tipo Cicchitto che dà i sette giorni a Berlusconi («butta subito fuori i falchi altrimenti sei fuori tu dal nostro partito») come si fa con i camerieri. Surreali, per esempio i ministri del Pd che definiscono Renzi (loro imminente segretario) «peggio di Grillo».

Mafiosetti, se fosse vera come scrivono i giornali - non smentiti - la reiterata richiesta del segretario-ministro (tra l'altro degli Interni) Alfano di avere la mia testa non si capisce a che titolo (non sono soggetto politico) se non quello di una concezione dell'informazione come «cosa nostra», nel senso di loro. Ma sono queste quisquilie, parole e fatti ininfluenti che hanno come unico effetto stordire anche quel poco di elettorato che ancora non è scappato nell'astensionismo.

E dire che la gente ha già ampiamente dimostrato di non gradire i traditori (vedi Fini) né la melassa centrista priva di identità, presuntuosa, arrogante ed elitaria (vedi Monti). Chiarezza di programmi ed alleanze, leadership. Questo serve e questo solo paga nelle urne (quelle europee non sono poi così lontane, si vota in primavera). Ora, vogliamo immaginare che futuro avrebbe il Movimento Cinque Stelle orfano di Grillo? Un Pd che sbarrasse con qualche trucchetto la strada a Renzi?

Un Pdl con Cicchitto al posto di Berlusconi? A me, quelli che sostengono queste tesi sembrano più che altro dei matti in crisi di identità, alcuni alle prese con problemi personali. Per questo, e per quel che riguarda il centrodestra, siamo dell'idea che o rimarrà berlusconiano o sarà morto, inghiottito da altri. E fino a che ci sarà dato modo lo sosterremo con forza, per nulla impauriti da ridicole minacce.

2 - PDL: CICCHITTO A SALLUSTI, MI ATTRIBUISCE FRASE MAI PRONUNCIATA
(AGI) - Roma, 13 ott. - Fabrizio Cicchitto, esponente del Pdl, in una nota afferma: "Sallusti mi attribuisce mettendola oggi nel suo editoriale tra virgolette una frase che io non ho mai pronunciato. Quello che io penso realmente e nel testo di alcune interviste rilasciate in questi giorni il cui senso e agli antipodi rispetto alla frase falsa che mi viene da lui attribuita".
peanuts
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

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myriam ha scritto:Questo non è proprio il momento giusto per parlare di amnistia
Beh, intanto dovremmo tirare fuori chi sta dentro per possesso di droghe leggere, è allucinante che uno possa ubriacarsi e poi mettersi al volante ma che un altro non possa farsi uno spinello
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
camillobenso
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

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LA DECISIONE
Decadenza di Berlusconi da senatore: la giunta approva la relazione del presidente Stefano
Il Pdl ha votato contro, Lega e Gal non si sono presentati, mentre a favore si sono espressi Pd, M5S , Scelta Civica e Buemi del Ps


La giunta per le Elezioni e le Immunità del Senato ha approvato la relazione del presidente Dario Stefano sulla decadenza di Silvio Berlusconi. Il Pdl ha votato contro, Lega e Gal non si sono presentati, mentre a favore si sono espressi Pd, M5S e Scelta Civica e Buemi del Psi.
SCONTRO - Ma quello che era stato annunciato come un passaggio «assolutamente formale» del voto sulla relazione, diventa un’ennesima occasione di scontro tra Pd e Pdl. «È stato un non-dibattito», tuona Elisabetta Casellati (Pdl). Nella relazione «ci sono state delle aberrazioni giuridiche», sbotta Lucio Malan. «È andato oltre quelle che erano le previsioni del regolamento», commenta Andrea Augello. Il risultato è che comunque le 41 pagine di relazione lette tutte d’un fiato da Stefano vengono approvate e domani, il presidente le presenterà al numero uno di Palazzo Madama Piero Grasso che poi dovrà convocare una conferenza dei capigruppo per calendarizzare il voto in Aula. Ma prima si dovrà sciogliere un altro nodo: quello dello scrutinio più o meno palese in Aula. Questione che dovrà essere affrontata martedì dalla Giunta per il Regolamento convocata per le 14.

14 ottobre 2013
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Redazione Online


http://www.corriere.it/politica/13_otto ... 0e68.shtml
camillobenso
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

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ORE 12, SILVIO CONVOCA I “SUOI” MINISTRI “CHI STA CON I MIEI CARNEFICI?”

(Fabrizio d’Esposito).
17/10/2013 di triskel182

CICCHITTO, SACCONI, FORMIGONI, GIOVANARDI E QUAGLIARIELLO PRONTI ALLA SCISSIONE.

Da qui a un mese o poco più, quando la decadenza di B. dal Senato dovrebbe essere realtà, il Pdl sarà tutti i santi giorni sull’orlo delle scissione. E ogni momento sarà buono per uscire dal governo. Anche oggi. Stavolta, infatti, il Cavaliere sta tentando di giocare d’anticipo e non subire gli eventi, fino all’ultimo minuto, come accaduto sulla fatidica fiducia a Letta. Ed è per questo che oggi a pranzo a Palazzo Grazioli, la sua residenza romana, Silvio Berlusconi, ritornato “capo dei falchi” secondo la definizione dei lealisti, incontrerà il vicepremier Angelino Alfano e gli altri ministri del Pdl (Quagliariello, Lupi, De Girolamo e Lorenzin) per avere una risposta alla madre di tutte le domande. Il mantra che ossessiona il Leader Condannato dall’inizio di questa settimana: “State con me o con i miei carnefici?”. Ossia il Pd che voterà per la decadenza. Ieri la situazione è precipitata su entrambi i fronti interni. Da un lato, le mosse disperate delle colombe alfaniane. Dall’altro i sorrisi di falchi e lealisti, Denis Verdini e Raffaele Fitto in testa, convinti di diventare padroni del nuovo partito, Forza Italia, e soprattutto soddisfatti per la presunta decimazione dei “traditori” di Palazzo Madama. Da 25 a circa una decina. “Altro che stampella al governo, molti sono dubbiosi. Questa volta non si tratta della fiducia ma del referendum su Berlusconi”. Propaganda o verità?

AL TEMPO STESSO la filiera governista ha messo in campo di nuovo Napolitano per guadagnare tempo e frenare B. con il miraggio della grazia. Prima Brunetta, capogruppo alla Camera, è stato ricevuto al Quirinale, poi Alfano e Mario Mauro, ex Pdl oggi ministro della Difesa, hanno pranzato con il Cavaliere per ammorbidirlo e cedere alle lusinghe di un’altra, estenuante trattativa. Ma Berlusconi, cupo e realista, si sarebbe mostrato molto freddo. Come riferito anche a Verdini, Fitto e Bondi nel corso di altri colloqui del pomeriggio: “Mi dispiace, ma io non mi fido più di Napolitano. Sono deluso. Altro che grazia. Di cosa dovrei farmi perdonare? Io sono un perseguitato. E poi se anche arrivasse la grazia per Mediaset, con la decadenza finirei in galera per altre inchieste. Questo è certo”. Chi ha parlato con lui, racconta che Berlusconi ha “un terrore fisico del carcere, la sua paura è soprattutto questa, senza lo scudo del seggio si sente perso e tramortito”. Difficile, se non impossibile, quindi un altro tiraemolla con il Colle su “spiragli” per una via d’uscita comunque parziale. In ogni caso, ieri sera, Alfano ha visto anche senatori e deputati della sua fazione e ha comunicato l’ultimatum del Cavaliere. Cicchitto, Sacconi, Formigoni, Giovanardi e Quagliariello sarebbero per la scissione immediata. Più scettico e intimorito il vicepremier, per niente popolare negli ultimi sondaggi. La battaglia tra colombe e lealisti si è consumata pure sulla legge di stabilità appena varata dall’esecutivo. Ecco Bondi: “Si tratta di un provvedimento che non aiuta l’economia a crescere e che prevede un aumento consistente delle tasse per ora abilmente camuffate. Tutto questo non tarderà a venire alla luce”. Da oggi, ogni giorno è buono per rompere. Appuntamento all’ora di pranzo. A Palazzo Grazioli.

Da Il Fatto Quotidiano del 17/10/2013.
mariok

Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

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Pierferdy non si smentisce mai!


Scelta Civica, Casini vs Monti: la rottura è sulla salvezza di Berlusconi

La rottura del partito del senatore a vita riapre la partita sul fronte della decadenza del leader del Popolo della libertà. Se l'Aula di Palazzo Madama si dovesse esprimere con voto segreto, l'appoggio del gruppo Mauro-Casini potrebbe cambiare la situazione a favore del Cavaliere

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 18 ottobre 2013

Non tutto è perduto per Silvio Berlusconi. Sembrava un semplice scontro interno, ma dietro le liti diplomatiche di Scelta Civica il punto del contendere è sempre la decadenza del Cavaliere. Il segnale lo lancia Pierferdinando Casini che, in un’intervista a “Matrix”, dichiara: “Sulla decadenza del leader Pdl da senatore non ho ancora deciso. Non è vero che ho contrattato con Berlusconi, non ho parlato con lui e non gli parlerò. Sarà un voto che appartiene alla mia coscienza :roll: e basta. Al momento giusto lo dirò”. L’altra pedina è il ministro della difesa ciellino Mario Mauro. Il 16 ottobre si è visto con il Cavaliere e tra le tante indiscrezioni smentite una su tutte è rimasta in piedi: i due hanno discusso della possibilità di votare contro la decadenza e salvare il pregiudicato. Sono quattordici i voti in ballo: quelli del gruppo Mauro-Casini che già dalla prossima settimana potrebbe unirsi in un unica forza in Parlamento. Con loro anche gli ex Pdl Carlo Giovanardi e Roberto Formigoni, quegli stessi che non hanno alcuna intenzione di confluire in Forza Italia.

Mario Monti si è dimesso dal movimento che lui stesso ha creato, dopo aver letto la nota dei “frondisti del suo gruppo”: “Mi sento tradito”, ha commentato, “da quei parlamentari che mi chiesero di essere eletti”. Nessun passo indietro, ma dietro le quinte la partita è appena cominciata. E così, la rottura di Scelta civica riapre i giochi in Parlamento in vista di un voto che ancora non ha una data precisa. Dopo che la Giunta per le elezioni ha approvato la decadenza del seggio a Palazzo Madama, tocca ora all’Aula esprimersi con voto segreto sul futuro del Cavaliere. La discussione sull’espressione palese del voto potrebbe prendere troppo tempo e nel buio dell’urna, i franchi tiratori potrebbero essere più di uno. La maggioranza sperata dal Popolo della libertà conta almeno 162 voti contrari: quasi in cassaforte ci sono i 91 no del Pdl, i probabili 10 di Gal, i 16 della Lega Nord e i 17 di Scelta civica (ed arrivano a quota 132), poi basterebbero 30 franchi tiratori pronti a salvare Berlusconi. Tra questi potrebbe esserci chi è scontento di una manovra finanziaria all’acqua di rose, debole negli intenti e nei risultati e chi, tra il Partito democratico, ha voglia di andare alle elezioni a marzo.

Sulle macerie di Scelta civica, il partito degli ex tecnici che avrebbe dovuto salvare per due volte il Paese, si gioca il futuro del governo delle larghe intese, per l’ennesima volta messo alla prova nella sua tenuta. Il partito dai “contorni fluidi”, come lo ha definito Monti andandosene dalla porta principale, “ha perso l’adesione ai suoi valori fondanti”. Il gioco è ora nelle mani degli ex democristiani e gli alfaniani. Le dimissioni del senatore a vita sono definitive, e alla successione del gruppo si candidano Benedetto Della Vedova, Linda Lanzillotta e Alberto Bombassei. “C’è un grande traffico in politica oggi”, ha commentato Casini. E chi cerca di approfittare degli ultimi movimenti è il segretario Pdl Angelino Alfano, che pensa ad un Partito popolare dalle visioni europeiste: “Grazie al lavoro di Silvio Berlusconi”, si è affrettato a dichiarare, “stiamo costruendo un grande centrodestra, che sarà in grado di vincere contro le sinistre”. Già sabato 19 ottobre in Veneto alcuni dei protagonisti si riuniranno per parlare de “Il Partito popolare, futuro dei moderati”: ci sarà Lorenzo Cesa, l’esponente del Pdl, il ministro per le Riforme Gaetano Quagliariello e l’esponente di Sc e ministro della Difesa, Mario Mauro. Con loro anche il ministro per lo Sviluppo economico, Flavio Zanonato.
camillobenso
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

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LA SENTENZA DELLA CORTE D’APPELLO SUL RICALCOLO DELLA PENA ACCESSORIA
Mediaset, 2 anni di interdizione a Berlusconi
Ghedini aveva chiesto il minimo della pena (un anno) e dopo la sentenza annuncia ricorso in Cassazione


La Corte d’appello di Milano ha accolto la richiesta del procuratore generale Laura Bertolè Viale e ha determinato in due anni di interdizione dai pubblici uffici il ricalcolo della pena accessoria per l’interdizione dai pubblici uffici nei confronti di Silvio Berlusconi. Il suo legale, Nicolò Ghedini, ha annunciato ricorso in Cassazione contro l’attuale decisione. Il ricalcolo era stato chiesto dalla Cassazione, quando aveva emesso la sentenza definitiva a quattro anni di carcere (di cui tre condonati per indulto) a carico dell’ex premier per il caso dei fondi neri Mediaset.

CASSAZIONE - Il 1° agosto la Cassazione, nel condannare Berlusconi per frode fiscale, aveva però annullato la pena accessoria a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici stabilita in appello, chiedendo alla stessa Corte d’appello del capoluogo lombardo di ridefinirla tra uno e tre anni.

DUE TERZI - Il procuratore generale, nel formulare la sua richiesta, aveva spiegato che, come la pena principale era stata calcolata in due terzi della pena massima, così doveva essere anche per la pena accessoria. L’avvocato generale e in precedenza il giudice relatore avevano ricordato gli esiti del processo in tutti i gradi di giudizio, con i relativi capi d’imputazione.

LA DIFESA - Subito dopo avevano preso la parola i difensori di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Roberto Borgogno, quest’ultimo in aula al posto di Franco Coppi. La difesa ha ricordato che Mediaset, dopo la pronuncia della Cassazione, ha chiuso il contenzioso con l’Agenzia delle entrate versando circa 11 milioni di euro per gli anni 2002-2003. I legali - che hanno chiesto per Berlusconi, incensurato, il minimo della pena (un anno) - hanno inoltre depositato il ricorso presentato alla Corte europea dei diritti dell’uomo e sollevato un’eccezione di costituzionalità sulla legge Severino. Secondo i difensori, la legge Severino viola l’articolo 25 della Costituzione.

REPLICA - Il pg Bertolè Viale si era però opposto alle eccezioni di costituzionalità. Secondo la rappresentante della pubblica accusa, queste eccezioni non possono «entrare» in un giudizio di rinvio e non sono pertinenti con la decisione sull’interdizione.

RICORSO - I giudici ora hanno quindici giorni di tempo per depositare le motivazioni, poi Berlusconi potrà presentare ricorso in Cassazione, come l’avvocato Ghedini ha già preannunciato. La decisione definitiva della Cassazione potrebbe arrivare tra la fine dell’anno e l’iniziò del 2014, ma la decadenza di Berlusconi da senatore dovrà comunque essere votata dalla giunta delle elezioni del Senato e dall’aula di Palazzo Madama. Il ricorso in Cassazione contro la sentenza emessa il 19 ottobre, ha spiegato l’onorevole Ghedini, punterà sia sul ricalcolo della pena accessoria, sia riproponendo entrambe le questioni di costituzionalità sollevate in udienza. Per la difesa di Berlusconi, oggi «non avrebbe dovuto trovare applicazione nessuna misura interdittiva».

19 ottobre 2013
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Redazione Online

http://www.corriere.it/politica/13_otto ... 2aa7.shtml
camillobenso
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

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Processo Mediaset, appello bis: Berlusconi condannato a due anni di interdizione
I giudici della Corte d'Appello di Milano hanno accolto la richiesta del pg e fissato la pena accessoria per l'ex premier. Ad agosto la Suprema Corte confermò la pena a quattro anni di reclusione, ma impose il ricalcolo dell'interdizione dai pubblici uffici. Ghedini: "Ricorriamo in Cassazione, sia per il ricalcolo della pena accessoria sia riproponendo entrambe le questioni di costituzionalità sulla legge Severino"

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 19 ottobre 2013Commenti (917)



Due anni di interdizione per Silvio Berlusconi. I giudici della terza Corte d’Appello di Milano, presieduta da Arturo Soprano, hanno accolto la richiesta del procuratore generale Laura Bertolè Viale riguardo la pena accessoria del Cavaliere nell’ambito del processo Mediaset. Lo scorso 1 agosto la Corte di Cassazione, che ha confermato la condanna a quattro anni per frode fiscale, aveva rinviato il calcolo della pena accessoria ai giudici di secondo grado, che avevano stabilito cinque anni di interdizione.

Il difensore Niccolò Ghedini si è già detto pronto a ricorrere in Cassazione (video). Un ricorso che punterà sia sul ricalcolo della pena accessoria, sia riproponendo entrambe le questioni di costituzionalità sulla legge Severino sollevate oggi in udienza. Per la difesa del Cavaliere oggi “non avrebbe dovuto trovare applicazione nessuna misura interdittiva”. Al verdetto d’appello ‘bis’ seguirà il deposito delle motivazioni, atteso entro 15 giorni. Solo dopo un eventuale nuovo verdetto della Suprema Corte, che potrebbe arrivare a fine 2013 o inizio 2014, la decisione sarà definitiva. A quel punto Berlusconi non potrà né votare né candidarsi per tutto il tempo indicato dai giudici e perderà il diritto di sedere in Parlamento. Inoltre non potrà essere tutore o curatore, svolgere pubblici uffici e ogni incarico non obbligatorio di pubblico servizio.


Accusa e difesa – Il pg, nel formulare la sua richiesta, ha spiegato che, come la pena principale è stata due terzi della pena massima, così deve essere anche per la pena accessoria. L’avvocato generale e, prima di lei, il giudice relatore, hanno parlato per cinque minuti ciascuno, ricordando gli esiti del processo in tutti i gradi di giudizio, con i relativi capi d’imputazione. Poi sono intervenuti i difensori del Cavaliere, Niccolò Ghedini e Roberto Borgogno, in aula al posto del professor Franco Coppi. I legali dell’ex premier hanno chiesto di limitare l’interdizione a un anno. Nei giorni scorsi, inoltre, Ghedini ha depositato il ricorso presentato alla Corte europea dei diritti dell’uomo relativo alla decadenza dell’ex premier da senatore. La Corte di Strasburgo, però, impiegherà diversi mesi per decidere.

Partendo dall’articolo 13 del codice penale e affrontando la legge Severino, i legali di Berlusconi hanno sollevato un’eccezione di incostituzionalità. Inoltre la difesa ritiene che bisognerebbe attendere la risposta del ricorso presentato alla Corte europea prima di decidere sull’interdizione. Sul calcolo, hanno spiegato, non può non influire il contenzioso con l’Agenzia delle Entrate risolto da Berlusconi quando non era più ai vertici di Mediaset, e la fedina penale dell’ex premier che di fatto non può che portare alla richiesta, per gli avvocati del Cavaliere, di “pena minima”, ossia un anno di interdizione.

Le reazioni – Sul fronte Pdl, però, sono in tanti ad attaccare il verdetto dei giudici. Il primo a intervenire è Fabrizio Cicchitto. “La Procura – ha detto – ha chiesto due anni e il collegio giudicante li ha dati: con Berlusconi a Milano spesso c’è la perfetta identificazione tra magistratura inquirente e magistratura giudicante il che manda a pallino lo stato di diritto”. Secondo il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello, ”se la politica faceva qualcosa per aspettare la magistratura non avrebbe fatto male. La legge Severino – ha aggiunto – prevede un’interdizione a sei anni, tre volte la sentenza. Mi sembra di buon senso trovare un luogo dove fare una riflessione sulla congruità, sulla sua costituzionalità”.

Daniele Capezzone, presidente della commissione Finanze della Camera e coordinatore dei dipartimenti del Pdl, invita chi ama la democrazia a sostenere Berlusconi vista ”l’idea di escludere per via giudiziaria un leader scelto da milioni di italiani”. E anche il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani, si scaglia contro i giudici che, “quando si tratta di Berlusconi” lavorano “anche il sabato” e “le sentenze arrivano rapidamente”. Inoltre, prosegue, “si accolgono in toto le richieste dell’accusa e non si tengono in alcun conto le giuste eccezioni di costituzionalità e la chiusura del contenzioso fiscale. E’ l’ennesimo tassello di un mosaico che ha lo scopo, destinato al fallimento, di eliminare il leader di dieci milioni di italiani dalla scena politica”.

Per il capogruppo alla Camera Renato Brunetta è “solo il senso di responsabilità del presidente Berlusconi e di tutto il Pdl può sopportare questo ennesimo schiaffo alla democrazia e al buon senso. Sappiano i giudici che potranno anche decidere sull’interdizione di un politico, ma non potranno mai mettere a tacere la leadership di colui che continua e continuerà a rappresentare nel Paese la maggioranza degli italiani”. Stessa posizione espressa da Mariastella Gelmini. Per il capogruppo a Montecitorio tutto è andato “come da copione. L’accusa – puntualizza – chiede una cosa e, in poco meno di due ore, la Corte milanese ratifica, come un notaio, emettendo una sentenza evidentemente già scritta”. Quella di Milano, infine, è una “sentenza discutibile” e “sbrigativa” per il senatore Altero Matteoli che, tuttavia, non incide sulla “leadership di un movimento di tanti milioni di elettori”. Maurizio Gasparri, poi, garantisce: “Non ci fermeremo e faremo di tutto per porre fine a questa evidente persecuzione” e per Raffaele Fitto è un “giorno cupo per la democrazia”.

Secondo il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ”il nostro Paese ha bisogno di tutto ma non di instabilità politica. I mercati – ha aggiunto – reagiscono subito”. Michele Vietti, vicepresidente del Csm, osserva che ”i giudici servono a questo, in un Paese normale tocca al potere giudiziario applicare le regole che il potere politico scrive e farle rispettare. Le decisioni definitive – ha aggiunto – vanno rispettate, è legittimo non condividerle, ma in un Paese democratico dove c’è la separazione dei poteri, l’ultima parola spetta ai giudici”. Parole che, secondo il senatore Pdl Sandro Bondi, “denotano la sua totale incoscienza dei problemi afferenti al rapporto fra l’ordine della magistratura e la democrazia. Questa incoscienza spiega anche l’inutilità del ruolo che ricopre a capo del Consiglio Superiore della Magistratura”.

Decadenza, il voto del Senato - Sulla decadenza del Cavaliere dovrà comunque votare l’aula del Senato. Nel frattempo, però, Berlusconi potrebbe essere già stato costretto a lasciare il suo posto a Ulisse Di Giacomo, primo dei non eletti nelle file del Pdl in Molise, collegio in cui si è candidato il Cavaliere alle scorse elezioni. Il 4 ottobre, infatti, la Giunta delle elezioni del Senato presieduta da Dario Stefàno si è dichiarata favorevole alladecadenza di Berlusconi da senatore in base alla legge Severino, che prevede l’incandidabilità per persone condannate in via definitiva a pene superiori a due anni. L’ultima decisione spetta all’aula del Senato: una data ancora non c’è, anche se si potrebbe andare a novembre, e anche per conoscere le modalità di voto bisognerà aspettare almeno fino il 29 ottobre. Da escludere modifiche al regolamento del Senato (che prevede che per questioni legate ai singoli senatori ci sia il voto segreto). A stabilirlo sono state la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama e la riunione della giunta per il Regolamento, impegnata fino al 29 ottobre, che dovrà decidere se votare sulla decadenza di Berlusconi con scrutinio palese, come vorrebbe il Pd, o segreto, come chiedono il Pdl e Scelta Civica.
Amadeus

Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

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mariok ha scritto:
“C’è un grande traffico in politica oggi”, ha commentato Casini. E chi cerca di approfittare degli ultimi movimenti è il segretario Pdl Angelino Alfano, che pensa ad un Partito popolare dalle visioni europeiste: “Grazie al lavoro di Silvio Berlusconi”, si è affrettato a dichiarare, “stiamo costruendo un grande centrodestra, che sarà in grado di vincere contro le sinistre”.
"a volte ritornano" :mrgreen: :mrgreen: ...insieme...

Albano e Romina sì e Casini e il pdl no?
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