Monti attacca Letta “Il suo governo si è inginocchiato al Pdl”
Pubblicato il 20 ottobre 2013 da Andrea Turco
Governo Letta, Berlusconi, Casini, Mauro e anche Daria Bignardi. Ne ha proprio per tutti Mario Monti, ex presidente di Scelta Civica, dimessosi dopo aver capito di avere contro 11 senatori del suo stesso partito. E ora, libero da impedimenti, non lesina critiche a destra e sinistra. Ma il primo destinatario degli attacchi è Letta e il suo esecutivo. “Il governo Letta si è inginocchiato al Pdl, con la conseguenza di una manovra non adeguata sul cuneo fiscale e facendo aumentare l’Iva” afferma il Professore intervenendo a In mezz’ora su Raitre. Sembra essere una chiara mozione di sfiducia nei confronti del premier, ma Monti rassicura. “Questa formula e questo presidente del consiglio sono la miglior cosa che questo Paese possa avere. Ma vorrei che fosse veramente il governo del fare, ma per l’atteggiamento di Pd e Pdl sta diventando il governo del disfare”. E per fare ciò, ribadisce il Professere, serve un contratto di coalizione chiaro. “Ovviamente Scelta Civica non minaccia niente, ma abbiamo il dovere di indicare qual è secondo noi la strada giusta e il presidente Letta ha concordato che un contratto di coalizione ci voglia. Altrimenti finirà ancora ad inginocchiarsi davanti al Pdl, come fatto con l’Imu”. E ancora “Certe volte il governo si scrive Letta ma si legge Brunetta, specialmente sulla politica economica”.
Monti non è tenero nemmeno con i suoi ex compagni di viaggio. Tra cui Pier Ferdinando Casini e il ministro Mario Mauro. Sul primo, ammette, ci sono stati errori di calcolo. “L’alleanza con Casini ha penalizzato Sc alle urne”. E poi “Trovo curioso che Mauro e Casini, che stanno facendo aperture al Pdl, critichino Scelta Civica accusandola di minare la stabilità del governo. Penso che lo facciano perché vedono uno spazio elettorale più ampio da quella parte”.
Se Casini ha dichiarato che sulla decadenza di Berlusconi deve ancora decidere, Monti ha invece le idee chiare. “Voterò in base alla relazione che la giunta del Senato manderà in aula. Per me non è il giudizio su una persona, ma è l’applicazione di una legge uscita un anno fa e allora non contestata. Qui vediamo se in Italia c’è o no lo Stato di diritto. Dopodiché, probabilmente, la palla passerebbe al presidente Napolitano. E se venisse usata la grazia io non mi scandalizzerei”.
Il Professore poi riserva un’ultima stoccata, questa volta inaspettata, a Daria Bignardi, colpevole di avergli messo in braccio il cagnolino Empy. “La sua collega, e collega è dire molto fu poco corretta. E oggi c’è un’alta autorità dello Stato che fa spesso riferimenti, nelle sue sagaci dichiarazioni, alla fine che avrà fatto il cagnolino di Monti, sarà svanito nel nulla come il centro? Quest’alta autorità dello Stato è un vicepresidente del Senato, il senatore Gasparri, lui si diverte molto”.
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