Ti devi dimettere e BASTA
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Re: Ti devi dimettere e BASTA
Il problema non è per aver aiutato una anolessica o di aver agito per umanità ... ci mancherebbe ...
Il problema è che ha RICEVUTO UNA TELEFONATA per conto dei Ligresti.
Un ministro di altre civili nazioni avrebbe messo giù la cornetta!
Un ministro non può dire a un imputato che è "A SUA DISPOSIZIONE"
Questo è il problema, non essere o non essere umana!
Il problema è che ha RICEVUTO UNA TELEFONATA per conto dei Ligresti.
Un ministro di altre civili nazioni avrebbe messo giù la cornetta!
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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Re: Ti devi dimettere e BASTA
L’umanità e l’equilibrio necessari
per essere ministro della Giustizia
Caro direttore, «Casa Circondariale di Ferrara, 26 ottobre 2013: Egidio Corso, 81 anni, muore in cella. Era in sciopero della fame da 10 giorni per protesta contro la mancata concessione di una misura alternativa» (da un documento di «Ristretti Orizzonti», 2 novembre). In media più di cinquanta detenuti all’anno finiscono suicidi nelle carceri italiane. E forse meriterebbe di sapere come mai nelle nostre carceri stracolme siano trattenuti detenuti ottantenni. Ma partiti e media si scatenano sulle telefonate del ministro Anna Maria Cancellieri, che si interessò presso le strutture dell’amministrazione penitenziaria, da lei dipendente, riguardo alle condizioni di salute di una detenuta (in custodia cautelare), appartenente ad una famiglia a lei legata da amicizia. Giusto vigilare su eventuali comportamenti di favoritismo da parte di politici. Ma se una ministra si attiva per far sì che l’amministrazione cui è preposta sia attenta alle condizioni di salute di una detenuta, che effettivamente meritavano attenzione, come dimostra il seguito della storia, ebbene, essa merita elogi, non critiche e richieste di dimissioni.
Illustr. di Doriano SolinasIllustr. di Doriano SolinasE al bravissimo Luigi Ferrarella (uno dei non moltissimi giornalisti che di giustizia sanno davvero), che accusa la ministra di non rendersi conto di accreditare la «sconfortante ammissione» che l’ordinario sistema penitenziario «non appresti sufficienti tutele della salute e degli altri diritti dei detenuti», diverse dalle «segnalazioni» del ministro, vorrei dire che sì, non è purtroppo affatto irrealistico pensare che l’«ordinario sistema penitenziario» sia talora carente da questo punto di vista. Non solo per la nota situazione di cronico sovraffollamento delle carceri. E non tanto per eventuali lacune legislative, né per cattiva volontà degli operatori giudiziari e penitenziari, ma anche semplicemente per lentezze e ritardi nell’intervenire, nel procedere e nel provvedere, o magari talvolta per timore dell’opinione pubblica, che, si sa, di fronte a detenuti che ai suoi occhi sono «il male» (perché imputati di reati che suscitano particolare allarme, o perché esponenti in disgrazia di categorie sotto accusa, come oggi sono i «politici») tende spesso a pretendere vendetta e non giustizia (con la tipica invocazione che si «buttino via le chiavi»). E allora diciamolo alto e forte: vogliamo ministri della Giustizia che mostrino umanità ed equilibrio, che si occupino delle persone, e non solo delle procedure.
Ma la cosa più inaccettabile e perfino offensiva (per il ministro e per il buon senso comune) è il tentativo di una parte politica di accostare il comportamento del ministro Cancellieri alla famosa telefonata di Berlusconi alla Questura di Milano, lamentando «due pesi e due misure». Prescindiamo del tutto dalla controversa rilevanza penale di quel fatto: ma come si fa a non vedere che si tratta di vicende toto coelo diverse ed opposte? La Cancellieri si è interessata perché una detenuta, a lei legata da amicizia di famiglia, ricevesse la dovuta attenzione ai suoi problemi di salute, in vista dell’adozione di misure previste dalla legge; Berlusconi si è interessato perché una minorenne scappata di casa e coinvolta in un litigio , a lui legata da vaghi rapporti di conoscenza, fosse affidata, anziché ad una istituzione a ciò preposta, ad una propria seguace, che poi l’avrebbe a sua volta collocata presso una persona non particolarmente idonea: e non certo per la miglior tutela della salute o della personalità della stessa minorenne. La Cancellieri ha sollecitato l’attenzione dell’amministrazione a cui è preposta su un problema di sua competenza, e ha dato voce a preoccupazioni reali che si presentano spesso nelle vicende di detenzione; Berlusconi non si occupava all’epoca di protezione dei minori, né risulta che quella telefonata facesse parte di una sua costante attenzione professionale ai problemi dei minorenni a rischio; tanto che ha cercato di giustificare maldestramente il suo intervento con la famosa favola della nipote di Mubarak. Molte cose danno fastidio (o scandalo) nella politica di oggi: ma nulla è così insopportabile come l’abitudine, purtroppo non poco diffusa, a prendere posizione e iniziative in base ad un puro interesse o pregiudizio di parte, oscurando il merito delle questioni in campo.
Presidente emerito della Corte costituzionale
04 novembre 2013
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/opinioni/13_nove ... 67ed.shtml
------
Nulla è cambiato.
Ciao
Paolo11
per essere ministro della Giustizia
Caro direttore, «Casa Circondariale di Ferrara, 26 ottobre 2013: Egidio Corso, 81 anni, muore in cella. Era in sciopero della fame da 10 giorni per protesta contro la mancata concessione di una misura alternativa» (da un documento di «Ristretti Orizzonti», 2 novembre). In media più di cinquanta detenuti all’anno finiscono suicidi nelle carceri italiane. E forse meriterebbe di sapere come mai nelle nostre carceri stracolme siano trattenuti detenuti ottantenni. Ma partiti e media si scatenano sulle telefonate del ministro Anna Maria Cancellieri, che si interessò presso le strutture dell’amministrazione penitenziaria, da lei dipendente, riguardo alle condizioni di salute di una detenuta (in custodia cautelare), appartenente ad una famiglia a lei legata da amicizia. Giusto vigilare su eventuali comportamenti di favoritismo da parte di politici. Ma se una ministra si attiva per far sì che l’amministrazione cui è preposta sia attenta alle condizioni di salute di una detenuta, che effettivamente meritavano attenzione, come dimostra il seguito della storia, ebbene, essa merita elogi, non critiche e richieste di dimissioni.
Illustr. di Doriano SolinasIllustr. di Doriano SolinasE al bravissimo Luigi Ferrarella (uno dei non moltissimi giornalisti che di giustizia sanno davvero), che accusa la ministra di non rendersi conto di accreditare la «sconfortante ammissione» che l’ordinario sistema penitenziario «non appresti sufficienti tutele della salute e degli altri diritti dei detenuti», diverse dalle «segnalazioni» del ministro, vorrei dire che sì, non è purtroppo affatto irrealistico pensare che l’«ordinario sistema penitenziario» sia talora carente da questo punto di vista. Non solo per la nota situazione di cronico sovraffollamento delle carceri. E non tanto per eventuali lacune legislative, né per cattiva volontà degli operatori giudiziari e penitenziari, ma anche semplicemente per lentezze e ritardi nell’intervenire, nel procedere e nel provvedere, o magari talvolta per timore dell’opinione pubblica, che, si sa, di fronte a detenuti che ai suoi occhi sono «il male» (perché imputati di reati che suscitano particolare allarme, o perché esponenti in disgrazia di categorie sotto accusa, come oggi sono i «politici») tende spesso a pretendere vendetta e non giustizia (con la tipica invocazione che si «buttino via le chiavi»). E allora diciamolo alto e forte: vogliamo ministri della Giustizia che mostrino umanità ed equilibrio, che si occupino delle persone, e non solo delle procedure.
Ma la cosa più inaccettabile e perfino offensiva (per il ministro e per il buon senso comune) è il tentativo di una parte politica di accostare il comportamento del ministro Cancellieri alla famosa telefonata di Berlusconi alla Questura di Milano, lamentando «due pesi e due misure». Prescindiamo del tutto dalla controversa rilevanza penale di quel fatto: ma come si fa a non vedere che si tratta di vicende toto coelo diverse ed opposte? La Cancellieri si è interessata perché una detenuta, a lei legata da amicizia di famiglia, ricevesse la dovuta attenzione ai suoi problemi di salute, in vista dell’adozione di misure previste dalla legge; Berlusconi si è interessato perché una minorenne scappata di casa e coinvolta in un litigio , a lui legata da vaghi rapporti di conoscenza, fosse affidata, anziché ad una istituzione a ciò preposta, ad una propria seguace, che poi l’avrebbe a sua volta collocata presso una persona non particolarmente idonea: e non certo per la miglior tutela della salute o della personalità della stessa minorenne. La Cancellieri ha sollecitato l’attenzione dell’amministrazione a cui è preposta su un problema di sua competenza, e ha dato voce a preoccupazioni reali che si presentano spesso nelle vicende di detenzione; Berlusconi non si occupava all’epoca di protezione dei minori, né risulta che quella telefonata facesse parte di una sua costante attenzione professionale ai problemi dei minorenni a rischio; tanto che ha cercato di giustificare maldestramente il suo intervento con la famosa favola della nipote di Mubarak. Molte cose danno fastidio (o scandalo) nella politica di oggi: ma nulla è così insopportabile come l’abitudine, purtroppo non poco diffusa, a prendere posizione e iniziative in base ad un puro interesse o pregiudizio di parte, oscurando il merito delle questioni in campo.
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Re: Ti devi dimettere e BASTA
Ho ascoltato il dibattito in camera e senato, la discarica naturalmente invoca il pari trattamento per il caimano mettendo le due questioni sullo stesso piano, il pd inetto che dà un colpo al cerchio e uno alla botte... unici interventi sensati quelli dei grillini, va detto
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: Ti devi dimettere e BASTA
http://www.youtube.com/watch?v=nbRcjXvI ... ploademail
Airola (M5S) smaschera in aula l'asse Cancellieri-Ligresti
Ciao
Paolo11
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Re: Ti devi dimettere e BASTA
Mi domando e Letta la difende.Una cosa è certa questi se ne fregano dell'opinione pubblica.
Letta comincia a piacermi sempre meno.
Ciao
Paolo11
Letta comincia a piacermi sempre meno.
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Re: Ti devi dimettere e BASTA
ma perché, ti è mai piaciuto?paolo11 ha scritto:Mi domando e Letta la difende.Una cosa è certa questi se ne fregano dell'opinione pubblica.
Letta comincia a piacermi sempre meno.
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Re: Ti devi dimettere e BASTA
Ma quando mai è piaciuto letta
Comunque, gli intrecci fra la cancellieri e i ligresti... tra l'altro, una famiglia che da 20 anni è sotto inchiesta e ha condanne addosso. Che schifo
Comunque, gli intrecci fra la cancellieri e i ligresti... tra l'altro, una famiglia che da 20 anni è sotto inchiesta e ha condanne addosso. Che schifo
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: Ti devi dimettere e BASTA
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M5s, Cancellieri: "In Italia un tessuto di potere da bonificare definitivamente"
I Cinque Stelle: "Non poteva mettersi a disposizione di un'intera famiglia per cui ha lavorato suo figlio
82.3
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Re: Ti devi dimettere e BASTA
SISTEMA ANNA MARIA
(Antonio Padellaro).
06/11/2013 di triskel182
Adesso la Cancellieri vuole pure l’applauso”, avevamo titolato ieri e infatti tra elogi, apprezzamenti, inviti a non deflettere mancava poco che in Parlamento la portassero in trionfo. Non siamo preveggenti, ma conosciamo i nostri polli: la maggioranza delle larghe intese che della correttezza istituzionale se ne infischia, concentrata unicamente sui propri larghi interessi di bottega. Fin dalle prime battute di questa malinconica storia si era capito che la ministra della Giustizia sarebbe rimasta saldamente al suo posto: bastava osservare i titoli dei giornaloni,tutti così ammirati dal minuetto delle ripetute dimissioni minacciate e, non sia mai, respinte con la velocità del lampo che precede il tuono. Con la signora (l’unico vero uomo del governo Letta, avrebbe scritto Montanelli) che ieri alla Camera ha liquidato la pratica in una ventina di minuti, mentre intorno si spellavano le mani. Che spettacolo! Infatti l’unica verità politica di questa messinscena viene attribuita al costernato premier nipote che, inorridito dalla prospettiva di un rimpasto, avrebbe pigolato: “Se salta lei, salta tutto”. Proprio vero, poiché la tanto umana Anna Maria nelle telefonate con casa Ligresti rappresenta in realtà un solido e collaudato sistema di relazioni, al vertice del quale c’è il Quirinale con sponde a destra e a sinistra, nell’alta burocrazia ministeriale e nella finanza che conta. E un sistema non si dimette certo. Così come protetto dal sistema è quel ministro Alfano che consentiva ai kazaki del caso Shalabayeva di fare i loro porci comodi al Viminale, poiché se così non fosse da quel dì si ritroverebbe a prendere il sole nella natìa Agrigento. Si dirà che anche la Idem da ministro ebbe la sua scivolata. Ma non era nel sistema e infatti l’hanno sistemata.
Da Il Fatto Quotidiano del 06/11/2013.
(Antonio Padellaro).
06/11/2013 di triskel182
Adesso la Cancellieri vuole pure l’applauso”, avevamo titolato ieri e infatti tra elogi, apprezzamenti, inviti a non deflettere mancava poco che in Parlamento la portassero in trionfo. Non siamo preveggenti, ma conosciamo i nostri polli: la maggioranza delle larghe intese che della correttezza istituzionale se ne infischia, concentrata unicamente sui propri larghi interessi di bottega. Fin dalle prime battute di questa malinconica storia si era capito che la ministra della Giustizia sarebbe rimasta saldamente al suo posto: bastava osservare i titoli dei giornaloni,tutti così ammirati dal minuetto delle ripetute dimissioni minacciate e, non sia mai, respinte con la velocità del lampo che precede il tuono. Con la signora (l’unico vero uomo del governo Letta, avrebbe scritto Montanelli) che ieri alla Camera ha liquidato la pratica in una ventina di minuti, mentre intorno si spellavano le mani. Che spettacolo! Infatti l’unica verità politica di questa messinscena viene attribuita al costernato premier nipote che, inorridito dalla prospettiva di un rimpasto, avrebbe pigolato: “Se salta lei, salta tutto”. Proprio vero, poiché la tanto umana Anna Maria nelle telefonate con casa Ligresti rappresenta in realtà un solido e collaudato sistema di relazioni, al vertice del quale c’è il Quirinale con sponde a destra e a sinistra, nell’alta burocrazia ministeriale e nella finanza che conta. E un sistema non si dimette certo. Così come protetto dal sistema è quel ministro Alfano che consentiva ai kazaki del caso Shalabayeva di fare i loro porci comodi al Viminale, poiché se così non fosse da quel dì si ritroverebbe a prendere il sole nella natìa Agrigento. Si dirà che anche la Idem da ministro ebbe la sua scivolata. Ma non era nel sistema e infatti l’hanno sistemata.
Da Il Fatto Quotidiano del 06/11/2013.
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Re: Ti devi dimettere e BASTA
Il Pd salva la Cancellieri
(LIANA MILELLA).
06/11/2013 di triskel182
CancellieriLa difesa del Guardasigilli in Parlamento: “Non ho mai sollecitato la scarcerazione di Giulia Ligresti”. Decadenza, si vota il 27.
Il ministro: un solo errore, i sentimenti. Berlusconi: Napolitano può graziarmi.
“Ma mai indebite pressioni per Ligresti”. M5S: deve lasciare.
ROMA— Il ministro Cancellieri è intervenuta ieri in Parlamento sulla “vicenda Ligresti”. Ha difeso il proprio comportamento guidato, ha detto, solo dai “sentimenti”. Le parole della Cancellieri hanno convinto il Pd che le ha rinnovato la fiducia. Intanto Berlusconi sostiene che Napolitano “potrebbe ancora concedermi la grazia”, mentre il voto sulla decadenza da senatore è previsto per il 27 novembre.
Il braccio sinistro vistosamente appeso al collo con un fourlard rosso e nell’altra mano le scuse per la telefonata con i Ligresti che le ha aperto sotto i piedi la botola delle dimissioni. Ma Anna Maria Cancellieri — che a fine giornata chiama anche il Quirinale — sembra proprio aver saltato a pie’ pari il periglioso ostacolo. Lo dice, dopo il suo doppio speech tra Senato e Camera, il premier Enrico Letta. Eccolo dichiararsi «soddisfatto» perché «tutto è andato secondo le aspettative», il Guardasigilli ha detto «quello che ci aspettavamo ». Soprattutto tre cose. La prima: il «sincero rammarico» per la telefonata di solidarietà dopo l’arresto della famiglia Ligresti, in cui «hanno prevalso i sentimenti sul doveroso distacco che il ruolo di ministro forse avrebbe dovuto imporre». La seconda: la nettezza nel negare un suo intervento per scarcerare Giulia Ligresti. La terza: la «disponibilità al passo indietro».
Sono sempre contro di lei l’M5S, Sel, la Lega. Le due mozioni di sfiducia dei grillini andranno avanti e saranno votate non appena lei tornerà al lavoro dopo un intervento al braccio che oggi farà a Milano. Nel Pd ci sono voci dissidenti. Ma l’appoggio pieno di Letta pesa. Il premier l’ha aspettata nella sala Garibaldi, al Senato, ed è entrato con lei in aula. Il governo c’era. Alfano, Lupi, Quagliariello, Bonino, Del Rio, Franceschini, Patroni Griffi. Molte strette di mano. Tutti notano che dal suo banco non si alza l’ex premier Monti, mentre solidarizza Casini, e l’appoggiano in pieno i capigruppo di Scelta civica.
Sui tempi Cancellieri è di parola, 20 minuti, testo ridotto all’osso, sul quale lavorato fino all’ultimo, in aereo da Strasburgo a Roma, dopo la mission per evitare all’Italia la condanna per il sovraffollamento carcerario. «Sono molto tranquilla» dice alle 10.
Nonostante trapeli l’arrabbiatura per articoli sulla sua famiglia. Su quelli tace, mentre la direzione del Dap smentisce che ci sia stato un trasferimento anomalo di Jonella Ligresti. Volo alle 2, alle 15 e 45 è in Senato. Ricostruisce i fatti. «Non ho mai sollecitato la scarcerazione di Giulia Ligresti, né ho indotto nessun altro a farlo ». Definisce «privata» la telefonata con la Fragni. Cita per due volte Caselli, il procuratore di Torino che ha certificato la linearità della scarcerazione. Cita pure gli oltre cento casi di interventi su segnalazione, di cui il ministero ne diffonde una decina. Tutti anonimi, dal detenuto che chiede di scontare la pena nel suo Paese (28 giugno), al malato che sollecita un trasferimento (16 luglio), a quello che dalla Sicilia vuole avvicinarsi ai familiari (5 agosto), all’anziano che lamenta di stare in carcere da troppo tempo (16 agosto), a chi minaccia un suicidio (18 settembre). Storie di ordinario carcere, senza il riflettore di un cognome famoso.
Cancellieri è «venuta meno ai doveri d’ufficio»? Se lo chiede lei stessa e risponde di no. Amica di Antonino Ligresti sì, ma una carriera «non influenzata». «Sono una persona libera». Il figlio Piergiorgio? Non in Fonsai per lei, che in quel periodo era già «una tranquilla signora in pensione» che tutto pensava fuorché di fare il ministro. La telefonata del 17 luglio? «Empatia» amicale, ma non «deroga dai doveri». Alla fine il «rammarico», la parola che piace al Pd. Lo dice il capogruppo Pd Zanda, che però ritiene «francamente inopportuni» i contenuti della telefonata e l’assenza di «un distacco istituzionale». Alla Camera idem da Speranza, «inopportuna » la telefonata, negativa l’esistenza di «detenuti di serie A e di B». Sigillo del segretario Epifani perché Cancellieri «non è andata oltre le sue responsabilità».
Il Pdl le dà il bacio della morte. Schifani, in cambio dell’appoggio le chiede l’amnistia e maglie larghe sulla carcerazione preventiva. Brunetta rilancia il tandem Cancellieri- Berlusconi, telefonata per Ruby come quella al Dap di Cancellieri. L’M5S insiste sulla sfiducia, ecco Adriano Bonafede: «Deve chiedere scusa agli italiani e con onore si deve dimettere ». Ma la maggioranza, salvo agguati improbabili, non la pensa così.
Da La Repubblica del 06/11/2013.
(LIANA MILELLA).
06/11/2013 di triskel182
CancellieriLa difesa del Guardasigilli in Parlamento: “Non ho mai sollecitato la scarcerazione di Giulia Ligresti”. Decadenza, si vota il 27.
Il ministro: un solo errore, i sentimenti. Berlusconi: Napolitano può graziarmi.
“Ma mai indebite pressioni per Ligresti”. M5S: deve lasciare.
ROMA— Il ministro Cancellieri è intervenuta ieri in Parlamento sulla “vicenda Ligresti”. Ha difeso il proprio comportamento guidato, ha detto, solo dai “sentimenti”. Le parole della Cancellieri hanno convinto il Pd che le ha rinnovato la fiducia. Intanto Berlusconi sostiene che Napolitano “potrebbe ancora concedermi la grazia”, mentre il voto sulla decadenza da senatore è previsto per il 27 novembre.
Il braccio sinistro vistosamente appeso al collo con un fourlard rosso e nell’altra mano le scuse per la telefonata con i Ligresti che le ha aperto sotto i piedi la botola delle dimissioni. Ma Anna Maria Cancellieri — che a fine giornata chiama anche il Quirinale — sembra proprio aver saltato a pie’ pari il periglioso ostacolo. Lo dice, dopo il suo doppio speech tra Senato e Camera, il premier Enrico Letta. Eccolo dichiararsi «soddisfatto» perché «tutto è andato secondo le aspettative», il Guardasigilli ha detto «quello che ci aspettavamo ». Soprattutto tre cose. La prima: il «sincero rammarico» per la telefonata di solidarietà dopo l’arresto della famiglia Ligresti, in cui «hanno prevalso i sentimenti sul doveroso distacco che il ruolo di ministro forse avrebbe dovuto imporre». La seconda: la nettezza nel negare un suo intervento per scarcerare Giulia Ligresti. La terza: la «disponibilità al passo indietro».
Sono sempre contro di lei l’M5S, Sel, la Lega. Le due mozioni di sfiducia dei grillini andranno avanti e saranno votate non appena lei tornerà al lavoro dopo un intervento al braccio che oggi farà a Milano. Nel Pd ci sono voci dissidenti. Ma l’appoggio pieno di Letta pesa. Il premier l’ha aspettata nella sala Garibaldi, al Senato, ed è entrato con lei in aula. Il governo c’era. Alfano, Lupi, Quagliariello, Bonino, Del Rio, Franceschini, Patroni Griffi. Molte strette di mano. Tutti notano che dal suo banco non si alza l’ex premier Monti, mentre solidarizza Casini, e l’appoggiano in pieno i capigruppo di Scelta civica.
Sui tempi Cancellieri è di parola, 20 minuti, testo ridotto all’osso, sul quale lavorato fino all’ultimo, in aereo da Strasburgo a Roma, dopo la mission per evitare all’Italia la condanna per il sovraffollamento carcerario. «Sono molto tranquilla» dice alle 10.
Nonostante trapeli l’arrabbiatura per articoli sulla sua famiglia. Su quelli tace, mentre la direzione del Dap smentisce che ci sia stato un trasferimento anomalo di Jonella Ligresti. Volo alle 2, alle 15 e 45 è in Senato. Ricostruisce i fatti. «Non ho mai sollecitato la scarcerazione di Giulia Ligresti, né ho indotto nessun altro a farlo ». Definisce «privata» la telefonata con la Fragni. Cita per due volte Caselli, il procuratore di Torino che ha certificato la linearità della scarcerazione. Cita pure gli oltre cento casi di interventi su segnalazione, di cui il ministero ne diffonde una decina. Tutti anonimi, dal detenuto che chiede di scontare la pena nel suo Paese (28 giugno), al malato che sollecita un trasferimento (16 luglio), a quello che dalla Sicilia vuole avvicinarsi ai familiari (5 agosto), all’anziano che lamenta di stare in carcere da troppo tempo (16 agosto), a chi minaccia un suicidio (18 settembre). Storie di ordinario carcere, senza il riflettore di un cognome famoso.
Cancellieri è «venuta meno ai doveri d’ufficio»? Se lo chiede lei stessa e risponde di no. Amica di Antonino Ligresti sì, ma una carriera «non influenzata». «Sono una persona libera». Il figlio Piergiorgio? Non in Fonsai per lei, che in quel periodo era già «una tranquilla signora in pensione» che tutto pensava fuorché di fare il ministro. La telefonata del 17 luglio? «Empatia» amicale, ma non «deroga dai doveri». Alla fine il «rammarico», la parola che piace al Pd. Lo dice il capogruppo Pd Zanda, che però ritiene «francamente inopportuni» i contenuti della telefonata e l’assenza di «un distacco istituzionale». Alla Camera idem da Speranza, «inopportuna » la telefonata, negativa l’esistenza di «detenuti di serie A e di B». Sigillo del segretario Epifani perché Cancellieri «non è andata oltre le sue responsabilità».
Il Pdl le dà il bacio della morte. Schifani, in cambio dell’appoggio le chiede l’amnistia e maglie larghe sulla carcerazione preventiva. Brunetta rilancia il tandem Cancellieri- Berlusconi, telefonata per Ruby come quella al Dap di Cancellieri. L’M5S insiste sulla sfiducia, ecco Adriano Bonafede: «Deve chiedere scusa agli italiani e con onore si deve dimettere ». Ma la maggioranza, salvo agguati improbabili, non la pensa così.
Da La Repubblica del 06/11/2013.
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