Francesco un papa ...Cristiano!
Re: Francesco un papa ...Cristiano!
Intanto mercoledì Barroso è a Lampedusa , e vedremo .
La diocesi di Noto si dice disponibile aprire i conventi ai migranti ,dando seguito alle parole di Papa F.
vedremo anche questo.
La diocesi di Noto si dice disponibile aprire i conventi ai migranti ,dando seguito alle parole di Papa F.
vedremo anche questo.
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
Papa Francesco ai detenuti: “Ingiustizie per i più deboli, i pesci grossi sono in libertà”
"Dio è un carcerato dei nostri sistemi", ha detto il Pontefice ai cappellani delle carceri italiane, invocando una "giustizia di speranza e di porte aperte". Francesco salirà al Colle probabilmente nella data del 14 novembre
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 23 ottobre 2013Commenti (382)
“Anche Dio è un carcerato, non rimane fuori dalla cella”. Papa Francesco affronta il tema dell’emergenza carceri. Prima dell’udienza generale in piazza San Pietro, il Pontefice parla a braccio davanti ai circa 200 partecipanti al Convegno nazionale dei cappellani delle carceri italiane promosso a Sacrofano, nei pressi di Roma, sul tema “Giustizia: pena o riconciliazione. Liberi per liberare”. Anche Dio “è un carcerato – ribadisce Francesco - dei nostri egoismi, dei nostri sistemi, delle tante ingiustizie che è facile” applicare “per punire i più deboli, mentre i pesci grossi nuotano liberamente nelle acque”.
E’ probabile che nella data del 14 novembre il Papa salirà al Colle per incontrare il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che nel messaggio alle Camere ha ribadito la necessità di amnistia e indulto per far fronte al sovraffollamento delle carceri. L’incontro, fanno sapere in Vaticano, è “molto probabile” che avvenga per quella data. Il capo dello Stato aveva reso visita ufficiale al Papa l’8 giugno, poche settimane dopo l’elezione di Jorge Mario Bergoglio al soglio pontificio. Tradizionalmente i papi non hanno mai mancato di andare in visita al Quirinale nei mesi successivi all’elezione.
Il Papa ha rivolto un messaggio ai carcerati. “Per favore – ha detto Bergoglio ai cappellani- dite che prego per loro: li ho a cuore. Prego il Signore e la Madonna che possano superare positivamente questo periodo difficile della loro vita. Che non si scoraggino, non si chiudano”. Il Papa Francesco si augura una “giustizia di speranza e di porte aperte”. ”Non è una utopia”, ha detto Bergoglio. “Recentemente avete parlato di una giustizia di riconciliazione, ma anche una giustizia di speranza, di porte aperte, di orizzonti, questa non è una utopia, – ha commentato – si può fare, non è facile perché le nostre debolezze ci sono dappertutto, il diavolo è dappertutto, le tentazioni, ma si deve tentare, vi auguro che il Signore sia con voi e la Madonna vi custodisca, la madre di tutti voi e di tutti loro in carcere”.
“Quando telefono a detenuti mi chiedo ‘Perché non io?’, racconta il Papa ai cappellani. “Qua, ogni volta chiamo qualcuno di quelli di Buenos Aires che conosco, che sono in carcere, la domenica, e faccio una chiacchiera. Poi, quando finisco, penso: ‘Perché lui è lì e non io, che ho tanti e più meriti di lui per stare lì?’. E quello mi fa bene, eh? Perché lui è caduto e non sono caduto io? Perché le debolezze che abbiamo, sono le stesse e per me è un mistero che mi fa pregare e mi fa avvicinare a loro”. Così il Pontefice ai cappellani delle carceri italiane, durante l’incontro di questa mattina.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10 ... ta/753457/
"Dio è un carcerato dei nostri sistemi", ha detto il Pontefice ai cappellani delle carceri italiane, invocando una "giustizia di speranza e di porte aperte". Francesco salirà al Colle probabilmente nella data del 14 novembre
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 23 ottobre 2013Commenti (382)
“Anche Dio è un carcerato, non rimane fuori dalla cella”. Papa Francesco affronta il tema dell’emergenza carceri. Prima dell’udienza generale in piazza San Pietro, il Pontefice parla a braccio davanti ai circa 200 partecipanti al Convegno nazionale dei cappellani delle carceri italiane promosso a Sacrofano, nei pressi di Roma, sul tema “Giustizia: pena o riconciliazione. Liberi per liberare”. Anche Dio “è un carcerato – ribadisce Francesco - dei nostri egoismi, dei nostri sistemi, delle tante ingiustizie che è facile” applicare “per punire i più deboli, mentre i pesci grossi nuotano liberamente nelle acque”.
E’ probabile che nella data del 14 novembre il Papa salirà al Colle per incontrare il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che nel messaggio alle Camere ha ribadito la necessità di amnistia e indulto per far fronte al sovraffollamento delle carceri. L’incontro, fanno sapere in Vaticano, è “molto probabile” che avvenga per quella data. Il capo dello Stato aveva reso visita ufficiale al Papa l’8 giugno, poche settimane dopo l’elezione di Jorge Mario Bergoglio al soglio pontificio. Tradizionalmente i papi non hanno mai mancato di andare in visita al Quirinale nei mesi successivi all’elezione.
Il Papa ha rivolto un messaggio ai carcerati. “Per favore – ha detto Bergoglio ai cappellani- dite che prego per loro: li ho a cuore. Prego il Signore e la Madonna che possano superare positivamente questo periodo difficile della loro vita. Che non si scoraggino, non si chiudano”. Il Papa Francesco si augura una “giustizia di speranza e di porte aperte”. ”Non è una utopia”, ha detto Bergoglio. “Recentemente avete parlato di una giustizia di riconciliazione, ma anche una giustizia di speranza, di porte aperte, di orizzonti, questa non è una utopia, – ha commentato – si può fare, non è facile perché le nostre debolezze ci sono dappertutto, il diavolo è dappertutto, le tentazioni, ma si deve tentare, vi auguro che il Signore sia con voi e la Madonna vi custodisca, la madre di tutti voi e di tutti loro in carcere”.
“Quando telefono a detenuti mi chiedo ‘Perché non io?’, racconta il Papa ai cappellani. “Qua, ogni volta chiamo qualcuno di quelli di Buenos Aires che conosco, che sono in carcere, la domenica, e faccio una chiacchiera. Poi, quando finisco, penso: ‘Perché lui è lì e non io, che ho tanti e più meriti di lui per stare lì?’. E quello mi fa bene, eh? Perché lui è caduto e non sono caduto io? Perché le debolezze che abbiamo, sono le stesse e per me è un mistero che mi fa pregare e mi fa avvicinare a loro”. Così il Pontefice ai cappellani delle carceri italiane, durante l’incontro di questa mattina.
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
Papa Francesco
La “conversione” dei tradizionalisti
di Sergio Paronetto *
Il Foglio di Giuliano Ferrara, già organo degli “atei devoti”, diventato ora l'avanguardia del movimento anti-Francesco, si sta muovendo in tre direzioni: dare spazio agli attacchi frontali del mondo cattolico più reazionario e anticonciliare verso un papa ritenuto traditore della dottrina cattolica; raccogliere ogni forma di contrarietà, compresa quella giudicata “ultra liberal”, un tempo considerata cattiva maestra, ma ora utile per evidenziare le contraddizioni dell'attuale pontificato; minimizzare il “disagio”, come scrive Massimo Introvigne, e mediare per evitare i rischi di uno scisma. Lo scopo complessivo è quello di mettere in risalto l'inaffidabilità di un papa pericoloso per l'unità della Chiesa.
Il giornale più papista diventa apertamente antipapista. Chi ha fatto per anni apologia (ideologica) di Ratzinger a sostegno di Berlusconi, di Bush e della superiorità dell'“Occidente”, ora denuncia Bergoglio avvertito come scomodo innovatore troppo francescano o, semplicemente, troppo cristiano.
Il 9 ottobre viene concessa grande evidenza al lungo intervento, “Questo papa non ci piace”, firmato da Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, presentati come «espressione autorevole del mondo tradizionalista cattolico». Il loro ragionamento attacca, nell’ordine: l'«imponente esibizione di povertà» nella visita ad Assisi; il dialogo con Scalfari e con i non credenti fondato sulla centralità della coscienza; la rottura di tutta la tradizione ecclesiastica; la dichiarazione della irreversibilità del Concilio; la vicinanza all'amico gesuita Carlo Maria Martini; la deformazione del Vangelo sottomesso al «mondo»; le espressioni «io credo in Dio, non in un Dio cattolico», «il proselitismo è una solenne sciocchezza», «la Chiesa ospedale da campo», «i poveri sono la carne di Cristo»; l'insistenza sulla misericordia e sul perdono.
Inutile parlare di contesto da interpretare, dicono: «L'errore, quando c'è, si riconosce ad occhio nudo», «i sei mesi di papa Francesco hanno cambiato un'epoca». Sono stati «un campionario di relativismo». Costituiscono «un'inversione di rotta». Siamo al «rovesciamento del passato». Il papa si è fatto complice del gioco mediatico tendente a esaltare episodi marginali ma cari alle folle. In estrema sintesi, papa Francesco è gesuitico, sconcertante, inquietante, relativista, modernista, permissivo, amorale, populista, pauperista, esibizionista, seminatore di dubbi, anticristiano.
Ancora più dura la posizione di Mattia Rossi (Il Foglio, 11 ottobre) intitolata “Francesco sta fondando una nuova religione opposta al Magistero cattolico”. Il papa starebbe dissolvendo la dottrina cattolica attraverso un «erosivo magistero liquido», un «antropocentrismo spinto» (più grave di quello espresso nel n. 22 della Gaudium et spes), sentimenti umanitaristi che «rasentano fortemente l'eresia» e negano il valore redentivo dell'incarnazione. Le sue parole, con il loro «stillicidio disgregante», si basano su «un inganno molto sottile e intollerabile per un cattolico».
Da parte mia, tre opinioni. Osservo, anzitutto, che i tradizionalisti (che preferisco chiamare reazionari perché la tradizione è una cosa seria), da sempre cultori del primato assoluto di Pietro e infallibilisti a tutto campo, diventano subito relativisti rispetto a gesti e parole che non condividono e che valutano come pareri slegati da alcun magistero. Vedo, poi, che denunciano la presunta falsa umiltà del papa proponendosi con molta presunzione come possessori della verità cattolica, come inquisitori di un papa ritenuto deviato. Noto, in terzo luogo, un'altra contraddizione: proprio chi intende la verità in modo dottrinario e immutabile, a sostegno di una politica reazionaria e di un modello di sviluppo ritenuto altrettanto immutabile o naturale, dominato dal “dio denaro”, predica una fede alternativa al mondo cattivo-peccatore. In questa ideologia sadomasochista, tipica di “un cristianesmo senza Cristo”, sta forse il nucleo dell'attacco al papa. Probabilmente, ciò che dà fastidio è la denuncia del mondo ingiusto, dell'«idolatria del denaro», della «cultura dello scarto», della follia delle guerre. Ciò che disturba è la centralità di Cristo, l'invito alla spoliazione, «l'amore per i poveri e l'imitazione di Cristo povero». Un'esagerazione demagogica per i tradizionalisti. Un’ardua sfida per tutti, anche per i “progressisti”.
Certo, le tematiche sollevate sono difficili, esposte alla verifica di un’avventura comune, ma una cosa è la critica argomentata, altra cosa è l’ipercritica pregiudiziale e ideologizzata. È sempre improprio definire il papa secondo categorie fisse di conservazione, tradizione, progresso, riforma, rottura, rivoluzione o altro. Non è nemmeno necessario. Siamo dentro un evento da curare e accompagnare con lucida, attiva responsabilità. Siamo forse davanti a un’innovazione basata sull'interconnessione nonviolenta tra mezzi e fine. Il cambiamento di stile, infatti, è parte integrante della verità che è sempre “relazionale”. I cattolici sono convocati a una rigenerazione, a un rinnovato cammino di fede. Ne sono conferma la grande veglia per la pace del 7 settembre, iniziata con la “benedizione originaria” sul creato e sull'umanità («Dio vide che era cosa buona») e il progetto di spoliazione presentato ad Assisi con le parole di Matteo 11,25: «Ti rendo lode, Padre, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli». Ha inizio la rivoluzione dei piccoli? In ogni caso, le Beatitudini e il capitolo 25 del Vangelo di Matteo (“il protocollo con il quale saremo giudicati”) costituiscono per il papa “il piano d'azione” dei credenti (discorso ai giovani argentini in Brasile). I detrattori più aspri di papa Francesco mi fanno venire in mente l'auspicio di Tonino Bello, rivolto in forma orante a Oscar Romero, a liberare il mondo da tutti «gli aspiranti al ruolo di Dio».
* Vicepresidente nazionale di Pax Christi
http://www.adistaonline.it/index.php?op ... o&id=53283
La “conversione” dei tradizionalisti
di Sergio Paronetto *
Il Foglio di Giuliano Ferrara, già organo degli “atei devoti”, diventato ora l'avanguardia del movimento anti-Francesco, si sta muovendo in tre direzioni: dare spazio agli attacchi frontali del mondo cattolico più reazionario e anticonciliare verso un papa ritenuto traditore della dottrina cattolica; raccogliere ogni forma di contrarietà, compresa quella giudicata “ultra liberal”, un tempo considerata cattiva maestra, ma ora utile per evidenziare le contraddizioni dell'attuale pontificato; minimizzare il “disagio”, come scrive Massimo Introvigne, e mediare per evitare i rischi di uno scisma. Lo scopo complessivo è quello di mettere in risalto l'inaffidabilità di un papa pericoloso per l'unità della Chiesa.
Il giornale più papista diventa apertamente antipapista. Chi ha fatto per anni apologia (ideologica) di Ratzinger a sostegno di Berlusconi, di Bush e della superiorità dell'“Occidente”, ora denuncia Bergoglio avvertito come scomodo innovatore troppo francescano o, semplicemente, troppo cristiano.
Il 9 ottobre viene concessa grande evidenza al lungo intervento, “Questo papa non ci piace”, firmato da Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, presentati come «espressione autorevole del mondo tradizionalista cattolico». Il loro ragionamento attacca, nell’ordine: l'«imponente esibizione di povertà» nella visita ad Assisi; il dialogo con Scalfari e con i non credenti fondato sulla centralità della coscienza; la rottura di tutta la tradizione ecclesiastica; la dichiarazione della irreversibilità del Concilio; la vicinanza all'amico gesuita Carlo Maria Martini; la deformazione del Vangelo sottomesso al «mondo»; le espressioni «io credo in Dio, non in un Dio cattolico», «il proselitismo è una solenne sciocchezza», «la Chiesa ospedale da campo», «i poveri sono la carne di Cristo»; l'insistenza sulla misericordia e sul perdono.
Inutile parlare di contesto da interpretare, dicono: «L'errore, quando c'è, si riconosce ad occhio nudo», «i sei mesi di papa Francesco hanno cambiato un'epoca». Sono stati «un campionario di relativismo». Costituiscono «un'inversione di rotta». Siamo al «rovesciamento del passato». Il papa si è fatto complice del gioco mediatico tendente a esaltare episodi marginali ma cari alle folle. In estrema sintesi, papa Francesco è gesuitico, sconcertante, inquietante, relativista, modernista, permissivo, amorale, populista, pauperista, esibizionista, seminatore di dubbi, anticristiano.
Ancora più dura la posizione di Mattia Rossi (Il Foglio, 11 ottobre) intitolata “Francesco sta fondando una nuova religione opposta al Magistero cattolico”. Il papa starebbe dissolvendo la dottrina cattolica attraverso un «erosivo magistero liquido», un «antropocentrismo spinto» (più grave di quello espresso nel n. 22 della Gaudium et spes), sentimenti umanitaristi che «rasentano fortemente l'eresia» e negano il valore redentivo dell'incarnazione. Le sue parole, con il loro «stillicidio disgregante», si basano su «un inganno molto sottile e intollerabile per un cattolico».
Da parte mia, tre opinioni. Osservo, anzitutto, che i tradizionalisti (che preferisco chiamare reazionari perché la tradizione è una cosa seria), da sempre cultori del primato assoluto di Pietro e infallibilisti a tutto campo, diventano subito relativisti rispetto a gesti e parole che non condividono e che valutano come pareri slegati da alcun magistero. Vedo, poi, che denunciano la presunta falsa umiltà del papa proponendosi con molta presunzione come possessori della verità cattolica, come inquisitori di un papa ritenuto deviato. Noto, in terzo luogo, un'altra contraddizione: proprio chi intende la verità in modo dottrinario e immutabile, a sostegno di una politica reazionaria e di un modello di sviluppo ritenuto altrettanto immutabile o naturale, dominato dal “dio denaro”, predica una fede alternativa al mondo cattivo-peccatore. In questa ideologia sadomasochista, tipica di “un cristianesmo senza Cristo”, sta forse il nucleo dell'attacco al papa. Probabilmente, ciò che dà fastidio è la denuncia del mondo ingiusto, dell'«idolatria del denaro», della «cultura dello scarto», della follia delle guerre. Ciò che disturba è la centralità di Cristo, l'invito alla spoliazione, «l'amore per i poveri e l'imitazione di Cristo povero». Un'esagerazione demagogica per i tradizionalisti. Un’ardua sfida per tutti, anche per i “progressisti”.
Certo, le tematiche sollevate sono difficili, esposte alla verifica di un’avventura comune, ma una cosa è la critica argomentata, altra cosa è l’ipercritica pregiudiziale e ideologizzata. È sempre improprio definire il papa secondo categorie fisse di conservazione, tradizione, progresso, riforma, rottura, rivoluzione o altro. Non è nemmeno necessario. Siamo dentro un evento da curare e accompagnare con lucida, attiva responsabilità. Siamo forse davanti a un’innovazione basata sull'interconnessione nonviolenta tra mezzi e fine. Il cambiamento di stile, infatti, è parte integrante della verità che è sempre “relazionale”. I cattolici sono convocati a una rigenerazione, a un rinnovato cammino di fede. Ne sono conferma la grande veglia per la pace del 7 settembre, iniziata con la “benedizione originaria” sul creato e sull'umanità («Dio vide che era cosa buona») e il progetto di spoliazione presentato ad Assisi con le parole di Matteo 11,25: «Ti rendo lode, Padre, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli». Ha inizio la rivoluzione dei piccoli? In ogni caso, le Beatitudini e il capitolo 25 del Vangelo di Matteo (“il protocollo con il quale saremo giudicati”) costituiscono per il papa “il piano d'azione” dei credenti (discorso ai giovani argentini in Brasile). I detrattori più aspri di papa Francesco mi fanno venire in mente l'auspicio di Tonino Bello, rivolto in forma orante a Oscar Romero, a liberare il mondo da tutti «gli aspiranti al ruolo di Dio».
* Vicepresidente nazionale di Pax Christi
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
La Rivoluzione di Francesco - 1
Saranno contenti Giovanardi e la Binetti
Papa Francesco, pronto un sondaggio tra i fedeli su divorzio e matrimoni gay
Le risposte verranno valutate nel concistoro di febbraio. Nelle domande proposte a oltre un miliardo di cattolici di tutto il mondo si chiede anche come i sacerdoti si rivolgono alle coppie dello stesso sesso, a quelle separate e a coloro che fanno uso di contraccettivi
di Francesco Antonio Grana | 1 novembre 2013Commenti (225)
Dalla fine del mondo alla Curia Vaticano-centrica. Papa Francesco vuole portare al sinodo dei vescovi straordinario sulla famiglia, che si terrà a Roma dal 5 al 19 ottobre 2014, le voci di un miliardo e duecento milioni di cattolici di tutto il mondo sul controllo delle nascite, sul divorzio e sul matrimonio gay. Per fare ciò, il neo segretario generale del sinodo, monsignor Lorenzo Baldisseri, a cui Bergoglio appena eletto Papa ha donato il suo zucchetto rosso (“tu sei cardinale a metà”), ha inviato alle conferenze nazionali degli episcopati di tutto il mondo un documento “da condividere subito e il più ampiamente possibile” tra i fedeli nelle parrocchie. Nella sua lettera di accompagnamento Baldisseri chiede che i risultati del sondaggio siano inviati in Vaticano entro il 31 dicembre 2013.
Bergoglio, infatti, vuole valutare le indicazioni espresse dai fedeli nella terza riunione del “Consiglio di cardinali“, gli otto “saggi” che aiutano il Papa nel governo della Chiesa e nella riforma della Curia romana, che molto probabilmente si terrà il 17 e il 18 febbraio (la seconda è già in calendario per il 3-5 dicembre prossimi), e poi nel concistoro che si terrà a Roma il 22 febbraio durante il quale Francesco creerà i suoi primi porporati, molto probabilmente non meno di 14 nuove berrette. Dopo aver ascoltato i pareri dei cardinali di tutto il mondo, il Papa tirerà le conclusioni nel consiglio del sinodo dei vescovi che si terrà a porte chiuse il 24 e il 25 febbraio.
La decisione di Francesco di ascoltare, su temi così delicati, le voci dei fedeli è assolutamente inedita. Tra le domande del questionario si chiede, nel caso in cui il matrimonio gay è riconosciuto nel proprio Paese, come i sacerdoti si rivolgono alle coppie dello stesso sesso e come rispondono alla richiesta dei gay di avere una educazione religiosa o la comunione per i loro figli. Il sondaggio vuole anche indagare su “come la misericordia di Dio viene proclamata alle coppie separate, divorziate e risposate”. Spazio anche alla cura pastorale di coppie eterosessuali che convivono e a uomini e donne sposati che tendono a seguire l’insegnamento della Chiesa sull’uso della contraccezione.
La domanda che tutti si pongono in questi primi mesi di pontificato di Papa Francesco è se sarà concessa o no la comunione ai divorziati risposati. Un tema di cui si era parlato anche nel sinodo dei vescovi dello scorso anno sulla nuova evangelizzazione. Ad affrontarlo era stato l’arcivescovo di Chieti-Vasto, monsignor Bruno Forte, non a caso scelto oggi da Bergoglio come segretario speciale del sinodo del 2014 sulla famiglia. “E’ drammatica – aveva detto Forte parlando ai padri sinodali – la situazione dei figli di divorziati risposati che spesso vengono resi estranei ai sacramenti dalla non partecipazione dei loro genitori. Occorre qui una decisa svolta nel senso della carità pastorale, come più volte ha affermato Papa Benedetto XVI (ad esempio all’Incontro Mondiale delle Famiglie a Milano). Sarà anche necessario avviare una riflessione sui modi e i tempi necessari per il riconoscimento della nullità del vincolo matrimoniale: come vescovo e moderatore di un Tribunale Ecclesiastico Regionale – aveva proseguito Forte – devo ammettere che alcune esigenze (ad esempio la necessità della doppia sentenza conforme, anche se non c’è ricorso) appaiono a molte persone ferite, desiderose di sanare la loro situazione, poco comprensibili”.
Sbaglia però chi si attende una risposta definitiva su questa materia al termine del sinodo del 2014. Come ha già anticipato monsignor Baldisseri, infatti, il tema della famiglia potrebbe essere oggetto anche del sinodo dei vescovi ordinario del 2015 proprio per la volontà del Papa di ascoltare tutte le voci della Chiesa prima di prendere una decisione definitiva.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11 ... -e/763327/
Saranno contenti Giovanardi e la Binetti
Papa Francesco, pronto un sondaggio tra i fedeli su divorzio e matrimoni gay
Le risposte verranno valutate nel concistoro di febbraio. Nelle domande proposte a oltre un miliardo di cattolici di tutto il mondo si chiede anche come i sacerdoti si rivolgono alle coppie dello stesso sesso, a quelle separate e a coloro che fanno uso di contraccettivi
di Francesco Antonio Grana | 1 novembre 2013Commenti (225)
Dalla fine del mondo alla Curia Vaticano-centrica. Papa Francesco vuole portare al sinodo dei vescovi straordinario sulla famiglia, che si terrà a Roma dal 5 al 19 ottobre 2014, le voci di un miliardo e duecento milioni di cattolici di tutto il mondo sul controllo delle nascite, sul divorzio e sul matrimonio gay. Per fare ciò, il neo segretario generale del sinodo, monsignor Lorenzo Baldisseri, a cui Bergoglio appena eletto Papa ha donato il suo zucchetto rosso (“tu sei cardinale a metà”), ha inviato alle conferenze nazionali degli episcopati di tutto il mondo un documento “da condividere subito e il più ampiamente possibile” tra i fedeli nelle parrocchie. Nella sua lettera di accompagnamento Baldisseri chiede che i risultati del sondaggio siano inviati in Vaticano entro il 31 dicembre 2013.
Bergoglio, infatti, vuole valutare le indicazioni espresse dai fedeli nella terza riunione del “Consiglio di cardinali“, gli otto “saggi” che aiutano il Papa nel governo della Chiesa e nella riforma della Curia romana, che molto probabilmente si terrà il 17 e il 18 febbraio (la seconda è già in calendario per il 3-5 dicembre prossimi), e poi nel concistoro che si terrà a Roma il 22 febbraio durante il quale Francesco creerà i suoi primi porporati, molto probabilmente non meno di 14 nuove berrette. Dopo aver ascoltato i pareri dei cardinali di tutto il mondo, il Papa tirerà le conclusioni nel consiglio del sinodo dei vescovi che si terrà a porte chiuse il 24 e il 25 febbraio.
La decisione di Francesco di ascoltare, su temi così delicati, le voci dei fedeli è assolutamente inedita. Tra le domande del questionario si chiede, nel caso in cui il matrimonio gay è riconosciuto nel proprio Paese, come i sacerdoti si rivolgono alle coppie dello stesso sesso e come rispondono alla richiesta dei gay di avere una educazione religiosa o la comunione per i loro figli. Il sondaggio vuole anche indagare su “come la misericordia di Dio viene proclamata alle coppie separate, divorziate e risposate”. Spazio anche alla cura pastorale di coppie eterosessuali che convivono e a uomini e donne sposati che tendono a seguire l’insegnamento della Chiesa sull’uso della contraccezione.
La domanda che tutti si pongono in questi primi mesi di pontificato di Papa Francesco è se sarà concessa o no la comunione ai divorziati risposati. Un tema di cui si era parlato anche nel sinodo dei vescovi dello scorso anno sulla nuova evangelizzazione. Ad affrontarlo era stato l’arcivescovo di Chieti-Vasto, monsignor Bruno Forte, non a caso scelto oggi da Bergoglio come segretario speciale del sinodo del 2014 sulla famiglia. “E’ drammatica – aveva detto Forte parlando ai padri sinodali – la situazione dei figli di divorziati risposati che spesso vengono resi estranei ai sacramenti dalla non partecipazione dei loro genitori. Occorre qui una decisa svolta nel senso della carità pastorale, come più volte ha affermato Papa Benedetto XVI (ad esempio all’Incontro Mondiale delle Famiglie a Milano). Sarà anche necessario avviare una riflessione sui modi e i tempi necessari per il riconoscimento della nullità del vincolo matrimoniale: come vescovo e moderatore di un Tribunale Ecclesiastico Regionale – aveva proseguito Forte – devo ammettere che alcune esigenze (ad esempio la necessità della doppia sentenza conforme, anche se non c’è ricorso) appaiono a molte persone ferite, desiderose di sanare la loro situazione, poco comprensibili”.
Sbaglia però chi si attende una risposta definitiva su questa materia al termine del sinodo del 2014. Come ha già anticipato monsignor Baldisseri, infatti, il tema della famiglia potrebbe essere oggetto anche del sinodo dei vescovi ordinario del 2015 proprio per la volontà del Papa di ascoltare tutte le voci della Chiesa prima di prendere una decisione definitiva.
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
pasqui • 18 minuti fa
Egregio sig. Francesco,
suvvia la smetta di fare l'ipocrita. Egli sa bene che cosa pensano i fedeli,essi sono favorevoli alla secolarizzazione della chiesa. Per i due requisiti posti vinceranno i favorevoli, a questo riscontro la chiesa clericale si chiuderà a riccio e tutto ritornerà nel mondo dell'ipocrisia tanto cara al fascio-clericale. Rispetto per i credenti. Cordialmente Pasqui
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pantera • 32 minuti fa
ma intanto ,,,
Continua con grande successo il tour di telefonate del papa che
evidentemente, come capita a molte persone anziane, si sente solo e si
attacca al telefono chiamando chiunque possa fargli compagnia.
per la prossima settimana papa francesco risponderà a quanti chiameranno il 161
per conoscere l’ora esatta (e chi meglio del papa, che è per
definizione infallibile, può comunicare l’ora esatta?) e successivamente
toccherà ai numeri scritti sulle pareti dei bagni degli autogrill.
sua s uin ità estrarrà dieci numeri a caso e chiamerà i fortunati per parlare
loro di dio e invitarli a non abbandonare la speranza.
by donzauker.it
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ronganos pantera • 20 minuti fa
"...Telecom Italia..Informazione gratuita...La linea è momentaneamente occupata dall' abbonato istituzionale C4nc3lli3ri...Si prega di riprovare più tardi...tu-tu-tu...tu-tu-tu"
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pantera ronganos • 17 minuti fa
?? ,,, s'è dimessa la bovina ?
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ronganos pantera • 15 minuti fa
Magari!!! Era con un certo "Lipresti"
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pantera ronganos • 12 minuti fa
tra animali si aiutano e comprendono ,,,
quando faremo coi preti quarti di filetto per gli affamati, aprirò anche quella bottiglia che ho in frigo .
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Geko • un'ora fa
ormai anche la religione è questione di pancia?
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peterdem Geko • 42 minuti fa
Sempre stata. Ti risulta che esistano religioni basate sulla ragione?
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pantera Geko • un'ora fa
e non ci sono più nemmeno le mezze stagioni ,,,
pantarei
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orriol Geko • un'ora fa
no. e' questione di mancanza di cervello. come sempre...
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Gianfranco Ceci • un'ora fa
Bravo Francesco ! Perchè non facciamo invece un bel referendum sul cattolicesimo o sul Vaticano ? Cosi azzittiamo per sempre gli atei ed i relazionisti |
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Gianluca Gianfranco Ceci • 23 minuti fa
Si un bel referendum se il vaticano debba pagare l'IMU
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Sebastian De Conti Gianfranco Ceci • un'ora fa
Cosa sarebbero i relazionisti?
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pantera Sebastian De Conti • un'ora fa
quelli degli scambi di coppia ,,,
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Sebastian De Conti pantera • 44 minuti fa
Grande pantera.
1 •Rispondi•Condividi ›
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pantera Sebastian De Conti • 43 minuti fa
complice te ,,, io nemmeno ci avevo fatto caso ,,, ahahah
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pantera Gianfranco Ceci • un'ora fa
per sempre
,,, che parolona .
il vizio dei cattolici di parlare sempre per assoluti,
quando poi periodicamente gli ricadono sui piedi, come frignano
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sergio proietti • un'ora fa
Coro Francesco la signora RAME ti manda tanti saluti da lassù.Ciao
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ronganos sergio proietti • 19 minuti fa
Da lassù? Ne sei proprio sicuro?
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peterdem • un'ora fa
Dite quello che vi pare, ma questa è un'iniziativa valida. Servirà a far capire alle curie quanto sono lontane dalla base dei fedeli che vivono nel mondo reale. Se poi agiranno di conseguenza, lo vedremo.
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Gianluca peterdem • un'ora fa
Aleee tutti a 90 gradi
Ma si può avere pure il prete gay ufficiale, tanto si è capito come girano le cose
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peterdem Gianluca • un'ora fa
Se non hai niente da dire puoi anche tacere.
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Gianluca peterdem • un'ora fa
Che la verità ti da un po' fastidio?
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peterdem Gianluca • un'ora fa
Quale verità? Ti rendi conto di non avere espresso alcun concetto?
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Gianluca peterdem • 39 minuti fa
Tu otre alle donne a tutto il genere umano
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Gianluca peterdem • un'ora fa
Che sei un gay? O un prete? O un prete gay
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peterdem Gianluca • un'ora fa
Né l'uno né l'altro. E tu?
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Gianluca peterdem • un'ora fa
Uno normale che gli piacciono le donne e tu?
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peterdem Gianluca • un'ora fa
Anche a me piacciono le donne. Ne ho anche avute. Io.
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Gianluca peterdem • 38 minuti fa
E allora, io le ho quasi ogni sera
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peterdem Gianluca • 36 minuti fa
YouPorn non conta.
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orriol peterdem • 34 minuti fa
ma come sei cattivo, si riferisce a sua mamma!
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Gianluca peterdem • 35 minuti fa
Beato a te
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peterdem Gianluca • 33 minuti fa
O santo o niente. Sono ambizioso.
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pantera peterdem • 36 minuti fa
uahahahhahahahahaahahah ,,,
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orriol peterdem • un'ora fa
non dirlgi cosi'. adesso ti invidiera' davvero...
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Gianluca orriol • 32 minuti fa
Ok fatevi un trenino
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pantera Gianluca • 31 minuti fa
ultimo !!!
lo fai tu il primo, gianlù ?
tu il locomotore, noi tutti dietro di te
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orriol pantera • 30 minuti fa
capo stazione...
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pantera orriol • 29 minuti fa
nun vale ,,, devi scegliere un vagone
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orriol pantera • 29 minuti fa
e vabbe' qualcuno deve regolare il traffico, no?...
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pantera orriol • 28 minuti fa
binario unico ,,, niente traffico
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orriol pantera • 26 minuti fa
vabbe' va, vediamo domani pero'. oggi c'e' sciopero...
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pantera orriol • 25 minuti fa
lassismo italico ,,, che vergogna
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Questo commento è stato eliminato.
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orriol Gianluca • un'ora fa
dio mi fa una plppa, come tutti gli esseri inesistenti....
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pantera peterdem • un'ora fa
così lo mandi nel panico
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peterdem pantera • un'ora fa
È il mio obiettivo. ;-)
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Gianluca peterdem • un'ora fa
A voglia a pedalare
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Egregio sig. Francesco,
suvvia la smetta di fare l'ipocrita. Egli sa bene che cosa pensano i fedeli,essi sono favorevoli alla secolarizzazione della chiesa. Per i due requisiti posti vinceranno i favorevoli, a questo riscontro la chiesa clericale si chiuderà a riccio e tutto ritornerà nel mondo dell'ipocrisia tanto cara al fascio-clericale. Rispetto per i credenti. Cordialmente Pasqui
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pantera • 32 minuti fa
ma intanto ,,,
Continua con grande successo il tour di telefonate del papa che
evidentemente, come capita a molte persone anziane, si sente solo e si
attacca al telefono chiamando chiunque possa fargli compagnia.
per la prossima settimana papa francesco risponderà a quanti chiameranno il 161
per conoscere l’ora esatta (e chi meglio del papa, che è per
definizione infallibile, può comunicare l’ora esatta?) e successivamente
toccherà ai numeri scritti sulle pareti dei bagni degli autogrill.
sua s uin ità estrarrà dieci numeri a caso e chiamerà i fortunati per parlare
loro di dio e invitarli a non abbandonare la speranza.
by donzauker.it
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ronganos pantera • 20 minuti fa
"...Telecom Italia..Informazione gratuita...La linea è momentaneamente occupata dall' abbonato istituzionale C4nc3lli3ri...Si prega di riprovare più tardi...tu-tu-tu...tu-tu-tu"
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pantera ronganos • 17 minuti fa
?? ,,, s'è dimessa la bovina ?
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ronganos pantera • 15 minuti fa
Magari!!! Era con un certo "Lipresti"
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pantera ronganos • 12 minuti fa
tra animali si aiutano e comprendono ,,,
quando faremo coi preti quarti di filetto per gli affamati, aprirò anche quella bottiglia che ho in frigo .
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Geko • un'ora fa
ormai anche la religione è questione di pancia?
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peterdem Geko • 42 minuti fa
Sempre stata. Ti risulta che esistano religioni basate sulla ragione?
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pantera Geko • un'ora fa
e non ci sono più nemmeno le mezze stagioni ,,,
pantarei
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orriol Geko • un'ora fa
no. e' questione di mancanza di cervello. come sempre...
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Gianfranco Ceci • un'ora fa
Bravo Francesco ! Perchè non facciamo invece un bel referendum sul cattolicesimo o sul Vaticano ? Cosi azzittiamo per sempre gli atei ed i relazionisti |
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Gianluca Gianfranco Ceci • 23 minuti fa
Si un bel referendum se il vaticano debba pagare l'IMU
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Sebastian De Conti Gianfranco Ceci • un'ora fa
Cosa sarebbero i relazionisti?
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pantera Sebastian De Conti • un'ora fa
quelli degli scambi di coppia ,,,
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Sebastian De Conti pantera • 44 minuti fa
Grande pantera.
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pantera Sebastian De Conti • 43 minuti fa
complice te ,,, io nemmeno ci avevo fatto caso ,,, ahahah
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pantera Gianfranco Ceci • un'ora fa
per sempre
,,, che parolona .
il vizio dei cattolici di parlare sempre per assoluti,
quando poi periodicamente gli ricadono sui piedi, come frignano
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sergio proietti • un'ora fa
Coro Francesco la signora RAME ti manda tanti saluti da lassù.Ciao
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ronganos sergio proietti • 19 minuti fa
Da lassù? Ne sei proprio sicuro?
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peterdem • un'ora fa
Dite quello che vi pare, ma questa è un'iniziativa valida. Servirà a far capire alle curie quanto sono lontane dalla base dei fedeli che vivono nel mondo reale. Se poi agiranno di conseguenza, lo vedremo.
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Gianluca peterdem • un'ora fa
Aleee tutti a 90 gradi
Ma si può avere pure il prete gay ufficiale, tanto si è capito come girano le cose
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peterdem Gianluca • un'ora fa
Se non hai niente da dire puoi anche tacere.
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Gianluca peterdem • un'ora fa
Che la verità ti da un po' fastidio?
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peterdem Gianluca • un'ora fa
Quale verità? Ti rendi conto di non avere espresso alcun concetto?
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Gianluca peterdem • 39 minuti fa
Tu otre alle donne a tutto il genere umano
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Gianluca peterdem • un'ora fa
Che sei un gay? O un prete? O un prete gay
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peterdem Gianluca • un'ora fa
Né l'uno né l'altro. E tu?
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Gianluca peterdem • un'ora fa
Uno normale che gli piacciono le donne e tu?
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peterdem Gianluca • un'ora fa
Anche a me piacciono le donne. Ne ho anche avute. Io.
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Gianluca peterdem • 38 minuti fa
E allora, io le ho quasi ogni sera
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peterdem Gianluca • 36 minuti fa
YouPorn non conta.
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orriol peterdem • 34 minuti fa
ma come sei cattivo, si riferisce a sua mamma!
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Gianluca peterdem • 35 minuti fa
Beato a te
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peterdem Gianluca • 33 minuti fa
O santo o niente. Sono ambizioso.
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pantera peterdem • 36 minuti fa
uahahahhahahahahaahahah ,,,
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orriol peterdem • un'ora fa
non dirlgi cosi'. adesso ti invidiera' davvero...
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Gianluca orriol • 32 minuti fa
Ok fatevi un trenino
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pantera Gianluca • 31 minuti fa
ultimo !!!
lo fai tu il primo, gianlù ?
tu il locomotore, noi tutti dietro di te
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orriol pantera • 30 minuti fa
capo stazione...
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pantera orriol • 29 minuti fa
nun vale ,,, devi scegliere un vagone
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orriol pantera • 29 minuti fa
e vabbe' qualcuno deve regolare il traffico, no?...
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pantera orriol • 28 minuti fa
binario unico ,,, niente traffico
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orriol pantera • 26 minuti fa
vabbe' va, vediamo domani pero'. oggi c'e' sciopero...
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pantera orriol • 25 minuti fa
lassismo italico ,,, che vergogna
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orriol Gianluca • un'ora fa
dio mi fa una plppa, come tutti gli esseri inesistenti....
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pantera peterdem • un'ora fa
così lo mandi nel panico
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peterdem pantera • un'ora fa
È il mio obiettivo. ;-)
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Gianluca peterdem • un'ora fa
A voglia a pedalare
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- Iscritto il: 21/02/2012, 22:29
Re: Francesco un papa ...Cristiano!
Ma Emanuela Orlandi?
"E' in cielo"
Ok, chi ce l'ha mandata e come fa lui a saperlo?
Risposte, Francé, risposte
"E' in cielo"
Ok, chi ce l'ha mandata e come fa lui a saperlo?
Risposte, Francé, risposte
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
Robert Harris, "Archangel"
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
Futuro: il Papa, unico leader politico
di Marcello Adriano Mazzola | 9 novembre 2013Commenti (36)
Dire in Italia con nettezza che “la corruzione puzza” e che i corruttori o i corrotti puzzano è rivoluzionario.
Non occorre essere papisti, cattolici praticanti, ferventi credenti, clericali per riconoscere come questo Papa si caratterizzi ogni giorno di più per essere un vero leader, rivoluzionario ed anticonformista.
Un francescano, semplice nei modi, onesto nell’agire, fermo, vibrante nel rigore che manifesta ad ogni intervento.
Dunque autorevole leadership non solo per i credenti ma anche per i non credenti.
Avete mai sentito un (presunto) leader politico italiano tuonare con la stessa veemenza parole simili a quelle adoperate ieri? Tranne in qualche passaggio incidentale (Grillo, Vendola) mai ho udito parole così potenti. Perché la potenza risiede anche nella chiarezza, nella semplicità con cui i valori autentici anticipano le articolazioni seguenti.
Da noi al massimo si sono sentite parole farneticanti come “Imu”, “ponte sullo stretto”, “taglieremo”, “faremo”, “riforma della magistratura”, “separazione delle carriere”, “decadenza” e acronimi indecifrabili tipo “Tarsu, Trise, Tares”. Nessun leader che abbia mai raccontato che idea abbia del futuro dell’Italia, quale Paese voglia progettare.
Nessun leader che sia capace di dichiarare: “Vogliamo una magistratura che accerti ogni forma di corruzione, individuando i responsabili di questo sfacelo, che però non voglia invadere la politica; vogliamo costruire un fisco equo, forte con i forti e garbato con i deboli; vogliamo una politica che ridisegni un quadro di legalità sostanziale, con poche leggi ma chiare; vogliamo un’Italia che riparta dai suoi beni più preziosi: beni culturali, paesaggio, enogastronomia, bellezza, creatività; un Paese dove i figli siano assai migliori dei padri”.
Eppure l’Italia è in una situazione di degrado morale, di radicata illegalità sostanziale, di disfacimento culturale ed infine di involuzione economica tale da rappresentare il naturale humus per la coltura di una tale figura morale. Perché non riusciamo a produrre una così alta statura? I motivi sono tanti.
Il primo è noto: la partitocrazia oligarchica ha conservato a lungo il potere nelle mani di pochi soggetti, tendenti alla mediocrità, ultra conservatori, i quali per garantirsi il potere hanno dovuto elargire posizioni di potere secondario (quasi sempre economico) ad amici e agli amici degli amici, in un crogiuolo di bieco familismo immeritocratico volto a creare e rafforzare una cupola di potere, impenetrabile dall’esterno.
Cupola oramai ondivaga tra il lecito e l’illecito. Tutto ciò ha estromesso qualsiasi scelta meritocratica, l’unico procedimento di formazione che consente a chiunque (dunque anche se proveniente dalla scala sociale più bassa e figlio di n.n.) di divenire un leader o un dirigente.
Eppure la meritocrazia è uno strumento virtuoso di democrazia. Vi farò un esempio di vita vissuta.
A metà degli anni ’90 quando vivevo da giovane con passione la politica attiva in prima persona in uno dei partiti della sinistra, facevo parte di un gruppo di vivace fermento intellettuale che progettava un Paese fondato sulla green economy, sul recupero e sulla valorizzazione dei beni culturali, sulla qualità della vita come volano per la nostra economia. Discutevamo di temi che ancora oggi sono definiti attuali. Senza accorgerci che uno dei leader storici del partito, apparentemente unito insieme a noi, in realtà aveva come unico scopo quello di controllarci per non farsi scippare la leadership. Queste energie ed eccellenze dopo qualche anno sono uscite dalla politica attiva, abbandonandola. Il “leader” falcidiante invece oggi siede tra le fila del Pd. L’unico suo scopo era continuare a vivere parassitariamente di politica, eliminando alla radice suoi concorrenti.
Questo esempio può essere replicato in Italia per ogni movimento politico, per molte imprese guidate da amministratori non fondatori. E per molti di voi. Realtà (politiche ed economiche) guidate da presunti leader, in realtà mediocri figure, tese a raggiungere un solo obiettivo: conservare sé stessi, il più a lungo possibile, secondo l’aforisma mors tua vita mea. Soggetti non illuminati ed egoisti, privi di senso comune. Ed è questo atteggiamento meschino che dobbiamo sconfiggere in Italia se vogliamo consentire ai veri leader di farsi largo, per il bene di tutti. Da noi ogni mese migliaia di giovani espatriano per trovare nuove opportunità. Cervelli in fuga, tra questi, eccellenze che andranno a far risplendere di luce (non propria) altri Paesi. Un danno enorme, prima ancora che per la nostra economia, per la nostra democrazia
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11 ... co/771649/
di Marcello Adriano Mazzola | 9 novembre 2013Commenti (36)
Dire in Italia con nettezza che “la corruzione puzza” e che i corruttori o i corrotti puzzano è rivoluzionario.
Non occorre essere papisti, cattolici praticanti, ferventi credenti, clericali per riconoscere come questo Papa si caratterizzi ogni giorno di più per essere un vero leader, rivoluzionario ed anticonformista.
Un francescano, semplice nei modi, onesto nell’agire, fermo, vibrante nel rigore che manifesta ad ogni intervento.
Dunque autorevole leadership non solo per i credenti ma anche per i non credenti.
Avete mai sentito un (presunto) leader politico italiano tuonare con la stessa veemenza parole simili a quelle adoperate ieri? Tranne in qualche passaggio incidentale (Grillo, Vendola) mai ho udito parole così potenti. Perché la potenza risiede anche nella chiarezza, nella semplicità con cui i valori autentici anticipano le articolazioni seguenti.
Da noi al massimo si sono sentite parole farneticanti come “Imu”, “ponte sullo stretto”, “taglieremo”, “faremo”, “riforma della magistratura”, “separazione delle carriere”, “decadenza” e acronimi indecifrabili tipo “Tarsu, Trise, Tares”. Nessun leader che abbia mai raccontato che idea abbia del futuro dell’Italia, quale Paese voglia progettare.
Nessun leader che sia capace di dichiarare: “Vogliamo una magistratura che accerti ogni forma di corruzione, individuando i responsabili di questo sfacelo, che però non voglia invadere la politica; vogliamo costruire un fisco equo, forte con i forti e garbato con i deboli; vogliamo una politica che ridisegni un quadro di legalità sostanziale, con poche leggi ma chiare; vogliamo un’Italia che riparta dai suoi beni più preziosi: beni culturali, paesaggio, enogastronomia, bellezza, creatività; un Paese dove i figli siano assai migliori dei padri”.
Eppure l’Italia è in una situazione di degrado morale, di radicata illegalità sostanziale, di disfacimento culturale ed infine di involuzione economica tale da rappresentare il naturale humus per la coltura di una tale figura morale. Perché non riusciamo a produrre una così alta statura? I motivi sono tanti.
Il primo è noto: la partitocrazia oligarchica ha conservato a lungo il potere nelle mani di pochi soggetti, tendenti alla mediocrità, ultra conservatori, i quali per garantirsi il potere hanno dovuto elargire posizioni di potere secondario (quasi sempre economico) ad amici e agli amici degli amici, in un crogiuolo di bieco familismo immeritocratico volto a creare e rafforzare una cupola di potere, impenetrabile dall’esterno.
Cupola oramai ondivaga tra il lecito e l’illecito. Tutto ciò ha estromesso qualsiasi scelta meritocratica, l’unico procedimento di formazione che consente a chiunque (dunque anche se proveniente dalla scala sociale più bassa e figlio di n.n.) di divenire un leader o un dirigente.
Eppure la meritocrazia è uno strumento virtuoso di democrazia. Vi farò un esempio di vita vissuta.
A metà degli anni ’90 quando vivevo da giovane con passione la politica attiva in prima persona in uno dei partiti della sinistra, facevo parte di un gruppo di vivace fermento intellettuale che progettava un Paese fondato sulla green economy, sul recupero e sulla valorizzazione dei beni culturali, sulla qualità della vita come volano per la nostra economia. Discutevamo di temi che ancora oggi sono definiti attuali. Senza accorgerci che uno dei leader storici del partito, apparentemente unito insieme a noi, in realtà aveva come unico scopo quello di controllarci per non farsi scippare la leadership. Queste energie ed eccellenze dopo qualche anno sono uscite dalla politica attiva, abbandonandola. Il “leader” falcidiante invece oggi siede tra le fila del Pd. L’unico suo scopo era continuare a vivere parassitariamente di politica, eliminando alla radice suoi concorrenti.
Questo esempio può essere replicato in Italia per ogni movimento politico, per molte imprese guidate da amministratori non fondatori. E per molti di voi. Realtà (politiche ed economiche) guidate da presunti leader, in realtà mediocri figure, tese a raggiungere un solo obiettivo: conservare sé stessi, il più a lungo possibile, secondo l’aforisma mors tua vita mea. Soggetti non illuminati ed egoisti, privi di senso comune. Ed è questo atteggiamento meschino che dobbiamo sconfiggere in Italia se vogliamo consentire ai veri leader di farsi largo, per il bene di tutti. Da noi ogni mese migliaia di giovani espatriano per trovare nuove opportunità. Cervelli in fuga, tra questi, eccellenze che andranno a far risplendere di luce (non propria) altri Paesi. Un danno enorme, prima ancora che per la nostra economia, per la nostra democrazia
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11 ... co/771649/
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
Quello che manca all'Italia.
10 NOV 2013 12:40
BERGOGLIO, IL MIGLIOR AMMINISTRATORE DELEGATO DEL MONDO - IN POCHI MESI HA FATTO QUELLO PER CUI è STATO ELETTO : HA RIMESSO IN PIEDI LA VATICANO SPA, HA RIAVVICINATO MILIONI DI FEDELI E RIEMPITO LE CHIESE
Grazie alla nouvelle vague del Papa, aumentano le confessioni e le presenze alle messe - Molte pecorelle smarrite si sono riavvicinate alla fede e tanti non credenti guardano alla Chiesa con occhi diversi - Introvigne: “In Italia di centinaia di migliaia di persone che si riavvicinano alla fede accogliendo gli inviti di Francesco”...
Andrea Tornielli per "la Stampa"
L'effetto Francesco non accenna a diminuire e si consolida. Lo attesta una ricerca del sociologo Massimo Introvigne dalla quale emerge che solo in Italia centinaia di migliaia di persone si sono riavvicinate alla Chiesa grazie alla parola e alla testimonianza del Papa.
Il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, parlando di Bergoglio, osserva: «È quella novità che la gente, tutta, ha colto da subito e che ci sta aiutando molto, anzitutto nel rapporto con i cosiddetti lontani: quanti ritorni alla vita sacramentale, magari dopo decenni!». «Francesco fa breccia soprattutto su coloro che si erano allontanati dalla vita cristiana, che sono entusiasti - conferma a "La Stampa" il vescovo ausiliare dell'Aquila Giovanni D'Ercole - Aumentano le confessioni e le presenze alle messe».
Sono tante, tantissime le testimonianze di sacerdoti e religiosi che descrivono quanto sta accadendo. E che non si tratti di un fenomeno solo italiano lo dimostrano le parole scritte dal cardinale di New York Timothy Dolan sul suo blog: «Se avessi ricevuto un dollaro per ogni newyorkese che mi ha detto quanto ama l'attuale Santo Padre avrei pagato il conto salato dei restauri della cattedrale di St. Patrick!».
A colpire è sono soprattutto le parole sulla misericordia di Dio che «non si stanca mai di perdonare». Ma anche i gesti che accompagnano la predicazione del Pontefice argentino, come quello avvenuto ieri mattina nell'aula delle udienze in Vaticano: Francesco ha voluto salutare senza alcuna fretta centinaia di malati e disabili assistiti dall'Unitalsi. Li ha abbracciati e confortati uno ad uno, passando tra le barelle e le carrozzine, chinandosi su ciascuno.
È un effetto «massiccio e perfino particolare», spiega Introvigne, direttore del Cesnur (Centro studi sulle nuove religioni), l'autore della ricerca che viene ora pubblicata nel libro «Il segreto di Papa Francesco» (Sugarco, pp. 224, 18 euro). Il volume, uno sguardo sul retroterra argentino del Papa e sui primi mesi del suo magistero, sarà presentato domani sera al Cottolengo di Torino.
Dopo aver effettuato, a un mese dall'elezione di Bergoglio, un primo sondaggio con interviste a molti parroci italiani i quali raccontavano dell'incremento di presenze a messa e in confessionale, Introvigne ha ripetuto l'indagine su un campione più vasto, per verificare se quei risultati rappresentassero soltanto un fenomeno effimero di «effervescenza religiosa», l'effetto di una «luna di miele» mediatica.
La nuova ricerca, effettuata con un campione di 250 sacerdoti e religiosi attesta invece che «l'effetto Francesco» continua ed è confermato dal 50,8% dei sacerdoti e religiosi intervistati. «Il dato rilevante - scrive il sociologo - è che, a distanza di sei mesi dalla prima indagine e di sette mesi dall'inizio del pontificato, il fenomeno dell'effetto Francesco non dà segni di riflusso, anzi si consolida».
«Un effetto riscontrato da oltre metà di un campione - aggiunge lo studioso torinese - è un effetto reale. Possiamo dire, dunque dire che un po' più della metà dei sacerdoti e religiosi nota nella propria comunità un effetto Francesco, che non svanisce con il passare dei mesi, ma perdura. Se cercassimo di tradurre il dato in termini numerici e su scala nazionale, con riferimento anche solo a metà delle parrocchie e comunità - conclude Introvigne - dovremmo parlare in Italia di centinaia di migliaia di persone che si riavvicinano alla Chiesa accogliendo gli inviti di Papa Francesco. Un effetto massiccio e perfino spettacolare».
Lo scorso luglio, incontrando i vescovi del Brasile, Francesco aveva parlato della necessità di una Chiesa «in grado di far compagnia», che si mette «in cammino con la gente» ed è capace «di scaldare il cuore». E a un parroco romano che gli raccontava dell'incremento di confessioni in seguito al suo messaggio sulla misericordia, il Papa risposto: «Io non c'entro, queste sono cose che fa il Signore».
10 NOV 2013 12:40
BERGOGLIO, IL MIGLIOR AMMINISTRATORE DELEGATO DEL MONDO - IN POCHI MESI HA FATTO QUELLO PER CUI è STATO ELETTO : HA RIMESSO IN PIEDI LA VATICANO SPA, HA RIAVVICINATO MILIONI DI FEDELI E RIEMPITO LE CHIESE
Grazie alla nouvelle vague del Papa, aumentano le confessioni e le presenze alle messe - Molte pecorelle smarrite si sono riavvicinate alla fede e tanti non credenti guardano alla Chiesa con occhi diversi - Introvigne: “In Italia di centinaia di migliaia di persone che si riavvicinano alla fede accogliendo gli inviti di Francesco”...
Andrea Tornielli per "la Stampa"
L'effetto Francesco non accenna a diminuire e si consolida. Lo attesta una ricerca del sociologo Massimo Introvigne dalla quale emerge che solo in Italia centinaia di migliaia di persone si sono riavvicinate alla Chiesa grazie alla parola e alla testimonianza del Papa.
Il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, parlando di Bergoglio, osserva: «È quella novità che la gente, tutta, ha colto da subito e che ci sta aiutando molto, anzitutto nel rapporto con i cosiddetti lontani: quanti ritorni alla vita sacramentale, magari dopo decenni!». «Francesco fa breccia soprattutto su coloro che si erano allontanati dalla vita cristiana, che sono entusiasti - conferma a "La Stampa" il vescovo ausiliare dell'Aquila Giovanni D'Ercole - Aumentano le confessioni e le presenze alle messe».
Sono tante, tantissime le testimonianze di sacerdoti e religiosi che descrivono quanto sta accadendo. E che non si tratti di un fenomeno solo italiano lo dimostrano le parole scritte dal cardinale di New York Timothy Dolan sul suo blog: «Se avessi ricevuto un dollaro per ogni newyorkese che mi ha detto quanto ama l'attuale Santo Padre avrei pagato il conto salato dei restauri della cattedrale di St. Patrick!».
A colpire è sono soprattutto le parole sulla misericordia di Dio che «non si stanca mai di perdonare». Ma anche i gesti che accompagnano la predicazione del Pontefice argentino, come quello avvenuto ieri mattina nell'aula delle udienze in Vaticano: Francesco ha voluto salutare senza alcuna fretta centinaia di malati e disabili assistiti dall'Unitalsi. Li ha abbracciati e confortati uno ad uno, passando tra le barelle e le carrozzine, chinandosi su ciascuno.
È un effetto «massiccio e perfino particolare», spiega Introvigne, direttore del Cesnur (Centro studi sulle nuove religioni), l'autore della ricerca che viene ora pubblicata nel libro «Il segreto di Papa Francesco» (Sugarco, pp. 224, 18 euro). Il volume, uno sguardo sul retroterra argentino del Papa e sui primi mesi del suo magistero, sarà presentato domani sera al Cottolengo di Torino.
Dopo aver effettuato, a un mese dall'elezione di Bergoglio, un primo sondaggio con interviste a molti parroci italiani i quali raccontavano dell'incremento di presenze a messa e in confessionale, Introvigne ha ripetuto l'indagine su un campione più vasto, per verificare se quei risultati rappresentassero soltanto un fenomeno effimero di «effervescenza religiosa», l'effetto di una «luna di miele» mediatica.
La nuova ricerca, effettuata con un campione di 250 sacerdoti e religiosi attesta invece che «l'effetto Francesco» continua ed è confermato dal 50,8% dei sacerdoti e religiosi intervistati. «Il dato rilevante - scrive il sociologo - è che, a distanza di sei mesi dalla prima indagine e di sette mesi dall'inizio del pontificato, il fenomeno dell'effetto Francesco non dà segni di riflusso, anzi si consolida».
«Un effetto riscontrato da oltre metà di un campione - aggiunge lo studioso torinese - è un effetto reale. Possiamo dire, dunque dire che un po' più della metà dei sacerdoti e religiosi nota nella propria comunità un effetto Francesco, che non svanisce con il passare dei mesi, ma perdura. Se cercassimo di tradurre il dato in termini numerici e su scala nazionale, con riferimento anche solo a metà delle parrocchie e comunità - conclude Introvigne - dovremmo parlare in Italia di centinaia di migliaia di persone che si riavvicinano alla Chiesa accogliendo gli inviti di Papa Francesco. Un effetto massiccio e perfino spettacolare».
Lo scorso luglio, incontrando i vescovi del Brasile, Francesco aveva parlato della necessità di una Chiesa «in grado di far compagnia», che si mette «in cammino con la gente» ed è capace «di scaldare il cuore». E a un parroco romano che gli raccontava dell'incremento di confessioni in seguito al suo messaggio sulla misericordia, il Papa risposto: «Io non c'entro, queste sono cose che fa il Signore».
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
Corruzione, Papa Francesco: “Scandaloso chi dona alla Chiesa ma ruba allo Stato”
Dopo aver puntato il dito contro i devoti della "dea tangente", Bergoglio ha preso di mira, nell'omelia della Messa celebrata a Santa Marta, i "cristiani e i preti corrotti", definendo la loro vita "una putredine verniciata". "Meritano di essere gettati nel mare con una macina al collo"
di Francesco Antonio Grana | 11 novembre 2013
“No alla doppia vita dei benefattori della Chiesa che rubano allo Stato”. Dopo aver puntato il dito contro i devoti della “dea tangente”, Papa Francesco ha preso di mira, nell’omelia della Messa celebrata a Santa Marta, i “cristiani e i preti corrotti”, definendo la loro vita “una putredine verniciata“, che “meritano di essere gettati nel mare con una macina al collo”.
Bergoglio ha spiegato ai fedeli presenti la differenza tra essere peccatori ed essere corrotti. “Chi pecca e si pente, – ha affermato il Papa – chiede perdono, si sente debole, si sente figlio di Dio, si umilia, e chiede proprio la salvezza a Gesù”. Ma il corrotto, invece, scandalizza e “continua a peccare e fa finta di essere cristiano: ecco la doppia vita. E la doppia vita di un cristiano fa tanto male. C’è chi dice: ‘Ma padre, io sono un benefattore della Chiesa! Metto la mano in tasca e do alla Chiesa’. Ma con l’altra mano, ruba: allo Stato, ai poveri. È un ingiusto. Questa è la doppia vita. E questo merita, lo dice Gesù non lo dico io, – ha aggiunto Francesco – che gli mettano al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Non parla di perdono, qui Gesù”.
Bergoglio ha sottolineato che “tutti noi dobbiamo dirci peccatori. Sì, tutti lo siamo. Corrotti no. Il corrotto è fisso in uno stato di sufficienza, non sa cosa sia l’umiltà. Gesù, a questi corrotti, diceva: ‘La bellezza di essere sepolcri imbiancati’, che appaiono belli, all’esterno, ma dentro sono pieni di ossa morte e di putredine. E un cristiano che si vanta di essere cristiano, ma non fa vita da cristiano, è uno di questi corrotti. Tutti – ha proseguito il Papa – conosciamo qualcuno che è in questa situazione e quanto male fanno alla Chiesa! Cristiani corrotti, preti corrotti. Quanto male fanno alla Chiesa! Perché non vivono nello spirito del Vangelo, ma nello spirito della mondanità”.
Una mondanità spirituale, già condannata più volte da Papa Francesco in questi primi otto mesi di pontificato, che Bergoglio ha voluto spiegare nuovamente citando ciò che afferma san Paolo nella lettera ai cristiani di Roma: “Non uniformatevi alla mentalità di questo mondo”. “Anzi – ha precisato il Papa – il testo originale è più forte perché afferma di non entrare negli schemi di questo mondo, nei parametri di questo mondo, ovvero nella mondanità spirituale”. Francesco, ha terminato la sua meditazione spiegando che la vita del corrotto è “una putredine verniciata. E Gesù – ha aggiunto il Papa – semplicemente non chiamava peccatori questi, ma diceva loro che erano ipocriti. Gesù non si stanca di perdonare, soltanto alla condizione di non voler fare questa doppia vita, di andare da lui pentiti. Chiediamo oggi – ha concluso Bergoglio – la grazia di riconoscerci peccatori: siamo tutti peccatori. Peccatori, sì. Corrotti, no”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11 ... re/773166/
Papa Francesco continua ad essere straordinariamente esplicito, diretto, col linguaggio evangelico del "si si - no no (...)"!
Dopo aver puntato il dito contro i devoti della "dea tangente", Bergoglio ha preso di mira, nell'omelia della Messa celebrata a Santa Marta, i "cristiani e i preti corrotti", definendo la loro vita "una putredine verniciata". "Meritano di essere gettati nel mare con una macina al collo"
di Francesco Antonio Grana | 11 novembre 2013
“No alla doppia vita dei benefattori della Chiesa che rubano allo Stato”. Dopo aver puntato il dito contro i devoti della “dea tangente”, Papa Francesco ha preso di mira, nell’omelia della Messa celebrata a Santa Marta, i “cristiani e i preti corrotti”, definendo la loro vita “una putredine verniciata“, che “meritano di essere gettati nel mare con una macina al collo”.
Bergoglio ha spiegato ai fedeli presenti la differenza tra essere peccatori ed essere corrotti. “Chi pecca e si pente, – ha affermato il Papa – chiede perdono, si sente debole, si sente figlio di Dio, si umilia, e chiede proprio la salvezza a Gesù”. Ma il corrotto, invece, scandalizza e “continua a peccare e fa finta di essere cristiano: ecco la doppia vita. E la doppia vita di un cristiano fa tanto male. C’è chi dice: ‘Ma padre, io sono un benefattore della Chiesa! Metto la mano in tasca e do alla Chiesa’. Ma con l’altra mano, ruba: allo Stato, ai poveri. È un ingiusto. Questa è la doppia vita. E questo merita, lo dice Gesù non lo dico io, – ha aggiunto Francesco – che gli mettano al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Non parla di perdono, qui Gesù”.
Bergoglio ha sottolineato che “tutti noi dobbiamo dirci peccatori. Sì, tutti lo siamo. Corrotti no. Il corrotto è fisso in uno stato di sufficienza, non sa cosa sia l’umiltà. Gesù, a questi corrotti, diceva: ‘La bellezza di essere sepolcri imbiancati’, che appaiono belli, all’esterno, ma dentro sono pieni di ossa morte e di putredine. E un cristiano che si vanta di essere cristiano, ma non fa vita da cristiano, è uno di questi corrotti. Tutti – ha proseguito il Papa – conosciamo qualcuno che è in questa situazione e quanto male fanno alla Chiesa! Cristiani corrotti, preti corrotti. Quanto male fanno alla Chiesa! Perché non vivono nello spirito del Vangelo, ma nello spirito della mondanità”.
Una mondanità spirituale, già condannata più volte da Papa Francesco in questi primi otto mesi di pontificato, che Bergoglio ha voluto spiegare nuovamente citando ciò che afferma san Paolo nella lettera ai cristiani di Roma: “Non uniformatevi alla mentalità di questo mondo”. “Anzi – ha precisato il Papa – il testo originale è più forte perché afferma di non entrare negli schemi di questo mondo, nei parametri di questo mondo, ovvero nella mondanità spirituale”. Francesco, ha terminato la sua meditazione spiegando che la vita del corrotto è “una putredine verniciata. E Gesù – ha aggiunto il Papa – semplicemente non chiamava peccatori questi, ma diceva loro che erano ipocriti. Gesù non si stanca di perdonare, soltanto alla condizione di non voler fare questa doppia vita, di andare da lui pentiti. Chiediamo oggi – ha concluso Bergoglio – la grazia di riconoscerci peccatori: siamo tutti peccatori. Peccatori, sì. Corrotti, no”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11 ... re/773166/
Papa Francesco continua ad essere straordinariamente esplicito, diretto, col linguaggio evangelico del "si si - no no (...)"!
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Re: Francesco un papa ...Cristiano!
L'avevo detto che il cristianesimo era una religione "facile", "lineare" nella sua morale.
Dai tempi della L40 lo dico.
Mentre il CSX si dilaniava sulle questioni etiche.
Fra ex comunisti mangiapreti da una parte.
E politici cattolici non cristiani dall'altra.
Adesso sono passati 10 anni, e un Papa molto cristallino ci dice
quello che il Vangelo dice da 2000 anni.
Ma intanto il CSX ha perso la propria anima.
Correndo dietro alle teorie teocon.
Sia per quanto riguarda l'economia e il sociale, sia per quanto riguarda l'etica.
soloo42000
Dai tempi della L40 lo dico.
Mentre il CSX si dilaniava sulle questioni etiche.
Fra ex comunisti mangiapreti da una parte.
E politici cattolici non cristiani dall'altra.
Adesso sono passati 10 anni, e un Papa molto cristallino ci dice
quello che il Vangelo dice da 2000 anni.
Ma intanto il CSX ha perso la propria anima.
Correndo dietro alle teorie teocon.
Sia per quanto riguarda l'economia e il sociale, sia per quanto riguarda l'etica.
soloo42000
erding ha scritto:Corruzione, Papa Francesco: “Scandaloso chi dona alla Chiesa ma ruba allo Stato”
Dopo aver puntato il dito contro i devoti della "dea tangente", Bergoglio ha preso di mira, nell'omelia della Messa celebrata a Santa Marta, i "cristiani e i preti corrotti", definendo la loro vita "una putredine verniciata". "Meritano di essere gettati nel mare con una macina al collo"
di Francesco Antonio Grana | 11 novembre 2013
“No alla doppia vita dei benefattori della Chiesa che rubano allo Stato”. Dopo aver puntato il dito contro i devoti della “dea tangente”, Papa Francesco ha preso di mira, nell’omelia della Messa celebrata a Santa Marta, i “cristiani e i preti corrotti”, definendo la loro vita “una putredine verniciata“, che “meritano di essere gettati nel mare con una macina al collo”.
Bergoglio ha spiegato ai fedeli presenti la differenza tra essere peccatori ed essere corrotti. “Chi pecca e si pente, – ha affermato il Papa – chiede perdono, si sente debole, si sente figlio di Dio, si umilia, e chiede proprio la salvezza a Gesù”. Ma il corrotto, invece, scandalizza e “continua a peccare e fa finta di essere cristiano: ecco la doppia vita. E la doppia vita di un cristiano fa tanto male. C’è chi dice: ‘Ma padre, io sono un benefattore della Chiesa! Metto la mano in tasca e do alla Chiesa’. Ma con l’altra mano, ruba: allo Stato, ai poveri. È un ingiusto. Questa è la doppia vita. E questo merita, lo dice Gesù non lo dico io, – ha aggiunto Francesco – che gli mettano al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Non parla di perdono, qui Gesù”.
Bergoglio ha sottolineato che “tutti noi dobbiamo dirci peccatori. Sì, tutti lo siamo. Corrotti no. Il corrotto è fisso in uno stato di sufficienza, non sa cosa sia l’umiltà. Gesù, a questi corrotti, diceva: ‘La bellezza di essere sepolcri imbiancati’, che appaiono belli, all’esterno, ma dentro sono pieni di ossa morte e di putredine. E un cristiano che si vanta di essere cristiano, ma non fa vita da cristiano, è uno di questi corrotti. Tutti – ha proseguito il Papa – conosciamo qualcuno che è in questa situazione e quanto male fanno alla Chiesa! Cristiani corrotti, preti corrotti. Quanto male fanno alla Chiesa! Perché non vivono nello spirito del Vangelo, ma nello spirito della mondanità”.
Una mondanità spirituale, già condannata più volte da Papa Francesco in questi primi otto mesi di pontificato, che Bergoglio ha voluto spiegare nuovamente citando ciò che afferma san Paolo nella lettera ai cristiani di Roma: “Non uniformatevi alla mentalità di questo mondo”. “Anzi – ha precisato il Papa – il testo originale è più forte perché afferma di non entrare negli schemi di questo mondo, nei parametri di questo mondo, ovvero nella mondanità spirituale”. Francesco, ha terminato la sua meditazione spiegando che la vita del corrotto è “una putredine verniciata. E Gesù – ha aggiunto il Papa – semplicemente non chiamava peccatori questi, ma diceva loro che erano ipocriti. Gesù non si stanca di perdonare, soltanto alla condizione di non voler fare questa doppia vita, di andare da lui pentiti. Chiediamo oggi – ha concluso Bergoglio – la grazia di riconoscerci peccatori: siamo tutti peccatori. Peccatori, sì. Corrotti, no”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11 ... re/773166/
Papa Francesco continua ad essere straordinariamente esplicito, diretto, col linguaggio evangelico del "si si - no no (...)"!
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