Bettino Craxi e Nichi Vendola : la nazionalizzazione d. ILVA

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aaaa42
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Bettino Craxi e Nichi Vendola : la nazionalizzazione d. ILVA

Messaggio da aaaa42 »

eccoci ci siamo.
Bettino Craxi aveva ragione:
IL PRIMATO DELLA POLITICA SULL' ECONOMIA.
L'ilva è una creatura del primo centro sinistra è una creatura di Aldo Moro, che la inaugurata.
e la dimostrazione che il processo dell' Accumulazione del capitale parte dall' agricoltura o dallo STATO.
In Italia l' accumulazione del capitale è sviluppato dallo Stato con la PIANIFICAZIONE ECONOMICA.
no non è il comunismo ma la democrazia cristiana di sinistra del giovane prof Fanfani e del prof. Saraceno.
e poi dell' allora presidente del consiglio Aldo Moro.

Dopo la telefonata di Nichi Vendola dobbiamo ritornare a Bettino Craxi e al PRIMATO DELLA POLITICA.

gli errori di Bettino sono stati evidenti, una tracotanza del potere esasperata , chiamava i manager pubblici nel suo ufficio di Milano e li licenziava.

Ma la sottomissione della politica della POLIS la politica della comunità per gli interessi generali
la politica dei cittadini sottomessa all' economia dei potentati QUESTO NO !!!

Dopo la telefonata di Nichi Vendola la SINISTRA UNITA proceda alla nazionalizzazione dell' Ilva e della Fiat, ritorniamo al progetto originario della SOCIALDEMOCRAZIA i processi economici siano la PIENA OCCUPAZIONE e la SOCIALIZZAZIONE DELL' ECONOMIA.

Quanto a Grillo che attacca Nichi Vendola cerchi di STUDIARE e di ASCOLTARE.

L' istituto della cassa integrazione ordinaria e straordinaria in Italia è stato imposto dal movimento operaio in ossequio ad art 1 della costituzione italiana, altrimenti avremmo avuto libertà di licenziamento.

la proposta del movimento 5 stelle è di fatto un REDDITO MINIMO GARANTITO ed è altra cosa rispetto alla cassa integrazione.
Grillo non conosce le proposte di legge dei suoi parlamentari peraltro proposte di legge interessanti e giuste.

infine va dato atto a Nichi VENDOLA di aver salvato migliaia di posti di lavoro senza cadere nella trappola salute contro lavoro.
Va dato atto a Nichi Vendola di aver salvato migliaia di famiglie pugliese che oggi grazie a nichi vendola hanno un reddito da lavoro una casa e possono mandare i figli a scuola.

il sito produttivo ILVA nazionalizzato va ricollocato sul mare ma questo è compito dello stato italiano,
la famosa ACCUMULAZIONE SOCIALE DEL CAPITALE.
NO ai camerieri dell' Ilva e Fiat e NO camerieri di tecnocrati europei.

Invece di fare polemiche a sinistra elaboriamo un PROGRAMMA COMUNE DELLE SINISTRE
e andiamo a governare i processi economici e sociali ADESSO, ORA e SUBITO.
mariok

Re: Bettino Craxi e Nichi Vendola : la nazionalizzazione d.

Messaggio da mariok »

Le risate di Vendola e quella Sinistra che non c’è più

Scritto da Emilio Fabio Torsello il 16 novembre 2013 in Editoriale

IL GRAFFIO – Gli restavano le Puglie. Ma le risate di Nichi Vendola rischiano di far assottigliare la già magra percentuale racimolata dal leader di Sel alle ultime politiche. Altro che la sinistra. Quale politico avrebbe mai riso di un giornalista cui strappano il microfono dopo che questi aveva fatto domande non gradite sulla diffusione dei tumori? E non sono queste le prime risate intercettate che indignano l’Italia. La schiera di precedenti è lunga né per rispetto verso certe vittime val la pena ricordarle.

Eppure, le divertite e sguaiate risa del presidente della Regione Puglia sono il metro di una sinistra che ha ormai perso la sua rotta. Una sinistra che alza il telefono per sottolineare che non farà mancare il proprio appoggio a questo o quello, ma non si tratta più di operai. Anzi. Di potenti con cui si ride sguaiatamente delle sorti di un cronista.

Ed è la stessa sinistra che ha dato per persi i voti degli operai al Nord, dove ormai si vota Lega Nord da anni o, peggio, Beppe Grillo con “il suo” MoVimento 5 Stelle. La sinistra è data per dispersa, incapace – e lo confermano voti e percentuali – di parlare nei fatti ai suoi storici elettori.

E se Ferrero è ormai ridotto a un deja vu che difficilmente tornerà, Nichi Vendola con le sue risate si è giocato una bella fetta di elettori.

In questo contesto Beppe Grillo esulta: benzina al suo populismo.
paolo11
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Re: Bettino Craxi e Nichi Vendola : la nazionalizzazione d.

Messaggio da paolo11 »

Abbiamo ora un centrodestra spaccato.In futuro ne vedremo delle belle sulla divisione dei soldi elettorali.
Fra non molto avremo un centro sinistra spaccato in due:motivo di sinistra non si vede nulla da anni solo parole .Anzi gli avversari dicono che è il partito delle tasse.
O forse la riunificazione di un centro unico vedremo.
Ciao
Paolo11
paolo11
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Re: Bettino Craxi e Nichi Vendola : la nazionalizzazione d.

Messaggio da paolo11 »

camillobenso
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Re: Bettino Craxi e Nichi Vendola : la nazionalizzazione d.

Messaggio da camillobenso »

Dopo quasi vent’anni, in modo del tutto accidentale, la pubblicazione della telefonata di Vendola ad Archinà, dominus indiscusso di tutti gli affari illeciti dell’azienda Riva, pone il vero nodo centrale tra la sinistra ex comunista, ex socialista e i poteri forti.

Poco sappiamo dei rapporti dei poteri forti con l’ex Pci, anche perché il referente ufficiale dei poteri forti nella prima Repubblica è sempre stata la Dc.

In subordine il Partito liberale, il Partito Repubblicano, il Partito Socialdemocratico e all’ultimo il Psi.

In base al Patto di Jalta del febbraio del 1945 in qui in cui Usa, Urss e Gran Bretagna si spartirono l’Europa in sfere d’influenza, l’Italia capitò sotto la sfera d’influenza statunitense fino al 1991, anno della caduta dell’Unione Sovietica.

Per questa ragione il Pci non poté mai aspirare al governo del Paese per via del doppio veto. Quello Usa che non consentiva al più forte partito comunista europeo di arrivare al potere in un Paese sotto la sua sfera di controllo, e di quello Urss, che non poteva permettersi che un partito comunista europeo arrivasse al potere per via democratica e non rivoluzionaria.

Per quasi mezzo secolo, l’Italia non è mai stata una democrazia completa ma solo una democrazia apparente, una democrazia limitata, una democrazia zoppa. In pratica una ciofeca di democrazia.

L’unico ad intuire i pericoli della caduta della Repubblica a causa di una Democrazia cristiana oramai marcita al punto tale di apparire irrecuperabile fu Aldo Moro, che comprese con sedici anni d’anticipo la sua caduta. Da uomo della Costituente e nazionalista, tentò la via di associare la Dc al Pci, per arrestare la caduta degli dei.

Per questo suo convincimento trovò la morte per mano delle Br, ma i giochi erano stati decisi altrove.

Continua
camillobenso
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Re: Bettino Craxi e Nichi Vendola : la nazionalizzazione d.

Messaggio da camillobenso »

La morte di Berlinguer avvenuta l’11 giugno 1984, a Padova, segna un cambio di passo nel Pci.

Da Wikipedia

La questione morale
Se l'Italia repubblicana era stata ornata di un ingente quantitativo di scandali di corruttela e malversazione, molti dei quali degni di attenzione giudiziaria, il PCI restava relativamente nitido quanto a correttezza di gestione politica (perché - obiettavano dalla maggioranza - non aveva mai messo le mani sul governo). Questa sorta di fedina penale pulita consentì a Berlinguer di lanciare, dal gennaio del 1977, una campagna moralizzatrice (del resto non nuova, essendosi già prodotti gli esperimenti del Partito Radicale) che, con una certa strumentalità, puntava il dito contro il cattivo uso (e spesso l'abuso) della cosa pubblica.
La questione morale divenne centrale nella propaganda del PCI e trovò una singolare sintonia di fatto con analoghe posizioni puriste del Movimento Sociale Italiano, per una volta coincidente nell'indirizzo critico verso la DC, che deteneva il potere stabilmente dai tempi dell'attentato a Togliatti. Da entrambi i partiti stabilmente d'opposizione si parlava intuibilmente di "regime", intendendo che la DC avesse blindato i meccanismi di perpetuazione del suo potere in spregio della correttezza (e talvolta della legalità).


La questione morale di Berlinguer porta ad un’amarissima considerazione di carattere socio politico a carattere generale.

La politica dovrebbero farla soltanto i ricchi, perché non hanno bisogno di diventare ricchi. Non hanno bisogno di arricchirsi come succede ai “poveri”.

Questo perché nel dopo Berlinguer anche il Pci sbraga.

Scrive Marco Travaglio in:

LA VERA STORIA DEL CASO GREGANTI
IL PCI-PDS RUBAVA COME GLI ALTRI

di Marco Travaglio


………………….Il Pci-Pds rubava come gli altri
Perché Calcestruzzi doveva pagare anche il Pci-Pds, che in parlamento stava all’opposizione? La sentenza del tribunale di Milano chiarisce anche questo. L’azienda era interessata all’appalto per desolforare le centrali di Brindisi Nord e Sud, di Vado Ligure e del Sulcis: una commessa da 870 miliardi. E se l’aggiudicò in una associazione temporanea di imprese formata al 60% dal consorzio Eurialo (Ansaldo e Cifa Progetti-Calcestruzzi) e per il 40% dalla De Bartolomeis Spa. Ma perché tutto filasse liscio, bisognava anzitutto evitare che nel Cda dell’Enel qualcuno si mettesse di traverso. Ad esempio il rappresentante dell’opposizione: Giovanni Battista Zorzoli, docente al Politecnico di Milano, fino al 1990 responsabile del Pci-Pds per le questioni energetiche, dal 1986 al ’92 consigliere di amministrazione in quota Botteghe Oscure.

Altre grane potevano arrivare dall’iter parlamentare della legge, che doveva autorizzare la costruzione degli impianti di desolforazione senza passare per i singoli comuni. “E allora – ricorda Panzavolta – mi avvertirono dall’Enel: ‘Guardi, se lei ha qualche contatto col Partito comunista, sarebbe bene che avvertisse ’sta gente che i loro parlamentari andassero in sala, non tanto per votare questo decreto, quanto per fare numero, perché […] se non c’è il numero legale, non ha validità la seduta. Noi abbiamo già chi vota, la maggioranza che dà il voto, però abbiamo bisogno di avere il numero dei presenti’. Io avvertii ovviamente Greganti. […] Siccome era un venerdì che veniva votata e in genere i parlamentari il venerdì tornano alle loro sedi, allora Greganti si adoperò, andò, mi disse ‘Sì, sì, mi interesso subito’. E difatti la legge venne poi approvata, perché il numero c’era… E Greganti venne da me e disse: ‘Vede che io conto, vede che riesco a ottenere queste cose’…”.

Dunque anche il Pci-Pds chiedeva mazzette come gli altri: “Il sistema”, scrivono i giudici, “è il medesimo riscontrato allorché si sono esaminati i versamenti ad altri partiti politici. Greganti è il fiduciario del Pci pronto a mettere a disposizione i propri conti personali per esigenze lecite e illecite del partito. […] E’ lui che tiene i contatti con Panzavolta con riguardo ai versamenti in denaro in argomento, sicuro corrispettivo degli accordi corruttivi in parola. […] Ciò che viene offerto [all’imprenditore] in cambio della tangente è la certezza della vittoria. […] Panzavolta effettua l’illecito finanziamento al Pci nella convinzione che anche il consigliere [di amministrazione] designato dal Pci avrebbe posto in essere tutti quegli atti rientranti nel suo ambito di operatività per rendere effettiva tale garanzia. […] Non si poteva correre il rischio di incorrere in intoppi in seno al Consiglio, per questo era bene allargare l’area di protezione anche al rappresentante del maggior partito di opposizione. Di tale rapporto illecito Greganti era sicuramente a conoscenza”.
E non solo Greganti. C’era anche Zorzoli: “Il processo”, scrive il tribunale di Milano, “ha dimostrato che Zorzoli occupava il ruolo di consigliere nella piena consapevolezza di essere parte di un sistema secondo il quale la gestione della cosa pubblica doveva essere finalizzata alla soddisfazione degli interessi del Partito che rappresentava”. Come? Garantendo non solo le mazzette a Botteghe Oscure, ma anche una quota fissa di appalti e subappalti (nelle opere di desolforazione, ma anche di denitrificazione delle centrali Enel) per le cooperative e le imprese amiche: nella fattispecie, la Ctip e la Elettrogeneral (un’impresa che la Lega delle cooperative rilevò dall’Ansaldo, presieduta prima da un ex funzionario del Pci, Giovanni Battista Podestà, poi dallo stesso Zorzoli).
“Per poter realizzare questo salto qualitativo delle cooperative amiche del Pci”, spiegano i giudici, “occorreva la sicurezza delle assegnazioni, possibile solo attraverso una politica consiliare che soddisfaceva gli interessi di tutti, che il processo ha provato essere il reperimento i finanziamento alternativi da parte del mondo imprenditoriale. Zorzoli ha pertanto consapevolmente contribuito alla realizzazione delle corruzioni in argomento. […] Il suo compito non era quello di percepire somme di denaro, bensì di favorire le cooperative. In cambio di tale utilità era disposto ad approvare contratti che attribuivano a trattativa privata a imprese amiche del sistema dei partiti appalti di notevole valore economico. Ancora una volta ci si trova di fronte a una consapevole gestione “privata” della cosa pubblica



Sia Greganti sia Zorzoli verranno definitivamente condannati per corruzione e finanziamento illecito al Pci-Pds, il primo patteggiando 3 anni in Appello, il secondo vedendosi confermata la pena di 4 anni e mezzo in Cassazione e finendo per questo in carcere. Questo ha stabilito la sentenza. Definitiva.

Se poi questa non bastasse, ci sarebbe anche la relazione degli ispettori del ministro Alfredo Biondi (primo governo Berlusconi): “Mani Pulite rimarrà una pietra miliare nella storia giudiziaria del nostro Paese”, scrivono. E quanto alle tangenti rosse, osservano che non ci fu alcun trattamento privilegiato per il Pci-Pds, anzi “l’atteggiamento di diffidenza della dottoressa Parenti verso i colleghi del pool può forse avere nuociuto allo svolgimento delle indagini di cui si discute, e comunque ha certamente contribuito a portare l’opinione pubblica a valutazioni errate in ordine a tali indagini”.
da Micromega

Continua
aaaa42
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Re: Bettino Craxi e Nichi Vendola : la nazionalizzazione d.

Messaggio da aaaa42 »

caro conte camillo
voi piemontesi siete tosti ma un po dogmatici.

il primo post e condivisibile ma ti sei dimenticato dei socialisti in particolare dei socialisti di sinistra
quali Riccardo Lombardi e prof. giorgio ruffolo.

per il pci il problema oltre a quello che scrivi tu assolutamente condivisibile era la DOPPIEZZA
tra rivoluzione e riformismo.

su questo c è un libro recente del prof. Galli.

il secondo tuo post non lo capito
mi sembra fuori tema.

la questione è questa :

Nichi Vendola ha fatto una SANTA ALLEANZA PER LAVORO tra lui e i Riva, i Riva sono i peggiori padroni presenti in Italia.
ma per salvare i posti di lavoro Nichi ha fatto questa alleanza politica.
I fini giustificano i mezzi ....

la seconda ipotesi e che Vendola si sia sottomesso dal punto di vista CULTURALE e POLITICO
al patronato reazionario dei Riva ( quelli del confino per i militanti del sindacato per capirci)
diciamo in termini trasparenti abbia venduto il proprio culo ai Riva.

conoscendo politicamente Nichi io propendo per la prima soluzione.

se in Italia ci fosse un vero partito socialista come quello di Nenni e Lombardi ( e aggiungo del primo Craxi) e una VERO partito cattolico sociale ( tipo Giorgio La Pira e Zaccagnini ) per Nichi non ci sarebbero stati problemi Ilva sarebbe stata nazionalizzata.
E il suo amico responsabile relazioni ' amichevoli' sarebbe un suo usciere della regione Puglia ( non voglio offendere gli uscieri).
camillobenso
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Re: Bettino Craxi e Nichi Vendola : la nazionalizzazione d.

Messaggio da camillobenso »

Lo sbragamento del Pci-Pds, finalmente diventato uguale a tutti gli altri, secondo il pensiero della maggioranza dell’epoca, consentì a Bettino Craxi di pronunciare la storica difesa alla Camera del 3 luglio 1992.

http://www.youtube.com/watch?v=dyjc5N6sepU

Il sistema, da De Gasperi in poi funziona così, fino ai giorni nostri.


Il sistema, nelle sue varie articolazioni, ha l’interesse che tutti siano corrotti o corruttibili. In questo modo è possibile perpetuare una serie d’interessi intrecciati prima al piano superiore dei poteri forti, e poi nel piano sottostante della politica e della casta.

La sinistra, di conseguenza, viene accettata a governare solo se è corrotta (o corruttibile) come lo è stato il centro democristiano della prima Repubblica del dopo De Gasperi

Ha scritto stamani su IFQ, Alberto Crepaldi:


Caso Vendola, la sinistra e la subalternità psicologica ai poteri forti

di Alberto Crepaldi | 16 novembre 2013 Commenti (7)


Nella conversazione telefonica tra il portavoce dell’Ilva e Nichi Vendola ed in particolare nei toni così genuflessi, confidenziali, nonché nelle parole così stucchevolmente rassicuranti del leader di Sel, io ho ritrovato uno dei grandi mali della sinistra: la sua subalternità psicologica, oltreché culturale, ai cosiddetti poteri forti.

Una subalternità derivante dal fatto che la sinistra, quella post-ideologica, non è ancora stata in grado di chiarire su quali basi vada impostata la relazione tra il capitalismo, per lo più straccione, di questo paese, e la politica.

Preferendo, ad una spremitura collettiva di meningi capace di produrre idee forti su economia e finanza, la tessitura di un rapporto di convenienza reciproca, complicità, furbizie.

Fondato pure su posti da assegnare, poltrone da occupare, gare da assegnare, privatizzazioni da pilotare, leggi ad hoc da far approvare. E, appunto, su telefonate del tenore di quella tra Vendola e il portavoce dell’Ilva.

Il tutto, però, condito dentro un misto di attrazione fatale e fascino irresistibile che la sinistra “moderna” prova sempre più verso il capitale e chi lo detiene.

E così, da Prodi a D’Alema, passando per Veltroni, Fassino e Bersani ed arrivando fino a Letta ed allo stesso Vendola, assistiamo ad un reiterarsi di quello che potremmo definire il corteggiamento della “razza padrona”.

Che nel caso di Vendola, così come, ad esempio, in quello di Piero Fassino ai tempi della tentata scalata Unipol a Bnl e della sua commovente e commossa affermazione “abbiamo una banca!”, appare finanche goffo.

Ma nella sua goffaggine, questo strusciarsi perpetuo all’industria ed alla finanza che contano, descrive bene il dramma vero della sinistra: l’incapacità di elaborare, con autorevolezza, una propria, indipendente visione sull’economia.

Che sia frutto, innanzitutto, di una consapevolezza dell’opportunità di demarcare la linea di confine tra politica ed economia (Linea, peraltro, che semmai fosse esistita nella sua dimensione labilissima, è stata spazzata via con l’affidamento ad un personaggio come Matteo Colaninno delle politiche economiche del Pd!).


====================================================================
La sinistra, invece, all’autonomia dai poteri forti, preferisce la commistione.
====================================================================



Rappresentata anche da cose fatue, peraltro.

Che lasciano senza parole ed evidenziano debolezza umana, prima ancora che pochezza politica.

Una commistione, si diceva, fatta di viaggi su lussuosi yacht, come dimostra la vicenda di Piero Fassino ospite sulla barca di un noto industriale.

Di corse ad essere in prima fila ai convegni di Confindustria. Di aspirazioni a vedersi recapitare l’invito per eventi organizzati da qualche circolo elitario.

Di capi chinati, atteggiamenti visibilmente remissivi e toni di voce connotati da una deferenza timorosa, quando si è al cospetto del potente, economicamente parlando, di turno.


Qui insomma non è in discussione il fatto che la politica e dunque anche la sinistra debba necessariamente rapportarsi con l’economia. Per carità.

Bensì le modalità con cui ci si relaziona.

Che continueranno ad essere improntate alla subalternità psicologica e culturale fino a quando Vendola, Renzi e soci non saranno in grado di elaborare un proprio pensiero forte sul mercato.


Twitter @albcrepaldi

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11 ... ti/780127/
camillobenso
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Re: Bettino Craxi e Nichi Vendola : la nazionalizzazione d.

Messaggio da camillobenso »

La vox populi


Benker • 32 minuti fa
Ed Epifani, segretario del PD, che è iscritto al più esclusivo e costosissimo Circolo privato di Roma frequentato dai potenti che contano vogliamo ricordarlo?
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xrandom • un'ora fa
Poche chiacchiere: i "poteri forti" sono tali perché hanno soldi e potere. E senza quelli non si viene rieletti. Eccola, la "subalternità"... è tutta in un cartellino del prezzo.
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Costantino Trachala • 3 ore fa
In realtà il problema non è solo degli eredi di quello che fu il PCI ma di tutta la sovrastruttura politica che mantiene rapporti con la struttura economica capitalistica che sta alla base del mondo occidentale e delle sue democrazie sempre più corrotte. Il fatto stesso che PD, SEL, PDL, SC, M5S e tutti gli altri partiti o movimenti partecipino al gioco parlamentare accettandone le regole li rende automaticamente funzionali agli interessi della classe dominante. E così il PD appoggia il governo Monti con il PDL, SEL partecipa alle elezioni in coalizione con il PD e con SC, il M5S dialoga con la piccola imprenditoria del nord-est, con quella borghesia capitalista che mantiene in vita il capitalismo magliaro della penisola mentre PDL e FI si dividono quell'elettorato moderato (che significherà poi?) che ancora per un po' vivrà l'illusione di poter scampare all'immane cataclisma sociale che sta per colpire il mondo intero. Dunque il fatto che un parlamentare dialoghi con un rappresentante della borghesia capitalista non mi stupisce affatto...anzi mi stupirebbe il contrario.
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Fabio VAGNARELLI • 3 ore fa
---Se si è SERVI dentro, difficilmente si potrà acquistare dignità col tempo, è un prerequisito.
---Vendola dice che non ha preso mica diamanti, infatti, è un istinto alla subalternità che si mette in moto in modo spontaneo, non indotto... e non è cosa migliore.
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pulicane • 3 ore fa
Si potrebbe aggiungere, tra i tanti esempi di subalternità di ex Pci alla razza padrona, lo sdoganamento degli "immobiliaristi" (una volta "palazzinari") operato da Fassino nel luglio 2005: un suo articolo sul "Sole-24 Ore" suscitò le proteste nientemeno che di Pininfarina ("quelli non sono imprenditori") e gli apprezzamenti di Fiorani (sua
telefonata intercettata): “Fassino – pensa che meraviglia! – viene lì a sdoganare anche Ricucci… la vera mente finanziaria del Paese è Ricucci, che viene sdoganato sia da Berlusconi che da Fassino, il che è il colmo dei colmi! Ma positivo dico io, eh!”. Dopo di che, niente di strano se oggi Fassino lo ritroviamo sullo yacht di Bazoli.

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spinoza • 3 ore fa
Concordo.
E aggiungo per completezza: politici straccioni (perchè bisogna fare il paio).
Non esiste la "forza" di una parte e la debolezza dell'altra.
Una parte alimenta e sostiene l'altra. Una sorta di "larghe intese" tra capitalismo e politica. Un capitalismo "penditore" e politici "marchettari".

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ptud02 • 3 ore fa
questi non li definirei politici di sinistra
li definirei imbonitori, che sfruttano la dabbenaggine degli elettori di sinistra

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Psicopompo • 4 ore fa
Ciò che più sconcerta, disgusta e deprime, è la familiarità, la confidenza con cui si interagisce con i potenti e quell'atteggiamento servile che riconosce loro ragione 'a prescindere'.

-La Cancellieri alla famiglia Ligresti: “Comunque guarda, qualsiasi cosa io possa fare conta su di me.."
-Vendola ad Archinà: "Dite a Riva che il presidente non si è defilato”.

E' difficile sostenere che le due dichiarazioni di disponibilità non siano analoghe.


Dissero a Totò: "Andiamo a mangiare" e Totò: "Ah, allora si parla di politica?"
Qui la sinistra non c'entra, c'entra il vecchio strausato ma sempre attuale 'partito della pagnotta' e dell'ambizione personale.
La sinistra da lustri non è più rappresentata in politica, in Italia.
E' di sinistra solo l'idea che opera per la realizzazione di un progetto di 'sistema'. E, come lei sottolinea, la cosiddetta sinistra italiana, e non solo italiana, non si pone nemmeno più il problema. Quindi, che 'sinistra' è?

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Alkrin • 4 ore fa
una sola osservazione: -"sinistra moderna"- non -sinistra "moderna"- rende molto meglio il concetto
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Iera • 4 ore fa
E ci risiamo. C'è ancora confusione, e l'articolo lo mostra benissimo, tra sinistra e partiti come il Pd e Sel. La sinistra è un'altra cosa. La marcia che ha portato il PCI a divenire il Pd, passando per stadi metamorfici come un insetto, mostra quanto avesse ragione Trotsky: la via socialdemocratica al socialismo è destinata al fallimento. La reazione del capitalismo ai tentativi di socializzare lo stato borghese passa attraverso le serrate, la delocalizzazione, il dominio finanziario e la corruzione dello stato borghese. E spinge sull'egemonia culturale (Gramsci) del pensiero unico per assorbire le istanze rivoluzionarie. Vendola e il Pd sono la dimostrazione euclidea dell'attualità di quei pensatori. La sinistra, dopo le spallate del PCI prima, del PDS, DS, PD e SEL,
è un volgo disperso che non si desta,
non intende l'orecchio
non solleva la testa
Percosso da novo crescente romor.
Dai guardi dubbiosi, dai pavidi volti,
Qual raggio di sole da nuvoli folti,
Traluce de’ padri la fiera virtù:
Ne’ guardi, ne’ volti, confuso ed incerto
Si mesce e discorda lo spregio sofferto
Col misero orgoglio d’un tempo che fu.
S’aduna voglioso, si sperde tremante.
Per torti sentieri, con passo vagante,
Fra tema e desire, s’avanza e ristà;
E adocchia e rimira scorata e confusa
De’ crudi signori la turba diffusa.
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Benker Iera • 35 minuti fa
Ci mancava solo viva Stalin e la solita favoletta che la sinistra è un'altra cosa e il tuo commento era completo.
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Iera Benker • 7 minuti fa
Scusa, rimedio. Viva Stalin ma che la sinistra è un'altra cosa l'ho detto.
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Costantino Trachala Iera • 3 ore fa
Tutto tremendamente vero!
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Alessiox1 Iera • 4 ore fa
esiste la sinistra non comunista.
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Iera Alessiox1 • 3 ore fa
Il termine "comunismo" non appare neanche una volta nel mio intervento.
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Benker Iera • 38 minuti fa
E PCI (Partito Comunista Italiano)?
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serpico • 5 ore fa
Ottima analisi, la decennale sottomissione totale della sinistra italiana ai poteri forti dovrebbe essere una fonte d'imbarazzo per tutti, inclusi coloro che non ne fanno parte. Vendola non è certo un Mélenchon italico, e non ha nulla a che vedere con gente come José Mujica, ecc.
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Filippo Crimpo serpico • 5 ore fa
concordo. ma finché "Renzi e soci non saranno in grado di elaborare un proprio pensiero forte sul mercato" lo trovo proprio un adynaton (molto originale rispetto agli esempi che offrono i mnauali di retorica)
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dadoderrick Filippo Crimpo • 4 ore fa
Esatto! (Ho dovuto cercare adynaton su Wikipedia, ma insomma...)
aggiungerei che non soltanto è macroscopicamente impossibile che lo facciano, ma che anche qualora per assurdo vi riuscissero, non saprebbero che farsene, trovandosi prigionieri di una "cattura cognitiva" che ha privato la politica di ogni strumento operativo nei confronti del sistema dominante.
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Battista Vennherba • 5 ore fa −
"E così, da Prodi a D’Alema, passando per Veltroni, Fassino e Bersani ed
arrivando fino a Letta ed allo stesso Vendola, assistiamo ad un
reiterarsi di quello che potremmo definire il corteggiamento della “razza padrona". Prodi, Letta, Fassino, Veltroni, lei li vede come dei poveri proletari sottomessi ai padroni?
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serpico Battista Vennherba • 5 ore fa
Ovviamente sono dei borghesi, anche ricchi. Questo rende ancora più imbarazzante la loro totale sottomissione nei confronti dei borghesi più ricchi (e potenti) di loro
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luisaloffredo • 5 ore fa
Giusto! In questo caso, poi, non ci voleva neanche chissà quale sforzo visto che Vendola fa parte di un partito che nel suo nome ha la parola Ecologia: bastava far rispettare le regole per non inquinare l'ambiente!!!
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paolo11
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Re: Bettino Craxi e Nichi Vendola : la nazionalizzazione d.

Messaggio da paolo11 »

http://www.rai.it/dl/Report/puntata/Con ... 50381.html
Report.
Riva ha una acciaieria anche in Germania se ricordo.Però in Germania non si scherza con L'inquinamento.
Qui bisognerebbe fare una retata di tutti quelli che hanno contributo a nascondere le cose.E buttati direttamente a mare.
Ciao
Paolo11
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